Nuvole di guerra per Biden? – parte 1 – MN #158

La crisi internazionale scatenata dall’accumulo di 125.000 soldati russi ai confini dell’Ucraina sta assorbendo l’amministrazione di Joe Biden che da una parte si è già dimostrata debole nella gestione e dall’altra sta cercando di cavalcarla come distrazione rispetto all’infimo livello di gradimento raggiunto da Joe Biden negli ultimi mesi.

Non è ancora chiaro che cosa Vladimir Putin voglia fare davvero. I falchi dell’establishment americano e i loro portavoce all’interno della NATO, continuano a gridare che l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi sia imminente e che scatenerà una guerra feroce al centro dell’Europa.

Da Mosca minimizzano e definiscono isteriche le reazioni dell’Occidente, dichiarando che non hanno nessuna intenzione d’invadere, ma stanno semplicemente conducendo esercitazioni militari. Tuttavia è un fatto che ci sia una notevole attività su entrambi i fronti.

I russi continuano a mandare nuovi uomini e mezzi sul fronte orientale dell’Ucraina, nell’area meridionale della Crimea, e anche in Bielorussia che confina a nord con l’Ucraina e che rappresenta un punto di attacco formidabile per colpire direttamente Kiev, la capitale ucraina.

Joe Biden ha già dichiarato che non intende inviare truppe americane in territorio ucraino, ma ha messo in all’erta 8.500 soldati americani che potrebbero essere spediti nelle nazioni dell’Europa dell’Est che aderiscono alla NATO. Inoltre, insieme a Gran Bretagna e Danimarca, gli Stati Uniti hanno inviato armamenti per rinforzare le dotazioni militari ucraine che sono in allerta e pronte a intervenire.

E’ poco probabile che Putin attacchi nell’immediato futuro perché non intende disturbare lo sviluppo dei giochi olimpici invernali che si terranno a Pechino tra il 4 e il 20 febbraio, di cui lui sarà ospite. Un eventuale intervento sarebbe quindi rinviato per lo meno alla fine di febbraio.

La questione centrale del contendere riguarda il futuro ingresso potenziale dell’Ucraina nella NATO, a cui i russi sono fermamente contrari per motivi di sicurezza nazionale. Sebbene la Casa Bianca voglia dare il contentino alla NATO e senta la pressione dei mass media anche di sinistra, è consapevole che un intervento americano nel conflitto ucraino sarebbe molto impopolare per gli americani come ben spiegato da un recente video di Tucker Carlson, il giornalista e commentatore più seguito in assoluto negli Stati Uniti.

Una strada senza uscita

Come ci riferisce nel video Clinton Ehrlich, non esiste una ragione strategica per cui gli Stati Uniti e la NATO siano presenti in Ucraina, salvo infastidire i russi. Clinton Ehrlich è un avvocato che lavora come analista della politica internazionale e poche settimane fa aveva messo in evidenza la probabile vera ragione che sta alla base di questo confronto diretto sul confine ucraino.

Dopo la caduta di Kabul nelle mani del Talebani nell’agosto del 2021, il governo di Washington ha lasciato nelle mani dei Talebani decine di miliardi in armamenti moderni inoltre il Congresso americano ha approvato lo stanziamento di centinaia di miliardi di dollari a sostegno del regime talebano.

Come risultato, dall’Afghanistan ha cominciato a svilupparea un’attività eversiva nei confronti del vicino stato del Kazakistan con lo sviluppo di una “rivoluzione colorata” molto simile a quella che aveva fatto capitolare il governo ucraino pro-russo nel 2014 e che aveva quindi portato la Russia a invadere la Crimea.

La rivoluzione colorata è un’operazione eversiva che fomenta il malcontento all’interno della popolazione di una nazione obiettivo al fine di rovesciare il governo esistente mediante sommosse interne assistite dall’esterno. Il Kazakistan ha un governo alleato con i russi e improvvisamente si è trovato sotto attacco di l’attività terroristica si è intensificata all’interno dell’Afghanistan con un vero e proprio attacco da parte di commandos di estreministi islamici. Sia Mosca, sia Pechino hanno accusato gli Stati Uniti e la NATO della regia di queste sommosse che hanno fatto scalpore in Russia e che sono state stroncate con un rapido e decisivo intervento militare russo in sostegno del governo del Kazakistan.

Appare quindi che sia la NATO sia il Pentagono stiano usando i cosiddetti terroristi afghani per destabilizzare ulteriormente un’area che è confinante sia con la Russia sia con la Cina, il che ha favorito un’alleanza ancora più stretta tra Mosca e Pechino. Proprio in questo giorni, la Cina ha affermato ufficialmente che l’alleanza con i russi non ha limiti e potrà crescere all’infinito.

La situazione appare chiara anche a una parte degli elettori di sinistra che costituiscono la base più forte a sostegno dell’attuale presidenza di Joe Biden. Ne abbiamo una dimostrazione nel seguente video di The Hill, un’emittente televisiva che tende a sinistra.

Il punto di vista dell’elettorato di sinistra

Joe Biden in questo momento si trova tra l’incudine e il martello. Da una parte la sua base elettorale vuole che resti estraneo alla vicenda ucraina e si concentri sul sistemare le cose all’interno degli Stati Uniti. La stampa mainstream, compresa quella di sinistra, sta invece rullando i tamburi per costringerlo a mostrare forza nei confronti di Putin.

Il suo stesso partito, ormai consapevole dell’imminente sconfitta a fine anno, vuole di nuovo cavalvare la bufala dell’interferenza elettorale da parte dei russi, come hanno fatto per tutti e quattro gli anni di permanenza alla Casa Bianca di Donald Trump. Per comprendere meglio il fuoco incrociato, vediamo un altro video di Tucker Carlson. Nel video fa riferimento all’ivermectina, un medicinale che è stato usato pubblicamente come cura contro il COVID da uno Joe Rogan uno degli opinion leader della sinistra e che è stato attaccato pesantemente da CNN per averlo fatto accusandolo, come sempre, di aver preso un vermifugo per cavalli, che è uno degli usi veterinari della medicina, quando in realtà Joe Rogan aveva preso l’ivermectina per uso umano. Parla anche di Jeff Zucker, l’amministratore delegato di CNN e di The Atlantic, la principale rivista di cultura liberale negli Stati Uniti.

La crescente pressione dei media che prima lo avevano sostenuto su Joe Biden, potrebbero indurlo a prendere qualche decisione disperata nella situazione ucraina che potrebbe deragliare il lavoro diplomatico in corso soprattutto per opera dei francesi e tedeschi che non vogliono assolutamente un conflitto con la Russia.

Roberto Mazzoni

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