Ancora frodi elettorali? – MN #191

Le elezioni di medio termine negli Stati Uniti avranno un’importanza determinante sia per l’America, sia per l’Europa. Da esse dipende, tra le altre cose, il futuro della guerra in Ucraina, il futuro della guerra energetica ed economica che sta devastando l’Occidente e il futuro della democrazia in quanto tale.

Si svolgono quasi in concomitanza con le elezioni presidenziali brasiliane che hanno grande importanza perché ci mostra un modello evolutivo che si sta sviluppando negli Stati Uniti e in Europa e che potrebbe presto coinvolgere tutto l’Occidente.

Le elezioni di medio termine si svolgono dopo due dall’insediamento del presidente. Costituiscono solitamente un referendum sull’operato della presidenza e spesso vengono vinte dal partito opposto a quello del presidente. Non hanno una valenza convenzionale specifica, ma sono una consuetudine con cui gli americani esprimono il proprio gradimento rispetto alle scelte politiche di una determinata fazione sfruttando il semplice fatto che i seggi elettorali della Camera dei Deputati devono essere rinnovati ogni due anni e perciò uno dei rinnovi cade a metà dei termini presidenziali che sono di 4 anni. Durante queste elezioni vengono anche rinnovati alcuni seggi del Senato, che tuttavia restano in carica per 6 anni. Inoltre, sempre durante queste elezioni, vengono spesso rinnovati i parlamenti dei singoli stati, a seconda delle rispettive costituzioni e le cariche dei governatori che sono in scadenza.

Si tratta quindi di una combinazione di diverse elezioni che si sviluppano in contemporanea e che fanno da preludio all’inizio della campagna per le elezioni presidenziali che iniziano poco dopo.

Non sono molto diverse dalle elezioni presidenziali, dove vengono sempre rinnovate le cariche alla Camera e alcune posizioni al senato e i governatori di alcuni stati, salvo il fatto che nelle elezioni di medio termine non si vota per la presidenza degli Stati Uniti.

Proprio per la mancanza del voto presidenziale, hanno un afflusso ridotto rispetto alle elezioni presidenziali, ma quest’anno è probabile che il calo di affluenza non si verifichi considerando la posta che c’è in gioco.

Alcuni prevedono una vittoria schiacciante del Partito Repubblicano, che definiscono come Onda Rossa, altri sono più cauti e prevedono una vittoria probabilmente circoscritta alla sola Camera del Deputati.

Di certo, l’indice di gradimento di Joe Biden e della sua presidenza continua a scendere e alcuni all’interno dello stesso Partito Democratico sostengono che il partito sia ormai spacciato, finito.

L’inflazione permanente, il rapido calo dello stile di vita, la guerra in Ucraina, l’esplosione della criminalità nelle città dove il sistema giudiziarioè stato manonesso da Geroge Soros e le sue organizzazioni senza fini di lucro, stanno portando a un crollo della credibilità del Partito Democratico e a una crescita esplonenziale del successo nel Partito Repubblicano dei candidati scelti da Donald Trump.

Questo sta mandando in tilt l’establishment americano che sta correndo ai ripari, ricorrendo a tutti i mezzi a sua disposizione, leciti o meno, per tamponare la falla.

Questa elezione si svolge in concomitanza con le elezioni presidenziali in  Brasile rispetto alle quali notiamo uno strano gemellaggio come vedremo in questo video. Le elezioni brasiliane si sono appena concluse con una perdita di Bolsonaro per stretta misura, ma già si parla di manipolazione elettorale in ragione del diretto intervento della CIA e del fatto che il primo in assoluto a congratularsi con l’avversario di Bolsonaro, Lula Da Silva, è stato proprio George Soros.

Il Brasile oggi gioca un ruolo importante sulla scena internazionale in quanto una delle cinque nazioni fondatrici del patto di alleanza economica BRICS, che unisce appunto Brasile, Russia, India, Cina e Sud America e che alla quale hanno chiesto di aderire anche Argentina, Iran e Arabia Saudita conm l’obiettivo di creare un polo monetario e commerciale alternativo al dollaro.

Il Brasile è inoltre la più importante economia in Sud America ed è uno dei due obiettivi primari, insieme alla Colombia, per le recente attività di George Soros in America Latina.

Bolsonaro viene da radici cristiane, ed è stato un deciso oppositore del matrimonio tra lo stesso sesso, della liberalizzazione della droga dell’aborto e della cosiddetta “affrimative action” traducibile come “discriminazione positiva” che favorisce nel collocamento al lavoro determinate persone in base alla loro razza, etnia, al loro sesso e orientamento sessuale e alle categorie sociali a cui appartengono. Classificato dalla sinistra come un politico di estrema destra, Bolsonaro è entrato immediatamente nel mirino di George Soros che ha fatto di tutto per destituirlo dalla sua posizione.

Jair Bolsonaro era stato nel 2018 come membro del Partito Socialista Liberale che lui stesso ha poi convertito in un partito conservatore e, subito dopo le proprie elezioni, ha iniziato a smontare l’effetto pervasivo delle non profit di Soros in Brasile, ma evidentemente non è riuscito a compiere un lavoro completo.

Secondo il libro “The Man Behind The Curtain: Inside The Secret Network of George Soros”, L’uomo dietro la tenda: un viaggio all’interno della rete segreta di George Soros, pubblicato da Matt Palumbo nel 2021, Soros ha investito in numerose non profit al fine di contaminare la società brasiliana e colombiana.

Al 2018, aveva avviato 312 progetti di finanziamento destinati ad organizzazioni attive in America Latina e nei Caraibi, con l’obiettivo primario di proteggere gli immigrati e i rifugiati, due termini che sono spesso sinonimi per immigrati clandestini.

Il finanziamento più corposo è andato all’organizzazione colombiana Centro de Estudios de Derecho, Justicia y Sociedad (Dejusticia) – istituto di diritto, giustizia e società, che si occupa di “giustizia ambientale” e altre etichette senza senso che coprono in realtà l’attività di corruzione del sistema giudiziario che rappresenta una delle attività primarie sviluppate da Soros.

In Brasile troviamo invece l’Instituto de Bioetica, Direitos Humanos e Genero (istituto di bioetica, diritti umani e gender) che si occupa chiaramente di aborto e ideologia gender, e l’Associacao Direitos Humanos em Rede che si occupa dei diritti dei migranti.

Per la protezione dei migranti in Columbia troviamo invece la Fundacion Servicio de los Jesuitas para los Refugiados – fondazione per il servizio dei gesuiti per i rifugiati.

Nonostante il fatto che il livello degli omicidi in Brasile sia tra i più alti al mondo, le organizzazioni di Soros hanno avuto la priorità di riformare la polizia, con le stesse strategie che abbiamio visto negli Stati Uniti e che hanno fatto esplodere il livello di criminalità nelle comunità dove sono state attuate.

Matt Palumbo ci spiega inoltre che già nell’elezione del 2018, Soros aveva fatto di tutto per impedire l’elezione di Bolsonaro con la creazione di contenuti per educare i brasiliani sul loro sistema elettorale e per combattere la cosiddetta disinformazione elettorale. Questa volta è riuscito a fare molto meglio, come vedremo tra poco, facendo anche leva sull’apoggio diretto dall’amministrazione Biden e dal Vaticano.

Inannzi tutto vediamo alcuni spezzoni dei comizi tenuti da Bolsonaro in Brasile durante la campagna elettorale, che hanno raggiunto una partecipazione da record, mai vista nella storia del Brasile.

Vediamo poi la testimonianza resa a suo favore da Donald Trump durante le elezioni.

Trump fa riferimento alla presenza di soli 8 leader di spessore oggi nel mondo, uno dei quali è Bolsonaro. Gli altri possiamo solo immaginare chi siano, ma come possibile indizio vi propongo un video meme che sta girando su Twitter ora che la cappa di censura si sta sollevando dopo l’arrivo di Elon Musk.

Dopo questo lungo preambolo, vediamo un video di Tucker Carlson che descrive la situazione in Brasile e ci spiega in che modo questa potrebbe riflettersi sulle elezioni di medio termine americane. Nel video si parla di vari candidati elettorali in lizza al momento negli Stati Uniti e di Alex Jones, uno dei giornalisti indipendenti più controversi negli Stati Uniti ed etichettato come complottista da tutti i media mainstream. Si parla di Bernie Sanders, politico del Partito Democratico con chiaro orientamento socialita-comunista che è stato in competizione con Hillary Clinton e con Joe Biden nelle primarie presidenziali del 2016 e del 2020, ossia le elezioni interne al Partito Democratico che determinano che rappresenterà il partito nelle elezioni presidenziali vere e proprie.

Si parla anche di Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale che dalla Casa Bianca ha gestito diversi disastri come il ritiro dall’Afghanistan, la guerra in Ucraina, e ora le elezioni in Brasile. Si parla infine dell’Organizzazione degli Stati Americani che riunisce 35 nazioni sudamericane per coordinare la soluzione di problemi politici locali e dell’IRI, International Republican Institute composto prevalentemente di membri del Partito Repubblicano statunitense e che si impegna a favorire la diffusione della libertà e della democrazia nel mondo.

Rischio di brogli negli USA sul modello brasiliano

[Tucker Carlson]

Buonasera e benvenuti a Tucker Carlson. Innanzitutto, le buone notizie. L’opinione diffusa tra chi segue la politica è che il Partito Democratico stia per subire un ripudio umiliante nelle prossime elezioni di medio termine. Sembra molto probabile, stando ai dati del momento, che i democratici perderanno entrambe le camere del Congresso. E questo è solo l’inizio del loro dolore. I sondaggi suggeriscono che anche i distretti elettorali che hanno sostenuto Joe Biden con un ampio margine nel 2020, stanno per ribaltarsi drammaticamente contro di lui e contro il suo partito. Tra una settimana, New York, incredibile a dirsi, potrebbe avere un governatore repubblicano. L’ultima volta che c’è stata un’elezione a New York, Biden ha vinto lo stato con un margine di 23 punti. Quello che stiamo vedendo è ciò che gli scienziati politici chiamano un riallineamento, e non c’è alcun mistero sul perché stia accadendo. I democratici hanno fallito in modo definitivo. Nessun gruppo nella storia americana ha fatto un lavoro peggiore nella gestione di questo paese dei neoliberali che sono al potere in questo momento. Sono maligni, intolleranti e completamente corrotti.

Ma, soprattutto, sono incompetenti. In meno di due anni, possiamo dire senza esagerare, che hanno rovinato questo paese, distruggendo la nostra economia, profanando il nostro esercito e aprendo i confini degli Stati Uniti a più di 5 milioni di trasgressori. La distruzione che hanno portato è così profonda che è difficile da descrivere. Quindi, naturalmente, ci saranno conseguenze per questo. Come ha potuto questo partito rimanere al potere in una nazione con elezioni democratiche? Onestamente, non lo sappiamo. Ma forse Joe Biden lo sa. Stasera, Biden ha attraversato la città di Washington per recarsi alla Union Station. Costruita da Theodore Roosevelt più di 100 anni fa, la Union Station è stata, per generazioni, uno degli edifici pubblici più belli di questo paese. Sotto Joe Biden, è diventata un accampamento di senzatetto, un posto troppo sporco e troppo pericoloso persino per Starbucks. In piedi davanti a questo monumento che celebra i suoi fallimenti, Biden ha continuato a fare ciò che fa di solito, vale a dire abbaiare contro il resto di noi, accusandoci dei nostri fallimenti morali. L’uomo che ha fatto la doccia con la figlia ci sta dicendo che siamo persone malvage. Il tema del comizio di questa sera è la democrazia. Eccone un assaggio.

[Joe Biden]

Ma ora i repubblicani estremisti del movimento MAGA mirano a mettere in discussione non solo la legittimità delle elezioni passate, ma anche delle elezioni che si stanno svolgendo ora e di quelle che ci saranno in futuro. La componente estremista MAGA del partito repubblicano, come ho detto prima, è una minoranza ma rimane la forza trainante di tale partito, sta cercando di riuscire dove ha fallito nel 2020, vale a dire sopprimere i diritti degli elettori e sovvertire il sistema elettorale stesso.

[Tucker Carlson]

Dunque, è molto strano se ci pensate. Siamo a meno di una settimana dalle elezioni di medio termine in cui si prevede che il Partito Democratico subirà perdite schiaccianti. E qui abbiamo il leader di tale partito, Joe Biden, che vi ordina di non lamentarvi dei risultati elettorali. Perché lo sta facendo? Cerchiamo di capirlo insieme. Joe Biden vi dice che, grazie ai cambiamenti, i molti cambiamenti che i democratici hanno apportato al nostro sistema di voto, che rendono le frodi elettorali più facili da commettere, potreste non conoscere i risultati delle elezioni per alcuni giorni, ma non dovete allarmarvi. Tutto sarà  totalmente onesto. E qualunque cosa vogliate fare, astenetevi dal porre domande, altrimenti sarete considerati dei criminali. Guardate.

[Joe Biden]

Vogliamo che gli americani votino. Vogliamo che la voce di ogni americano sia ascoltata. Ora dobbiamo portare avanti questo percorso. Sappiamo che in America si vota sempre più spesso con voto anticipato o per posta. E sappiamo che molti stati non iniziano a contare quelle schede fino a dopo la chiusura dei seggi l’8 novembre. Ciò significa che in alcuni casi, non conosceremo il vincitore delle elezioni fino a che non saranno passati diversi giorni dopo le elezioni. Ci vuole tempo per contare tutte le schede legittime in modo legale e ordinato. È sempre stato importante per i cittadini in una democrazia essere informati e coinvolti. Ora è anche importante che i cittadini siano pazienti.

È così che deve funzionare.

[Tucker Carlson]

Cosa è questo? Cosa sta succedendo qui? Siamo a una settimana dalle elezioni. Mancano solo sei giorni. In circostanze normali, Biden avrebbe potuto tenere un discorso sulle sue politiche e su come queste hanno reso la vostra vita migliore. Avrebbe dovuto cercare di convincervi che questo paese, in realtà, è in condizioni migliori di quanto sembri grazie al suo lavoro. In altre parole, avrebbe potuto cercare di conquistare il vostro voto sulla base di ciò che ha fatto. In una democrazia funzionante, questo è ciò che fanno i politici. Cercano di convincervi a sostenerli sulla base di ciò che hanno fatto per voi. Questa è democrazia.

Non è quello che Joe Biden ha appena fatto. Biden vi ha invece comandato di accettare i risultati elettorali quando mai arriveranno, non importa quali possano essere. Un discorso bizzarro che non ispira nessuna fiducia. Sarebbe odioso pensare che ciò che sta per accadere qui sia una ripetizione di ciò che sta accadendo stasera in Brasile. Questo fine settimana, secondo i risultati ufficiali, un socialista dichiarato che ha subìto una condanna penale, di nome Lula de Silva, ha battuto il presidente in carica del Brasile, Jair Bolsonaro, con un ristretto margine. Eppure milioni di brasiliani non credono che sia quello che è realmente accaduto. Bolsonaro non ha concesso la vittoria all’avversario. In questo momento ci sono proteste in tutto il Brasile. Ne vedete alcune sullo schermo in questo momento.

Ci si domanda se tutte le schede siano state conteggiate e per quale motivo milioni di schede siano state scartate, e se le leggi elettorali siano state rispettate. Non possiamo esprimere giudizi, ma se aveste a cuore la democrazia, se riteneste che le corrette procedure di voto siano essenziali, allora indaghereste su queste accuse. Fare qualsiasi cosa di meno non sarebbe democratico. Eppure la cosa interessante, che forse dovrebbe preoccuparci negli Stati Uniti, è che, in Brasile, non è più permesso fare domande su queste elezioni, e non è permesso perché l’amministrazione Biden non vuole che nessuno le faccia. Questo è vero. YouTube, che ha funzionato negli ultimi due anni come estensione dell’amministrazione Biden, ha annunciato che sta censurando qualsiasi video in Brasile che metta in discussione i risultati elettorali.

Anche i tribunali brasiliani hanno respinto qualsiasi richiesta di aprire inchieste sulle elezioni. In effetti, un giudice della Corte Suprema del Brasile ha persino ordinato alle società di social media di rimuovere qualsiasi post che metta in discussione il risultato elettorale. Una censura schiacciante in una democrazia tra virgolette, dove si impedisce alle persone di porre domande su come questa cosiddetta democrazia funzioni. Allora perché dovreste preoccuparvi? In fondo il Brasile è molto lontano. Ci sono due motivi. Il primo è che il risultato di queste elezioni determinerà l’estensione dell’influenza cinese nell’emisfero occidentale.

Se Bolsonaro risulta perdente, e Da Silva diventasse il presidente del Brasile, significa che i governi di sinistra fedeli alla Cina, al di fuori della nostra sfera di influenza, controlleranno tutto il Sud America. Il Brasile era l’ultimo ad opporre resistenza, ed è anche il paese più grande e più significativo del Sud America. Bolsonaro, da solo, ha frenato la totale egemonia cinese in Sud America. È il nostro emisfero. È importante. Ma il secondo motivo per cui dovreste prestare attenzione è che la repressione della libertà di parola sulla scia delle contestate elezioni brasiliane è un risultato di politiche sviluppate nel nostro paese. L’amministrazione Biden ha interferito nelle elezioni brasiliane, punto a capo. Da Washington hanno già annunciato che Bolsonaro ha perso, e poi hanno minacciato Bolsonaro di conseguenze se cercherà di contestare il risultato elettorale nel suo paese. Il Dipartimento di Stato dell’amministrazione Biden ha rilasciato una dichiarazione in cui dice che la sconfitta di Bolsonaro, virgolette, rafforza la fiducia nelle istituzioni democratiche. Davvero? Questa è un’elezione contestata. Le manifestazioni in strada lo dimostrano. I voti non sono stati esaminati da revisori terzi, e, a quanto pare, tale revisione è stata vietata di autorità e non è permesso parlarne. In che modo questo ripristina la vostra fiducia nelle istituzioni?

Non lo fa. Solo la trasparenza può ripristinare tale fiducia. Quando le persone nascondono le cose, viene spontaneo pensare che forse hanno motivo di farlo. Il che è ovvio. E quando i governi nascondono le cose, potete star certi che stanno mentendo, punto a capo. Ma dal punto di vista americano, la domanda è: perché l’amministrazione Biden ha interferito in un’elezione straniera. Dicono di essere i difensori della democrazia, che credono in elezioni libere ed eque. Non dovrebbero immischiarsi nelle elezioni degli altri. Ma lo fanno, e parecchio. Diversi anni fa, Victoria Nuland, al Dipartimento di Stato, la donna che ci sta portando verso una guerra contro la Russia, è stata registrata mentre ammetteva di aver architettato un colpo di stato in Ucraina. È stata forse punita per averlo fatto?

No, è stata addirittura promossa. è ancora al Dipartimento di Stato. Quindi vi starete chiedendo che cosa abbiamo fatto in Brasile. L’amministrazione Biden odiava l’ultimo presidente in Brasile per ragioni politiche, ragioni ideologiche, che non avevano nulla a che fare con ciò che era nel miglior interesse dell’America, ma riguardavano invece lo stupido stile di vita liberale che determina la loro visione del mondo. Perciò, l’anno scorso, l’attuale direttore della CIA, William Burns, si è recato in Brasile e ha ammonito gli alti funzionari di governo che Bolsonaro non avrebbe potuto contestare i risultati elettorali, qualunque cosa fosse successa. Aspettate un attimo. Perché mai il capo della CIA dovrebbe andare in Brasile per impartire lezioni sulle loro elezioni?

Non è forse un’interferenza elettorale? Certo che lo è. Poi, mesi dopo la visita del capo della nostra CIA, la Corte Suprema brasiliana ha ordinato la detenzione a tempo indeterminato di diversi sostenitori di Bolsonaro, senza alcun processo. Cosa hanno fatto di sbagliato? Qual è stato il loro crimine? Essi, virgolette, hanno attaccato le istituzioni brasiliane nelle loro comunicazioni private. Hanno minato la fiducia nell’integrità elettorale, quindi sono dovuti andare in prigione.

È scioccante. Ma la parte più scioccante non è semplicemente che ci sia corruzione in un paese latinoamericano. Quello è un fatto scontato. La parte scioccante è che l’amministrazione Biden la sta favorendo e rafforzando, e che cerchi di fare la stessa cosa qui da noi. Ne abbiamo visto un’anteprima dopo il 6 gennaio. Quello che sta succedendo in Brasile ora, è un’escalation. E ancora una volta, l’amministrazione Biden non solo lo approva, ma vi sta partecipando. A poche ore dalle contestate elezioni, alla gente è stato vietato di parlarne. Per le strade la situazione sta diventando esplosiva. Naturalmente, i cosiddetti negazionisti elettorali vengono uccisi. Perché immaginare un risultato diverso in assenza di trasparenza? Come si riempie il vuoto? Con teorie complottiste.

Se vuoi che le persone credano alla verità, devi dire loro la verità. Smetti di nascondere le cose. Questa non è una democrazia funzionante. In una democrazia funzionante, non è semplicemente permesso sollevare domande sulle elezioni, vieni incoraggiato a farlo perché quello è il tuo governo. Non esiste una cosa come il negazionismo elettorale in una società libera. Si chiama libertà di parola. Se lo pensate, siete autorizzati a dirlo, punto a capo. Eppure i nostri media, che esistono per difendere la libertà di parola, stanno facendo del loro meglio, giorno dopo giorno per metterla a tacere. Come osate sollevare domande sulle elezioni di medio termine della prossima settimana? Perché ve lo stanno dicendo? È inquietante. Ecco Ali Velshi su MSNBC che lo rende esplicito. Guardate mentre ci spiega che se votate per un repubblicano in Pennsylvania, Doug Mastriano, state distruggendo la democrazia attraverso il vostro voto. Guardatelo.

[Ali Velshi]

Di questi 299 candidati che compaiono sullo schermo e che sono negazionisti in tema di elezioni, 173 sono favoriti per vincere quest’anno, mentre altri 52 sono in gare competitive dove hanno ancora una possibilità di vincere. La loro vittoria collettiva potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la democrazia americana. È possibile che tra un paio d’anni, quando sarà il momento di certificare i risultati delle elezioni presidenziali del 2024, persone come Lake e Fincham in Arizona, Mastriano in Pennsylvania, e oltre 150 membri del Congresso che hanno trascorso questi ultimi due anni a seminare dubbi sulla legittimità della vittoria di Joe Biden, è probabile che si trovino in posizioni di potere dove avranno un’influenza smisurata sull’esito delle future elezioni. E gli elettori devono pensare oggi a ciò che costoro potrebbero fare domani con quel potere.

[Tucker Carlson]

Prima di tutto, se le persone hanno domande sulle ultime elezioni, oppure quello che è successo il 6 gennaio oppure a casa di Nancy Pelosi a San Francisco venerdì scorso, c’è un modo davvero semplice per eliminare tali preoccupazioni, e mettere a tacere le varie teorie complottiste. E consiste nel portare prove. Mostrateci i fatti. Se le persone sono preoccupate per il totale dei voti in uno stato specifico nell’elezione del 2020, innanzi tutto hanno il diritto di pretendere che il partito in carica dimostri che quell’elezione è stata equa. Ma soprattutto, hanno il dovere di porre domande. Perché l’unico modo per avere un sistema libero ed equo, è che tutti siano liberi di porre domande a riguardo e chiedere risposte reali. Se vi inventate qualche folle teoria su quello che è successo a casa di Nancy Pelosi venerdì scorso, invece di urlarvi contro, insultarvi e darvi dei complottisti fuori di testa, paragonandovi ad Alex Jones, basterebbe che vi mostrassero le registrazioni delle videocamere che i poliziotti avevano indosso quella sera.

Perché è così difficile farlo? Se pensate che sia successo qualcosa di strano il 6 gennaio, non è colpa vostra. Forse è colpa delle persone che stanno nascondendo migliaia di ore di video delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso quello che successo quel giorno. Perché non le rendono pubbliche? L’onere ricade su di loro, non sul resto di noi. Non siamo noi i pazzi. Siete voi i bugiardi. Non c’è niente di sbagliato nel fare domande, fine del discorso. E se questo è vietato, allora siamo in un paese totalitario. Siamo quindi orgogliosi di avere con noi oggi Doug Mastriano. È candidato alla carica di governatore della Pennsylvania. Signor Mastriano, grazie mille per essersi unito a noi. Ha appena sentito un conduttore di MSNBC spiegare che votare per lei, votare in un’elezione, è un attacco alla democrazia. Mi chiedo come funzioni.

[Doug Mastriano]

Non funziona affatto. Non mi ritengo un eroe, ma sono un veterano con 30 anni di servizio, il grado di colonnello, con accesso a materiale top secret e con la responsabilità di guidare uomini e donne in missioni delicate. Dopo il 3 di novembre 2020 gli elettori mi hanno contattato in quanto senatore dello stato, e quindi abbiamo organizzato un’audizione pubblica, in linea con le nostre responsabilità costituzionali, e questo ci rende forse negazionisti? Immagino che solo i democratici come Stacey Abrams o Hillary Clinton possano mettere in dubbio i risultati elettorali.

[Tucker Calrson]

Ma non capisco perché i repubblicani abbiano tollerato questa situazione anche solo per un secondo. Negli ultimi due anni ho visto così tanti repubblicani che hanno detto, non voglio avere nulla a che fare con quei matti. Sul serio? Penso che sia responsabilità delle persone che gestiscono il governo dimostrare che il sistema non è corrotto e farlo con trasparenza. Perché nessuno lo dice?

[Doug Mastriano]

È così facile. Se non hai nulla da nascondere, facci vedere i tuoi registri. è quello che ho chiesto due anni fa. In questo periodo dell’anno scorso ci è stato detto che Glenn Yonkin non poteva vincere in Virginia. Ma credo che invece abbia vinto con l’aiuto della trasparenza. Nel 90% dei seggi c’erano scrutatori che contavano e verificavano le procedure. Questa è una repubblica costituzionale. Se non hai nulla da nascondere, non ci dovrebbero essere problemi nell’avere scrutatori ai seggi ed è così che funziona una repubblica.

[Tucker Carlson]

Corretto. Quindi sono semplicemente affascinato dal discorso di stasera del Presidente di fronte alla baraccopoli che ha creato alla Union Station di Washington. Perché pensa che, sei giorni prima di un’elezione in cui il suo partito è svantaggio, stia urlando agli elettori americani, attaccandoli. Perché invece non ci dice i motivi per cui dovremmo votare per lui? Perché se la sta prendendo con l’elettorato?

[Doug Mastriano]

Chiaramente, sta usando il vecchio copione di Giulio Cesare, dividi et ìmpera, invece di unificare il paese e tenersi fuori dalle elezioni dei singoli stati. L’ultima volta che ho controllato, le elezioni erano ancora gestite dai singoli stati. Pelosi non è riuscita a centralizzarne il controllo. Devono starsene fuori. Deve essere un processo fluido. Se siamo stati in grado di mandare un uomo sulla luna 53 anni fa, perché mai dovrebbero volerci giorni, secondo Joe Biden, prima di completare i conteggi? L’elezione deve essere rapida, deve essere decisiva e ci deve essere trasparenza. Ascoltare di nuovo la sua invettiva, è come se stesse cercando di venderci la Fontana di Trevi a un buon prezzo.

[Tucker Carlson]

Ultima domanda. Per quel che riguarda l’ultima elezione, tutto quello che sappiamo è che moltissimi cittadini patriottici americani che pagano le tasse, non credono che sia stata onesta. Perché semplicemente non torniamo alle schede cartacee e le contiamo il giorno del voto, così da risolvere la questione? Perché permettiamo ai democratici di usare la scusa del razzismo oppure qualsiasi altro ricatto morale per intimidire il paese e rendere più facili le frodi elettorali. Perché nessuno si ribella?

[Doug Mastriano]

Sono d’accordo. Ricordo che durante i primi giorni dei lockdown ero con i lituani, un popolo di giganti. Guardavano alla nostra reazione eccessiva al COVID e dicevano voi americani avete bisogno di un po’ di coraggio. Repubblicani, ci vuole un po’ di coraggio. Fatevi avanti e dimostrate di avere una spina dorsale. È nostra responsabilità difendere questa repubblica. E non dovremmo fuggire solo perché ci insultano. Non è così difficile. Siate audaci e coraggiosi. Ponete le domande, ottenete le risposte e poi rendiamo le nostre elezioni migliori e più sicure.

[Tucker Carlson]

Corretto. Schede cartacee e voto in un solo giorno. Se sei su una sedia a rotelle, verremo a prenderti con un furgone. Possiamo permettercelo. Tutto il resto è folle, e abbassa la fiducia del pubblico. Doug Mastriano, buona Fortuna.

[Doug Mastriano]

Grazie. Andiamo avanti verso la vittoria, mancano pochi giorni.

[Tucker Carlson]

Amen. Quindi i cosiddetti difensori delle elezioni si sono di fatto immischiati nelle elezioni di altre cosiddette democrazie che in realtà democrazie non sono, visto che l’amministrazione Biden sta manomettendo le elezioni in corso in Brasile, a quanto pare. E nella prossima parte della trasmissione vi forniremo i dettagli.

I politici del Partito Democratico fanno sempre esattamente ciò di cui accusano voi. è una verità infallibile. Quindi la stessa amministrazione che si lamenta costantemente della santità della democrazia e che parla di elezioni libere ed eque, si è intromessa nelle elezioni di altri paesi, in questo caso, in particolare le elezioni del Brasile, per più di un anno. Non stiamo speculando in materia. Il direttore della CIA sotto l’amministrazione Biden ha personalmente fatto pressioni sull’ufficio di Jair Bolsonaro, che sarebbe l’ex presidente o ancora tecnicamente presidente del Brasile, affinché accettasse i risultati delle elezioni molto prima che le elezioni avessero luogo. Pensateci per un minuto.

Nessuno è obbligato ad accettare i risultati di un’elezione iniqua. In realtà, se credi nella democrazia, non dovresti accettarli. Ma nessuno in Brasile è autorizzato a lamentarsene perché le aziende di Big Tech, che sono state effettivamente le armi al servizio dell’amministrazione Biden per due anni, stanno censurando chiunque metta in discussione i risultati dell’elezione. Quindi il loro candidato, Louis de Silva, ha vinto, e non è permesso suggerire altrimenti. E non puoi nemmeno dare voce al tuo diritto presumibilmente garantito di chiedere informazioni sul tuo paese. Un giudice ha anche ordinato che le società di social media rimuovano tutti i post che mettono in discussione i risultati elettorali.

Quindi ci troviamo davanti a una massiccia repressione. E nonostante ciò, o probabilmente proprio per questo, in tutto il Brasile stanno scoppiando proteste fisiche. Matt Trymand è un giornalista investigativo che si unisce a noi per esaminare cosa stia succedendo esattamente. Matt, grazie per esserti unito a noi stasera. Quindi l’amministrazione Biden sta ammettendo di aver incaricato il direttore della CIA affinché intimidisse il presidente di un paese sovrano in merito alle sue elezioni. Com’è possibile?

[Matt Tyrmand]

Beh, non pensano nemmeno che sia una questione importante. Per loro è normale amministrazione. In effetti, lo stesso Bernie Sanders ne ha parlato sul podcast di sinistra Save America, gestito da un ex membro dell’amministrazione Obama, commentando come tutto questo fosse fantastico e che corrisponde proprio a ciò che dovremmo fare. Dobbiamo garantire, virgolette, la democrazia a modo nostro. Proprio il Bernie Sanders che si è mobilitato per decenni contro il coinvolgimento della CIA in America Latina negli anni ’70, ma evidentemente, per queste persone, tutto si riduce alla politica. E oltre al direttore della CIA, ora stanno parlando di mandare in Brasile anche Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale, per assicurarsi che la transizione si svolga in modo ordinato. Ma la questione più importante, credo, è che negli ultimi due anni hanno fatto finta di niente, mentre i follower di Balsonaro, i politici allineati con lui e persino i giornalisti venivano censurati e imprigionati.

Ho scritto un articolo per CDM Press, Todd Wood, che so che conoscete, e ho fornito un elenco di alcuni di questi giornalisti incarcerati. Anche un politico in carica, un membro del Congresso in carica, è stato posto agli arresti domiciliari dove si trova tuttora. Carla Zambelli, una parlamentare della Camera che non ha peli sulla lingua, è stata totalmente epurata dai social media per diktat di un solo uomo, il capo della Corte Suprema brasiliana, che sovrintende anche un tribunale sussidiario, il tribunale elettorale brasiliano. Non esiste più il concetto di giusto processo. Avviene puramente per diktat. E queste persone stanno perdendo la possibilità di parlare mentre l’amministrazione Biden non dice nulla. In quale contesto questa non può essere considerata un’irregolarità elettorale? Che fine hanno fatto l’Organizzazione degli Stati americani, l’Unione Europea, il Dipartimento di Stato, l’IRI che monitorizza le elezioni? Sono tutti zitti. È piuttosto osceno.

[Tucker Carlson]

Se non hai libertà di parola, non hai democrazia. La libertà di parola è un requisito per la democrazia. Quindi, quando si toglie la libertà di parola, non è più una democrazia per definizione. Se non stai seguendo la Carta dei Diritti, non è una democrazia, punto. Ad ogni modo, Matt, apprezzo il tuo lavoro su questo. Bello vederti.

[Matt Tyrmand]

Grazie.

Vediamo quindi che la Casa Bianca, la CIA e Big Tech sono state direttamente coinvolte a manipolare questa elezione presidenziale americana e che i brasiliani sono per le strade per protestare la mancata trasparenza nel conteggio dei voti, ma che vengono messi a tacere sia sui social media sia fisicamente.

Per capire quale potrebbe essere il futuro del Brasile sotto Da Silva vediamo  un video realizzato da Pragher University nel 2017, in tempi non sospetti.

I danni già fatti da Lula Da Silva

[Felipe Moura Brasil]

Molti millennial americani sembrano essere attratti dal socialismo. Si sono fatti avanti in gran numero per sostenere Bernie Sanders nelle primarie presidenziali del 2016. Inveiscono contro il capitalismo nei loro campus universitari. Indossano magliette con l’immagine di Che Guevara per segnalare il loro moralismo socialista. Questo è un tema su cui sono molto esperto. Vivo a Rio de Janeiro e ho lavorato in tutto il Brasile come giornalista per una rivista popolare. Nei primi anni 2000, l’economia brasiliana stava crescendo rapidamente. Il governo aveva promulgato riforme economiche e monetarie, e aveva disinvestito le sue partecipazioni in alcune società statali, dando al settore privato più spazio per respirare. L’inflazione, un problema cronico in Brasile, fu ridotta drasticamente. Gli investitori stranieri si riversarono nel paese, desiderosi di assicurarsi una parte della nostra economia in espansione. Il futuro sembrava promettente.

Ma oggi la nostra economia è nel caos. La disoccupazione e il debito pubblico sono a livelli colossali e diversi politici di alto livello sono indagati per il loro coinvolgimento nei più grandi scandali di frode e corruzione nella storia del paese. Cos’è successo? Nel 2002, un politico socialista di nome Lula Da Silva si candidò alla presidenza. Era un socialista, ma si dipingeva come un socialista di tipo moderno e inoffensivo. Sarebbe stato il politico che avrebbe sanato le divisioni nazionali e unito tutti insieme. Aveva anche il soprannome di Lulinya Paz e Amor, che in portoghese significa piccolo Lula, pace e amore.

Ma permaneva il messaggio tradizionale socialista sulla necessità di ridistribuire il reddito per ridurre la disuguaglianza sociale. I media, le élite accademiche e le celebrità assicurarono ai brasiliani che, trasferendo il denaro dai ricchi ai poveri, i poveri avrebbero potuto finalmente essere più ricchi. Ma gli unici che, in realtà, diventarono ricchi furono Lula, e i suoi amici nella politica e nell’industria. Ma la situazione è persino peggiorata sotto il suo successore, Dilma Rousseff. Con lei al comando, i socialisti aumentarono la spesa pubblica, i deficit e il debito pubblico. Lo chiamarono stimolo. Aumentarono il salario minimo e i benefici per i programmi sociali. La chiamarono giustizia sociale. Aumentarono gli stipendi e le prestazioni pensionistiche del servizio pubblico. Lo chiamarono investire nel futuro. Distribuirono migliaia di posti di lavoro nel governo e nelle aziende statali come favori ai loro alleati politici. E lo chiamarono buon governo. Funzionò per qualche tempo. Il socialismo funziona sempre, all’inizio, ma la spesa pubblica continuò a salire. E poi il paradiso socialista di Lula crollò insieme all’economia. Il risultato? Dal 2008 al 2015, la spesa pubblica è cresciuta quasi quattro volte più velocemente delle entrate fiscali.

Nel solo 2015, l’economia si è ridotta del 3,8%, il peggior risultato in 25 anni. Nello stesso anno, un sondaggio della Banca Mondiale rilevò che l’economia brasiliana era una delle peggiori al mondo. Su un totale di 189 paesi, eravamo al 16 ° posto in termini di difficoltà nell’aprire un’impresa, al 60 ° come nazione più difficile in cui registrare proprietà, e al 12 ° posto per la difficoltà nel pagare le tasse. Economicamente e moralmente, i quasi 15 anni di politiche socialiste hanno gravemente danneggiato il Brasile. Rimaniamo anche in cima alla classifica mondiale per omicidi e rapine, e ci collochiamo vicino al fondo delle nazioni industrializzate in termini di istruzione e di assistenza sanitaria. Gli americani danno per scontato che possano nascere nelle classi più basse della società ed elevarsi alla classe media oppure addirittura nella classe agiata. Molti brasiliani danno per scontato che non potranno mai farlo. Ma alla fine, alcune cose stanno iniziando a cambiare. C’è di che sperare.

Oggi, sempre più brasiliani vedono che il capitalismo e un governo di dimensioni limitate sono l’unica via da percorrere. Fortunatamente per il Brasile, Lula è stato accusato in diverse cause legali per corruzione, coinvolgimento in un’organizzazione criminale, traffico di favori, riciclaggio di denaro e ostruzione della giustizia. Rousseff è stata messa sotto accusa nel 2016 per aver falsificato le finanze del governo e utilizzato illegalmente denaro proveniente dalle banche statali per gestire il governo. Questa crisi ha spinto il nuovo governo a congelare la spesa federale, a ridurre il ruolo del governo nelle aziende statali e ad incoraggiare parte della massiccia forza lavoro federale a dimettersi. Nessuno sa se queste misure di base saranno sufficienti per salvare economicamente il Brasile. In verità, il danno è stato talmente esteso che potrebbero volerci decenni prima che la nazione si riprenda. Ma se ci riusciremo, non sarà stato il socialismo a salvarci. Millennial americani, prendete nota.

Sono Felipe Moura Brasil per Prager University.

Cosa sta succedendo ora in Brasile

Per capire che cosa sta succendo realmente in Brasile faccio riferimento alla testimonianza diretta di una persona di fiducia e membro di MazzoniNews che ha vissuto tutta la situazione in diretta.

Innanzi tutto è confermata la manipolazione dei social media infatti durante tutta la campagna elettorale è ampiamente dimostrato che chiunque, in Brasile, consultasse Facebook, Google, Youtube, Instagram e Tweeter in relazione a Bolsonaro o fatti relativi a lui, veniva sempre indirizzato innanzi tutto veso notizie relative a Lula Da Silva.

Durante la Campagna elettorale sono state censurate TV, radio e canali social da Alexandre de Moraes, Ministro STF, il tribunale supremo federale, e Presidente di turno del TSE, il tribunale superiore elettorale, oltre che uomo politico collegato a Da Silva.
Ad esempio, a quattro giorni dalla votazione del secondo turno, il TSE ha boccato 200.000 spot radiofonici gratuiti che erano destinati alla rete di oltre 4000 radio che in vastissime della nazione sono seguite molto di più della televisione, visto che sono abitate da gente povera che non ha la televisione o che vive in aree che dove i canali televisivi non vengono ricevuti.

Vediamo quindi che il tentativo negli Stati Uniti da parte della sinistra di presendere il controllo della Corte Suprema e di centralizzare la gestione delle elezioni federali punta nella direzione di poter quindi manipolarne il risultato a piacere.

Inoltre, da quando è stato eletto nel 2018, la stampa e i politici progressisti di tutto il mondo hanno cercato di disumanizzare Bolsonaro in tutti i modi e con una regia ben orchestrata, usando messaggi pressoché identici sia nelle Americhe sia in Europa. Bolsonaro è stato dipinto come golpista, maschilista, anti-democratico, homofobico per arrivare a tempi più recenti, cannibale, pedofilo e genocida.

Bolsonaro è un ex-militare e, dopo le sue elezioni, si era slegato dal partito a cui apparteneva (PL-Partito Liberale) per dimostrare che non voleva scendere a compromessi, e aveva scelto tutti i Ministri in base all’onestà e alle capacità comprovate, e non in base all’appartenenza politica.

Pur avendo spinto durante il suo mandato per un riavvicinamento progressivo verso gli Stati Uniti, Bolsonaro si è rifiutato di applicare sanzioni sulla Russia e si è pure rifiutato di fornire armi all’Ucraina. Il Brasile dispone infatti di un’industria militare importante.

Durante la campagna elettorale, Da Silva ha tenuto una posizione sibillina che lasciava intendere tutto e niente, ed ha già ricevuto le congratulazioni sia da Vladimir Putin sia da Volodymyr Zelenski.

Tanto il Papa quanto Joe Biden, che sono perfettamente sincronizzati, qualche giorno prima del voto del secondo turno, senza menzionare uno dei candidati, hanno augurato che il Brasile “vincesse la democrazia”.

Lula Da Silva nella sua campagna elettorale ha spesso affermato di voler ripristinare la democrazia e di voler “modernizzare” la Costituzione. Lo stesso messaggio proposto a suo tempo da Hugo Chavez in Venezuela.

In Colombia e in Cile, recentemente, hanno vinto le presidenziali candidati di sinistra. In Cile il Presidente ha indetto un referendum per cambiare la costituzione ed è stato sconfitto con circa il 64% dei voti. In Colombia, il Presidente ha parimenti annunciato di voler “modernizzare” la Costituzione e mezza Colombia è scesa in piazzo. In seguito, circa dieci giorni fa, sempre il Presidente della Colombia ha fatto un annuncio ufficiale chiedendo alle aziende straniere di non andarsene dal paese.
Venezuela e Argentina sono in una crisi estrema e nell’ultimo mese il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha chiuso più di 50 stazioni radio.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Lula Da Silva, assieme a Fidel Castro e Hugo Chavez, avevano fondato il Forum di SÃO Paulo che riunisce tutte le sinistre del Centro e Sud America.

Resta da chiedersi per quale motivo la CIA e la Casa Bianca favoriscano un canditato storicamente legato ai sovietici e al socialismo di stampo comunista, ma forse la spiegazione ci viene dal supporto dato a Da Silva dai circa 400 vescovi cattolici che aderiscono alla teologia di liberazione.

E’ chiaro invece che tra questi 8 leader, Trump non colloca Joe Biden e lo stesso Biden ne sembra consapevole come appare in questo video.

Roberto Mazzoni

Video sulla Teologia della Liberazione

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