Prosecuzione di un precedente ordine esecutivo relativo a seri abusi dei diritti umani che sarebbe scaduto il 20 dicembre.
Maria Bartiromo :”Una fonte dal mondo dell’intelligence mi ha confermato che Donald Trump ha di fatto vinto le elezioni. Tocca alla Corte Suprema prendere in esame questi casi e fermare l’orologio”
Ci sono 7 gruppi di “Dueling Electors”. Entrambi hanno spedito i proprio voti e i propri certificati al Congresso che dovrà esaminarli il 6 di gennaio.
Nel caso in cui Trump dimostrasse che in diversi stati il conteggio non è stato corretto, i suoi elettori sarebbero scelti. Questo lascia aperta la possibilità a Trump di continuare nel percorso legale e dimostrare la presenza di frode.
Si è già verificato nel 1960 nell’elezione tra John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon con dueling electors dallo stato delle Hawaii. Nixon che era stato dato per vincitore perse durante la sessione del congresso che invece riconobbe Kennedy.
Quattro parlamentari repubblicani hanno già dichiarato che solleveranno obiezioni all’accettazione dei Grandi Elettori proposti: Mo Brooks, Marjorie Taylor Greene, Barry Moore e Bob Wood.
Al momento non si è unito alcun senatore anche se Tommy Tuberville dell’Alabama ha indicato che potrebbe unirsi all’obiezione e altri hanno lasciato intendere che vorrebbero.
La motivazione è che gli elettori a supporto di Biden non sono stati propriamente certificati.
Entrambe le camere dovranno poi riunirsi per discutere delle obiezioni e dovrebbero concordare per adottare un gruppo alternativo, cosa che non succederà. In tal caso verrebbero selezionati i candidati nominati dal governatore.
Ci sarà comunque battaglia.
Nel 1877 ci sono stati dueling electors da diversi stati e non è stato possibile stabilire chi avesse ragione. In tal caso la Camera dei Deputati era controllata dai Democratici e il Senato era controllato dai Repubblicani. Alla fine sono arrivati a un compromesso e hanno nominato una commissione composta da parlamentari, senatori e giudici della Corte Suprema. La commissione si è riunita per settimane prima di decidere il 2 di marzo di assegnare la presidenza a un presidente repubblicano.
Jenna Ellis durante un’intervista dichiara che c’è ancora tempo per le singole legislature per certificare gli elettori che hanno mandato in alternativa.
“Il ricorso presentato dal Texas contro la Pennsylvania presso la Corte Suprema – benché sia stato accantonato in modo improprio e su questo concordano molti altri esperti costituzionalisti che ritengono che la Corte avrebbe dovuto esaminarlo – ha prodotto un grande risultato perché il Parlamento dello Stato della Pennsylvania hanno ora la base legale per riprendersi la propria autorità nel selezionare la lista dei Grandi Elettori in base all’Articolo II Sezione 1.2 della Costituzione degli Stati Uniti. Questo sulla base del documento che hanno presentato alla Corte Suprema in cui si dichiaravano d’accordo con il Texas sul fatto che le loro leggi elettorali non sono state seguite nell’elezione del 2020.
Inoltre hanno condotto indagini per proprio conto, e sulla base di tutte le testimonianze e delle evidenze a loro presentate da me e da Rudy Giuliani durante l’udienza parlamentare hanno l’opportunità di richiamarsi in seduta deliberativa allo scopo di eleggere quali Grandi Elettori inviare. Ecco che cosa succederà in questi sei stati prima del 6 di gennaio.”
Il primo attivo è la Pennsylvania e una volta che questo sarà fatto, secondo la Ellis, anche gli altri seguiranno.
Il Senatore Ron Johnson, presidente della commissione senatoriale dedicata a Homeland Security e Governmental Affairs ha dichiarato in apertura delle prima sessione che “una vasta percentuale di americani non vede come legittimi i risultati delle elezioni del 2020 poiché irregolarità palesi non sono state esaminate a fondo”
Il senatore James Lankford indica che un numero maggiore di americani oggi crede nei brogli elettorali del 2020 rispetto a quelli che avevano creduto all’interferenza russa nel 2016.
Di conseguenza abbiamo lanciato tutta una serie di udienze.
“E’ ragionevole chiedersi se persone che se ne vanno in giro a raccogliere schede elettorali da altri e svongono attività di “ballot harvesting” – che in alcuni stati è legale – fornisce un’opportunità per commettere frode elettorale? Credo che la risposta sia sì. La risposta ovvia è che se spedisci una scheda elettorale per corrispondenza a tutti gli elettori di uno stato anche quando non l’hanno richiesta non costituisce un’opportunità per la frode? Particolarmente quando lo stato non ha per prima cosa ripulito o verificato quegli indirizzi e hanno spedito migliaia di schede a persone che non vivono più lì.”
Rand Paul senatore repubblicano del Kentucky dichiara: “La frode c’è stata. In molti modi l’elezione è stata rubata e l’unico modo in cui la cosa verrà sistemata consiste nel rinforzare le leggi elettorali in futuro.
Non possiamo semplicemente dire che l’elezione non è successa. Non possiamo semplicemente dire che 4.000 persone hanno votato in Nevada senza avere la cittadinanza e ignorare la cosa”.
Rand Paul ha anche contestato Christopher Krebs, ex capo della CISA – Cybersecurity and Infrastructure Security Agency che aveva dichiarato che queste erano state le elezioni più sicure della storia e Krebs ha ammesso: “Non ho mai sostenuto che non ci sia stata frode nell’elezione perché quello non è un compito della CISA, dipende dai tutori dell’ordine.”
Sul sito della CISA ancora adesso c’è un’affermazione in grassetto che dice “Non c’è prova che un qualsiasi sistema di votazione abbia cancellato o eliminato voti, abbia cambiato voti o sia stato in alcun modo compromesso.”
Rand Paul ha anche chiesto a Ken Starr se i giudici hanno rifiutato i casi presentati dal team legale di Trump unicamente su basi procedurali e Ken Starr lo ha confermato, portando come esempio anche il rifiuto della Corte Suprema di prendere in esame il ricorso del Texas. E ha anche affermato che la Pennsylvania ha violato in maniera flagrante le proprie leggi elettorali.
Rand Paul ha dichiarato: “Le corti non hanno deciso sui fatti. Le corti non hanno mai guardato ai fatti. Ai giudici le elezioni non piacciono e se ne sono tenuti fuori trovando una scusa.
“Persino nella mia qualità di medico, posso capire che un segretario di stato non può creare leggi. Credo che ci sia un sacco di lavoro da fare”.
Mo Brooks, parlamentare dell’Alabama, promette di contestare il voto dell’Electoral College quando verrà presentato alle camere riunite il 6 gennaio.
Nel frattempo un giudice in Georgia, Steve Jones, ha negato la richiesta dell’ACLU (American Civil Liberties Union) di aggiungere 200.000 voti nell’elenco elettorale che voterà per le elezioni senatoriali il 5 di gennaio. L’ACLU è un’organizzazione di sinistra che promuove legalmente iniziative di natura politica.
Roberto Mazzoni
https://www.newsmax.com/politics/gen-gov-law-northam/2020/12/15/id/1001683/
https://www.oann.com/senate-homeland-security-committee-hears-testimony-on-election-irregularities/