La Florida pronta a silurare Big Tech – MN #88

Il governatore della Florida, Ron DeSantis propone una legge che penalizzerà le società di alta tecnologia che violino la privacy dei floridiani oppure interferiscano nella loro capacità di esprimere il proprio pensiero. La legge prevede multe molto salate per le società che blocchino l’accesso di un candidato politico della Florida durante un ciclo elettorale, che interferiscano con la privacy e la libera scelta d’informazione di privati e delle aziende nello Stato della Florida e che non seguano regole chiare, costanti e documentate.

Nel caso di esclusione da una piattaforma (de-platforming) di un candidato elettorale oppure di una causa sottoposta a scrutinio elettorale, lo Stato addebiterà una multa giornaliera di $ 100.000 fino a quando la visibilità non sarà ripristinata.

Ci saranno multe giornaliere anche per quelle società di high tech che modifichino i propri algoritmi sul lato utente per sopprimere oppure dare priorità nell’accesso informazioni pilotate.

Le aziende di Big Tech non potranno bandire o shadow-ban nessuno senza fornire motivazioni dettagliate e dare visibilità sulle regole interne che sono state applicate. Inoltre, su richiesta di qualsiasi interessato, dovranno dare una spiegazione delle regole che vengono applicate nel suo caso.

Non potranno inoltre applicare regole diverse a diversi utenti nello stesso momento e non potranno cambiare le regole senza darne informazione dettagliata agli utenti.

L’utente dovrà avere la possibilità di escludersi dagli algoritmi segreti applicati nel suo caso e quindi cercare informazioni non filtrate.

Qualsiasi politico, individuo e azienda della Florida che si senta danneggiato da interventi ingiustificati da parte di Big Tech avrà la facoltà di avviare un’azione legale attraverso l’Attorney General della Florida che quindi potrà proseguire d’ufficio nell’indagine e nell’avvio di un processo per discriminazione.

Al progetto legislativo partecipano una serie di politici repubblicani: il governatore della Florida, Ron DeSantis, il presidente (Speaker) della Camera dei Deputati della Florida, Chris Sprowls, il presidente del Senato della Florida, Wilton Simpson, il parlamentare Blaise Ingolia, ritenuto un esperto su questo tema, e il senatore Danny Burgess.

Nel suo discorso di presentazione, il governatore DeSantis fa chiaro riferimento alla censura di qualsiasi contenuto che si opponesse al lockdown durtante la pandemia, nonostante che il lockdown fosse stato scartato in origine come mezzo di prevenzione nei piani di preparazione all’arrivo del coronavirus e nonostante che il suo uso, sostenuto unicamente da pseudo-scienza, si sia dimostrato inutile al contenimento del contagio.

Compara il comportamento di Big Tech con i casi di discriminazione applicati nel settore bancario, sanitario e altre industrie.

Il governatore della Florida Ron DeSantis descrive il progetto

Sono qui e sono lieto che si uniscano a me un certo numero di nostri grandi leader legislativi, nonché il vice governatore.

Voglio ringraziare lo Speaker Chris Sprouls [Camera dei Deputati] e il Presidente Wilton Simpson [Senato] per tutto quello che stanno facendo, così come il deputato Blaise Ingolia e il senatore Danny Burgess.

Quindi grazie a tutti per essere qui.

I floridiani dovrebbero avere la privacy dei loro dati e delle loro informazioni personali protetta, la loro capacità di accedere e partecipare alle piattaforme online protetta, e la loro capacità di partecipare alle elezioni libere da interferenze da parte di Big Tech protetta.

Ciò che è iniziato come un gruppo di aziende tecnologiche emergenti della West Coast si è trasformato in un’industria di piattaforme di comunicazione monopolistiche che monitorano, influenzano e controllano il flusso di informazioni nel nostro Paese e tra i nostri cittadini.

E lo fanno in una misura finora inimmaginabile.

All’inizio del 21° secolo, la tecnologia online ha rappresentato lo strumento per liberare gli americani dalla dipendenza dai media tradizionali di cui non avevano fiducia.

I social media hanno proliferato nell’ultimo decennio.

I cittadini potevano connettersi direttamente con un gran numero di persone e potevano tagliare fuori completamente i media aziendali.

Nel corso degli anni, tuttavia, queste piattaforme si sono trasformate da piattaforme neutrali che fornivano agli americani la libertà di parlare, a gendarmi di narrative predilette.

Di conseguenza, queste piattaforme hanno giocato un ruolo sempre più decisivo nelle elezioni e hanno avuto un impatto negativo sugli americani che dissentono dalle ortodossie favorite da parte del grande cartello tecnologico.

E abbiamo visto il potere della loro censura su individui e organizzazioni, compresa quella che io credo sia una chiara discriminazione dei punti di vista.

E a mano a mano che queste aziende sono cresciute e la loro influenza si è espansa, Big Tech è diventata ogni giorno più simile al Grande Fratello.

Ma questo è il 2021, non il 1984.

E questa è la vita reale, non la finzione di George Orwell.

Queste aziende esercitano un potere monopolistico su un forum centrale del discorso pubblico, e l’accesso all’informazione su cui i floridiani fanno affidamento.

Eravamo soliti affidare ai consumatori la scelta delle proprie decisioni e delle informazioni da consumare, quali leader “seguire”, su quali notizie guardare.

Ora, queste decisioni sono sempre più prese da comitati di censori senza nome e senza volto.

Hanno persino un nome eufemistico: “moderatori di contenuti”.

E ci viene detto che queste sono aziende private e che coloro che non sono d’accordo con le loro decisioni di regolare i contenuti e addirittura sopprimere i contenuti possono semplicemente scegliere altri servizi.

Bene, quando 2,8 milioni di americani hanno scelto di scaricare l’applicazione Parler e condividere informazioni con amici, familiari e colleghi, quale ne è stato il risultato? E’ stata cancellata da Amazon, Google e Apple.

Che dire degli 88 milioni di americani che hanno scelto di “seguire” il presidente Donald Trump?

Ci dispiace, i moderatori dei contenuti di Twitter hanno staccato la spina, così come un altro gruppo di moderatori di Facebook.

Questo è il caso anche se leader come l’Ayatollah Khamenei hanno avuto il permesso di usare queste piattaforme per fare cose come chiedere la distruzione di Israele e l’eliminazione degli ebrei.

La questione centrale qui è questa.

I consumatori avranno la scelta di consumare le informazioni che scelgono o gli oligarchi della Silicon Valley faranno queste scelte per noi?

Nessun gruppo di persone dovrebbe esercitare un tale potere, specialmente non i miliardari della tecnologia nella California del Nord.

Se dovessi scegliere, preferirei essere governato dai primi 50 nomi dell’elenco telefonico di Tallahassee che dagli amministratori delegati delle grandi aziende tecnologiche.

Se non vi piace Parler, allora non leggetelo.

Non facciamo fare queste scelte per noi o tra non molto non avremo altro che le scelte di qualcun altro imposte a noi da un gruppo di monopoli il cui business centrale è vendere pubblicità.

Questi comportamenti mi riguardano, come so che riguardano molti floridiani.

È giunto il momento di fare un passo avanti per assicurare la protezione delle persone e dei loro diritti.

E sono impegnato ad affrontare quella che può essere una delle minacce più pervasive all’autogoverno americano nel 21° secolo.

Perché credo nei diritti individuali, nei diritti alla privacy e nei diritti di proprietà, perché confido che i floridiani scelgano quali contenuti consumare e quali ignorare, perché voglio preservare il ricco e vario discorso pubblico della Florida e non permettere che la narrativa approvata dalle corporazioni domini le nostre voci.

Fortunatamente, non sono solo in questa lotta, e sono felice di lavorare con  lo Speaker della Camera e altri leader legislativi mentre affrontiamo questi problemi per conto della popolazione della Florida.

Mentre lavoriamo insieme, siamo uniti sotto le convinzioni fondamentali e la sacralità della propria voce, la propria privacy e la protezione che meritano nel nostro sistema di governo.

I diritti alla privacy sono in realtà diritti di proprietà.

E proprio come Big Tech non può rovistare nei cassetti del vostro armadio, non hanno nemmeno il diritto di tracciare ogni vostra mossa.

Una volta qualcuno me l’ha riassunto così.

Quando vi invito in casa mia e vi dico: accomodatevi, non voglio dire che

potete andarvene con il mio divano.

I nostri padri fondatori sono stati espliciti nella consacrazione dei nostri diritti all’interno della Costituzione che assicura che noi, il popolo, siamo garantiti da una protezione contro coloro che desiderano violare i nostri diritti.

Ironicamente, i padri fondatori erano più preoccupati per la tirannia del governo nel decidere questi diritti.

Ma oggi, la grande oligarchia tecnologica è diventata in molti modi un pericolo più chiaro e più presente per la restrizione del diritto alla libertà di parola del governo stesso.

E certamente se tornate indietro e guardate ai monopoli all’inizio del 20° secolo, questi attuali monopoli di Big Tech stanno esercitando un potere molto, molto più pervasivo di quanto abbia mai fatto la Standard Oil.

Ora, questi problemi sono così importanti a causa della pervasività di Big Tech e dell’influenza quasi illimitata nella nostra società.

Con miliardi di utenti mensili e la vastità dello scambio di informazioni, non solo queste aziende controllano il flusso di informazioni, ma le vendono pure.

Questo è il modo in cui si pensa che il business funzioni.

Prendono i dati dei consumatori, li vendono per la pubblicità, in particolare più di 200 miliardi di dollari di pubblicità in un dato anno.

E questa non è davvero innovazione.

È solo una forma diversa di Madison Avenue.

Ora, dalla sua nascita, Big Tech ha sperimentato una crescita rapida e straordinaria, il suo percorso di espansione contiene la volontà d’impegnarsi in una serie di pratiche astute per fare aumentare il profitto, compromettendo al tempo stesso la protezione dei consumatori.

Non solo i floridiani condividono con queste piattaforme le loro vite, pensieri, speranze e storie, ma anche alcune delle loro informazioni personali più intime.

Ma quello di cui la maggior parte della gente non si rende conto è che tutte queste aziende stanno prendendo quelle informazioni indipendentemente dalla loro sensibilità e le vendono a chiunque sia disposto a pagare il prezzo più alto.

Hanno persino creato complessi mercati e centri di scambio per la vendita delle informazioni dei floridiani, il tutto mentre affermano di non vendere mai le informazioni degli utenti.

La Florida non ha intenzione di tollerarlo.

I consumatori della Florida meritano la protezione della loro privacy.

Con l’aiuto dei nostri partner legislativi, ci ergeremo insieme a sostegno dei Floridiani e metteremo fine alla pratica di Big Tech di predare i consumatori.

La vostra privacy è importante.

Affronteremo anche la censura e il de-platforming.

Ora, questa rete di CEO della Silicon Valley esercita un potere straordinario al punto di controllare olisticamente il flusso di vaste fasce di informazioni nel nostro Paese.

In poche ore, un’azienda può essere smantellata, una comunità di amici e colleghi cancellata, e persino un presidente degli Stati Uniti in carica può essere messo a tacere.

Per loro stessa ammissione, le aziende di social media si vedono come la nuova piazza pubblica e sono felici di commercializzarsi come piattaforme di connettività globale, regionale e locale.

Credetemi, non sono altro che conglomerati pubblicitari.

E io non sono interessato a consegnare le chiavi della pubblica piazza a un gruppo di aziende i cui interessi economici non sono allineati con l’interesse pubblico.

Quando si tratta delle giuste critiche per la loro modifica e manipolazione della pubblica piazza, i dirigenti di Big Tech fuggono per proteggersi dalla responsabilità come se fossero tutt’altro che un forum pubblico, e hanno persino l’audacia, la faccia tosta di insistere su un’ampia protezione dalla responsabilità.

Testa vincono loro, croce perdiamo noi.

E peggio ancora, un gruppo senza volto e senza nome di impiegati tecnici di queste aziende ora esercita un enorme potere per censurare il discorso e imporre il loro punto di vista sul discorso politico al pubblico in generale.

Se George Orwell ci avesse pensato, avrebbe amato il termine “moderazione dei contenuti”.

Le conseguenze della censura di Big Tech si fanno sentire in lungo e in largo.

Prendete, per esempio, l’approccio di Big Tech nel censurare le critiche ai lockdown pseudoscientici durante la pandemia di coronavirus.

Ebbene, queste chiusure sono quasi universalmente rifiutate nei piani di preparazione alla pandemia pre-COVID.

I lockdown al tempo della pandemia furono favoriti dalla “narrativa”.

E così, in nome della “scienza”, gli articoli e i post che mettevano in guardia contro il lockdown sono stati eliminati e censurati.

Il risultato è stato la distruzione di milioni di vite in tutta l’America, così come l’aumento delle morti per suicidio, abuso di sostanze e disperazione, senza alcun beneficio corrispondente nella mortalità da COVID.

Domande politiche tanto monumentali non dovrebbero forse essere al centro di un dibattito completo, aperto e robusto?

Le piattaforme dei social media sono diventate uno dei meccanismi più potenti per un privato cittadino per far sentire la sua voce, mentre spetta a noi garantire che queste voci non siano prese di mira in modo capriccioso e vendicativo.

Nella parte peggiore, cambiano le regole costantemente in base a quello che ritengono essere politicamente corretto in un dato momento.

Queste regole e standard sono spesso cambiati senza la conoscenza dei loro utenti, spostando i riferimenti per floridiani e altri che usano questi forum aperti per il discorso e come fonte di informazioni.

Quando una società di social media applica questi standard in modo diseguale sugli utenti, si tratta di discriminazione, pura e semplice.

Potete immaginare di tollerare questo tipo di comportamento nelle banche, nella sanità o in altre industrie?

Oggi abbiamo annunciato durante questa sessione legislativa che cercheremo di fare quanto segue, assicurare che i floridiani siano salvaguardati da queste pratiche da parte delle aziende tecnologiche richiedendo un adeguato preavviso e la divulgazione di questi cambiamenti agli standard, e la piena divulgazione di qualsiasi azione intrapresa contro un utente per aver violato gli standard.

Cercheremo anche d’impedire a queste piattaforme di cambiare rapidamente questi standard e applicarli in modo iniquo tra i vari utenti.

Richiederemo anche che agli utenti sia fornita la possibilità di rinunciare all’uso dei vari algoritmi che queste piattaforme utilizzano per influenzare i contenuti o in molti casi sopprimere i contenuti dalla vista degli altri utenti.

Ma queste disposizioni sono inutili senza un meccanismo impositivo, e noi forniremo un sistema di ricorso per i floridiani sia consentendo a un utente di intentare un’azione legale contro una società tecnologica per la violazione di questi requisiti della legge della Florida, sia consentendo al procuratore generale di intentare un’azione contro una società tecnologica per la violazione di questi requisiti sotto la legge della Florida che si occupa di pratiche commerciali sleali e ingannevoli.

Abbiamo anche visto la portata dell’influenza di Big Tech sulle campagne elettorali.

Laddove non c’è stato uno Stato dell’Unione che abbia condotto un’elezione migliore della Florida l’anno scorso, abbiamo comunque visto su scala nazionale come articoli, candidati e contenuti fossero ampiamente marchiati dalle impronte digitali dei dirigenti di Big Tech.

Non serve guardare oltre gli ultimi mesi delle elezioni per vedere uno sforzo coordinato e calcolato per promuovere un’agenda politica sempre più evidente delle grandi aziende tecnologiche.

Il problema è che queste aziende stanno giocando un ruolo significativo nella promozione di queste di particolari tematiche politiche e candidati, ma lo fanno senza registrare molti dei loro sforzi per quello che sono: donazioni politiche.

Se dovessi dare qualcosa di valore ad un candidato o comitato politico, sarebbe un contributo.

Ma Big Tech ha manipolato il contenuto delle notizie e progettato algoritmi per dare il vantaggio ai candidati di loro scelta.

E lo fanno, di nuovo, impunemente, di nuovo chiamandolo eufemisticamente “moderazione dei contenuti”.

Penso che sia più una manipolazione politica.

Ecco perché in Florida passeremo all’azione.

Prenderemo di mira queste aziende e toglieremo il velo e ci assicureremo che queste persone non continuino a trovare scappatoie e aree grigie per vivere al di sopra della legge.

Secondo la nostra proposta, se una società di tecnologia fa il de-platforming di un candidato che stia concorrendo per un’elezione in Florida, durante un’elezione la società responsabile dovrà affrontare una multa giornaliera di $ 100.000 fino a quando l’accesso dei candidati alla piattaforma è ripristinato.

Anche in questo caso, ogni floridiano può fare personalmente il “de-platforming” di qualsiasi candidato voglia.

Basta che selezioni “unsubscribe” (disiscrivimi).”.

Ed è un diritto che credo appartenga al cittadino. Inoltre, se un’azienda tecnologica promuove un candidato per l’ufficio contro un altro, il valore di quella promozione gratuita deve essere registrato come un contributo di campagna politica come imposto dalla Commissione elettorale della Florida.

E infine, la compagnia tecnologica usa i suoi contenuti e gli algoritmi relativi agli utenti per sopprimere o dare priorità all’accesso di qualsiasi contenuto relativo a un candidato politico o a una causa sulla scheda elettorale.

Quella compagnia dovrà anche affrontare multe giornaliere.

Il messaggio è forte e chiaro, quando si tratta di elezioni in Florida, Big Tech dovrebbe starne fuori.

Ora, Big Tech ha da tempo abdicato alla protezione dei consumatori per la ricerca del profitto.

Non possiamo permettere che la privacy dei Floridiani venga violata, che le loro voci e persino i loro mezzi di sostentamento siano diminuiti e che s’interferisca nelle loro elezioni.

E con questo, vorrei invitare lo Speaker Sprouls a fare i suoi commenti.

 

Lo Speaker della Camera della Florida sostiene il progetto

La Speaker della Camera dei Deputati della Florida Chris Sprowls ha dichiarato: “Con la nostra proposta porteremo alla luce del sole quelle che io chiamo le cinque famiglie delle tenebre: Facebook, Twitter, Google, Amazon e Apple. Questi attori non potranno più muoversi indisturbati in Florida”.

“Hanno accesso a informazioni private e hanno l’abilità di esercitare controllo sull’abilità di parlare liberamente degli individui. Stiamo espandendo le barriere per rivelare finalmente i loro standard intricati e imprevedibili che usano per censurare, bandire e fare il de-platforming.

Discorso di Chris Sprowls:

Grazie, governatore DeSantis, non solo per essere un leader qui oggi con i leader legislativi sulla questione della censura e di Big Tech, ma per essere davvero un leader su scala nazionale per dire le cose come stanno.

Vorrei anche ringraziare il mio amico, il senatore presidente Simpson, per il suo lavoro e il lavoro della camera del Senato su questo importante argomento, in particolare il senatore Danny Burgess, già rappresentante Burgess, che ha fatto una grande quantità di lavoro su questo nella Camera della Florida, mentre noi stiamo portando avanti questa iniziativa. La persona di riferimento sarà il nostro rappresentante Ingolia, che ha lavorato a lungo e duramente su questo argomento e ne sa molto, e che prenderà la parola per noi alla Camera.

Ora, una comprensione fondamentale di ciò che significa essere un americano è che abbiamo uguale accesso alla piazza principale della città, un luogo dove possiamo condividere i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre credenze con i nostri concittadini.

Per anni ho parlato degli effetti corrosivi dei social media sul tessuto della vita americana. La piazza cittadina si è ampiamente trasformata in piattaforme di social media, e queste piattaforme stanno facendo evaporare la nostra piazza pubblica. L’uso di algoritmi misteriosi, shadow-banning e altre tecniche ingannevoli distorcono la piazza pubblica come uno specchio da luna park, esagerando le nostre paure e alimentando la nostra rabbia.

Nessuno ha eletto queste aziende per tirare i fili della vita americana. Agiscono come i cinque maghi di Oz. Oggi, abbiamo iniziato a tirare indietro il sipario. Se la nostra democrazia vuole sopravvivere, dobbiamo resistere a questi oligarchi tecnologici. Dobbiamo tenere Facebook, Twitter e altre aziende Big Tech irresponsabili responsabili qui nello Stato della Florida, controllano le nostre informazioni personali, le nostre fotografie, i video, le relazioni online con i nostri amici.

Oggi annunciamo una proposta per fare in modo che questi attori non siano più incontrollati qui in Florida. Le aziende di social media vogliono farvi credere che hanno a cuore i vostri migliori interessi, ma sono interessate solo ai loro profitti, ai loro interessi e alle loro idee. Le aziende Big Tech si sono evolute in una sorta di moderna piazza pubblica.

Così facendo, hanno accesso a informazioni private e la capacità di esercitare il controllo sulla libertà di parola degli individui. I loro standard elusivi, i protocolli segreti e gli algoritmi misteriosi vengono utilizzati per manipolare le discussioni nella pubblica piazza tra la nostra gente, i nostri cittadini.

Durante la pandemia, mentre le persone hanno spostato i loro discorsi e le loro interazioni sempre più online, i giganti della Big Tech rimangono irresponsabili delle loro azioni, non rendono conto a nessuno. Non seguono alcuna regola o standard, e se lo fanno, sicuramente non li condividono con voi o con me.

Con la nostra proposta porteremo alla luce del sole quelle che io chiamo le cinque famiglie dell’oscurità: Facebook, Twitter, Google, Amazon e Apple. Sono i giganti della Big Tech che stanno lasciando gli utenti al buio. Con la nostra proposta, stiamo spingendo le barriere per chiamare finalmente fuori i loro standard contorti e incoerenti per la censura, il bando e il de-platforming. Stiamo dicendo basta agli algoritmi segreti che non forniscono ai consumatori alcun modo per rinunciare. Non permetteremo loro di continuare a scegliere i vincitori e i perdenti tra i media affermati e i candidati politici qualificati.

Non possono continuare a cambiare frequentemente i loro termini d’uso senza il consenso dell’utente e i loro modi antitrust di controllare il prezzo sul mercato della pubblicità sulle loro piattaforme stanno per finire. Il governatore ha menzionato all’inizio del 20° secolo che c’è voluto un presidente repubblicano per spingere contro i monopoli al fine di abbatterli. Ora ci vorrà un governatore repubblicano e una legislatura guidata da un repubblicano per fare lo stesso. La Florida si sta riprendendo la piazza pubblica virtuale come luogo dove l’informazione e le idee e possono fluire liberamente.

Chiediamo trasparenza ai giganti della Big Tech. Secondo la nostra proposta, gli utenti avranno i diritti sulle loro opinioni personali e su come saranno gestite le loro discussioni. Riceveranno una spiegazione dettagliata e un avviso scritto dopo essere stati de-platformed o shadow banned.

E saranno consapevoli degli algoritmi utilizzati e di come appariranno i loro post e gli altri utenti e i loro news feed. Non permetteremo più a quei moderatori di contenuti di rimanere nell’oscurità. Queste sono misure di trasparenza di base che avrebbero dovuto essere fornite dal primo giorno, dalle piattaforme Big Tech. Oggi ci uniamo mentre dichiariamo che i Floridiani riprendono il controllo dei loro giganti Big Tech e social media e li espongono alle loro responsabilità. Oggi, fermiamo la follia della censura e degli algoritmi segreti.

Sono orgoglioso della leadership della Camera della Florida e dei nostri amici al Senato e del governatore su questo argomento, mentre iniziamo ad affrontare questo problema ogni giorno, il messaggio ai Floridiani dovrebbe essere molto chiaro. Non permetteremo più che questo accada. Ora siamo qui per voi per opporci e riportare alla luce del sole questi algoritmi segreti, queste politiche segrete di shadow-banning.

Il parlamentare che ha sperimentato la censura di Facebook in prima persona

Discorso del deputato della Florida Blaise Ingolia:

Grazie, governatore, e buongiorno a tutti.

Per prima cosa voglio ringraziare il governatore per la sua leadership su questo tema.

La ringrazio per tutto quello che sta facendo in questo spazio.

Voglio ringraziare lo Speaker per avermi permesso di presentare questa proposta legislativa che io penso sia molto importante.

Non vedo l’ora di lavorare con il presidente Simpson, la sua leadership e con il senatore Burgess per ottenerne l’approvazione.

Credo che questo sia una importante proposta legislativa per numerose ragioni.

Su questo argomento, ho parlato con lo Speaker molto, molto prima delle ultime elezioni, e lui ha espresso l’interesse di mettere un freno a questi comportamenti monopolistici di queste aziende Big Tech.

E penso che ora siamo al punto in cui  i floridiani sono stati danneggiati, vengono messi in una posizione di svantaggio.

E penso che noi, come Stato, dobbiamo intervenire e fare qualcosa.

Quindi, per darvi qualche prova aneddotica per quelli di voi che mi seguono su Facebook, non necessariamente Twitter, i miei elettori sono su Facebook e comunico con loro tramite Facebook.

Ho postato l’altro giorno.

Ho fatto un grafico quando la contea di Hernando si stava preparando a distribuire millecinquecento vaccini e la gente doveva chiamare e fare la prenotazione.

Così abbiamo fatto un bel grafico.

L’abbiamo pubblicato e ci aspettavamo che il post esplodesse con un sacco di condivisioni, un sacco di commenti, perché sappiamo della richiesta del vaccino.

E la maggior parte delle volte quando scrivo su Facebook, ci saranno centinaia e centinaia di like, centinaia e centinaia di interazioni, commenti.

Quando ho postato questo, ci sono state, credo, due interazioni e una di queste era una condivisione.

Quindi l’informazione non stava circolando.

Quindi questa è una situazione in cui i miei elettori, e sono sicuro che non sono solo io, sono messi in difficoltà con qualcosa talmente importante come le vaccinazioni covid-19.

Quindi perché questo è importante?

C’era un commissario di contea nuovo di zecca.

È stata appena eletta e non ha un grande seguito sui social media.

L’ha postato ed è stato condiviso tipo 40 volte con un mucchio di commenti.

E ho iniziato a pensare tra me e me e ho avvisato lo Speaker, dicendo, questo è ciò di cui stiamo parlando qui.

Queste sono le cose che devono effettivamente cambiare.

E ha appena confermato fondamentalmente quello che già sapevo, cioè che  il discorso pubblico è in realtà manipolato da questi monopoli di Big Tech.

Quello che vediamo e in cui ci impegniamo è semplicemente quello che Big Tech vuole che vediamo in un dato momento.

E questa è una posizione molto pericolosa in cui trovarsi.

Abbiamo bisogno di trasparenza.

Abbiamo bisogno di qualcuno che risponda delle proprie azioni.

Così, mentre i legislatori a Washington possono sedersi lì e avere udienza dopo udienza dopo udienza e non fare nulla, noi nello stato della Florida, sotto la guida del governatore DeSantis, il presidente Simpson e lo Speaker Sprowls faremo effettivamente qualcosa al riguardo.

Ci faremo avanti e passeremo all’azione.

La cosa che mi ha davvero motivato è stato quando Twitter ha tolto l’articolo per il Post, per il New York Post riguardo alla storia di Hunter Biden, e abbiamo iniziato a dire a noi stessi, se possono fare questo a una fonte di notizie rispettabile come il New York Post, possono farlo a tutti.

E questo dovrebbe far paura.

Dovrebbe essere spaventoso per i legislatori.

Dovrebbe essere spaventoso per gli elettori.

Dovrebbe essere spaventoso per la stampa il fatto di avere un gruppo di persone che controlla ciò che vediamo, ciò che sentiamo.

E alla fine, se vediamo e sentiamo solo quello che vogliono, alla fine controllano il nostro modo di pensare.

Ma il fatto è che non capiamo come o perché.

Qual è il ragionamento che c’è dietro?

Non capiamo i loro algoritmi su come stanno prendendo le decisioni.

E se è un algoritmo in sé, potrebbe essere una persona dietro la scrivania a prendere queste decisioni.

Quindi la conferenza stampa di oggi e le nostre azioni in Florida non riguardano la regolamentazione delle imprese.

Si tratta di proteggere i floridiani dal comportamento monopolistico di Big Tech.

Si tratta di esigere trasparenza.

Si tratta di chiedere coerenza.

Quindi, indipendentemente dall’ideologia, non dovremmo vivere nella paura di perdere la nostra voce solo perché a qualcuno nella Silicon Valley non piace quello che abbiamo da dire.

Nessuno dovrebbe trovarsi con il proprio contenuto, le informazioni e le idee  che pubblica nella sfera pubblica segretamente controllati e manipolati.

Quindi, in breve, credo che il modo migliore per riassumere sia questo: non si può vincere sul campo di battaglia delle idee se Big Tech porta via il campo di battaglia.

Il senatore coinvolto in un abuso di Facebook

Discorso del Sen Danny Burgess

Buongiorno a tutti. È un onore poter stare qui con il governatore, il vice governatore, il presidente della Camera, il presidente del Senato e il mio collega e amico alla Camera con cui lavorerò su questa importante questione, Blaise Ingolia. Questo non è un problema nuovo, ma è un problema che io considero come un problema di prima impressione.

Ed è davvero qualcosa su cui lo Stato della Florida sta mettendo il suo peso, considerando quanto sia critico quando si tratta dei nostri diritti come Floridiani. Ma più fondamentalmente come americani. Il Primo Emendamento afferma che il Congresso non farà alcuna legge che proibisca il libero esercizio della parola o riduca tale libertà di parola.

E mi sembra che il governo abbia esplicitamente concesso immunità a Facebook e Twitter e altri sotto la legge federale nella Sezione 230 e come editori di contenuti di terze parti, non dovrebbero essere autorizzati a discriminare in base al contenuto e a bandire individui solo perché non sono d’accordo con il vostro punto di vista.

In fin dei conti, si tratta di censura selettiva.

E per me si tratta davvero di un doppio standard. Indipendentemente dal background di una persona, dalla storia politica, dalla religione, dalla razza, dal sesso o da qualsiasi altra misura identificativa, queste piattaforme Big Tech non possono e non dovrebbero essere l’unico giudice, giuria e boia dei diritti dei floridiani e degli americani.

Che ci piaccia o no, i social media sono diventati una parte importante della nostra vita quotidiana nella società.

E come padre con tre bambini piccoli, e so che abbiamo anche alcuni giovani padri qui in piedi dietro di me.

Sono molto preoccupato per molte ragioni. Quindi queste azioni unilaterali non fanno che aggravare il problema. E le azioni che abbiamo visto nelle ultime settimane, creano un precedente terrificante che credo debba essere affrontato in modo appropriato. Sentiamo dagli elettori ogni giorno parlare di questo problema. In effetti, per me, la mia passione su questo tema è nata da un elettore locale che conosco da molto tempo, un professionista locale, molto coinvolto nella comunità. È venuto nel nostro ufficio poco dopo che siamo stati eletti e ha detto, ehi, sono stato bandito da Facebook.

Non riesco ad avere una risposta. Ci ho provato. Mi chiedevo se il vostro ufficio potesse aiutarci.

Così abbiamo fatto. Abbiamo provato e alla fine siamo stati in grado di ottenere una risposta da Facebook. E con sgomento del nostro elettore, è stato etichettato e classificato come una persona pericolosa e parte di un’organizzazione pericolosa.

Voglio dire, immaginate di essere etichettati così e di non sapere perché, di non avere una ragione e di non fare necessariamente nulla che possa mai elevarsi al livello di una tale orribile etichetta.

Così questa persona, poiché siamo stati in grado di estrarre finalmente la risposta, non ha potuto comunque riattivare il suo account.

Purtroppo, la finestra di tempo in cui potevano riattivare il suo account, basandosi sulla sua confutazione della loro decisione, era scaduta.

Quindi tutta la sua proprietà intellettuale è andata per sempre. Questo è il problema che stiamo cercando di affrontare. Ed è un onore e un privilegio poter stare di fronte a questi leader e sperare di aiutare ad arrivare al cuore di questo problema e fare ciò che la Florida può fare per proteggere i nostri diritti. Grazie.

Vediamo che il senatore ha cercato di aiutare un elettore a riattivare il proprio account su Facebook e sono dopo che l’ufficio del senatore è intervenuto direttamente sono riusciti ad arrivare al fondo della cosa e a stabilire che la persona era stata erroneamente bollata come appartenente a un gruppo pericoloso.

Il segretario della Difesa Lloyd Austin ha ordinato una smobilitazione generale per tutte le branche delle forze armate entro i prossimi 60 giorni per stabilire chi sia favorevole a posizioni estremistiche e di supremazia bianca.

QAnon, Proud Boys, 3 Percenters, Oath Keepers, National Social Club 131, Boogaloo, National Socialist Order, la Croce Celtica, la croce dell’Arcangelo Michele, Totenkopf, il simbolo dell’Universal Order, il simbolo nucleare, e il simbolo dell’eco ((( ))).

Il presidente del Senato è pronto a dare il via libera

Discorso del presidente del senato della Florida Wilton Simpson:

Sì, prima di tutto, voglio dire che, sapete, le grandi compagnie tecnologiche hanno il dovere di permettere opinioni diverse sulle loro piattaforme pubbliche. Nessuno dovrebbe essere escluso, ma siamo chiari, stanno prendendo di mira i conservatori perché sono impegnati nella censura politica. Il Congresso ha il vero potere di apportare modifiche a questa terribile politica, Big Tech sta discriminando ed è sbagliato. Non c’è molto che possiamo fare come Stato, ovviamente, ma il governatore e lo Speaker, di propria iniziativa e lavorando con il Senato, hanno delineato alcuni piani molto buoni per lavorare su queste cose.

Ma abbiamo bisogno che il Congresso agisca su base nazionale per metterlo in atto per tutto il nostro paese. Voglio davvero ringraziare il governatore DeSantis per il suo ruolo di leadership in questo settore, lo speaker della Camera. E abbiamo due ottimi rappresentanti e senatori qui per parlare di più di questo problema. E non vediamo l’ora di lavorare con la squadra del governatore per finire questo. Grazie.

Considerando l’ampio supporto sul fronte politico possiamo aspettarci l’approvazione di questa nuova legge in breve tempo.

Roberto Mazzoni

Algoritmo: una sequenza di regole incorporate in un programma.

Altre fonti:

https://www.dailywire.com/news/pentagon-orders-military-wide-stand-down-to-address-white-supremacy-extremism-in-ranks?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=benshapiro

https://www.breitbart.com/politics/2021/02/04/exclusive-special-forces-warned-against-using-pepe-the-frog-iiiers-other-extremist-symbols/

https://www.theepochtimes.com/florida-governor-desantis-to-penalize-big-tech-companies-for-unlawful-practices_3682424.html

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