Musk e il Ministero della Verità – MN #172

“Coloro che rinunciano a libertà essenziali per garantirsi una sicurezza temporanea non meritano né la libertà né la sicurezza”. Benjamin Franklin.

“Quando una società come la nostra si allontana dalla verità, chi dice la verità verrà preso di mira. Questo tipo di società attacca chi dice la verità più di chiunque altro, perché chi dice la verità è una minaccia per il loro potere. In tempi come questo, non c’è nulla che possa sostituire il coraggio”. Ron de Santis – Governatore della Florida.

“La prima nazione del mondo sta precipitando così rapidamente, che viene da chiedersi quali ne siano i motivi reali. Una realtà così grande e potente non può essere distrutta tanto rapidamente, a meno che i nemici siano all’interno”. Nayib Bukele, Presidente di El Salvador

“Dobbiamo smettere di chiamarli liberali e cominciare a riferirci a loro con il loro vero nome: comunisti americani che vogliono partecipare alla distruzione della civiltà occidentale” Candace Owens – autrice e commentatrice di colore di area conservatrice.

Si è scatenata una guerra diretta e senza esclusione di colpi tra Elon Musk, proprietario di Tesla e SpaceX, e Bill Gates, fondatore di Microsoft e principale donatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nonché attore primario nel campo dei vaccini.

Pare che sia stato Bill Gates ad aprire le ostilità avviando un’operazione speculativa di borsa di grandi proporzioni e sul lungo periodo per far crollare le azioni di Tesla.

In gergo finanziario si chiama posizione corta e consiste in una sorta di scommessa sul fatto che una particolare azione è destinata scendere di valore. Il proprietario delle azioni le vende con l’intenzione di ricomprarle a un valore più basso. Questa operazione, se di vaste dimensioni come quella che Gates sembra aver realizzato su Tesla, manda un segnale negativo al resto del mercato e costituisce uno degli strumenti speculativi per forzare il crollo di un’azione. Dal punto di vista di Elon Musk, si tratta quindi di un assalto diretto alla sopravvivenza di Tesla.

Gates e Soros contro Musk

Più recentemente, dopo che Musk ha annunciato di voler acquistare Twitter, Bill Gates ha finanziato diverse organizzazioni senza fini di lucro che hanno scritto una lettera aperta in cui chiedevano agli inserzionisti di boicottare Twitter se Musk avesse ripristinato la libertà di parola sulla piattaforma.

In questo progetto di sabotaggio hanno partecipato 26 organizzazioni senza fini di lucro di cui 11 finanziate da Bill Gates e altre finanziate da George Soros.

Musk è stato attaccato anche con accuse di passate molestie non documentate e dalla Security Exchange Commission, una delle agenzie governative più compromesse negli Stati Uniti, che ha aperto un’indagine sul fatto che Musk non ha depositato un modulo dopo aver acquisito la prima quota di azioni di Twitter per specificare che aveva intenzione di svolgere un ruolo attivo nella gestione della società.

Musk ha risposto chiedendo alla SEC di confermare che il numero di bot presenti su Twitter, vale a dire gli utenti falsi, sia inferiore al 5%. Recenti ricerche hanno indicato che almeno il 50% dei follower di Joe Biden sono finti e Musk ha sospeso l’acquisizione al prezzo concordato iniziale. Nel frattempo alcuni azionisti gli hanno fatto causa nel tentativo di forzare l’acquisizione al prezzo di $ 54.20 dollari per azione laddove il valore attuale è sceso a $ 40.

Musk ha controproposto un’acquisizione al 75% del valore concordato nella prima trattativa. Nel frattempo ha anche annunciato che consentirà il ritorno di Donald Trump e che alle prossime elezioni voterà per il Partito Repubblicano dopo aver votato per il Partito Democratico in molte elezioni precedenti.

L’annuncio da parte di Elon Musk di voler acquistare Twitter ha innescato una serie di reazioni che hanno portato allo scoperto le reali intenzioni dell’amministrazione di Joe Biden e del Partito Democratico statunitense.

Joe Rogan, l’uomo più seguito d’America

In compenso, Musk ha ricevuto il plauso di numerosi opinion leader anche della sinistra, primo fra tutti Joe Rogan, un personaggio televisivo molto noto negli Stati Uniti che oggi propone il podcast più seguito in assoluto, The Joe Rogan Experience, disponibile in esclusiva sulla piattaforma Spotify. Fino a poco tempo, Rogan aveva 11 milioni di ascoltatori medi. Il sui podcats dura da una a tre ore e ha un formato di conservazione libera con diversi ospiti a cui Joe Rogan si limita a porre domande su temi anche molto controversi e lascia che l’ospite risponda in libertà.

Rogan è finito più volte nel mirino di CNN e della stampa liberale americana per aver coperto gli effetti negativi dei vaccini e le cure alternative per il COVID, in totale contrasto con la stampa di regime.

Per castigarlo, si sono mobilitati i vari attivisti affinché venisse espulso dalla piattaforma Spotify e hanno ottenuto la rimozione di alcuni suoi video in cui aveva fatto commenti pesanti, ma non sono riusciti a cancellarlo, bensì l’operazione gli procurato altri 2 milioni di ascoltatori, trasformando Rogan in un simbolo della libertà di parola.

Ha sostenuto in passato diversi politici del partito democratico, soprattutto quelli non allineati con la componente dominante del partito come Tulsi Gabbard, che si posiziona a centro-sinistra e Bernie Sanders, che si presenta ufficialmente come un socialista. Al tempo stesso, Rogan aveva anche dichiarato che avrebbe votato per Donald Trump anziché per Joe Biden.

In un recente podcast si è pronunciato in diretta sull’annuncio dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk come mostrato nel video che segue.

Il fatto che Rogan si sia pronunciato contro Twitter e a favore della libertà di parola su Internet è un fatto importante per attivare il pubblico più giovane e di sinistra contro la censura di stato nello stile del Partito Comunista Cinese che funge da modello per il Grande Reset.

Rogan parla anche di Tik Tok, che è indirettamente controllato dal Partito Comunista Cinese, e che ha la mano decisamente più pesante di Twitter in materia di censura e di manipolazione dei contenuti, il che ci fa capire come il Partito Comunista Cinese punti a soggiogare le generazioni più giovani nelle nazioni occidentali.

La posizione della sinistra moderata

Per continuare a esaminare la posizione della sinistra più giovane sull’acquisizione vi riporto un video di The Hill, una televisione indipendente statunitense dedicata alla politica che ha un chiaro orientamento verso sinistra e quasi sempre contrario a Donald Trump.

Nel video si parla di ACLU – American Civil Liberties Union, una organizzazione senza fine di lucro di sinistra che, per statuto, dovrebbe impegnarsi a garantire le libertà civili e soprattutto le libertà di parola, ma che è diventata uno dei tanti bracci operativi delle élite liberali americane.

Si parla anche della Bible Belt, un’area geografica statunitense che corrisponde grossomodo agli stati del Sud e che presenta una forte cultura conservatrice di matrice cristiana protestante. Il video è stato pubblicato subito dopo l’annuncio dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk e ci propone il punto di vista della sinistra moderata americana.

La frenesia liberale

[Kim Iversen]
Bene, Robbie, dimmi cosa c’è sul tuo radar?

[Robby Soave]
C’è un nuovo sceriffo in città e si chiama Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo si è offerto di acquistare il sito di social media, Twitter, per 46,5 miliardi di dollari.

E il consiglio di amministrazione di Twitter ha accettato l’offerta proprio ieri. Musk ha molte ragioni per acquistare Twitter, ma la sua spinta principale sembra essere quella di preservare, o, in effetti, di riscoprire l’impegno del sito nei confronti della libertà di parola.

Commentando la sua decisione di acquistare Twitter, Elon Musk ha detto che Twitter è la piazza della città digitale dove si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità. Ora, devo ammettere che l’analogia con la Piazza della Città, che ha usato spesso per descrivere la situazione, è un po’ imperfetta. Per prima cosa, Twitter è in realtà una società privata anziché uno spazio genuinamente pubblico, il che significa che non è vincolato dal Primo Emendamento della costituzione statunitense.

Di conseguenza, a differenza di una reale piazza pubblica, Twitter si riserva il diritto di punire gli utenti che propongano discorsi che siano anche perfettamente legali. È vero che Twitter è incredibilmente importante per la classe politica, per i giornalisti, per i leader aziendali e per gli altri influenzatori sociali. Ma non è così grande o visitato di frequente come Facebook, YouTube, Tik-Tok. In realtà la vera piazza cittadina è Internet nel suo complesso, e Twitter ne rappresenta solo un piccolo spazio.

L’importanza sociale di Twitter è decisamente gonfiata dai membri dei media e dalle figure politiche, perché è il luogo virtuale da loro preferito per condividere pubblicamente le proprie opinioni.

E credo che questo sia in parte vero per lo stesso Musk.

Chiaramente gli piace molto la piattaforma. La usa con grande efficacia e credo che sia per tale motivo che probabilmente ne sta sopravvalutando l’importanza per la società. Ci sono molti altri modi per comunicare messaggi politici. E se Twitter cessasse di esistere domani, dubito che la cosa danneggerebbe significativamente la capacità di comunicare. Detto questo, le persone che stanno davvero esagerando l’importanza di Twitter sono di fatto i critici di Musk nei media progressisti e mainstream. E la stanno esagerando alla grande.

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Per esempio, lo scrittore britannico George Monbiot, ha scritto che la visione di assoluta libertà di parola proposta da Elon Musk è letale. La sua visione per Twitter non è una promessa, ma una minaccia. L’attivista Shaun King, che credo abbia successivamente cancellato il suo account su Twitter, probabilmente in segno di protesta contro Elon Musk, ha detto che la decisione di Elon Musk di acquistare Twitter è in realtà una questione di potere bianco. Non si tratta di sinistra contro destra, ma di potere della razza bianca.

Musk è stato cresciuto nell’apartaid, da un nazionalista bianco, ed è sconvolto dal fatto che Twitter non permetta ai nazionalisti bianchi di prendere di mira e attaccare la gente, questa, secondo King, è la definizione di libertà di parola secondo Musk. Nathan Robinson, direttore della rivista di sinistra Affari Correnti, è preoccupato perché l’unico modo per evitare una vittoria di Donald Trump nel 2024 sarebbe di tenerlo lontano da Twitter. Il successo di Trump, in passato, è dipeso molto dal suo account su Twitter. Con l’arrivo di Musk, Trump potrebbe tornare, e quindi sarebbe inarrestabile. Robinson, a quanto pare, è convinto che la capacità di Trump di vincere la rielezione dipenda dalla sua presenza su Twitter, e non dal fatto che abbia un messaggio di successo che sia in sintonia con i desideri degli elettori.

Non tiene conto che, con ogni probabilità, essere fuori da Twitter, sia probabilmente un bene per le possibilità elettorali di Trump. Perché quando non è in grado di twittare le sue follie, la sua opposizione ha in realtà meno successo nel motivare la propria base, terrorizzandola sulla possibilità che Trump ritorni.

Queste persone sono quindi dell’opinione che Twitter sia la cosa più importante. Che non ci sia nient’altro. Il che è molto, molto lontano dalla realtà visto che Trump non ha carenza di metodi per parlare con gli americani e trasmettere il suo messaggio. Purtroppo, e in modo frustrante, liberali e progressisti, soprattutto nei media, si sono convinti che la censura funzioni.

Si sono convinti che l’unico modo per contrastare efficacemente i discorsi che considerano negativi, è di etichettarli come disinformazione, o molestia, e bloccarli.

Non cercano di contrastarli con altri argomenti ed evitano il confronto. Non si prendono nemmeno la briga di parlarne. I media pensano che il loro lavoro non sia quello di comunicare con i lettori, bensì di ostacolare la comunicazione, e d’intralciare qualsiasi informazione indesiderata che sia indirizzata a potenziali ascoltatori, lettori o spettatori.

Ciò che li terrorizza davvero è che Elon Musk prende la visione dela vecchia scuola liberale, secondo cui non dovremmo temere i discorsi che non ci piacciono. Di fatto, lo ha twittato di recente.

Ha scritto: Spero che anche i miei peggiori critici rimangano su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola. Ora, io penso che questo sia un impegno lodevole e importante, e che tutti, a destra e a sinistra, compresi i fan di Elon Musk, dovrebbero semplicemente verificare che lo faccia davvero. Come ha scritto Liz Wolfe, mia collega a Reason Magazine, parlando di Elon Musk e della sua acquisizione di Twitter: è giustificato un cauto ottimismo con qualche riserva sulla capacità di Musk di portare a termine il suo obiettivo. Quello che non è giustificata è l’isteria del dichiarare che ora i suprematisti bianchi avranno campo libero, che la visione di Musk sulla libertà di parola sarà letale, e che Musk riecheggia l’imperialismo dei nostri antenati colonizzatori per il fatto di voler andare su Marte.

E Kim, voglio leggerti una dichiarazione sull’argomento, da parte dell’ACLU.

Anthony Romero, direttore esecutivo dell’ACLU, ha espresso la seguente reazione: benché Elon Musk sia un membro tesserato dell’ACLU, e uno dei nostri sostenitori più importanti, c’è un grave pericolo nel concentrare così tanto potere nelle mani di un singolo individuo. E nel mondo odierno, una piccola manciata di aziende tecnologiche private, tra cui Twitter, svolge un ruolo profondo e unico nel facilitare il nostro diritto di esprimerci online. I social media sono uno strumento fondamentale da utilizzare per condividere idee, esprimere opinioni, e consumare informazioni che impattano direttamente la vita reale e il dialogo nel mondo offline.

Dovremmo quindi preoccuparci ogni volta che un solo potente attore centrale, che si tratti di un governo oppure qualsiasi ricco individuo, anche se membro dell’ACLU, acquisisce così tanto controllo sui confini del nostro discorso politico.

Quella che ho appena letto non è necessariamente una dichiarazione folle, ma sappiamo che Elon Musk dichiara di essere preoccupato per l’attuale forma di Twitter che esercita troppo controllo centrale su chi può dire cosa. Musk sta arrivando con questa visione un po’ diversa, o cercherà di fare le cose in modo diverso, anche se non sappiamo se ci riuscirà.

Quindi, proprio non so da dove provenga la loro preoccupazione. Ovviamente, se Musk iniziasse a vietare tutte le critiche a Tesla o qualcosa del genere, allora sarebbe certamente un tradimento di ciò che dichiara, e meriterebbe critiche da parte mia, da parte dell’ACLU e da parte di chiunque.

Ma in questo momento sta semplicemente dicendo di voler cercare di riaprire Twitter al libero discorso e, che in questo momento, la piattaforma è messa male. Ciò nonostante, lo stanno trattando come se stesse cercando di scatenare i molestatori.

[Kim Iversen]
Sì, è sorprendente guardare la loro crisi di nervi e anche solo ascoltare le loro motivazioni.

Voglio dire, per esempio una donna su Twitter ha cercato di sintetizzare la situazione dicendo: questa è la cosa peggiore che possa accadere alla democrazia, alla libertà, e alla libertà di parola perché ora faranno tornareTrump.

Lasceranno passare le bugie e la propaganda senza sosta, e non censureranno la disinformazione. Questo è l’atteggiamento che accompagna la totale crisi di nervi. E questa donna sta semplicemente dicendo che non può credere che non censureranno più le persone a lei sgradite. E si meraviglia di come osino fare una cosa del genere, e crede che Elon Musk sarà la cosa peggiore che possa accadere. Io sono invece molto ottimista sul fatto che Elon Musk prenda il controllo di Twitter.

Credo che se inizierà a censurare le informazioni che vanno a suo svantaggio, tutti se ne accorgeranno e lo criticheranno.

Non credo che Elon Musk abbia persone che lo adorano al punto da trasformarlo in un semi-dio. Non sono affatto d’accordo con questa visione delle cose. Credo che semplicemente abbia il rispetto di molte persone a cui piace e che sperano che possa lavorare per ottenere il meglio a favore di tutti.

Ma penso che, nel momento in cui oltrepassasse la linea, e facesse qualcosa che va contro a quello che lui stesso sostiene di voler fare, Tutti lo criticherebbero molto di più di quanto non stiano facendo i suoi critici attuali.

[Robby Soave]
E mi sembra che lui ne sia anche consapevole. Lo ha detto lui stesso, non è vero? Ha dichiarato che tutti gli daranno la colpa nel caso in cui le cose andassero male. E questo potrebbe fiunzionare da garanzia del fatto che non vada fuori strada.

[Kim Iversen]
In questo momento, Twitter è molto opaco. Non sappiamo chi stia effettivamente gestendo la situazione. Non sappiamo come funzioni l’algoritmo e chi venga bandito e per quale ragione. Non sappiamo quali siano le regole.

E questo è qualcosa che Elon dice di voler svelare per rendere Twitter più trasparente. In questo momento non sappiamo a chi dare la colpa. Diciamo solo che sono i liberali della Silicon Valley. Ma non sappiamo chi, non è vero? Diciamo che è colpa di Jack Dorsey e incolpiamo in qualche modo l’amministratore delegato, ma poi ci dicono che dipende dall’algoritmo o dalle persone che lavorano concretamente per Twitter. Ma con l’arrivo di Elon Musk, la gente sarà in grado di dare a lui la colpa direttamente per qualsiasi cosa, perché la sua azienda sarà di proprietà privata.

Voglio dire, ne sono entusiasta. Penso che porterà a un netto miglioramento nel discorso pubblico. In questi giorni, c’è questa mentalità davvero tossica che viene dalla sinistra, e che prima veniva da destra.

Ne rimane ancora un poco nella cosiddetta Bible Belt conservatrice, ma nella sinistra ora c’è questo crescente consenso verso la censura. Ed è altamente pericoloso. Etichettano come disinformazione e teoria complottista qualsiasi cosa che non gli piaccia. Sono pronti ad etichettare chiunque vogliano mettere a tacere. Pensano solo che sia pericoloso lasciare che gli altri parlino liberamente. Individui come Nathan Robinson dicono che Trump potrebbe tornare, e quindi vincere. perché la gente potrebbe ascoltare il suo messaggio e trovarlo gradevole. Ma è proprio contro la democrazia dire che non si vuole che la gente lo ascolti, perché potrebbe piacergli e potrebbero votarlo.

[Robby Soave]
Giusto. Che cosa ci fa capire questo comportamento da parte del partito a cui Robinson appartiene, se tale partito può vincere solo a condizione di zittire tutti i propri oppositori, escludendoli dalle piattaforme di social media. Ed è persino diverso dal dire che bisogna escludere una persona perché le sue parole ispirano atti di violenza tra i suoi sostenitori. Il che a sua volta viene spesso tirata per i capelli come motivazione. Ma si sta dicendo semplicemente che Trump vincerà per il solo fatto che gli verrà permesso di parlare. Quasi come se avesse un potere ipnotico.

Come ho spiegato nella mia introduzione, penso che comunque si stia dando troppo credito e troppa importanza a Twitter. Evidentemente ci sono alcune persone che usano Twitter con tanta intensità e in modo così patologico che arrivano persino a considerare Twitter come la cosa più importante o il luogo più importante dove parlare. Ma dobbiamo ricordare che è un piccolo sito di social media rispetto a molti altri. Sembra importante solo perché molte persone importanti trascorrono molto tempo a parlare tra loro su quella piattaforma.

Non sto dicendo che non sia importante, ma non è rappresentativo. Non è il social media dove incontriamo la gente comune. Perciò non lasciamoci assorbire dall’idea del suo potere o della sua importanza. Per me è sicuramente importante e mi piace molto. Vorrei avere regole diverse, ma non facciamo finta che sia il sito più importante che sia mai esistito, perché, chiaramente, non lo è.

[Kim Iversen]
E’ molto importante per la politica perché i politici sono presenti su Twitter e mandano i propri messaggi direttamente alla gente tramite questa piattaforma, il che penso che lo renda estremamente importante e più simile a una piazza cittadina. Ma capisco la tua precisazione sul fatto che, in realtà non sia una piazza cittadina, visto che si tratta di uno spazio di proprietà privata. Tuttavia Elon Musk sta dicendo in pratica che comprerà una piazza cittadina e la offrirà alla gente. Ma ho una domanda a cui onestamente non saprei dare risposta da sola. Si è verificato lo stesso tracollo nervoso quando Jeff Bezos ha comprato il Washington Post? Ti ricordi se ci fu un esodo di giornalisti da quel giornale?

[Robby Soave]
E’ un’ottima domanda. Non ricordo che sia mai successo nulla di simile a quello che sta accadendo con Twitter. Non ricordo gente che si strappava i capelli come succede ora.

In effetti, la prima volta che ho iniziato a sentire molte critiche riguardo alla posizione di Bezos, mi sembra che venissero da Tucker Carlson o da persone come lui. Mentre non ricordo assolutamente che i progressisti siano andati fuori di testa a riguardo.

E a quell’epoca, mi pare, che il movimento conservatore non fosse così preoccupato all’idea di avere grandi aziende al vertice dei media e della tecnologia. Hai fatto un’ottima domanda.

[Kim Iversen]
C’è sicuramente un problema nel fatto che i miliardari possiedano tutti i nostri media. Abbiamo Jeff Bezos che possiede il Washington Post. Elon Musk con Twitter. E poi ci sono i ragazzi di Google. C’è sicuramente un problema nel fatto che il mondo sia gestito da miliardari. Il fatto è che molte persone a sinistra stanno incolpando Elon Musk di tutto, Come se lui da solo potesse cambiare il sistema. Non è un politico. Non è qualcuno che cambierà il sistema capitalista in cui viviamo. Si limita a operare entro i confini di quest’ultimo.

Ma proprio perché ci troviamo all’interno di questo sistema, credo che sia meglio avere miliardari benevoli. Anche se capisco che ci siano problemi potenziali.

[Robby Soave]
Il consiglio che posso dargli, nel caso ascoltasse questa trasmissione, è di delegare quante più capacità di moderazione possibili ai singoli utenti.

Come ad esempio fornire un’impostazione con cui gli utenti possano controllare ciò che vogliono vedere e ciò che non vogliono vedere, e quello che per loro è disinformazione, cattiva informazione oppure discorsi molesti e qualsiasi comunicazione negativa. Lasciando anche libere altre persone di vedere tale contenuto se lo desiderano. è quello che penso dovrebbero fare.

[Kim Iversen]
In tal caso dovresti comunque etichettare qualcuno come fonte di disinformazione così da controllarlo, giusto? Applicaresti sempre un’etichetta.

[Robby Soave]
Ma sarebbe comunque basato sulla scelta dell’utente. Per esempio io potrei prendere per buona qualsiasi cosa proposta da un’ottica liberale. Diciamo che mi fido di Nathan Robinson. Quindi le mie impostazioni dovrebbero rifletterlo e i miei contenuti su Twitter sarebbero totalmente selezionati in base a ciò che mi piace vedere e ciò che viene visto da persone che hanno la mia stessa persuasione politica. Non serve avere una singola impostazione fissa per tutti gli utenti su Twitter.

[Kim Iversen]
Sono sicura che Musk farà molti cambiamenti. Avrà comunque ancora bisogno di guadagnare con Twitter, quindi sono certa che ci saranno molte modifiche apportate alla piattaforma.

Una cosa su cui potrebbe lavorare, sicuramente, è il penoso bollino blu di Twitter. Nemmeno capisco a che cosa serva. Perché dovrei pagare tre dollari al mese per averlo? È terribile. Ci sono sicuramente modifiche che devono essere fatte. Ma non so se Elon sarà in grado di farle, una volta che ne avrà preso il controllo.

[Robby Soave]
Ottimo consiglio, Kim. A proposito, ho anche sentito che The Daily Beast ha pubblicato uno scoop giornalistico in stile scandaloso su una rivolta che loro affermano sia in corso nella nostra redazione. Non vedo l’ora di sentire la tua opinione nel prossimo segmento.

Il video di The Hill dimostra che anche questa fascia di commentatori politici è stanca della censura operata dai social media come Twitter a beneficio dell’élite liberale. Questo lascia ben sperare sulla convergenza di un numero sufficiente di persone da forzare Big Tech a cambiare strategia per il solo timore di perdere troppi utenti e quindi troppi soldi.

Il video inoltre chiarisce alcuni punti importanti. Innanzi tutto il problema della censura non è risolvibile per via politica. La garanzia di libertà di parola sancita dalla costituzione statunitense, nel Primo Emendamento, vale solo per il governo federale e le attività da esso controllate. Non si applica a strutture private che possono censurare a piacere, pur restando nel dominio della legge.

Le difficoltà delle leggi anti-Big Tech della Florida e del Texas

L’unica eccezione in tal senso è negli stati, come la Florida oppure il Texas, che prevedono leggi a tutela della pari opportunità di rappresentazione durante una campagna elettorale e che quindi ritengono illegale qualsiasi attività di bando applicata da qualsiasi social media privato nei confronti di un candidato politico oppure di un personaggio politico eletto.

La legge approvata dallo stato della Florida è stata tuttavia recentemente bloccata da una corte di appello federale pochi giorni prima che entrasse in vigore e per il momento è inattiva, ma il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas ha già dichiarato pubblicamente che i social media dovrebbero in effetti essere trattati come società telefoniche. E’ quindi da prevedere un ricorso dello Stato della Florida presso la Corte Suprema. I giudici che hanno bloccato la legge della Florida hanno indicato che violerebbe il diritto alla libertà di parola dei gestori delle piattaforme.

La legge del Texas classifica invece i social media come piazze cittadine pubbliche e quindi impone loro di non violare il Primo Emendamento delle persone che vi transitano. Per il momento il Texas ha vinto nelle varie sfide legali e potrebbe ha superato le prime contestazioni in una corte federale e rimane in vigore.

La legge della Florida era importante anche per fornire una base robusta su cui far proseguire la causa avviata da Trump e Un’altra eccezione si verifica quando queste società private operano in realtà come estensione del governo federale facendo il lavoro sporco per conto dei politici. In tal caso possono essere considerate vincolate dalla libertà di parola come Trump sta cercando di dimostrare nella sua causa contro Big Tech. Questa causa tuttavia sarebbe più forte se lo stato della Florida in cui Trump oggi risiede approvasse una legge che equipara le società di social media a compagnie telefoniche che non hanno quindi la facoltà di modificare o cancellare in alcun modo i contenuti che vengono trasmessi.

La controversa Sezione 230

Questa impostazione farebbe leva sulla famosa Sezione 230 che riconosce a Twitter, Facebook, Google e altre compagnie l’immunità rispetto ai contenuti pubblicati, equiparandole a compagnie telefoniche. In effetti, l’abolizione della Sezione 230 porterebbe a una censura ancora maggiore visto che i gestori dei social media dovrebbero rispondere economicamente per qualsiasi contenuto pubblicato.

L’unica vera soluzione è costruire alternative ed evitare la concentrazione monopolistica nelle mani di pochi, come sta facendo ad esempio Donald Trump con Truth Social.

Robby Soave ridimensiona anche correttamente l’importanza di Twitter che, in realtà appare importante solo a un ristretto ecosistema di politici, giornalisti e dirigenti d’impresa, ma che ha relativamente poca importanza per il grande pubblico. Va notato, in ogni caso che la presenza di Trump ha risollevato le roti economiche di Twitter che era sull’orlo del collasso e che l’espulsione di Trump ha rispedito Twitter su una spirale discendente verso una probabile autodistruzione.

La parentesi di Elon Musk ha iniettato nuova vita nel progetto, ma i problemi che sono emersi, tra i quale la grande quantità di account fasulli, potrebbe far saltare l’operazione e determinare il precipizio di Twitter.

Notevole è invece la reazione di organizzazioni liberali che in teoria dovrebbero battersi per la libertà di parola e che invece si rivoltano contro un loro socio sostenitore, Elon Musk, perché oggi è una voce fuori dal coro.

Nasce il Ministero della Verità

D’altro canto abbiamo già visto la reazione governativa da parte del governo statunitense all’iniziativa di Elon Musk con la creazione di un ministero della verità come descritto in un recente video di Tucker Carlson.

Nel video vengono menzionati due filoni politici: il neoconservatori e i neoliberali. Sono entrambi la stessa cosa, ma vivono rispettivamente all’interno del partito Repubblicano e Democratico. Entrambi sono strumenti dell’apparato militare e di sicurezza americano e fanno tutto il possibile per promuovere guerre e cambi di regime in giro per il mondo.

Si parla anche dell’NKVD, il commissariato del popolo per la sicurezza interna, vale a dire la polizia segreta sovietica che, durante il periodo di Stalin, condusse arresti ed esecuzioni di massa dei cittadini russi che si credevano ostili al regime.

NPR, National Public Radio, è il servizio radiofonico statale che propaganda a ritmo continuo negli Stati Uniti le teorie liberali e neoliberali.

I pagliacci al potere

[Tucker Carlson]
Buonasera e benvenuti da Tucker Carlson stasera. Quando Elon Musk ha annunciato per la prima volta che stava acquistando Twitter, era abbastanza ovvio che il Partito Democratico non si sarebbe semplicemente arrabbiato o infastidito nel modo in cui siamo abituati a vedere, ma sarebbe invece sprofondato in un legittimo terrore isterico e incontrollabile. Immaginate come vi sentireste se un Intruso armato entrasse in casa vostra alle 3:00 del mattino.

Magari non sapreste esattamente come si svilupperebbero gli eventi, ma sareste assolutamente certi che tutto sia in gioco. Ecco come si sentono i Democratici in questo momento. Perché, in effetti, è tutto in gioco. Joe Biden non può continuare a controllare questo paese, se avete libero accesso alle informazioni. è così semplice. Biden certamente non sta migliorando la vostra vita, non sta nemmeno cercando di farlo. Quindi il meglio che può fare è mentirvi e chiedervi di credere che invece lo stia facendo. Ma per riuscirci, deve assicurarsi che nessun altro possa parlare. Perché se doveste ascoltare la verità, potreste rifiutare di obbedire.

Come può farcela? Non è facile per Biden. Beh, un’opzione sarebbe di mandare da voi uomini armati per dirvi di stare zitti. La maggior parte degli americani probabilmente non ci ha pensato, perché questa non è l’Africa o l’Europa orientale. Questa è l’America, e non facciamo cose del genere da queste parti. Non le abbiamo mai fatte. Più precisamente, non le abbiamo fatte fino a questo momento. Ma ora che Joe Biden è Presidente, tutto cambia.

Di conseguenza, oggi, per annunciare l’alba della nuova America sovietica, l’amministrazione ha annunciato il proprio Ministero della Verità che si chiamerà Disinformation Governance Board (vale a dire consiglio di autorità sulla disinformazione). ridete se volete. ma giusto per mostrarvi che non stanno affatto scherzando, vi diciamo che tale consiglio non fa parte del Dipartimento di Stato o di qualsiasi altra agenzia focalizzata sulle minacce provenienti dall’estero. No.

Il Consiglio di Autorità sulla Disinformazione appartiene al Dipartimento per la sicurezza interna, Il DHS. Quest’ultima è un’agenzia di polizia progettata per sorvegliare all’interno degli Stati Uniti e, tra le altre cose, dispone di una scorta di munizioni notoriamente enorme. Quindi non è affatto uno scherzo. Eccovi il segretario del DHS, Alejandro Mayorkas.

[Alejandro Mayorkas]
Abbiamo appena istituito, nel Dipartimento per la sicurezza interna, un comitato per la gestione della cattiva informazione e della disinformazione, per combattere in modo più efficace tale minaccia, non solo alla sicurezza elettorale, ma anche alla nostra sicurezza nazionale.

[Tucker Carlson]
Quindi una delle più grandi agenzie di forze dell’ordine degli Stati Uniti, ha appena annunciato al Congresso che in realtà controllerà ogni cosa che dite, e tutti nell’aula si sono limitati ad annuire, Come se fosse del tutto normale. Ma ecco cosa non ha detto Mayorkas quando ha classificato la disinformazione come una minaccia per la sicurezza interna. Mayorkas è il capo del Dipartimento per la sicurezza interna, quindi, presumibilmente, dovrebbe saperlo, visto che la valutazione delle minacce alla sicurezza interna costituisce il suo lavoro.

Ma quello che non ci ha detto è come definisce la disinformazione. Abbiamo questa cosa nuova e terrificante di cui l’amministrazione Biden è talmente preoccupata al punto da aver creato una nuova agenzia governativa per combatterla. Eppure Mayorcas non ha mai detto né accennato che cosa potrebbe essere. Quindi, l’uomo responsabile del Disinformation Governing Board, non ha mai definito disinformazione. È quasi incredibile, a pensarci bene. Dichiarereste guerra a una nazione che non siete in grado di nominare? Mandareste a morte qualcuno per un crimine che non potreste descrivere? è Certo che non lo fareste, se foste una persona sana di mente e per bene, perché non si può avere giustizia senza definizioni precise.

Ecco perché abbiamo voluminosi libri di diritto che definiscono le azioni consentite e quelle vietate. Tuttavia Biden e Mayorkas, non stanno definendo il concetto centrale di quella che effettivamente è una nuova forza di polizia. Forse perché Mayorkas, e il presidente che serve, non vogliono giustizia. Vogliono il potere, e per ottenerlo Hanno in programma di controllare ciò che pensate. Guardate Mayorkas che ce lo spiega di persona.

[Alejandro Mayorkas]
Abbiamo così tanti sforzi diversi in corso per equipaggiare le comunità locali affinché identifichino gli individui che molto probabilmente potrebbero scivolare nella violenza, a causa di ideologie orientate all’odio, alle false narrative, oltre che alla disinformazione e alla cattiva informazione propagate sui social media e su altre piattaforme.

[Tucker Carlson]
Oh, lo sapevate? Quindi una delle nostre maggiori forze dell’ordine manda in giro per il paese uomini armati che fanno di tutto per fermare la disinformazione e le false narrazioni. Badate bene che non stanno nemmeno parlando di bugie. Si riferiscono semplicemente a deviazioni dal dogma approvato. Mayorkas ci ha detto ancora una volta, che hanno sguinzagliato uomini armati, usando le sue parole, per identificare gli individui che molto probabilmente potrebbero scivolare nella violenza. Non stiamo parlando di persone che abbiano effettivamente commesso un qualche tipo di violenza o che siano persino state accusate di qualche crimine.

La sua agenzia sta invece utilizzando i propri poteri di polizia per identificare e punire chi pensa le cose sbagliate. Vale a dire gli oppositori dell’amministrazione Biden. Stiamo forse parlando di una fantascienza distopica? No, sta accadendo nella realtà, proprio di fronte a noi. Ciò significa che i nemici politici di Joe Biden sono ora diventati ufficialmente nemici dello stato. Com’è possibile che stia accadendo in America? Bella domanda, eppure sta accadendo. e ci hanno anche rivelato il nome del nuovo capo di questa nuova polizia del pensiero creata da Biden. È una giovane donna di 33 anni molto sicura di sé di nome Nina Jankowitcz.

Proviene da un luogo chiamato Wilson Center, una fondazione senza fini di lucro creata in nome di un’altro presidente statunitense bigotto, guerrafondaio e incapace d’intendere e volere. Ironia della sorte, perché tutto ormai è ironia, Il Wilson Center è esso stesso un importante produttore di disinformazione, seppure della varietà neoconservatrice. E per questo motivo è pesantemente finanziato dall’amministrazione Biden. Poiché tutto è connesso, Jankowitcz è anche un ex consigliere del governo neoliberale dell’Ucraina. Il governo a cui stiamo inviando decine di miliardi di dollari delle nostre tasse, mentre la nostra stessa economia va in malora. Una situazione che va persino oltre la più fervida immaginazione.

È troppo grottesca. Credereste a un romanzo con questa trama? No, non lo fareste, ma sta succedendo davvero, e questa è la cattiva notizia. Invece La buona notizia è che tutti gli individui coinvolti nel nuovo Ministero dell’Informazione di Joe Biden sono dei buffoni. Possono essere malvagi, ma sono anche ridicoli. Nina Jankowitcz è la più ridicola di tutti. Quando stamattina avete letto della sua nomina sul Washington Post, avrete subito pensato all’NKVD, perché viene spontaneo. Eppure nemmeno l’NKVD al culmine delle purghe staliniste, ha mai fatto il karaoke. Avevano troppa dignità per abbassarsi a tanto. Invece Nina Jankowitcz lo fa con trasporto. Ascoltàtela.

Questo sarebbe il punto dello spettacolo in cui dovremmo dirvi, stiamo scherzando. Ci stiamo inventando ogni cosa. Non sta accadendo realmente nel paese in cui siete nati. Tuttavia sta proprio accadendo. La donna del karaoke è ora un funzionario delle forze dell’ordine. la persona che avete appena visto si vanta anche di aver ottenuto un master alla Georgetown University. Nel caso vi stiate chiedendo se l’intera macchina, che genera le credenziali accademiche che sostengono la classe dirigente americana, sia in effetti, una barzelletta, dobbiamo svelare il mistero. In effetti è davvero una barzelletta.

Questa è una persona che ha così poche abilità utili che si descrive, nelle prime righe della sua biografia, come un’esperta di disinformazione, e riportiamo le esatte parole, riconosciuta a livello internazionale. Come se questo fosse un qualche tipo di lavoro. Immaginate se uno dei vostri figli crescesse fino a diventare un esperto di disinformazione riconosciuto a livello internazionale. Provereste una profonda vergogna oltre il dolore di sapere che avete veramente fallito come genitore, in modo inequivocabile.

Dopo tutti quegli anni di formazione accademica, Nina Jankowitcz è diventata un’esperta di disinformazione riconosciuta a livello internazionale e non solo, non sa nemmeno rimare molto bene. La sua unica abilità, l’unica Cosa che può fare, il solo scopo per cui è stata assunta, è sferrare con la massima ferocia attacchi partigiani nei confronti della propria opposizione. Questo è il suo vero lavoro. Se avete ascoltato attentamente la canzoncina che ha appena cantato, Potreste aver notato che ogni esempio di disinformazione riportato nella sua esibizione di karaoke proviene da persone che si oppongono alle politiche di Joe Biden. È una coincidenza? Probabilmente no. In realtà, sappiamo per certo che non lo sia. Infatti Nina Jankowitcz va in giro a dire che tutta la disinformazione proviene dal campo a lei opposto in politica. Ascoltate.

[Nina Jankowitcz]
La maggior parte della disinformazione che abbiamo visto, è un contenuto altamente manipolativo a livello emozionale che proviene dalla destra. Se in un dato giorno, guardiamo ai primi 10 post su Facebook o Twitter in termini di coinvolgimento del pubblico, vediamo che di solito sono post che provengono dalla destra, e questo perché la destra spaccia questa retorica altamente emotiva.

[Tucker Carlson]
Per dire una frase del genere dovresti vivere in un vuoto completo senza alcuna capacità di autocritica, e magari sarebbe anche necessario frequentare la Georgetown University. Nina Giankowitcz ci dice che la destra spaccia questa retorica altamente emotiva. Ora, vale la pena notare, perché non possiamo astenerci, che la stessa Nina Giàànkowitz ha scritto un intero libro su come le donne non possono usare Internet perché, per loro, sarebbe un’esperienza troppo sconvolgente. Sono troppo fragili per leggere le parole scritte da persone con cui non sono d’accordo. Le fa svenire. Ecco una frase ripresa fedelmente dal suo libro: essere una donna online è un atto intrinsecamente pericoloso.

Quindi, se sei una donna, Tieni presente che ti stai esponendo al pericolo nel momento in cui fai acquisti online. Te lo dice sempre Nina Giankowitcz. È la destra che usa retorica altamente emotiva. Ora, per essere onesti, Nina Jankowitcz probabilmente non si aspettava che molte persone leggessero il suo libro perché, di fatto, non l’ha letto nessuno . Ha un totale di due recensioni su Amazon. ma noi l’abbiamo letto. Tra poco vi diremo che cosa abbiamo trovato, perché vi spiega esattamente che cosa possiamo aspettarci dal nostro nuovo Ministero della Verità, sotto la gestione di Nina Jankowitcz. Ma prima è necessario sapere qualcosa in più su questa persona. è chiaramente un’ipocrita, che se ne renda conto o meno, Visto che ci sembra troppo ottusa per capire cosa sia l’ipocrisia. Ma è ben più di questo. Infatti è, ovviamente, una tirapiedi del Partito Democratico che ha svolto il proprio lavoro in modo impeccabile.

Nina Jankowitcz la cacciatrice di disinformazione, una volta ha definito la vicenda del portatile di Hunter Biden, che è risultata del tutto vera, un prodotto della campagna Trump. Per citare le sue parole, nell’ottobre del 2020, ha scritto quanto segue: gli elettori meritano il contesto, non una favoletta inventata in un negozio di riparazione di portatili. Ci ha forse fornito il famoso contesto oppure qualche fatto contraddittorio? Ci ha proposto la verità sulla vicenda? Certo che no. Ha semplicemente sparso un mucchio di bugie che qualcuno le aveva passato su una velina perché è semplicemente un’utile idiota. E ora è un funzionario delle forze dell’ordine. Alla vigilia delle elezioni presidenziali, Nina Jankowitcz ha ripetuto una bugia che era, ovviamente, già ben diffusa. e, nel ripeterla, ha permesso a Joe Biden di riprenderla a sua volta sul palco di un dibattito presidenziale. Eccola nel caso ve la foste dimenticata.

[Joe Biden]
Ci sono 50 ex-membri dell’intelligence nazionale che hanno detto che quello di cui mi ha accusato è un complotto russo. quattro, anzi cinque ex-capi della CIA, di entrambi i partiti, hanno detto che ne ha tutte le caratteristiche. Dicono che quello che sta dicendo è un mucchio di spazzatura. Nessuno ci crede tranne lui e il suo buon amico Rudy Giuliani.

[Donald Trump]
vuoi dire che il laptop è ora un’altra delle vostre frodi sulla Russia Russia Russia.

[Joe Biden]
Ed è esattamente quello di cui si tratta, esattamente quello di cui si tratta.

[Tucker Carlson]
Bene, giusto per essere chiari, Questo è un incubo che si svolge al rallentatore. Ma questo è il punto in cui dobbiamo tracciare una linea invalicabile. No, Joe Biden, non puoi avere un Ministero della Verità finanziato a livello federale. E, no, Nina Jankowitcz non puoi esserne a capo. Fine del discorso. Joe Biden, non sei il padrone di questo paese e non sei nemmeno in grado di ragionare. un popolo libero non ti permetterà di farlo. Punto a capo. Non può succedere. Ecco come stanno le cose. Se volete sapere che cosa accadrà, guardate che cosa è appena successo.

Nina Jankowitcz ha permesso a un candidato presidenziale di mentire dal podio del dibattito su una vicenda che avrebbe potuto cambiare l’esito delle elezioni. Le nostre elezioni, quelle presidenziali. Giusto per parlare di disinformazione. Ma la Jankowitcz non si è mai scusata per questo, perché il suo ruolo non ha nulla a che fare con la verità o con il blocco della disinformazione. Il suo compito è di limitare qualsiasi discorso che metta in difficoltà Joe Biden oppure il Partito Democratico. Pensereste che questo sia illegale in questo paese, se compiuto da un’impiegata federale, in ragione del Primo Emendamento ma Nina Jankowitcz non crede nel Primo Emendamento. Come ha scritto di recente, e riporto le sue parole, inquadrare la libertà di parola in opposizione alla censura è una falsa dicotomia.

Prima di tutto, ecco un consiglio professionale, chiunque usi il termine falsa dicotomia è un deficiente, perché questa è una delle innumerevoli frasi accademiche progettate per impedire alla gente di pensare, anziché incoraggiare a farlo. Parlare di Falsa dicotomia è un modo per evitare di spiegare per quale motivo la posizione da loro adottata sia giusta, e la vostra sia sbagliata. Si limitano a respingere il confronto dicendo che è una falsa dicotomia. è una frase utilizzata anche da NPR, e dalle persone con un basso quoziente d’intelligenza che, per qualche ragione, all’improvviso gestiscono il nostro paese. Falsa dicotomia. Ecco invece che cosa non è affatto falso. la censura da parte del governo è bandita dal primo emendamento della Carta dei diritti. L’intero nostro paese si basa su tale principio. Ma secondo il nuovo ministro della verità di Joe Biden, il primo emendamento non è più valido in America a causa della Russia e del razzismo sistemico. Guardate.

[Nina Jankowitcz]
È chiaro che attori come la Russia stanno facendo leva sulle crepe interne, cose come il nostro razzismo sistemico qui negli Stati Uniti, cose come la disuguaglianza economica, per amplificare questi problemi e farci davvero diffidare del sistema.

[Tucker Carlson]
Quindi, abbiamo contattato DHS, il ministero dell’interno che ora ha il compito di sorvegliare quello che dite. Abbiamo chiesto chiarimenti su Nina Jankowitcz, e i suoi piani per impedirvi di dire ciò che pensate sia vero, e ci hanno assicurato che non avrebbero fatto nulla del genere. Si concentreranno sul traffico di esseri umani e sulla propaganda russa sull’Ucraina. Ma, prima di tutto, non è compito loro decidere cosa voi possiate scoprire sul confine, sulla Russia, o sull’Ucraina, spetta a voi.

Siete adulti, potete leggere ciò che volete. Ma ovviamente, non si tratta comunque di questo. se leggete il libro della Jankowitcz, cosa che noi abbiamo fatto, vi renderete conto immediatamente che è stata assunta per controllare l’uso dei social media all’interno degli Stati Uniti. Infatti ha scritto, in una frase tipicamente da analfabeta, spero che possiamo cambiare le norme con cui è governato il nostro ecosistema online. Questo è il prodotto dei nostri college: idioti che non sanno nemmeno leggere l’inglese. più avanti nel libro, incoraggia le donne ad andare dalle forze dell’ordine se vedono qualcosa su Twitter che non gli piace. Lo ha definito un passo importante nella denormalizzazione del trattamento delle donne.

Stentiamo proprio a credere che il nostro sistema educativo produca persone di questo genere. È una fascista analfabeta. in un altro libro, la Jankowitcz ha chiarito di non essere favorevole a una possibile regolamentazione governativa dei social media che vada nella direzione di consentire ai conservatori di parlare liberamente. Quindi dedica un intero capitolo a criticare la Polonia per aver istituito il proprio Ministero degli Affari Digitali.

Funzionari polacchi hanno affermato che il loro ministero era un modo per, virgolette, affrontare la dilagante censura online dei conservatori sui social network, ma lei è contraria, è contraria al programma anti-censura. Lei è pienamente a favore della censura. Ha scritto che la Polonia stava facendo un grosso errore nell’abolire la censura con le seghuenti parole: la miopia della Polonia la sta lasciando estremamente vulnerabile, e la soluzione, è che il governo degli Stati Uniti guidi nella regolamentazione e nella supervisione di chi, su Twitter, non è d’accordo con il Partito Democratico.

Quindi la verità non è mai stata l’obiettivo, e la Jankowitcz ha scritto anche quanto segue: Non siamo nemmeno sicuri che i fatti possano prevalere sulla disinformazione. Dobbiamo prima iniziare con l’affrontare i social media. giusto per essere del tutto chiari. I mezzi di distribuzione delle informazioni sono la chiave del loro dominio. È tutto ciò che hanno, non hanno altro che quello. se sapesste cosa sta realmente succedendo, non lo tollerereste neanche per un secondo. E loro lo sanno. l’amministrazione Biden sapeva che la Jankowitcz aveva scritto tutto questo.

Ecco perché l’hanno assunta. Quello che vedete è un attacco su vasta scala alla libertà di parola in un paese che è libero da quasi 250 anni. e sta accadendo sotto la direzione del governo degli Stati Uniti attraverso un’agenzia di polizia. Possiamo rivelare che, sotto il regime di Biden. anche il Pentagono, un altro gruppo di uomini armati, ha assegnato un appalto da 750mila dollari a un’azienda chiamata NewsGuard. è per creare impronte digitali della disinformazione. NewsGuard è un’organizzazione che afferma di combattere, virgolette, la disinformazione, ma in pratica è un’organizzazione di censura.

Prende di mira chiunque sfidi i potenti. NewsGuard sta attualmente preparando una lista nera di siti che contraddicono le veline diffuse dall’apparato di sicurezza nazionale in tema di Ucraina e Russia. Quindi questa settimana, NewsGuard ha scritto un’e-mail minacciosa al nuovo sito The Grey Zone, informandolo che sta diffondendo, virgolette, disinformazione, perché non segue le veline ufficiali. Ecco come ha risposto Max Blumenthal, l’editore di The Grey Zone.

Ha scritto questo. Vi aspettate seriamente che strisciamo ai vostri piedi, per avere l’approvazione della stessa appendice dell’apparato di sicurezza nazionale e dell’oligarchia finanziaria, che reputa CNN una fonte di notizie altamente credibile, e il cui consiglio di amministrazione, è una galleria grottesca di propagandisti aziendali, spie, Bugiardi e criminali di guerra documentati, che non hanno mai dovuto affrontare una scintilla di responsabilità per le loro azioni. Un linguaggio forte, non è vero? Sì, ma vero in ogni parola. Quindi, quando arrivano i censori di Joe Biden, dovete rispondere in questo modo. Andate a farvi benedire. Volete un po’ di disinformazione, servitevi da soli. Siete persone libere, in un paese libero, e nessuna agenzia poliziesca potrà mai dirvi che cosa dire o pensare. Fine del discorso.

Il sito The Gray Zone ha un orientamento di sinistra, ma che è contrario alla politica di guerra a oltranza sponsorizzata dall’amministrazione Biden e dal Partito Democratico. In realtà la censura si sta allargando a macchia d’olio e non tocca più solamente i conservatori e i giornalisti cosiddetti di destra, ma anche qualsiasi dissidente di sinistra. E’ recente la notizia che PayPal ha bloccato i conti di alcuni giornalisti americani indipendenti perché non ripetevano i messaggi richiesti dal Pentagono, dalla CIA e dall’amministrazione Biden.

La buona notizia è che il debutto di Nina Jankowitcz è stato talmente disastroso che il Ministero della Verità è stato sospeso e la Jankowitcz licenziata. L’effetto Musk sulle prossime elezioni si sta facendo sentire sempre di più ed è chiaramente favorevole a Trump, al Partito Repubblicano e contrario a Joe Biden, al Partito Democratico e soprattutto ai progetti che Bill Gates nutre per il nostro futuro.

Roberto Mazzoni

https://time.com/6147548/spotify-joe-rogan-controversy-isnt-over/

https://www.theguardian.com/us-news/2020/apr/04/joe-rogan-donald-trump-joe-biden-bernie-sanders

https://www.breitbart.com/tech/2022/05/23/exclusive-bill-gates-poured-millions-into-dark-money-fund-attacking-elon-musk/

https://www.breitbart.com/tech/2022/05/28/sec-launches-probe-of-elon-musks-initial-twitter-stake-purchase/

https://www.benzinga.com/news/22/05/27455462/heres-how-much-bill-gates-needs-to-close-his-tesla-short-position

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