La verità sul 7 ottobre – MN #243

Siamo insieme nella ricerca della verità e a volte per trovare questa verità bisogna eliminare le menzogne, anche perché quando un governo ti racconta menzogne è perché ha degli altri obiettivi, ha delle mire più vaste, ha dei traguardi in mente che non vuole comunicarti e che di certo non sono a tuo vantaggio, non sono a nostro vantaggio.

E in questo caso specifico affronteremo una delle, quelle che sembrano essere menzogne che circolano in questo momento sulla propaganda dei mainstream media e che riguarda naturalmente l’attentato del 7 di ottobre condotto da Hamas, questa forza politica paramilitare palestinese che si trova a Gaza, contro Israele. Sicuramente un atto criminale che va condannato, ma che va inquadrato in uno scenario decisamente più ampio.

In questo video vi proporrò una testimonianza, un lavoro di ricerca condotto da un ex analista della CIA, una persona che quindi conosce bene certi ambienti e che è in grado di fornirci una visione che altrimenti non ci sarebbe accessibile, sia per la sua esperienza, visto che ha una vasta esperienza anche nel campo della lotta contro il terrorismo, sia per i suoi contatti e sia anche semplicemente per la sua professionalità, diciamo il suo mestiere. S

i chiama Larry Johnson e viene intervistato da Stephen Carter, che è un gestore di un canale su YouTube abbastanza conosciuto negli Stati Uniti e che propone interviste spesso interessanti con personaggi che appunto affrontano temi spinosi tante volte. E questa intervista, che è relativamente lunga, quindi cercherò di mantenere il mio commento il più breve possibile, in modo che poi resti a voi l’onere di trarne le conclusioni che volete da questa testimonianza, unisce anche parallelamente il tema della guerra in Ucraina con il tema della guerra in Israele, perché naturalmente sono dei punti di contatto, anche semplicemente come conseguenze generali.

E ci aiuta a fare un quadro più onesto di quello che è stata la conduzione di questo evento e di quelle che saranno le conseguenze. Naturalmente da quando è stata rilasciata questa intervista, un po’ prima di Natale, ci sono stati diversi sviluppi, quindi aggiorniamo alcuni aspetti di quello che viene detto. Innanzitutto gli Houthi, che sono questi ribelli che hanno preso controllo dello Yemen e che hanno una particolare impostazione religiosa e che sono contro l’Arabia Saudita e contro gli Stati Uniti, hanno condotto molti attacchi contro diverse navi anche militari statunitensi e sono stati attaccati agli Stati Uniti ben quattro volte.

Quindi c’è stato questo scambio di attacchi che tra l’altro per gli Houthi si è trasformato in un momento di gloria, perché sono una popolazione di un paese estremamente povero che è stato coinvolto in una guerra lunghissima, dove alla fine hanno vinto questa guerra e ora toccava a loro governare. Noi sappiamo che i ribelli non sono molto bravi nel governare in tempi di pace, perciò l’opportunità di affrontare a questo punto il più grande nemico di tutti i tempi, gli Stati Uniti, unito alla marina militare britannica e tenerli in scacco è sicuramente un grande vanto per loro, per metter loro di avere maggiori controllo politico all’interno dello Yemen, perché ora gli Yemeniti sono completamente allineati, di avere una grande popolarità nella regione, nel Medio Oriente, visto che le popolazioni mediorientali, con l’eccezione degli israeliani, naturalmente sono tutte a sostegno degli Houthi e anche una discreta popolarità negli Stati Uniti, visto che le social media stanno acquisendo parecchia popolarità su una porzione della popolazione che segue gli eventi che loro documentano direttamente dallo Yemen.

Quindi la situazione che poi viene descritta da Denny Johnson si è verificata. Inoltre Benjamin Netanyahu ha già detto che la guerra contro Hamas, la guerra a Gaza, continuerà per tutto il 2024 e anche all’interno del 2025, non sappiamo esattamente quando e se finirebbe nel 2025, però stiamo parlando di una guerra di lungo periodo che non è destinata a completarsi nel breve e inoltre noi sappiamo, dalle testimonianze, dalle dichiarazioni che vengono dall’interno del governo di Israele, che gli israeliani, perlomeno il governo e i militari, vogliono estendere la guerra anche contro Hezbollah. Hezbollah è un’altra forza paramilitare, in questo caso libanese, che si è collocata al nord, vicino al West Bank, la Cisgiordania, quindi un’altra zona in Israele dove ci dovrebbero essere, dove ci sono dei palestinesi, dove dovrebbero avere un’autonomia regionale che non hanno e dove gli israeliani vogliono sollecitare il conflitto, vogliono sollecitare lo scontro, quindi allargare la guerra, aprirla su due fronti.

Nel frattempo abbiamo visto che l’Iran ha già condotto una serie di attacchi, quindi parallelamente agli Houthi nel Mar Arabico, ha bombardato alcune basi americane o ha attaccato alcune basi americane in sede ad Iraq e gli Stati Uniti naturalmente hanno risposto e c’è stato anche uno scontro, uno scambio di missili tra Iran e Pakistan, quindi c’è stato un discreto riscaldamento della situazione da quando questa intervista è stata rilasciata. In più, di nuovo, si parla di una potenziale accusa da parte di un accusatore potenziale di Israele per crimini di guerra nei confronti della Corte Penale Internazionale.

Sappiamo che parallelamente in ogni caso durante questo breve periodo c’è stato Sudafrica che ha presentato una denuncia per genocidio alla Corte di Giustizia Internazionale, che è una cosa diversa rispetto alla Corte Penale Internazionale. Sono entrambi due organi internazionali presso cui potrebbero essere condotti appunto casi legali separati. Nel caso di quello genocidio già in corso e vedremo che tipo di evoluzione avrà, dovremmo saperlo tra non molto. In più, nell’intervista si parla di politica della “Cina unificata” che in americano prende il nome di “One China Policy”. Gli Stati Uniti fin dagli anni ’70 hanno concordato con la Cina, il governo cinese, il fatto che la Cina abbia diritto a riprendersi Taiwan.

È un fatto dichiarato ufficiale, quindi non ci sono, intanto che resta valida la “One China Policy”, non ci sono contestazioni sul fatto che la Cina abbia diritto a occupare Taiwan, però parallelamente gli Stati Uniti anche si oppongono al fatto che lo occupi in modo ufficioso, quindi questo crea delle frizioni come ben sappiamo. Ok, quindi avendo inquadrato i punti essenziali, ecco l’intervista di cui vi stavo parlando.

Quello che è davvero accaduto il 7 di ottobre

[Stephen Gardner]

Le forze armate degli Stati Uniti stanno forse per essere coinvolte in un’altra guerra. Benché i media non ne parlino più, abbiamo ancora a che fare con la guerra tra Russia ed Ucraina, ma stiamo anche affrontando la situazione tra Israele ed Hamas. Per aiutarci a dare un senso a tutto questo, abbiamo qui con noi Larry Johnson, che ha lavorato come analista per la CIA. Larry, grazie mille per essere con noi oggi.

[Larry Johnson]

Caro amico, è sempre un piacere.

[Stephen Gardner]

L’altro giorno ho letto che Jake Sullivan della Casa Bianca è stato sentito chiedere ad Israele di concludere la guerra prima che possa interferire con le elezioni del 2024. È così che funzionano le guerre o vogliono che tutto questo finisca in modo che Biden abbia una buona immagine quando arriveremo al giorno del voto?

[Larry Johnson]

Beh, la situazione sta creando dei veri problemi all’interno del Partito Democratico, perché, la maggioranza dell’elettorato che ha meno di 35 anni, vale a dire che ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, sostiene Hamas. Mentre la maggioranza dell’elettorato che ha più di 60 anni sostiene Israele. Quindi, c’è un’enorme spaccatura e la consapevolezza che, in questo caso, Israele non ha più il solido sostegno all’interno del Partito Democratico che aveva una volta.

E molte delle persone che sono associate al movimento Black Lives Matter si stanno allineando e schierandosi con i palestinesi.

[Larry Johnson]

Israele non sta aiutando se stesso perché continua a uccidere soprattutto civili. E non si tratta solo di azioni sconsiderate, bensì quella di Israele è una politica deliberata. Come abbiamo visto, l’altro giorno tre ostaggi israeliani, che avevano tutti prestato servizio nell’esercito israeliano, e che si erano liberati dai loro rapitori di Hamas, sono usciti da un edificio dopo essersi tolti la maglietta per sventolarla come bandiera bianca, perché sapevano il rischio che correvano con i soldati della loro stessa parte. E tutti e tre sono stati uccisi da due soldati diversi, due israeliani diversi.

Ora, ho insegnato l’uso di armi da fuoco e quello che spieghi alla gente è che puoi sparare solo se sei minacciato e se vedi qualcuno con un’arma da fuoco in mano. Questa sarebbe la regola d’ingaggio soprattutto all’interno di un esercito. Ma quando hai persone disarmate che si arrendono, e tu gli spari per poi scoprire che erano tuoi connazionali, e quando vedi due giorni dopo, due donne anziane, una sui 60 anni, con la madre di 80 anni, che sono entrambe cristiane palestinesi, e che vengono uccise da un cecchino israeliano proprio mentre stanno entrando in una chiesa cattolica nella Striscia di Gaza, sai di avere a che fare con un esercito israeliano che è indisciplinato, scarsamente addestrato e decisamente mal guidato.

E che sta uccidendo civili a casaccio senza alcun freno. Perciò questo sta creando alcuni reali problemi politici per l’amministrazione Biden, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. L’indignazione che sta crescendo contro Israele è notevole. E questa è una delle ragioni per cui lo Yemen sta facendo quello che sta facendo. è davvero l’unico paese arabo che stia combattendo per conto dei palestinesi, in questo momento.

[Stephen Gardner]

Certamente, e ne voglio parlare, perché ho letto da persone che sono state anche abbastanza filo-israeliane fino a questo punto, che stanno dicendo che Israele sta vincendo la guerra, ma sta perdendo la guerra di pubbliche relazioni, e la guerra di pubbliche relazioni è importante quanto la battaglia vera e propria e il risultato finale di questa guerra. La pensi anche tu allo stesso modo?

[Larry Johnson]

Oh, assolutamente. Voglio dire, non è una questione di quante persone riesci ad uccidere. La questione consiste invece nello stabilire se puoi assicurarti una vittoria tale da lasciarti in una posizione in cui la gente ti riconoscerà come il vincitore, e ti accetterà di nuovo di buon grado in ambiente internazionale. Questo è ciò su cui Israele ha fatto leva per poter contare sugli egiziani quando il presidente Jimmy Carter ha negoziato l’accordo di pace tra il presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin, nel 1979.

Quindi, stiamo parlando di oltre 40 anni fa, 43 anni per la precisione, ma tale relazione si è ormai infranta. Lo stesso vale per i sauditi, lo stesso vale per i giordani e lo stesso vale per i turchi. I turchi erano una sorta di alleato affidabile per Israele. E così Israele sta diventando sempre più isolato. I paesi che lo sostenevano ora non lo sosterranno più. E c’è una crescente pressione per portare alla Corte Penale Internazionale accuse contro i membri del governo israeliano, per crimini di guerra. E francamente, l’altra notizia che è venuta fuori, e che è apparsa proprio ieri, è che il governo israeliano non ha intenzione di indagare su ciò che è accaduto il 7 ottobre. Perché? Perché la maggior parte delle vittime civili, le vittime civili israeliane, sono state uccise dall’esercito israeliano e dall’aviazione israeliana. Voglio dire, è letteralmente scioccante, ma è assolutamente vero.

[Stephen Gardner]

Significa che mentre cercavano di eliminare Hamas, hanno fatto fuori la loro stessa gente come danno collaterale? O cosa intendi con questo?

[Larry Johnson]

Esattamente quello che hai detto, ma c’è anche dell’altro. Vi ricordate quella parte del raid dove gli attaccanti di Hamas sono arrivati con i deltaplani? Che sistemi d’arma avevano con sé? Portavano fucili, alcuni dei quali sparano in semiautomatico, e potrebbero aver avuto una o due granate e alcune pistole. Bene, tenete a mente quell’immagine e pensate alle centinaia di automobili bruciate, con il metallo accartocciato che avete visto dopo la fine dell’attacco.

Hamas non disponeva di alcun sistema d’arma in grado di produrre quel risultato, nessuno. Le automobili sono invece esplose perché colpite da razzi lanciati dagli elicotteri israeliani che hanno sparato a tutto quello che vedevano. Non c’era modo di distinguere quale macchina fosse guidata da un combattente di Hamas, con altri combattenti a bordo. E uno di questi veicoli era pieno di israeliani. La maggior parte degli israeliani che sono stati uccisi in quel punto, sono stati uccisi dal fuoco amico e non da Hamas, perché, ora lo sappiamo, il piano di Hamas, parte del loro piano, era di attaccare e uccidere membri dell’esercito israeliano.

E lo hanno sicuramente fatto. Hanno attaccato la Brigata Golani, che è una delle unità d’élite dell’esercito israeliano. A volte viene paragonata alla Delta Force americana, e Hamas ha ucciso 72 soldati di quella brigata. In un solo giorno hanno eliminato quasi il 20 % della forza militare di questa brigata di élite. Ecco quanti ne hanno uccisi. Il resto di quello che intendevano fare era prendere ostaggi e portarli alla propria base. All’inizio, il governo israeliano ha affermato che Hamas aveva anche ucciso dei bambini, e hanno messo in mostra una bambina la cui zia è sopravvissuta, assieme a un’altra signora che si trovava nell’edificio, ed entrambe hanno testimoniato che è stata uccisa da un carro armato israeliano che ha sparato nella loro casa.

Quindi, non è solo una storia isolata oppure la presenza di una mela marcia qua e là nell’esercito israeliano. Quello che stiamo osservando è una sistematica imprudenza e noncuranza da parte di Israele. Vogliono semplicemente eliminare i palestinesi.

Ma nel farlo, stanno uccidendo anche alcuni israeliani. Quando metti insieme tutto questo, vedi in modo diverso quelle immagini di bambini morti, e di donne morte che ci hanno mostrato. Ce n’era una che circolava proprio l’altro giorno e che raffigurava una ragazza di 13 anni. Aveva perso una gamba in un precedente bombardamento da parte degli israeliani che aveva ucciso sua madre e suo padre. Ma ora stava ricevendo cure mediche, e si stava riprendendo dalla ferita. E poi gli israeliani hanno sparato contro l’ospedale un proiettile che l’ha colpita alla testa e l’ha decapitata. Voglio dire, sono cose orribili. E quelle immagini, quelle storie stanno facendo il giro del mondo. Ho una mia amica che è ebrea. Sua madre era una sopravvissuta all’Olocausto, era scampata all’Olocausto. Ma ora è morta di cause naturali, in ragione della sua età.

Ma la mia amica ebrea mi ha detto: “Sto guardando quello che Israele sta facendo, e mi ricorda quello che i nazisti hanno fatto a mia madre”. Tieni presente che questo commento viene da una signora ebrea. Così, quando cominci a sentirlo dire, ti rendi conto che Israele ha un problema più grande. Parte del loro problema è che il governo di Benjamin Netanyahu è pieno di persone veramente malvage. Itamar Ben-Gvir, che è un po’ l’equivalente del nostro ministro degli interni, è un terrorista che è stato condannato ben otto volte. è stato condannato otto volte per accuse di terrorismo nei tribunali israeliani, ed è quello che hanno nominato come direttore della Sicurezza Interna.

[Stephen Gardner]

Wow.

Continua.

No anzi, stavo per dire, hai commentato che il governo israeliano ha annunciato che non indagherà sul 7 ottobre, giusto?

[Larry Johnson]

Sì. Ho riportato la frase esatta sul mio blog, Sonar 21, e diceva che sarebbe stato sconveniente. E che avrebbe sollevato alcune questioni spinose. E non sto scherzando.

[Stephen Gardner]

Stanno quindi dicendo che questo è il loro 11 settembre, che questo è l’evento che ha visto morire il maggior numero di ebrei dai tempi dell’Olocausto, e che non ci sarà nessuna commissione, nessuna indagine?

[Larry Johnson]

Sì, perché se facessero un’indagine dimostrerebbero che probabilmente un numero significativo, se non la maggioranza dei civili israeliani uccisi, non sono stati uccisi da Hamas che invece ha ucciso un sacco di militari. Hamas aveva una duplice missione. Attaccare, uccidere il maggior numero possibile dei membri di queste unità militari israeliane che si trovano lungo il confine, e poi rapire quante più persone possibili in modo da ottenere merce di scambio e far uscire di prigione i palestinesi detenuti. Erano obiettivi militari molto chiari. Non se ne sono andati in giro semplicemente a stuprare ed a saccheggiare, visto che anche l’accusa di stupro è pretestuosa perché, fondamentalmente, c’è un medico un urologo che mi ha detto che gli uomini, quando sono pieni di adrenalina nel corpo, non sono in grado di avere un’erezione perché l’adrenalina manda il sangue altrove.

Quindi, se sei nel bel mezzo di un combattimento, è molto discutibile l’idea che tu possa essere eccitato sessualmente. Ma Israele ha immediatamente fatto circolare questa storia dello stupro insieme alla dichiarazione che avessero decapitato 40 bambini. Ma, come abbiamo già detto, non abbiamo mai visto nemmeno una foto.

Non abbiamo mai visto nemmeno un nonno che si sia presentato in lacrime per dire che effettivamente avevano ucciso il suo nipotino o la sua nipotina, niente di tutto questo. Così il governo israeliano è partito in quarta con lo squadrone della propaganda, e ha dovuto cambiare la narrazione, perché la verità della questione è che erano stati avvertiti dell’attacco in anticipo e non hanno preso provvedimenti per fermarlo.

E ora stanno facendo tutto ciò che possono per sterminare completamente ogni palestinese che si trovi a Gaza. Non stanno assolutamente cercando di sconfiggere Hamas, è ridicolo persino pensarlo. Se fosse così, per quale motivo stanno facendo saltare in aria tutti gli ospedali e le scuole? Stanno distruggendo l’infrastruttura dell’assistenza medica in modo che nessuno possa più viverci. Questo è il punto. Insieme al fatto che ci sono già alcuni soldati israeliani o agenzie immobiliari che stanno pubblicizzando proprietà con vista mare che verranno costruite a Gaza, a beneficio di chi voglia acquistare gli appartamenti del primo piano.

[Stephen Gardner]

Wow. Benjamin Netanyahu ha chiesto pubblicamente al Mossad di eliminare i leader di Hamas indipendentemente da dove si trovino nel mondo.

[Larry Johnson]

Sì.

[Stephen Gardner]

Pensi che la missione sarà portata a termine oppure sta semplicemente facendo chiasso per dare l’idea che stiano facendo qualcosa?

[Larry Johnson]

È una missione inutile e stupida. Torniamo a Monaco di Baviera, nel 1973. Israele giurò che avrebbe trovato e ucciso tutte le persone che avevano condotto l’attentato. Come è andata a finire? Ne hanno uccise alcune. Ma hanno anche ucciso alcuni individui che non erano minimamente coinvolti. Uno di loro era un cameriere in Norvegia. E poi, alla fine della fiera, non è servito a nulla per fermare il terrorismo. Non l’ha fermato per niente. Quindi, il mio atteggiamento nei confronti di queste cose è che se stai solo uccidendo le persone perché ti fa sentire meglio, vuol dire che hai un problema psicologico, una mente contorta e malata, e lo capisco.

Capirei anche se le uccidessi per eliminare una minaccia imminente, ma non è quello che sta succedendo. Semmai, questo omicidio di civili sta aumentando il sostegno per Hamas, mentre in precedenza gli uomini di Hamas erano piuttosto isolati. Non godevano di molti appoggi. Erano disprezzati tanto dai sauditi quanto dagli egiziani, che ora invece li considerano con favore. La leadership egiziana e saudita potrebbe ancora non gradire gli uomini di Hamas, ma l’uomo della strada in quei paesi sta certamente sostenendo Hamas, e vogliono che anche il proprio governo li sostenga, e stanno insistendo in tal senso. Quindi, tutto questo sta rendendo Hamas più forte, non più debole. Questa è la cosa più folle.

[Stephen Gardner]

Certo. Una delle mie preoccupazioni era che questo avrebbe svegliato altre nazioni musulmane e che avremmo assistito ad una guerra su vasta scala nella regione. Non l’abbiamo ancora visto, ma stiamo iniziando a vedere gli Huthi dello Yemen fare minacce, e condurre attacchi. C’è molta tensione nel Mar Rosso in questo momento, con uno dei capi degli Huthi che dice: “Attaccheremo le vostre navi militari”. Puoi aggiornare la mia comunità su quello che sta succedendo con gli Huthi? Chi sono e cosa sta succedendo.

[Larry Johnson]

Ok, allora immaginiamoci che gli Huthi siano un po’ come i mormoni protestanti americani. E che il popolo yemenita e il relativo governo originale assomiglino alla Chiesa Cattolica. In altre parole, c’è una differenza religiosa piuttosto significativa, dove una parte crede nella continuità della rivelazione e l’altra non ci crede.

Gli Huthi appartengono ad una setta sciita e questo costituisce la base della loro guerra. E la guerra tra gli sciiti e i sunniti, che invece aderiscono alla versione saudita dell’islam, è andata avanti per circa mille anni. Quindi, non è nulla di recente. D’accordo? Nutrono rancori di vecchia data. La guerra civile tra queste due fazioni è diventata molto intensa otto anni fa. E combattono praticamente da otto anni. E così, durante quel periodo, l’Arabia Saudita ha sostenuto il governo sunnita, mentre l’Iran ha fornito sostegno agli sciiti, vale a dire agli Huthi. E sempre durante quel periodo, gli Huthi hanno lanciato missili contro l’Arabia Saudita.

E noi abbiamo schierato una batteria di missili Patriot in Arabia Saudita, che tuttavia non è riuscita a fermare i missili degli Huthi. Mi segui? Così gli Huthi sono stati in grado di colpire obiettivi all’interno dell’Arabia Saudita. Perciò, quando è scoppiata questa guerra tra Hamas e Israele, gli Huthi, che ora sono al governo, hanno  dichiarato pubblicamente: “Siamo con i palestinesi al 110% e per dimostrare che li sosteniamo, bloccheremo qualsiasi nave diretta in Israele”. E diamine, ne hanno dirottate un paio, e colpite altre con i loro missili. E così tutte le principali compagnie di navigazione del mondo hanno deciso che non avrebbero più mandato le proprie navi nel Mar Rosso, e avrebbero invece circumnavigato l’Africa.

Quindi questo sta avendo un impatto economico davvero significativo su Israele. E sì, ciò che gli Huthi stanno facendo in termini di attacco alle navi e alle rotte marittime internazionali è contro il diritto internazionale. E un paese come gli Stati Uniti ha il diritto di intervenire per cercare di porvi termine. Ma c’è un problema. Come si fa a fermarli? Perciò abbiamo scoperto che, pur avendo tutte queste navi da guerra nella regione, vale a dire una portaerei, ed i relativi cacciatorpediniere ed incrociatori, che le stanno intorno per fungere da schermo protettivo, e che sono dotati di sistemi missilistici di tipo Aegis, per esempio, capaci di colpire qualsiasi proiettile in arrivo, nonostante questo dispiegamento di forze, abbiamo un grosso problema. In primo luogo, gli yemeniti stanno sparando droni che costano circa 2.000 dollari.

Ogni missile Aegis sparato dagli Stati Uniti costa invece 2 milioni di dollari. L’altro giorno, gli Huthi hanno attaccato uno di questi cacciatorpediniere con 14 droni e l’equipaggio della nave dichiara di averli abbattuti tutti. Se facciamo quattro conti e moltiplichiamo 2 milioni per 14 volte, scopriamo che, all’improvviso, abbiamo totalizzato 28 milioni dollari per abbattere di droni del valore complessivo di 28.000 dollari. E le navi statunitensi non dispongono di una capacità infinita. Non trasportano nella propria stiva una scorta infinita di questi missili. Ne portano un po’ più di 90, forse fino a 100. Una volta che li hanno sparati tutti, devono tornare in un porto da qualche parte per fare rifornimento, per ricaricare.

E possiamo sicuramente dare la colpa a Bill Clinton per questa situazione, perché, nei primi anni ’90, Bill Clinton ed il suo Dipartimento della Difesa hanno avuto la bella idea di trasformare la marina degli Stati Uniti. Non hanno più voluto mantenere una marina nello stile della Seconda Guerra Mondiale, che aveva la capacità di condurre spedizioni a lungo raggio perché quando le sue flotte erano in mare venivano affiancate da navi appoggio che erano zeppe di carburante per poterle rifornire, durante il viaggio, ed altre navi che portavano solo cibo, munizioni, e proiettili di artiglieria. L’unico compito di queste navi appoggio era di presentarsi nel luogo in cui si trovavano le diverse flotte e rifornire le navi da combattimento in modo che potessero continuare le loro battaglie.

E durante la presidenza Clinton, decisero che non ne avevamo più bisogno. Che avremmo invece costruito basi navali in tutto il mondo. In questo modo, non avremmo dovuto farci carico dei costi di queste navi aggiuntive. Abbiamo perciò eliminato le navi da rifornimento per i cacciatorpediniere e per i sottomarini. Perciò ora, ciascuno di questi cacciatorpediniere deve tornare in porto dopo aver sparato 90 razzi. E quando torna in porto, anche la portaerei lo deve seguire perché altrimenti resterebbe senza alcuna protezione.

Quindi, basta che gli Huthi sappiano fare di conto per capire che se sparando 3.000 droni contro queste navi, le costringono ad esaurire tutte le munizioni, e perciò le costringono a ritirarsi. A quel punto, l’America sembrerà debole, perché del resto lo siamo. E  non stiamo nemmeno parlando dell’altro problema che è diventato palese in Ucraina. I nostri impianti di produzione missilistica non possono produrre abbastanza missili per tenere il passo con quelli che abbiamo consumato. In alcuni casi, ci vorranno tre anni prima di recuperare. Perciò non abbiamo più una capacità industriale come quella che avevamo durante la Seconda Guerra Mondiale, dove le munizioni potevano essere sfornate in una sola settimana.

E quando eravamo capaci di costruire un aeroplano da guerra in solo due giorni. E così la situazione sta diventando troppo complicata. E poi dove puoi colpire questi Huthi? Non hanno basi missilistiche fisse. Sono mobili. Si spostano sul territorio e si nascondono. E quindi dobbiamo andare a scovarli, che era proprio quello che stavamo facendo l’altro giorno, quando gli yemeniti hanno abbattuto un nostro drone predatore. Per la precisione si chiama Reaper, MQ-9 Reaper, e costa solo 30 milioni di dollari. Quello era uno degli strumenti che stiamo usando per cercare di scoprire dove si trovano i loro lancia-missili. E immagino che il Reaper ne abbia trovato uno che gli ha immediatamente sparato contro.

[Stephen Gardner]

Ne ha trovato uno proprio nel suo fianco. Quindi stiamo usando droni Reaper da 30 milioni di dollari per trovare persone che pilotano droni da 2.000 dollari. La cosa interessante è che si tratta di una forma di guerra asimmetrica condotta dal lato opposto. Di solito sono gli Stati Uniti a disporre del vantaggio asimmetrico, ma in questo caso, finanziariamente parlando, siamo in svantaggio, in termini di risorse, rispetto al gruppo degli Huthi. Hai detto che gli Huthi sono una sorta di gruppo ribelle, ma che ora hanno preso il controllo del governo.

[Larry Johnson]

Fondamentalmente hanno vinto la guerra. Un’altra cosa che è accaduta viene, come risultato, dal riavvicinamento tra Cina e Russia. A seguito delle pressioni e sanzioni da parte degli Stati Uniti, Russia e Cina si sono riavvicinate. Dopo di che i russi e i cinesi hanno lavorato con i sauditi, ed i cinesi sono riusciti a mediare un accordo di pace tra Iran ed Arabia Saudita. Ebbene, una volta ottenuto quell’accordo, la guerra in Yemen si è praticamente fermata. C’è stata qualche scaramuccia occasionale sul confine, ma non come prima. E ricordate che prima di questo accordo di pace mediato da Russi e Cinesi, gli Stati Uniti erano impegnati nell’aiutare il governo yemenita ad uccidere gli Huthi. Usavamo droni predatori per cercare di trovare le loro posizioni e distruggerle.

E di nuovo, in quel caso, abbiamo finito per uccidere noi stessi alcuni civili. Quindi questa situazione è davvero complicata. Ciò che mi affascina è che gli attacchi degli yemeniti avrebbero già dovuto giustificare una risposta militare da parte degli Stati Uniti. E, finora, non c’è stata. E penso che una delle ragioni per cui non c’è stata, è che si sono resi conto che sembreremmo piuttosto sciocchi se iniziassimo un’operazione militare e poi dovessimo sospenderla immediatamente perché abbiamo finito i missili.

E non dimentichiamoci nemmeno che gli yemeniti dispongono di alcuni missili antinave iraniani che sono perfettamente in grado di affondare le nostre navi. Pensate che reazione ci sarebbe se affondassero una nave o due.

[Stephen Gardner]

Sì.

[Larry Johnson]

Voglio dire, gli americani sarebbero scioccati e chiederebbero alle nostre forze armate di entrare in azione, di fare di più. E sarebbe come arrampicarsi sul bordo di una fossa di fango che è stata riempita d’acqua. Una volta entrati, non è facile uscirne.

[Stephen Gardner]

Vero. Wow. Parlando dell’aspetto finanziario della guerra, ho letto questa mattina che la Cina ha avuto un aumento del commercio di 150 miliardi di dollari a causa dell’attacco della Russia all’Ucraina. Pensi che questo sia il motivo per cui non hanno spinto per porre fine a questo conflitto? So che hanno presentato il loro piano di pace ed è stato respinto, ma stanno guadagnando una significativa quantità di denaro con la Russia, mentre questa continua i combattimenti in Ucraina.

Cosa ne pensi? È questo il motivo per cui gli conviene stare in silenzio e lasciare che il loro partner si confronti con l’Ucraina?

[Larry Johnson]

Se me lo avessi chiesto tre settimane fa, probabilmente avrei dato una risposta diversa. Ma sulla base di quella che ho appena spiegato essere la situazione negli Stati Uniti, vale a dire le condizioni della marina americana e la sua incapacità di sostenere un’operazione al largo delle coste dello Yemen, proviamo ad immaginare di spostare la flotta militare statunitense davanti alle coste della Cina e vediamo se riusciamo a farcela. Ciò di cui sto parlando non è segreto. Tutto questo è open source, vale a dire disponibile al pubblico. Semplicemente, non mi ci sono mai concentrato prima. Ma lo sanno anche i cinesi. Gli Stati Uniti non possono avviare nessuna attività militare contro la Cina senza perdere, perché gli Stati Uniti non hanno la capacità di sostenere le operazioni della flotta al largo delle coste cinesi per più di una settimana, oppure due settimane al massimo.

Questo cambia davvero il quadro strategico. Questo è il motivo per cui Xi Jinping ha detto a Biden, durante l’incontro a San Francisco, che intendono riprendersi Taiwan, in base anche all’accordo che hanno concordato con noi, gli Stati Uniti, più di 50 anni fa. Tale accordo prevede che Taiwan appartenga alla Cina, faccia parte del loro territorio. Faccia parte della Cina. Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti hanno creato la cosiddetta politica di una Cina unificata.

Quindi, penso che ciò che la guerra in Ucraina ha fatto, per la Cina e per la Russia, è di aprire loro gli occhi sulla realtà. Ora sanno per certo che non devono più dipendere dal dollaro statunitense. Si sono convinti di avere alternative e di poter usare le proprie valute per esercitare la propria influenza in tutto il mondo. Ecco perché uno dei primi accordi che la Cina ha concluso in termini di commercio usando la propria valuta è stato con il Brasile.

Oggi la Cina e il Brasile possono commerciare nelle rispettive valute, senza dover più fare affidamento sul dollaro. Quindi, sotto questo aspetto, la guerra in Ucraina è stata redditizia per la Cina, ma ha avuto un’importanza critica anche per la Russia che può vendere più facilmente il proprio petrolio e il proprio gas alla Cina, di cui la Cina ha molto bisogno, senza dipendere dal dollaro. Di conseguenza, si è rivelata una relazione molto vantaggiosa per entrambe le parti. Inoltre, la Russia ha progredito in termini di tecnologia militare in modi che la Cina non è riuscita a fare. Ad esempio, la Cina non può costruire interamente nel proprio territorio un aereo per rotte internazionali, come ad esempio un modello equivalente a un Boeing 777.

Devono importare le parti dall’estero al fine di riuscirci. La Russia invece no. I russi hanno appena completato la costruzione di un jet in grado di volare su distanze intercontinentali, usando unicamente componenti che sono prodotti all’interno della Russia. Quindi, ora la Russia può competere su quel fronte. E questo è uno dei settori in cui penso che la Cina stia beneficiando da tale relazione.

[Stephen Gardner]

Xi Jinping non è forse venuto a San Francisco già qualche settimana fa?

[Larry Johnson]

Sì, grazie al Cielo l’ha fatto. Hanno ripulito le strade.

[Stephen Gardner]

Ha fatto ripulire la casa temporaneamente.

Ma mi chiedo perché solo negli ultimi due giorni abbia cominciato a circolare la storia secondo cui Xi Jinping abbia detto direttamente a Joe Biden che si prenderanno Taiwan.

[Larry Johnson]

Certo.

[Stephen Gardner]

Perché non ne hanno parlato un mese fa?

[Larry Johnson]

Beh, personalmente non mi ha preoccupato più di tanto. Non sono allarmato dalla notizia del fatto che Xi Jinping abbia detto una cosa del genere, perché non è un messaggio nuovo.

[Stephen Gardner]

Certo.

[Larry Johnson]

Voglio dire, questo era il messaggio concordato già quando, nel 1972, Nixon si accordò con i cinesi sulla politica di una Cina unificata. L’America ha già ammesso che Taiwan faceva parte della Cina. Quindi i cinesi l’hanno sempre vista in questo modo. Ma penso che, considerando il modo in cui stanno le cose in questo momento, stiano cercando di ricavare punti in ambito politico. Penso che ci sia uno sforzo più ampio in corso all’interno del Partito Democratico per sbarazzarsi di Biden. Riconoscono che la sua presenza sarà tossica e pericolosa nel caso lui insistesse a volersi ricandidare per la presidenza. Quindi penso che stiano cercando un modo per scaricarlo, per sbarazzarsi di lui.

[Stephen Gardner]

Sì, assolutamente. A proposito di persone che le nazioni vogliono scaricare, parliamo un attimo di Zelensky. Ieri ha detto che se l’Ucraina perdesse questa guerra contro la Russia, sarà perché l’America non ha dato loro i soldi dei propri contribuenti per combattere adeguatamente contro la Russia. Quindi, se finiranno i soldi, perderanno per colpa dell’America. Mi rendo conto che rimanere senza soldi sia un problema, ma non è forse anche un problema rimanere a corto di soldati che possono effettivamente combattere contro la Russia?

[Larry Johnson]

Sì, mandiamogli la canzone dei Beatles, quella intitolata Can’t Buy Me Love, l’amore non si può comprare, perché Zelensky dovrebbe iniziare a cantarla mentre fa il suo giro della questua. Ieri sera ho pubblicato un post sul mio blog, che si chiama Sonar 21, con il titolo: “Ucraina, la festa è finita, spegnete le luci e andate a casa”. Non so, forse sei troppo giovane per ricordarti di Dandy Don Meredith, il co-conduttore televisivo con Howard Cosell. Era stato una star del football dei Dallas Cowboys negli anni ’60. E negli anni ’70 è entrato a far parte del team di una trasmissione televisiva. E concludeva sempre la trasmissione dicendo “Spegnete le luci, la festa è finita”. Bene, questa è la sigla che dovrebbero trasmettere oggi per l’Ucraina. In passato, quando si andava sul sito del Washington Post, compariva una scritta in grande che diceva “Ultime Notizie” e poi, subito sotto, la dicitura “Guerra in Ucraina”, Ma da ieri quella dicitura è sparita. Si sono sbarazzati della guerra in Ucraina, non c’è più.

È stata tolta perché riconoscono che ormai le uniche notizie che appaiono sui giornali sono articoli su quanto sia grave la situazione in Ucraina, quanto siano scarse le loro prospettive, e quanto sia triste la situazione in termini di vittime. Non riescono a reclutare abbastanza persone, nonostante le afferrino per strada e le costringano ad arruolarsi. L’altro giorno il New York Times ha riferito che gli ucraini catturano le persone per strada e le costringono ad arruolarsi nell’esercito. Ma noi sappiamo bene che lo stanno facendo già da 18 mesi. Ma quando lo dicevi in precedenza, ti accusavano di mentire. Di essere un burattino nelle mani di Putin.

Ti accusavano di spargere propaganda. Ma, in realtà, era esattamente quello che stava succedendo. Ed ora lo ammettono perché, con tutte le perdite che hanno subìto, non hanno abbastanza personale da mandare al fronte. Stanno cercando di far entrare nell’esercito 20.000 nuovi soldati al mese. E non sono nemmeno persone abili. Stiamo parlando di donne incinte, di ragazzi a cui manca una gamba oppure un braccio, che sono disabili a causa della guerra, ma li stanno riportando in servizio. Gli troveranno comunque qualcosa da fare. E, in tutto questo contesto, ci sono crescenti segnali del fatto che le alte sfere dell’esercito ucraino stanno prendendo di mira Zelensky e sta ignorando i suoi ordini. Quindi Zelensky è davvero nei guai.

[Stephen Gardner]

Certo. Ma ha detto che, qualora ricevesse i soldi e le armi, se necessario, aumenterà l’esercito ucraino di mezzo milione di persone.  E non so nemmeno come possa inventarsi una cosa del genere, perché metà della nazione ucraina è fuggita in altri paesi europei. Mi chiedo dove possa trovare mezzo milione di persone. Non so se stesse solo cercando di superare Putin a parole, visto che i russi hanno appena aggiunto 130.000 persone alle loro riserve. Ma dove andranno a prendere altre 500.000 persone da aggiungere all’esercito ucraino?

[Larry Johnson]

Certo, ma cerchiamo di contestualizzare. Sapete quanto è grande l’esercito degli Stati Uniti in questo momento? Quanti uomini e donne?

[Stephen Gardner]

Meno di un milione, intorno ad un milione?

[Larry Johnson]

L’ultimo numero che ho visto è 476.000. E il totale delle nostre forze armate, se aggiungiamo i Marines, la Marina, e l’Aeronautica, sale a circa 1,3 milioni. Di questi 1,3 milioni, l’esercito è probabilmente la componente più grande nel bilancio della difesa degli Stati Uniti.

E vediamo quanti problemi stiamo incontrando nel raggiungere le nostre quote di reclutamento. E come hai giustamente notato, dove diavolo troverà Zelensky il personale di cui avrebbe bisogno? E se anche lo trovasse, dove verrebbero addestrati? Non c’è nessuna area di addestramento sicura in Ucraina, perché la Russia può colpire qualsiasi posizione con i suoi missili ipersonici. Quindi è pazzesco. E poi, guardate cosa sta facendo la Russia. In questo momento, dal primo di gennaio, la Russia sta reclutando più di 41.000 nuove reclute ogni mese. Ciò significa che sono sulla buona strada per aggiungere oltre 480.000 nuovi soldati al loro esercito.

Ciò significa inoltre che il loro esercito sta raggiungendo la dimensione di 1,3 milioni di soldati, quasi il triplo di quello degli Stati Uniti. La loro potenza militare complessiva sarà di 2,2 milioni di uomini entro la metà del prossimo anno, vale a dire circa il doppio rispetto a quella americana. Ecco il risultato della nostra politica nei confronti dell’Ucraina. In Russia, Abbiamo risvegliato un gigante ed ora i russi si stanno espandendo dal punto di vista militare. E, a differenza di noi, questi ragazzi dispongono di una vera esperienza di combattimento. Hanno acquisito esperienza nel mondo reale, combattendo una forza della NATO, sostenuta dalla NATO, rifornita di intelligence dalla NATO, e la stanno sconfiggendo. Credo che sia questo che ha allarmato parecchie persone a Washington.

[Stephen Gardner]

Certo. Un’ultima domanda. E poi ti lascerò andare. Apprezzo il tempo che ci hai dedicato. Ho letto che l’amministrazione Biden ha detto, che se questi repubblicani ribelli non faranno squadra con la Casa Bianca e non daranno all’Ucraina i soldi di cui ha bisogno, e che vengono dai contribuenti americani, la Casa Bianca consegnerà a Zelensky circa 300 miliardi di dollari di denaro sanzionato, che proviene dalle riserve nazionali della Russia.

Ora, non sono un genio quando si tratta di guerra, sono semplicemente un tizio che parla su YouTube, ma devo immaginare che la Russia non sarà molto felice se gli Stati Uniti le ruberanno 300 miliardi di dollari per darli all’Ucraina. Cosa ne pensi di questa storia?

[Larry Johnson]

Beh, i russi non sono contenti di quello che gli Stati Uniti hanno fatto, ma guardiamo la cosa da una prospettiva leggermente diversa.

Il dollaro è stato la valuta di riserva internazionale, e volevamo che altre persone, altri paesi facessero affari usando il dollaro perché, così facendo, noi avremmo avuto più controllo, non è vero? Che messaggio mandiamo, allora, se gli Stati Uniti possono sequestrare a piacimento 300 miliardi di dollari dalla riserva della Russia? Cosa impedirà di fare la stessa cosa con l’Arabia Saudita, con il Brasile, con l’India, con il Pakistan, giusto per nominare alcune nazioni nel mondo che, su una questione particolare, potrebbero essere in disaccordo con gli Stati Uniti. Cosa succederà se gli Stati Uniti dimostreranno di essere pronti a rubare i soldi di chiunque, per poi usarli come meglio gli aggrada.

Tutto questo sta minando nel mondo intero la fiducia nella leadership finanziaria americana. Questa è una delle cose che stanno spingendo i paesi del gruppo Brics ad organizzarsi per trovare metodi di pagamento alternativi. I paesi del gruppo Brics hanno un peso significativo in termini di quantità di persone rappresentate. Comunque, se daranno i 300 miliardi di dollari a Zelensky, quest’ultimo potrà solo lanciarsi in una corsa all’acquisto di altre proprietà in Svizzera, in Florida oppure nei Caraibi. Forse li userà per acquistare altra cocaina. Ma comunque non potrà usarli per acquistare altri proiettili di artiglieria perché noi non ne abbiamo. Li abbiamo esauriti. Potrebbe anche offrirci 300 milioni di dollari per un singolo proiettile di artiglieria, e noi non potremmo darglielo.

[Stephen Gardner]

Giusto.

[Larry Johnson]

Questi sono solo giochetti. Sono i giochetti che giocano a Washington e che sono completamente avulsi dalla realtà. Ciò che non riescono a capire è che, rubando i soldi dalla Russia, essenzialmente dicendo che non sono più di loro proprietà, stiamo inviando un messaggio al resto del mondo in cui diciamo che se non fanno quello che vogliamo, prenderemo i loro soldi e li useremo come ci pare.

Ci saranno altre nazioni che cominceranno a cercare alternative. Non vorranno più fare affari con noi. Non c’è nulla di quello che gli Stati Uniti producono che il resto del mondo voglia comperare.

Abbiamo solo un mucchio di contabili, un mucchio di persone che sono abili nel servire hamburger in uno qualsiasi dei tanti fast food. La realtà è che siamo un’economia basata sui servizi. E il mondo ha imparato che possono farsi quei servizi da soli. Quando ero a Mosca, il primo McDonald’s che ha aperto, credo, negli anni ’70, si trovava a quattro isolati dal mio hotel. Non è più un McDonald’s. È diventato qualcos’altro. I russi, che erano innamorati dei prodotti statunitensi, della musica, dei blue jeans, della cultura degli Stati Uniti, oggi sono in rottura totale con l’America, se ne stanno allontanando. Prima abbiamo parlato della guerra. E parte del vincere una guerra consiste nel conquistare i cuori e le menti di altre persone, non basta essere in grado di ucciderle, alla fine bisogna conquistarne i cuori e le menti. E su questo, gli Stati Uniti stanno perdendo alla grande. E questo furto di 300 miliardi ne costituisce solo un altro esempio.

[Stephen Gardner]

Wow. Bene, apprezzo la tua visione profonda. Stanno succedendo così tante cose che è difficile per una persona comune tenere il passo. Quindi apprezzo che tu conduca le tue ricerche, scavando a fondo e tenendoci aggiornati su ciò che sta realmente accadendo. Se le persone vogliono continuare a seguirti, il posto migliore per farlo è il tuo sito sonar21.com, non è vero?

[Larry Johnson]

È il posto giusto,

[Stephen Gardner]

Bene, grazie mille, buone vacanze e spero che tu abbia una splendida giornata.

[Larry Johnson]

D’accordo, grazie ed auguri a te e alla tua famiglia

Considerazioni finali

Quindi alcune considerazioni che io raccolgo da questa intervista è che innanzitutto gli israeliani stanno creando un’intera nuova generazione di terroristi radicali, quindi la guerra in Hamas, scusate, la guerra contro Hamas, la guerra a Gaza non porterà a una soluzione del problema israeliano, ma porterà a una complicazione, perché avremo altri attentati, avremo altre forze che anche qualora Hamas venisse eliminata sostituirebbero Hamas.

In più abbiamo un indebolimento molto importante della marina militare statunitense, che a questo punto è impigliata nel Mar Rosso, è entrata nella fossa di fango e non riesce più a uscire, come è stato descritto in modo molto pittoresco da Larry Johnson e in generale non ha nessuna possibilità a questo punto di confrontarsi con la Cina Taiwan sempre che l’abbiamo mai avuta. E anche la situazione del dollaro diventa estremamente critica, visto che si continua a parlare di prendere i soldi della riserva nazionale russa, che sono stati bloccati finora ma che sono ancora dei russi, e espropriarli per consegnarli all’Ucraina. In questo modo naturalmente la credibilità del dollaro crollerebbe, ma crollerebbe anche la credibilità del sistema finanziario europeo, dell’eurozona, visto che quei soldi sono per la maggior parte in Europa.

Quindi verrebbero consegnati dagli europei all’Ucraina, cosa che gli europei sembrano estremamente entusiasti di fare, molto di più che noi gli Stati Uniti. In più sappiamo che ci sono già movimenti all’interno dell’Unione Europea per costringere gli ucraini che sono rifugiati in Europa, fuggendo dall’Ucraina, a ritornare in Ucraina ed essere arruolati gioco a forza nell’esercito ucraino. Quindi il problema dei 500 mila uomini potrebbe essere risolto in questa maniera. Nel frattempo sappiamo che c’è un indebolimento complessivo del dollaro internazionale che potrebbe, a tempi da definire ancora, però potrebbe molto probabilmente portare il crollo del sistema finanziario globale. E tutte queste azioni che vengono portate avanti sembrano andare in quella direzione, come se la volontà fosse quello di farlo crollare per certo.

Nel nostro piccolo stiamo cercando di affrontare il problema nell’area della regione di bitcoin. Tra l’altro ringrazio i Legionari di Bitcoin perché ci permettono di portare avanti Mazzoni News e di creare parallelamente delle soluzioni possibili. Ringrazio anche tutti coloro che hanno donato in queste settimane per consentirci di continuare il nostro lavoro. È un lavoro importante perché siamo in una fase tremendamente critica che non ha precedenti nella storia dell’uomo e che può vedere per la prima volta nella storia dell’uomo una crisi sul livello globale complessiva che vede appunto un collasso totale del sistema finanziario che tuttavia è programmato. A questo punto sembra evidentemente desiderato.

Noi sappiamo che parallelamente in questo mese l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono uniti al gruppo BRICS, quindi non devono più dipendere dal dollaro e sempre nel gruppo BRICS sono entrati l’Egitto, l’Iran e l’Etiopia. Tutte le nazioni che sono direttamente interessate in questa crisi del Medio Oriente, Egitto e l’Arabia Saudita, si affacciano direttamente sul Mar Rosso, che è quello bloccato in questo momento. L’Etiopia, confinante con l’Eritrea, che si affaccia sul Mar Rosso e con la Somalia, che è già coinvolta in questo conflitto perché sta sostenendo gli Iuti e conduce attività di pirateria a essa stessa. La Somalia, i Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita si affacciano anche sul Golfo Persico, che è sotto controllo parziale dell’Iran, dove l’Iran ha già condotto alcune azioni di blocco di alcune navi e dove sono intervenuti anche gli indiani e la Marina Militare Indiana per cercare di tenere l’Iran a bada, visto che una delle navi è stata comunque colpita già dopo essere uscita, già fuori, diciamo, dal Mar Rosso e all’interno del Mar Arabico.

Quindi, in tutta questa situazione vediamo un riscaldamento complessivo di un’area dove la maggior parte delle nazioni coinvolte sono unite a BRICS recentemente. L’Arabia Saudita, tra l’altro, ha anche un accordo con il Pakistan in base al quale il Pakistan dovrebbe dare all’Arabia Saudita testate nucleari qualora l’Iran completi il proprio progetto di costruire la bomba atomica e vediamo che, quindi, parallelamente l’Iran lancia dei razzi contro il Pakistan. Il Pakistan risponde, per l’impegno sembra che si siano abbastanza fermati, che sia congelata la situazione, però notiamo una escalation su proporzioni e dimensioni di conflitto che sono ben più grandi rispetto a quelle dell’Ucraina, sia perché interessano un’area molto più vasta, sia perché interessano molteplici nazioni. L’unica nazione che sarebbe dovuta intervenire, entrare in BRICS e si è rifiutata ultimamente è l’Argentina. Sappiamo che ha avuto grandi cambiamenti importanti a livello politico recentemente e caso vuole che l’Argentina abbia anche dei rapporti particolari sia con Israele che con Hamas, ma non entreremo nel merito della questione.

Di certo la mancanza dell’Argentina rende meno efficace il progetto BRICS e rende più difficile l’adesione dell’America Latina al progetto BRICS. Quindi, vediamo che ci sono molti elementi in movimento che vertono prevalentemente su fattori di tipo finanziario, quindi una evidente tentativa da parte degli Stati Uniti di difendere il dollaro a tutti i costi, un evidente sportamento delle nazioni BRICS verso l’oro, oro che stanno già usando per compensare gli scambi reciprocamente, quindi stanno usando le riserve che si sono costruite in questi anni, le varie banche centrali dei paesi BRICS per quadrare i conti senza dover fare ricorso al dollaro o al circuito finanziario del dollaro, cosa ancora più importante, ma dobbiamo anche notare parallelamente che tutte le nazioni BRICS hanno già adottato le cosiddette CBDC, le Central Bank Digital Currencies, le valute digitali delle banche centrali che permettono di avere una controlla totale della popolazione.

Quindi, vediamo che c’è un movimento più vasto a cui dobbiamo prestare attenzione e che di nuovo ci indica il fatto che il sistema finanziario sta per attraversare un cambiamento epocale e perciò dobbiamo essere pronti senza farci distrarre troppo da quello che i maestri media ci propongono. Mi auguro quindi che con questo video la situazione vi sia più chiara. Ci sono altri contenuti importanti che voglio portarvi sulla questione israeliana perché io credo che il modello dello Stato israele e quello che hanno costruito come meccanismo politico sarà il modello del Grand Reset utilizzato in Europa sicuramente e probabilmente anche negli Stati Uniti e in Partner in Stati Uniti. Mescolandolo con quello cinese ma quello israeliano di più perché è più vicino e anche per motivi tecnologici che abbiamo accennato in precedenza e che approfondiremo meglio in futuro.

Roberto Mazzoni

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