Dopo Biden – MN #273

In questo video siamo insieme alla ricerca delle verità sul futuro degli Stati Uniti e dell’Occidente in generale, dopo aver visto il dibattito presidenziale di qualche giorno fa. Avevo già registrato questo video, ma poi ho scoperto che era venuto sfocato, per cui lo rifaccio. Mi auguro che venga meglio al secondo giro. Quello che ho notato naturalmente dai vostri commenti è che c’è una certa confusione del perché si è arrivati a questo punto, visto che era piuttosto chiaro che Joe Biden non fosse in grado di presentarsi a un dibattito. Già era decisamente in difficoltà all’inizio della sua presidenza, ma nelle ultime settimane era evidente a chiunque avesse capacità di osservare l’ovvio che non era più in grado di occuparsi di sé stesso, tanto meno di una nazione complessa come gli Stati Uniti. Eppure siamo arrivati al momento critico ed è successo quello che è successo.

Allora in questo video voglio cercare di rispondere alle domande e mi auguro di rispondere a tutte quelle che avete fatto nei vostri commenti, come pure inquadrare un po’ la situazione in modo più allargato. Per capire quali sono le forze in gioco, perché si è arrivati a questo punto e soprattutto cosa succederà da qui in avanti. Cominciamo da un aggiornamento sulla situazione. Dopo il dibattito disastroso ottenuto da Joe Biden, lo abbiamo visto ritirarsi in una specie di festicciola dove è stato acclamato dai suoi sostenitori e dove è stato complimentato dalla moglie che gli ha detto “bravo bravo hai risposto a tutte le domande”. E poi ci daremo un’idea della dinamica nella famiglia Biden e di chi effettivamente stia gestendo Joe Biden. Non sappiamo chi gestisca effettivamente la Casa Bianca anche se abbiamo delle idee piuttosto precise.

La natura del Deep State

E nei prossimi video, e vi garantisco il prossimo sarà di tipo storico, cercherò insieme a voi di dare una profondità maggiore rispetto a quello che stiamo vivendo oggi in modo da capire meglio quali sono i fattori coinvolti. Si parla spesso di “Deep State”, io stesso uso la parola “Deep State”, però dobbiamo evitare l’errore di considerarlo un blocco omogeneo e coordinato e funzionale che mira un unico scopo congiunto e che è attivo in tutto il mondo perché non è così. Vedo spesso che si parla di varie forme di interferenza come può essere la massoneria eccetera che in passato sicuramente hanno avuto un ruolo importante ma che oggi direi sono assolutamente marginali. Dopo la vicenda della P2 che comunque era in ogni caso piuttosto locale non si è più visto un ruolo importante alla massoneria. Oggi le foto in gioco sono altre, hanno magari dimensioni simili, hanno caratteristiche in parte ereditate dalla massoneria se volete, però è decisamente un altro tipo di gioco, un altro tipo di giocatori e dobbiamo comprenderlo perché altrimenti non riusciamo ad essere al passo dei tempi, non riusciamo neanche a capire quello che succede veramente.

Se dobbiamo dare retta a Whitney Webb, la giornalista indipendente che ho spesso riprodotto all’interno di Nazioni News e che so che è gradita da molti di voi e che vi proporrò di nuovo, il moderno Deep State è composto da quattro componenti fondamentali. La prima di queste componenti direi la più importante è il settore finanziario, il settore bancario. Quella è una colonna fondamentale. Il secondo componente sono le agenzie di intelligence, quindi i vari servizi segreti, l’FBI, la polizia politica, la polizia segreta, qualsiasi forma di polizia organizzata, centralizzata che abbia delle valenze politiche o finanziarie rientra in tutto in parte nel sistema. Poi non è che ogni singolo elemento all’interno di queste organizzazioni sa quello che fa e sa quello che è lo scopo generale anche se magari puoi intuirlo, però l’idea è di creare questi tre poli. Abbiamo il sistema finanziario, il sistema bancario, i servizi segreti e poi la criminalità organizzata, la mafia e qualsiasi versione affine alla mafia.

E quelli sono tre componenti essenziali su cui poi si innesta la componente governativa, parlamentari, governo del proprio che in parte sono ostaggio, in parte collaborano, in parte acquisiscono persone da questi vari gruppi e questo ci dà il credito di state, quindi abbiamo poi anche la componente burocratica della burocrazia permanente che viene sfruttata da questo impianto però a seconda delle circostanze, a seconda delle necessità. Ora ciascuno di queste entità naturalmente è un’entità stratta, se parlo del servizio segreto non è un’entità che si alza la mattina, si presenta al lavoro, è composta di persone e all’interno quindi di queste varie organizzazioni abbiamo persone che hanno le proprie idee e che spesso hanno idee male diverse rispetto a quelle della leadership, diverse tra di loro, ci sono fazioni all’interno di questi gruppi.

Tipicamente questi gruppi non lavorano a beneficio della nazione in cui si trovano, soprattutto i servizi segreti, per la stessa natura spiano sugli altri poi finiscono per essere infiltrati dagli altri e perciò diventano un territorio di facile contagio per finire per fare gli interessi di una nazione straniera, è estremamente semplice abbiamo visto succedere tantissime volte nella storia. Quindi questo è il deep state, però per capire come poi si articola all’interno di una nazione, all’interno di un complesso di nazioni come può essere la NATO oppure l’unità europea o anche il fronte BRICS, la parte orientale, dobbiamo comprendere che appunto ci sono poi le singole bande rivali che possono essere concordi sull’obiettivo generale che è quello di vivere sulle spalle di tutti gli altri che lavorano, ma poi cercano di dominarsi uno con l’altro, ci sono le guerre territoriali dove io mi accaparro a questo quartiere e tu ti accaparri quel racket.

E la criminalità organizzata dopo la seconda guerra mondiale ha avuto un ruolo determinante nella struttura politica e di intelligence del mondo occidentale è stata proprio integrata in modo completo, totale e magari vedremo perché come è successo e quali sono le dinamiche, personaggi chiave, c’è tanto cosa da dire che non abbiamo mai tempo sufficienza per dire tutto, ma giusto per farvi capire che stiamo parlando di entità molto più comuni rispetto a quella che può essere la massoneria o rispetto ad altre organizzazioni segrete che ormai hanno un ruolo estremamente periferico perché non c’è più bisogno di fare, cioè ci sono già servizi segreti che operano segretamente, però operano segretamente sotto il cappello della legalità e di conseguenza operano anche in modo palese se necessario.

Questo va compreso e naturalmente un strumento essenziale di questi quattro ambienti è il mass media, sono i mass media, la televisione, i giornali, le riviste, internet da dove possibile quindi social media, dietro questo c’è un’unica regia su questo siamo d’accordo una regia fondamentale che è comune e nella parte storica cercheremo di capire qual è, ma poi appunto tra di loro ci sono lotte di successione o di alternanza per conquistare quello che può essere il bottino e negli Stati Uniti questo non fa eccezione quindi il confronto politico da una parte è fasullo perché poi alla fine i partiti fanno sempre quello che viene chiesto loro di fare da Wall Street piuttosto che dall’agenzia di intelligence, lo complesso industriale militare che ha agganciato le agenzie di intelligence e anche dalla criminalità organizzata, ma poi tra di loro c’è effettivamente un confronto per decidere chi sarà per i prossimi quattro anni a gestire il giro bene con questo di nuovo appunto non vuol dire che tutte le persone coinvolte nel governo, tutte le persone coinvolte in queste varie agenzie sono tutte uniformemente disoneste, tutte uniformemente criminali, però se c’è una leadership tendenzialmente onesta avremo un governo onesto, se la leadership è tendenzialmente corrotta avremo un governo corrotto.

È molto semplice e quindi diventa essenziale riconoscere l’onestà e la capacità dei singoli candidati e le loro effettive leve, le leve a loro disposizione per fare succedere qualcosa. Ora nel mondo occidentale siamo in una situazione, questo già da molto tempo, dove chiunque venga messo al potere poi non ha le leve per poterlo esercitare, a questo vale anche nel mondo privato, nell’industria privata, a me è capitato di lavorare in grandi aziende dove mi veniva assegnata una carica e poi quando volevo fare qualcosa che era relativo a quella carica dovevo combattere, col ufficio del personale, piuttosto che con i dirigenti soprattutto, piuttosto che con le regole interne, tutta una serie di ostacoli per limitare il potere di chi si trova in una posizione di controllo, dovrebbe trovarsi una posizione di controllo e coordinamento di un gruppo, di un’entità e quindi diventa facile poi esercitare il controllo dall’esterno.

Se noi oggi guardiamo, la gran parte delle decisioni prese nel governo degli Stati Uniti, nel congresso, sono prese all’esterno, vengono ispirate da cosiddetti think tank, questi gruppi di esperti che elaborano le leggi, elaborano i programmi, elaborano le strategie e poi promossi dalle varie lobby, quindi da persone che sistematicamente contattano i vari parlamentari, i vari senatori, le persone che lavorano all’interno della Casa Bianca, mettono i loro uomini all’interno della Casa Bianca, nei vari ministeri per ottenere il risultato che vogliono ed è un’attività continua, quindi ci sono misure e leggi che sono contraddittorie e sono sicuro che non sia solo negli Stati Uniti questa realtà, dove alla fine non funziona niente perché si cerca di accontentare uno, poi si cerca di accontentare l’altro e le due cose collidono, non sono coordinate.

Questo perché l’abbiamo visto, ce l’hanno detto gli stessi parlamentari, oggi si trovano ad approvare leggi di 1000, 2000, 3000 pagine che dovrebbero rivedere in due giorni, impossibile legge, quindi nessuno che è lì per decidere se approvano o meno queste leggi le legge. Vengono lette dagli esperti che poi parlano con i collaboratori di questi parlamentari, i quali collaboratori poi dicono al parlamentare cosa votare oppure l’ordine gli viene dal partito.

È un sistema fuori controllo, questo è poco ma è sicuro e oggi ci troviamo un po’ alla risa dei conti e la cosa positiva in tutto questo è che gli americani incominciano a svegliarsi perché a furia di ceffoni si rendono conto che quello che loro immaginavano fosse una nazione perfetta o quasi perfetta, che fosse leader nella democrazia del mondo, dove la costituzione venisse applicata più delle volte, salvo rari casi, in realtà non esiste, è un paese di balocchi, vivono in un mondo diverso ed è bene che si rendano conto del mondo in cui vivono perché solo rendendosi conto della situazione in cui siamo possiamo cambiarla. Finché viviamo in un mondo di sogni, resteremo nel mondo di sogni, salvo poi quando ci svegliamo trovarci che siamo in mutande.

Cosa succede a Biden dopo il dibattito

Ora tornando al famoso dibattito, subito dopo il dibattito abbiamo avuto una pletora di uomini della sinistra, soprattutto nei media, che fino all’altro ieri o a due giorni fa avevano difeso Joe Biden come lo scienziato del secolo, la mente più acuta che ci potesse essere, lo statista di spessore che nella sua vita aveva fatto trasformato il mondo, e non sto esagerando, precisamente hanno cambiato tutti insieme, secondo la classica modalità sovietica, il messaggio e tutti hanno incominciato a stendere l’elogio, l’eulogia di Joe Biden, poverino ormai è finito, dobbiamo riconoscere che ha fatto tante cose, ma non possiamo aspettarci che dopo tutte le meraviglie che ha realizzato, dopo tutti i risultati fenomenali che ha prodotto, possa essere sempre in grado di continuare, quindi bisogna sostituirlo.

Questo è il messaggio che è uscito quasi uniformemente da tutti i principali canali mediatici collegati alla sinistra, che avevano sostenuto invece l’invincibilità sostanzialmente di Joe Biden. Questo vuol dire che da una parte si aspettavano che le cose andassero meglio, che il farmaco, fino alla somministrata a Biden, facesse effetto così come aveva fatto effetto durante lo stato dell’unione, se vi ricordate, Biden all’epoca era estremamente aggressivo, come tipico di quando uno riceve sostanze tipo le anfetamine, non so che gli abbiano dato esattamente, però era tipico di una personalità biochimica, una persona che viene messa in condizione di operare attraverso strumenti biochimici aggressivi. E lì, pur essendo molto aggressivo, pur essendo decisamente tetro, era comunque presente, era in grado di trasmettere un messaggio che fosse comprensibile. Immagino che fossero convinti che potesse riprodursi la stessa situazione.

Sappiamo che l’avranno tenuto a bagnomaria per una settimana intera a Camp David, quindi nel ritiro personale della famiglia del presidente, dove l’hanno tenuto appunto tranquillo, non gli hanno fatto incontrare nessuno della stampa, non ha avuto nessun tipo di lavoro da svolgere. Queste mentre ne perversano due guerre che vedono gli Stati Uniti direttamente coinvolti, l’hanno tenuto lì a bagnomaria nella speranza che potessero indottrinarlo come si deve, su cosa dovesse dire, cosa non dovesse dire, e poi somministrargli tutti i prodotti necessari, ritenuti utili.

Ma non ha funzionato, anche perché questi prodotti di solito non funzionano in modo continuativo. Ci sono fasi, se si vengono dosati non appropriatamente, questa è una mia ipotesi, non ho una conferma ufficiale, però dall’esperienza che ho con persone che sono occupate di queste cose a fondo, so che ci sono delle curve, quindi c’è un’efficienza notevole che viene poi seguita da un’estrema apatia. E quello che abbiamo visto era un Joe Biden decisamente aggressivo, però a tratti, cioè si muoveva a scatti, incapace di seguire naturalmente il filo di discorso, che era stato indottrinato secondo dei numeri che doveva seguire, e che non si capisce perché abbiamo fatto questa scelta, perché è chiaro che quando uno sta seguendo i numeri, se poi sbaglia i numeri, capisci subito che ha piazzo il filo. E poi aveva degli sprazzi di lucidità, come quando si è messo a discutere con Trump su chi fosse più bravo a golf, una situazione paradossale, surreale, che in un dibattito presidenziale per la nomina del Presidente degli Stati Uniti dovessero litigare su chi fosse più bravo a golf.

Da parte sua Trump era molto rigido, era contenuto, trattenuto, ma anche lui non era il suo solito liscio, no, era piuttosto pesante, devo dire, ha giocato bene le sue carte, lasciato che Biden si immolasse da solo e su questo bisogna riconoscere un notevole autocontrollo. I giornalisti che hanno coordinato il dibattito, che erano due giornalisti della CNN, hanno fatto il loro lavoro in modo esemplare, a dimostrazione che quando vogliono sanno farlo, hanno tenuto una posizione e strettamente neutrale, estremamente professionale, hanno alternato le domande secondo le tempistiche predefinite, hanno ripresentato le domande più volte quando Trump non rispondeva e nel complesso però l’hanno fatto senza essere aggressivi o senza cercare di mettere Trump in difficoltà o prenderlo in giro come era successo in altre occasioni.

Perciò, evidentemente, CNN ha capito che questo era un momento per recuperare un pochino di credibilità, visto che l’intero marchio CNN ha perso moltissima credibilità negli ultimi anni. Ciononostante Trump ha continuato a non rispondere, anche quando gli è stata ripetuta la domanda più volte non ha risposto a parecchie domande importanti, perché semplicemente non poteva rispondere, vale a dire la risposta sarebbe stata troppo spiacevole da sentire e inoltre non voleva prendersi degli impegni perché sa che da qui a una potenziale sua elezione dovrà prendere altri impegni o dovrà stringere altri accordi e scendere da altri compromessi. Questo è chiaramente evidente.

La crisi bipartitica

Però fondamentalmente quello che abbiamo capito è che la situazione dei due partiti così come è impostata, così come è gestita, tra l’altro da questo dibattito è stato escluso Robert Kennedy jr. che ha fatto causa per essere stato discriminato e per non essere presente, la situazione dei due partiti ormai non funziona, non funziona più, così come è impostata. Gli americani, salvo quelli più anziani, non sono più interessati a questo tipo di impianto. Sarà difficilissimo da cambiare, forse impossibile, ma vediamo comunque una crescita degli interessi quest’anno rispetto alle altre elezioni dei candidati alternativi. Questo quindi presuppone qualche tipo di evoluzione. Direi che ormai il partito repubblicano dopo gli ultimi exploit con la guerra in Israele, la censura sul tema, si è totalmente discreditato e non credo che nemmeno con una presidenza di Trump possa riprendersi, anzi credo che sarà il canto del cigno. Il partito democratico idem si è completamente autodistrutto con tutta l’evoluzione che abbiamo visto nel corso della presidenza Biden.

La Presidenza Biden che esce perdente su tantissimi fronti, pensiamo al ritiro disastroso dell’Afghanistan, pensiamo alla guerra in Ucraina fortemente voluta dalla presidenza Biden, non da Biden probabilmente perché non sappiamo se è in grado di intendere e di volere, ma sicuramente molto spinta dalla sua presidenza, dai suoi collaboratori, dalle persone esterne alla Casa Bianca che influenzano le politiche estere della Casa Bianca in questo momento e che sta andando molto molto molto molto male, tant’è che qualora non ci sia un intervento diretto della Nato, che non possiamo escludere ma che per il momento vede sia gli americani estremamente poco favorevoli e anche diverse altre nazioni europee piuttosto scettiche, se non c’è un intervento diretto della Nato l’Ucraina è destinata a perdere in modo clamoroso e questo credo che ormai sia evidente. In più la situazione in Israele ha compromesso, avete visto gli ultimi video in cui vi ho riportato il parere del professor John Mearsheimer, che è molto seguito negli Stati Uniti, è molto rispettato anche nel mondo che conta, nel circuito del Deep State se vogliamo.

Il fatto che Biden si trovi tra l’includere il martello da una parte sostiene una guerra a Gaza dove vengono massacrati i civili e quindi gli ha alienato l’elettorato arabo che è molto importante per il partito democratico e senza il quale Biden non può vincere perché gli mancherebbero due stati fondamentali, il Michigan e il Pennsylvania, e che ha giurato che non voterà per Biden. E dall’altra parte la pressione da parte della lobby israeliana perché non sta fornendo abbastanza supporto, perché non è così entusiasta nel sostenere la guerra e quindi presuppone un raffreddamento da parte dei donatori, una certa parte importante dei donatori, oltre che probabilmente lo spostamento netto di questi donatori verso Trump, che invece ha dato il suo supporto completo. In questa situazione Joe Biden sembra sempre di più condannato a perdere, destinato a perdere irrimediabilmente e quindi può anche darsi, questo è probabilmente un’ipotesi, che alla fine pur consapevoli del fatto che non sarebbe stato in grado di sostenere il dibattito, abbiano deciso di mandarlo in campo in ogni caso, di tenerlo in campo il più lungo possibile, così da scaricare su Biden e sulla sua incapacità tutti i danni fatti dalla presidenza e dal partito democratico in questi quattro anni, tra cui appunto due guerre, due nuove guerre, tra cui il disastro all’Afghanistan, tra cui una tendenza di inflazione che è assurda, assurdamente alta.

Grave dissesto economico

Ora su questo argomento entrambi hanno mentito, tanto Biden quanto Trump in modo spudorato, è una delle poche cose a cui Trump ha risposto e ha risposto al proposito. Trump ha sostenuto che durante la sua presidenza l’economia stava andando bene e nei primi due anni ha ragione, grazie al fatto di aver tolto moltissimi regolamenti che semplicemente ostacolavano il lavoro delle aziende, soprattutto quelle medie piccole, grazie alla riforma fiscale che aveva alleggerito il carico fiscale sulle aziende, l’economia si era ripresa bene e tra l’altro il getto fiscale era maggiore rispetto a quando le tasse erano più alte.

Perché la cosa paradossale è che tutti quelli che ci dicono che per combattere l’inflazione bisogna aumentare le tasse, sanno che il risultato sarà esattamente opposto, perché innanzitutto i veri ricchi, quelli che non pagano tasse oggi continuano a non pagarle anche domani, non importa quale sarà l’aliquota, mentre invece vengono colpiti in medio, diciamo la fascia alta della classe media che a quel punto viene compressa verso il basso insieme a tutto il resto della classe media, perché a quel punto gli imprenditori non sono più motivati a proseguire, si trasferiscono, chiudono bottega, fanno qualcos’altro e il risultato finale è che c’è meno attività, meno produzione, meno stipendi che girano e meno tasse e questo è stato riscontrato moltissime volte.

Su questo Trump ha ragione, però poi nella seconda parte del suo mandato, già a partire dal 2019, la cosa è cambiata drasticamente. Poco prima del Covid ci erano state delle situazioni economiche di stabilità notevole, anche perché Trump comunque ha sempre indicato come successo, come indice del suo successo, l’indice di borsa. Allora l’indice di borsa non riflette necessariamente il benessere dei cittadini, può riflettere il benessere dei fondi pensionistici, quindi di chi ha investito attraverso fondi pensionistici in borsa, che è la realtà della stragrande maggioranza americani, come è impostato il sistema pensionistico negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti sono dei fondi esentasse, dove ogni americano può investire, i quali poi investono in borsa e alla fine di un certo periodo, quindi quando la persona va in pensione, può prelevare questi fondi senza pagare tasse, oppure pagando una quota minoritaria di tasse, quindi è vantaggioso e quindi c’è un grosso incentivo a fare questo, a investire in questi fondi che poi investono in borsa.

E di conseguenza è vero che quando la borsa sale è una buona notizia per i fondi pensionistici e quindi per gli americani che si preparano ad andare in pensione, ma non è una buona notizia necessariamente per gli altri, anche perché vuol dire che il costo dei prodotti sta salendo e l’inflazione sta salendo. Trump, così come Biden, riflette, e poi ci torneremo su questo argomento, riflette sostanzialmente una gerontocrazia che ormai governa gran parte dei gangli vitali degli Stati Uniti, che a sua volta rappresenta un’intera generazione, quella dei baby boomer, gli americani nati dopo la seconda guerra mondiale, che ha visto come periodo demografico un’esplosione delle nascite, quindi è la più grande generazione che l’America abbia mai visto di persone anziane che si preparano ad andare in pensione. E quindi questi sono coloro che eleggono il Biden e il Trump di turno, che non si fanno particolari problemi del fatto che siano anziani, a condizione che li tutelino le loro pensioni.

Questo è un messaggio importante che dovete tenere presente. Invece le nuove generazioni sono meno interessate da questo, anche perché vedono in realtà nel sistema pensionistico una trappola. Fra dieci anni il sistema pensionistico americano non sarà più in grado di erogare niente, sarà fallito completamente. Di conseguenza sanno che per quando arriverà il loro momento andare in pensione non ci saranno più soldi. Quindi il discorso di Trump perché ha mentito? Perché negli ultimi due anni della sua presidenza, con la storia del covid, il lockdown e poi gli incentivi e tutto il resto, ha stampato più denaro, ha accumulato più debito pubblico in quel periodo, due anni, rispetto o anni e mezzo, rispetto a tutti i presidenti degli Stati Uniti prima di lui. Quindi una cosa colossale che è poi stata la causa dell’inflazione che abbiamo visto nel 2021 e 2022, perché queste cose non hanno un effetto immediato, c’è sempre un ritardo di un anno, 18 mesi, due anni e quindi l’inflazione che abbiamo visto da 2021 a 2022 di cui Trump ha accusato Biden, in realtà è un prodotto della presidenza di Trump.

Da lì in avanti poi è subentrato Biden che sta cercando di emulare, di raggiungere l’obiettivo già difficilmente raggiungibile, già impostato da Trump e quindi generare altrettanto debito pubblico durante la sua presidenza e questo sta sicuramente alimentando l’inflazione che abbiamo visto nel 2023 e 2024. Quindi quando Trump accusa Biden di aver generato l’inflazione e di aver sperperato e quando Biden accusa Trump di aver sperperato e che invece da sua è stata una gestione molto oculata, stanno entrambi mentendo perché entrambi hanno generato una quantità di debito pubblico semplicemente astronomica e il problema è che non possono più fermarsi. Così come è impostato il sistema occidentale, il sistema finanziario economico occidentale, non si può più tornare indietro e vi spiego perché. Oggi gli Stati Uniti, alla pari di tutte le altre nazioni occidentali, non sono più in grado di far fronte alle spese pubbliche semplicemente con le tasse. Il giudizio fiscale non è più sufficiente, anzi è da tempo che non è più sufficiente.

Quindi sono costretti a prendere a prestito denaro da altri che possono essere i cinesi, i giapponesi, le nazioni produttive di petrolio del Medio Oriente, i sauditi, possono essere altre nazioni che commerciano con l’America e che quindi devono scambiare prodotti, possono essere singoli che investono nei titoli statunitensi oppure in titoli stati o tedeschi, italiani, quello che volete. Quindi i singoli privati che mettono i propri spammi in questo contenitore che garantisce loro un ritorno garantito, sicuro, e che alimenta parallelamente l’economia. Da un po’ di tempo noi sappiamo che i cinesi, i sauditi hanno smesso, hanno ridotto moltissimi gli acquisti, hanno smesso di comprare titoli stati americani e hanno ridotto tantissimo i loro acquisti.

E questo perché preferiscono incamerare oro, che è più sicuro, considerando anche le vicende con la Russia, la possibilità che questi titoli possano essere sequestrati.

Il potenziale sfogo delle criptovalute

E quindi vediamo che in misura maggiore la Federal Reserve medesima ha incominciato a dover comprare o meglio costringere banche americane a comprare questi titoli. Abbiamo visto le banche americane riempirsi di titoli del tesoro americani negli ultimi anni e oggi essere in profonda crisi per il fatto di averlo fatto, ma hanno anche spinto in direzione del privato. Questo grazie anche all’aumento di tassi di interesse. Ha visto naturalmente l’arrivo di numerosi privati e poi ha visto l’arrivo di alcune aziende che in questo caso sono esterne agli Stati Uniti, ma che sono comunque ben presenti nel mercato dei titoli del tesoro americani, come per esempio l’azienda che gestisce la criptovaluta, la stablecoin, la moneta stabile, Tether, che è una criptovaluta che è ancorata al dollaro e che per funzionare ha bisogno di acquistare titoli del tesoro. Non so se la cifra sia corretta, attendibile, però sentivo dire che Tether ha comprato negli ultimi tempi circa il 50% dei titoli del tesoro messi a disposizione sul mercato, quindi è diventato un giocatore molto importante e ha compensato la mancanza dei cinesi o il calo di altre nazionalità che invece stanno abbandonando i titoli del tesoro per andare verso l’oro o altre cose.

In questo scenario sappiamo che oggi solo per pagare gli interessi gli Stati Uniti spendono di più di quello che spendono per la difesa o di quello che spendono per la previdenza sociale e fra, se non sbaglio, il 2030 sarà la metà del getto fiscale andrà a pagare i suoi interessi e poi nel 2040, se non sbaglio, tutto il getto fiscale finirà a pagare i suoi interessi. La situazione di questo genere è sostenibile e, d’altro canto, questo si riferisce alla dinamica che è in corso adesso e che potrà semplicemente accelerare, ossia tanto Trump quanto Biden, chiunque andrà alla Casa Bianca dovrà stampare molto più denaro per poter sostenere il baraccone e quindi creare molto più debito e quindi indebitarsi con altri altri operatori che possono portare del denaro.

Allora una parte potrà essere fornita dai singoli cittadini in diverse nazioni, soprattutto quelle in crisi, quelle che sono un po’ a metà strada tra una moneta forte e una moneta completamente crollata, che tenderanno a migrare verso il dollaro acquisendo appunto prodotti come Tether o altri prodotti simili, criptovalute basate sul dollaro, che sono disponibili a livello mondiale, che sono sicuramente preferibili rispetto alla moneta locale. Questo già succede in Egitto, già succede su vasta scala, già succede in Argentina e in altre nazioni di questo tipo, dove l’inflazione è molto alta, dove comunque c’è ancora un’economia funzionale in qualche maniera e dove quindi è preferibile avere i dollari rispetto a avere la moneta locale. E questo darà un pochino più di fiato agli Stati Uniti, però è evidente che per uscire dalla situazione in cui si trovano, gli Stati Uniti dovranno investire tantissimo denaro pubblico, o perlomeno questa è l’idea che sono fatti, e questo produrrà una inflazione senza precedenti, sia che venga Biden, sia che venga Trump.

Non ci sono strade alternative al stato attuale delle cose, in più per poter combattere questa esplosione dell’inflazione, dovranno necessariamente aumentare la produttività, quindi cercare di sviluppare nuovi filoni industriali, riportare a casa industrie, cominciare a sostituire i prodotti finanziari con prodotti reali, così che il debito possa essere parzialmente assorbito da questi prodotti. Però questo richiede molto lavoro, richiede una transizione lunga, richiede anche una discreta sofferenza nell’interregno, perché vuol dire che nel frattempo ci saranno molta gente che resterà a spasso. Molta gente, immagino anche nello stesso governo, oggi il governo federale ha 3 milioni di dipendenti, una dimensione ingestibile da parte del presidente o di chiunque altro, quindi prima o poi dovranno ridimensionare una situazione del genere, e queste transizioni non sono mai in dolore, non sono mai popolari, ma dovrebbero portare a un rilancio della produttività interna, quindi a controbilanciare il menù in parte.

Questo perché, dal punto di vista demografico, gli Stati Uniti hanno un vantaggio che non esiste invece in Europa, vale a dire hanno una nuova generazione, generazioni di giovani molto numerosa, molto ampia, quindi abbiamo i boomer che vanno in pensione, ma ci sono generazioni altrettanto grandi, due generazioni altrettanto grandi messe insieme che possono sostituirli, e questo vuol dire che l’economia può continuare a funzionare, in più naturalmente gli immigrati contribuiscono in tal senso, e questo è il motivo per cui alla fine gli immigrati li faranno entrare tutti quanti, sia Trump che Biden. Trump avrà meno immigrati illegali, quindi  sicuramente tenterà a puntare di più sull’immigrazione legale, come ha fatto nel suo periodo.

Biden invece ha preferito favorire l’illegalità anche perché c’erano altre motivazioni di fondo, ma il percorso per gli Stati Uniti è un percorso abbastanza segnato, abbastanza chiaro, devono compensare la diminuzione di prodotti che arrivano dalla Cina, perché ne arriveranno sempre meno, sia per via delle tariffe, sia per via del fatto che la Cina stessa ha un grosso problema demografico, e benché lo stia compensando con l’intelligenza artificiale, con l’robotica, con queste applicazioni, delle quali la Cina è piuttosto avanzata, avrà comunque degli scompensi e quindi dovrà ridurre la produzione, la produttività, potrà vendere di meno, e in tutto questo percorso quindi bisogna ripartire negli Stati Uniti con industrie che erano sparite, non ci sono più.

Quindi com’è che si fa? Beh, si fa che si porta via l’Europa, come sta succedendo adesso in Germania e come succederà probabilmente anche altrove. Gli imprenditori tedeschi che oggi vogliono venire in America sono incentivati, hanno delle agevolazioni fiscali, se non sbaglio, hanno accesso ad energia a basso costo rispetto alla Germania e hanno accesso a un mercato che sicuramente più promettente, visto che i rapporti con la Cina, anche per quello che riguarda la Germania, sono un pochino raffreddati. Un’altra cosa che Trump ha promesso di fare, come ho detto l’altra volta, è di aumentare le tariffe. Trump vuole difendere il dollaro di costi e questo perché?

Perché l’unico modo per ridurre questo debito enorme che grava sul governo Stati Uniti e che potrebbe farlo implodere completamente è quello di, da una parte, aumentare la produttività interna, però questo richiede generazioni, non è una cosa che si fa in due giorni. Dall’altra è cercare di far pagare una parte importante di questo debito a qualcun altro. Finora Biden, in modo abbastanza contorto, ha comunque sostenuto l’economia europea anche per favorire l’intervento europeo in Ucraina. Trump non continuerà su questa politica, Trump trasferirà all’Europa quanti più costi possibile.

Ci sono molti meccanismi con cui può farlo, non è un problema, non serve consenso necessariamente dei governi europei, anche perché da 71 in avanti tutte le monete sono legate al dollaro e sono legate a un meccanismo che non è più vincolato al loro, come era prima. Quindi sono un sistema ad incastro dove non è possibile sganciarsi dal dollaro. L’unica cosa che puoi fare è, se vuoi eliminare la tua moneta oggi, quella di adottare il dollaro, di salire di un gradino più in alto in modo da non sprofondare dopo. Mentre gli altri sprofondano tu sei un po’ più in alto e noi sappiamo, proprio per la dinamica che abbiamo visto delle criptovalute, le monete stabili, che l’uso del dollaro sta diffondendo anziché contrarsi.

È sicuramente scomparso da alcune attività di accumulazione di risparmi, vale a dire la Cina ha smesso di comprare titoli di tesoro però vengono venduti ai privati e la Cina ha incominciato a commerciare ad esempio quello che ho su dito usando yen, ma non è un volume tale da mettere a rischio il dollaro in questo momento e in più tanto la Cina quanto gli altri principali Paesi BRICS vogliono mantenere il dollaro in funzione perché gli fa comodo, mentre al contempo cercano di accumulare oro per avere dei vantaggi a livello internazionale e di soprattutto gestire il flusso del petrolio e il futuro economico sarà dipendente molto dall’accesso all’energia a basso costo.

Questo l’ho detto più volte ma non perché me lo sono sognato ma perché è la realtà e anche lo stesso Biden che all’inizio della presidenza aveva chiuso un po’ i rubinetti sulla produzione di petrolio e produzione di gas naturale negli Stati Uniti, negli ultimi due anni è abbastanza riaperto, gli Stati Uniti hanno avuto la produzione record di gas naturale nell’ultimo anno, molto di questo è stato esportato in Europa che lo compra avendo perso l’accesso al gas naturale economico dalla Russia, continuano a comprare prodotti anche i russi, gli europei attraverso l’intermediazione dell’Argentina piuttosto che della Turchia, piuttosto che dell’India, come abbiamo visto in video precedenti, pagandoli di più, quindi il sistema è tale per cui con l’arrivo per esempio di Trump si potrebbe spalancare il cancello di produzione di petrolio di nuovo e di gas naturale, gli Stati Uniti potrebbero diventare principali produttori petrolio al mondo, abbiamo tantissime risorse sottosuolo quindi non sarebbe un problema, di conseguenza gli Stati Uniti contano di riuscire a sfangare questa fase particolare dell’evoluzione sia politica sia economica sia militare, giocando su tre fronti, l’uso di energia a basso costo interna, hanno ripreso lo sviluppo nucleare, di centrale nucleari, hanno comunque delle fonti alternative che sono state promosse ma senza grande successo dall’amministrazione Biden e poi c’è tutto il petrolio, tutto il gas naturale che possono essere prodotti internamente o acquisiti dal Messico o dal Canada e poi tutte le industrie che possono essere portate negli Stati Uniti in modo da rigenerare, riattivare un complesso industriale che è stato abbastanza sottigliato da Clinton in avanti e per fare questo devono necessariamente drenare risorse dovunque possibile e l’Europa secondo me è una delle aree dove è più facile farlo.

Un percorso obbligato

Quindi questa è un po’ la politica che secondo me dobbiamo aspettarci sia che arrivi Biden sia che arrivi Trump. Tornando ai due candidati subito dopo la giornata del luto nazionale della stampa pro-sinistra, pro-democratica, in senso pro-partito democratico, voglio precisare, americana è arrivato Barack Obama che ha detto fermi tutti, Biden non va da nessuna parte e lui il nostro presidente sarà con noi fino alla fine e vincerà. Quindi è riportato tutto in ordine, tutti sono rientrati nei ranghi come dei bravi soldatini. Quello che si dice, che circola nei corridoi di potere è che i principali donatori di Biden e della campagna di Joe Biden hanno dato una settimana al partito per dimostrare loro che Biden effettivamente possa sostenere da qui alla fine della campagna un confronto con Trump. Si parla di un altro dibattito a settembre. Il Partito Democratico ha una settimana per dimostrare ai donatori e se non riuscirà a dimostrarlo allora a questo punto i donatori potrebbero staccare la spina. E a quel punto il problema di Biden sarebbe già risolto, non riuscirebbe a essere eletto.

Sappiamo che naturalmente per il Democratico ha una serie di problemi, cioè da una parte veniva comodo scaricare su Biden tutti gli errori, metterli qualcun altro e cercare di fare eleggere qualcun altro, però questo avrebbe comunque creato delle frizioni interne al partito e una confusione degli elettori, anche perché non è chiaro, non era garantito che la parte araba dell’elettorato avrebbe sostenuto un qualsiasi nuovo candidato se la politica nei confronti dell’area non sarebbe cambiata nel frattempo e non può cambiare, non possono cambiarla, quindi sarebbe stato tutto sommato un autogol.

Ed al tempo stesso devono rendersi conto che con Biden probabilmente non ce la faranno. È possibile che tentino qualcosa di disperato prima della fine dell’anno per cercare di riaffermare Biden e poi risostituirlo con calma dopo, oppure può darsi che dicano “va bene, abbiamo perso, per questo giro lasceremo Trump”. Trump da parte sua sta raccogliendo sempre più sostenitori, soprattutto di finanziatori che prima erano decisamente orientati a sinistra. Sta raccogliendo un grosso sostegno dal mondo della tecnologia, dell’alta tecnologia. Abbiamo visto alcuni donatori, per esempio David Sachs, che è uno della PayPal mafia, quindi tra i fondatori di PayPal che poi è diventato miliardario lui stesso e che continua a investire in nuove società di tecnologia, che prima aveva sostenuto De Santis, gli era stato molto vicino durante la campagna elettorale, poi oggi ha ufficialmente sostenuto Trump, ha fatto una raccolta fondi importante nella Silicon Valley a favore di Trump.

Sappiamo che i gemelli Winklevoss, quelli che avevano fatto causa a Zuckerberg per Facebook e poi con i soldi vinti avevano avviato un exchange, una società che fa trading di criptovalute, si chiama Gemini, che ha avuto grande successo. Hanno dato a Trump 2 miliardi di dollari, il che giustifica l’improvviso amore di Trump per Bitcoin, che ha detto che difenderà con tutte le sue forze e che farà sì che la produzione di Bitcoin sia soprattutto in America. Quindi da questo punto di vista Trump sta raccogliendo molto molto sostegno, mentre invece il Partito Democratico, che fino ad ora è stato decisamente contro cripto, si sta rendendo conto che non è una politica funzionale, che non gli aiuta in nessun modo, anche perché l’intera economia americana è destinata a cambiare e questo vorrei che fosse inquadrato da voi.

Gli americani hanno tanti difetti, però hanno un pregio, la velocità. Quando si rendono conto che qualcosa non funziona più lo cambiano, con una rapidità che è veramente stupefacente. Quindi stiamo assistendo a una perdita di potere rapidissima di alcuni mostri sacri, come per esempio Google, Facebook e uno spostamento invece di attenzione su un’altra categoria di aziende tecnologiche, per esempio quella di Peter Thiel, una persona che era stata vicina a Trump e che sembra di nuovo vicina, che è uno dei soci di Rumble, ad esempio, giusto per citarlo. Però è molto più conosciuto come socio di Palantir, che è un’azienda che produce software e altre tecnologie per la difesa. Perché una cosa che è rimasta chiaramente impressa nella mente di tutti questi personaggi che comunque determinano in qualche maniera la direzione della politica americana è che la guerra in Ucraina sta persa per l’inadeguatezza delle armi.

Le armi della NATO sono vecchie, sono inadatte, sono insufficienti, sono costose e sono estremamente difficili da usare e sono quasi impossibili a riparare. Quindi in una scena di questo genere la NATO ha fatto una figura, non dico di che tipo, nei confronti ai russi che sono un’azione molto più piccola, che avevano un armamentario molto più vecchio e che sicuramente erano in difficoltà, avrebbero dovuto essere in difficoltà nei confronti di tutto l’arsenale NATO, ma invece non è stata così. In particolare i russi hanno dimostrato di avere una notevole inventiva di riuscire a prendere bombe di grandissima portata, di vecchio tipo, bombe stupide cosiddette e con l’aggiunta di alcuni orpelli, elementi accessori però importanti, che non hanno un grande costo, trasformarle in bombe intelligenti, quindi bombe che possono essere pilotate con attenzione, lanciate da lunga distanza, portate esattamente sul bersaglio e poi per colpire il bersaglio e che stanno usando in Ucraina su vasto raggio e che costituiscono un pochino il futuro, il nuovo futuro della guerra.

Quindi si rendono conto gli americani, alcuni americani, che l’intera gerontocrazia americana, l’intero complesso di industria militare deve essere pensionato. La Boeing, che è uno dei principali produttori di armi, non riesce neanche a produrre aerei e cibili che stiano in aria, cioè tendono a precipitare, si smontano in volo, quindi non è una situazione per nulla interessante. Si rendono conto quindi che tutto questo va in qualche modo archiviato e che bisogna invece sviluppare una nuova generazione di armi, una nuova generazione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, basata sull’uso della robotica sul campo di battaglia, basato sull’uso di droni dotati di intelligenza artificiale. Invece di avere armi complicate come i droni Reaper, si chiama se non sbaglio quello americano, che è enorme, che ha una lunga portata, può lanciare armi potenti, ma alla fine è uno e può essere abbattuto facilmente, averne tantissimi, che costano molto meno, che si muovono come sciami e che possono colpire in più punti diversi contemporaneamente, un po’ come stiamo vedendo succedere in Ucraina e come abbiamo visto fare da parte di Iran nei confronti di Israele.

E questo richiede lo sviluppo di un’intera nuova industria, dietro alla quale ci sono questi finanziatori che sostengono Trump e credo che a questo punto il cosiddetto Deep State, vale a dire la componente che c’è di più con la testa e che vuole comunque mantenere una situazione di predominio per gli Stati Uniti, stia sposando e sia pronta a buttare Biden e la sua fazione alle ortiche per il momento. Questa è un po’ l’impressione che me ne sono fatto e quindi quello che immagino succederà sarà una situazione estremamente critica per il Partito Democratico su come gestire la questione Biden, mentre una scesa progressiva di Trump e una vittoria molto probabile di Trump.

Ora, Trump è sicuramente preferibile a Biden per una serie di motivi che adesso vi elenco. Il primo di questi è che è imprevedibile, vale a dire, benché sia chiaramente a questo punto legato a una serie di finanziatori e di sponsor che gli diranno cosa fare, e anche una persona che per, diciamo, orgoglio personale, per ambizione personale, per motivi personali, se bisogna dire che gli gira, fa qualcosa di diverso e di conseguenza possiamo aspettarci da parte sua una maggiore capacità di impedire uno scivolamento verso una guerra nucleare, verso la quale ci stiamo avvicinando progressivamente, in modo molto più efficace di quello che potrebbe fare Biden e le entourage intorno a Biden. Dopodiché possiamo aspettarci di tutto.

Quello di cui sicuramente mi aspetterei è un’ondata di inflazione più alta rispetto agli ultimi quattro anni, che si estenderà a livello globale, ma che si senterà parecchio anche negli Stati Uniti. Quello che possiamo aspettarci è probabilmente maggiori misure destrittive su certi fronti, fronte economico, ma anche con Biden, ma anche con Trump, se mantiene fede alle sue promesse, una maggiore tutela di bitcoin, delle criptovalute, anche perché si capisce, cominciano a capire che quella può essere un’alternativa valida per transitare l’economia americana in una nuova direzione e in generale direi una situazione estremamente volatile, perché appunto, data l’imprevedibilità di Trump, dato l’insieme di elementi che dovranno muoversi ed essere in movimento contemporaneamente, non è prevedibile esattamente quello che succederà, salvo il fatto che ci sarà una maggiore pressione economica su tutto, anche perché Trump è stato molto chiaro, oggetto prima, sul fatto di voler imporre maggiore sanzioni, sappiamo che le sanzioni non funzionano, non hanno mai funzionato e quindi ci sarà di conseguenza una maggiore inflazione, anche a seguito della minore disponibilità di prodotti.

Ci saranno tensioni sociali, Trump verrà probabilmente rinchiuso all’interno di un involucro protettivo, vale a dire tutti i processi che continueranno, più le pressioni dei mass media, più dei mainstream, più le pressioni politiche lo terranno abbastanza bloccato, in modo che faccia esattamente quello che si vuole che faccia. Al tempo stesso potrebbe innescare appunto una trasformazione che punti in modo pesante sull’intelligenza artificiale, come nuova industria destinata a svilupparsi, che punti su un uso più approfondito del cripto, più generale, e che punti anche su un disimpegno progressivo degli Stati Uniti dall’Europa, anche perché non possono ottenere troppi fronti contemporaneamente, si capisce che non sono più in grado di farlo e dovendo rinnovare l’intero impianto militare, ci sarà un enorme lavoro da fare in tal senso, mentre invece sarà di nuovo presente, gli Stati Uniti saranno sicuramente presenti ancora in Medio Oriente e in modo crescente all’est, verso l’Estremo Oriente.

Verso il nucleare a media gittata

Ci auguriamo appunto che mentre questa trasformazione si avvicenda, mentre arrivano nuove generazioni, mentre ci sono nuovi politici un pochino più freschi, mentre l’intero sistema economico si sgretola e viene sostituito da qualcos’altro, si possa evitare di arrivare al conflitto nucleare e si possa arrivare a una ricostruzione sociale ed economica partendo dal basso necessariamente, perché questo è un fine che può essere provato avanti soltanto con una formazione generale, una maggiore comprensione generale dei meccanismi, anche perché chi non diventerà più esperto in materie finanziarie, chi non comprenderà meglio Bitcoin e tutti i vari strumenti del mondo cripto, rischierà di essere tagliato fuori e rischierà di essere trascinato via da una ondata di inflazione senza precedenti.

Detto questo, uno chiedeva cosa si rivelava il 47% di credibilità, uno di voi chiedeva il 47% di credibilità o di gradimento di Biden, sceso poi al 30% si riferiva naturalmente agli elettori del Partito Democratico, sappiamo che era già sceso parecchio a livello di elettorato complessivo, quindi Biden al momento viene dato dagli stessi giornalisti di sinistra, quelli un po’ più indipendenti come fuori al 60% e in generale il pronostico per una vittoria del Partito Democratico è abbastanza basso. Vedremo, ci hanno sempre sorpreso con cose nuove, diciamo innovative e creative, vedremo cosa succederà. Di certo la tensione sta crescendo a livello internazionale, quindi è necessario cambiare direzione.

Nel 2019 Trump aveva cancellato un accordo di non proliferazione nucleare che aveva portato i russi a mettersi moratoria, auto moratoria per un certo periodo, in attesa di vedere se la nuova presidenza americana avrebbe cambiato direzione, cosa che non è successa. Dopo il dibattito, dopo l’ultimo dibattito, Putin ha annunciato che a questo punto anche i russi si riterranno da quest’ultimo accordo di non proliferazione, l’ultimo che restava ancora valido, l’altro è stato già cancellato da George Bush Junior e quindi inizieranno a sviluppare testate nucleari a media agitata. Quindi anziché avere testate nucleari tattiche che possono essere usate all’alto di qualche centinaio di chilometri, che vengono lanciate direttamente dagli aerei e che servono a colpire aree specifiche, tipicamente aree di battaglia, oppure le testate nucleari strategiche, quelle intercontinentali, che possono colpire direttamente gli Stati Uniti o la Russia dagli Stati Uniti, svilupperanno delle testate nucleari ad alta potenza che invece possono viaggiare diverse migliaia di chilometri.

Quindi all’interno del continente colpire diversi obiettivi. Cosa che stanno facendo anche gli Stati Uniti? Sappiamo che la Russia ha dato alla Corea del Nord dei vettori intercontinentali per portare in giro le sue testate nucleari, quindi presto i coreani del Nord potranno, se vogliono, bombardare gli Stati Uniti direttamente e la traiettoria seguita dall’intera compagine militare e geopolitica indica che l’Europa dovrà necessariamente riattivare la propria industria militare, dovrà comprare nuove armi dagli americani, visto che ne ha bruciate tantissimo in Ucraina, e qualora gli americani si ritirassero dall’Europa vedremo molto presto la Germania, la Polonia, la Romania, i paesi baltici dotati di una propria testata nucleare. Vedremo. L’Iran è potenzialmente su quella traiettoria come pure l’Arabia Saudita. Quindi stiamo entrando in un periodo di proliferazione nucleare, di nuova corsa agli armamenti nucleari che avevamo in qualche modo interrotto verso la fine degli anni ’90, portandoci verso una riduzione delle armi che era stata a beneficio di tutti, naturalmente, e che l’unica direzione sensata in cui andare si è invertita e di conseguenza dobbiamo riportare di nuovo la situazione sotto controllo.

Direi che questo è l’unico vero obiettivo che possiamo chiedere e pretendere dai nostri politici. Non possiamo aspettarci che cambiano la situazione economica perché non sono in grado. Non sono in grado o perché non sono competenti o perché comunque non hanno le leve o perché ormai la situazione è compromessa, bisogna ricostruire l’intero sistema e in più sono loro stesse vittimi delle varie lobby che spingono a direzione dell’altra, quindi alla fine quello che fanno è prendere i soldi che ci sono, che sono sempre meno, o sono sempre di più, soldi presi a presta da qualcun altro e distribuirli e mandandoli a destra o a sinistra, ma alla fine non si fa che peggiorare la situazione.

Quindi per la parte economica dobbiamo pensarci noi, perlomeno a livello individuale dobbiamo cominciare a tutelarci individualmente perché i tempi saranno più difficili oggettivamente, però possiamo pretendere che i nostri politici mantengano perlomeno il campo da gioco, preservino il campo da gioco e non arrivino a distruggere l’intero pianeta, perché comunque la direzione è una direzione che è opposta a quello dove dovremmo andare. Vi ringrazio l’attenzione e vi rimando al prossimo video.

Roberto Mazzoni

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