Alzheimergate e Trump – MN #276

Siamo insieme nella ricerca della verità, in particolare di quello che succederà alla presidenza statunitense e che conseguenze potrà avere in Europa. C’è tantissimo materiale che vorrei trasmettervi e che non riesco per mancanza di tempo, ma ho pensato di riproporvi un’intervista che ho appena tenuto su Money.it, su YouTube, che fa una sintesi direi abbastanza efficace, rispondendo anche ad alcune domande. Mi auguro che sia di vostro gradimento e che vi aiuti a tenervi al passo con i tempi folli in cui stiamo vivendo.

Le manovre del potere

[Fabio Frabetti]

Buonasera amici di Mani.it, ben trovati per uno degli appuntamenti più attesi, le analisi dagli Stati Uniti di Roberto Mazzoni. Ciao Roberto. Buongiorno a tutti, ben trovati. Allora Roberto, ho visto un po’ i tuoi video, invitiamo a vedere i contenuti sul tuo sito mazzoninews.com. Molto interessanti le tue analisi che partono anche dalla corsa per le presidenziali in Italia.

Si è iniziato a parlare adesso, ma anche un po’ in altre zone del mondo a livello mainstream, del problema di Biden che chiaramente ai nostri occhi era arcinoto, forse dall’inizio, da quando era diventato presidente. Però molto interessanti anche le tue analisi su Trump e soprattutto sui finanziatori di Trump, alcuni dei quali sembrano essersi spostati, però anche dal campo democratico a quello repubblicano, e questo chiaramente pone degli interrogativi anche in caso di vittoria di Trump, su quali ambienti di potere potrebbero influire nella sua presidenza. E quindi tutta una riflessione sugli anni che ci attendono, a prescindere da chi vincerà effettivamente.

[Roberto Mazzoni]

Infatti, adesso abbiamo l’Alzheimer Gate, siamo in mezzo all’Alzheimer Gate, e vediamo una serie di eventi che si stanno manifestando all’interno dei media mainstream, soprattutto americani, per cercare di preparare la successione di Joe Biden, quindi la sostituzione di Joe Biden con un altro candidato del partito repubblicano, che potrebbe essere Kamala Harris a questo punto. Tutto questo deriva da una serie di manovre che abbiamo osservato fin dall’inizio dell’anno, sul fronte economico dei supporter, diciamo coloro che finora erano sostanzialmente a favore di Joe Biden o comunque a favore dei democratici, alcuni dei quali tuttavia hanno iniziato a staccarsi dal gruppo di sostegno per orientarsi di più verso Trump.

È chiaro che il sistema politico americano è complesso, soprattutto ora che ci troviamo invischiati in due guerre contemporanee, entrambe che non stanno andando molto bene, direi in particolare quella ucraina ha segnato in modo indelebile la presidenza di Biden, che non può semplicemente uscire senza avere una vittoria, la vittoria non ci sarà quindi sarà necessario intervenire sul candidato e sostituirlo con qualcun altro. Però abbiamo anche la guerra in Israele che vede invece Joe Biden di nuovo estremamente svantaggiato perché ha irritato una parte importante del suo elettorato, quella che fa leva sul mondo arabo, sui migrati di origine araba che vivono negli Stati Uniti e anche su una componente ebraica di israeliani e americani che non sono favorevoli a quello che sta succedendo in Israele in questo momento e che quindi sono disallineati rispetto alla politica di Biden, che è stato soprannominato “genocidio Joe” e questo dai suoi stessi elettori, quindi non dal partito repubblicano, ma quindi dagli avversari.

Joe Biden è cotto, non soltanto mentalmente, perché questo lo sapevamo anche prima della sua elezione, mi ricordo nel 2021, avevo rivisto un video recentemente del 2021 dove parlavo di una ricerca condotta dal Pew Institute, che è un istituto di ricerca abbastanza qualificata negli Stati Uniti, che diceva nel 2021, appunto, proprio dopo l’elezione, che Joe Biden veniva considerato non propriamente presente dal punto di vista mentale dal 71% degli americani e quindi non adatto per coprire la carica di presidente. Come si è riuscito a dare su di quei voti non lo sappiamo, però quello è un altro discorso. Il discorso quindi della inabilità di Biden di tenere la posizione di presidente è vecchia quanto la sua presidenza, ma ora era diventata decisamente ingombrante.

Ma era ingombrante soprattutto perché ormai Joe Biden arriva alla fine del suo mandato con una guerra persa, quella dell’Ucraina, comunque non vinta, e con una situazione in Israele che è estremamente svantaggiosa, perché Israele non sta riuscendo a risolvere i problemi con la mass. Ha ammazzato una quantità esorbitante di civili palestinesi. Questo ha irritato tutto il mondo e in particolare ha irritato l’elettorato di Joe Biden. Quindi Joe Biden è un voto a perdere dal punto di vista democratico. I democratici hanno dovuto mettere in scena tutta questa pantomima dove hanno organizzato questo dibattito tra Biden e Trump molto in anticipo rispetto a quello che si fa di solito nel periodo elettorale presidenziale americano, proprio per mettere in evidenza le carenze di Biden e di aver la scusa per farsi avanti e chiedere un sostituto.

Biden, forse come era attendibile, non se ne vuole assolutamente andare, anche perché la moglie e il figlio non vogliono assolutamente andarsene dalla Casa Bianca, ma direi che l’allevata di scudi generale da parte dei media mainstream, di molti politici in campo democratico e di molti attori o personalità vicina al partito democratico che dichiarano all’unisono, quasi fossero stati preparati in anticipo, che Biden ha fatto tanto ma adesso è ora che si faccia da parte, indica che il partito ha deciso, Biden se ne deve andare, in un modo o nell’altro e il tempo che è intercorso da gennaio a oggi è stato speso nell’identificare un possibile sostituto. Sappiamo che i finanziatori non sono contenti, i sostenitori di Biden non sono contenti dei risultati che stanno ottenendo, Trump è comunque in avanti sulle classifiche e poi vedremo chi è venuto a sostenere Trump, ma restando per il momento su Biden c’è anche da capire che probabilmente la scelta di Kamala Harris offre una serie di garanzie.

La prima garanzia è che è un personaggio conosciuto, all’opera sanno che è pronta ad obbedire a qualsiasi ordine, seguirà il copione che le viene fornito e quindi è affidabile da quel punto di vista, tuttavia è molto più presentabile di Biden, anche se è estremamente impopolare in generale tra gli americani, rimane il fatto che è sicuramente più presentabile dell’attore presidente. Quindi direi che siamo in fase calante con Biden, è probabile perché nel partito democratico non si è mai vista una spaccatura interna palese, è sempre stato un partito dove con l’impronta classica sovietica tutti erano allineati, tutti erano d’accordo, tutti erano sullo stesso messaggio, anche se all’interno c’erano delle frizioni. Ora invece c’è una chiara posizione di antagonismo tra Biden che addirittura è diventato nella sua mente il candidato rivoluzionario, perché dice “io sono contro le élite del mio partito, i grandi finanziatori che vogliono rubarvi la democrazia da sotto i piedi”. Ricordiamo che le primarie di quest’anno del Partito Democratico probabilmente non sono state perché tutti i candidati alternativi o si sono trattenuti da candidarsi o sono stati semplicemente messi da parte.

Quindi il Partito Democratico non c’è molto nella procedura, ma Biden a questo punto diventa il nuovo Che Guevara contro la corruzione del Partito Democratico. È poco credibile che questa cosa vada avanti ancora per molto, perché naturalmente danneggia sia il partito che le prospettive di avere la presidenza da parte del Partito Democratico, cosa che il Partito Democratico sicuramente non è disposta a rinunciare. Quindi sembra che si stiano collimando verso Kamala Harris. Gli altri candidati che uscirebbero a parlare, Gavin Newsom piuttosto che la governatrice del Michigan, sono personaggi che non sono mai stati messi alla prova e che Newsom comunque ha un bagaglio pesante visto i risultati disastrosi della California e quell’altra è poco conosciuta, quindi sarebbe un percorso in salita. Magari la mettono come vicepresidente sotto Kamala Harris.

Kamala Harris ha il grosso vantaggio di essere la prima presidente donna, sarebbe, e anche la prima presidente donna di colore. Per cui dal punto di vista democratico ha una serie di vantaggi. Quindi questo è quello che sta succedendo sul fronte dell’Alzheimergate che si presume non durerà molto a lungo. Tra l’altro è veramente notevole vedere personaggi dei media americani che fino all’altro ieri avevano detto che Biden era al massimo della sua lucidità mentale, che l’avevano incontrato di persone e potevano attestare il fatto che fosse estremamente presente, estremamente capace. Improvvisamente la settimana dopo dicono “Eh sì, però in realtà è tutto sommato, dopo il dibattito ci siamo resi conto che forse è il caso che se ne vada”. Quindi Biden nel frattempo fa dichiarazioni tipo “Sono l’imperatore del mondo, senza di me non potete governare”. Sta diventando un po’ ridicolo anche per il livello direi piuttosto scadente a cui la politica americana ci ha abituato, soprattutto quella presidenziale. Quindi non credo che durerà molto a lungo. Sicuramente entro la convention di agosto dei democratici si deve arrivare al dunque. E di nuovo, vista questa frattura pubblica che viene accentuata ogni singolo giorno, direi che il partito ha deciso e che Biden se deve andare. Sul fronte invece di Trump abbiamo una serie di novità interessanti. Innanzitutto Trump l’abbiamo visto crescere come popolarità, come seguito, soprattutto grazie anche alle accuse giudiziarie, i falsi processi, tutte le cose state montate contro di lui, veramente con l’obiettivo di mettere in difficoltà un candidato politico, perché se Trump non si fosse candidato come presidente siamo sicuri che nessuno di quei processi sarebbe mai stato avviato.

Quindi quello gli ha dato una certa spinta tra la popolazione, però anche Trump esce dall’ultimo dibattito forte rispetto a Biden, perché è facile, ha fatto tutto Biden, ma neanche troppo rafforzato, perché Trump si è rifiutato di rispondere a parecchie delle domande che gli sono state poste. In generale noi sappiamo che, per esempio, sul fronte della politica israeliana, è molto più vicino gli israeliani di quanto non sia Biden, che ha ricevuto la promessa di un importante finanziamento da una facultosa famiglia americana con collegamenti israeliani che vuole una serie di impegni da parte di Trump per il futuro di Israele, in particolare il riconoscimento ufficiale della Cisgiordania come territorio di Israele. Avevano già avuto questa stessa famiglia al giro precedente il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme.

Quindi agli occhi degli elettori repubblicani, anche Trump comunque è già coinvolto in qualche maniera nella vicenda di Gaza e in tutto il resto e di conseguenza sta perdendo anche lui un pochino di seguito. Però vediamo arrivare il supporto da una frangia finora abbastanza periferica che lo aveva sostenuto in parte in passato, poi si era schierata con De Santis, poi era un po’ girata in giro, di ex PayPal mafia, quindi ex finanziatori, creatori di PayPal originale che poi sono diventati venture capitalisti importanti nel mondo della tecnologia negli Stati Uniti, che potrebbero essere la nuova generazione della Silicon Valley però fuori dalla Silicon Valley, che lo stanno sostenendo a spada tratta e che hanno organizzato delle raccolte fondi importanti e che stanno facendo una grossa spinta per poterlo emergere. In questo senso direi che stiamo assistendo anche a una trasformazione interna nel cosiddetto Deep State americano, perché comunque le guerre hanno conseguenze e la guerra in Ucraina ha avuto la conseguenza di mettere davanti agli occhi di tutti che i sistemi d’arma americani sono o obsoleti o comunque inefficienti e non sono in grado di competere con sistemi tattici, sistemi d’arma sviluppati dai russi né in quantità né in qualità, non tanto come complessità e sofisticatezza dell’elettronica e della tecnologia perché quelli americani sono troppo complicati o quelli della NATO in generale, quanto proprio perché sono troppo complicati, diventano difficili da usare, diventano difficili da mantenersi, rompono facilmente, costano troppo cari e messi a confronto con la nuova guerra a cui l’Ucraina ci ha abituato, cioè la guerra dei droni, diventano sostanzialmente inutili o decisamente poco produttivi.

Quindi improvvisamente l’America politica che è sempre gravitate intorno al complesso industriale meditale, si rende conto che il complesso industriale meditale non è più sostenibile così come oggi, devono entrare nuovi giocatori, nuove aziende, quelle che appunto stanno sostenendo Trump e che sono comunque legate anche a Israele in modo abbastanza profondo e che vogliono sostituirsi ad altri grossi giocatori. Quindi è uno scontro all’ultimo sangue, perché io ho visto dei rapporti tra questi produttori d’armi che si confrontano, non ci sono colpi proibiti, è tutto possibile, è tutto ammesso. Quindi dietro Trump c’è questo nuovo filone che vede l’uso dell’intelligenza artificiale mescolata con i droni, mescolata con comunque il controllo dell’identità, una serie di meccanismi di controllo che già sono stati sperimentati in parte in Israele, ma che verrebbero poi integrati nei sistemi d’armi americani su scala essenzialmente più vasta per sostituire altre cose che devono essere rottamate.

Di conseguenza Trump sembra essere il nuovo paladino, il nuovo Deep State. Che cosa questo nuovo Deep State ci porterà, non lo sappiamo. Di certo è difficile che Trump riesca a porre fine in modo efficace a tutte le guerre a cui dice di voler porre fine, a cominciare da quella Ucraina, però sappiamo che sicuramente sarà messo in posizione migliore rispetto a Biden, che sicuramente non può porre fine se non perderebbe la faccia. Abbiamo visto Zelensky che pare che abbia detto di essere pronto a un nuovo summit di pace con la partecipazione dei russi questa volta e non solo con la partecipazione dei russi, ma di essere anche disposto ad ammettere il fatto che i russi tengano il territorio occupato finora. Nel frattempo abbiamo l’incontro della NATO in questi giorni dove dicono che hanno addirittura creato un nuovo comando militare all’interno della NATO per facilitare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, per cui mi sembra tutto un grande casino. Soprattutto se confrontato poi con le elezioni europee recenti che direi gettano un quadro decisamente interessante sulla situazione complessiva.

[Fabio Frabetti]

È per questo forse che anche da chi era detrattore di Trump si sottolinea, Trump diverso, è cambiato, è migliorato rispetto all’altra volta quando è stato presidente. Abbiamo notato queste sfumature e questo insomma, considerato anche le cose che ci hai detto adesso, unire i puntini non è difficile.

[Roberto Mazzoni]

Non è difficile, anche perché è chiaro che Trump deve avere degli alleati per poter arrivare alla Casa Bianca, ma questo vale per qualsiasi presidente. La lobby israeliana è sicuramente una delle più potenti in tal senso che comunque è integrata nella lobby della produzione dei armamenti, perché poi alla fine sono quasi la stessa cosa. Trump già durante la sua presidenza a precedenze non ha avviato nuove guerre, questo si riconosce, però ha rimpolpato in modo sensibile il budget del Pentagono e ha rimpolpato in modo sestibile la quantità di sistemi d’arma disponibili alle varie forze armate americane. Quindi ha creato le condizioni per poi rifornire gli ucraini durante la guerra in Ucraina. Tant’è che è stato sotto la sua presidenza che gli ucraini per la prima volta hanno ricevuto armi letali da usare nei confronti russi.

Prima, anche lo stesso Obama, si era rifiutato di fornire armi a un certo livello, forniva assistenza, aveva organizzato il colpo di Stato e tutto il resto, ma non si era mai spinto fino al punto di fornire armi perché diceva comunque la Russia ha il vantaggio dell’escalation geografica, vale a dire sono vicini di casa, hanno tutte le risorse per andare di mano, se noi facciamo 10 loro possono fare 100, se noi facciamo 100 loro possono fare 1000 e noi non riusciremo mai a fare abbastanza per sovrastarli. Ma poi sappiamo che comunque c’è anche una forte pressione da parte dei britannici in particolare, c’è una forte pressione anche da parte della NATO, i tedeschi non so bene per quale motivo, i polacchi forse in modo più comprensibile. Per alimentare questa guerra, una situazione che sta costando parecchio ai politici europei, infatti si parla della maledizione di Zelensky, tutti quelli che hanno sottolineato Zelensky vengono via via buttati fuori e ci saranno altri che se ne dovranno andare sicuramente. Però appunto nel caso di Trump, Trump era stato visto come un pericolo per la NATO, adesso la NATO sta facendo queste varie misure che dovrebbero essere a prova di Trump, quindi anche se lui arrivasse dovrebbe riuscire comunque a mantenere la NATO in vita, cosa che è probabile.

Però Trump al tempo stesso ha delle priorità diverse e lo stesso Deep State americano ha delle priorità diverse. La guerra in Ucraina è stata un fiasco, probabilità di cambiare le sorti senza mettere in campo soldati americani in buona sostanza sono scarse e i turchi che sono l’altro grande esercito europeo che fa parte della NATO, han già detto che loro in Ucraina non ci vanno a combattere contro la Russia, quindi a lato pratico non è fattibile e di conseguenza a dirai di quelle che possono essere le esigenze di salvare la faccia della Casa Bianca di Biden e di Biden è il medesimo, per gli americani la guerra in Ucraina sta diventando decisamente un peso, non soltanto economico ma anche un peso politico, perché in ogni caso continuano a fare brutta figura e continuano a perdere armamenti non solo molto costosi ma anche molto sofisticati secondo quelle che erano le affermazioni del Pentagono, quindi non è una situazione tollerabile secondo me, in più per il Deep State americano l’obiettivo numero uno rimane la Cina e l’obiettivo numero due è il sostenere Israele, mentre invece per l’Ucraina potrebbe esserci un terzo posto che comunque comincia a essere piuttosto difficile da sostenere.

Ho visto che Biden nell’ultima conferenza che ha fatto con il 75esimo anniversario della Nato a Washington ha dichiarato che all’Ucraina darà una priorità, sarà il primo posto della lista nella fornitura di armi, quindi verrà prima di Israele, questo può essere giustificato anche dal fatto che è un momento di Israele, è un momento di rallentamento perché sono un po’ in difficoltà, cosa combinerà Netanyahu quando viene a Washington e questo credo che avrà un impatto importante su quello che può essere l’evoluzione delle elezioni, però Trump è diventato accettabile per il Deep State perché può fare le cose che loro servono e possono al tempo stesso scaricare la responsabilità dei fallimenti su Biden e sulla sua evidente senilità, quindi uscirne, non dico senza macchia perché è impossibile, però uscirne abbastanza bene da far dimenticare agli americani i problemi vissuti sinora e a dedicarsi su nuovi obiettivi. Non credo che siano pronti a lanciare una nuova guerra, motivo per cui un Trump andrebbe bene, perché darebbe la possibilità di ricostruire nuove armi, nuovi arsenali, buttando via tutta roba vecchia, e in più soprattutto nell’ambito della tecnologia, quindi vediamo dei personaggi chiave nell’ambito tecnologico che sono decisamente dietro Trump.

E questo anche giustifica il fatto che c’è stato uno spostamento anche di peso finanziario all’interno degli Stati Uniti, da dove la Federal Reserve, sai che la Federal Reserve è divisa in tanti capitoli, uno di questi era quello di San Francisco, e per ragione dello sviluppo innegabile della tecnologia nell’ambito della Silicon Valley, quindi dell’area di San Francisco, e tutto il resto, la Federal Reserve di San Francisco aveva acquisito un ruolo molto più importante rispetto al resto del paese con una serie di agevolazioni e benefici. Però dopo il cambio dell’indice, il cambio del dollaro internazionale, con uno sforzo notevole da parte della Federal Reserve di portare il controllo verso l’est, verso la Federal Reserve di New York, quella originale, si vede che c’è la volontà di togliere gas dalla Silicon Valley tradizionale e di spostarla verso un nuovo polo tecnologico che potrebbe essere più gravitato sul Texas, in parte anche alla California, però più gravitato sul Texas e con finanziatori da New York o comunque dall’area di Wall Street.

Quindi salvaguardare Wall Street spese, se vogliamo, dalla Silicon Valley e anche tagliare alcuni dei fornitori d’armi come la Boeing che si trova ad Ovest, inserendo degli nuovi che invece porterebbero tutte delle nuove tecnologie, dalla robotica ai droni, a tutto quello che vediamo già in atto in azione in Russia. Quindi questa potrebbe essere una spinta notevole che proietterebbe Trump alla Casa Bianca con il beneplacito di una sezione del Deep State. L’altra sezione continuerà a difendere Biden o chi viene dopo Biden, quindi è uno scontro all’ok corral.

[Fabio Frabetti]

A proposito di Biden c’era Sonia che chiedeva perché i democratici non hanno puntato su Kennedy.

[Roberto Mazzoni]

Questo non saprei dirlo. Credo che considerino Kennedy difficilmente controllabile da una parte. Kennedy è molto legato, se vogliamo, comunque al mondo della tecnologia perché la sua vicepresidente viene da lì. E’ legato anche e soprattutto al mondo della salute. Ha avuto una posizione chiaramente contraria al PD sulla questione dei vaccini. Viene considerato un candidato pesante con un bagaglio piuttosto ingombrante anche perché lui ha parlato liberamente del coinvolgimento della CIA nell’uccisione di suo padre e di suo zio. Non è che si è presentato in modo favorevole. Più ciò credo che fosse sgradito. Per i democratici è essenziale avere uno yes man e uno yes woman. Biden era perfetto perché praticamente non c’è e Kamala Harris è come se non ci fosse.

Quindi sono i due candidati ottimali. Dove li metti stanno e quelli che gli cedono le dicono. Quindi sono il sogno del PD che ha un’impostazione sovietica dove si parte dal partito e si decide e si segue una linea compatta a tutti i coerenti. Per i repubblicani abbiamo visto che c’è ancora una parvenza di democrazia. C’è stata una delle elezioni primarie regolari e Trump è emerso vincitore indubbiamente. Il PD ha altri problemi, problemi di legami troppo forti con Israele che stanno compromettendo l’immagine e la credibilità dello stesso PD. Però nel caso del PD la situazione è diversa.

C’è ancora una forma di primaria dove si cerca di scegliere il candidato che ha più voti, più seguito, più donatori. Nel caso del PD hanno abbandonato questa direzione già da molto tempo, già dalle elezioni del 2016 dove Bernie Sanders avrebbe dovuto vincere invece della Clinton ed è stato eliminato attraverso brogli interni. E poi nel 2020 dove hanno fatto emergere Biden che invece non lo sarebbe dovuto emergere perché guardando i voti che aveva raccolto era decisamente indietro. Quindi direi che ormai è una direzione che hanno imboccato e che non cambieranno. Perciò avremo sempre dei candidati scelti dal partito.

[Fabio Frabetti]

Poi c’è una domanda sulle probabilità, secondo te, di un vero conflitto tra Nato e Russia.

[Roberto Mazzoni]

Questa è una domanda difficile perché la Nato sembra comunque motivata ad andare avanti e a portare l’escalation finalmente ai massimi livelli perché non accetta la sconfitta. E questo per certi versi si può anche capire perché una sconfitta in Ucraina dopo tutto quello che ci hanno investito metterebbe in serie a questione il futuro della Nato stessa. Dall’altra parte i russi stanno cercando di evitare l’escalation e di conseguenza stanno muovendosi con circospezione gradualmente preparandosi a una guerra di lungo periodo. Infatti stanno cercando di economizzare il più possibile vite umane sul proprio fronte quindi cercare di avere il minimo delle perdite possibili pur guadagnando terreno un po’ per volta. Però vogliono evitare un conflitto diretto con la Nato.

Allora, da un punto di vista di conflitto diretto direi che già ci siamo in una certa misura perché sappiamo che molte delle armi consegnate agli ucraini non sono utilizzabili dagli ucraini vuoi perché non hanno l’addestramento necessario vuoi perché alcune di queste richiedono coordinate satellitari o coordinate fornite dall’aviazione, da droni o da altri sistemi come gli aerei spia che si muovono sul territorio del combattimento che non sono accessibili agli ucraini per il semplice fatto che richiedono un livello di clearance quindi di accesso a informazioni segrete che non viene dato ai non americani e viene dato soltanto ad alcune persone nelle Forze Armate Americane. Quindi è scontato, direi, questo è confermato anche da altre fonti come ex membri della CIA, de ex membri delle Forze Armate Americane che questo tipo di informazioni deve per forza venire da personale militare americano che opera vuoi in Polonia, vuoi in Germania e da questi droni che volano sul Mar Nero infatti i russi hanno detto che se li vedono ancora in vicinanza della Crimea, li abbatteranno e questo creerebbe un conflitto diretto però ci siamo abbastanza vicini. Da qui al conflitto nucleare c’è ancora parecchio spazio e di conseguenza non è detto che ci si arrivi. L’iniziativa di Orban sta andando nella giusta direzione Orban si è mosso molto bene è andato a incontrare se non sbaglio prima Macron in Francia, poi è venuto in Italia e poi è andato in Germania dopodiché è andato in Ucraina, in Russia, poi in Cina e presto verrà negli Stati Uniti per fare un giro di consultazione ed incominciare ad avviare i colloqui.

Anche perché sappiamo che la Casa Bianca di Biden non ha nessun contatto con i russi o con il Cremlino quindi è necessario ripristinare qualche tipo di comunicazione anche perché durante la famosa crisi dei missili cubani negli anni ’60 comunque c’erano dei contatti e c’era modo di trovare una quadratura attraverso i canali diplomatici ma oggi non c’è quindi direi che l’iniziativa di Orban abbia fatto scendere abbastanza la pressione soprattutto dopo l’attentato di Ucraino in Crimea però il rischio c’è a dire il vero il maggior rischio di escalation oggi si vede in Israele Netanyahu non sta ottenendo risultati a Gaza nonostante lo sterminio di fatto le forze armate di Hamas sono ancora sostanzialmente integre continuano a intervenire sui militari israeliani sappiamo da voci israeliane che i feriti anche i gravi israeliani sono più di 70.000, stiamo parlando di soldati e considerando che questi sono tutti soldati che sono di leva, quindi riservisti non sono professionisti gente che è stata portata via dal posto di lavoro quindi impatta sull’economia da gente che non è abituata a una guerra di lungo periodo anche le forze armate, anche l’IDF le forze armate israeliane sono in difficoltà.

Ma sappiamo che Netanyahu ha bisogno di far proseguire la guerra per motivi politici e anche per motivi personali c’è un’inchiesta piuttosto pesante che pesa su di lui e che potrebbe portarli in galera nel momento in cui uscissero dal governo e finisse questa crisi quindi sappiamo che Netanyahu sta premendo affinché si allarghi il conflitto includendo il Libano e quindi un confronto diretto con Hezbollah un confronto diretto con Hezbollah che farebbe intervenire l’Iran automaticamente e facendo intervenire l’Iran, Netanyahu spera di poter far coinvolgere gli Stati Uniti e nel momento in cui venissero convolti gli Stati Uniti contro l’Iran e contro la Siria a questo punto e contro l’Iraq interverrebbero i russi direttamente perciò lì ci potrebbe essere un’escalation fino al livello nucleare questo anche perché gli israeliani dispongono di armi nucleari che potrebbero usare

[Fabio Frabetti]

C’era poi una domanda ci sarà un paese chiede un amico che dopo l’elezione di Trump possa iniziare un cammino di piena autonomia dopo 80 anni oppure si continuerà con questo umiliante atteggiamento coloniale?

[Roberto Mazzoni]

Bitcoin finché non c’è un’autonomia finanziaria, economica di fatto si è sottoposti al sistema e il sistema è un sistema di colonizzazione finanziaria quindi direi che l’unico percorso è quello, l’abbiamo visto in El Salvador sembra che perché El Salvador stia funzionando altri potrebbero seguire la stessa strada diversamente si tratta di creare alleanze incrociate con altri poteri che stanno emergendo come sta facendo l’Ungheria però ci vuole il coraggio di affrontare queste scelte perché queste scelte potrebbero comportare sanzioni e le sanzioni comportano pesi economici non indifferenti quindi la popolazione deve essere disposta a pagare il prezzo della libertà.

La libertà non viene gratis di conseguenza l’Europa abbiamo visto nelle elezioni appena tenutesi è in uno stato direi confusionale a dire poco la Francia non è in grado di leggere un governo perché il modo in cui sono distribuiti i voti non dà in realtà la maggioranza quasi a nessuno quindi dovranno fare degli incroci strani e probabilmente dovranno fare un governo tecnico alla fine in Gran Bretagna hanno eletto i laboristi con una vittoria clamorosa semplicemente perché i conservatori sono precipitati però diversi laboristi, diversi candidati laboristi tra cui il nuovo premier hanno preso molti meno voti dell’altro giro si proclamano essere più ucrainisti dei precedenti e si preparano a stangare la popolazione britannica con più tasse e anche probabilmente ad annullare la Brexit se ci riescono e tra l’altro anche a privatizzare l’assistenza sanitaria quindi direi decisamente non un profilo luminoso per il futuro la Germania è in caduta libera in termini di industrializzazione viene confermato da diversi ispettori o persone che sono andate a vedere il territorio e anche dal numero di aziende che si stanno trasferendo voi in Cina, voi in Ungheria, voi negli Stati Uniti quindi direi l’Europa sta uscendo male da questa situazione e serve un riordinare le idee cosa a cui Orban sta contribuendo.

Orban sembra che voglia in qualche modo creare un gruppo di politici orientati più verso destra se vogliamo anche se destra e sinistra ormai significa poco che sono più orientati ad abbandonare la politica della NATO ed a sganciarsi progressivamente e potrebbe includere anche Giorgia Meloni perché comunque l’è andata a visitare poi andrà a riferire alla fine di questo viaggio direi che è necessario incominciare a parlare su delle alleanze più credibili all’interno europeo in previsione dell’inevitabile ridimensionamento dell’Unione Europea e in un potenziale collasso della Nato la Nato non credo che sparirà domani ma io non credo che gli americani soprattutto se arriva Trump saranno disposti a foraggiarla ancora per molto anche qua le risorse non sono illimitate e visto che l’attenzione è più verso est verso la Cina da qualche parte bisogna toglierle quindi la risposta è sì si può fare però richiede parecchi sacrifici.

[Fabio Frabetti]

Allora c’è una domanda su Bitcoin l’origine di Bitcoin, chi l’ha creata è una domanda che spesso arriva e Raffa la pone così chi è il fondatore di Bitcoin? Si sa se si punta su Bitcoin senza sapere se il proprietario è un privato ad esempio Gates, non è pericoloso?

[Roberto Mazzoni]

No perché allora il punto è questo non c’è un proprietario di Bitcoin sono tanti che hanno comprato Bitcoin e che sono privati questo si può facilmente documentare Satoshi Nakamoto che è l’inventore originale il promotore ma non è stato l’unico poi a sviluppare Bitcoin in origine perché si è rivolto a un gruppo di altri esperti in criptografia che hanno subito contribuito a costruire la prima versione della rete e poi è sparito nel nulla e tutte le monete che lui aveva estratto che sono una porzione importante non sono più mosse quindi se fosse un privato fosse Bill Gates non credo che resterebbe fermo tutto questo tempo senza mai mettere a frutto visto che ci sono anche altri che stanno cercando di prendere controllo del sistema fino a quando non ci sono riusciti quindi il punto è questo il sistema è distribuito al punto che se anche domani Satoshi Nakamoto arrivasse e vendesse tutte le sue monete ci sarebbe un calo naturalmente nel valore della moneta per un certo periodo ma ormai è abbastanza distribuito a livello mondiale da cambiare poco l’andamento delle cose quindi non mi preoccuperei di quel problema particolare direi che il problema più importante per i futuri bitcoin è come e se i vari governi limiteranno l’accesso quindi i canali di entrata ed uscita l’acquisto di bitcoin partendo da euro o da dollari e la vendita di bitcoin in euro e in dollari negli Stati Uniti.

Mi sembra che la direzione sia positiva stesso Trump ha dichiarato se non sbaglio ieri che parteciperà a Bitcoin 2024, la fiera di Bitcoin, che si terrà alla fine di questo mese ha già dichiarato che lui vuole difendere bitcoin a tutti i costi e che garantirà la libertà di usare portafogli privati e quindi anonimi e sganciati da questo sistema perciò si è impegnato e chiaramente sono promesse del politico ma perlomeno si è schierato anche perché ha ricevuto delle donazioni importanti da alcuni personaggi del mondo bitcoin quindi in Europa magari sarà un pochino più complicato ma direi che quello è il vero problema che vedo potenziale e secondo il problema potenziale è come sviluppare la rete accessoria rispetto a bitcoin così che possa servire effettivamente come elemento di pagamento a basso costo e veloce cosa su cui si sta lavorando e su cui si stanno lavorando in pregio però non mi preoccuperei tanto dell’origine bitcoin perché non è stato un problema sinora e non penso che lo sarà in futuro

[Fabio Frabetti]

Mario chiede “ci sarà un governo unico mondiale?”

[Roberto Mazzoni]

È quello che vorrebbero ma direi che ormai è impossibile dopo tutte queste guerre diventa oggettivamente impossibile anche semplicemente in questa generazione far accettare il concetto perché stiamo andando sempre di più verso una nazionalizzazione quindi difendere l’Europa dai russi difendere la Russia dalla Nato, difendere queste da queste altre quindi c’è sempre maggiore enfasi sulla nazionalizzazione che non corrisponde necessariamente a sovranità però c’è questa enfasi quindi lo vedo molto difficile onestamente ci sarà un sistema, ci sarà un registro contabile unificato per tutte le valute questo sì, e sarà in Svizzera, sarà presso la banca dei regolamenti internazionali M-Bridge, sistema M-Bridge che è stato sperimentato che al momento è in qualche modo portato avanti dai cinesi e che interessa particolarmente i cinesi e che sarà parte del sistema cinese in alternativa al dollaro laddove useranno appunto questo sistema in alternativa al dollaro però verso cui confluirà anche il dollaro.

Quindi l’euro perciò ci sarà un sistema di contabilità generale che è quel punto tra le tracce di tutto quello che succede e quindi potrebbe esserci un governo ombra che si attua mediante sistemi di regolamentazione finanziaria restrizione sull’uso del denaro e tutto il resto però non da un punto di vista politico, non lo vedo proprio anzi, sul punto di vista politico penso che si andrà verso un grado superiore di anarchia soprattutto in Europa, ma anche negli Stati Uniti ci saranno dei problemi importanti perché ormai si vede chiaramente una difficile coesistenza degli Stati orientati verso il Partito Democratico rispetto agli Stati orientati verso il Partito Repubblicano in ogni caso degli Stati che hanno un’economia emergente come può essere la Florida o il Texas rispetto a Stati che hanno un’economia calante come la California e quindi mi immagino che ci siano magari non dei divorzi veri e propri però dei separati in casa, degli aggiustamenti progressivamente diversi però è tutto da vedere, di certo stiamo assistendo a uno scomporsi di un sistema globale che non sta più in piedi e che dovrà riformarsi dopo che quello attuale si sarà in qualche modo sgretolato

[Fabio Frabetti]

Poi ti chiedono un parere su Ripple che è XRP e viene nominata spesso dalla BIS insieme XLM come moneta usata per i pagamenti transfrontalieri.

[Roberto Mazzoni]

Sì, allora credo che tutte queste varie stablecoin abbiano un futuro preciso vale a dire questi vari signori che vogliono riformare la finanza si rendono conto che ormai le banche centrali sono totalmente obsolete anzi non solo sono obsolete, sono pure inutili perché di fatto non riescono ad avere un granché di controllo sull’economia nemmeno sulla finanza quindi stanno preparando al dopo e il dopo naturalmente prevede dei sistemi di transazione internazionale che non richiedono le banche centrali o che richiedono una sola banca centrale la Bank of International Settlements che faccia un po’ da coordinatore ma più che essere la banca che come in passato prende i pagamenti di uno, le trasferisce all’altro quadra i singoli pagamenti sarà un’entità che tiene un registro un registro contabile unificato a cui si agganceranno sistemi differenti che avranno ambiti, sfere di influenza differenti avranno dei padrini differenti nel frattempo il dollaro resterà dominante e quindi XRP che si basa sul dollaro piuttosto che altre stablecoin basate sul dollaro saranno il veicolo centrale questo sia perché tanto i russi quanto i cinesi non vogliono sostanzialmente inventare una nuova valuta per loro sarebbe un lavoro inutile faticoso e controproducente preferiscono che il lavoro sporco continui a farlo il dollaro.

Quindi il dollaro tendenzialmente si rafforzerà sarà sempre più presente anche se sempre meno nazioni comprano i titoli del tesoro americani però sempre più persone useranno i dollari soprattutto in quelle nazioni lo vediamo già in Argentina dove le valute locali sono in calo vistoso e continuo e dove la gente già oggi usa appunto stablecoin queste criptovalute ancorate al dollaro come alternativa alla valuta locale giusto per difendere i risparmi che hanno e che riescono ad accumulare quindi XRP sta emergendo insieme ad altre stablecoin dovranno andare attraverso un percorso di legislazione probabilmente saranno l’ossatura delle future CBDC Central Bank Digital Currencies che non saranno a questo punto central bank saranno private saranno in qualche modo collegate alle banche centrali più che altro a titolo politico le banche centrali diventeranno molto probabilmente una componente del regime politico che le governerà saranno i governi a decidere come mettere i soldi e non più le banche centrali e a questo caso le criptovalute vengono a comode.

[Fabio Frabetti]

Una domanda su, dicevi prima anche di queste società tecnologiche sostengo Trump è interessante perché avevo visto, Paolo, nel tuo video e nel tuo sito che le società che oggi contano di più in America in campo tecnologico non sono i colossi a cui siamo stati abituati fino a questo momento è così? C’è un ricambio?

[Roberto Mazzoni]

C’è un ricambio progressivo naturalmente l’intelligenza artificiale sta introducendo nuovi player nuovi giocatori importanti che rimpiazzano i precedenti e questo sarà, accelererà in futuro oltre anche aziende che operano in ambito di criptovalute stanno crescendo molto e sono destinate a crescere ancora di più perché l’ondata dei vari Facebook, Google è un po’ sulla strada del tramonto lo era già da un po’ però a questo punto accelererà e non è più il futuro quello che potevano dare hanno dato Apple sta cercando di ricollocarsi Apple è sempre stata abbastanza vicina a Trump o comunque non antagonista nei confronti di Trump e credo che per esempio rispetto a una Microsoft abbia interesse ad emergere o rispetto anche a un Google Apple vuole decisamente diventare una banca internazionale così come pure X di Elon Musk.

Quindi credo che vedremo una trasformazione fondamentale ma del resto questo è normale all’arco di 50 anni le prime aziende in borsa sono sempre diverse da quelle che c’erano 50 anni prima questa volta il cambiamento secondo me sarà più veloce quindi non posso dire non do consigli di investimento non sono in grado di fare previsioni di borsa ma è evidente che ci sarà un avvicinamento è già in corso abbiamo visto Nvidia che è emerso improvvisamente che è arrivato tra i primi sette altre aziende seguiranno questa traiettoria perché lì enfasi sarà sull’intelligenza artificiale una cosa che hanno dimostrato tanto gli ucraini quanto i russi con la loro inventiva sul campo di battaglia è che armi che costano centinaia di milioni o decine di milioni vengono facilmente distrutte da droni che costano magari mille dollari e che possono essere costruiti non dico in cantina però sostanzialmente in una officina abbastanza limitata come mezzi sono facilmente utilizzabili sul campo sono facili da riparare e essendo a basso costo non se ne possono produrre in grandissima quantità e riescono effettivamente a devastare completamente carri armati, mezzi blindati e anche la fanteria oltre a mettere in serie difficoltà le batterie anti-aeree che hanno questi razzi antiaerei come i Patriot che hanno costi proibitivi credo che un razzo Patriot costi diversi milioni e che una batteria intera costi 300 milioni abbiamo visto in Ucraina queste batterie che vengono coinvolte da razzi a bassa velocità o da droni che arrivano e in qualche modo saturano il cielo e costringono la batteria a esaurire i propri razzi e poi che arriva il Kinzhal, il razzo ipersonico che la fa saltare, e lì se ne vanno 300, 400, magari 600 milioni più tutto il personale ed il tempo necessario per addestrare quel personale quindi è chiaro che non è un modello sostenibile non funziona tra l’altro il modello è talmente demenziale che oggi gli Stati Uniti non sono in grado di produrre razzi per i Patriot.

Le fabbriche che li hanno costruiti non ci sono più sono fabbriche usa e getta vengono usate per fare il progetto dopodiché vanno a fare qualcos’altro di conseguenza diventa anche poi impossibile rifornire il campo di battaglia se allora ci sia un uso superiore alla tese e oggi per avere un rifornimento di quelle canole scorte ormai esaurite si prevede che ci vorranno due anni, tre anni forse anche di più quindi è un meccanismo che proprio non può stare in piedi e questo anche gli americani lo capiscono non ci vuole uno scienziato di conseguenza si sposterà decisamente verso la robotica, verso i droni verso armi dotate di intelligenza artificiale e questo porterà poi l’intelligenza artificiale anche in ambito manufatturiero un altro trend importantissimo che gli Stati Uniti hanno capito forse in ritardo ma che è indispensabile riportare in casa l’industria e per fare questo stanno in qualche modo cannibalizzando la Germania fin dove è possibile e poi cannibalizzeranno anche altri paesi europei presumo in modo più rapido per spostare degli impianti che funzionano da subito col personale.

Ma è anche pronto per poterli fare funzionare però è evidente che se vogliono anche diciamo sostenere anche lontanamente l’indebitamento mostruoso che hanno creato finora devono generare una qualità di produttività enormemente superiore e questo può essere fatto soltanto con un’adozione su vastissima scala robotica come stanno già facendo i cinesi e l’intelligenza artificiale che comporta investimenti in quei settori che in questo momento sono molto vicini a Prado

[Fabio Frabetti]

Poi per quanto riguarda il tema delle valute digitali c’è questa domanda col arrivo della moneta statale digitale continueranno ad esistere le carte di credito?

[Roberto Mazzoni]

Quello non lo so quello dipende dalle soluzioni immagino di sì allora, prendiamoci chiaro il sistema delle carte di credito è stato costruito nell’arco di decenni sono estremamente veloci, estremamente efficienti e una carta di credito la società di carte di credito la Mastercard, la VISA in realtà non emette carte di credito non è quello che fanno loro forniscono un sistema di comunicazione su cui si basano poi delle banche che offrono la carta vera e propria sistema di comunicazione che deve essere funzionale in tutto il mondo e deve poter approvare una transazione a largo di pochi secondi dovunque sei qualunque sia la valuta in cui stai comprando qualunque sia la carta che stai utilizzando e qualunque sia il punto vendita che si sta utilizzando questo tipo di complessità non si raggiunge in due giorni quindi se non vogliono far crollare completamente il commercio e tutto quello che gira intorno al commercio devono lasciare questo sistema e cercare in qualche modo di agganciare le valute statali digitali sul sistema valute che non funzioneranno perché noi sappiamo che tutto quello che viene gestito dallo Stato non funziona per definizione, di conseguenza finiranno secondo me per privatizzare queste valute e useranno XRP piuttosto che USDT e quindi potremmo avere per esempio una situazione dove anche l’Europa vira verso il dollaro non lo sappiamo, dobbiamo vedere.

Ma in questo momento direi che l’Europa è messa piuttosto male perché mentre sul dollaro c’è già tutta un’industria che può funzionare su questo e hanno già detto che non faranno il dollaro digitale della Fed e la Riserva ma che useranno lasceranno le singole banche libere di fare quello che vogliono e quindi in pratica faranno sì, dopo che si siano messi d’accordo tra di loro di incamerare o di collegare XRP piuttosto che ETH al sistema bancario in modo che possano funzionare e ciascuno tragga il proprio profitto senza dover reinventare l’acqua calda e in Cina hanno già un sistema su cui stanno parlando da tempo che hanno sperimentato in Cina e che stanno adesso condividendo con i russi e quindi sono pronti a espanderlo altrove anche con la collaborazione della Banca dei Regolamenti Internazionali con M-Bridge e quindi con la Svizzera l’Europa mi sembra che sia ancora abbastanza indietro quindi chi farà l’euro digitale non è ben chiaro l’hanno annunciato, lo lanceranno però a questo punto sarà probabilmente una cosa basata su delle criptovalute magari Ethereum oppure un progetto basato su Ethereum che comunque sfrutti il dollaro digitale già esistente è una mia ipotesi però al lato pratico qualcosa dovranno fare per arrivare e farlo funzionare perché non sono cose facili da realizzare di conseguenza nel periodo interregno sicuramente le carte di credito proseguiranno e dopo di che vedremo cosa succederà se faranno il botto con queste valute digitali centralizzate oppure se le privatizzeranno cosa più probabile e quali saranno le risolte finale

[Fabio Frabetti]

Roberto, grazie davvero come sempre mazzoninews.com per tanti approfondimenti anche video che stai in qualche modo offrendo al pubblico italiano grazie e ci vediamo il mese prossimo.

[Roberto Mazzoni]

OK, buone vacanze.

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