Money.it: BRICS e voto USA

Vi propongo un’altra intervista, questa molto recente, con il canale Mani.it che fa il punto su alcune questioni di attualità e prossimamente riprenderò con i video normali, voglio completare alcune serie a cui ho dato inizio e che credo siano anche importanti per inquadrare quello che sta succedendo nelle elezioni americane e quello che magari succederà dopo. Quindi mi auguro che questa intervista vi sia utile e informativa e vi rimando naturalmente al prossimo video. Ben ritrovati amici di Mani.it e ben ritrovato in collegamento dagli Stati Uniti a Roberto Mazzoni.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Ciao Roberto. Buongiorno a tutti, bentrovati. Bentrovato, ha scampato l’uragano e è pronto due, e ci fa piacere che tutto sia filato liscio. Allora, il via te lo do mettendo insieme un po’ qualcosa che c’è già stato, cioè il vertice dei paesi BRICS a Kazan con tutto quello che eventualmente può nascere da questo, compreso BRICS Pay, questa modalità alternativa al dollaro e poi chiaramente le elezioni americane che si avvicinano sempre di più, alcuni stati come tra le tradizioni è già le operazioni di voto sono anche iniziate, e quindi verso che mondo stiamo andando e cosa questi due eventi possono cambiare all’equilibrio mondiale? Se lo possono cambiare, perché poi rimanga anche tutto così.

Beh, allora, sicuramente l’equilibrio mondiale sta cambiando perché dobbiamo partire dalla prima constatazione del fatto che la guerra in Ucraina ormai è perduta per il fronte occidentale, quindi la NATO, gli Stati Uniti, l’Unione Europea. Sta ancora continuando, però abbiamo notizie di un continuo cedimento del fronte ucraino, abbiamo visto che gli Stati Uniti hanno sostanzialmente arrestato il sostegno, si stanno allontanando gradualmente però in modo continuativo dal progetto ucraino, hanno mandato ancora alcuni aiuti, prevalentemente armi che erano già state approvate in precedenza, ma che non faranno assolutamente la differenza. E quindi si tratta semplicemente di quando e non di se, andrà avanti ancora dei mesi probabilmente, ci saranno dei conflitti magari a più bassa tensione, non sappiamo quale sarà lo sviluppo effettivo perché non è una situazione facile da risolvere nemmeno per i russi.

Ma di certo come conflitto armato sta andando verso il tramonto e mi sembra abbastanza evidente che gli Stati Uniti non vogliono intervenire militarmente e questo perché, come abbiamo già visto in passato, il Pentagono ha sicuramente posto un veto su questo e di conseguenza indipendentemente da chi verrà eletto alla Casa Bianca non si vede un cambiamento di strategia in tal senso. Quindi se la guerra continuerà dovrà continuare con risorse europee e dovrà continuare con soldi europei, non credo che possa continuare con forze armate europee perché le forze armate europee sono già ridotte piuttosto all’osso come risorse e non hanno una grande disponibilità di forze di terra, quindi di fanteria, se togliamo la Turchia, Turchia che sicuramente non andrà a combattere contro la Russia.

Quindi questo è un evento che segna un cambiamento perché ogni volta che c’è una guerra e che questa guerra viene persa da un fronte ci sono delle conseguenze. Si sta dicendo e direi che questo è già iniziato a succedere con il ritiro dall’Afghanistan, che gli Stati Uniti hanno perso il predominio militare, questo è un fatto, abbiamo constatato, del resto già avevamo grandi segnali in tal senso che il Pentagono ha sprecato un sacco di soldi per costruire armi che non funzionano, è anche vero che hanno mandato in Ucraina residuati bellici più o meno, quindi materiale piuttosto vecchio, concepito per guerre in altri territori e comunque in quantità non sufficienti e in ogni caso gli ucraini hanno sprecato una grande quantità.

Quindi in ogni caso, volendo stringere, il Pentagono è in difficoltà e se ne rende conto non tutto l’apparato, però una parte crescente degli uomini che decidono all’interno del Pentagono e all’interno, chiamiamolo Deep State, si rendono conto che così non può funzionare, così non può continuare, quindi è il momento di ritirarsi, di riordinarli, di eliminare i progetti che non funzionano e cercare di ristrutturare tutto. E questo richiederà parecchio tempo, non è una cosa che si risolve in un mese, un anno, due anni.

Questo vuol dire anche che è probabile, oltre che possibile, e sarà sicuramente così se arrivasse Trump alla Casa Bianca, che gli americani progressivamente si ritireranno dall’Europa. Non dico che abbandoneranno le basi, ma sicuramente ridurranno gli investimenti, questo Trump l’ha già anticipato, anche in modo drastico, ridurranno quindi il personale coinvolto e di conseguenza per l’Europa sarà necessario, come del resto è stato detto a Kazan durante la riunione BRICS, di ristudiare un intero nuovo progetto di sicurezza nazionale, quindi l’impianto di sicurezza nazionale che oggi è imperniato sulla Nato non può continuare.

Credo che tutti gli analisti che siano minimamente realisti giungano a questa conclusione. Credo che questi cambiamenti non sono veloci, perché la Nato è saldata con il G7, è saldata con l’Unione Europea, sono tutto un blocco, ed è chiaro che le nazioni europee non hanno le risorse per riarmarsi, per neanche concepire una strategia militare comune, anche perché nel frattempo in Europa arriverà una situazione piuttosto critica a livello economico, perché c’è da dire che quando si perde una guerra ci sono delle conseguenze. Quindi per l’Europa sarà tutto un percorso da scoprire, tutto un percorso da vedere, di certo sarà accelerato se Trump arriverà alla Casa Bianca.

E, al momento, le previsioni danno Trump come vincitore, non sappiamo come andranno a finire le elezioni, credo che non lo sapremo neanche la notte del 5 novembre, dovremmo aspettare più a lungo, però vedo parecchi segnali piuttosto chiari anche sul fronte dei sostenitori di Kamala che ormai danno Kamala come perdente. Quindi archiviano la pratica di Kamala Harris e del vice Tim Walz come un tentativo non riuscito e si prepareranno per le prossime elezioni presidenziali raggruppandosi visto che il Partito Democratico comunque esce piuttosto messo male da questi 4 anni e da questa elezione, a questo ciclo elettorale, sempre che non riescano a conquistare la Casa Bianca in qualche modo. Ma anche così la credibilità è calata moltissimo, è calata moltissimo anche la credibilità dei ministri in media che soprattutto sulle nuove leve americane sono ai minimi storici, credo che sia il 18% dei repubblicani che ancora guarda i ministri in media e credo circa il 50% dei democratici.

Se andiamo avanti in età, dove c’è gente che è abitudinaria, la cosa è diversa. Quindi c’è questo grosso cambiamento, non c’è dubbio, dovuto al conflitto in Ucraina, c’è un grosso cambiamento dovuto al fatto che negli Stati Uniti tutto dovrà riorganizzarsi e con l’arrivo di Trump questa riorganizzazione potrebbe essere veloce, ma anche qualora Trump non arrivasse alla Casa Bianca succederà comunque, con tempi magari ritardati, ma succederà in ogni caso anche perché abbiamo visto diversi personaggi importanti nel mondo della finanza che prima erano contrario a Trump, buttare Kamala Harris a mare, adesso dire “no, siamo a favore di Trump, vogliamo Trump, dateci Trump”, direi che questa elezione vede Elon Musk come personaggio chiave. Musk sta facendo da surrogato per Trump nei comizi in Pennsylvania, che è uno degli stati chiave, forse lo stato chiave dove Trump potrebbe vincere queste elezioni, dove tra l’altro c’è stato il famoso attentato, e Musk va in giro senza sosta a fare comizi a favore di Trump e quindi non è semplicemente un sostegno monetario, è un sostegno di pubblica relazione con fronte a Trump, è un sostegno proprio diretto, fisico.

Elon Musk si gioca tutto con Trump, anche perché qualora Trump dovesse perdere si troverebbe in difficoltà nei confronti di un’altra amministrazione democratica, però questo vuole anche dire che se pensa di potersela giocare c’è la possibilità di vincere. Tra l’altro Musk ha fatto notizia recentemente con l’atterraggio di quel razzo controllato che precipitando verso la terra, il mondo si gira, non so se l’avete visto, poi rallenta e si colloca molto lentamente all’interno della struttura da cui era decollato, da cui può ri-decollare, questo è un evento senza precedenti, una cosa che solo lui è riuscito a fare finora. Quindi un altro grosso risultato che lo rende ancora più popolare, Musk è molto popolare tra gli americani giovani, e sicuramente questo avrà un impatto sul risultato elettorale. Quindi cosa cambia? Dobbiamo capire se Trump riesce a arrivare alla Casa Bianca, come ci arriva e cosa succederà dopo, però sicuramente c’è un cambiamento di assetto all’interno degli Stati Uniti dove si vede un graduale disimpegno rispetto ad alcuni interventi militari. Anche nel Medio Oriente vedo che c’è una certa resistenza a farsi coinvolgere nella guerra di Israele, nei confronti dell’Iran e tutto il resto.

Quindi vediamo un cambio importante rispetto al passato e un potenziale, speriamo, ricovero dei vari matti che abbiamo visto alla Casa Bianca e intorno alla Casa Bianca. Questo sarebbe una cosa auspicabile per tutti, non solo degli americani.

E andiamo adesso a Brics. Brics è un progetto che va avanti da molto tempo e ha avuto sicuramente una fortissima accelerazione con gli eventi degli ultimi tre anni. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina abbiamo visto le sanzioni, stupide, contro la Russia, il sequestro dei fondi russi, che sono fondi prevalentemente in Europa, perché i russi già dopo il 2014 avevano sostanzialmente eliminato le loro riserve in dollari e avevano concentrato l’accumulazione di riserve in euro, anche perché commerciavano soprattutto con il continente europeo, con l’Unione Europea, fornendo gas naturale e poi avendo altri scambi di tipo commerciale. Con il congelamento di queste riserve, che stanno cercando di convertire in un prestito garantito che dovrebbe andare a favore degli ucraini, ma che finora non ha portato nessun frutto, in ogni caso ha raffreddato moltissimo i rapporti tra Russia e l’Unione Europea e ha messo sull’allarme anche tutti gli altri che avevano riserve in euro e non solo in dollari. Il caso americano non è una novità, gli americani hanno sanzionato tutto il mondo, possiamo dire, hanno sanzionato tutti quelli che vogliono sanzionare nel corso degli ultimi decenni usando il dollaro come leva, non c’è dubbio.

Ma la leva fondamentale non è tanto sul dollaro, perché il dollaro comunque rimane, chiunque può utilizzare i dollari se ne ha a disposizione, la leva fondamentale era sui titoli del tesoro americani e sul sistema SWIFT, il sistema di pagamento interbancario, SWIFT che ha sede in Europa. Inoltre voglio ricordare che la gran parte dei dollari in circolazione, quindi anche il meccanismo di accumulazione di dollari da parte di nazioni straniere che poi li convertono in titoli del tesoro, era gestito sostanzialmente da Londra attraverso il circuito dell’euro-dollar. Quindi è una situazione abbastanza complicata che tuttavia sta cambiando drasticamente.

Uno perché gli americani stanno cercando di riportare il controllo del dollaro a casa, sono sganciati definitivamente dal mercato dei prestiti, quindi della gestione dei prestiti in dollari di Londra e stanno facendo politiche per riprendere controllo anche del circuito dei titoli del tesoro, che sicuramente vengono acquistati molto meno dalle varie nazioni in giro per il mondo, ma ce ne sono ancora tanti in circolazione, quindi la Cina ne ha una grande quantità, il Giappone ne ha una grande quantità, l’India ne ha una certa quantità, i paesi arabi, i fornitori di petrolio ne hanno una certa quantità. Quindi non è interesse di nessuno far crollare il dollaro, chiaramente creano il crollo del dollaro e vanno in banca rotta, devono convertirlo in qualcosa di nuovo e qui entra il sistema BRICS.

Il sistema BRICS nasce inizialmente come un’idea di Goldman Sachs come mercato per le economie emergenti e poi dal 2009, dopo la grande crisi economica, è iniziato a diventare un tentativo da parte di diverse economie di creare un sistema alternativo a quello dell’euro/dollaro che in buona sostanza si era schiantato nel 2008 e non si è mai ripreso veramente. Quindi un meccanismo per incentivare la crescita, per favorire i prestiti in dollari e soprattutto per ri-attivare la circolazione di dollari che comunque era iniziata a calare, proprio perché il circuito dell’euro/dollaro non funzionava più. Il circuito dell’euro/dollaro si basa soprattutto sulle emissioni di dollari all’esterno degli Stati Uniti che andavano a finanziare varie attività in Cina e altrove, giusto per capirci, fatto da banche internazionali prevalentemente britanniche.

Con BRICS hanno annunciato che adesso stanno lavorando su una piattaforma di compensazione interna e di scambio interno tra i vari paesi BRICS che si chiama BRICS Bridge e che si basa su una blockchain, quindi è una CBDC, sostanzialmente una Central Bank Digital Currency, una valuta digitale delle banche centrali, che a sua volta si ispira a un modello definito dalla Bank of International Settlements, la banca per i regolamenti internazionali di Basilea che ha sviluppato un progetto che si chiama M-Bridge. Quindi BRICS Bridge s’innesta dentro M-Bridge.

M-Bridge dovrebbe essere il sistema delle CBDC a livello globale, quindi verso il quale confluisce anche l’euro digitale, per capirci. Il fatto che si tratti di una CBDC, il fatto che sia un progetto che ci riproporrà qualcosa di simile a quello che già conosciamo, viene confermato da Resoconto, che è stato pubblicato alla fine della conferenza di Kazan. La dichiarazione di Kazan si chiama appunto, è un documento piuttosto lungo, piuttosto articolato, in un formato abbastanza burocratico, abbastanza simile a quello che vediamo uscire da G7, da G20, dalle Nazioni Unite, quel tipo di linguaggio, dove ci dicono quali sono le priorità del sistema BRICS.

Sistema BRICS che per il momento non sarà disponibile al grande pubblico, hanno intenzioni di attivare dei servizi anche per il grande pubblico, che poi si baseranno appunto sul rubro digitale, piuttosto che la ruppia digitale, piuttosto che sui vari formati digitali CBDC delle Nazioni interessate, però per il momento non è disponibile immediatamente, verrà dopo, anche perché prima devono mettersi d’accordo tra loro su come quadrare i conti rispettivi. Il nuovo pacchetto finanziario dovrebbe essere agganciato all’oro al 40% e ad altri beni primari, però come dicono giustamente loro, si tratta di una riedizione, questo ce lo dicevano già i cinesi nel 2009, che sono gli ispiratori di questo nuovo modello, è una riedizione di Bretton Woods.

Bretton Woods è la famosa conferenza tenutasi nel 44 negli Stati Uniti, che ha definito il modello che vedeva all’epoca il dollaro al centro del sistema finanziario e vedeva il dollaro ancorato all’oro e una serie di meccanismi di supporto, alcuni i quali prevedevano la costituzione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Bricks dovrebbe, almeno in teoria, da quello che ci avevano detto, da quello che avevo capito io, essere un’alternativa completa a questo sistema. In realtà, nella dichiarazione di Kazan ci dicono “No, noi vogliamo mantenere il Fondo Monetario Internazionale, anzi vogliamo potenziarlo, vogliamo espanderlo, vogliamo dargli più soldi, l’unica cosa che vogliamo però è essere più pesanti, avere maggiore voce in capitolo in quel contesto e in particolare aumentare le quote femminili, vogliamo più manager femminili”.

Nelle varie organizzazioni nate da Bretton Woods che dovranno essere riformate nel senso che vogliono avere più peso, nel senso che finora erano governate dall’Occidente, con preminenza naturalmente statunitense e britannica, in futuro dovrebbero essere governate prevalentemente dai cinesi con la partecipazione di tutti gli altri. In più ci dicono, sempre nella dichiarazione di Kazan, che per loro l’elemento centrale di coordinamento globale saranno le Nazioni Unite, Nazioni Unite con Agenda 2030. Per loro l’Agenda 2030 rimane sacra, dovrà essere impostata esattamente come era stato previsto e loro lavoreranno fedelmente su questo, in questa direzione, e in più prevedono naturalmente il controllo climatico, i vaccini e il controllo da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su quello che è la gestione delle pandemie globali.

Quindi mi sembra una ri-edizione di un film che abbiamo già visto, però in lingua cinese, in russo cinese, quello è, direi, il grosso cambiamento che ci viene da Kazan. Tutto questo naturalmente ha un tempo di attuazione, perché il sistema già sta richiedendo un po’ di tempo per essere attuato, c’è molta propaganda, molto supporto, molta gente che lo vede come “Ah, la soluzione, finalmente eliminiamo il dollaro”, ma nella dichiarazione di Kazan non c’è scritto che vogliono eliminare il dollaro, assolutamente, anzi, vogliono mantenerlo a tutti i costi e vogliono anzi potenziare il fondo monetario internazionale, perché per loro il dollaro è essenziale per gestire quello che è il circuito esterno. Tra di loro possono anche dialogare in rubli, piuttosto che rupie, piuttosto che yuan, ma poi quando vanno fuori hanno bisogno di qualcos’altro, e in ogni caso la gran parte del credito che loro hanno in deposito, lasciamo stare la Russia che non ha più niente, però i cinesi ne hanno tanti, titoli del tesoro americani che devono vendere sono i dollari, quindi per loro è essenziale che il dollaro rimanga in vita ancora per un po’, fino a che non avranno finito di liquidare questi titoli e fino a che non hanno trovato un modo per far funzionare il resto.

Anche perché entra in gioco il famoso dilemma di Triffin, ossia un’azione che gestisce una valuta di riserva internazionale e una valuta di scambio internazionale deve esportare valuta ed esportare posto di lavoro, quindi deve ridurre la propria potenza produttiva, cosa che è successa negli Stati Uniti. La Cina non può permettersi di farlo, quindi infatti per loro, e ce lo dicono sempre i cinesi, non è che me lo sono inventato io, per loro l’obiettivo è quello di risuscitare un progetto di Bretton Woods, la famosa valuta mondiale che si chiama Bancor, e che sarà l’attuazione del loro progetto BRICS.

O, per lo meno, BRICS ci porterà verso l’attuazione di questa valuta globale che sarà coordinata dalla Banca per i regolamenti internazionali a Basilea. Quindi direi che da una parte il cambiamento è importante perché abbiamo uno spostamento nei pesi relativi, nelle importanze relative, per esempio del G7 non si parla proprio, credo che l’abbiano dato per defunto, mentre invece insistono molto sul G20, sempre in questa dichiarazione, dicendo che è importante, dobbiamo svilupparlo, dobbiamo ampliarne le caratteristiche aggiungendo più donne e più rappresentanti dei paesi emergenti, però per noi il G20 è importantissimo, di nuovo perché il G20 si è impegnato sul controllo climatico, si è impegnato su una serie di progetti che a loro sono estremamente cari, da quello che ci dicono nella dichiarazione di Kazan.

Quindi, per certi versi non cambia niente, nel senso che quello che potremmo definire un Grande Reset, vive il vegeto e sta procedendo con grande slancio e grande entusiasmo. Dall’altro comprendiamo che i registi probabilmente saranno differenti, oppure ci sarà ancora parecchia lotta per decidere di chi sia la regia. Come ti ricordo, quando ci sono tanti cuochi in cucina, finisce che si fa un pasticcio e questa sembra essere un po’ la direzione in cui si sta andando, perché da una parte gli Stati Uniti stanno decisamente andando per i fatti propri, i britannici sono, direi, scollegati da realtà. L’Unione Europea non si capisce esattamente che cosa vuole fare, finora ha portato avanti delle politiche di controllo climatico che sono state autolesioniste, la guerra in Ucraina è stata altamente autolesionista, le industrie tedesche sono in crisi, molte sono trasferite in Cina, altre sono trasferite negli Stati Uniti, altre si trasferiranno nel prossimo futuro, quindi sono dei problemi strutturali abbastanza importanti e in questa serie di situazioni potrebbero essere quelli che alla fine si riprovano con il cerino in mano insieme ai britannici.

Dall’altra parte c’è appunto il polo russo-cinese che spinge, e quello americano che spingono e vedremo come andrà a finire. Però dobbiamo prepararci a un periodo di sanzioni, tariffe, blocchi doganali, tasse sulle importazioni e sulle esportazioni, quindi in generale un aumento del costo degli oggetti e una diminuzione degli oggetti disponibili, in particolare dalla Cina, a meno che ci sia un cambiamento fondamentale in tutto il discorso.

E vedremo se con BRICS riusciranno a partire in tempo utile perché non hanno una finestra illimitata. Trump ha già detto che non appena arriva alla Casa Bianca riapre i rubinetti di produzione del petrolio. Gli Stati Uniti sono il principale produttore di petrolio mondiale, oltre che uno dei più grandi produttori di gas naturale. Quindi mettendo insieme la produzione degli Stati Uniti e magari finalmente sbloccando la produzione canadese, il prezzo del petrolio potrebbe crollare, potrebbe scendere drasticamente e di conseguenza i russi sarebbero in difficoltà a portare avanti e il progetto BRICS e il progetto Ucraino.

Credo che quella sia forse la strategia che Trump ha in mente. Quindi hanno un tempo circoscritto. Vedremo come andrà a finire, è difficile fare previsioni in questo momento, anche perché poi queste decisioni, questi progetti che vengono calati dall’alto, richiedono parecchio tempo prima di essere implementati oggettivamente. Anche Bretton Woods ha richiesto anni e anni prima di essere attivato effettivamente e c’era il consenso di tutti all’epoca, non c’erano conflitti sulla cosa. C’erano persino i tedeschi. Era il ’44, quindi la guerra non era ancora finita, ma anche loro erano d’accordo di usare il dollaro. Quindi era un progetto che non aveva all’epoca nessun tipo di resistenza e ci ha messo parecchi anni prima di essere attivato e non è durato molto lungo, perché di fatto ha cominciato a fallire già nel 1961, quindi dopo pochi anni che era entrato in funzione completamente e poi è schiantato definitivamente nel 1971.

Quindi anche per BRICS si tratta di trovare una formula che effettivamente funzioni e, se si ispirano, come ci dicono i cinesi, al modello Bretton Woods, rischia di non trovare una grande adesione popolare nei mercati e quindi potrebbe essere un bel periodo di quattro anni di caos.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Tanto per cambiare. Allora, dice Vito, in pratica a Kazan si cambiano i musicisti, ma la musica è la stessa, perché? Perché c’è comunque un pensiero, infatti ti voglio fare una domanda specifica che però secondo me è la spia di un pensiero che tanti si stanno facendo, io compreso, si fanno questa quantomeno la domanda, cioè, però prima di arrivare alla questione, perché c’è una domanda preliminare, i progetti di valuta digitale che hanno, alcuni sono anche molto avanzati, che hanno alcuni importanti paesi BRICS, la Russia stessa ci impunta tantissimo, abbiamo letto dichiarazioni, insomma più dichiarazioni su questo punto, cioè sono le stesse secondo te CBDC che vogliono portare, cioè come impostazione vogliono realizzare in alcuni paesi dell’Occidente, quindi anche con quella finalità di controllo di cui abbiamo più volte parlato, o come qualcuno, forse secondo me un po’ in modo illusorio, vuole credere che invece loro sono buoni, sono diversi, quindi sarà una versione che viene realizzata ma non con gli stessi motivi, che cosa ci dici?

Beh, allora, la Banca per i regolamenti internazionali sta facendo un modello valido per tutti. Il modello deve essere compatibile sia per l’Occidente che per l’Oriente, di conseguenza non è che possiamo avere regole, la serie A e la serie B, se devono parlarsi devono funzionare nello stesso modo, poi a livello del singolo Stato ci possono essere degli aggiustamenti, possono attivare o disattivare determinate funzioni, ma il meccanismo è quello. La Banca per i Regolamenti Internazionali, per chi non lo sapesse, è la banca centrale delle banche centrali, è quella che stabilisce gli standard per tutte le banche centrali del mondo a cui aderiscono i cinesi, i russi, tanto quanto la Federal Reserve come la Banca Centrale Europea, quindi sono lì dentro perché sono d’accordo, anche perché tra i banchieri non possono mordersi più che tanto.

Perché il problema è questo, se la Cina è tagliata fuori dall’Occidente, la Cina non fa molta strada e se l’Occidente è tagliato fuori dalla Cina non fa molta strada pure, vuol dire ritornare indietro tantissimo, tra l’altro, attenzione, nella famosa dichiarazione di Kazan dicono chiaramente che è centrale la globalizzazione, è centrale la spinta del World Trade Organization, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, che l’Organizzazione Mondiale del Commercio deve decidere sulle questioni importanti, quindi è una spinta verso una globalizzazione che si sta sfrangiando da sola, in pratica è come se, mentre gli Stati Uniti dicono: a noi, tutto sommato, la globalizzazione non interessa più così tanto perché ci siamo ridotti piuttosto male, con il progetto globalista abbiamo la gente che per le strade che non ha lavoro, oppure che fa tre lavori per poter mantenere la famiglia. Così non può andare avanti, nel senso che se andiamo avanti così ancora dieci anni gli Stati Uniti vanno in pezzi come minimo, e quindi dicono no, attenzione, noi vogliamo riportare l’industria in casa, e questa è la posizione di Trump, ma è la posizione condivisa anche da tanti altri, e quindi vuol dire che a questo punto tu ti ritiri e non è che aspetti che qualcun altro venga a dirti che le quote di produzione della soia sono queste, le quote di produzione della cera sono quest’altre, fai quello che secondo te è nel tuo interesse, poi che funzioni o non funzioni è un altro discorso, ma è chiaro che la globalizzazione si sta smontando, e con lo smontarsi della globalizzazione la posizione della Cina diventa un pochino più difficile.

Sappiamo che buona parte dei governi provinciali cinesi sono in bancarotta, ce lo dicono loro, non è che lo dico io, e quindi hanno una crisi immobiliare molto grave, poi il governo cinese ha modo di forzare il cambiamento all’interno e sappiamo qual è il modello della CBDC cinese, per cui è difficile che i cinesi adottino con BRICS un modello diverso da quello che già usano a casa, che poi quello che il World Economy Forum ci dice che vuole utilizzare per le CBDC in Europa, il modello di riferimento è quello cinese, quindi non è che non è una novità.

Perciò cerchiamo di essere realisti, una CBDC nasce perché vuoi programmare le spese, e se noi andiamo a vedere il progetto del Bancor di cui ci parlano, di John Maynard Keynes, proposto nel 1944, è esattamente quello, il controllo del livello di risparmio dello Stato e degli individui, con un ente centrale che decida dove spostare i risparmi quando sono eccessivi, incentivo alla spesa, oggi il problema che hanno i cinesi è che non riescono a vendere, stanno abbassando i prezzi drasticamente perché il mondo compra meno, vuoi perché c’è meno denaro che circola, vuoi perché la gente si senta meno incentivata, vuoi perché ci sono le sanzioni, vuoi prendere una serie di motivi.

Di certo stanno facendo fatica a vendere, quindi devono trovare nuovi mercati, loro dicono sì, diamo soldi all’Africa, così alziamo il tenore di vita, e poi questi comprano, sì ma chissà quando, non sappiamo, non è una cosa che puoi aspettare vent’anni prima di vendere le macchine elettriche che hai accumulato negli stabilimenti, per cui il problema dei cinesi adesso è vendere, e se guardate ci sono parecchi prodotti cinesi che stanno arrivando a prezzi scontatissimi, proprio perché c’è questa necessità di forzare i consumi in un occidente che non consuma più così tanto, perché ci siamo resi conto che forse è meglio che ci teniamo qualche soldo in tasca, visto che il futuro non si pronuncia così roseo, e così luminoso, e anzi, visto che il futuro si pronuncia di grandi cambiamenti, soprattutto se siamo sintonizzati con Bitcoin, quindi preferenza temporale lunga, risparmio per poi dare vantaggio quando ci saranno opportunità più avanti, vediamo che tutto si sta rallentando.

Poi guardiamo le specifiche di M-Bridge della Banca dei Regolamenti Internazionali, vi ricordo che la Banca dei Regolamenti Internazionali nacque durante la seconda guerra mondiale per riciclare l’oro dai nazisti, è un progetto nazista, giusto come corredo, e poi da allora si saranno sicuramente trasformati, forse, ma in ogni caso non è un organismo democratico di natura, e tra l’altro vive a Basilea in un territorio che è esterno alla Confederazione Svizzera, quindi è proprio come il Vaticano, o come la City di Londra, sono in terra di nessuno, dove nessuno può andare a vedere i loro conti, nessuno può mandare la polizia nel loro edificio, possono fare quello che vogliono.

Per cui, considerando il pedigree, considerando il progetto che ci hanno comunque descritto, considerando lo storico cinese, considerando quello che ci dicono, basta leggerlo, nel lungo e dettagliato programma della dichiarazione di Kazan, direi che non c’è nessun dubbio. Poi, se uno vuole, perché vuole essere ottimista al più costi, vuole avere la speranza che arrivi il salvatore sul cavallo bianco a salvarlo, no problem, io non ho nessun problema, perché anche quello ha ragione di esistere e non credo che debba essere stigmatizzato. Però, se vogliamo restare ancorati al concreto, allora forse è meglio guardare come stanno le cose. Poi ci diceva un amico, vediamo se lo ritroviamo, in cui faceva questo scenario non proprio incoraggiante, in cui sostanzialmente non ci sono poi questi blocchi contrapposti e quindi poi si spartiranno l’Europa.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Mi pare che fosse questo il senso del messaggio che adesso non ritrovo, ma che avevo letto prima. È possibile? Eccolo qua, l’ho trovato, eccolo qua. Allora questa banca privata Fed ci va a succhiare fino all’osso e poi i BRICS con gli USA si distribuiranno l’Europa. Siamo persi.

Sì, adesso magari non è così drammatico, però di certo ci sarà una lottizzazione, una riassegnazione. Io non credo e non credo che nessuno, ho sentito diversi analisti, anche americani, che prevedono un futuro luminoso per l’Unione Europea. L’Unione Europea ha una serie di problemi. Il primo problema è che innanzitutto le cose non stanno andando tanto bene e quindi cominciano le frizioni all’interno dei vari Stati. Ci sono interessi contrapposti. Non c’è una politica fiscale unificata, quindi ogni Stato si muove indipendentemente e diventa quindi difficile proporre il titolo del tesoro sul mercato pubblico e quindi trovare investitori che siano disposti a finanziare le spese dello Stato. E gran parte degli Stati, l’Italia è tra questi, hanno un debito che è molto superiore al gettito fiscale, quindi devono per forza prendere soldi a prestito tutti gli anni o tutti i trimestri o tutte le scadenze delle aste che devono fare per poter alimentare la macchina dello Stato e per poter investire, quindi mantenere l’economia in funzionamento.

E di conseguenza dovranno trovare qualcuno che sponsorizzi questa nazione, qualcuno che sia disposto a investire e che si sostituisca, credo progressivamente, all’Unione Europea e alla Banca Centrale Europea credo in contrazione, anche perché in una struttura dove tutto cambia ma niente cambia, quindi dove le regole fondamentali rimangono le stesse, però si tratta di decidere come si divide la nuova torta e dove sicuramente la torta va divisa in modo diverso, visto che i russi comunque stanno vincendo, quindi hanno un elemento di pressione importante da mettere sul piatto, qualcuno dovrà cedere una pezza della fetta che poteva avere prima e lasciarla nelle mani di qualcun altro. Vediamo già la Gran Bretagna che è in grossissima difficoltà e credo che uscirà decisamente ulteriormente ridimensionata da questa operazione. Questo vale anche per la Germania, è un momento in cui la Germania esce fortemente ridimensionata, l’intero progetto dell’Unione Europea e dell’Eurozona credo che non riesca più a stare in piedi. Quindi cosa succede? Cosa si usa? Dove si va?

Il Giappone nel frattempo è in grosse difficoltà pure, quindi che finora è stato una spalla importante per sostenere l’economia europea attraverso la fornitura di contanti che arrivava dalla banca centrale del Giappone a sostenere alcuni mercati. Quindi mentre con la crisi del 2008 la Cina e il Giappone sono venuti in soccorso dell’Occidente e hanno tamponato la falla senza rimediare il problema, oggi non ci sarà questo. Uno perché sono in difficoltà pure loro, due perché non vogliono nel caso della Cina venire a aiutare l’Occidente, perché considera l’Occidente comunque un partner rischioso, pericoloso. Se prima considerava rischiosi gli Stati Uniti, oggi considera rischiosa anche l’Europa, l’Unione Europea.

La lottizzazione, secondo me più che la lottizzazione sarà una svendita. I vari governi cercheranno di svendersi ogni ora offerente, magari a più offerenti contemporaneamente, perché avranno bisogno di in qualche modo far quadrare i bilanci. Già vediamo la formazione di un’asse piuttosto definita tra Ungheria, Slovacchia, Serbia, al treno della Russia o in abbinamento alla Russia che in prospettiva dovrà assicurarsi una presenza più forte sul Mar Nero e quindi dare a questo gruppo di nazioni uno sbocco e consentire a queste nazioni di diventare anche parte integrante del Belt and Road Initiative, la nuova via della Seta, il circuito di approvvigionamento di a terra di materie prime e di vendita di prodotti per la Cina, che è un po’ un progetto cinese su cui i cinesi lavorano a tempo per non dover far conto necessariamente sulle vie di navigazione e per avere anche un sistema più efficiente, più economico di trasporti. Questo spaccherà il polo europeo.

Non saprei dirvi cosa succederà nel centro Europa, soprattutto Germania, Olanda, Belgio, sono questi paesi, Scandinavia, perché li vedo in difficoltà e non ho ben capito dove vogliono andare. È chiaro che mancando le risorse russe sono in difficoltà, se tornano con i russi a questo punto vanno nella sfera russa pure loro. Per quello che riguarda l’Italia, vedrete cosa succede, cosa farà il governo, credo che in ogni caso resterà in buona parte nella sfera americana, perché gli americani hanno interesse a restare nel Mediterraneo, quindi questo potrebbe essere un vincolo o un’opportunità, non ve lo so dire. Si tratta di capire come giocarsela.

È chiaro che oggi il treno dell’euro è un treno che sta andando su un binario morto, pare, e quindi bisognerà saltare su un altro treno. Sentivo alcuni che ipotizzavano di tornare alla lira, ma non so se abbia senso, o se sia neanche possibile. Quindi io credo che ci sarà una diffusione, soprattutto a livello dei singoli, di uso del dollaro, questa è un’ipotesi. Lo vediamo succedere tra l’altro in molti paesi BRICS o aspiranti BRICS come la Turchia. Non è tutto così bianco e nero, è un tono di grigio.

Da un punto di vista europeo direi che si presenta anche come una potenziale opportunità, perché oggi gli Stati Uniti sono sicuramente indeboliti rispetto al passato, dovranno adottare una politica diversa, ci auguriamo tutti che lo facciano e credo che saranno costretti a farlo, e quindi magari possono diventare un partner che incentiva perché vuole tenersi alcune nazioni vicine che considera più strategico, più in sintonia con i propri interessi. Idem per i cinesi, idem per i russi e tutto il resto. In questo momento è in corso una specie di shopping per vedere chi è disposto a offrirsi, perché poi stiamo a vedere tutti questi vari paesi che chiedono di entrare in BRICS e entrano per il semplice fatto che BRICS promette di liquidare i debiti che hanno nei confronti del Fondo Monetario Internazionale in dollari, pagandoli in yen.

Il Fondo Monetario Internazionale ha detto “No problem, noi accettiamo gli yen perché poi ci date i titoli del tesoro americani che avete in deposito, che vi invitiamo a liquidare e quindi siamo tutti d’accordo”. Quindi è una specie di piccolo racket. Sono tutti alla ricerca di qualcuno che paghi i conti, in buona sostanza. Questo credo che diventerà la realtà anche dell’Europa.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Un’altra domanda interessante sul l’oro. La pone Fabiano. Immagino la premessa che c’è un ricercatore che è Lamberto Rimondini che dice che l’oro è controllato dai cazari. Allora dice Fabiano, come vede il mercato dell’oro in questo cambiamento, può essere che esso venga controllato dai cazari che ne nascondono un’ingente quantità che tirerebbero fuori per buttare giù il prezzo più avanti?

La storia dei cazzari. Non lo so, onestamente, la questione dei cazzari. Io so che di certo l’oro si sta trasferendo pesantemente a Oriente. Molti fondi di investimento anche di Wall Street che hanno l’oro come base, che  offrono carta basata sull’oro, stanno cedendo le loro quote e l’oro fisico si sta trasferendo nelle banche centrali, soprattutto orientali, e anche nelle tasche o nelle case o nelle banche di molti cinesi o altri cittadini dei popoli BRICS che vedono nell’oro una garanzia sul futuro. Oggi l’oro sta crescendo abbastanza di valore e ho sentito diversi commentatori che sono esperti di dollaro e di oro che dicono che è un riflesso dell’incertezza della situazione monetaria complessiva, vale a dire siamo tutti consapevoli che la situazione del dollaro non è sostenibile e che il dollaro dovrà ridimensionarsi. Questo credo che sia scontato.

Non si capisce in che tempi perché nessuno sa quanti dollari ci sono in circolazione davvero e non si capisce anche che tipo di interventi gli Stati Uniti faranno per allungare la vita del dollaro o risuscitarla in qualche modo. In più vediamo un fortissimo utilizzo di funzione spontanea delle cosiddette stablecoin, quindi le valute digitali private basate sul dollaro come Tether in molti paesi come l’Egitto, la Turchia, l’Argentina, il Brasile, eccetera dove i singoli cercano l’oro dove disponibile oppure cercano il dollaro come alternativa alla valuta locale.

Quindi, in realtà, il dollaro sta crescendo come diffusione in questo momento e la cosa paradossale è che i titoli di tesoro che non vengono più acquistati, una parte dei titoli di tesoro che non vengono più acquistati dalle singole banche centrali, vengono acquistati da questa società che gestisce Tether per sostenere questa criptovaluta stablecoin. Si chiama stablecoin perché il valore è ancorato al valore del dollaro.

L’oro quindi sta crescendo perché, di solito, è il primo strumento che reagisce in questo senso quando c’è una forte incertezza, vale dire la gente non crede più completamente al dollaro non crede più all’euro secondo me neanche e decisamente non è convinta del progetto BRICS anche perché il progetto BRICS non presenta nulla di utile per il singolo è una cosa che per il momento riguarda alcune banche centrali e che non è neanche così trasparente quindi si buttano sull’oro perché con l’oro non posso sbagliare. Ora questa forte crescita potrebbe risultare in un calo successivo però non mi aspetto un dumping dei prezzi perché qualcuno arriva e vende improvvisamente l’oro perché gran parte dell’oro che c’era in circolazione sta viaggiando verso Mosca, verso Pechino verso Nova Delhi e verso le tasche o le casse di molti orientali che ne stanno accumulando e la borsa orientale dell’oro è molto attiva è veramente molto attiva quindi è anche probabile che il valore continui a salire, e salga ancora significativamente, Ci può essere sempre un aggiustamento però la previsione che danno è di una crescita.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Ok, c’è poi un’altra domanda invece sempre da Fabiano sul mercato cripto progetti XRP che sarebbe Ripple giusto? Algorand, Stellar sono progetti davvero così innovativi se quali verrà spostato a tutta l’infrastruttura attuale e se sì le relative valute saliranno di valore?

Non lo so perché lì dipende molto dalle decisioni dei singoli governi, in particolare quelli statunitensi al momento il governo statunitense sta chiaramente cercando di avere il controllo di queste valute che sono stablecoin o che sono in direzione di XRP e è difficile prevedere io non credo ci saranno tanti progetti che vengono successi e secondo me ci troviamo anche in un momento ne ho parlato anche in passato di trasformazione anche dell’impianto bancario americano perché comunque quando si perdono diverse guerre a un certo punto anche i banchieri devono tirare le somme e in questo caso sto vedendo diversi cambiamenti di posizione a destra, a sinistra, a sinistra, a destra mentre invece vedo una direzione molto definita e stabile per quelli che sono i gestori dei fondi grossi gestori dei fondi, Fidelity, BlackRock il cui potere sta indubbiamente crescendo sentivo qualcuno che diceva “ah con la perdita della guerra in Ucraina BlackRock ha fallito” come fa a fallire?

BlackRock gestisce i soldi degli altri e si fa pagare provvigioni per gestire i soldi degli altri e se i soldi degli altri spariscono BlackRock non è che fallisce prende altri soldi di altri e continua a investirli quindi è in più un conto avere degli accordi, dei contratti è un conto mettere soldi veri quindi io direi che BlackRock sono sicuramente degli squali però sanno dove andare a mettere i soldi perché hanno degli investitori che sono piuttosto esigenti e loro hanno scelto sostanzialmente Ether e Bitcoin e Ether credo che vogliono trasformarlo nella piattaforma fondamentale per la tokenizzazione dei vari beni, Bitcoin perché lo considerano un bene rifugio alternativo all’oro è più facile da gestire rispetto all’oro e penso che sul fronte delle altre criptovalute ci saranno pochi vincitori al momento Tether sembra essere quello che sta vincendo di più perché quella alla fine è una decisione politica dipende dal governo degli Stati Uniti decidere su quale barca mettere questi progetti quale capitano a accettare come il navigatore futuro per sostenere il mercato dei titoli del tesoro.

E finora Tether si è dimostrato abbastanza efficace efficiente in questo senso quindi credo che Tether che invece si trova in difficoltà in Europa sarà il punto di riferimento per il futuro salvo cambiamenti importanti nella politica però sembra quella la direzione gli altri progetti sono un punto interrogativo

[Fabio Frabetti – Money.it]

Marina, la RAND Corporation cosa prevede per noi poveri europei?

La RAND Corporation ha già previsto tutto ha fatto il suo rapporto di 300 e più pagine in cui diceva se la guerra in Ucraina finisce male hai pazienza, vuol dire che gli europei dovranno pagare il prezzo e questa è la sostanza quindi per la RAND Corporation il capitolo è chiuso tutto sommato con una vittoria per certi versi perché la guerra è finita male però dal punto di vista della RAND Corporation non sto dicendo che sia un punto di vista sano di mente però dopo la RAND Corporation cosa hanno ottenuto? hanno ottenuto comunque che la Russia è impegnata sul fronte ucraino e ci resterà ancora per qualche tempo hanno perso molti uomini e in più hanno dovuto scombinare il loro sistema di distribuzione girando la fornitura del petrolio e del gas in direzione di Pechino e quindi sottraendo risorse all’Unione Europea alla Germania in particolare e dal punto di vista della RAND Corporation l’obiettivo numero uno secondo me non era tanto l’Ucraina in quanto tale che sapevano loro stesse.

L’hanno scritto nel rapporto era un obiettivo abbastanza improbabile ma era quello disaccoppiare Germania e Russia perché l’unione tra Germania e Russia poteva costituire un terzo polo la famosa multipolarità dove l’Unione Europea con le risorse russe facendo blocco singolo poteva competere e con la Cina e con gli Stati Uniti spaccato questa unione hanno rinforzato sì la Cina però hanno semplificato il campo di gioco invece di avere due avversari ne hanno uno che è la Cina/Russia mentre l’Unione Europea a questo punto è una macchina che sta andando con i fumi non ha più carburante sufficiente e il carburante che avrà sarà molto più costoso.

Vi ricordo che con la chiusura del Nord Stream 2 l’Europa ha comprato molto gas naturale dagli Stati Uniti a un prezzo abbastanza alto in un periodo in cui gli Stati Uniti avevano una iperproduzione di gas naturale avevano fin troppo gas naturale non sapevano cosa farsene poi dopo Biden ha pasticciato le cose bloccando lo sviluppo dei termini che potevano esportare altro gas naturale quindi ha fatto altri pasticci però dal punto di vista della RAND tutto sommato il risultato è andato abbastanza in direzione in cui volevano che andasse.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Ci sono tante domande adesso andiamo però anche verso la conclusione che chiede cosa pensi dell’eventuale tassazione sull’e-crypto che avete sentito dal governo italiano.

È demenziale completamente demenziale se lo facessero ci sarebbe un fuggi-fuggi di capitali stranieri dall’Italia perché è anacronistico e assurdo e non è anche giustificabile quindi mi sembra che ci sia incertezza che forse non lo faranno so che Larry Fink il mister delegato di BlackRock ha fatto una visitina in Italia forse per dare qualche consiglio anche perché chi è che compra i titoli di stato italiani? I grossi fondi di investimento su cosa stanno puntando questi grossi fondi di investimento? su diverse cose, tra cui Bitcoin quindi questa idea di imporre una tassazione che è assurda su un bene che è considerato strategico da i probabili acquirenti dei tuoi titoli di stato futuri non lo so, non la vedo tanto bene come strategia poi vedremo come va a finire però non la vedo bene e poi l’ultima Trump ha più parlato di rendere Bitcoin la riserva di valore degli USA?

Lui ha fatto una dichiarazione ufficiale c’è anche una proposta di legge in tal senso quindi lui conferma questo suo impegno poi vedremo se lo farà se riuscirà effettivamente a portarlo a termine sarebbe una grande cosa lui ha anche detto una cosa importante direi negli ultimi comizi, che vuole aumentare le tariffe per lui la parola tariffa dice la parola più bella che c’è nel dizionario e si rifà riferimento a McKinley un presidente della fine del secolo scorso inizio del secolo scusate, fine dell’800 inizio dell’900 che aveva fatto delle tariffe nel momento centrale e lui dice se riusciamo a fare un buon lavoro con le tariffe potremmo anche eliminare la tasse sul reddito quindi sicuramente credo che sia una politica popolare che incontrerebbe gli interessi di gran parte degli americani e questo potrebbe essere affiancato con una legalizzazione ufficiale beh, Bitcoin è già legalizzata perché nel momento in cui hanno consentito a BlackRock, Fedility e tutti gli altri di avviare dei fondi di investimento specifici, è chiaro che adesso non può dire la rendiamo illegale. Però a quel punto potrebbe volere dire la completa detassazione di Bitcoin e dei profitti su Bitcoin così come per esempio nel Salvador o in alcuni altri posti del mondo e potrebbe quindi trasformare gli Stati Uniti di nuovo in un perno chiave.

Già oggi gli Stati Uniti sono forti in termini di attività su Bitcoin sappiamo che la Russia dal primo di novembre dovrebbe rendere di nuovo legale il mining di Bitcoin quindi forse sanno qualcosa che noi non sappiamo sulle prospettive del progetto BRICS e vogliono mai riavere una riserva quindi si, Trump conferma siamo allineati e anche se non facesse quello che ha promesso, la sua reazione comunque vorrebbe dire una conferma importante.

Dall’inizio dell’anno prossimo tra l’altro avremo le nuove regole internazionali di contabilità che ammettono l’uso di Bitcoin come valore variabile all’interno delle contabilità delle grandi società e sappiamo che già diverse grandi società anche americane stanno pensando di adottarlo ufficialmente come componente del proprio tesoretto quindi tutto sommato è un buongiorno per Bitcoin.

[Fabio Frabetti – Money.it]

E con questo ti ringrazio molto Roberto, come sempre seguiti amazonignews.com, ci diamo appuntamento al prossimo mese dove dovremmo in teoria sapere, forse, sapere esatto grazie Roberto arrivederci.

Roberto Mazzoni

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