Money.it – Una rivoluzione epocale

Ciao a tutti! È quasi l’ora di iniziare l’atteso incontro mensile dagli Stati Uniti con Roberto Mazzoni di mazzoninews.com. Per chi ci segue in diretta, sarà una serata interessante.

Ciao Roberto! Benvenuti a tutti. Tanti aspettano le tue analisi per commentare questo primo mese sotto la nuova amministrazione Trump, già nei video che hai pubblicato sul tuo sito. Insomma, hai fatto capire come si è partita dagli Stati Uniti una rivoluzione, come dicevamo nel titolo, in cui effetti anche negativi perché non tutto sarà inevitabilmente positivo, si vedranno probabilmente anche tra molti anni da una parte e dall’altra un’Europa che invece, come si posiziona al momento, sembra un’Europa molto spaccata che adesso sta cercando… Sta cercando di creare una difesa comune, ma non si sa se ci riuscirà. Questo progetto sembra particolarmente rilevante in questo periodo storico. Poi, c’è un’altra cosa che hai detto che mi ha colpito, che è che l’informazione alternativa in Italia contribuisce a creare confusione e a non far capire bene cosa sta succedendo. Questo mi interessa molto, quindi ti do questi spunti e ti do subito la parola.

Grazie mille, come ho detto in altri video, siamo di fronte a una rivoluzione culturale, con tutto il bene e il male che ne deriva. In questo caso, quello che vediamo è il risultato di otto anni di lavoro in cui sono stati preparati, se vogliamo, gli uomini e le donne che avrebbero gestito le nuove leve del potere. Quindi, gli americani hanno deciso che il loro sistema non funzionava.

Lo abbiamo visto nelle ultime elezioni, ma per cambiare era necessario un nuovo gruppo dirigente, non solo la presidenza Trump, che, nonostante il personaggio e il risultato elettorale ottenuto, non poteva produrre risultati concreti da solo. Infatti, la prima presidenza Trump è stata abbastanza deludente, ha ottenuto alcuni risultati, molti dei quali sono stati temporanei, e ha anche ottenuto risultati negativi, come durante il periodo dell’emergenza Covit. Come dicevi giustamente tu, non escludiamo che ci siano risultati negativi o molti negativi anche durante questa presidenza, ma a differenza del primo giro, saranno voluti, quindi saranno più mirati e saranno dovuti. uti non solo perché Trump ha preso una direzione che non era quella originaria, ma anche perché la strategia che avevano messo in piedi non ha funzionato come doveva.

E questo è un problema serio per gli Stati Uniti. Stiamo cercando di ridurre il debito in modo drastico. Il debito pubblico è enorme e in tanti dicono che sia impossibile da ridurre. Allora, in pratica, vogliamo salvare il dollaro e l’economia interna, ma sono tre cose che non vanno insieme, quindi ci saranno sicuramente grossi problemi economici e valutari, con un’inflazione altissima. E questo si sentirà sia negli Stati Uniti che all’estero, perché purtroppo gli Stati Uniti hanno lo strumento Prima, quando il dollaro era controllato in parte da Londra, gli Stati Uniti hanno usato le economie periferiche come valvola di sfogo, usando il dollaro per diffondere i problemi interni.

Ora che vogliono rafforzare la credibilità del dollaro, non possono più fare quello che gli pare. Dovranno comunque muoversi con attenzione. Stiamo affrontando un percorso molto difficile per gli Stati Uniti, che devono uscire da questa situazione in qualche modo risanati, altrimenti sarà un problema per tutto l’Occidente e per l’economia globale. Oggi, il dollaro rimane il perno dell’economia complessiva e l’economia americana rimane un elemento di volano importante. I BRICS sono un fenomeno importante, forse il primo a parlarne in Italia, ma non sono ancora in grado di sostituire il dollaro. Xi Jinping e Putin non hanno intenzione di sostituirlo, perché sanno qual è il prezzo da pagare per creare una valuta che diventi una valuta di riserva internazionale: in pratica, vuol dire trasferire all’estero i propri posti di lavoro.

Quindi, in questo contesto particolare, è chiaro che dobbiamo agire velocemente con decisioni forti e di grande impatto, con un gruppo compatto intorno a Trump.Se avete seguito i media principali, avrete notato che durante la prima presidenza non erano mai favorevoli a Trump; non c’era quella sensazione di confusione, fughe di notizie e lotte interne che c’era allora. Ora si nota una linea chiara. C’è un controllo totale su quello che viene detto e fatto, e Trump fa di tutto per confondere le acque, ma è nel suo carattere, fa parte della sua strategia e del fatto che stanno andando a velocità supersonica: in un mese hanno fatto più di quanto fatto in quattro anni dai presidenti più attivi negli Stati Uniti in passato. È una rivoluzione, non stanno scherzando.

A Washington, il valore delle case è precipitato del 20% in un mese. A Washington, la capitale, dato il numero di persone che vengono licenziate dal governo federale e si trasferiscono all’esterno, vendendo la lista di disoccupati, il tasso di disoccupazione è salito al 36%. Washington è in grave crisi. Quello che gli americani volevano… Washington è in una crisi pazzesca, con il 36% di persone disoccupate. Trump sta cambiando tutto con una velocità pazzesca, e l’opposizione non se l’aspettava. Non sanno come rispondere, e si fanno solo ridere. Protestano perché abbiamo trovato persone che prendono la pensione, e non si rendono conto di quanto siamo vicini al cambiamento. hanno 350 anni. Negli Stati Uniti abbiamo trovato parecchi milioni di persone che hanno più di 120 anni. È chiaro che il livello di frode, spreco e abuso nel governo federale è enorme. I democratici cercano di dire che questo è il valore della democrazia: dare i soldi a chi non li ha. C’è gente che ha contratti… Ci sono persone con contratti di tre mesi che vengono ancora pagate, quindi è un disastro. Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo, e questo aiuta Trump a mantenere il suo sostegno popolare, permettendogli di fare mosse più audaci rispetto a quelle che sarebbero state consentite a un altro presidente.

Abbiamo visto demolire completamente la politica estera degli ultimi 30 anni. Abbiamo visto il Rubio, il segretario di Stato, quindi il Ministro  degli Esteri ha detto che gli Stati Uniti non sono più l’unica superpotenza e che adesso c’è un mondo multipolare, dove bisogna fare i conti con le altre potenze e cercare di andare d’accordo. Poi, hanno riaperto i contatti diplomatici con la Russia, che erano inesistenti negli ultimi quattro anni. Si parla di riaprire le ambasciate russe a Washington e l’ambasciata americana a Mosca, e di arrivare rapidamente a una soluzione per la guerra in Ucraina, che ora come ora è un argomento secondario. Poi, c’è tutta la questione degli accordi sui minerali e sui metalli rari, che servono soprattutto a creare un quadro, visto che non si sa quanti ce ne siano o se si possono davvero usare. In pratica, quello che sta succedendo è un riallineamento tra Stati Uniti e Russia, e la riapertura dei contatti è un discorso più globale, non una riappacificazione immediata. I russi non si fidano, gli americani sono cauti perché c’è resistenza da parte della classe politica precedente, che però è stata. Beh, in pratica stanno solo riallineando le posizioni negli Stati Uniti e in Russia, e questo riapre i canali di comunicazione a un livello più alto, ma non è una riappacificazione globale, anche se ci vorrà un bel po’ prima che accada. Gli americani sono un po’ cauti perché la classe politica precedente era molto radicata, ma è stata sostituita.

Comunque, Stati Uniti e Russia hanno votato insieme alle Nazioni Unite per finire la guerra in Ucraina contro l’Europa, e questo è un cambiamento che solo quattro mesi fa sarebbe stato impensabile.

Quindi, cosa sta succedendo? Beh, sta succedendo tanto, e credo che Trump stia facendo la cosa giusta riducendo gli sprechi. Si dice che abbiano già risparmiato diverse centinaia di miliardi di dollari e puntano a raggiungere facilmente il miliardo entro quest’anno. Quindi, i soldi che vengono buttati via in attività inutili, fraudolente o addirittura dannose, come l’USAID, che usava quei fondi per fare colpi di stato, sono una cosa del passato. In pratica, l’USAID è stata smantellata. Restano, forse, 200 persone su 15.000. 00 se non sbaglio, e queste 200 persone sono lì semplicemente perché aspettano di poter chiudere l’agenzia, quindi di avere la funzione e l’autorità legale per farlo. Anche qui c’è un concetto fondamentale: si è arrivati al punto, negli Stati Uniti, dove i giudici… Sostengono che per esempio il ministro del Tesoro non possa bloccare un pagamento se lo fa di persona, ma debba passare attraverso un burocrate. È assurdo. Ci sarà una grossa causa che arriverà fino alla Corte di Stato, che riaffermerà il potere unico del Presidente in termini costituzionali.

Che cosa significa? Che vuol dire che chi lavora per il governo di Washington, che è un governo che lavora per la Presidenza e che non dipende dal Congresso (che fa le leggi) né dalla magistratura, può essere licenziato dal Presidente, perché è lì per aiutare il Presidente nel suo lavoro. Questo vale anche per i militari, e abbiamo già visto dei licenziamenti o dei prepensionamenti. E ci saranno molti altri licenziamenti e prepensionamenti al Pentagono. Non credo che sarà una rivoluzione, ma ci sarà un grande cambiamento, anche perché vogliono investire di più nelle nuove tecnologie, ma vogliono ridurre il budget della metà. Come è successo negli anni ’30 per l’operativa di Roosevelt, molti dei generali che ci sono ora andranno in pensione o verranno mandati via perché hanno dimostrato di non essere in grado di fare il loro lavoro. Quindi, quello che sta succedendo negli Stati Uniti è che i generali che non sono più in grado di fare il loro lavoro verranno mandati in pensione o licenziati, e questo è quello che sta succedendo adesso. I prossimi mesi saranno peggio, perché adesso stanno arrivando tutti i vari ministri, e ognuno attiverà le proprie macchine di pulizia interna. Quindi vedremo moltiplicarsi questi casi e i licenziamenti, e vedremo moltiplicarsi le denunce.

Ci saranno più agenzie che non servono a niente e questo porterà a due cose: meno sprechi, meno soldi da spendere, e più credibilità del dollaro e dei titoli statunitensi sul mercato internazionale. L’idea è di rendere questi titoli più attraenti sul lungo periodo, perché ora non si vendono molto bene. 10 anni e quindi ridurre i tassi di interesse, così da ridurre anche il peso dei tassi di interesse sul governo stesso. Sarà un’operazione delicata, perché richiederà probabilmente una svalutazione del dollaro, svalutazione che dovrà però essere fatta in modo concertato, coinvolgendo i cinesi e probabilmente altri attori.

Allora, questa è un po’ la direzione che stiamo seguendo in ambito interno. Per quanto riguarda l’estero, il messaggio è chiaro: la nuova leadership americana vuole staccare con il passato e considera che il passato abbia rappresentato un rischio esistenziale per gli Stati Uniti. Quindi, non stiamo parlando solo di una nuova linea politica che permetterà di avere magari pensioni più alte, sicuramente saranno perché…

Si eliminano tutti quelli che prendono la pensione, quelli che ne hanno persino 430, e così via. In pratica, si eliminano tutti gli sprechi e ci saranno più soldi per gli altri pensionati. Tra l’altro, si parla già di restituire ai contribuenti 5 mila dollari a testa, che credo sia un’ottima idea. È un’idea che fa sentire il cittadino al centro dell’attenzione, e poi fa circolare soldi, quindi dà una spinta all’economia. Però, bisogna vedere se davvero nascerà un nuovo Deep State, come si dice. Non lo sappiamo con certezza, ma sicuramente nascerà un nuovo impianto, quello vecchio è in fase di demolizione. Se andate a vedere, vedrete che non è ancora finita, ma la velocità di demolizione è così rapida e intensa che non potranno resistere: verrà demolito negli Stati Uniti e verrà ricostruito qualcos’altro. Potrebbe anche essere peggio, ma non sarà la stessa cosa di prima. La cosa importante è che ha il pieno sostegno della maggioranza della popolazione, perché comunque gli americani vogliono il cambiamento. Due, il cambiamento sarà molto veloce, perché è una cosa che ho sempre detto in tutti i miei video da quando sono in America: gli Stati Uniti hanno una velocità di reazione molto rapida.

Gli americani sono super veloci, mentre in Europa ci mettono dieci anni quello che negli USA fanno in un anno. Anche la Russia è lenta, quindi il cambiamento sarà rapidissimo e vedremo cosa succederà mentre si costruisce. La cosa importante è che c’è un’enorme enfasi sulla trasparenza, quindi non sarà per questo che io… Non voglio parlare di Deep State, Deep State è qualcosa che non si vede, sarà qualcosa che si vedrà, vedremo tutti che cosa sarà e quando lo vedremo potrà piacerci, potrà piacerci di meno, e a quel punto decideremo se è una cosa accettabile o vedremo quali sono i risultati finali. Di certo la situazione va cambiata e su questo gli americani sono assolutamente concordi.

Quindi, in questo scenario, quello che in Europa non si riesce a capire è che gli americani hanno finalmente fatto una svolta, una svolta che volevano da un po’, anche dopo le Torri Gemelle, e ora vogliono abbandonare il ruolo di poliziotto mondiale, di impero virtuale. Vogliono occuparsi di casa propria e far sì che l’economia interna americana venga ricostruita e che gli Stati Uniti partecipino nel mondo con un ruolo di leader, quindi paragonabile, magari un po’ superiore a quello delle altre superpotenze, ma in un contesto di coabitazione, di collaborazione.

Per gli americani, la cosa più sensata, anche storicamente, è puntare sul Pacifico. Basta girare il mondo e mettere il Pacifico davanti a sé per vedere che ci sono tutti i giocatori più importanti, uniti dallo stesso contesto geografico: Cina, Russia e Stati Uniti, insieme al continente americano e a una parte dell’Asia.

Poi c’è l’India, che è importante, ma non ancora abbastanza da fare la differenza. Quindi gli Stati Uniti stanno decisamente spostando il focus verso il Pacifico.

Questo cambierà sicuramente molto, ma il messaggio per l’Europa, che è stato dato anche dal vicepresidente JD Vance, non è stato una boutade, una cosa che lui si è inventato sul… Era un modo per attirare attenzione su Twitter e altre piattaforme social, ma in realtà il messaggio era chiaro: noi vogliamo andarcene dall’Europa.

L’Europa non è più un luogo strategico, soprattutto in ambito militare, e questo perché ci ha portati troppo vicini a un conflitto nucleare, e non è una direzione in cui vogliamo andare, visto che avvicinarci a un conflitto nucleare è un problema esistenziale per gli stessi Stati Uniti. Quindi la politica seguita finora, la NATO e tutto il resto, non funziona, perché anziché proteggere gli stessi Stati Uniti ha un effetto negativo.

Poi, se vogliamo, possiamo fare un elenco lunghissimo di tutte le schifezze che il governo americano ha fatto, e sono d’accordo con voi. Però, dobbiamo capire che il cambiamento è già iniziato, e non si può tornare indietro.

Dal punto di vista etico o politico, è una cosa giusta o sbagliata, ma per questa nuova struttura di governo, che è compatta e si estende in modo capillare in tutto il Paese, quindi in questo senso… decennio è stata costruita una nuova generazione di politici o, se vogliamo, burocrati, ma più che burocrati, di funzionari che possono far funzionare la macchina senza usare la struttura burocratica che c’era prima.

Concentrandosi su quello che la maggioranza degli americani considera la priorità: proteggere i confini, migliorare le condizioni di vita, soprattutto l’assistenza medica e l’accesso alle cure in modo economico, e ridurre l’epidemia di malattie che colpiscono i bambini e continuano per tutta la vita.

Poi, aumentare la produzione di energia interna, quindi diventare una superpotenza energetica e puntare sulle nuove tecnologie, di cui le due più importanti sono l’intelligenza artificiale e le criptovalute. Alcune criptovalute, tipo il Bitcoin, in seconda Poi ci sono altre criptovalute, ma secondo me finiranno per essere solo un altro tipo di esplosioni, di bolli, che non avranno un ruolo importante nel futuro del Paese.

Quindi, in questo contesto, su questo impianto, abbiamo gente che dice: “Ok, adesso noi vogliamo fare così, questa è la cosa giusta da fare, se volete essere con noi, volentieri, se non volete essere con noi, ciao, non siamo assolutamente interessati a aver nulla a che fare con voi”, e questo include anche interrompere o ridurre drasticamente gli scambi commerciali, visto che il mercato europeo sta diventando sempre più povero. È chiaro che le scelte energetiche e politiche dell’Europa non sono il massimo, ma non considerano che questo possa essere un problema serio.

Per esempio, se si parla di progetti con la Russia, Putin è interessato, sappiamo che in questi colloqui hanno mandato il responsabile del fondo sovrano russo di sviluppo dei progetti, quindi quel fondo che attira capitali in Russia e attira aziende selezionate in Russia per investire insieme al governo su progetti di interesse del governo, russi e Gli americani e i russi sono confinanti, l’Alaska è proprio lì vicino. I russi e gli americani hanno un rapporto secolare, sempre hanno lavorato insieme, anche se poi si sono un po’ allontanati durante la guerra fredda. Però in generale c’è stata più collaborazione che conflitti, e sappiamo benissimo che Sappiamo benissimo qual è la situazione della guerra in Ucraina, però ci rendiamo anche conto che è stata un’aberrazione, una cosa assurda favorita soprattutto dall’ultima presidenza e da un certo tipo di élite politica che stanno eliminando, cioè è in corso una vera e propria purga, voglio che ve ne rendiate conto, una purga ad altissima velocità.

Quindi quello che vogliono fare è vedere se riescono a combinare con i russi dei progetti di sviluppo congiunti, soprattutto nell’Artico dove ci sono interessi comuni, sviluppi congiunti anche all’interno della Russia su metalli rari o altre cose che i russi hanno e che potrebbero trovare interessanti di sviluppare con gli americani, senza naturalmente da parte dei russi abbandonare la Cina, ma anche con la Cina ci possono essere Anche con la Cina potrebbero esserci sviluppi interessanti, dato che ora come ora ha un peso economico diverso rispetto a prima, e il mercato europeo non assorbe più quello che assorbiva prima per motivi economici che conosciamo bene. Per i cinesi potrebbe essere interessante un riavvicinamento con gli Stati Uniti. Insomma, è tutto da vedere, sono solo ipotesi, ma quello che vediamo in questo primo mese ci porta in una direzione precisa. Si sta riassestando la situazione delle potenze globali intorno al Pacifico, delle industrie primarie, dell’energia e delle materie prime. I russi hanno promesso agli Stati Uniti alluminio per sostituire la fornitura canadese, così Trump potrà punire il Canada. È diventato uno dei principali centri di arrivo e spazio di droghe dalla Cina. Questo porterà a un riassestamento globale complessivo, anche piuttosto profondo, di quelle che sono le alleanze e gli assetti politici di queste alleanze. Non credo che la Nato abbia un grande futuro, soprattutto considerando le ultime prestazioni e quelle dell’amministrazione Trump.

Quello che bisogna capire è che questo non è Trump o Musk. O qualcuno che si è svegliato ieri e dice qualcosa. È chiaro che hanno un ruolo importante, sono le persone più in vista che quindi trasmettono di più. Trump sicuramente ha un ruolo importante come presidente che può influenzare la direzione delle cose, ma questo nuovo impianto è più profondo: se togliessero anche Trump sarebbero meno efficaci, ma andrebbero avanti lo stesso. Questo è un po’ il messaggio che voglio che arrivi in Italia e in Europa. Ora come ora, gli Stati Uniti stanno cercando di capire quali sono gli amici e quali no, e quali lo saranno in futuro. Vogliono chiaramente normalizzare i rapporti con i russi, e anche con i cinesi. Secondo me, Trump non vuole iniziare nuove guerre, nemmeno con i Con i grandi, quindi, troverà una soluzione attraverso percorsi poco ortodossi, ma che potrebbero rivelarsi efficaci. Al momento, la situazione nel Medio Oriente è migliorata rispetto a prima dell’arrivo di Trump, ma è necessario cambiare completamente l’assetto complessivo, con effetti immediati e a lungo termine. Se riuscite a capire questo, la burocrazia di Washington sta crollando: stanno mandando via migliaia di persone ogni settimana, agenzie che verranno chiuse.

La CIA ha offerto a tutti i dipendenti la possibilità di licenziarsi con due anni di buonuscita, senza esclusioni. Chiunque voglia prendere l’ La burocrazia di Washington sta andando in pezzi, stanno licenziando un sacco di gente, migliaia ogni settimana. Ci saranno agenzie che chiuderanno, come la FBI, la CIA, che ha offerto a tutti i suoi dipendenti la possibilità di licenziarsi con due anni di buonuscita. Chiunque voglia cogliere l’opportunità potrà farlo, e credo che faranno la stessa cosa alla FBI. Ci sarà un repulisti pazzesco, anche perché, come abbiamo visto durante la prima presidenza Trump, c’erano moltissime fazioni all’interno della stessa amministrazione che si scontravano tra loro, diffondendo notizie e creando eventi violenti nella popolazione.  Chiunque non sia d’accordo viene cacciato o emarginato, e intanto si aspetta di finire questo percorso giudiziario che arriverà fino alla Corte Suprema. Pam Bondi, il nuovo Ministro della Giustizia, e Tony General, un tipo tosto, super competente e convinto di poter vincere, otterranno una sentenza che darà ragione a Trump e quindi gli permetterà di licenziare tutti quelli che vuole. A quel punto, una volta ottenuta questa sentenza, non ci sono più limiti: possono chiudere un intero ministero in un colpo solo. Per esempio, hanno intenzione di chiudere completamente il Ministero dell’Istruzione, e non credo che sia l’unico che vogliono chiudere; penso che ci riusciranno. Insomma, è un approccio simile a quello di Milei in Argentina, ma su scala molto più grande. Il governo di Washington ha tipo 3 milioni di dipendenti, e l’impatto è totalmente diverso. Inoltre, ci saranno cambiamenti importanti nella gestione del dollaro che saranno epocali, ma non vi sto a spiegare in questo contesto perché ci vorrebbero un paio d’ore, solo per capirli, e dovrebbero far rivivere il dollaro per un po’ di tempo. Le azioni BRICS vogliono che muoia, gli serve una valuta intermedia con cui lavorare, non vogliono usare il circuito di pagamento del dollaro e non vogliono comprare titoli del tesoro americani per non rischiare sanzioni, sequestri e tutto il resto.

Ma quando sono tranquilli di poter mantenere le proprie prerogative, avere una valuta che faccia il lavoro sporco, se vogliamo, per loro è solo a loro vantaggio. E oggi non c’è dubbio che l’impianto finanziario gestito negli Stati Uniti è il più grosso, efficiente e liquido in generale. Sappiamo che le banche in particolare avranno un ruolo importante, ma l’idea è di usare questa come quelle che usano per fare i trafori nella montagna, per bucare l’attuale sistema. Usciremo con un sacco di cose, un sacco di porcheria, e questo aiuterà il lavoro del governo. Questo manterrà alta la credibilità del governo e gli permetterà di prendere decisioni dolorose per gli americani, ma che dovrebbero essere temporanee. L’idea è di agire dove è necessario, senza tirare la corda troppo oltre.

Dovranno essere colpi secchi, botte secche, crolli, magari della borsa piuttosto che di altre cose, e poi ripresa, ma non staremo qui a tirare le cose per lunghe perché non c’è il tempo, è perché è molto meglio fare così: un intervento immediato e poi una ripresa successiva, piuttosto che cercare di tenere in vita il malato ormai terminale per molto più tempo. Questo avrà conseguenze imprevedibili sul sistema economico e finanziario globale. I cinesi si stanno preparando, hanno buoni strumenti per proteggersi: un sacco di titoli di stato americani che possono usare per compensare eventuali perdite, sia per i giapponesi che per i russi. I russi hanno un’economia blindata, come abbiamo visto durante la guerra, quindi dovrebbero uscirne piuttosto bene. Le altre nazioni BRICS sono in una situazione più difficile, e l’Europa sarà sicuramente il punto più delicato.

Marina mi ha fatto una domanda interessante: “Cosa ne pensano gli americani dell’Europa e come ci vedono tra pochi mesi sia Clemente?”Io mi chiamo Roberto, ma per oggi posso anche prendere il nome di Clemente. Ma non è un problema di essere Clemente.

Gli americani stanno iniziando a sviluppare una certa sensibilità, e anche in Italia e in Europa, soprattutto in Italia, dove sono più in contatto attraverso l’informazione alternativa.

C’è un certo sentimento anti americano che sta crescendo, e che ha anche qualche giustificazione, ma rischia di essere anacronistico. Anche i russi, in questo momento, sono d’accordo nel dire che gli americani stanno facendo le cose giuste, quindi dobbiamo concentrarci sull’obiettivo. C’è un sentimento anti americano che sta crescendo, sia tra le élite che tra l’elettorato che ha sostenuto le élite europee finora, e anche tra chi segue i media alternativi in America. Lo abbiamo visto nel discorso di Vance. Quindi, l’Europa, da alleato, sta diventando un potenziale problema. Non vuol dire che gli americani vogliono distruggere le alleanze, anzi, l’attuale governo non ha certo intenzione di mettere l’Europa in ginocchio, ma l’Europa sta facendo di tutto per farlo da sola. Mi spiego meglio: l’euro è un progetto incompleto, è un’unione monetaria con un’unica valuta, ma non c’è un’unione dei titoli del tesoro. Quindi oggi, nell’epoca in cui viviamo, il denaro è il debito.

I veri soldi sono i titoli del tesoro che vengono emessi per finanziare i vari stati. Negli Stati Uniti, per esempio, abbiamo i titoli del tesoro americani emessi dal tesoro. In Europa, invece, ogni governo emette i suoi titoli con diversi livelli di interesse, rating e credibilità. Insomma, è come se, in un contesto del genere, ci fossero eserciti che si scontrano sul campo di battaglia: da una parte abbiamo i cinesi, che hanno il fronte compatto perché gestiscono tutto, e il loro sistema è bloccato, quindi non è possibile portare i capitali dentro e fuori come si vuole, perché lo Stato controlla anche i suoi capitali. Dall’altra parte, ci sono gli Stati Uniti che, dopo un periodo di caos dagli anni ’70, hanno ripreso il controllo del dollaro a partire da settembre dell’anno scorso. C’è ancora un sacco di dollaro che gira nel circuito dell’euro-dollaro, controllato da Londra, e che circola in Europa e altrove, ma lo stanno prosciugando, e questo è anche uno dei motivi per cui il prezzo del dollaro continua a salire.

Insomma, il dollaro è scarso, non ci sono abbastanza dollari in circolazione, quindi comunque c’è un fronte compatto. Da una parte abbiamo il governo e la riserva che sono la stessa valuta e il titolo del tesoro, e dall’altra un’unione che in realtà non è molto unita, perché le trincee sono tutte insieme ma le truppe sono sparpagliate e ognuna fa di testa sua. Non c’è un fronte compatto. Quando gli investitori devono decidere dove investire, non hanno molta voglia di puntare sull’eurozona, perché devono andare a fare shopping ed è una rottura. Inoltre, l’Europa con la sua politica, come ho sentito stamattina da un britannico, non è un’idea che ho tirato fuori io. L’Europa ha adottato una politica energetica che prevede la chiusura delle centrali nucleari in Germania, la riduzione della produzione nucleare in generale e l’incentivazione delle energie rinnovabili. Ha anche deciso di tagliare i rapporti con la Russia, con la partecipazione degli americani. È chiaro che gli europei sono stati messi in una posizione di svantaggio. Quindi, si sono tagliati l’accesso a una fonte di gas energetico a basso costo, e ora si ritrovano con i rinnovabili che non hanno mai funzionato dal punto di vista economico e non funzioneranno mai. Eppure, sono proprio queste nazioni che continuano a comprare gas liquefatto russo a prezzi maggiorati, gas liquefatto americano e gas liquefatto da Quata, sperando che un giorno, magari domani, il Quatar decida di costruire una condotta per alimentarli direttamente in Europa, cosa che, tra l’altro, Quatar ha già detto di non voler fare perché non gli conviene.

Quindi, al momento, l’Europa non ha l’energia necessaria per far funzionare la propria economia. Infatti, abbiamo visto un sacco di soldi che se ne vanno dall’Europa verso gli Stati Uniti. Sempre questa persona che ho sentito oggi diceva che fino a poco tempo fa, adesso non ricordo esattamente l’anno, gli Stati Uniti ricevevano 2 trilioni di dollari dall’estero.

Ora siamo arrivati a 22, quindi 10 volte tanto, e gran parte di questi soldi viene dall’Europa. Quando vedete i titoli in borsa in Europa che salgono, spesso è perché queste aziende stanno investendo negli Stati Uniti, spostando soldi lì e trovando energie a prezzi più bassi e in quantità sufficiente. I rispetto a quelli europei, ma con la prospettiva, grazie alle riforme di Trump e alla nuova politica che Trump intende adottare con il Canada, di avere un’energia ancora più a basso costo e ancora più abbondante. Quindi, quello che ci dobbiamo aspettare è un periodo di 5 anni in cui l’Europa andrà verso il basso, perché finché non si riforma, perché serve proprio una… Non dico che deve essere uguale a quella americana, perché magari gli americani combinano un gran casino, ma sicuramente non deve essere quella attuale. Ci deve essere una nuova generazione di politici che studino un po’ meglio le questioni economiche, energetiche e geopolitiche.

Dovrebbero capire qual è il ruolo delle loro nazioni in questa nuova struttura e sfruttare i punti di forza. E poi dovrebbero cercare di creare alleanze, o meglio, interessi comuni su fronti che potrebbero essere interessanti e remunerativi. Per un bel po’, l’Europa ha beneficiato del gas russo, ma dopo la guerra i russi hanno già detto che, se gli europei vogliono, potranno continuare a comprare gas russo, ma a prezzi più alti e non saranno più i clienti principali. Non sono molto interessati ad ospitare le aziende occidentali, soprattutto quelle europee, perché le hanno sostituite con aziende russe per necessità. Sono interessati ad avere gli americani perché possono portare a un livello di liquidità diverso e hanno competenze specifiche nel mondo dell’energia. Tanto la Russia quanto gli Stati Uniti sono due superpotenze energetiche. Gli Stati Uniti sono ancora oggi il più grande produttore di petrolio e gas naturale del mondo, anche se poi lo consumano soprattutto in patria. Comunque, gli americani sanno il fatto loro, sia nel petrolio che nel gas, e questo è un punto di forza per i russi.

Sono entrambi dello stesso settore e hanno interesse a sfruttare gli enormi giacimenti nell’Artico, che possono essere sfruttati insieme. C’erano già stati progetti importanti in questo senso, per esempio da parte di ExxonMobil, prima della guerra in Ucraina, che sono stati sospesi proprio a causa della guerra. Quindi, anche se non sono proprio amici o fratelli, i russi capiscono che gli Stati Uniti sono una superpotenza e che non possono ignorarli. Gli Stati Uniti, a differenza del passato, riconoscono la Russia come una superpotenza e non hanno più intenzione di presentarsi come “qui comando io e faccio quello che voglio io”.In questo contesto, è possibile trovare delle collaborazioni interessanti, dato che entrambi sono esperti nelle stesse cose e possono mettere in atto delle barriere per evitare gli eccessi, che spesso si verificano quando c’è di mezzo il denaro. In più, sia Trump che Putin vogliono ridurre a metà gli investimenti sul nucleare, perché così si libererebbe un sacco di soldi da poter investire in altre cose. In questo contesto, l’Europa ha bisogno di una nuova classe politica, ma non solo di politici, anche di persone in grado di gestire il processo a livello regionale e che sappiano interagire con le autorità in Arabia Saudita, Russia, Cina e America. I cinesi sono stati importanti per lo sviluppo dell’Europa, ma questo mercato ora è in calo. Negli ultimi anni, l’Europa ha perso molto interesse per i cinesi, soprattutto a causa di problemi come la guerra in Ucraina.

Quindi, se possono, i cinesi manterranno il mercato europeo, ma ora la cosa più importante è sviluppare il mercato asiatico, trovare un equilibrio con gli americani e lasciare che il dollaro faccia il suo lavoro, perché in questo momento non se la stanno passando benissimo. Quindi hanno bisogno di una mano per uscire dalla situazione interna, proprio come gli Stati Uniti hanno bisogno di uscire dalla propria. I tre grossi player che oggi sono sulla scena hanno interessi che possono essere convergenti, ma ognuno manterrà la propria sfera di influenza e la grande partita sarà definire quali saranno queste sfere di influenza.Gli Stati Uniti hanno già detto che l’Europa non è parte di questa sfera di influenza. Quindi, se l’Unione Europea va avanti, gli Stati Uniti non sono d’accordo.

Chi non è mai stato invitato a incontrare con Trump? Von der Leyen? Trump non prende neanche le telefonate della von der Leyen. Kaja Kallas, mi sembra che fosse una notizia sbagliata, è venuta a Washington per incontrare qualcuno e le hanno detto “Ci scusiamo, ma purtroppo l’incontro è stato cancellato”. Per il governo americano l’Unione Europea è un problema, e quindi vogliono colpirla con sanzioni e altre misure che facciano uscire il più possibile di soldi dall’Europa, e allo stesso tempo parlano con i paesi con cui vogliono avere a che fare. Per ora gli USA hanno poche nazioni così in Europa. Da quello che vedo, l’Ungheria e la Slovacchia sono i paesi che si stanno muovendo di più, soprattutto perché sono gli unici due paesi europei che la pensano come l’America adesso. Era americana e quindi sono, se vogliamo, una testa di ponte per la nuova America, per i nuovi Stati Uniti in Europa. E credo che da questo tanto la Slovacchia quanto l’Ungheria beneficeranno parecchio in futuro. Poi c’è la Germania, la Germania deve essere gestita, non possono lasciarla così com’è, e poi c’è la Polonia, perché oggi, una volta che sarà finita la guerra in Ucraina, i polacchi… La Polonia ha l’esercito più grande in Europa e non è chiaro cosa voglia davvero, quindi dovrà gestire il rapporto con i polacchi in qualche modo e ha interesse a farlo. Per il resto è tutto da vedere, abbiamo visto il primo ministro danese che si è alleato con Chrystia Freeland, famosA per aver fatto un fronte comune tra Canada e Danimarca contro gli Stati Uniti. Se i danesi volevano mettersi nei guai ci sono riusciti.

E comunque, bisogna anche capire che gli americani hanno una delle loro basi nucleari più importanti proprio in Groenlandia, praticamente una città sotterranea che in parte hanno lasciato sguarnita ma che vogliono ripristinare. La Groenlandia è un posto super strategico per la difesa nucleare degli USA, soprattutto ora che c’è questo scontro con i russi. Gli americani lì hanno testate nucleari, le ritirano dall’Europa o le mandano lì, che I russi vogliono fare lo stesso, ma loro creano uno scudo in Groenlandia perché se dovessero attaccare gli USA, i razzi passerebbero dalla Groenlandia e non dall’Europa. Quindi la Groenlandia è super importante per gli USA, e non è che è una cosa che ha detto tanto per Trump. Se la procureranno, proveranno a comprarla, a trovare una trattativa amichevole, ma se i danesi continuano a fare comunella con il Canada per cercare di creare ostruzionismo, secondo me è la politica sbagliata. Quindi, tutte queste nazioni che ho menzionato prima, che abbiamo visto bene all’ultima convention dei conservatori americani, dove i loro rappresentanti erano o parlavano lo stesso giorno in cui parlava Trump, o erano presenti durante il suo discorso e lui li ha salutati personalmente, beh, la Groenlandia è un punto interrogativo, quindi non sappiamo.

C’è sempre stata questa idea che l’Italia dovrebbe legarsi ancora di più agli USA, purtroppo, per non essere messa in secondo piano dall’accordo rinnovato tra Francia e Germania, e anche dalla Polonia. Che ne pensi, Roberto? Secondo me i francesi parlano, ma hanno poca possibilità di influenzare davvero il futuro europeo in questa fase con questa classe politica.

L’Italia deve capire cosa fare. Ora come ora, gli USA non vedono l’Italia come un posto particolarmente attraente, anche perché il nostro primo ministro, Giorgio Meloni, ha avuto posizioni un po’ variabili. Poi, è vero che Trump cambia idea spesso, ma ha comunque delle linee guida fondamentali che non cambiano mai. Questi pilastri della sua piattaforma e della sua strategia sono rimasti tali anche durante la sua prima presidenza.

Quindi vedo i canali alternativi qui e anche in Europa, quelli non italiani, che definiscono Giorgio Meloni come un cavallo di Troia, quindi come una persona che da una parte si fa vedere vicina al nuovo filone Trump, dall’altra in realtà è vicina alla Fonder Line. Quindi, al momento, non è stata menzionata da Trump né era presente alla conferenza SIPAC, dove non ha incontrato il presidente americano, pur essendo qui negli Stati Uniti.

Quindi al momento non sono sicuro, ma è possibile che gli americani vogliano mantenere una presenza in Italia, anche se non lo darei per scontato. D’altronde, finalmente hanno capito che l’impianto precedente della marina militare americana è fallimentare.

La portaerei e tutte le navi di supporto sono un ottimo bersaglio per i razzi ultrasonici dei russi, quindi sono obiettivi fissi che aspettano di essere affondati alla prima occasione, e questo vale anche per i razzi cinesi che, non sapendo se funzionano per via dei loro problemi di corruzione, sono un’incognita. Come dice Xi Jinping, in quel settore non regge, quindi per il futuro è chiaro che lo sviluppo sarà in termini sottomarini, con droni e droni nautici e anche droni in cielo. Quindi, secondo me, la necessità di avere basi navali importanti diminuirà, anche se non scomparirà del tutto domani.

L’Italia è importantissima, perché ha la flotta che presidia il Mediterraneo e anche il Baltico, quindi per un po’ di tempo sarà un punto di contatto naturale con gli Stati Uniti, ma non è qualcosa che possiamo dare per scontato. In questo momento, Trump sta guardando nel Mediterraneo per capire come poter normalizzare la situazione e ritirarsi in modo tranquillo.

Quindi sarà l’Italia a decidere il proprio futuro, non credo che l’attuale governo o la nuova classe politica abbiano grandi progetti per l’Italia.  A proposito, c’era un’altra domanda: ma è vero che Trump si è convertito all’ebraismo?

La figlia Ivanka sì, si è convertita. Lui no.

Musk, oltre a questa sorta di motosega da una casa andata da Mirei, ha detto che se non tagliamo gli Stati Uniti rischiano il fallimento. Che impatto ha, al di là di quello che sembra, in questa amministrazione e che cosa ti aspetti anche sul fronte? È vero che hanno bloccato le CBDC, ne abbiamo parlato anche le altre volte, però hanno fatto degli annunci, Trump in particolare, sull’intelligenza artificiale. Sai, anche nel campo dell’equilibrio, l’altra volta, si è parlato di digitalizzazione. L’Europa sta iniziando a dire che dobbiamo velocizzare il processo per l’euro digitale, perché stanno arrivando queste monete private che potrebbero prendere il sopravvento sull’euro.

Quindi, ci sono questi temi della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale e di Musk.

Sì, ok, allora, nel settore dell’intelligenza artificiale è un settore di grandissima fluidità, quindi è probabile che alcuni dei grossi giocatori che vediamo oggi, domani, non ci siano.

Trump ha fatto alcuni annunci che hanno creato un po’ di problemi, soprattutto per il progetto con Oracle e OpenAI, ma non penso che andrà davvero in porto. Vedremo cosa succederà.

L’aspetto positivo è che sta accadendo in modo abbastanza trasparente. Ovvero, ci sono gli annunci, si spiegherà quello che si vuole fare, poi ognuno può essere d’accordo o meno, ma almeno si sa.

Mentre con Biden non si sapeva chi comandava alla Casa Bianca e che tipo di accordi venissero fatti, perché venivano fatti di nascosto. C’era questo progetto di monopolizzare l’intelligenza artificiale, dando a certi operatori un ruolo non solo primario, ma assoluto, e naturalmente lanciare la CVDC.

Quindi, in questo contesto di libero mercato, chiunque investa in America per Trump è benvenuto. Inoltre, abbiamo visto che Trump può partire con un’idea e poi cambiare idea durante il percorso. Può farlo, può non farlo. Ma in questo caso, è relativamente importante.

Per esempio, quando hanno annunciato Oracle e OpenAI, Musk era totalmente contro e ha detto cose molto dure, anche perché ha la sua piattaforma. È chiaro che Musk vuole proteggere la sua industria e la sua presenza. È già un fornitore importante per il Pentagono e lo sarà ancora di più in futuro, quindi è anche comprensibile.

Ha dimostrato di poter produrre cose che il Pentagono non è stato capace di fare per anni, quindi ha senso che gli venga affidato l’incarico di sviluppare nuove tecnologie. Inoltre, la sua forte enfasi sulla trasparenza e sulla comunicazione pubblica è positiva.

Tutto il lavoro di Musk è disponibile su un sito, è stato fatto con uno scopo e reso pubblico. Chiunque può vedere quello che sta succedendo. Finora, tutto questo è andato bene. Poi, Musk ha dei trattori anche all’interno del giro di Trump, non del governo, ma del contesto degli influencer che girano intorno al mondo maga.

E questo va bene, perché può funzionare anche da contraltare, da contrappeso. Io non mi focalizzerei troppo su Musk. Musk è uno strumento, sta facendo un lavoro importante, un lavoro che tra l’altro Obama si era prefigurato di fare e che aveva cercato di fare, fallendo. Infatti, Musk si è inserito in un impianto che Obama aveva creato.

Quindi, l’agenzia governativa ha cambiato nome, ma l’impianto c’era già. Solo che gli esperti tecnici che Obama aveva reclutato hanno clamorosamente fallito e hanno detto: “Eh, avremmo potuto farlo, ma non ci siamo riusciti”.

Quindi, quello che Musk sta dimostrando è che usando la tecnologia giusta, l’intelligenza artificiale in questo caso, è possibile raccogliere tutte le informazioni sulle attività economiche di un governo enorme come quello degli attori, o buona parte di queste informazioni, prima che gli attori possano cancellarle o nasconderle e quindi dar modo poi di fare l’incensamento in vastissima scala avendo le informazioni a propria disposizione.

Informazioni che possono essere recuperate, ma che sarebbe molto più difficile ottenere in seguito. Invece, in questo caso, è stata proprio una blitzkrieg, una guerra lampo contro la burocrazia, che sarebbe stata impossibile senza Musk. Quindi Musk, da questo punto di vista, ha comunque guadagnato molta popolarità. Che ruolo avrà per il futuro? Lo vedremo.

Finché il discorso è trasparente e sappiamo cosa sta succedendo, possiamo ragionarci e decidere se ci piace o no. Per ora, però, non c’è motivo di lamentarsi o di preoccuparsi. E con questo, per chi vuole approfondire con i tuoi video quello che sta avvenendo, ricordate mazzoninews.com. Roberto, grazie davvero.

Ci sentiamo al mese prossimo. Perfetto, grazie a tutti.

Buona giornata. Grazie. Grazie.

Roberto Mazzoni

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