Amici del Vaso di Pandora, benvenuti, ben ritrovati. L’America è tornata, la Russia vuole la pace. Il discorso di poche ore fa di Trump, al quale hanno preso parte anche le opposizioni, ha toccato temi molto importanti e ha ribadito la fine dell’ideologia Woke. Questo mi sembra già molto interessante. Oggi cercheremo di capire la situazione vista dagli Stati Uniti. Benvenuti nel collegamento dalla Florida, sono Roberto Mazzoni. Ciao Roberto. Buongiorno a tutti e ben ritrovati. Ben ritrovato, ricordiamo che Roberto Mazzoni è un giornalista che ha già lavorato come direttore responsabile di testate giornalistiche del gruppo Mondadori e del gruppo Il Sole 24 Ore. Dal 2008 vive negli Stati Uniti ed è cittadino americano, pertanto ci fornisce le sue analisi sugli Stati Uniti in qualità di cittadino americano che, per la sua attività professionale, è inserito nelle realtà politiche ed economiche del suo paese. Voglio subito chiederti, c’è qualcosa che vuoi dirci? La situazione, come vedi, è questa. Ogni volta che ci incontriamo abbiamo un appuntamento mensile, ma negli ultimi mesi stiamo parlando di novità che prima potevano accadere in qualche anno, mentre qui tutto sta cambiando di mese in mese. Secondo te, c’è qualcosa in Europa che non abbiamo capito di ciò che sta avvenendo negli Stati Uniti?
Secondo me sì, c’è una comprensione mancata delle motivazioni alla base delle attività della Casa Bianca in questo momento e degli Stati Uniti in generale, e delle loro intenzioni in relazione alla Russia in particolare. Quello che vediamo in questi giorni è che, tramite l’attività di Donald Trump e di un discreto numero di personaggi della Casa Bianca che lo affiancano, c’è una corsa molto decisa verso una normalizzazione dei rapporti con la Russia. Stanno riaprendo le ambasciate a Washington e a Mosca, stanno parlando di riattivare i voli diretti tra Stati Uniti e Russia, stanno parlando di eliminare alcune sanzioni e, in generale, si sta parlando di una distensione complessiva tra Stati Uniti e Federazione Russa, dopo l’enorme tensione che si era raggiunta verso la fine dello scorso anno. Entrambi i governi sono consapevoli di essere arrivati molto vicini a un conflitto nucleare e, come ha dichiarato lo stesso Trump, vogliono evitare sia di arrivare a questo punto sia che il rischio si ripresenti in futuro. Parte di questo quadro è naturalmente la guerra in Ucraina e, in merito, Trump ha già fatto numerose concessioni ai russi, confermando il fatto che la guerra ha come radici fondamentali le espansioni della NATO e che, quindi, è legittimo che i russi si preoccupino della presenza della NATO in Ucraina. Ha dichiarato personalmente, tramite il nuovo ministro della difesa Exet e il vicepresidente Vance, che l’Ucraina non entrerà mai nella NATO. Ora, è chiaro che questa potrebbe essere una posizione diversa da quella della prossima amministrazione, quindi fra quattro anni. Per questo motivo, Trump deve assicurarsi che la prossima amministrazione continui non soltanto a essere repubblicana, ma propriamente MAGA.
Ecco perché è in corso un’enorme purga all’interno del governo di Washington. È difficile pensare che J.D. Vance possa cambiare questa situazione, anche se lo mettiamo come previsione per il futuro, in qualità di successore di Trump. Stiamo parlando di tempi lunghissimi, perché in questa fase parlare di quattro anni è come parlare di un’era geologica. È vero, però è evidente che J.D. Vance potrebbe essere il successore di Trump e, sulla base di quanto costruito o demolito nei corsi di questi quattro anni, proseguire su questa strada, portandola a un punto in cui non sia più reversibile. In questo modo, non sarebbe più possibile un conflitto diretto tra Stati Uniti e altre potenze nucleari come Cina e Russia, perché si creerebbero legami talmente stretti da rendere qualsiasi conflitto pratico. Ora, in questo contesto, stanno facendo un’enorme purga all’interno del governo di Washington, in particolare all’interno delle strutture che hanno organizzato i vari colpi di Stato nel mondo, ed è su questo che si sta concentrando Elon Musk. Abbiamo visto il valore delle case nella città di Washington precipitare del 20%, perché c’è molta gente che è stata licenziata e che deve ricollocarsi altrove. Stiamo parlando di decine e decine di miliardi di persone già oggi. Questo gli permette anche di liberarsi dei nemici che aveva all’interno della burocrazia nella prima amministrazione e di poter così muovere con maggiore decisione. Gli permette di creare immediatamente una de-escalation nei confronti della Russia e di altri governi stranieri che consideravano queste attività ostili sul proprio territorio. Inoltre, rafforza il suo sostegno popolare rispetto al Partito Democratico, che adesso è diventato il partito che pubblicamente difende le mazzette.
Negli Stati Uniti, ad esempio, sono state trovate circa 4 milioni di persone che ricevono la pensione e che hanno più di 120 anni; il numero di persone che superano i 200 anni è notevole, e c’è anche qualcuno che supera i 350 anni, quindi è più vecchio degli Stati Uniti medesimi. Tutti questi vari scandali continueranno a uscire e metteranno il Partito Democratico nell’angolo, alle corde, e lo sommergeranno praticamente. Questo è l’obiettivo: sradicare tutta una serie di strutture che impedirebbero il completamento di una riappacificazione con i russi nel breve periodo, ma anche la continuazione di questa riappacificazione con i russi e i cinesi. Questo deve essere il quadro di partenza. In questo contesto, Trump ha avuto l’incontro con Zelensky e poi faremo alcuni commenti a riguardo. Ma ha già attivato delle misure: di fatto, non sono previsti fondi per il futuro dell’Ucraina e la fornitura delle armi già autorizzate da Biden è stata temporaneamente bloccata. Gli aerei sono stati ordinati di tornare indietro o di fermarsi prima di arrivare in Ucraina e, se non sbaglio, a partire da oggi è stata bloccata la fornitura di informazioni di intelligence, notizia che dovrà essere confermata.
Questo significa che gli ucraini, da questo momento in avanti, combatteranno nell’oscurità. Tutto questo è stato fatto per costringere gli ucraini a scendere a compromessi con Putin e per mostrare ai russi che gli americani sono seriamente intenzionati a normalizzare la situazione. Dall’altra parte, in Europa si parla invece di continuare la guerra, di creare addirittura un esercito di forze armate locali e di proseguire il conflitto con il coinvolgimento obbligatorio degli Stati Uniti, perché senza di essi l’Europa non avrebbe alcuna possibilità di competere con la Russia. Ed è quello che a Washington, al di là e al di fuori dell’amministrazione Trump, hanno riconosciuto anche al Pentagono: questa è una guerra persa e non potrà essere vinta in futuro. È il momento, quindi, di arrivare a un armistizio, a una tregua, a una riappacificazione. Non diventiamo necessariamente amici, ma cerchiamo di non pestare i piedi gli uni agli altri e di trovare dei punti di convergenza. Sappiamo che i primi contatti con Putin sono stati avviati da Stephen Whitkoff, un uomo d’affari che ha parlato con il corrispondente russo che gestisce il fondo sovrano di investimento di Russia e che ha contribuito in maniera fondamentale al recupero dell’economia russa. Ha anche lavorato a Wall Street, quindi conosce molto bene il sistema americano. Hanno elaborato un sistema che prevede la creazione di una serie di aziende miste o di joint venture tra Stati Uniti e Russia, in territorio russo, altrove in Europa, in modo da rendere impossibile per gli Stati Uniti distruggere le proprie risorse e garantire così gli interessi reciproci delle due nazioni.
Questo interessa ai russi perché permette una riduzione della tensione militare, li avvicina agli Stati Uniti e li allontana dalla Cina, cosa che al momento devono fare, ma che non è strategicamente rilevante per loro, preferiscono avere delle alternative. Ora, dato che hai fatto un’analisi e hai dipinto un quadro molto chiaro in questo senso, mi sento di farti una domanda: potrebbe essere che quello degli Stati Uniti, quello che sta facendo con la Russia, ha uno scopo ulteriore che è quello di cercare di allontanare la Russia dalla Cina? Secondo te? No. No, anzi, vogliono usare la Russia per riavvicinarsi alla Cina, mentre i russi vogliono usare questa opportunità per allontanare gli Stati Uniti dall’Europa. Che non ci sarà, vabbè, già ci stiamo pensando. Che sarà molto facile, perché gli interessi sono totalmente convergenti. Gli Stati Uniti vogliono ridurre la presenza della NATO e la propria presenza militare in Europa e vogliono che gli europei in qualche modo compensino lo spazio mancante, sapendo che non possono farlo, indipendentemente da quanto spenderanno. Di conseguenza, vogliono trovare una combinazione con i russi che li metta l’uno al servizio dell’altro e crei un contesto in cui anche per l’Europa sia inutile cercare di combattere la Russia.
Per farti capire anche dal punto di vista russo, voglio leggerti un breve stralcio di un’intervista che Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri russo, ha tenuto qualche giorno fa con una televisione russa. Noi sappiamo che i russi organizzano queste interviste quando vogliono comunicare qualcosa in modo non totalmente ufficiale, ma sostanzialmente ufficiale, anche perché sappiamo che Sergei Lavrov non direbbe nulla senza l’approvazione di Putin. Certo, assolutamente, l’uomo di grande fiducia è ministro degli esteri da oltre vent’anni e quindi vuol dire che il sodalizio è inossidabile. Ora ti leggo questa cosa, non è molto lunga, ma ti chiedo qualche minuto. Prego. Allora, dice Sergei Lavrov: “Ora non voglio addentrarmi in teorie storiche, ma osserviamo il modello più ampio. Negli ultimi 500 anni, mentre quello che oggi chiamiamo mondo occidentale prendeva gradualmente forma, con alcuni aggiustamenti lungo il percorso, dove ha avuto origine la maggior parte delle più grandi tragedie del mondo? In Europa. Le politiche europee hanno dato origine alla colonizzazione, alle guerre, alle crociate, alla guerra in Crimea, alla prima guerra mondiale e, naturalmente, ad Hitler. Quando guardiamo indietro nella storia, vediamo chiaramente che gli americani, con tutti i loro difetti, non hanno mai giocato il ruolo di istigatori o agitatori diretti in questi passati conflitti globali”.
Beh, mi sento di dire una cosa: sicuramente è un atteggiamento molto benevolo nei confronti degli Stati Uniti, e questo conferma la volontà di cooperare e di creare delle strutture di base. Mi sento di fare questo commento, per favore. Sì, però è più profondo, perché a questo punto andiamo a vedere un po’ la storia, per esempio, dell’accordo sui minerali rari e sulle terre rare. Ok. Sappiamo che a settembre dello scorso anno la Gran Bretagna ha siglato con l’Ucraina un accordo di difesa della durata di 100 anni. A firmare questo importante accordo è stato direttamente da Kiev Starmer, che è andato a Kiev per firmare questo grande accordo. Parte di questo accordo, anche se non è un contenuto pubblico, ci è stato riferito da fonti russe e contiene l’impegno da parte dell’Ucraina di cedere l’uso di qualsiasi minerale o bene nazionale ai britannici, che quindi avranno la facoltà di usarlo in esclusiva e potranno cederlo ad altri. Quindi niente Stati Uniti? No, l’hanno già ceduto ai britannici. Questa, se vogliamo, è una notizia bomba. Questo perché i britannici ne hanno disperatamente bisogno per salvare la propria economia, così come l’Europa che ha grossissimi problemi con l’Eurozona. Senza queste garanzie di sviluppo futuro, il sistema europeo/britannico affonda. Ci siamo?
Direi di sì. I britannici hanno firmato questo accordo con Volodymyr Zelensky, il presidente non eletto decaduto. Quindi, l’accordo sarebbe nullo nel momento in cui i russi vincessero la guerra. L’informazione libera e indipendente è più importante che mai. Al Vaso di Pandora ci impegniamo ogni giorno per fornirti analisi approfondite, rubriche esclusive e interviste senza filtri, lontane da ogni forma di propaganda. Sostenere un’informazione di qualità è fondamentale per garantire la sopravvivenza di una voce indipendente. Abbonandoti, ci aiuterai a continuare questa missione e a migliorare il servizio che ti offriamo. Abbonati oggi su ivodipi.it e unisciti alla nostra comunità di ascoltatori consapevoli. Insieme possiamo promuovere un’informazione di qualità. È chiaro il concetto? Ci siamo. È fondamentale. Bene. Allora, dopo l’elezione, Trump ha detto: “Noi vogliamo la pace, vogliamo disimpegnarci dall’Ucraina”, e Zelensky si è fatto avanti proponendo l’accordo sui minerali. Non si trattava di un’idea americana, ma di una proposta di Zelenskyy. E quindi, dopo essersi incontrato con Besen, che aveva litigato per tre ore con il ministro del Tesoro a Kiev, dopo essersi incontrato a Monaco e aver detto “sì, firmerò”, dopo l’autorizzazione del Parlamento ucraino e dopo l’incontro a Monaco con Marco Rubio e G., Di Vence per firmare finalmente questo accordo e aver litigato anche con loro, non averlo firmato e aver detto: “Va bene, rivediamoci a Kiev quando sarete pronti, lo firmeremo”.
L’accordo finale era di “va bene, rivediamoci a Kiev quando sarete pronti, lo firmeremo”, e non doveva essere firmato da Zelensky e da Trump, ma da un qualche ministro ucraino in loro vece. Se il Presidente è decaduto, mi sento di dire che, per la legge transitiva, chiunque lo firmi è decaduto anche lui, non è valido neanche lui, no? L’accordo è nullo. Inoltre, se andiamo a vedere il contenuto dell’accordo proposto agli ucraini e agli americani, che sembra un accordo che copra tutto, in realtà sono due paginette che non hanno nessun valore, proprio come pezzo di carta. Non è un contratto, non sarebbe difendibile da nessuna parte e non specifica neanche i limiti. Trump è stato in gioco perché voleva in qualche modo vedere dove si sarebbe arrivati e, in più, voleva ottenere dagli ucraini l’impegno a sedersi comunque al tavolo delle trattative: questo è il suo obiettivo. Questo fa sì che gli ucraini dicano sì, siamo pronti a trattare con i russi, perché la trattativa sulla fine della guerra in Ucraina dovrà essere fatta alla fine tra russi e ucraini. In ogni caso, è evidente che Trump non decide per gli ucraini. Tra l’altro tutti gli incontri che sono stati fatti fino adesso tra Stati Uniti e Russia, che sono andati tutti molto bene, ne hanno già fatti due: uno con l’Arabia Saudita e uno con la Russia. Avete presente le due destinazioni importanti? Sono sempre stati su argomenti diversi dall’Ucraina.
Hanno menzionato l’Ucraina, ma non era il tema della questione. Il tema della questione era il ripristino delle rispettive ambasciate, visto che Obama, poco prima che Trump si insediasse nella scorsa presidenza, Aveva chiuso forzatamente le ambasciate russe, aveva cacciato i diplomatici russi e aveva sequestrato le proprietà dell’ambasciata. Ora i russi le rivolgono indietro e vogliono la possibilità di assumere il personale e ripristinare l’attività normale, anche perché sarebbe altamente auspicabile che tra le due principali superpotenze nucleari del mondo ci fossero attività diplomatiche in corso. A un certo punto, Zelensky ha insistito per venire a Washington per firmare il famoso accordo, che non doveva essere firmato a Washington. Appena arrivato, si è incontrato con alcuni senatori, in particolare quelli della commissione per il controllo degli armamenti, che gli hanno detto: “Mi raccomando, non facciamo casini. Vai, firma e non fare storie: questo è importante”. Il secondo punto importante è che, poco dopo, si è incontrato con un gruppo di parlamentari e senatori del Partito Democratico che gli ha detto: “Mi raccomando, fai il più casino possibile, perché vogliamo costringere Trump, in qualche modo, a impegnarsi a sostenere la guerra, esattamente come aveva cercato di fare Macron senza riuscirci e come aveva cercato di fare Starman senza riuscirci qualche giorno prima. Noi mandiamo le truppe francesi e britanniche, i russi le attaccano e, a quel punto, arriva la cavalleria americana a salvarci tutti quanti e quindi convolgiamo gli Stati Uniti in questa faccenda”. Trump continua a sottolineare il fatto che tutti i soldi che sono stati dati dagli Stati Uniti e dall’Ucraina, perché questa è una guerra voluta da Biden, non sono percepiti come una guerra voluta dagli Stati Uniti, dagli americani, negli interessi degli Stati Uniti.
Questa è una guerra privata di Joe Biden, di suo figlio, che era pagato dagli stessi personaggi che hanno messo in potere Zelensky, e da tutto un network che coinvolge le banche europee, le banche britanniche, il servizio segreto britannico. Ricordiamo che, al momento della sua prima elezione, Trump è stato attaccato dai britannici che hanno creato il famoso dossier, da cui è nato il Russiagate, e che hanno condotto a un peggioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Russia. Poi abbiamo visto l’insediamento di Biden, considerato un presidente illegittimo negli Stati Uniti. Sostanzialmente, con quello che sappiamo, quello del 2020 è stato un colpo di Stato, quindi tutto quello che è successo dal 2020 al 2024 è stato gestito dal punto di vista americano da una giunta, da un governo illegittimo che non operava negli interessi degli Stati Uniti e, naturalmente, non operava negli interessi della Russia. Questo punto di vista è condiviso dai russi. Ora, quindi Zelensky ottiene questo briefing, va alla Casa Bianca e, se avete visto tutto il discorso, che è durato un po’ meno di un’ora, nella prima parte Trump era molto accomodante e gentile. Tra l’altro, era stato comunicato a Zelensky in via ufficiale che avrebbe dovuto presentarsi alla Casa Bianca con un abbigliamento formale, non con la solita tuta. Quindi, già il fatto che sia arrivato con la tuta ha messo in allarme sia Trump che Vance. Il suo abbigliamento ha lanciato un messaggio e infatti Trump l’ha accolto con una battuta. Ha detto che bel vestito, vedo che oggi ti sei vestito bene, e quindi si aspettavano l’attacco e si aspettavano di eseguire il controattacco.
Con questo controattacco, Trump ha ottenuto tre grossi risultati. Il primo è stato spiazzare completamente quei componenti del suo stesso partito che dovrebbero continuare la guerra, perché a questo punto c’è il problema dell’esame di stato: non puoi andare alla Casa Bianca e creare imbarazzo nei confronti del Presidente degli Stati Uniti, dopo che questi stessi senatori avevano detto espressamente a Zelensky di non farlo. Infatti, abbiamo visto Lindsey Graham, il più grande guerrafondaio della guerra in Ucraina di tutti i tempi, uscire malamente allo scoperto dicendo che è inaccettabile e che Zelensky deve andarsene. Quindi, tutta quella parte del suo partito è stata messa a tacere, non possono più dire niente. Il secondo ha mostrato quella parte della componente neoconservatrice americana che è trasversale a due partiti e che voleva a tutti i costi un cessate il fuoco con i russi, cosa che i russi non vogliono e di cui il primo a non volerlo è proprio Zelensky. Quindi è inutile che lui continui a proporlo. Il terzo ha dimostrato agli americani che sta facendo il possibile, ma gli ucraini non vogliono porre fine a questa guerra, quindi non può imporlo se non lo vogliono. Quindi, dal suo punto di vista, l’impegno elettorale di porre fine alla guerra è finito. La sua parte l’ha fatta, se lo Stato fulcro, l’Ucraina, vuole andare avanti masochisticamente non possiamo farci nulla. Anzi, ha dichiarato che non soltanto loro vanno avanti masochisticamente, ma lo fanno perché gli europei li stanno costringendo a farlo e lui ha affermato che l’Unione Europea è stata costruita per fotterci.
È stata una sua dichiarazione ufficiale. A questo si aggiungono poi tutti i discorsi fatti in Europa da alcuni personaggi influenti dell’Unione Europea, i quali sostengono che gli Stati Uniti hanno abbandonato l’Ovest, non sono più parte dell’alleanza occidentale. Anche i media mainstream qui, la TV e i giornali, si sono davvero stracciati le vesti, non riconosciamo più gli Stati Uniti come baluardo e rappresentazione della libertà e della democrazia; siamo rimasti soli in Europa a portare avanti nel mondo questi valori. Esatto. La stampa mainstream in questi giorni è stata tutta così. Perfetto, quindi adesso cosa abbiamo? Abbiamo la stampa mainstream che si allinea con la NATO e la NATO che attacca gli Stati Uniti. Sì. Gli Stati Uniti hanno chiarito e Trump è stato esplicito su questo: loro considerano questa situazione come un’evoluzione naturale, perché l’abbiamo già vista appena prima della prima guerra mondiale, è successo esattamente nella stessa maniera, sempre con lo stesso contributo da parte dei britannici. Questo ci porterà al conflitto nucleare e, dal punto di vista degli Stati Uniti, si tratta di un problema esistenziale. Questo dovete capirlo, perché dal punto di vista di Washington, per quanto Trump cerchi di essere accomodante e carino, più è accomodante più è pericoloso. Perciò, in questo momento, per Washington questa situazione deve essere risolta a qualsiasi costo. Perciò, ora che stanno frenando nel confronto con l’Ucraina, dimostreranno all’Ucraina che senza l’apporto degli Stati Uniti perde, e perderà più in fretta e in modo più consistente.
Devono quindi scendere a patti, anche perché gli stessi russi non vogliono che l’Ucraina crolli completamente: sarebbe un problema gestire il dopo. Mentre invece con questo accordo, anche se sanno che è un accordo truffa, impostano quello che potrebbe essere un modello di collaborazione che invece di avere gli ucraini attuali come parte del deal, avrà gli ucraini successivi o i russi. Si parla, per esempio, di ripristinare il non stream 2. Sì, infatti. È stato proposto in una joint venture americana e russa. Questa sarebbe la migliore garanzia per i russi, perché non verrebbe di nuovo distrutta, a differenza di quanto potrebbe accadere se venisse distrutta dagli americani, cosa che pensiamo possa accadere. Inoltre, sarebbe un grosso deterrente anche per gli europei. La Germania non bombarda una condotta di proprietà congiunta tra Stati Uniti e Russia. Tuttavia, in questo contesto, l’aspetto positivo sarebbe che i russi venderebbero il gas a questa nuova società che lo rivenderebbe con un sovrapprezzo all’Europa. E questo varrebbe probabilmente per tutte le condotte che passano attraverso l’Ucraina. Se l’Europa non cambia atteggiamento, se cioè l’Europa non decide subito di sedersi al tavolo delle trattative, non tanto sedersi al tavolo delle trattative, ma dire “noi siamo disposti a chiudere questa partita”, non credo che la situazione cambierà.
Ma scusami, la domanda te la faccio subito. L’Europa, le varie cancellerie, l’Unione Europea, insomma chi vogliamo, come possono diventare più miti e sedersi al tavolo delle trattative dopo aver speso tutto il loro capitale politico nella narrazione “a fianco degli Stati Uniti, contro la Russia, insieme e sosteniamo l’Ucraina”? Come potrebbero? Non possono. Non possono. Quindi, attenzione, andiamo alle basi dell’Euro. Quando è nato, l’Euro non è stato introdotto con il consenso del popolo tedesco. Il popolo tedesco non ha mai votato per aderire all’Euro. Nessuno ha mai votato a favore. Nessuno è stato deciso dall’alto, come tutte le cose veramente importanti. Non ci sono stati né referendum né altro. Perfetto. Quindi, qualora in Germania arrivasse al potere il partito giusto, potrebbero uscire dall’Euro con un decreto. E quale sarebbe il partito giusto? Beh, l’AfD, per esempio. Così facendo, potrebbero fare un accordo con gli americani e con i russi per consolidare la propria economia, facendo crollare tutto il resto. Sì. Seguo. Quindi, per Bruxelles e per tutto l’impianto unionista dell’Unione Europea, l’impianto sovietico dell’Unione Europea, sarebbe l’estinzione. Scomparirebbero. Nel frattempo, Londra ha altri problemi, molto più seri. Infatti, negli ultimi mesi, abbiamo assistito alla fuga letteralmente di oro da Londra verso gli Stati Uniti: 2.000 tonnellate sono già partite, altre ne partiranno. Dalla Svizzera c’è il fuggi fuggi dell’oro, sempre verso gli Stati Uniti. Notiamo il flusso di capitali dall’Europa verso gli Stati Uniti per investimenti industriali di altro tipo.
Anche perché hanno capito che l’Europa è una trappola per i propri problemi fondamentali, in particolare per il fatto che l’euro è un sistema instabile fin dal principio, con grossi problemi che prima o poi ne avrebbero causato il collasso. Tuttavia, il collasso avrebbe potuto avvenire nell’arco di 10-20 anni, magari in modo graduale. Il problema adesso, tuttavia, è che i problemi dell’Unione Europea, che sono in netto contrasto con gli obiettivi degli Stati Uniti, che considerano questo problema specifico come un problema esistenziale, alla pari dei russi, costringeranno tanto gli americani quanto i russi a imporre sanzioni punitive nei confronti dell’Unione Europea, fino a quando quest’ultima non scenderà più miti consigli, cosa che non farà, e quindi ci sarà uno stritolamento progressivo. Cosa potrebbe quindi avvenire? E poi ti chiederò come valuti questa mossa della von der Leyen, questo “Rearm Europe”.
Rearm Europe è un modo per portare soldi a Bruxelles e poi dividersi, ma non porterà assolutamente a niente, perché se ne parla da anni e non hanno mai combinato nulla in questo senso. Non hanno le competenze industriali per farlo, né le strutture, la supply line o l’energia per poterlo fare. Inoltre, ci avvicinerei anche all’altro aspetto fondamentale: una volta stabilito che riuscirebbero ad attivare tutta questa filiera e tutto questo substrato, chi le usa le armi? In Europa, in Italia e negli altri Paesi si ripristinerebbe la leva obbligatoria e, in questo caso, una percentuale notevole di quelli che vanno alla leva andrebbe poi in prima linea. Tra l’altro, non si tratterebbe di un anno e poi tornano a casa. In Europa non credo proprio. Nemmeno io, tra l’altro, anche la pressione economica che questa transizione imporrebbe alle economie europee sarebbe tale da farle collassare, perché non se la possono permettere dal punto di vista economico. Però è un tentativo, l’ultimo tentativo disperato, ma vediamo anche in modo più semplice: costruiscono queste armi con questi eserciti e poi si muovono, non solo in contrapposizione con la Russia, ma anche con gli Stati Uniti?
Sì, esatto. Questa è la situazione: per i britannici il crollo dell’Euro sarebbe una buona cosa, tuttavia anche per loro ci sono problemi significativi. Oggi hanno 40 carri armati funzionanti, la portaerei britannica funziona un giorno sì e sei mesi no e i testati nucleari che hanno sono in affitto dagli Stati Uniti. L’Inghilterra possiede 220 testate nucleari in affitto, non in proprietà, perché quando gli organi di informazione inglesi parlano dei testati nucleari inglesi, lo fanno molto raramente, ma comunque menzionano il fatto che sono di proprietà americana.
Il nucleo è di proprietà dei britannici, ma il missile portante e tutta l’infrastruttura sono americani, il che significa che gli americani hanno accesso ai codici di controllo e possono bloccare l’invio dei missili dalla Gran Bretagna. Restano soltanto i francesi, ma non so dove andranno. Non credo che la Francia avrà un futuro brillante se continuerà su questa strada; d’altra parte, la Francia ha un esercito da safari, quindi non si può neanche pensare che possa affrontare i russi. Gli unici che possono creare problemi in questo senso sono i polacchi, ora che gli ucraini sono stati sostanzialmente falciati per la maggior parte.
Tuttavia, gli Stati Uniti stanno avendo con i polacchi dei dialoghi particolari, stanno cercando di in qualche modo massaggiare la situazione e vediamo che sono meno entusiasti di seguire l’operazione europea rispetto al passato. Quindi, quello che succederà in futuro non lo sappiamo con certezza, ma abbiamo alcuni elementi fermi: il riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia continuerà, non c’è un rischio di conflitto nucleare finché i governi russo e americano attuale rimarranno al potere. Qualunque spinta in direzione di aumentare il rischio di conflitto nucleare verrà colpita molto duramente, soprattutto in termini economici. L’Europa si troverà sostanzialmente circondata e dubito che l’Unione Europea cambi politica, perché non può farlo e di conseguenzapotrebbe smetterebbe di esistere. Se nel momento in cui decidesse di non stare al gioco, sarebbe la fine. È semplicemente una questione di sicurezza nazionale.
Quindi secondo te l’Unione Europea continuerà ad esistere ancora per molto?
Sì, fino a che non verrà triturata.
Intendi sanzioni economiche estremamente punitive, quindi un blocco o grandi difficoltà di esportazione verso gli Stati Uniti, un aumento dei prezzi dell’energia e, in generale, qualsiasi misura atta a fare pressione affinché abbandonino questa direzione? Anche per noi la guerra è finita, quindi decidiamo di chiudere il capitolo. Parlano più i giapponesi sull’isola che dopo alcuni anni erano ancora là armati… Può darsi. Teniamo presente che i giapponesi, parlando di giapponesi, hanno avuto un ruolo molto importante a sostegno dell’euro finora, e anche i cinesi sono perfettamente allineati con questa nuova politica americana. L’abbiamo visto alle Nazioni Unite durante le votazioni congiunte, dove americani, russi e cinesi hanno votato la stessa parte, mentre gli europei erano dall’altra parte. Ma se devono scegliere da che parte stare, i giapponesi non hanno dubbi.
Quindi, in questo momento, l’Europa è su una bomba con la miccia accesa e deve decidere se vuole spegnerla o meno. Non credo che decideranno di spegnerla, almeno stando a quanto mi dici. Ci possono però essere cambiamenti politici interni che costringono a un cambiamento. Quindi, l’esplosione nel senso positivo di movimenti o partiti sovranisti, in pratica. Ma, più che altro, il distacco di nazioni interne rispetto alla politica di Bruxelles: l’abbiamo visto in Slovacchia, lo stiamo vedendo in Ungheria e, direi, è da un po’ che lo vediamo. Secondo me, queste due nazioni saranno un po’ la punta di diamante della trasformazione e avranno un ruolo molto importante. Secondo te, potrebbe seguire l’esempio della Slovacchia e dell’Ungheria anche Roberto? Probabilmente la Romania, se riuscirà a risolvere i problemi interni legati alle elezioni e a evitare il caos e i pasticci che ha creato, potrebbe essere la prossima. Inoltre, la Romania avrebbe un ruolo determinante, dato che in quel Paese è in corso la costruzione della più grande base NATO e la Romania ha un ruolo fondamentale nel sostenere la guerra in Ucraina.
Se i rumeni decidessero di dire basta e di non voler più essere parte della partita, la base Nato per noi è un problema, bisogna disinvestire, eccetera, eccetera, credo che troverebbero orecchie ben aperte a Washington, che vuole ridurre la presenza americana in Europa, e questo sarebbe un elemento di distensione notevole nei confronti dei russi. Sarebbe un’opportunità gradita sia a Mosca che a Washington e probabilmente la Romania avrebbe un potenziale enorme, perché si inserirebbe in un cordone che poi includerebbe anche la Serbia. In questo modo, i cinesi potrebbero arrivare tranquillamente in Europa senza passare dall’Ucraina e forse dall’Austria. Tuttavia, l’Austria è incerta. Pertanto, la Romania è la scelta più probabile e interessante, mentre la Serbia è quasi pronta. Quindi, direi queste quattro nazioni. Senti Roberto, in questa situazione che hai descritto in maniera molto dettagliata e completa, i singoli paesi europei uscissero dalla cosiddetta “illusione ottica collettiva”, come potremmo dire, e riuscissero a vedere l’opportunità per i singoli stati europei.
Questo sarebbe un momento storico di grandi opportunità, parliamo dell’Italia, per esempio, a volerlo cogliere. Un’opportunità che non riguarda solo l’Italia, ma anche e soprattutto quei paesi fortemente indebitati come il nostro, perché da Bruxelles e da Francoforte arriveranno pressioni sempre più forti per fare fronte comune con la politica europea. La Germania sarà un caso a parte, perché ha un ruolo importante nel futuro strategico dell’Europa e tanto gli americani quanto i russi vogliono gestire la cosa in modo intelligente. In Germania, però, ci sono ancora fortissime resistenze a sganciarsi da Bruxelles. All’interno, l’industria sta parlando in direzioni differenti, ma credo che anche la Bundesbank inizierà presto a fare pressione per sganciarsi dal sistema dell’Euro. Tra l’altro, la Bundesbank non aveva alcuna intenzione di unirsi all’Euro e era fortemente contraria prima della sua formazione. L’Euro è un progetto sostanzialmente francese, quindi serve una leadership politica coraggiosa, perché i politici verranno attaccati in maniera senza pietà. Qualunque politico europeo potrà anche correre rischi importanti a livello personale, come abbiamo visto con Ficco. Se si espongono, quelli che avranno il coraggio di farlo, troveranno una via d’uscita pratica a questa situazione. Per questo motivo dovranno anche avere, come ha ottenuto Trump oggi, il forte supporto della stragrande maggioranza della popolazione, perché se non c’è un forte supporto popolare, il politico può fare solo fino a un certo punto. Questo è un punto sul quale io credo profondamente e non ho alcuna intenzione di spezzare l’ancia a favore dei politici, tantomeno in Europa e in Italia.
Tuttavia, bisogna anche ammettere che un politico trova la forza nel momento in cui si sente sostenuto. Se l’opinione pubblica è asfittica e assente, e pensa che tutto sommato le cose vanno bene così come sono, come può agire un politico? Voglio dire, non può andare avanti da solo, deve partire all’attacco. Sì, però credo che le cose cambieranno, perché il livello di dolore sarà tale che, a un certo punto, anche l’opinione pubblica cambierà registro. Quindi, possiamo concludere questo nostro appuntamento con una nota sicuramente positiva. E l’Italia come la vedi? Hai già parlato un po’ della Francia e soprattutto della Germania e dei paesi dell’est, ma l’Italia come la vedi? Secondo te, la Meloni troverà il coraggio di fare qualcosa? Perché adesso come la vedete lì? Anche se sembra che abbia un rapporto molto buono con Trump, è considerata quella che sta con il piede in due o più scarpe. L’etichetta ufficiale è “cavallo di Troia”, viene considerata proprio un cavallo di Troia. Infatti, se hai visto, durante la sua permanenza negli Stati Uniti ha avuto un ruolo piuttosto marginale. Non ha incontrato Trump, l’aveva già incontrato a Mar-a-Lago in precedenza, ma non c’è stato un incontro ufficiale. Inoltre, la situazione politica italiana è piuttosto intricata, quindi no, al momento non credo che la Meloni sia in una posizione da poter fare qualcosa.
Ci deve essere più sostegno dal basso e deve assumere posizioni convincenti rispetto al passato. Al momento non ce l’ha. Al momento, quello che vedo è che il nuovo sistema sarà caratterizzato dalla presenza di americani e russi che controlleranno il flusso di energia nell’Europa centrale e settentrionale, mentre il sud Europa sarà controllato da Qatar e Turchia, che sono comunque alleati sia degli americani che dei russi. Quindi, abbiamo una tenaglia e l’accesso all’energia è fondamentale per lo sviluppo dell’industria e per il tenore di vita generale. Quindi, se volete salire sul nuovo treno, dovete farlo subito, perché più aspettate e più il dolore sarà grande. Questo è ciò che voglio dirvi. Non pensate che Trump cambierà idea, non lo farà. Non pensate che Trump cambierà idea, non lo farà. Cosa intendi in particolare? Intendi rispetto alla conclusione del conflitto in Ucraina, al riallenamento nei confronti dei russi e al fatto che anche gli europei dovranno allinearsi completamente a questa politica? Se non lo faranno, verranno puniti. Chiaro. Roberto, concludiamo così questa puntata, direi particolarmente densa e rivelatrice.
Ti ringrazio molto per queste analisi che ci hai potuto offrire, che solo da lì si possono effettivamente fare, perché, come si dice molto spesso, dall’esterno si vede la situazione meglio di quanto non la vediamo noi quando siamo all’interno. Per concludere idealmente il concetto che ti ho accennato prima, non sappiamo ancora cosa staremo commentando nel nostro prossimo appuntamento, che sarà già ad aprile. Le cose succedono in fretta, quindi si stanno commentando cose che prima si sarebbero commentate a distanza di qualche anno, ma ora si commentano a distanza di pochi mesi. Siamo arrivati alla conclusione, ti ringrazio molto, ringrazio Roberto Mazzoni che è in collegamento dalla Florida. Grazie. Grazie Roberto. Arrivederci. Grazie. Grazie a tutti voi, amici ascoltatori.
Roberto Mazzoni