Buona serata alle 19:07 in Italia, non negli Stati Uniti, dove ci stiamo collegando con Roberto Mazzoni. Ciao Roberto. Buongiorno a tutti. A te sarebbero le lune? Lune 08? Sì, esatto, è l’una e 10.
Allora, Roberto è sempre molto atteso qui, perché gli ascoltatori attendono il suo parere per interpretare gli eventi e comprenderli, perché spesso non sono molto chiari. Ora poi con Trump, dove non si sa mai se bisogna interpretare le parole alla lettera o cercare di capire quali strategie ci sono dietro e anche le persone che ha scelto di avere attorno, che hanno comunque un ruolo. Quindi partirei da… Intanto, vorrei sentire la tua opinione: in questo mese c’è stata la vicenda dei Dazzi, con quella presentazione e poi quelle che sono sembrate delle retromarce, e poi la situazione in Russia e in Ucraina, con quella foto di Zelensky in un luogo sacro. Poi c’è stata la foto che ha fatto il giro del mondo, e l’incontro alla Casa Bianca che è stato decisamente più movimentato.
E l’Italia, che ruolo può avere, se ha un ruolo? Perché tu, in un video recentemente, hai anche delineato questa possibilità, cioè che l’Italia, questa volta, potrebbe avere un ruolo rilevante, almeno a livello europeo. D’accordo, ricordatevi che la regola è non prendere Trump alla lettera, ma prenderlo sul serio. Se tenete questo tipo di impostazione, dovreste essere sul sicuro. La situazione è molto complessa se non si comprende qual è il piano fondamentale. In realtà il piano esiste ed è stato delineato prima ancora che Trump arrivasse alla Presidenza in un documento di strategia economica, tariffaria e commerciale che avrebbe dovuto informare la Presidenza Trump. Quindi, i vari passi che Trump sta facendo erano già stati ampiamente anticipati, solo che la gente non voleva crederci, pensava che fosse una sparata, quindi non lo prendeva sul serio.
Questo è anche uno dei motivi per cui Trump ha deciso di partire molto forte, sia perché a breve termine, sia perché era importante far capire sia in patria, quindi negli Stati Uniti, che all’estero che faceva sul serio, sia perché ha valutato che questo tipo di approccio sarebbe stato l’approccio più efficace soprattutto per stanare i nemici rispetto ai falsi amici. Questo era, credo, l’obiettivo, come poi si è dimostrato nella pratica. Innanzitutto, vediamo da dove partiamo. Io mi sono stampato una, vediamo se si riesce a vedere. Questo è un grafico che mostra gli investimenti nella borsa statunitense e il grafico superiore identifica gli investimenti fatti dai baby boomers, ovvero le persone nate tra il 1946 e il 1964. Se notate, rappresenta più del 60% del totale, quindi è una proporzione molto elevata. Dopodiché abbiamo la generazione successiva, che è rappresentata in modo poco evidente in questo grafico, ma si tratta comunque di un grafico che include le generazioni X, nate dal 1965 al 1980, e poi sotto abbiamo i millenial, che praticamente non ci sono. Nella borsa statunitense, il grosso degli investimenti proviene da un 10% della popolazione, soprattutto appartenente alla mia generazione, generazione uscente, che tra l’altro non vota per Trump.
Di conseguenza, il fatto che la borsa scenda non è un elemento svantaggioso per gli elettori di Trump, anzi è un elemento altamente positivo, perché il fatto di bruciare 2 trilioni di dollari, credo che siano in totale i soldi che sono stati eliminati dalla borsa americana, con la svalutazione delle magnifiche 7, quindi Nvidia, Apple, Google, Meta, Microsoft, eccetera, e l’uscita dei capitali esteri, soprattutto cinesi ed europei, ha provocato un’ondata di deflazione negli Stati Uniti, con un crollo del tasso di inflazione, sceso sotto lo zero. Il tasso di inflazione medio nel periodo di Trump è dell’1%, rispetto a un tasso medio di Joe Biden del 5%. Quindi, i risultati si vedono subito: i prezzi hanno smesso di salire e hanno iniziato a scendere, in particolare i prezzi delle case, che erano uno degli obiettivi più importanti per la presenza americana, perché la generazione che ha votato per Trump, la generazione X e buona parte dei millenial, vuole avere delle case accessibili, vuole avere un lavoro che le permetta di comprarsi casa e non restare in affitto tutta la vita e vuole anche poter mantenere una famiglia senza dover fare due o tre lavori. Quindi la direzione è quella corretta, come del resto ha dichiarato il ministro del Tesoro Bessent, il quale ha affermato che, questa volta, invece di Wall Street, vogliamo prediligere Main Street, vale a dire l’economia reale e non quella fasulla di Wall Street. Questa è un’impostazione esattamente opposta rispetto a quella seguita da Trump nella sua prima presidenza. La fuga di denaro dalla borsa, provocata da Trump anche con il suo grande impatto mediatico legato alle tariffe, serviva a diversi obiettivi. Il primo era quello di raffreddare l’andamento inflazionistico, perché naturalmente con l’uscita di capitale e con il crollo della borsa in generale sono stati bruciati dei soldi che erano stati aggiunti dall’amministrazione Biden e che erano andati unicamente ad arricchire una porzione molto ristretta di aziende e di investitori che non reinvestivano quel denaro nell’economia effettiva, ma lo usavano per comprare di nuovo le azioni che salivano di valore e si pagavano i bonus.
Invece, quello che vuole fare Trump è avere aziende che investono effettivamente in progetti reali sul territorio; molto probabilmente, nei prossimi 4 anni, il famoso indice SP500, le 500 aziende più importanti dell’America, cambierà profondamente. Alcuni stimano che il 50% delle aziende che oggi sono in quell’indice sparirà, alcune chiuderanno, altre usciranno dall’indice, semplicemente finendo in una classifica inferiore e lasciando il posto a aziende che operano nel settore industriale e che sono concentrate sulla produzione in tre settori chiave: l’energia, l’industria, soprattutto i nuovi materiali, l’intelligenza artificiale e, naturalmente, le nuove tecnologie collegabili all’intelligenza artificiale. Quindi, in questo contesto, assisteremo a un grosso cambiamento nella borsa, con un ulteriore calo della borsa americana, perché vogliono espellere 800 aziende cinesi che non stanno rispettando le regole contabili americane. Di solito i cinesi fanno quello che vogliono e per molto tempo gliela hanno lasciata passare, solo che più di due anni fa hanno approvato una legge secondo la quale le aziende cinesi che non avessero rispettato la contabilità americana, quindi avessero pubblicato bilanci conformi alla legge negli Stati Uniti, così come tutte le altre aziende americane portate in borsa, sarebbero state espulse e avrebbero avuto 24 mesi di tempo per adeguarsi. Sono passati 24 mesi e adesso vedremo 800 di queste aziende essere espulse, quelle che non se ne andranno naturalmente da sole.
Ciò significa che ci sarà un ulteriore flusso di denaro fuori dagli Stati Uniti e dalla borsa, denaro che confluirà nell’oro o nelle borse europee. Questo causerà una crescita delle borse europee che probabilmente alimenterà l’economia europea per i prossimi due o tre anni, perché ci saranno gli investitori delle borse che devono ricollocarsi. Coloro che erano negli Stati Uniti a titolo speculativo verranno in Europa e i cinesi verranno in Europa. Ciò provocherà sicuramente un aumento delle spese governative, dato che ci sono vari progetti in cantiere, e gonfierà le borse. Poi, tra tre anni, ci sarà il voto e i soldi rifluiranno negli Stati Uniti, ma questo è un altro discorso. Al momento, l’obiettivo è far dimagrire la Wall Street, la borsa, per purgarla degli eccessi generati durante le amministrazioni Biden e precedenti e fare spazio a imprese che investono realmente, utilizzando i capitali degli azionisti per sviluppare progetti concreti sul territorio. Sappiamo che le aziende americane possono raddoppiare o triplicare i turni di produzione e stanno già aumentando la produzione in alcuni settori strategici come quello automobilistico. Si potrebbe quindi assistere a un raddoppio della produzione in tempi relativamente brevi, con un conseguente aumento delle assunzioni che recupererebbe molti dei posti di lavoro persi durante l’amministrazione Biden. Questo favorirebbe la base elettorale di Trump e consoliderebbe la capacità degli Stati Uniti di produrre internamente beni che non verranno più importati dall’estero, in particolare dalla Cina. Questo è uno degli elementi. Un altro obiettivo fondamentale era quello di far scendere il dollaro e ci sono riusciti, perché lo rende più competitivo nelle esportazioni e nei confronti della Cina. Inoltre, era anche quello di far scendere i tassi di interesse dei titoli del tesoro americani a 10 anni, che oggi sono i più critici e ti spiego il perché. Devono rifinanziare circa 8 trilioni di dollari e, a questo primo giro, ne hanno già rifinanziati 2.
Questi 8 trilioni di dollari sono titoli del tesoro a breve termine, con scadenza di un anno o poco più, e vogliono trasformarli in titoli a 10 anni, perché in questo modo ridanno influenza al governo di non dover correre dietro ai finanziamenti ogni mese e di poter far quadrare un pochino meglio il bilancio, anche perché, avendo licenziato 240.000 dipendenti pubblici, ha provocato una piccola crisi all’interno della borsa che ha tolto di mezzo una serie di aziende che non producevano nulla, ma che facevano girare il denaro, contribuendo quindi al prodotto interno lordo. Il prodotto interno lordo è sceso, mentre il debito continua a salire e a restare uguale.000 dipendenti pubblici, si è comunque provocata una piccola crisi all’interno della borsa che ha portato alla chiusura di una serie di aziende che non producevano nulla, ma che facevano girare il denaro e contribuivano quindi al prodotto interno lordo. Il prodotto interno lordo è sceso, mentre il debito continua a salire e a restare uguale. Dunque, devono necessariamente aumentare la produttività e, al tempo stesso, finanziare lo Stato con tassi di interesse più bassi. Per un periodo breve, penso forse una giornata, I tassi sono effettivamente scesi, perché quando scende la Borsa, di solito scendono anche i tassi di interesse sui titoli di Stato, perché i titoli americani, in particolare, vengono considerati beni rifugio. Quindi, quando la Borsa è in difficoltà, la gente compra i titoli e, siccome si tratta di un’asta, gli interessi pagati dallo Stato scendono, perché c’è molta richiesta; se invece c’è poca richiesta, gli interessi salgono per incentivare gli investitori.
Dopo essere scesi, i tassi sono schizzati improvvisamente verso l’alto, il che ha indotto Trump, naturalmente, a dire una pausa sulle tariffe e sui tassi, perché ha già ricevuto 70 telefonate e quindi siamo già in trattative e perciò va già bene così. Questo serviva anche per far raffreddare il mercato del tesoro, perché non si vuole creare una grande crisi economica: se salta il mercato dei titoli del tesoro americano, salta tutto. Inoltre, un’analisi forense di questo picco ha rivelato che non sono stati i cinesi a vendere i titoli del tesoro americani per mettere in difficoltà l’America, come alcuni dicevano, ma gli europei. Tutto è avvenuto all’interno di Euroclear, la piattaforma di compensazione dei pagamenti in Europa, che ha congelato i soldi dei russi. Alcuni dicevano: “Sì, sono i soldi che i cinesi avevano in Europa”, ma non è così, perché quando si va a vedere, non ci sono stati movimenti sul fronte cinese, mentre i movimenti ci sono stati sul fronte dell’Eurozona. Quindi è stata l’Europa a compiere questo gesto e, come dicevo prima, le tariffe servivano come primo passo, perché le tariffe sono semplicemente una prima fase del progetto; ci sono altre due fasi più importanti. Le tariffe servivano sicuramente per svalutare il dollaro e renderlo più competitivo, nonché per ribilanciare la competitività rispetto a fornitori esterni come i cinesi e tanti altri. Le tariffe servivano anche e soprattutto per stabilire chi sono gli amici e chi sono i nemici. In particolare, la Cina esporta direttamente agli Stati Uniti circa il 15% del proprio prodotto, mentre un altro 15% passa attraverso altre nazioni che rimarchiano i prodotti, ma si tratta comunque di prodotti cinesi. Tra i principali paesi coinvolti, troviamo naturalmente il Vietnam, il Messico, il Canada e, in parte, anche la Corea.
Se notate, i primi ad avere incontri con Trump sono stati proprio il Giappone, la Corea e il Vietnam. Il Messico era già in contatto con gli Stati Uniti, il Messico è già allineato, non c’è problema, anche perché gli stessi messicani non vogliono una presenza eccessiva dei cinesi in Messico e sono invece ben contenti di ricevere più soldi dagli americani. Quindi, con il Messico non c’è problema. C’è il problema della droga, ma quello è un altro discorso. Però, quello è un problema che viene affrontato e che stanno affrontando: hanno praticamente chiuso il confine, ormai non passa più nessuno, non ci sono più immigrati illegali e stanno mandando l’esercito statunitense al confine per occuparsi dei cartelli della droga messicana. Quindi, al momento, il Messico e la Cina non sono un problema. Infatti, Trump non ha nessuna fretta di avviare una trattativa con i cinesi, anche perché sa che non sono pronti. Poi, magari se avremo tempo, vedremo. Ma quello che volevo capire era chi sono effettivamente gli amici con cui posso dialogare per il futuro, chi è disposto a darmi una mano e a cui poi dovrò estendere il favore della protezione militare e tutto il resto. Come ha spiegato molto bene il ministro del Tesoro, la strategia è quella di avere tre contenitori: il contenitore verde, in cui ci sono gli amici sicuri a cui gli Stati Uniti offrono protezione militare, un accordo tariffario reciproco relativamente libero, a condizione che vengano rispettate alcune regole di equilibrio, e offrono anche aiuti economici in caso di difficoltà economiche, prestiti per far fronte a problemi temporanei.
Il terzo contenitore è quello dei “gialli”, dove non c’è nessuna protezione militare né sostegno economico, ma possono esserci rapporti di trattativa e le tariffe sui dazi possono essere relativamente basse, a condizione che ci sia reciprocità. Infine, ci sono quelli del “cestino rosso”, che sono avversari nei confronti dei quali si opera una vera e propria guerra commerciale fino a quando non si riequilibra la situazione, non solo in termini di scambi economici, ma anche in termini militari e di altri aspetti. Nel contenitore rosso, naturalmente, ci sono i cinesi, non c’è dubbio, ma a questo punto ci sono anche gli europei. Nel contenitore giallo, invece, ci sono nazioni che sono un po’ a cavallo, come può essere l’India, il Vietnam, la Russia, l’Africa, l’America centrale, eccetera, a seconda naturalmente delle nazioni. Per esempio, l’Argentina è sicuramente nel contenitore verde, mentre nel contenitore verde ci sono sicuramente il Giappone, la Corea, le Filippine, l’Argentina e direi l’Italia. Quindi l’Italia si colloca molto distante rispetto agli altri paesi europei. Nel contenitore verde potrebbero esserci anche l’Ungheria e la Slovenia, anche se non ci sono stati ancora dei contatti diretti con queste nazioni e anche se, in futuro, probabilmente si avvicineranno più a una sfera di influenza russa che a una sfera di influenza americana. Quindi, al momento, sono nazioni che sono più probabilmente gialle, ma che tuttavia non costituiscono un problema, non rappresentano una difficoltà.
La situazione è completamente diversa per quanto riguarda l’Italia, come dimostrato anche dalla visita di J.D. Vance: c’è stata un’attenzione particolare nei confronti dell’Italia, che ha messo in evidenza come l’Italia debba anche giocare un ruolo importante per il futuro in Europa e nel nuovo contesto energetico previsto per il continente. Dopodiché, abbiamo notato anche un cambiamento da parte della Federa Reserve. La Fed si è impegnata a intervenire nel caso in cui fosse necessario difendere i titoli statunitensi e li acquisterebbe con un meccanismo indiretto che non genererebbe inflazione. In pratica, la Fed si trasformerebbe in una sorta di hedge fund, un fondo di investimento, e questo permetterebbe a Trump di portare a termine quello che già stanno pianificando, ovvero un attacco speculativo sul circuito dell’eurodollaro. Di fatto, si esporta inflazione e si importano posti di lavoro, che è un po’ il ciclo opposto rispetto a quello fatto sinora e che è anche un po’ il ciclo opposto rispetto a quello che ha con la Cina. L’Italia, in questo settore, si colloca secondo un modello che va ancora definito con precisione, ma abbiamo notato che il 4 aprile, due giorni dopo la famosa Liberation Day, il prezzo del petrolio è sceso, cosa strana, considerando l’incertezza generale dei mercati, sarebbe dovuto accadere il contrario. Anche se, in un certo senso, è anche comprensibile che il mercato globale possa rallentare e quindi si consumi meno petrolio, il caldo è stato notevole e questo caldo va naturalmente a favore di Trump che ha bisogno di un costo basso dell’energia per far accelerare l’industria americana. Inoltre, questo indica che deve esserci stato un accordo con i russi in tal senso, perché non è possibile che un prezzo scenda così velocemente senza l’accordo specifico dei russi e dei sauditi.
Quindi credo che l’OPEC come cartello sia tramontato e che stia nascendo un nuovo cartello sull’energia che sarà sostanzialmente un trittico verso Russia e Stati Uniti e che includerà non soltanto il petrolio, ma anche il gas naturale e l’energia nucleare. Sappiamo che gli Stati Uniti stanno lavorando in Medio Oriente per riorganizzare l’assetto complessivo con l’aiuto dei turchi e dei sauditi. I sauditi e i turchi dovrebbero prendere il controllo dell’area, inglobando anche gli Emirati Arabi Uniti che sono parte della partita e il Qatar. Gli Emirati Arabi Uniti dovrebbero diventare una specie di nuova Svizzera, anzi sostituirla, mentre il Qatar entrerà nel gioco come fornitore di gas. Sappiamo che il Qatar è uno dei principali fornitori di gas della Cina. Naturalmente, nell’insieme dovrebbe entrare anche l’Iran, che è uno dei principali produttori di petrolio e il principale fornitore di petrolio verso la Cina. Tuttavia, questo avverrebbe in un contesto sottoposto al controllo di turchi e sauditi e con la supervisione complessiva di russi e americani, che poi convoglierebbero il gas naturale e il petrolio verso l’Europa, probabilmente attraverso l’Italia. L’Italia diventerebbe il punto di smistamento e un punto nevralgico dal punto di vista geopolitico in Europa, anche perché gli americani hanno già fatto capire più volte che vogliono ridurre la presenza militare in Europa, sia per ammorbidire i rapporti con i russi, sia perché vogliono concentrare le risorse altrove e hanno anche fatto capire che manterranno soltanto alcune basi. Hanno potenziato la loro presenza in Grecia, il che è indice del loro desiderio di rafforzare la loro presenza nel Mediterraneo, cercando di compensare in parte quella dei turchi.
E credo che, se bisogna chiedere agli americani quale sia la loro destinazione preferita, l’Italia sicuramente rientra in questa categoria. L’Italia è la base della flotta americana che segue praticamente anche il Baltico, quindi tutta la parte europea, ed è un alleato che non ha mai creato problemi agli Stati Uniti. Inoltre, l’Italia si trova alle porte del Medio Oriente, in un momento in cui il flusso energetico è gestito da un cartello russo, saudita e americano. L’Italia, insieme alla Turchia, potrebbe quindi essere il cancello di accesso a questa energia per tutti gli altri o per gran parte dell’Europa, e comunque giocare un ruolo importante in tal senso. Quindi, direi che questo è l’evolversi della situazione italiana e questo potrebbe significare anche un rilancio industriale per il nostro Paese. L’Italia ha una forte componente industriale che potrebbe crescere anche in relazione con quella tedesca, che invece sta diminuendo rapidamente. Gli americani non si fidano molto dei francesi, che sono considerati problematici, soprattutto alla luce delle ultime affermazioni, strategie e politiche. Non possono fidarsi molto dei tedeschi e ancora meno dei britannici. Pertanto, il fatto di avere un punto fermo in Europa è importante. Tra l’altro, lo stesso Dugin, lo scrittore russo molto conosciuto in questo periodo e vicino a Putin, ha affermato che, così come la Russia deve consolidare la propria presenza come territorio omogeneo e integrato in tutte le sue componenti strategiche, compresa l’Ucraina, non è tanto importante occupare l’Ucraina per intero, ma piuttosto avere l’Ucraina, cosa che non costituisce un problema, e questo è un elemento essenziale per la stabilità della Russia nel suo complesso. Anche l’America deve fare lo stesso in quanto continente e massa territoriale ampia, completandosi con l’unione della Gronallandia e del Canada. Questo è quanto ha affermato Dugin, non io. E ha aggiunto che lo stesso problema c’è in Europa, solo che l’attuale Unione Europea non funziona ed è altamente problematica. Quindi, è necessario un nuovo sistema di aggregazione che sostituisca l’Unione Europea, che a questo punto tutti ritengono destinata a uscire di scena. L’Italia, in particolare, è una delle nazioni più periferiche rispetto all’Unione nel suo complesso e potrebbe essere una delle più facilmente disposte a ritirarsi. Intanto, leggiamo qualche commento.
Secondo Salvatore, Trump si è bruciato avendo dimostrato di avere paura della Cina quando ha eliminato i dazi e di essere un quaquaraqa, l’unico affidabile Putin che non ha paura di nessuno. Cosa ne pensi? Se hai continuato a pensarla così, è inutile che cerchi di farti cambiare idea. I cinesi hanno grossissimi problemi, invece Xi Jinping è in grossissime difficoltà. All’interno dell’esercito stanno facendo purghe continue e ci sono due fazioni che vogliono sostituirlo usando la guerra sulle tariffe come strumento per eliminarlo. Tra due anni dovrebbero avere il nuovo congresso, quindi fra due anni. Quindi i cinesi non stanno attraversando un buon momento e il confronto con la Cina continuerà ancora a lungo, anche perché, dal punto di vista americano, più tempo aspettano e meglio è. Hanno già avviato delle contrattazioni importanti con l’India, che sta già ricevendo molto del capitale estero che la Cina ha già lasciato o sta lasciando. La stessa Apple ha deciso di spostare tutta la produzione in India, che quindi si sostituirà alla Cina nel tempo. Tutto quello che non potrà essere riassorbito in America o in altre nazioni collegate all’America verrà riassorbito in India.
Quindi i rapporti con la Cina continueranno. La Cina è un grande paese, ma ha grossi problemi, anche demografici: sono destinati a perdere 600 milioni di persone, non è una cosa da poco. I consumi interni non sono decollati per niente e l’economia è in ribasso già da un bel po’ di tempo. Credo quindi che i cinesi arriveranno a un accordo con Trump quando saranno pronti e quando lo sarà lui. Anche perché ha già condotto in passato una trattativa che i cinesi hanno poi smentito. Perciò, se tratta, tratta solo con Xi Jinping. Fino a che questo non succederà, non lo farà. Sappiamo che i cinesi hanno già mandato due emissari a Washington per cercare di alleggerire le tariffe, quindi sono già mossi. Non lo vedo assolutamente in difficoltà, né lo sono gli Stati Uniti, se è per questo. Sempre in merito alla Cina, Raffa chiede: “Se la Cina, che è una delle maggiori detentrici di titoli di Stato americani, decidesse di venderli, l’USA non rischierebbe troppo?” Eh, rischia di più la Cina, sono loro i creditori. Quando una banca fa un prestito troppo grande a un cliente, il cliente diventa il padrone della banca. In ogni caso, gli americani hanno un programma per riassorbire i titoli.
Prima parlavo della trasformazione della Fed da banca centrale a hedge fund e questa sarà una strategia che permetterà di riassorbire parecchi titoli. Poi, hanno anche una strategia legata a loro che è prevista per l’anno prossimo, ma per adesso non ve la dico. Quindi, sì, i cinesi potrebbero vendere tutto. Se lo facessero, i cinesi farebbero crollare il loro stesso tesoro, ma a questo punto genererebbero una scarsità di dollari talmente elevata che il dollaro schizzerebbe alle stelle. Non credo che i cinesi lo faranno, infatti non stanno più acquistando titoli di Stato americani da tempo, li lasciano andare in scadenza o qualche volta ne vendono qualcuno perché ne hanno bisogno, ma non è nel loro interesse venderli. Volevo chiederti: hai parlato in passato anche di black out come ipotesi. Non so se hai sentito cosa è successo in Spagna e in Portogallo oggi: c’è stato un black out, per cause ancora sconosciute, e diverse zone dei due Paesi sono ancora senza corrente. La prima ipotesi è ovviamente quella di un attacco, poi staranno tirando fuori altre ipotesi. Immagino che questo tipo di scenario non ti sorprenda. Tra l’altro, qualche settimana fa è arrivato dall’Europa il kit di sopravvivenza con le istruzioni su cosa fare in caso di emergenze. Questo fenomeno non ti stupirà, ma è stato comunque clamoroso: se pensi che ampie fette di Spagna e Portogallo siano rimaste al buio per diverse ore, con mezzi fermi e tutto fermo, insomma, fa riflettere. Beh, direi che ce ne saranno altri di situazioni di questo genere, evidentemente. Sarà una situazione molto volatile, non c’è dubbio. Se pensate che si esca da questa situazione così, con la pacca sulla spalla, e che tutto vada bene, vi sbagliate.
Non funzionerà così e per l’Europa sarà un periodo molto, molto movimentato. Abbiamo visto quello che sta succedendo in India: GD Vance va a fare l’accordo, va a mettere le basi, perché poi ci vorrà un bel lavoro di trattativa per mettere a punto tutti gli aspetti. Va a definire i contorni per un accordo strategico con l’India e, poco dopo, c’è un attacco terroristico in Kashmir che rischia di scatenare una guerra tra Pakistan e India. Non è un caso. Quindi, mi aspetto qualcosa del genere anche nel caso dell’Europa, potenzialmente anche in Italia. Ne ho parlato sul mio sito Mazzoni News. Abbiamo parlato del progetto Alchemy che va esattamente in quella direzione. Se volete capirne di più, potete venire a vedere i 4 video dedicati all’argomento. Infatti, te lo chiedevo proprio apposta: quale sarà la posizione dell’Europa quando la Cina andrà in conflitto con gli USA per riprendersi Taiwan? Ma la Cina non ha alcuna intenzione di andare in conflitto con gli USA per riprendersi Taiwan. Non credo che ci sarà una guerra, non sono pronti i cinesi e gli americani non sono interessati ad andare in guerra. Quindi non ci sarà un conflitto, almeno non dovrebbe esserci. Alcune fazioni stanno cercando di spingere Xi Jinping in quella direzione, vogliono indebolirlo o sostituirlo, ma non è strategicamente interessante né per i cinesi né per gli americani. È nell’interesse di entrambi lasciare le cose come stanno.
Quindi il problema dell’Europa sarà molto diverso: il problema dell’Europa è che avrà enormi problemi di liquidità. Non adesso, perché se arriveranno soldi cinesi, europei o di altri che arriveranno nelle borse per sfruttare l’occasione speculativa, direi che tra due anni inizieranno le difficoltà. Chi non avrà accesso a potenziali finanziamenti esterni in Europa sarà molto in difficoltà. Se l’Italia se la gioca bene, potrebbe trovarsi in una posizione decisamente vantaggiosa; altrimenti potrebbe essere in difficoltà. Pietro ti chiede se Trump eliminerà Powell dalla carica di presidente della Fed. No, no, no, no, no, credo che sia una messinscena, perché in realtà stanno andando entrambi nella stessa direzione, anche perché Jamie Dimon, l’amministratore delegato di JP Morgan, la banca più importante da cui la Federal Reserve dipende, ha già detto che è allineato con le politiche di Trump. Trump non deve esagerare con il chiasso sulle tariffe, però va bene così; quindi no, Powell è sostanzialmente allineato alla politica generale, solo che fanno questi teatrini per far pensare il contrario. Quindi, si torna sempre al dilemma tra ciò che appare e ciò che è. Mario, l’oro continuerà a salire e a essere un bene rifugio per gli anni a venire, oppure avrà una caduta da qui a quanti anni? Sicuramente sì, probabilmente verso la fine dell’anno, verso la seconda metà. È destinato a scendere perché ci sarà un aumento del dollaro e della borsa americana, ma poi è destinato a risalire per fare l’operazione. La prima operazione la fa la Federal Reserve, è una cosa “hum a hum”, sanno come fare, non dico che non se ne accorgerà nessuno, però è una cosa che non vi sto qui a spiegare perché è un po’ complicata, ma sarà efficace.
Per quanto riguarda la seconda parte dell’operazione, che verte sull’oro a fini di rivalutazione, credo che abbiano bisogno di un prezzo dell’oro intorno ai 5.000 dollari l’oncia, tra i 4.000 e i 5.000, meglio se 5.000. Pertanto, credo che cercheranno di far sì che il prezzo dell’oro si avvicini a questa cifra. Tuttavia, non fornisco consulenza sugli investimenti e non posso garantire nulla. La previsione è che il prezzo dell’oro scenderà, anche in modo significativo, prima della fine dell’anno, per poi iniziare a risalire. Tuttavia, non sappiamo con quale velocità né fino a che punto. A proposito di oro, riserve auree, rivalutazione delle riserve auree americane e prezzi di mercato, è un’ipotesi già ventilata e molto interessante, oltre al bitcoin naturalmente. Certo, questa fa parte della seconda operazione, ma è un po’ complicata e ci vorrà un po’ di tempo per spiegarvela, perché è un’operazione che permette di svalutare il dollaro senza svalutare la capacità di spesa interna e quindi di riassorbire parecchio del debito. Dovrò spiegarvela con calma, perché ci vorrà un po’ di tempo e bisogna avere l’oro a un valore che sia giustificato per fare l’operazione. Per il momento faranno finta di niente, anche se sappiamo che hanno già approvato delle leggi sulle stable coin. Per esempio, Tether sarà in grado di offrire l’oro tokenizzato, quindi Tether non sarà soltanto una versione digitale del dollaro che ha un successo enorme. Ha già 400 milioni di utenti nel mondo ed è uno dei principali veicoli per convogliare i titoli del tesoro americani. Inoltre, sarà anche un alter ego per Bitcoin e per l’oro. Per questo motivo stanno predisponendo tutto l’impianto, che dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.
A quel punto, l’anno prossimo, si cateneranno all’inferno. A proposito di Bitcoin e di possibili blackout elettrici, un amico mi diceva che il Bitcoin è tutto elettrico, ma ha paura di investire in una moneta digitale. Ragazzi, questo non è un periodo per chi ha il cuore debole, quindi ognuno deve fare le proprie valutazioni: se viene a mancare l’elettricità siamo finiti, è finito tutto, torniamo all’età della pietra o poco meno. Di conseguenza, questo è anche uno dei motivi per cui gli Stati Uniti stanno facendo un grosso investimento sull’energia. Hanno una grossa concentrazione strategica su Bitcoin e, tra l’altro, l’andamento di Bitcoin in questi mesi ha dimostrato una stabilità superiore alle aspettative, quindi si prevede un periodo molto buono per Bitcoin, non tanto in termini di valore, dato che ci sarà comunque ancora dischiata oscillazione, ma soprattutto come parte dell’infrastruttura più generale. Sappiamo che i russi e i cinesi stanno già usando Bitcoin per pagarsi a vicenda le forniture di petrolio, che l’assistente del vicepresidente brasiliano ha dichiarato che anche il Brasile deve cominciare a studiare una riserva strategica in Bitcoin, che gli Emirati Arabi Uniti ce l’hanno già e che l’Arabia Saudita ce l’ha ufficialmente. Abbiamo visto un aumento enorme della, Sappiamo che l’attività dei miner è aumentata durante il periodo di discesa del Bitcoin e quindi non si tratta di miner privati, ma di qualche nazione o più nazioni che stanno estraendo silenziosamente i propri Bitcoin.
Sappiamo anche che i governi provinciali cinesi, che avevano grossi premi di liquidità, hanno venduto 75 mila Bitcoin per rendere liquido il nuovo conto economico e non andare in bancarotta. Dunque, possiamo affermare che il Bitcoin si sta diffondendo a macchia d’olio. Le domande che arrivano sono molto frequenti e soprattutto su questi temi. Non so se ti senti di aver già risposto alla domanda, ma questa ce la fa. Cioccolato Bianco, potresti per favore spiegarci qual è la strategia americana per loro e i Bitcoin? Non posso risponderti in una sola risposta, dobbiamo fare un video dedicato di almeno un’ora e mezza, così ve la racconto. Ok. Io sono disponibile, ma dobbiamo dedicare un video. Se ti piace, lo facciamo. Poi Mario chiede se prevedi una terza guerra mondiale tra qualche anno. Quello che stanno cercando di evitare è tutta questa enfasi enorme sulla guerra commerciale, perché poi sembra una guerra commerciale, tariffaria e doganale in qualche modo. Questo serve per evitare una guerra vera e propria, perché tutte le altre volte in cui c’è stato questo grosso sbilanciamento economico tra le nazioni ci sono state la prima e la seconda guerra mondiale. Quindi, se la situazione non viene risolta attraverso un confronto commerciale, che sarà un confronto all’ultimo sangue, si va inevitabilmente verso una terza guerra mondiale.
Quindi, non pensate che Trump, gli americani, i cinesi e gli altri non facciano sul serio. I vietnamiti, per esempio, hanno già dimostrato di voler tenere i piedi in due scarpe: hanno incontrato Xi Jinping e gli hanno dato il contentino, hanno firmato alcuni contratti che più o meno lasciano le cose come stanno e il giorno dopo hanno acquistato dagli americani forse 10 F-16, ovvero cacciabombardieri. L’India è chiaramente schierata con gli americani su questa questione, soprattutto in confronto con il Pakistan. Il fatto che i cinesi siano invece col Pakistan complica notevolmente le cose per i BRICS, ma siamo in un periodo di estrema volatilità in cui soltanto chi si muove con forte decisione e velocità può uscirne abbastanza bene, anche se con qualche errore. Gli altri non escono vivi. Ma come mi chiedi, come mai Trump, che è ritenuto così forte, non riesce a far dimettere Zelensky? Zelensky è un altro teatrino. Trump si è impegnato a porre fine alla guerra, ma non può dare ufficialmente ai russi quello che vogliono, perché se dicesse ai russi: “Sono d’accordo che vi tenete tutti i territori, quindi i quattro territori più la Crimea”, cosa che ha già fatto, ai russi non andrebbe bene, perché i russi vogliono qualcosa di più robusto, vogliono una decisione che sia ratificata dal congresso, altrimenti arriva un altro presidente. Se al posto di Trump ci fosse un altro presidente, la situazione sarebbe diversa. In questo momento, però, il congresso non è assolutamente disponibile a fare alcuna concessione, non lo farebbe mai per nessun motivo al mondo. Quindi, per Trump è una cosa che non può ottenere. Deve quindi temporeggiare il più possibile, affinché i russi completino la conquista militare. Poi, dovrà temporeggiare ancora a sufficienza, affinché il congresso non si stanchi e si arrivi a un accordo che vada bene anche ai russi, chiudendo così la questione.
Quello che interessa a Trump è normalizzare i rapporti con la Russia, stringere accordi energetici e industriali con essa e anche accordi che coinvolgono il Medio Oriente, dove la Russia ha interesse e dove entrambi possono lavorare insieme, e questo sta già succedendo. Zelensky è semplicemente uno spaventapasseri per gli europei, perché è importante per loro tenere Zelensky in posizione. Quindi, siccome Trump deve studiare come colpire l’Europa al meglio e far sì che l’Europa si esponga il più possibile a livello economico, lascia che vada avanti la cosa, è solo un vantaggio per lui. Poi, a proposito di contante e di bitcoin, Maurizio dice che tiene i soldi sotto il materasso, non in banca, perché se lo facesse i ladri potrebbero entrarci in qualsiasi momento. Secondo lui, se tengo i soldi sotto il materasso non me li può togliere nessuno. Il problema è che se si tratta di dollari, come fanno per esempio gli egiziani, potrebbe essere una buona idea, se invece sono euro, francamente, allora forse è meglio lasciar perdere. Poi, oltre alle domande su bitcoin, ti hanno chiesto dell’argento, se può essere un buon investimento, al di là del fatto che ovviamente non dai consigli. Beh, non come l’oro, infatti ha già dimostrato che il divario tra oro e argento sta aumentando, quindi no, non come l’oro. Sono a favore dell’acquisto dell’oro a quel punto e non fornisco consigli di investimento, ma vi riporto le opinioni degli esperti riguardo all’oro e all’argento. Poi c’è chi sostiene che l’argento avrà comunque una rivalutazione perché verrà usato in un ambito industriale su una serie di applicazioni e su questo siamo d’accordo. Tuttavia, se l’obiettivo è la tutela del potere d’acquisto per il futuro, non c’è dubbio che è l’oro a vincere. Francesco, invece, si sofferma sul cambio euro/dollaro, a quanto arriverà. Si è parlato molto anche di questo fatto della svalutazione e della strategia di svalutazione. Come vedi?
Beh, penso che vogliano ridurlo fino a 0,9, quindi ancora un po’, perché è la posizione ideale da cui puoi far partire la sberla. Perciò credo che cercheranno di svalutarlo ancora un po’, non so se ci riusciranno. Ci chiediamo perché non si parla mai dell’Africa, che non ha alcun ruolo? Al momento l’Africa ha un ruolo, ma non politico. È molto legata ai cinesi e ci sono problemi da parte sia africana che cinese nel farsi pagare a volte, quindi è un territorio in cui, a mio avviso, gli americani vogliono disimpegnarsi, non sono particolarmente interessati. I russi sono interessati in alcune aree soprattutto per togliere di mezzo i francesi, i cinesi sono presenti in modo massiccio, ma forse la loro presenza sta diventando un peso eccessivo. È una situazione in cui, per così dire, il Sudafrica sta andando avanti, ma non è che stia proprio andando bene, per cui è un punto interrogativo. In Sudafrica, per esempio, il bitcoin è molto diffuso e rappresenta un terreno di altissima concentrazione del suo utilizzo, quindi quello potrebbe essere la direzione intrapresa, una specie di economia che si sgancia dal resto e diventa sempre più indipendente. Se dovessi diversificare le valute fiat, quali sceglieresti? Il dollaro. Quindi, la risposta è semplice. Con i computer quantici i nostri conti in bitcoin saranno al sicuro? Al momento, però, i computer quantici sono ancora lontani dall’essere una realtà, tanto che gli stessi esperti non sono in grado di fare previsioni su quando saranno disponibili. Quando lo saranno, ci saranno già dei rimedi pronti, quindi non vedo problemi. Pensi che le grandi istituzioni utilizzeranno la blockchain nel prossimo futuro? Lo stanno già facendo. Anche adesso possono già aprire i conti bitcoin, stanno solo aspettando il rilascio della nuova infrastruttura di mercato monetario su cui stanno lavorando in congresso e che dovrebbe uscire quest’estate, perché a quel punto le banche americane saranno in grado di aprire conti bitcoin direttamente e di mettere le proprie stable coin direttamente, e saranno in grado, alcuni lo stanno già facendo, di fare prestiti immobiliari avendo bitcoin come garanzia. Quindi è solo questione di tempo. Ad esempio, nel settore immobiliare americano, i bitcoin si stanno diffondendo sempre di più come elemento di garanzia dei mutui. Sto parlando del settore immobiliare commerciale, quindi di grosse operazioni e grossi operatori, non di chi compra casa.
Ci sono già banche che, per chi è esperto di bitcoin negli Stati Uniti, possono concedere prestiti usando bitcoin come garanzia e permettere di comprarsi casa usando bitcoin come garanzia, magari unendolo all’immobile stesso. Marina, invece, è andata su un altro tema: negli USA hanno la percezione dei danni causati dalla cosiddetta “terapia” per il coronavirus e dalle imposizioni durante la crisi sanitaria; in altre parole, c’è una sorta di risarcimento per quanto è successo. Sì, abbastanza, abbiamo visto anche che alcune delle voci critiche più importanti sono adesso nel Ministero della Salute. Quindi, direi proprio di sì. Credo che stiano emergendo anche nuovi dati sulle origini: stanno conducendo specifici lavori di ricerca in questo periodo sull’autismo infantile, che credo riveleranno cose molto interessanti. Quindi sì, c’è attenzione. Per esempio, tutti coloro che hanno perso il lavoro a causa del coronavirus nell’esercito sono stati riassunti con tutte le retribuzioni arretrate. Fabio ti chiede se la BCE, la Banca Centrale Europea, ostacolerà chi vorrà utilizzare i bitcoin; dalle dichiarazioni sembrerebbe di sì, perché sono molto battaglieri. Assolutamente sì, in ogni caso. Però non ci riusciremo. Qual è l’impatto che il sistema di pagamento FedWire avrà sull’economia americana? È già in uso, quindi non è una novità. Lo stanno già usando tra le banche, ma credo che verrà comunque affiancato da altri sistemi. La Fed Reserve, invece, credo che sia destinata un po’ a tramontare come entità, è ormai abbastanza superflua. Quindi vedremo nascere sistemi di pagamento diretti che utilizzeranno stable coins.
Non so se ne avete parlato prima, oggi no, ma ne avete parlato in altre puntate. Cosa puoi dirci dell’euro digitale e quali sono i suoi scopi? L’euro digitale è una CBDC, Central Bank Digital Currency, quindi una valuta digitale messa in circolazione dalla banca centrale, quindi un’emissione centralizzata. Si tratta di una sorta di rilancio dell’euro. L’euro sta attraversando un periodo di difficoltà, quindi il lancio dell’euro digitale mira a creare una nuova valuta per cercare di risollevarne le sorti. Inoltre, dovrebbe consentire un’integrazione diretta con il sistema cinese, visto che il sistema cinese è stato sviluppato dalla banca per i regolamenti internazionali, con sede in Svizzera, la stessa che ha creato l’euro. Quindi, credo che sarebbe un sistema per integrarsi direttamente con il sistema cinese, entrare nell’orbita cinese con tutto ciò che di buono e di cattivo c’è, perché altrimenti con l’euro digitale avrete potenzialmente il limite di spesa, le tasse direttamente alla fonte, la tracciatura di tutto quello che fate e le quote probabilmente di spesa per alcuni tipi di prodotti. Potreste avere una scadenza temporale del denaro, quindi se lo spendete entro un certo tempo lo perdete, e tutte queste cose belle. Quindi, è un denaro programmabile centralizzato e perciò è problematico per definizione. Non credo che partiranno con tutte queste funzioni, sarebbe una sciocchezza, partiranno invece magari offrendo delle agevolazioni, dei tassi d’interesse superiori o altre cose, ma quella è la direzione. Infatti, nelle FAQ smentiscono la programmabilità, dicono assolutamente no, però intanto cominciano a dire che ci sarà un limite per ciascuno. Non credo sia stato ancora fissato definitivamente, ma si parlava di 3.000 euro per ciascuno che comunque sarà anonimo. È chiaro però che, per finalità di antiriciclaggio, tanto anonimo ovviamente non sarà. Mario mi ha fatto una bella domanda: come riusciranno le Unioni europee a mettere le mani sui soldi degli italiani, sul loro conto corrente?
Riusciranno a obbligare direttamente le persone a investire? C’è il famoso tema del finanziamento del riarmo, quindi in titoli di guerra o simili? I soldi ce li hanno già, il denaro che avete versato in banca non è vostro per contratto, l’avete dato alla banca, la banca lo possiede ed è tenuta a restituirlo, ma non è vostro. Inoltre, non c’è più perché l’hanno già speso e, in più, non è neanche denaro perché, di fatto, è debito. Quindi, ce l’hanno già. Per quanto riguarda il discorso di prima, il denaro è già stato creato. Se avete delle banconote in euro, va bene, forse non è il caso, ma se avete denaro in dollari può andar bene. Se avete denaro in banca, però, è un denaro che non c’è, quindi è un’idea, è un concetto: il passaggio al CBDC è automatico, non serve il consenso di nessuno. Allora quello che dovete capire è che siamo passati da un regime in cui fino a marzo di quest’anno, L’emissione di dollari al di fuori del circuito americano, quindi al di fuori degli Stati Uniti, significa che l’80% dei dollari in circolazione nel mondo, compresi quelli in Cina, venivano emessi direttamente da Londra, con un circuito che coinvolgeva anche l’Eurozona, dove le banche si garantivano a vicenda, permettendo l’emissione di dollari con la formula “io li do a te”. Tu mi dai una garanzia e poi tu mi dai una garanzia e io ti do la mia, non c’era nessuna garanzia esterna necessaria, era come se io andassi a comprare una casa e non avessi bisogno di fare un’ipoteca sulla casa, perché ti dico: “Prestami i soldi per la mia casa” e tu mi dai gli altri soldi per la tua casa; siamo due banche e possiamo crearli da zero. Da adesso in avanti, con il sistema nuovo SOFR, la veicolazione di dollari fuori dagli Stati Uniti richiede la disponibilità di garanzie sotto forma di titoli del tesoro americani. Quindi tutte le varie banche che hanno debiti in dollari, e sono tutte le banche europee, comprese quelle italiane e comprese lo Stato italiano, hanno bisogno di dollari per poterli ripagare e non possono più emetterli di propria iniziativa se non ci sono garanzie, se non acquistano un titolo di stato oppure se non ci sono garanzie da parte della Fed.
Quindi, in un contesto del genere, la liquidità scende vertiginosamente e le banche hanno bisogno di poter ipotecare altri beni per poter continuare a mantenere il livello di debito che hanno. Questi beni sono i vostri risparmi, anche perché i francesi sono indebitati fino al collo e hanno bisogno che i loro debiti vengano pagati dai tedeschi e dagli italiani. Questo è il film della guerra in Ucraina. Quindi, è già tutto predisposto: Christine Lagarde da dove viene? È tutto un obiettivo unico per avere accesso a beni che, a questo punto, devono essere ipotecati per poter continuare con questa danza ancora per un po’. Fabio ha fatto una domanda: “Se lei abitasse in Italia, cosa farebbe?”. Me ne andrei! Se abitassi in Italia, inizierei innanzitutto a documentarmi sulla realtà delle nuove criptovalute, perché saranno il futuro. Mi sa che si è spenta la batteria, quindi mi dedicherei a questo e soprattutto cercherei di capire meglio come usare l’intelligenza artificiale nel mio lavoro e diventare più competitivo, in modo da poter offrire le mie prestazioni anche all’estero, cosa che sarà possibile fare. Potrete agganciarvi al sistema americano anche dall’Italia. Facciamo l’ultima domanda a Roberto prima di salutarci. Una domanda precisa che sicuramente potrà avere una risposta interessante. Ecco, ci siamo.
Ci siamo, scusa. Allora, quanto è probabile che gli exchange che scambiano criptovalute stiano facendo riserva frazionaria su bitcoin e che, quindi, manipolino il prezzo per quanto possibile? Di chi sta parlando, esattamente? Gli exchange potrebbero farlo, ma è difficile perché oggi ci sono leggi più severe. Alcuni exchange che erano all’esterno degli Stati Uniti hanno fatto cose assurde e si è capito che stavano manipolando il prezzo. Oggi, con i nuovi regolamenti su cui stanno lavorando, ci sono molti occhi puntati sull’attività degli exchange e comunque diventa un’attività difficile da eseguire senza lasciare tracce, perché di fatto tutte le transazioni e le operazioni sono sulla blockchain. Non credo che sarà una cosa facile da fare, tra l’altro con operatori come Blackrock che hanno interesse che questo non avvenga. Se dovesse avvenire, sarebbero conseguenze molto serie e non credo che avvenga. Ci sono altri fattori che possono influenzare il prezzo di Bitcoin, sicuramente. Per esempio, i governi locali cinesi che confiscano i soldi ai privati cinesi e poi li spendono per far fronte alle difficoltà finanziarie che hanno, introducendo delle perturbazioni sul prezzo. Al di là di questo, che comunque sono poi alla fine rintracciabile, è tutto abbastanza trasparente. Inoltre, ci sono degli assestamenti dovuti al fatto che il volume di capitalizzazione complessiva di Bitcoin è ancora abbastanza ridotto, anche rispetto all’oro. Di conseguenza, può assorbire determinati spostamenti solo fino a un certo punto. Inoltre, Bitcoin è stato adottato da molti fondi di investimento come valvola di sfogo: quando si verificano problemi sulla borsa e su altri fronti, liquidano Bitcoin perché è l’opzione più rapida, e possono farlo anche nel weekend. Allora noi diamoci appuntamento prestissimo, grazie ai tanti che erano collegati con noi in questa serie, grazie davvero, Roberto, a presto. Grazie.
Roberto Mazzoni