Passiamo ora alla prossima puntata, dedicata alle guerre dell’oppio. Sono sicuro che, se avete trovato interessanti le sette puntate precedenti, questa vi sorprenderà. In questa puntata vedremo un cambiamento storico che ha ancora oggi un impatto sulla nostra società e sulle nostre vite, segnando un cambiamento drastico nel modo in cui la politica internazionale viene condotta e nel modo in cui determinate famiglie in diverse nazioni del mondo hanno iniziato a costruire il loro impero, quello che oggi potremmo definire globalizzazione. Vi propongo direttamente la prossima sezione del documentario, poi faremo alcuni commenti insieme. Eccola.
[Narratore]
Nonostante la ricchezza che il commercio con la Cina stava creando, anche gli americani incontrarono lo stesso problema già vissuto da tutti gli altri mercanti occidentali prima di loro. Faticavano a trovare un qualcosa che i cinesi volessero comprare.
[Dr. John Haddad – Penn State University]
I commercianti americani portavano con riluttanza l’argento in Cina. Avrebbero di gran lunga preferito portare materie prime. L’argento era essenzialmente una valuta, perciò il fatto di portare solo argento, significava che non svolgevano tanto il ruolo di commercianti, ma semai quello d’importatori all’ingrosso.
[Dr. Frederic D. Grant Jr.]
Inizialmente, hanno provato il ginseng. Ha funzionato per una stagione o due, poi hanno cercato di portare pellicce dal Pacifico nord-occidentale. Questo è durato per qualche altra stagione, ma quello che hanno scoperto nel tempo fu che l’unico ingrediente magico era l’argento.
[Narratore]
Più che mai, all’inizio del XIX secolo, i mercanti occidentali avevano un disperato bisogno di un prodotto da vendere in Cina al posto dell’argento. Alla fine riuscirono a trovare un prodotto che erano sicuri che avrebbe preso piede.
Alla pari del tè, anche questo particolare prodotto era a base vegetale, ma ciò con cui i mercanti occidentali si stavano preparando a inondare il mercato cinese era una droga illegale che creava dipendenza, vale a dire l’oppio.
Fu una decisione scioccante per quel tempo come lo è ancora oggi, e fu una decisione che alterò la storia del mondo.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Il traffico dell’oppio ebbe un profondo impatto sull’economia cinese, come pure sul governo cinese e sulla società cinese, ma soprattutto sui singoli individui che vivevano in Cina. Per i trafficanti stranieri rappresentava un prodotto assolutamente vincente. Ma ebbe un impatto devastante sulla Cina della dinastia Qing.
[Narratore]
Fumare oppio era stato vietato in Cina fin dal 1813, ma il commercio non solo continuava, bensì aumentava notevolmente.
A titolo di paragone, nel 1767, dall’India erano state importate 1.000 casse di oppio. Nel 1838, le casse erano diventate 40.000.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Si potevano trovare funzionari, anche tra i più alti funzionari di corte, che prendevano un poco di oppio per rilassarsi. Si trovavano studiosi della classe media che sperperavano il loro tempo fumando pipe da oppio, magari in una sala da fumo dedicata allo scopo, oppure si trovavano uomini che svolgevano lavori massacranti e che prendevano l’oppio per cercare di alleviare il dolore nei propri muscoli.
[Narratore]
I principali attori di questo commercio illegale furono gli inglesi, che coltivavano enormi quantità di oppio in India, nella regione del Bengala, che era il fiore all’occhiello del loro impero in crescita.
Finalmente, la Gran Bretagna aveva trovato un prodotto diverso dall’argento che i cinesi desideravano ardentemente. Ma questo non era un bene per le vitali riserve di argento della Cina.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Verso la metà del XIX secolo, l’argento veniva drenato dalla Cina per pagare l’oppio in arrivo, e gli inglesi stavano facendo letteralmente affari d’oro.
[Narratore]
Due ambiziosi scozzesi accumularono moltissimi soldi proprio grazie alla vendita dell’oppio. I loro nomi sono noti ancora oggi perché hanno fondato, nel 1832, un’azienda che è cresciuta fino a diventare una grande multinazionale con un fatturato annuo superiore ai 40 miliardi di dollari.
Si trattava di William Jardine e James Matheson, che continuarono ad avere un impatto massiccio su questo traffico illegale in Cina.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Erano diventati influenti grazie alla loro innovazione sistematica.
Mentre altri commercianti si accontentavano di vendere le proprie merci nell’estuario del Fiume delle Perle, sotto l’occhio vigile dei doganieri, Jardine allestì una flotta di piccole navi capaci di vendere la droga lungo l’intera costa cinese, lontano dalla vista dei funzionari dell’impero Qing. Allestirono nuove navi della categoria clipper, vale a dire piccole navi a vela, molto veloci e capaci di portare l’oppio il più rapidamente possibile lungo le coste della Cina.
[Narratore]
Jardine e Matheson acquistavano oppio nel Bengala controllato dagli inglesi e ancoravano le loro navi al largo della costa cinese. A quel punto, l’oppio veniva scaricato dalle navi e consegnato agli intermediari cinesi che lo avrebbero poi spacciato ai clienti finali.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
La cosa più importante da capire riguardo a Jardine e Matheson è il fatto che non si consideravano contrabbandieri. Nella loro mente non erano contrabbandieri, bensì commercianti con tanto di licenza, dei veri e propri gentiluomini. Dal loro punto di vista, i veri contrabbandieri erano i cinesi che venivano a comprare l’oppio dalle loro navi, in ancoraggi discreti al largo della costa della provincia del Fujian.
[Narratore]
Ma la loro attività suscitò un grande sdegno in Gran Bretagna.
Benjamin Disraeli, il primo ministro britannico, descrisse William Jardine come un uomo terribile, uno scozzese più ricco di Creso, un trafficante di droga appena arrivato da Canton, con un milione di sterline di oppio in ogni tasca.
Ma nella mente di Jardine e Matheson, la loro azienda stava semplicemente fornendo una merce che i cinesi volevano a tutti i costi.
Ed era un commercio che veniva guardato con invidia dall’altra parte dell’Atlantico, dagli americani.
In particolare, Thomas Sandacid Perkins, uno dei nomi più rispettabili della società di Boston, e commerciante impegnato nel mercato cinese, si risentì di essere stato escluso dal lucroso commercio dell’oppio da parte degli inglesi.
[Dr. John Haddad – Penn State University]
Questo fatto aveva sempre infastidito Thomas Perkins, che godeva di una sana rivalità nei confronti dei suoi concorrenti britannici. Thomas Perkins sapeva che sarebbe potuto diventare un commerciante molto, molto più ricco se avesse potuto fornire oppio in cambio del tè, rispetto a quello che poteva fare scambiando semplicemente argento in cambio del tè.
[Narratore]
Quindi anche gli americani si unirono a questo commercio illegale dopo essersi procurati il proprio oppio attraverso la Turchia. A quel punto, il numero di casse di oppio che venivano contrabbandate in Cina crebbe con un ritmo sorprendente.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Questo creava, naturalmente, una crescente crisi sociale. L’uso dell’oppio era stato notato dai funzionari della dinastia Qing, che erano sempre più preoccupati per quelli che consideravano gli effetti dannosi del fumo o della masticazione di oppio su grandi porzioni della società.
[Narratore]
Negli anni ’30 dell’Ottocento, il numero di tossicodipendenti cinesi da oppio si contava in milioni. La droga stava mettendo a dura prova la salute della nazione. A Pechino, l’imperatore Daoguang doveva affrontare un dilemma enorme. Doveva arginare la crescente dipendenza del suo popolo dall’oppio e fermare il deflusso del prezioso argento dal suo impero. Nel marzo 1839, prese una decisione. Inviò il suo ufficiale più incorruttibile a Canton, il commissario Lin Zexu.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Il commissario Lin Zexu fu incaricato di reprimere il commercio illegale di oppio. Si mosse abbastanza rapidamente, e si mosse anche in modo decisamente spietato.
[Dr. John Haddad – Penn State University]
Prima di tutto, arrivò sulla scena e chiese che tutti i cinesi che avevano sviluppato una dipendenza dall’oppio, e tutti i trafficanti di oppio stranieri, consegnassero immediatamente le loro scorte di droga.
Questa fu la sua prima richiesta. Nella sua seconda richiesta si dimostrò indulgente. A condizione che i colpevoli avessero rispettato i suoi desideri e rinunciato all’oppio, non ci sarebbe stata alcuna penalità. Anzi Lin Zexu avrebbe anche potuto procurare loro un poco di assistenza. VIceversa, se i colpevoli si fossero rifiutati di consegnare il loro oppio, sarebbero stati giustiziati.
[Narratore]
Il commissario Lin Zexu arrestò oltre 1.500 spacciatori cinesi e confiscò 70.000 pipe da oppio. Chiese quindi che gli inglesi consegnassero le loro casse di oppio. Quando gli inglesi si rifiutarono, Lin Zexu bloccò il Fiume delle Perle e confinò tutti i mercanti stranieri nelle loro residenze.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Li tenne agli arresti domiciliari e li privò della loro servitù. Alcuni di loro dovettero imparare a cucinare da soli. Questo fu un grande shock per i commercianti.
[Narratore]
Le attenzioni di Lin Zexu non rimasero confinate ai mercanti stranieri. Ritenne il capo mercante di Canton responsabile del dilagante contrabbando di oppio.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Howqua, in particolare, essendo stato il principale mercante cinese per lungo tempo, fu sottoposto a un esame più severo di tutti gli altri da parte della corte cinese. Furono condotti vari cicli di valutazione, finanziari e di altro tipo, che costarono molto caro a Howqua e alla sua famiglia.
[Narratore]
Howqua visse sotto la minaccia di decapitazione durante questa tesa situazione di stallo. Allo stesso tempo, uno dei suoi soci in affari americani a Canton, Robert Bennett Forbes, rifletteva candidamente sulla natura lucrativa e sulla moralità del commercio dell’oppio in una lettera inviata a sua moglie.
[Phyllis Forbes Kerr – pronipote di Robert Bennet Forbes]
L’importazione di oppio è gradualmente aumentata sotto la conoscenza delle autorità locali fino a raggiungere la quantità di 50.000 casse per un valore di quasi 15 milioni di dollari. In genere è stato venduto prontamente per contanti. 15 milioni di dollari sono una grande quantità di denaro, e all’improvviso il governo ha deciso di interrompere questo commercio, che ha demoralizzato le menti e distrutto i corpi e prosciugato il paese di denaro. Non c’è stato alcun sentimento morale di indignazione connesso con l’affare. Direi che io stesso ho fatto la mia prima fortuna con il traffico dell’oppio.
[Narratore]
Per porre fine a questa situazione di stallo e tornare ai loro affari, gli inglesi cedettero il loro oppio a Lin Zexu.
Nel marzo 1839, lo stesso Lin Zexu ordinò che le loro 20.000 casse di oppio venissero distrutte pubblicamente.
[Zhang Jianxiong – direttore del museo sulla guerra dell’oppio]
Queste sono le pozze dove Lin Zexu fece distruggere l’oppio. In origine, Lin Zexu non aveva pianificato di distruggere l’oppio a Humen. Aveva in progetto di trasportare l’oppio confiscato, che erano oltre mille tonnellate, a Pechino. Ma Pechino era molto lontana, e le 20.000 casse di oppio avrebbero potuto essere rubate lungo la strada.
Così l’imperatore Daoguang gli ordinò di non portare l’oppio a Pechino, ma di distruggerlo a Humen. E di chiedere alla gente del posto e ai mercanti stranieri di Canton di assistere all’operazione di distruzione.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Fecero a pezzi le palle di pasta d’oppio compattate nelle dimensioni di palle di cannone, le mescolarono con acqua e le versarono in mare.
Milioni e milioni di sterline, rapportati al valore odierno, di questa preziosa droga furono gettati nel Fiume delle Perle.
[Dr. John Haddad – Penn State University]
Ma Lin Zexu era anche, in un certo senso, un uomo di animo gentile e compassionevole. Si rese conto che stavano versando grandi quantità di stupefacenti nel sistema idrico del fiume. Recitò quindi una piccola preghiera affinché i pesci e la vita acquatica potessero sopravvivere all’improvviso afflusso di droga nel loro ambiente.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Completò l’opera inviando una lettera alla regina Vittoria, in pratica rimproverandola per aver permesso ai suoi commercianti di venire in Cina e vendere quella particolare droga.
[Narratore]
Se continuerete a sottoporre a tentazione il popolo cinese affinché comperi l’oppio, vi mostrerete incuranti della vita degli altri, e indifferenti, nella vostra avidità di guadagno, al male che farete agli altri. Vostra Maestà non dovrà mai più permettere che un tale veleno possa esistere in cielo oppure in Terra.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Aveva pensato, in modo molto tradizionale e confuciano, che, una volta ammonita, questa monarca straniera avrebbe compreso l’errore dei suoi modi e che i commercianti di oppio provenienti dalla Gran Bretagna si sarebbero fermati. Ma avrebbe presto scoperto che sarebbe successo l’esatto contrario.
[Narratore]
Infatti, dopo la distruzione del loro oppio, gli inglesi chiesero un risarcimento. Quando il risarcimento venne rifiutato, lo presero come un insulto allo Stato britannico. I due più grandi commercianti di oppio di Canton, William Jardin e James Matheson, si misero a capo di una furibonda reazione in Gran Bretagna.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Pubblicarono opuscoli in giro per il paese parlando a persone che avrebbero potuto fare pressione sul Parlamento britannico. C’era la forte convinzione che uno shock breve e violento avrebbe risolto il problema della Cina e costretto i Qing ad accettare la nuova realtà di un mondo in cui esisteva una potenza britannica, e di un mondo in cui gli inglesi dovevano essere presi sul serio, trattati con rispetto e autorizzati a commerciare come volevano.
[Narratore]
Non ci volle molto per persuadere il ministro degli Esteri britannico, Lord Palmerston. Il suo grido di battaglia fu, diamo alla Cina una bella batosta e poi forniamo le nostre spiegazioni.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Erano determinati a scatenare una guerra. E ottennero la loro guerra.
[Narratore]
Nel giugno 1840, una flottiglia britannica raggiunse il Fiume delle Perle. La Cina era preparata. Aveva tutte le sue difese in atto.
[Prog. David Faure – The Chinese University of Hong Kong]
Avevano condotto un’operazione importante per preparare l’intera costa cinese a fronteggiare un attacco. Ma non si rendevano conto di quanto feroce sarebbe stato l’attacco.
[Prof. Cheung Sun-wai – The Chinese University of Hong Kong]
Il Forte di Weiyuan fu costruito per ospitare i cannoni a difesa di questo luogo,
per impedire alle navi da guerra straniere di attraversare questa linea di difesa ed entrare a Canton. Questa è la linea di navigazione che porta a Canton. Come vedete qui c’è un cannone. Laggiù c’è un altro forte e, se lo guardiamo, vediamo che i cannoni sono orientati per sparare in avanti. Quindi i due forti sono uno di fronte all’altro, e formano una rete di fuoco incrociato.
Se una nave fosse passata in queste acque andando in questa direzione, come la nave che vedete passare in questo momento, sarebbe stata soggetta a un attacco vigoroso.
[Narratore]
Ma ciò che la Cina non aveva capito era che la Gran Bretagna, all’inizio del XIX secolo, si era trasformata. Non era più la nazione che era costretta ad inginocchiarsi davanti all’imperatore cinese per portare doni. Era emersa trionfante dalle guerre napoleoniche e ora nutriva le proprie ambizioni imperiali.
Nonostante la popolazione britannica fosse 30 volte inferiore a quella cinese, il governo britannico poteva raccogliere ogni anno la stessa quantità di entrate di quelle raccolte dall’imperatore cinese.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Prima di tutto, la potenza della Gran Bretagna era stata letteralmente alimentata, a causa del carbone, dalle nuove capacità produttive portate dalla rivoluzione industriale. Le cannoniere che arrivavano al largo delle coste della Cina erano molto diverse dai vecchi tipi di navi a vela che circolavano anche solo 100 anni prima. Insieme ai cannoni stessi, si trattava di una tecnologia di alto livello e di altissima precisione. In altre parole, gli inglesi avevano fatto un salto di qualità in termini della quantità di violenza che erano in grado di infliggere a coloro che si scontravano con loro.
[Dr. Patrick Conner – Martyn Gregory Gallery]
La corazzata più importante, la Nemesis, vinse la guerra dell’oppio quasi da sola. Poteva ovviamente viaggiare contro vento, essendo alimentata a vapore. Poteva fare tutte le manovre che le giunche da guerra cinesi non potevano fare. In termini tecnologici, per quanto riguardava i cinesi, si trattava di una vera e propria lotta impari.
[Narratore]
I porti cinesi si trovarono sotto un attacco implacabile. Le loro navi erano irrimediabilmente inferiori sia in termini di numeri che di manovrabilità. Gli inglesi godevano di un vantaggio tecnologico altrettanto grande anche quando la guerra sbarcò sulla terraferma.
[Prof. Cheung Sun-wai – The Chinese University of Hong Kong]
I soldati britannici avevano fucili a pietra focaia e anche un dispositivo che mancava ai soldati Qing.
Sbarcarono sul suolo cinese e fissarono le baionette sui propri fucili. Quindi il loro vantaggio era che gli inglesi potevano continuare a sparare con i loro fucili e usare le baionette nel combattimento a distanza ravvicinata. Secondo i documenti britannici, le truppe Qing combatterono eroicamente al punto che l’esercito britannico non riusciva a capire perché non si arrendessero, e preferissero, invece, morire in battaglia. Le perdite sul fronte cinese furono terribili.
[Narratore]
La Cina aveva perso la guerra e non aveva altra scelta che negoziare un trattato di pace. Nel 1842 firmarono il Trattato di Nanchino. È un documento che riflette quanto fosse cambiato il mondo cinese. La copia britannica è qui, negli Archivi Nazionali di Londra.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Trattato. Sua Maestà la Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, e Sua Maestà l’Imperatore della Cina, desiderosi di porre fine alle incomprensioni e alle conseguenti ostilità sorte tra i due paesi, hanno deciso di concludere un trattato a tale scopo.
Notate che, benché il linguaggio di questo trattato sia caldo e amichevole, si tratta, in realtà, di un documento che sancisce che, da questo punto in poi, la Cina dovrà fare tutto ciò che dicono gli inglesi.
[Narratore]
Il trattato realizza tutte le richieste che erano state avanzate dall’ambasciata di Macartney nel 1793, e che erano state così sbrigativamente negate dall’imperatore cinese, e ne aggiunge persino di nuove.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Sua Maestà l’Imperatore della Cina accetta che ai sudditi britannici, con le loro famiglie e persone al seguito, sia permesso di risiedere nelle città di Canton, Amoy, Fuzhoufu, Ningbo e Shanghai, allo scopo di svolgere le loro attività mercantili, senza molestie o restrizioni.
[Narratore]
Ma c’è una richiesta ancora maggiore da parte degli inglesi.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Sua Maestà l’Imperatore della Cina cede a Sua Maestà la Regina di Gran Bretagna l’isola di Hong Kong, che sarà posseduta in perpetuo da Sua Maestà Britannica e sarà governata da leggi e regolamenti che Sua Maestà la Regina di Gran Bretagna riterrà opportuno indicare. All’imperatore della Cina, che fino a questo punto forse non aveva mai dovuto cedere nulla a nessuno, veniva detto che, sotto l’influenza delle cannoniere, doveva lasciare che la regina di Gran Bretagna, questo paese lontano, prendesse sostanzialmente il pieno controllo e colonizzasse parte del territorio cinese, questo pezzettino piuttosto oscuro di Cina meridionale, vale a dire un’isola chiamata Hong Kong.
Provate a immaginare il contrario di questa situazione, e che un gruppo di navi da guerra cinesi fosse apparso alla fine del diciannovesimo secolo nello stretto del Solent, all’interno della Manica, e avesse preteso di prendere possesso dell’Isola di Wight. Solo ragionando al contrario possiamo capire quanto possa essere sembrata oltraggiosa questa richiesta in Cina.
Penso che il Trattato di Nanchino sia uno dei documenti più importanti della storia cinese, perché segna l’inizio di un periodo che modella il pensiero cinese ancora oggi, all’inizio del XXI secolo. È il momento in cui la Cina entra in quello che è diventato noto come il Secolo dell’Umiliazione. Essere costretti a firmare questo trattato, e ci sono stati sicuramente costretti, è stato essenzialmente un segno che la Cina non poteva più decidere come gestire le proprie relazioni estere. Doveva obbedire agli ordini di qualcun altro. Altre nazioni potevano dirle come relazionarsi con il mondo esterno. E il ricordo di quell’umiliazione non è mai scomparso in Cina.
[Narratore]
Il collasso della Cina fu spettacolare. La perdita della guerra si fece sentire a livello nazionale e personale. Pose fine all’età d’oro di Canton e segnò la rapida dipartita del suo mercante più importante e, un tempo, uomo più ricco del mondo, vale a dire Howqua. Infatti Howqua morì nel 1843, un anno dopo la fine della guerra dell’oppio. Suo figlio continuò l’attività, ma la vasta fortuna della famiglia si dissipò. E oggi, di quella grande famiglia, sopravvive solo il nome.
[Discendente di Howqua]
Discendiamo dal nipote di Howqua, che fu trasferito nella famiglia del fratello di Howqua per fornire loro un erede, il che significa che sono un discendente non solo di Howqua, ma anche di suo fratello. Quindi non sono solo il discendente di Wu Bingjian, ma anche il discendente di Wu Bingjun, i nomi originali dei due fratelli. Questo è il giardino di Wu Bingjian, detto anche Howqua. Questi, infatti, erano la tenuta e il giardino della sua famiglia.
[Narratore]
Solo rare fotografie permettono di intravedere la residenza e i giardini ornamentali di Howqua, un tempo magnifici.
Oggi non è rimasto quasi nulla.
[Discendente di Howqua]
Questo deve essere un paravento che riporta sagome intagliate di fiori che è sopravvissuto. Non lo hanno rimosso. Quando sono stato qui per la prima volta, al tempo in cui i discendenti di Howqua vivevano ancora qui, aveva questo aspetto originale. È un qualcosa che è rimasto del passato.
[Narratore]
Per i vincitori, la guerra dell’oppio avviò una completa trasformazione. Hong Kong iniziò la sua spettacolare ascesa. Da quello che all’epoca veniva definito sommariamente come un arido pezzo di roccia sulla costa cinese, si trasformò in una parte integrante dell’impero britannico. E nel cuore di Hong Kong, dominava l’impero commerciale di Jardin e Matheson, fondato sull’oppio.
In meno di 50 anni, l’argento che aveva permesso alla Cina di dettare legge nel commercio mondiale aveva giocato un ruolo profondo nella perdita del suo posto di prima potenza economica mondiale. A quel punto, la Cina doveva vivere con una nuova e dura realtà.
Ma l’oppio avrebbe presto scatenato un’altra guerra disastrosa per la Cina, e il paese avrebbe dovuto assistere alla deliberata distruzione di un capolavoro della civiltà cinese.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
La distruzione del Palazzo d’Estate fu un atto decisamente punitivo. L’obiettivo era espressamente di umiliare e svilire pubblicamente la corte dei Qing.
[Narratore]
La Cina sarebbe stata in seguito sopraffatta, non solo dalle potenze occidentali, ma anche dal Giappone.
[Prof. Rana Mitter – Università di Oxford]
Si vide il radunarsi di diverse potenze imperiali, tutte alla ricerca di accaparrarsi una fetta della Cina.
[Narratore]
Ma il peggio doveva ancora venire, quando l’esistenza stessa della Cina sarebbe stata minacciata.
[Prof. Robert Bickers – Università di Bristol]
Molti funzionari e osservatori cinesi pensavano che, in realtà, la Cina stesse andando incontro all’estinzione nazionale. Parlavano proprio di questo, della minaccia di estinzione.
Da questa nuova puntata, traggo alcune considerazioni generali. Innanzitutto, vediamo che i criminali si cercano a vicenda e qui vediamo la confluenza di criminali britannici, cinesi e americani. Inoltre, i criminali sono convinti che ciò che fanno sia perfettamente normale e che sia il modo in cui le cose dovrebbero essere; si sentono al di sopra di qualsiasi vincolo morale e si offendono profondamente quando viene loro chiesto di smettere.
La Gran Bretagna dell’epoca vittoriana, come viene descritta in questo video, era molto rigida nei costumi, in particolare per quanto riguardava la sessualità. Tuttavia, la perversione sessuale imperversava tra le sue élite e, se avremo tempo, faremo un video specifico sull’argomento che, credo, troverete molto interessante, anche se non particolarmente edificante. In ogni caso, l’uso e la distribuzione di droga erano considerati attività normali, se non addirittura naturali. Un’altra cosa da osservare è che l’Impero britannico aveva aumentato lo standard di vita generale grazie alla rivoluzione industriale, tuttavia tassava la propria popolazione 30 volte di più rispetto all’Impero cinese, quindi, di fatto, i cittadini britannici, pur essendo partecipi e attori della prima rivoluzione industriale, venivano depredati attraverso le tasse di tutto quello che guadagnavano.
Quindi, l’impero alimentava l’élite succhiando il sangue dei propri cittadini, una situazione che si verifica ancora oggi, non solo in Gran Bretagna, ma anche negli Stati Uniti e, in parte, in Europa. L’impero cinese, invece, aveva fatto poco per elevare lo status dei propri cittadini, che erano ancora piuttosto poveri, e dal canto suo era convinto di essere superiore a qualsiasi altra nazione. Perciò aveva trascurato del tutto di studiare ciò che accadeva in Occidente, ritenendosi al centro del mondo, e di conseguenza aveva anche trascurato gli avanzamenti tecnologici avvenuti in Occidente, diventando vulnerabile. In questo video vediamo anche la prima applicazione di quella che in inglese viene definita “gunboat diplomacy”, ovvero la diplomazia mediante le corazzate, la diplomazia mediante le navi da guerra. Se non sei d’accordo con le mie azioni, ti mando un po’ di navi da guerra al largo della tua costa e vediamo se cambi idea. Gli Stati Uniti hanno adottato questa politica, di fatto a partire da Woodrow Wilson, e la politica estera americana è stata in buona sostanza dettata dalla Gran Bretagna come estensione dell’impero in via di ricostruzione, anche grazie al notevole lavoro svolto nel secolo precedente per ridurre lo standard morale e fisico degli americani, come vedremo tra poco.
La diplomazia delle corazzate è una caratteristica costante della politica estera americana, come si può vedere anche nel recente avvenimento in Venezuela, dove una piccola imbarcazione, di fatto un motoscafo molto veloce, è stata fatta esplodere dall’esercito americano perché sospettata di trasportare droga. Quindi, vediamo che la droga è ancora al centro della scena e rappresenta un elemento fondamentale della politica. Ma torniamo ai personaggi menzionati in questo video: William Jardine e James Matheson sono stati due figure di spicco nella storia della Cina, della Gran Bretagna e, soprattutto, di Hong Kong. Se vi ricordate, un po’ di tempo fa abbiamo iniziato una serie dedicata alla banca criminale HSBC e abbiamo scoperto che, sebbene non sia stata fondata da Jardine e Matheson, ma da altri scozzesi britannici, fu comunque sostenuta in modo strategico dai due. Infatti, William Jardine e James Matheson fondarono la Jardine Matheson & Co. Nel 1832, la Jardine Matheson & Co. era una società commerciale molto potente con sede a Canton e la loro azienda era naturalmente profondamente coinvolta nel commercio con l’Estremo Oriente, trattando oppio, tè, seta e cotone.
Fu una delle principali clienti iniziali di HSBC e permise alla banca di consolidarsi e all’economia di Hong Kong di svilupparsi. Jardine e Madison sono stati quindi due attori fondamentali nella costruzione della storia di Hong Kong e di HSBC, che, come ci viene detto nella serie dedicata alla banca criminale che continueremo una volta finita la serie sulla banca dell’oppio, è tuttora coinvolta nel riciclaggio di denaro collegato al traffico di droga. Per capire meglio la Jardine Matheson, un’azienda che esiste ancora oggi, nel 2025 aveva oltre 443.000 dipendenti in tutto il mondo, ricavi di circa 35,6 miliardi di dollari in un periodo di 12 mesi e attività totali di 85 miliardi di dollari, con sede principale a Hong Kong e domicilio naturale alle Bermuda, dove abbiamo visto essere presente gran parte della rete clandestina delle banche di cui abbiamo parlato nella serie “La terra del ragno”.
Ora, se avete visto tutte queste serie, noterete che sono collegate tra loro e che, se le avete riviste di recente, ci sono dei collegamenti importanti. È domiciliata a Hong Kong e nel Bermuda ed è un conglomerato internazionale britannico con profonde radici. In Asia è quotata a Londra, a Singapore e alle Bermuda. Oggi è controllata dalla famiglia Keswick, discendente della sorella di Jardine. Quindi, in ogni caso, un affare di famiglia che è rimasto in famiglia. Nel caso di Okwa, invece, il famoso mercante capo di Canton, il suo coinvolgimento nel commercio dell’oppio era molto profondo: fu una figura centrale nelle dinamiche che portarono alla prima guerra dell’oppio. La sua ricchezza e la sua attività lo rendevano un perno dell’intero sistema: non solo era un tramite, ma finanziava anche l’attività di Jardine e Matheson, permettendo loro di sviluppare più rapidamente il traffico di oppio con i soldi accumulati dalla parte cinese.
Oggi, la stessa situazione si verifica, per esempio, con il traffico di fentanil. In Cina, il traffico di fentanil e di droga è assolutamente illegale e sono previste pene estremamente severe, eppure, ancora oggi, dalla Cina proviene la maggior parte dei componenti necessari per produrre il fentanil, che vengono naturalmente fatti veicolare attraverso la mafia cinese, ma anche con la partecipazione di alcune famiglie importanti. Ho sentito diversi video in cui si dice che in Cina ci siano diverse fazioni: una di queste è rappresentata dalle 600 famiglie più ricche, che storicamente hanno una presa politica sulla Cina, a dispetto del Partito Comunista, e che se la giocano con il Partito Comunista per decidere chi comanda, quali politici eleggere e quali politiche portare avanti. Quindi, il tema della droga è ancora molto importante nei rapporti tra Stati Uniti, Europa e Cina e lo diventerà ancora di più in futuro, visto che Trump sembra aver deciso di riavviare la guerra alla droga. Vedremo come andrà a finire e chi sono i colpevoli. Naturalmente, non sappiamo che le stesse agenzie di intelligence sono profondamente coinvolte nel traffico di droga.
La CIA è stata profondamente coinvolta nel traffico di droga e la guerra in Afghanistan è servita a ripristinare un mercato della produzione di droga in alternativa o in sostituzione della Turchia, originariamente usata dagli americani per catturare una porzione del mercato dell’oppio in Cina. Quindi, vediamo che c’è una connessione molto profonda tra alcune famiglie cinesi, alcune famiglie americane e alcune famiglie britanniche, quello che potremmo appunto definire la struttura del nuovo ordine mondiale, se vogliamo, o globalista, con la partecipazione, naturalmente, anche di diversi europei, perché, come vedremo nel video successivo, dopo che britannici e americani si erano buttati sulla torta, sono arrivati anche gli altri. Un’altra cosa che volevo aggiungere a commento di quanto detto nel video precedente è che anche Warren Delano, nonno materno di Franklin Delano Roosevelt, fu profondamente coinvolto nel commercio di oppio in Cina durante il XIX secolo.
Delano lavorava per la Russell Company, una delle più grandi aziende americane operanti a Canton, in Cina, e fece una grande fortuna proprio grazie al traffico e al contrabbando illegale di oppio nel territorio cinese. La ricchezza di Delano diede naturalmente rilievo alla sua famiglia e facilitò l’ascesa di Franklin Delano Roosevelt alla presidenza degli Stati Uniti, carica che ha ricoperto più a lungo di qualsiasi altro presidente nella storia americana. Ciò che notiamo è che molte delle fortune dell’élite americana, soprattutto nell’area del New England (Boston, Massachusetts, ecc.), erano collegate ad attività illegali, e infatti Warren Delano non era l’unico. La sua fortuna nel commercio dell’oppio faceva parte di una rete più ampia di dinastie di mercanti americani che costruirono ricchezze generazionali grazie al contrabbando di stupefacenti in Cina nel XIX secolo.
Ci sono diverse famiglie che potrei citare, ma sono tutte note e molto famose, e hanno contribuito a costruire diversi settori dell’industria americana che ancora oggi hanno un grande potere e sono quasi tutte esclusivamente collegate al Partito Democratico. Infatti, il Partito Democratico favorisce, attraverso le sue politiche, la diffusione della droga, cosa abbastanza evidente. Queste famiglie, tra l’altro, hanno contribuito a stabilire rotte di immigrazione, sistemi bancari e modelli assicurativi che sono alla base del commercio globale degli Stati Uniti. Inoltre, hanno contribuito alla costruzione di prestigiose università come Harvard, che formano le persone destinate a determinare la politica estera degli Stati Uniti. Queste università sono strettamente collegate al filone di Oxford, da cui proviene il nuovo ordine mondiale, come abbiamo già visto, e proseguono una tradizione di attività iniziata con la prima guerra dell’oppio, argomento di questa puntata.
Queste famiglie hanno anche costruito vari think tank, musei e attività senza fini di lucro che svolgono attività di sovversione sociale. Una cosa da menzionare è che, oltre al trattato di Nanjing menzionato in questo video, gli Stati Uniti stipularono un trattato simile con la Cina, il trattato di Guangxia del 1844, che garantiva agli americani l’accesso ai porti cinesi, il diritto di extraterritorialità (cioè la possibilità di essere processati in Cina secondo le leggi statunitensi) e la protezione delle attività missionarie e commerciali. Quindi, queste fasi iniziali della presenza americana in Cina gettarono le basi per la successiva presenza americana in Asia, che trovò nel commercio dell’oppio il suo motore economico più importante.
Un’altra cosa importante è che, negli Stati del New England (cioè gli Stati che si trovano nell’area di New York e verso nord), l’oppio veniva importato dall’Asia e usato a scopo medico. I farmacisti di Boston, Filadelfia e New York vendevano il laudano, una tintura a base di oppio, per qualsiasi cosa, dalla tosse alla malinconia. Quindi, dopo aver esportato l’oppio in Cina, lo hanno anche importato negli Stati Uniti, ottenendo gli stessi effetti. Le città portuali come Charleston e Boston divennero nuovamente nodi del commercio atlantico di droga, importando oppio ed esportando rum e tabacco. Durante la guerra civile, che si svolse poco dopo la guerra dell’oppio (1861-1865), si diffuse la morfina, un derivato dell’oppio, e l’oppio benedettino, utilizzato come sistema di cura per i soldati.
Questo provocò una grande dipendenza da questa nuova forma di droga e si verificò un’epidemia di tossicodipendenti a seguito della guerra civile. Infatti, molti tornarono a casa già dipendenti a causa delle cure ricevute sul campo di battaglia e poi rimasero dipendenti grazie all’accesso alle farmacie degli Stati industriali. In California e nella frontiera occidentale, quindi quella sul Pacifico, i migranti cinesi portarono la tradizione dell’oppio sotto forma di fumo, che diede origine alle prime leggende sulla droga a San Francisco. Negli Stati del Sud, invece, la morfina era ampiamente prescritta per le ferite di guerra e post-belliche, nonché per i dolori mestruali, e i tassi di dipendenza aumentarono soprattutto tra le donne bianche, soprattutto nelle aree rurali. Nel 1888, quindi verso la fine del secolo, le farmacie di Boston dispensavano morfina nel 15% delle prescrizioni. Dunque, la guerra dell’oppio fu una guerra a tutto tondo, la prima guerra globale che non solo attaccò e distrusse la struttura sociale cinese, ma anche quella americana, modificandola profondamente. Nella prossima puntata vedremo come andrà avanti.
Roberto Mazzoni