Questo video prosegue il discorso avviato in quello precedente. Vedremo una lunga presentazione di Tucker Carlson che descrive il rapporto tra Stati Uniti e Israele, l’importanza della lobby israeliana negli Stati Uniti e, in particolare, nella politica americana, e i problemi che questa situazione crea per il movimento MAGA (“Make America Great Again”). Nel video precedente abbiamo parlato dell’AIPAC, un’associazione americana che fa lobbying a favore del governo israeliano nei confronti di tutti i politici americani e che gestisce ingenti fondi per il finanziamento delle campagne elettorali, tanto da giocare un ruolo determinante nella selezione e nel finanziamento dei candidati eletti sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato. AIPAC opera negli Stati Uniti da molto tempo e, come abbiamo visto nel video precedente, ha sviluppato una notevole potenza.
In questo video, tuttavia, Tucker Carlson ci darà un’idea più precisa di come le cose stiano cambiando negli Stati Uniti e di come la relazione tra gli Stati Uniti e Israele sia diventata estremamente problematica, con conseguenze sui possibili esiti delle elezioni di medio termine e, soprattutto, sul successo di Donald Trump durante la sua presidenza. Nel video si parla anche della legge FARA, che negli Stati Uniti impone a qualsiasi agenzia di lobbying che si occupa degli interessi di un Paese straniero di registrarsi e di registrare le proprie attività. AIPAC è l’unica organizzazione di questo tipo che non è registrata al FARA e, pertanto, secondo Carlson e molti altri, si troverebbe in una posizione illegale. Vi ricordo che Tucker Carlson è uno dei giornalisti indipendenti più importanti e influenti negli Stati Uniti.
Ha ricoperto ruoli di rilievo presso emittenti nazionali come CNN e Fox News ed è stato il giornalista con il seguito maggiore di tutti i canali via cavo. È anche uno dei principali sostenitori di MAGA e ha partecipato alla campagna finale per le elezioni di Donald Trump. È sicuramente un individuo che ha una grande influenza su questo pubblico e che ne raccoglie i pareri e le richieste. In passato, Tucker Carlson ha svolto un ruolo importante nel promuovere la guerra in Iraq, ma se ne è pentito e oggi sta cercando di fare ammenda, consapevole che è una delle poche persone che, dalla sua posizione, può fare qualcosa. Vi faccio notare che rischia molto a fare questo tipo di discorsi, perché nei suoi confronti è attivo un boicottaggio di tipo commerciale, politico e personale. Non lo fa semplicemente per creare audience o click. Questo è un discorso importante, anzi, secondo me, molto importante, perché descrive lo stato di una fascia elettorale ampia che ha eletto Trump alle ultime elezioni presidenziali, ma che ora è in rotta di collisione con lui.
Faccio notare che anche per me trattare questo tipo di argomento è estremamente delicato. Nel video si parla di tre gradi di verità: si tende a essere distanti dalla verità, non tanto da perderla completamente di vista, ma da dissimularla in qualche modo. In pratica, viene presentata una situazione che assomiglia in qualche modo alla verità, ma che è comunque distorta da vari strati di interpretazioni errate, omissioni o pregiudizi. David Duke, invece, è un ex legislatore dello stato della Louisiana ed è stato un importante esponente del Ku Klux Klan. È un personaggio americano che ha promosso ideologie suprematiste bianche e neonaziste. Viene menzionato nel video giusto per dare un contesto. La USS Liberty, invece, è una nave della Marina americana che, durante la guerra dei sei giorni, conduceva attività di intelligence a favore di Israele in acque internazionali. L’8 giugno 1967, la nave è stata attaccata da caccia israeliani che hanno ucciso 31 marinai americani e ferito altri 171. La nave ha inviato un messaggio di SOS ad altre navi americane e alla base americana più vicina, ma nessuno è intervenuto per molto tempo, anzi, hanno aspettato che la nave affondasse, cosa che non è successa. Alla fine, hanno portato in salvo l’equipaggio. Secondo quanto raccontato da alcuni sopravvissuti, gli israeliani hanno fatto di proposito: volevano che l’intera nave affondasse e che l’uccisione di tutti questi marinai americani venisse attribuita all’Egitto, con cui, vi ricordo, Israele era in guerra in quel momento.
Nikki Haley, invece, è una politica del Partito Repubblicano, ex governatrice dello Stato della Carolina del Sud, nonché una personalità molto vicina all’ala conservatrice. È stata ambasciatrice per le Nazioni Unite durante la prima presidenza Trump, è stata un’avversaria di Trump durante le ultime elezioni ed è sicuramente un personaggio estremamente pericoloso. Nel video si parla anche di “Woke Right”: in pratica, si tratta di un’interpretazione che collega il concetto di “Woke”, che descrive la sinistra americana e tutte le stranezze che ci propone, al mondo della destra. La “Woke Right” sarebbe quindi quei commentatori di destra che sono più vicini alla sinistra, perché in pratica criticano Israele. È stata alterata in “Woke Reich” per sottolineare la vicinanza di questo tipo di influencer di destra che non sono favorevoli alle attività di Israele a Gaza o in generale in quest’ultimo periodo, al regime di Adolf Hitler. Bene, e ora vi presento Tucker Carlson. Eccola.
[Tucker Carlson]
C’è molto da fare nel mondo in questo momento, ma se siete sui social media, e ovviamente ci siete perché è davvero l’unica fonte di notizie rimasta in America, sapete che c’è un solo argomento di cui si parla in questi giorni, ed è Israele. Tutte le persone che sono online discutono su Israele. E in realtà, e in generale, rientrano in uno di due campi. Probabilmente la parte più aggressiva sono gli squilibrati etno-narcisisti a livello talebano che vi dicono che qualsiasi critica al governo laico di Israele equivale a una calunnia del sangue contro il popolo ebraico! E se pensate che forse non è stata una grande idea armare Joseph Stalin, il più grande assassino nella storia, allora siete: “Un negazionista dell’Olocausto! Vi dicono quindi di stare zitti! E poi, dall’altra parte, troviamo un gruppo altrettanto ossessionato dagli ebrei, composto da quelle persone che odiano davvero gli ebrei e che vi dicono che: “Chiunque sia ebreo è cattivo in virtù del fatto di essere ebreo. È una questione di sangue”.
Ma ci sono due fattori interessanti in questa situazione. In primo luogo, ci sono pochissime voci cristiane convenzionali che dicono: “Aspettate un attimo. Si tratta di un governo laico, che si trova in un altro paese, e probabilmente non ha nulla a che fare con la mia religione o con quella di chiunque altro, e non dovremmo mai giudicare le persone in base alle loro qualità immutabili perché colpa e virtù non si trasmettono geneticamente”. Ma quasi nessuno lo dice, quindi ci ritroviamo ad ascoltare solo le voci degli etno-narcisisti e degli antisemiti, che sono anche costantemente in guerra tra di loro. Questo è il quadro della situazione online. Ciò che è ancora più interessante e forse ancora più preoccupante è che nel governo degli Stati Uniti il dibattito, seppur molto più pacato, rispecchia questa situazione, in quanto gran parte della discussione verte su Israele. Ed Israele è un piccolo Paese del Medio Oriente, che tra l’altro non è essenziale per la nostra sicurezza nazionale. Ma la conversazione, la larghezza di banda è consumata dalle esigenze di Israele e dai commenti su questo tema.
Quindi, qualunque sia la vostra posizione su Israele, che siate da una delle due parti appena descritte oppure da nessuna delle due, sapete nelle vostre viscere che siamo messi male. Se un paese come il nostro, che si suppone sia il più potente del mondo, sta dedicando tutto il suo tempo al proprio interno in conversazioni su Israele, probabilmente non sta andando in una buona direzione. Probabilmente c’è molto che viene trascurato a favore di questa conversazione molto specifica che riguarda unicamente questo piccolo paese. A proposito, questa situazione non è un bene per nessuno, nemmeno per Israele. Allora, qual è l’antidoto a tutto questo? Come si risolve il problema? Ecco quattro cose che potete fare per rendere la conversazione su Israele e il rapporto con Israele molto più sani di quanto non lo siano attualmente. Ecco le quattro cose. La prima è di avere una prospettiva globale su ciò di cui stiamo parlando. Gli Stati Uniti sono una nazione di 350 milioni di persone. Posseggono alcune delle risorse naturali più abbondanti del mondo. Ciò include l’energia, l’acqua, e i prodotti agricoli. Gli Stati Uniti, comunque siano gestiti, sono una potenza a livello globale e lo saranno sempre perché la loro forza è intrinseca. Sono una nazione enorme che ha un ruolo decisivo nell’ambito della storia mondiale.
Gli Stati Uniti fanno accadere le cose. Al contrario, Israele, e questo non è un insulto, ma solo un’osservazione, è un Paese piccolo e intrinsecamente insignificante, almeno geopoliticamente, in quanto ha solo nove milioni di persone e nessuna risorsa naturale, o meglio nessuna risorsa naturale che sia significativa. Quindi è una nazione insignificante, e anche fisicamente minuscola. Notoriamente, ha circa le stesse dimensioni dello stato del New Jersey, ma, in compenso, ha un prodotto interno lordo che è molto più piccolo del New Jersey. L’economia è molto più piccola di quella del New Jersey, ha dimensioni comparabili a quelle dello stato dell’Arizona, oppure di quasi la metà dell’economia dello stato del Massachusetts o dell’Illinois. In realtà, e semplicemente, Israele non ha molta importanza. Se guardaste una mappa e vi chiedeste quali nazioni giocano un ruolo decisivo nella politica mondiale, Israele non sarebbe nemmeno sulla lista. Di nuovo, si tratta di uno stato minuscolo con una popolazione pari a quella del Burundi e più piccola della popolazione del Belgio.
Eppure, nonostante la sua oggettiva insignificanza, rimane al centro della conversazione, e rimane parimenti al centro della spesa pubblica americana. Proprio ora, mentre stiamo parlando stasera, in Israele ci sono due batterie di missili THAAD. Si tratta di un quarto della fornitura totale mondiale di batterie missilistiche THAAD. Una batteria di missili THAAD è una batteria di missili di fabbricazione americana ad altissima tecnologia che abbatte i missili in arrivo dal cielo. E un quarto dell’intera fornitura mondiale di tali missili si trova in Israele in questo momento, e si tratta di batterie presidiate da truppe statunitensi, vale a dire da americani, che siano in uniforme o meno. Sono militari americani e stanno equipaggiando queste batterie per proteggere Israele. E questo non dovrebbe sorprendervi perché, dal 7 ottobre 2023, che è poco meno di due anni fa, gli Stati Uniti hanno speso, come minimo, 30 miliardi di dollari per difendere Israele. Si tratta di una cifra enorme. Per avere una certa prospettiva, l’intero bilancio militare israeliano prima del 7 ottobre, era di circa 25 miliardi di dollari.
Di conseguenza, in meno di due anni, gli Stati Uniti hanno investito almeno 30 miliardi di dollari per difendere Israele. Nel corso dell’esistenza dello Stato di Israele, vale a dire poco meno di 80 anni, gli Stati Uniti hanno investito almeno 300 miliardi di dollari, e questi sono solo i numeri contabili, per sostenere la difesa del territorio israeliano. 300 miliardi. Israele è di gran lunga la Nazione che ha avuto la maggiore quantità di aiuti da parte degli Stati Uniti nel corso del tempo e anche oggi. Nessun’altra nazione si avvicina neanche lontanamente. Quindi, chiunque dica: “è solo una goccia nel mare, è totalmente insignificante”. Sta mentendo oppure non conosce le cifre. A proposito, la seconda Nazione in termini di aiuti è l’Egitto. Allora perché stiamo spendendo così tanti soldi per l’Egitto? Lo stiamo facendo su richiesta di Israele. Quindi probabilmente potreste aggiungere gli aiuti all’Egitto al totale dei soldi spesi per Israele. Non è un attacco. È solo prospettiva. Stiamo spendendo il nostro tempo, i nostri soldi e stiamo correndo rischi enormi per conto di un paese che geopoliticamente non è affatto significativo.
La cosa interessante è che la maggior parte degli americani non ha idea che questo stia succedendo. Non sanno quanto sia sproporzionata la nostra attenzione per Israele e la nostra spesa a favore di Israele rispetto al resto del mondo. E se volete avere un’idea di quanto sia sproporzionata, considerate che l’India e la Cina messe insieme, nessuna delle quali è un forte alleato dell’America in questo momento, rappresentano più di un terzo dell’intera popolazione mondiale. Entrambe sono nostre rivali economicamente, entrambe sono nostre rivali militarmente, almeno potenzialmente, e il nostro rapporto con loro è peggiorato o, per lo meno, ha languito a causa del nostro rapporto con Israele, per via della larghezza di banda consumata per prendersi cura dello stato di Israele, e anche a causa di alcuni delle inevitabili frizioni che sono sorte come conseguenza del nostro sostegno a Israele, che è impegnato in una guerra estremamente controversa, o sarebbe meglio dire odiata, nella striscia di Gaza.
E non si tratta nemmeno di una vera guerra, bensì dello sfollamento su vasta scala di persone e dell’uccisione su larga scala di persone disarmate, di combattenti disarmati, di civili, di donne e di bambini. E il mondo vede tutto questo e lo rifiuta, anzi, in effetti, il mondo lo odia. E così l’ultimo alleato di dimensioni importanti che rimane per Israele, oltre al Regno Unito, sono gli Stati Uniti. E quindi c’è un costo enorme per questo, ma ancora una volta, la maggior parte degli americani non ha alcuna prospettiva su quanto sia sproporzionato il nostro impegno, perché marinano in menzogne sui nostri rapporti con Israele, provenienti soprattutto dalla nostra classe politica. In realtà, troviamo le stesse menzogne anche sui media, se dovessimo assegnare la colpa di questa situazione a un gruppo di persone particolari negli Stati Uniti, scopriremmo che sono i nostri leader eletti che ci mentono continuamente sulla natura di questa relazione, sul suo significato, e lo fanno per la durata di intere generazioni. Lo stanno facendo da molti decenni. Ora vi proporrò solo un esempio, ma è il più divertente da guardare. Si tratta di Nikki Haley che descrive il rapporto degli Stati Uniti con lo Stato di Israele durante il dibattito delle primarie repubblicane del 2023. Guardate.
[Nikky Haley]
L’ultima cosa che dobbiamo fare è dire a Israele cosa fare. L’unica cosa che dovremmo invece fare è sostenerli nell’eliminazione di Hamas. Non è che Israele abbia bisogno dell’America. è l’America che ha bisogno di Israele.
[Tucker Carlson]
Ci dice che non è vero che Israele abbia bisogno degli Stati Uniti. In realtà sono gli Stati Uniti ad avere bisogno di Israele. Come potrebbe mai essere vera un’affermazione di questo genere? Non è vera in nessun modo. In realtà, questa non è una di quelle bugie che si discosta dalla verità di tre gradi, ma è l’esatto contrario della verità. Mentre invece la verità, che è ovvia a chiunque guardi i numeri o vi presti attenzione, è che Israele non potrebbe sopravvivere senza gli Stati Uniti. Non sto facendo questo discorso per sollecitare il ritiro di tutti gli aiuti a Israele, bensì è solo un riconoscimento della realtà concreta. Israele combatte le sue guerre con l’appoggio americano, e con la garanzia implicita di difesa che abbiamo fornito per così tanti anni, per lo meno dal 1973. Parliamo di cinquant’anni. Dispone inoltre di servizi sociali piuttosto generosi, che sono resi possibili dai sussidi americani. In altre parole, ogni dollaro che, dagli Stati Uniti, va all’esercito israeliano, è un dollaro che la Nazione di Israele risparmia e può quindi spendere a beneficio del proprio popolo.
E quindi non esiste assolutamente un mondo in cui l’America abbia bisogno di Israele più di quanto Israele abbia bisogno degli Stati Uniti. E, naturalmente, nessuno ha mai chiesto a Nikki Haley di spiegare come esattamente la sua affermazione potesse essere vera. Nessuno le ha mai fatto questa semplice domanda: “Di cosa sta parlando, governatore Haley?”. E nessuno le ha mai fatto quella domanda perché sapeva che, nel momento stesso in cui quella domanda fosse apparsa nella sua mente, l’avrebbe dovuta reprimere, per paura di essere attaccato come antisemita dopo aver fatto una domanda in tema di geopolitica. Questa è stata la situazione negli Stati Uniti per tutta la mia vita, vale a dire per oltre 50 anni. I politici fanno dichiarazioni senza senso, e nessuno vuole nemmeno fare una domanda di approfondimento per paura di essere attaccato. Viviamo in uno stato di intimidazione perpetua. Tutti hanno paura di Israele.
Tutti hanno paura di toccare l’argomento, e alcuni hanno addirittura paura delle ritorsioni che potrebbero arrivare direttamente dallo Stato di Israele. Non abbiamo mai avuto una conversazione onesta su questo argomento. Di certo non l’abbiamo avuta per l’intera durata della mia vita. E questo stato delle cose va benissimo agli israeliani. E se vi foste chiesti per quale motivo ci sono parecchi commenti antisemiti su Israele online, dovreste anche chiedervi quanti di quei commenti sono effettivamente organici, vale a dire che esisterebbero comunque. E sicuramente una parte dei commenti in circolazione è organica. C’è sempre qualcuno che odia gli altri. Ma quanti di questi non sono affatto spontanei? Quanti di questi commenti del tipo, “Tutti gli ebrei sono malvagi”, vengono costruiti ad arte e pubblicati di proposito per screditare invece chiunque ponga domande legittime sul rapporto del governo degli Stati Uniti con il governo di Israele. Vogliono farci passare per squilibrati che semplicemente odiano gli altri, alla pari della follia dimostrata da personaggi come David Duke. Sicuramente ci sono diversi commenti di questo tipo perché servono ai loro interessi. Ora, questa è effettivamente una critica allo Stato di Israele e alla sua campagna di propaganda incredibilmente sofisticata nella quale, ancora una volta, il resto di noi ha marinato per molto tempo.
Ma il vero cattivo in questa storia direi che non sia lo Stato di Israele, e che non lo siano nemmeno gli ebrei. Il vero cattivo è il governo degli Stati Uniti. Sono i nostri leader politici che stanno tollerando questa situazione. Israele è un piccolo paese con risorse molto limitate e sta facendo del suo meglio per servire i propri interessi. Si potrebbe pensare che ogni paese agisca in tal senso, e la maggior parte lo fa, ma ce ne sono alcuni che non lo fanno assolutamente e il nostro sarebbe in cima alla lista. Di conseguenza, la vera vergogna in questo caso, il vero cattivo della storia è la leadership degli Stati Uniti che ha tollerato continue umiliazioni per decenni, senza nessun valido motivo. Quindi, se c’è qualcuno con cui essere arrabbiati, sono i nostri leader, e questo porta alla seconda cosa che possiamo fare per sistemare questa relazione veramente malsana, questa relazione velenosa, che, tra l’altro, sta peggiorando di giorno in giorno. Infatti, questa relazione sta facendo a pezzi la nostra società. Sta davvero danneggiando l’amministrazione Trump.
La seconda cosa che possiamo fare dopo aver ottenuto una prospettiva globale su ciò di cui stiamo effettivamente parlando qui, vale a dire un piccolo paese che, per gli Stati Uniti, è insignificante nel senso più profondo, la seconda cosa che possiamo fare è ottenere un po’ di rispetto di noi stessi e smettere di essere comandati a bacchetta da uno stato cliente. Essere costantemente succubi non è un bene per noi. E non è un bene nemmeno per loro. Non è un bene per nessuno. È come essere sgridati dai vostri figli. Nessun genitore normale lo permetterebbe perché è totalmente distruttivo. Non fa bene né a voi né al bambino, ed è esattamente questo il rapporto che abbiamo con lo Stato di Israele. In realtà, non in teoria, noi siamo un paese enorme che è succube di un paese minuscolo. Il grande paese sostiene il piccolo paese, e questa potrebbe anche essere una cosa piuttosto benevola. Ma rimane da determinare se, in questo caso particolare, sia un comportamento davvero saggio da parte nostra.
Ma in ogni caso, se abbiamo intenzione di avere una relazione di questo tipo, che ricalca quella tra un genitore e un figlio, il genitore non può tollerare di essere sgridato, umiliato, spiato, e comandato dal bambino, oppure dalla persona che si trova nella posizione intrinsecamente subordinata. Non possiamo farlo e non possiamo tollerare che cerchino di farci vergognare se non vogliamo ignorare cose che chiaramente non rappresentano il comportamento di un alleato subordinato. Per esempio, è intollerabile lasciare che Israele conduca attività di spionaggio sulla Nazione che rende possibile la sua economia e la sua difesa, cosa che invece gli israeliani hanno fatto per generazioni. Questo è un dato di fatto. Una di queste spie, Jonathan Pollard, un cittadino americano, è stata catturata mentre rubava segreti militari e li inviava a Israele, che prontamente li ha ritrasmessi all’Unione Sovietica che, all’epoca, era il nostro acerrimo rivale. Pollard è finito in prigione, ma poi, in qualche modo, è uscito di prigione ed è andato in Israele, dove continua a denunciare gli Stati Uniti. E chiunque dica qualcosa al riguardo viene immediatamente bollato come antisemita. Ma non ha nulla a che fare con l’antisemitismo. è semplicemente offensivo nei nostri confronti.
Perché mai dovremmo tollerarlo? Perché dovremmo tollerare l’attacco alla USS Liberty di cui nessuno osa parlare. Per quale motivo è vergognoso parlare di un attacco chiaramente mirato da parte di Israele, un paese che stiamo sostenendo, contro una nave statunitense? Potete dirmi perché è vergognoso parlarne? Ma questa situazione continuerà fino a quando non avremo un po’ di rispetto per noi stessi, e non sto parlando di rabbia oppure di odio, ma solo di dignità. Un’altra situazione simile si è verificata, per esempio, a giugno, durante la guerra dei 12 giorni con l’Iran, che ha visto gli Stati Uniti e Israele schierati contro l’Iran, con bombardamenti su entrambi i fronti. Durante quel breve conflitto, alcuni ufficiali dell’IDF hanno imperversato sul Pentagono. Stiamo parlando di ufficiali militari stranieri all’interno del Pentagono e, a proposito, non sono gli unici ufficiali militari stranieri presenti al Pentagono, per essere chiari.
Ci sono ufficiali della NATO che provengono da altri paesi, ci sono ufficiali britannici, ma quella settimana c’era un gruppo di ufficiali delle Forze di Difesa Israeliane al Pentagono che hanno fatto infuriare il personale americano del Pentagono semplicemente irrompendo nelle riunioni, dando ordini, avanzando richieste perentorie, e nessuno ha fatto nulla al riguardo. Chiedetene conferma a chiunque lavori al Pentagono, Come può un ufficiale militare straniero fare irruzione nel quartier generale militare degli Stati Uniti, anche se invitato, per poi interrompere le riunioni e pretendere che gli americani facciano tutto quello che gli viene ordinato e che lo facciano anche in fretta. Più a lungo permettiamo questo tipo di comportamento profondamente malsano, maggiore ne sarà la proliferazione. Ed è esattamente quello che è successo al Pentagono in quella settimana. A causa della debolezza dei nostri leader, abbiamo incitato alcuni predatori di un paese straniero ad approfittarsi di noi.
E ci sarà sicuramente qualcuno che dirà che questo è un commento assolutamente anti-israeliano. Ma non è affatto anti-israeliano. è invece una richiesta indirizzata alle persone il cui lavoro è di rappresentarci, coloro che hanno il sacro dovere di curare i nostri interessi, vale a dire i nostri leader, che siano al Pentagono oppure in tutto il governo degli Stati Uniti. E la richiesta consiste nel fatto che facciano il loro dovere, che si alzino in piedi e ci difendano da tutte le potenziali minacce, portate da qualsiasi paese straniero nella misura in cui ce n’è bisogno, e che non si prostrino ai piedi di una nazione straniera. è un concetto semplicemente elementare. Perché dovremmo avere un governo, soprattutto se è un governo forte, che prende ordini da un altro governo più debole? Ma questa è la situazione attuale, e lo è stata per molto tempo. E non stanno nemmeno più cercando di dissimulare. Siamo arrivati al punto in cui il primo ministro di Israele va in televisione per immischiarsi apertamente nelle questioni di politica interna americana, schierandosi a favore di una fazione e attaccando individualmente persone che sono americane. In condizioni normali, pensereste che dovrebbe fare gli affari suoi anziché i nostri.
Non è un leader americano. Non è nemmeno un cittadino americano. Credete che sia corretto andare in televisione per attaccare gli americani che non sono pienamente d’accordo con l’invio di altri miliardi a un paese che ospita una popolazione di solo nove milioni di persone? E nel caso pensiate che sia un’esagerazione, ecco il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che commenta apertamente questioni di politica americana.
[Benjamin Netanyahu]
Ha parlato del woke right, e ha detto: “Lo chiamo il woke reich”. Questo è un modo brillante per dirlo. Il woke reich, perché queste persone, non sono diverse dalla sinistra. Voglio dire, sono pazze. Sono completamente pazze. E, in realtà, si trovano d’accordo su alcune cose. Dobbiamo reagire. Come reagire? I nostri influencer, penso che dovreste anche parlare con loro se ne avete la possibilità, perché in quella comunità, sono molto importanti. E in secondo luogo, dovremo usare gli strumenti di battaglia, e i più importanti sono sui social media. E qual è l’acquisto più importante che sta avvenendo in questo momento?
[Voce fuori campo]
Comprare follower.
[Benjamin Netanyahu]
TikTok. TikTok, è il numero uno. Numero uno. E spero che l’acquisizione passi perché può produrre grandi effetti. E qual è l’altro? Qual è l’altro che è più importante?
X.
È molto importante. Quindi dobbiamo parlare con Elon. Non è un nemico, è un amico, dovremmo parlargli. Quindi, se riusciamo a ottenere queste due cose, e ne avrei molte altre, e potrei continuare, ma non sono importanti in questo momento. Dobbiamo combattere la nostra battaglia.
[Tucker Carlson]
È quasi incredibile che l’abbia detto davanti alla telecamera. Immaginate, questo è un leader straniero che si vanta di come si propone di censurare gli americani. Ancora una volta, questo tizio governa un paese di nove milioni di persone la cui stessa esistenza dipende totalmente dai dollari delle nostre tasse. Ed eccolo qui che si fa riprendere dalla telecamera, e non è uno sprovveduto. Naturalmente, sa benissimo che lo stanno filmando, e ci dice chiaramente che chiunque, negli Stati Uniti, si opponga a lui, si opponga all’invio di maggiori aiuti a Israele oppure si opponga all’essere risucchiato in una guerra contro l’Iran, che sarebbe molto deleteria per gli interessi americani, ha torto marcio, senza prendersi la briga di spiegarci perché ha torto. Ma si spinge anche oltre e ci dice che quella persona è un nazista, fa parte del woke reich. E l’unico modo per risolvere questo problema è d’impedire agli americani di sentire l’altra campana, e questo nell’ultimo paese sulla Terra che ancora disponga della libertà di parola garantita. Di conseguenza bisogna fare pressione sul Congresso affinché, a sua volta, forzi la vendita di TikTok, che è poi quello che è successo nella realtà. E i vari membri del Congresso ci hanno detto che la vendita riguardava la Cina, quando c’erano persone online che dicevano che si trattava, in realtà, di una mossa a favore di Israele.
E in questo video lo sta ammettendo. Ci dice che hanno fatto pressione sul Congresso degli Stati Uniti affinché imponga la censura negli Stati Uniti, perché pensano che sia un male per Israele, e devono anche parlare con Elon, vale a dire l’unica persona grazie alla quale abbiamo libertà di parola negli Stati Uniti. Sarebbe davvero bello se la questione di Tik Tok riguardasse davvero la Cina. A proposito, Elon Musk è un americano naturalizzato, uno straniero, che ha guardato gli Stati Uniti e si è chiesto cosa ci fosse di speciale nel nostro paese. E ha visto che le persone possono dire ciò in cui credono perché non sono schiave, non sono suddite dello Stato, sono cittadini di una nazione di cui sono proprietari. La libertà di parola è una componente centrale dell’intera idea di America. In effetti, è davvero l’unica cosa che ci distingua da qualsiasi altro paese sulla Terra. Il nostro punto di forza non è la nostra economia di mercato. È la libertà di parola.
E c’è questo tizio, un Capo di Stato straniero, la cui esistenza. lasciate che ve lo ripeta, dipende totalmente dai soldi delle nostre tasse, dice che gli americani non hanno questo diritto, e farà una sorta di campagna di pressione segreta su Elon Musk affinché introduca la censura su X perché la libertà di parola dà fastidio ad Israele. Siamo arrivati al punto in cui avremmo dovuto dire semplicemente no. Assolutamente no. Questo non è permesso. Ma, dal momento che nessuno l’ha detto, il progetto di censura è continuato, ed è per questo che quando andate sui social media, vedete una persona dopo l’altra, un americano dopo l’altro, allinearsi con la propaganda di quel tizio, ripetendo sui social media i messaggi che sono stati confezionati in anticipo da un governo straniero. Mi diranno sicuramente che non posso dire una cosa di questo genere, Ma è la verità. È vero al 100%. E, tra l’altro, è anche totalmente controproducente per Israele. Non si tratta di una sofisticata campagna di propaganda. Si tratta di una campagna di propaganda brutale e sfacciata, in cui chiunque non sia d’accordo con qualsiasi cosa viene proposto da questo governo straniero viene immediatamente calunniato e diffamato. Un esempio in questo senso è Megyn Kelly, che è la persona più moderata che io conosca sulla questione di Israele, e che ha ripetuto 100 volte che le piace Israele, e lo dice sul serio. Ha ripetuto continuamente che non è contro Israele. Ma si è limitata a commentare che forse non è una grande idea essere risucchiati in una delle loro guerre.
L’abbiamo già fatto in passato. Non dovremmo farlo di nuovo. è stata immediatamente etichettata come antisemita e non le stanno dando tregua. Nel frattempo, i veri antisemiti, e certamente ce ne sono alcuni online, non vengono mai criticati da Bibi o da chiunque altro nella sua orbita. Un fatto interessante, non è vero? Mi chiedo perché. Quando ci sono antisemiti autentici che fanno video in cui si burlano di Auschwitz, nessuno interviene. Forse le cose non sono esattamente come sembrano.
Ma le persone normali, che non nutrono odio verso nessuno o cercano di non nutrirlo, vengono immediatamente calunniate in un modo che, in alcuni casi, rende loro difficile trovare un lavoro. Basta che si discostino anche leggermente dalla linea definita. Quindi qual è l’effetto di tutto questo? Non spetta certo a me dire a Israele come condurre le sue campagne di propaganda. Ma è facile osservare che l’effetto prodotto da queste campagne è di trasformare gli alleati in nemici. Si può anche essere d’accordo con Israele sul 98% delle cose, ma se pensate che forse è stata una cattiva idea bombardare Doha, in Qatar, il sito della più grande base militare americana nel Medio Oriente, che esiste espressamente per proteggere Israele, se pensate che sia stata una cattiva idea per il governo israeliano bombardare Doha, allora cosa siete diventati? Dei nazisti? E giusto a titolo di cronaca, Hamas era originariamente in Qatar perché il governo israeliano ha chiesto al governo del Qatar di accettare Hamas sul proprio territorio.
Tra l’altro, la nostra base aerea in Qatar esiste per proteggere espressamente Israele. Il bombardamento su Doha è stata una mossa talmente sconsiderata e folle che persino il Mossad, il servizio segreto di Israele, si è dichiarato contrario e non vi ha partecipato, perché pensava che fosse troppo avventata. Quindi dire che in Israele c’è un bel po’ di libertà di dibattito è un eufemismo. Il Mossad ha letteralmente rifiutato di partecipare al bombardamento. Ma se come americano ti azzardi a dire sui social media che ritieni che sia stato un po’ folle che un nostro alleato abbia bombardato un altro dei nostri alleati senza nemmeno dircelo, e poi facendo finta di avere avuto il permesso del presidente americano, cosa che non hanno avuto, allora sei un nazista. Fai parte del woke reich. E questo non può andare avanti. È una follia. È controproducente per loro ed è profondamente distruttivo per il nostro dibattito politico e per il nostro Paese stesso. Ora la buona notizia è che l’umiliazione è andata oltre il segno. Voglio solo darvi un altro esempio dell’umiliazione che è quasi incredibile. Riepiloghiamo: ci dicono che Israele è il nostro più grande alleato e che naturalmente non dovremmo mai chiedere loro nulla.
Avete sentito Nikki Haley, e avete sentito tutti i vari personaggi politici americani dire esattamente la stessa cosa: “Proteggere Israele è la cosa più importante. Sono il nostro unico vero alleato”. Ma se sono davvero il nostro unico vero alleato, perché Israele ha una lunga storia di trasferimento di tecnologia militare alla Cina? Compresa la tecnologia militare americana? La maggior parte delle persone neanche si sogna che sia vero. Ma è vero. Per quale motivo la Cina gestisce il porto di Haifa, il più grande porto di Israele? Non sono forse un nostro stretto alleato? Ma ovviamente la risposta è che, dal punto di vista di Israele, noi non siamo uno stretto alleato. Siamo un paese che è stato disposto ad aiutarli, ma quando hai solo nove milioni di persone e un budget limitato per la difesa, prendi aiuto ovunque puoi ottenerlo. Quindi la lealtà non è ricambiata. È a senso unico.
E penso che la buona notizia sia che il governo di Israele, in particolare il primo ministro Benjamin Netanyahu, si sia spinto troppo oltre. E lo ha fatto in parte correndo in giro a dire alla gente ciò che pensava fosse la verità dal suo punto di vista, vale a dire che controlla Donald Trump. Dice anche di controllare il Congresso degli Stati Uniti. Anzi controlla gli Stati Uniti nel suo complesso. Lo ha detto agli alleati politici e agli oppositori nel suo paese, lo ha detto ai Capi di Stato stranieri. è un fatto. Dice di controllarci e ha detto ai suoi colleghi di non preoccuparsi. Anzi ha chiarito che qualora lo cacciassero dalla sua posizione, il tizio che arriva probabilmente non avrà il livello di controllo che ha lui. Ha fatto queste dichiarazioni apertamente. L’ha detto ad alta voce. E questo è stato troppo per il nostro presidente. E così, in uno dei suoi grandi momenti, Trump ci ha regalato una doccia fredda in una giornata calda. Il presidente Trump ha contrattaccato, anche se non direttamente, come potete vedere in questa clip dove si nota che ne ha avuto abbastanza. L’altro giorno hanno chiesto al presidente Trump il suo parere sui piani di Israele per annettere la Cisgiordania. Guardate la risposta.
[Giornalista]
Questa settimana avete promesso ai leader che non avreste permesso a Israele di annettere la Cisgiordania?
[Donald Trump]
Non permetterò a Israele di annettere la Cisgiordania, no. Non lo permetterò. Non accadrà.
[Giornalista]
Ne ha parlato direttamente con Netanyahu?
[Donald Trump]
Sì, ma non lo permetterò, che gli abbia parlato o meno. L’ho fatto. Ma non permetterò a Israele di annettere la Cisgiordania. Hanno fatto già abbastanza. È ora di fermarsi.
[Tucker Carlson]
“Hanno fatto già abbastanza, non lo permetterò”. Non sta parlando solo della Cisgiordania, ovviamente. Questi sono politici e capiscono che quando i numeri dei sondaggi scendono drasticamente, in particolare tra i giovani che hanno contribuito a farti diventare presidente, devi chiederti perché. E si tratta di questo problema: è troppo umiliante. E le persone che non vogliono vedere il loro governo comandato da una piccola potenza straniera non sono individui dediti all’odio. Non odiano nessun gruppo etnico. Semplicemente non vogliono essere umiliati e, a proposito, perché mai dovrebbero essere umiliati? Questo è il problema principale. Ecco perché Donald Trump ha perso il sostegno su questa faccenda israeliana, e lo sa, e sta resistendo. E non c’è alcun dubbio che emerge da quella clip. Quindi, la terza cosa che penso sarebbe molto utile per ripristinare la salute della nostra Nazione e bilanciare le relazioni tra gli Stati Uniti e Israele è ripristinare il concetto di cittadinanza negli Stati Uniti. Essere un cittadino americano deve significare qualcosa. Innanzi tutto, l’uguaglianza. Sei uguale a tutti gli altri cittadini.
Non c’è una gerarchia di cittadinanza, tutti i cittadini sono uguali, ognuno dispone di un voto, e ognuno ottiene giustizia davanti alla legge. Questa è la promessa degli Stati Uniti, e ognuno può dire esattamente quello che pensa, punto. Ripristinare il valore della cittadinanza, è la prima cosa che bisognerebbe fare, se ve ne importasse, e dovrebbe importarvene, perché il paese non può continuare senza di essa, dopo aver espulso tutti coloro che non sono cittadini del paese, cosa che dovrebbe accadere immediatamente, dovrebbero essere espulsi immediatamente per la nostra stessa sopravvivenza. Ma dopo averlo fatto, la prima cosa da fare è di proibire la doppia cittadinanza. Per quale motivo dovrebbe essere accettabile? Come si può essere cittadini di due paesi? Si può davvero servire due padroni contemporaneamente? A proposito, non sono solo gli israeliani ad avere la doppia cittadinanza, in questo paese, ogni immigrato mantiene la doppia cittadinanza. Non si tratta solo di Israele, e non dovrebbe essere permesso neanche per un solo momento. Che senso ha? Da che parte state? Non volete essere accusati di doppia lealtà, ma avete la doppia cittadinanza.
Che si tratti dell’Argentina, del Mali o di Israele, non dovrebbe essere permesso. E inoltre, non dovrebbe essere permesso prestare servizio militare in un esercito straniero senza perdere automaticamente la cittadinanza americana. Che senso ha combattere per un altro paese? A proposito, perché non prestate invece servizio nelle nostre forze armate? Ogni Paese ha una prospettiva diversa sul mondo, e questa deriva da una serie di fattori diversi: la sua storia, la sua lingua, le sue dimensioni, le sue risorse. Ogni Paese è diverso, e ogni Paese ha un diverso insieme di priorità, e se combattete nell’esercito per un Paese, non state servendo le priorità dell’America, state imbracciando le armi per conto di una potenza straniera. Dovreste lasciare gli Stati Uniti. Sembrerebbe ovvio. Molti americani hanno combattuto in Israele, a Gaza. Molti americani hanno combattuto in Ucraina, tra l’altro, e in molti altri paesi per conto di eserciti stranieri. In questi casi dovrebbero perdere immediatamente la propria cittadinanza, naturalmente e ovviamente. È incredibile che venga tollerato. E l’AIPAC deve registrarsi ai sensi del FARA, il Foreign Agent Registration Act degli anni ’30. è ovvio che si tratta di una lobby straniera, e ce ne sono un milione. Ma è solo l’AIPAC che viene esentata dal registrarsi, ed è solo l’AIPAC che è in qualche modo al di sopra di qualsiasi critica. Si tratta di una lobby straniera che agisce per conto di un governo straniero e dei suoi interessi. Di nuovo, è una delle tante, ma è l’unica che non è tenuta a registrarsi, e ovviamente dovrebbe registrarsi immediatamente. Dovreste sapere chi finanzia i vostri politici, dovreste sapere chi li influenza, e dovrebbe esserci una registrazione di tutto questo come avviene per qualsiasi altra nazione, qualsiasi altra lobby di una potenza straniera. Solo l‘AIPAC ne è esente. Qual è l’effetto finale? Rende tutti paranoici. Non rende la gente più favorevole a Israele. Quando non si può parlare di un argomento, e quando chiunque lo sollevi viene chiamato nazista, un appartenente al Woke Reich, o quando viene liquidato come negazionista dell’Olocausto, antisemita o qualsiasi altra cosa, oppure calunniato in qualche modo del genere, il problema non scompare, bensì si inasprisce e la gente comincia a dare i numeri e diventa arrabbiata e risentita. Bisogna porre fine a tutto questo. Non c’è motivo di condurre affari del genere in segreto. Non migliora affatto le cose. In realtà, alla fine, non rende più forti le persone che lo fanno, le rende più deboli.
E l’ultima cosa che penso dobbiamo fare per ristabilire l’equilibrio nelle relazioni tra gli Stati Uniti e Israele, e per ripristinare un po’ di sanità mentale nella conversazione pubblica su questo argomento, è quella di dare una regolata alla nostra teologia.
E questo non è un messaggio rivolto agli israeliani oppure agli ebrei, bensì è un messaggio rivolto ai cristiani, che sono il più grande gruppo di sostenitori di Israele negli Stati Uniti. E la loro visione di Israele è colorata non solo dall’attaccamento sentimentale, che potrebbe anche andare bene, oppure dai viaggi in Israele, il che non sarebbe un problema, bensì deriva da un’eresia cristiana, la più antica delle eresie cristiane…… Vale a dire il concetto che Dio in qualche modo preferisca alcune persone in base al loro DNA. E, naturalmente, il punto centrale del cristianesimo è che questo non è più vero, che non esiste un popolo eletto. Il popolo eletto è il popolo che sceglie Gesù. Questa è l’essenza del messaggio cristiano. Tra l’altro, non è un messaggio antisemita. È il messaggio cristiano. È il messaggio cristiano centrale, eppure ci sono molti, moltissimi rappresentanti della fede cristiana, la fede più diffusa nel mondo, che inviano ogni giorno un messaggio diverso. E dovremmo essere molto chiari, qualunque cosa vogliono proporci, che non è cristianesimo. È un’eresia. E tra i tanti esempi che potremmo scegliere, optiamo per Lindsey Graham, visto che non potevamo resistere alla tentazione di scegliere proprio lui. Guardate.
[Lindsey Graham]
Alle persone del mio partito dico che sono stanco di queste sciocchezze. Israele è nostro amico. Sono gli amici più affidabili che abbiamo in Medio Oriente. Sono una democrazia circondata da persone che gli taglierebbero la gola se solo potessero. Questa non è una scelta difficile da fare se sei un americano. Non è una scelta difficile da fare se sei un cristiano. Una parola di avvertimento, se l’America stacca la spina a Israele, Dio staccherà la spina a noi.
[Tucker Carlson]
Dio vi ucciderà se non sostenete Bibi Netanyahu. Questo è ciò che sta dicendo, e purtroppo c’è chi ha applaudito quando ha detto che Dio vi ucciderà. Vi staccherà la spina come se foste un tetraplegico in terapia intensiva. Il vostro cuore si fermerà se non sostenete il governo laico di Israele che fornisce l’aborto su richiesta. Questa è la prospettiva cristiana che ci viene proposta, secondo la quale Dio ama di più alcune persone a causa del loro DNA. Ma questo non è il messaggio cristiano. Questo è l’opposto del messaggio cristiano. Il messaggio cristiano è universale. Questo è il punto. Il popolo eletto nel cristianesimo sono tutti coloro che scelgono Gesù. L’intero Nuovo Testamento è dedicato a raccontare questa storia. E chi dice il contrario non l’ha letto oppure sta mentendo. Dio non preferisce te a causa del tuo DNA o chiunque altro a causa del suo DNA, punto e basta. Quindi il fatto che le persone possano alzarsi in piedi negli Stati Uniti, nel 2025, e dire qualcosa del genere, e tra l’altro, senza nemmeno giustificarlo, equivale semplicemente ad invocare il potere di Dio come un’arma. “Vi ucciderà. Staccherà la spina al vostro Paese se non acconsentite a quello che vi dico. Abbiamo bisogno di più guerra”.
Questa gente dovrebbe ascoltare quello che dice. E non si tratta solo di Lindsey Graham. Lo stesso discorso vale per il presidente della Camera, Mike Johnson. Ci sono un sacco di persone che la pensano in questo modo. Alcune sono anche persone molto simpatiche, potreste cenare con loro e trovarle perfettamente normali all’apparenza. Ma questa è un’eresia ed è squilibrata, e voi sapete che è squilibrata perché è una giustificazione per uccidere gli innocenti. E nel cristianesimo, se c’è una cosa che è chiarissima, è che i cristiani non possono tollerare l’uccisione di innocenti. Le persone che non hanno fatto nulla di male non possono essere uccise. Questo è peccato. Non ci è permesso farlo, punto. E se trovate qualcuno che sfrutta il messaggio di Gesù per giustificare l’uccisione di innocenti, quella persona sta commettendo un’eresia.
Quindi queste sono le quattro cose che penso che probabilmente dovremmo fare subito per ripristinare un po’ di equilibrio e salute mentale, e ridurre la follia nelle relazioni e nel discorso pubblico su Israele.
Nel video si parla di TikTok, che è stato venduto a Larry Ellison, proprietario e fondatore di Oracle, che ha acquisito il 30% della proprietà dell’app. Larry Ellison è un personaggio della Silicon Valley che ha sviluppato un’importante azienda, la Oracle, nata da un progetto della CIA e poi esportata in tutto il mondo. Oggi, qualsiasi centro di elaborazione dati informatici utilizza, in qualche modo, un database della Oracle. È diventato molto ricco ed è molto influente, e ha acquisito, oltre a TikTok, anche altre aziende di media importanti negli USA, installando un controllo sostanzialmente sionista. Ellison si è anche vantato di aver realizzato una piattaforma tecnologica che consente di controllare tutte le persone e di vedere tutto quello che fanno, assicurandosi che siano tutti bravi e obbedienti. Quindi, appartiene a un filone che ci sta preparando a un controllo centralizzato attraverso l’informatica. Gli hanno dato TikTok, prendendolo dalla Cina, ma in realtà si tratta di una scusa falsa, perché i cinesi continuano a gestire alcuni degli algoritmi di TikTok.
Quindi, se il problema era togliere ai cinesi il controllo dell’accesso al pubblico americano, questo problema non è stato affatto risolto. Invece, gli hanno dato il controllo in modo che Hillary Ellison possa eliminare i contenuti anti-israeliani piuttosto numerosi su TikTok. Per Trump, tutto questo sta creando una serie di problemi, naturalmente, perché, nonostante il cessate il fuoco che è riuscito a negoziare a Gaza e i suoi sforzi per riportare la situazione sotto controllo, sta comunque perdendo molta credibilità. Anche perché è risaputo che tra i suoi principali finanziatori c’è un azionista molto influente, che pretende determinati risultati. Da quanto si evince dai comportamenti di Trump, sembra che stia seguendo le direttive di alcuni suoi finanziatori.
Questo comporterà un problema durante le prossime elezioni: già adesso si vedono spaccature importanti e diversi rappresentanti sia al Senato che alla Camera che si muovono in rotta di collisione con Trump, alcuni dei quali tradizionalmente parte del movimento MAGA. Nel movimento MAGA, invece, sono inseriti parecchi sionisti, ma anche molti anti-trumpiani, ovvero neoconservatori che hanno sempre osteggiato Trump e che, in un modo o nell’altro, lo hanno riagganciato. Quindi, la situazione non è per niente positiva dal punto di vista politico e tutto quello che Trump fa in relazione a Israele è chiaramente controllato, quindi è un fatto di cui dobbiamo tenere conto. Tucker Carlson è diventato una pietra dello scandalo proprio per questi interventi che sta facendo e che ha iniziato a fare in tempi relativamente recenti. È stato invitato anche ad alcuni eventi di Turning Point USA, l’organizzazione fondata da Charlie Kirk, e per questo motivo Kirk è stato sottoposto a enormi pressioni da parte dei donatori dell’ambiente sionista e non solo, che hanno preteso che escludesse Carlson dalle future manifestazioni.
Tuttavia, sembra che Turning Point USA abbia deciso di mantenere Tucker Carlson come ospite speciale anche dopo la morte di Charlie Kirk, e sicuramente l’uccisione di quest’ultimo rappresenta un problema per la presidenza di Trump. Ora non si parla quasi più della sua uccisione né dell’indagine; sembra che tutto sia caduto nel dimenticatoio. I risultati dell’indagine sono estremamente insoddisfacenti e nel prossimo video proveremo a capire chi potrebbe esserci veramente dietro. Spero che questo video vi abbia aiutato a capire la situazione. C’è un altro aspetto importante che Tucker Carlson ha menzionato: in Israele l’assistenza medica e la formazione universitaria sono gratuite, cosa che negli Stati Uniti non è. Infatti, gli americani chiedono da tempo di avere accesso a prezzi più bassi, se non proprio gratuito, alle università e a un’assistenza medica di base gratuita, cosa che non hanno mai avuto. Il fatto che finanzino invece Israele affinché i cittadini israeliani possano usufruire di questi servizi è una beffa che si aggiunge al danno.
Il concetto fondamentale, come si evince anche da quanto accade in questi giorni mentre preparo questo video, è che Netanyahu e il suo governo continueranno a fare ciò che ritengono opportuno, a dispetto di quanto Trump e i suoi collaboratori potranno fare per contenere il problema. Quindi, secondo me, ci sono problemi seri per gli Stati Uniti in questo ambito, destinati a sfociare in qualche tipo di crisi che vedremo nel prossimo futuro o magari l’anno prossimo.
Roberto Mazzoni