Core – Knots: Adam Back – parte 2 – LB #89

Siamo arrivati alla seconda parte dell’intervista di Adam Back. L’intervista è condotta da Natalie Brunel, una giornalista che proviene dal mondo dei media tradizionali e che, da diversi anni, si occupa esclusivamente di bitcoin, esprimendo, se vogliamo, il punto di vista generico degli utenti che gravitano intorno a questo mondo. Adam Back, invece, è una personalità molto nota, citata anche nel white paper di Satoshi Nakamoto, nonché l’inventore del concetto di proof of work. È quindi una persona assolutamente affidabile per riportarci alle basi di Bitcoin. Bitcoin, come ci spiega in questa serie di video, nasce fondamentalmente come una moneta non censurabile, ovvero una moneta che può essere trasferita ad altre persone senza bisogno di intermediari che autorizzino il trasferimento e garantiscano per chi la riceve e per chi la invia. Infatti, si tratta di un sistema trustless e questa è la sua caratteristica principale.

Da questa caratteristica derivano poi vari altri fattori, come il fatto che possa essere una riserva di valore, una valuta che sostituisce altre valute, un’unità di cambio e di contabilizzazione che ci permetta di comparare il prezzo di bitcoin rispetto ad altre cose. Sono tutte cose interessanti, tuttavia sono un derivato della funzione primaria e fondamentale. Se togliamo questa componente, o meglio questo elemento essenziale di Bitcoin, non abbiamo più Bitcoin, ma qualcos’altro, e questo vorrei fosse chiaro a tutti voi, anche perché ci fa capire che il progetto di fork verso cui, a quanto pare, siamo diretti inesorabilmente, ha l’obiettivo di snaturare Bitcoin al punto da catturarla, e questo è l’obiettivo. Nel video si parla di Taproot, la versione 2 di Segwit, una variante del sistema di consenso di base e delle regole fondamentali di Bitcoin che permette di inserire particolari tipi di script, ovvero istruzioni, all’interno della blockchain, che andranno poi a costruire gli smart contract, o meglio degli accordi che hanno una loro dinamica, dei loro tempi e delle loro modalità di esecuzione, imposte dalla rete stessa mediante il proof of work.

Taproot è stato l’ultimo grande cambiamento nel sistema di Bitcoin, avvenuto nel 2021, e alcuni dei problemi che oggi incontriamo, anche in termini di spam, derivano dalla sua introduzione. Il principale di questi è naturalmente rappresentato dalle “inscriptions”. Ho realizzato alcuni video tecnici a corredo di questa intervista che vorrei che guardaste, se non li avete ancora visti, anche perché le inscriptions rappresentano un’evoluzione del concetto originale delle monete colorate. Le monete colorate sono state introdotte con Bitcoin fin dai primissimi tempi e sono state un tentativo di aggiungere valore al sistema, ma non hanno avuto successo nella versione originale perché era troppo complessa da realizzare e poco pratica. Le inscriptions, invece, rappresentano la trasformazione di quel concetto e vanno a soddisfare un certo tipo di pubblico.

Che ci siano alcuni all’interno del sistema Bitcoin che sono d’accordo o meno è irrilevante, anche perché, nel momento in cui andiamo a giudicare quello che le persone fanno, entriamo in un territorio molto pericoloso che non ha nulla a che vedere con Bitcoin, con il suo principio originale o con Quello che ci dicono le persone che erano presenti all’origine di Bitcoin e che hanno contribuito al suo sviluppo, quindi, direi che vada inquadrato molto chiaramente, altrimenti non riuscite a inquadrare il problema che stiamo attraversando in questo momento. Farò sicuramente altri video sull’argomento, così potremo approfondire la questione, ma questa prima intervista di Adam Back ci offre sicuramente una base solida. Nel video si parla anche di pubkey false: la pubkey è una public key, in buona sostanza, la conosciamo come elemento fondamentale per trasferire denaro, eppure è stata anche usata per inserire spam fin dai tempi più remoti della rete di Bitcoin, creando appunto delle pubkey false.

Poi, a mano a mano che ci sono state le evoluzioni, come l’arrivo dello spazio Segwit, buona parte dello spam si è spostata in questo ambito, sia perché è più efficiente, sia perché costa meno, e ha contribuito comunque a decongestionare in parte i blocchi. Le pubkey false sono particolarmente fastidiose. Poi è arrivata l’espansione di OperaTorna, l’uso di OperaTorna e oggi vediamo che la questione, perlomeno quella ufficiale, è l’espansione dello spazio OperaTorna. È una questione di lana caprina, come vedrete nell’intervista, perché Adam Back ci spiega che, da un punto di vista tecnico, qualunque sia la dimensione di questo spazio, non fa alcuna differenza. Anche coloro che criticano a gran voce l’espansione di questo spazio lo sanno, e quindi mentono sapendo di mentire. Si parla anche di deprecazione: nel mondo del software, la deprecazione è un’azione con cui si dichiara che una certa funzione non verrà più supportata nelle versioni future, quindi la si mantiene attiva, ma nell’arco di due o tre versioni verrà semplicemente eliminata.

Quello che gli sviluppatori core avevano fatto è stato una delle pietre del contendere. L’idea era quella di deprecare la possibilità di modificare la dimensione dello spazio OP Return, il che avrebbe tolto agli utenti la possibilità di reimpostare i parametri manualmente sul proprio nodo. Si è ben inteso che questa possibilità non sarebbe stata bloccata immediatamente, ma lo sarebbe stata nell’arco di due o tre nuove versioni, quindi stiamo parlando di un anno, un anno e mezzo. Tuttavia, dietro richiesta degli utenti di non deprecare questa funzione, il Bitcoin Core, prima del rilascio della versione 30, aveva ritirato la proposta di deprecazione. Quindi, oggi, chiunque può modificare lo spazio, o meglio, la dimensione dello spazio OP Return, e se questo lo fa sentire meglio, è una buona cosa, visto che comunque non serve assolutamente a niente.

Quello che vediamo di nuovo, quindi, è che, come ci diceva Dan Back, le lotte più feroci sono tra fratelli, infatti è facile creare conflitti sociali e guerre civili se si lavora abbastanza a fondo e con una certa pazienza, perché È molto più facile che persone che prima erano alleate e fortemente legate si combattano ferocemente piuttosto che persone che non si conoscono e non sono mai state in contatto tra loro. Nel video si parla anche di nerd, ovvero un personaggio con una particolare competenza tecnica, ma non necessariamente con grandi capacità comunicative. Ora vi propongo il video con la seconda parte dell’intervista.

Il pericolo di perdere la resistenza alla censura

[Natalie Brunell]

Tutto quello che hai detto è molto avvincente e molto pertinente, soprattutto oggi che si discute in lungo e in largo sulla libertà di parola. La gente dovrebbe essere libera di dire quello che vuole anche se non ci piace sentire quello che ha da dire. E, francamente, non mi aspettavo che questo dibattito online scatenasse così tanta emozione e reazioni nella comunità di Bitcoin. Voglio dire, alcune persone la chiamano addirittura la seconda guerra sulle dimensioni dei blocchi. Perché pensi che abbia suscitato così tante emozioni nella comunità dei bitcoiner?

[Adam Back]

è successo proprio come hai detto. Penso che ci siano due fattori. Partiamo da un’osservazione di fondo. Si ottengono sempre le battaglie più feroci tra persone che hanno la stessa missione e che si prefiggono lo stesso risultato. Non stanno litigando sulla qualità di Bitcoin. Tutti amano Bitcoin. E, in molti casi, pensano che Bitcoin sia la cosa più importante della loro vita o che sia importante per l’umanità, e sono molto preoccupati di garantirne la robustezza e la sopravvivenza futura. E quindi, se qualcuno dice qualcosa del tipo “Questo potrebbe essere un rischio per Bitcoin”, i bitcoiner vogliono intervenire e cercare di impedire che accada. Ma il problema è che la situazione è complicata. Ci sono effetti di secondo ordine, e molte persone non hanno necessariamente familiarità con la storia dell’architettura del sistema e di come interagisce con i diritti e gli approcci di applicazione della legge. Di conseguenza, quando sentono che lo stesso identico argomento portato dalle forze dell’ordine viene applicato alla volontà di fermare lo spam, sono tutti d’accordo. Ma poi i tecnici dicono che, in realtà, non può funzionare.

Gli effetti collaterali prodotti nel cercare di fermarlo sono peggiori delle conseguenze che si ottengono con un approccio più delicato oppure ignorandolo del tutto. E questo può essere spiegato alle persone in modo che capiscano che qualsiasi cosa si possa fare per arginarlo, ci sarà sempre qualcuno che troverà un modo per aggirare il blocco. Perché, il problema fondamentale è che la rete di Bitcoin è progettata per essere resistente alla censura. Si tratta solo di tecnologia e, come tale, non riesce a distinguere tra spam e transazioni, quindi, per come è stata progettata, risulta difficile fermare lo spam. E allora cosa fare? Vogliamo la resistenza alla censura oppure vogliamo eliminare lo spam? E poi, naturalmente, ci sono modi per bloccare un tipo di spam che potrebbero peggiorare le cose. Prendiamo ad esempio taproot e il fatto che le persone si lamentano della presenza di spam sotto forma di inscriptions.

Le immagini vengono nascoste all’interno di quello che è stato progettato per essere uno script, vale a dire uno smart contract per una transazione Bitcoin. La linea di pensiero seguita da alcuni porta a scendere lungo una sorta di scala. Propongono di bloccare le funzioni di taproot, ma questo è un problema perché, innanzitutto, c’è gente che ha messo soldi in quel contenitore. Inoltre, se anche lo facessimo, non fermerebbe comunque lo spam perché verrebbe semplicemente spostato negli script SegWit. E ci chiederebbero allora di bloccare anche quello spazio, ma gli spammer passerebbero semplicemente allo spazio OP Returns. E se bloccassimo anche quello, tornerebbero alla creazione di pubkey false, come facevano dieci anni fa. E, a mano a mano che si scende di un gradino, i nodi vengono sovraccaricati sempre di più. Quindi, mentre hai una gratificazione emotiva dall’aver combattuto gli spammer, in realtà sei tu che soffri e lo spam continua.

Ma qui entriamo in una zona grigia dove alcuni sostengono che, combattendoli abbastanza a lungo, costringeremo gli spammer ad arrendersi, cosa di cui non sono convinto. Quindi, laddove sembra concettualmente logico poter fermare lo spam. il problema è che il sistema è estremamente resistente alla censura. Di conseguenza, le cose che puoi fare con la politica, dove cambi il software per modificare la configurazione del nodo, non hanno quasi alcun effetto sullo spam che passa. Puoi bloccare un particolare tipo di spam solo mediante una soft fork oppure una hard fork, con cui rimuovere effettivamente cose che ritieni dannose per Bitcoin e per gli utenti. E questo perché la rete è stata concepita per essere resistente alla censura. Inoltre, ci sono alcuni effetti piuttosto controintuitivi. Se anche il 90% dei nodi cercasse di bloccare, per esempio, le transazioni che hanno spazi OP Return di una certa dimensione, non avrebbero alcun effetto sulla tua capacità della rete di inoltrare comunque tali transazioni che arriverebbero comunque ai miner per essere inserite nel prossimo blocco. Anche se dubito che uno spammer utilizzerebbe OP Return perché costa quattro volte di più rispetto agli spazi che stanno già usando.

Quindi il fatto che userebbe OP Return è solo ipotetico. Ma nemmeno filtri applicati al 95% dei nodi avrebbero alcun effetto. I miner inserirebbero comunque quei contenuti nei loro blocchi perché sono economicamente incentivati ad accaparrarsi quante più transazioni possibile. Quindi imposteranno computer potenti con connessioni ad alta velocità e si collegheranno a quanti più nodi possibile al fine di assorbire tutte le transazioni disponibili e selezionare quelle più redditizie. E poi ci sono anche altri tipi di modifiche al funzionamento della rete di Bitcoin per aiutare una minoranza che voglia comunque far passare una transazione e amplificare la resistenza di Bitcoin alla censura. Si chiama peering preferenziale.

Non mira a bloccare nulla, bensì ogni nodo che funziona in questa maniera cerca di riconoscere e connettersi ai nodi che usano la stessa politica. Quindi, in parole povere, la censura sulla rete di Bitcoin non funziona proprio per niente. E, se inizi a disabilitare le funzionalità disponibili, diventi più aggressivo e chiedi una soft fork, ci vorranno anni e incontrerai un sacco di problemi. Dopo di che, non funzionerà comunque. Ma benché non funzioni comunque, e benché la gente senta e capisca tutta questa spiegazione, tornerà comunque al punto di partenza e dirà che vuole comunque fare qualcosa contro gli spammer. Dirà che dobbiamo almeno provarci. L’istinto è di fare qualcosa, come quando ricevi spam nella tua email e la cancelli. Oppure quando i fornitori di accesso a Internet installano alcuni filtri anti-spam. Oppure quando gli sviluppatori aggiungono un pulsante al vostro software di posta elettronica per insegnare all’intelligenza artificiale che un certo tipo di messaggio è spam. Ma gli spammer trovano altri modi per passare, come fingere di essere qualcuno che conoscete oppure nascondere il messaggio e usare codici. È la stessa cosa che succede con Bitcoin, ad alto livello.

Quindi, la gente si fa l’idea che se funziona per lo spam via email, potrebbe funzionare anche per Bitcoin oppure, per lo meno, sono contenti di averci provato. Ma il problema è che, in realtà, anche il semplice provare purtroppo presenta due effetti collaterali. In primo luogo, degrada la rete peer-to-peer. Oggi, i blocchi di transazioni vengono inviati attraverso la rete nel modo più veloce possibile. Anziché spedire un intero blocco da due o tre megabyte, fanno in modo che ciascun nodo riutilizzi le informazioni che ha già raccolto. Infatti, ogni nodo ha già visto passare la maggior parte delle transazioni e le ha verificate una per una. Quindi le ha tutte nella sua memoria della mempool locale. Quindi, una volta che il prossimo blocco sarà stato elaborato da un miner, i vari nodi si scambieranno solo la conferma del prossimo blocco assieme a un elenco delle transazioni che vi sono contenute. In tal modo, ciascun nodo può riassemblare il nodo per proprio conto usando le transazioni che ha in memoria. Questo sistema è ordini di grandezza più veloce rispetto al dover ricevere l’intero blocco. Sfortunatamente, se le persone hanno molti filtri sul loro nodo e hanno scartato alcune transazioni senza trasmetterle ai loro vicini, le prestazioni passano da millesimi di secondo a interi secondi. E la rete ha molti passaggi, quindi, improvvisamente, tutto rallenta.

Gli sviluppatori e le persone che osservano la rete hanno analizzato questi dati e hanno visto diminuire drasticamente le prestazioni. Quindi si tratta di uno sfortunato effetto collaterale del tentativo di controllare lo spam, ma sarebbe comunque gestibile. Penso che ci siano alcune cose che gli sviluppatori potrebbero implementare in futuro per modificare, con molta attenzione, il protocollo di rete al fine di eliminare questo collo di bottiglia. Ma rimane il fatto che la rete è talmente resistente alla censura e abbastanza robusta che i blocchi passeranno comunque, anche se il vostro nodo li filtra, perché basta il 5% oppure il 10% dei nodi che siano ben collegati per far passare quel blocco comunque. Quindi, ci sono soluzioni alternative, ma non vogliamo davvero progettare un sistema che funzioni solo grazie agli sforzi di poche persone o aziende. Cosa succede se quelle persone o aziende si fermano e il sistema smette di funzionare?

Di fatto, ci sono un sacco di informazioni da considerare, ma ti ho fornito una descrizione dell’impostazione fondamentale. E poi, dove la situazione diventa potenzialmente pericolosa, secondo me, è che ci si rende conto che l’unico vero modo per fermare lo spam è di convincere i miner, i pool di mining, a fermarlo. Infatti, i miner sono gli unici che possono effettivamente inserire le transazioni in un blocco. La rete, di per sé, è resistente alla censura, quindi le transazioni passano comunque attraverso la rete, non importa quanti filtri si mettono. Di conseguenza, l’unica cosa che funziona davvero è di parlare con i miner e chiedere loro di smettere di accettare queste transazioni. Ora, un altro dato interessante tratto dai dati del BitMEX Research Report di Johnny Bears, è che le commissioni spese rappresentano un’industria da miliardi di dollari. In pratica, lo spam è un centro di profitto molto importante.

Quindi produce un effetto che non è di poco conto. Nella pratica, i miner hanno raccolto, credo, 800 milioni di dollari di commissioni che sono derivate da quello che viene considerato spam. Stiamo parlando di circa $ 8 per immagine e un costo decisamente inferiore per i 100 milioni di inscriptions che non contengono immagini. Quello dei minatori è un business molto competitivo. Ci sarà sicuramente qualcuno che dirà che non è nostro compito sovvenzionare le aziende, e sono pienamente d’accordo, ma il punto fondamentale è che non sarà per niente facile convincerli a rinunciare a questi contenuti. Possono guadagnare soldi accettando questi contenuti, e stiamo parlando di un’intera industria. Infatti, la cosa non riguarda solo i minatori. Ci sono startup finanziate da venture capital che vendono e promuovono queste monete meme e le immagini, e c’è naturalmente gente che le compra.

Non importa se probabilmente, in media, ci perderanno denaro, ci saranno sempre giocatori d’azzardo disposti a farlo. E, dall’altra parte, abbiamo minatori che vendono lo spazio dei blocchi. E ci sono exchange che riscuotono commissioni sul trading. Quindi non è realistico chiedere ai minatori di smettere, ma magari mi sbaglio. Penso che l’unico argomento che potrebbe funzionare sarebbe di far loro presente che lo spam sta generando entrate a breve termine, ma forse sta sottraendo entrate a lungo termine, perché rende Bitcoin meno facile da usare. Inoltre, questi contenuti poco seri danneggiano parzialmente il marchio di Bitcoin che si propone invece come un bene serio. E poi bisogna anche valutare quanto sia effettivamente il guadagno. Perché laddove un miliardo di dollari suona come un sacco di soldi, dobbiamo tenere a mente che quello dei miner non è un sistema statico.

Infatti, se le entrate dei miner aumentano del 10%, useranno i guadagni aggiuntivi per comprare il 10% in più di apparecchiature di mining. Quindi l’hash rate aumenterà e, di conseguenza, otterranno una percentuale minore delle entrate. Di conseguenza, in definitiva, non otterranno il 10% di fatturato in più, bensì otterranno forse l’1% di fatturato in più o forse anche solo un decimo di punto percentuale. Dunque, se il guadagno diventa davvero così marginale, qualcuno deve fare una modellazione economica adeguata. Non sappiamo esattamente quale sia il margine di profitto medio o quanto velocemente l’hash rate si adatti alle variazioni di redditività. Ma, se qualcuno potesse dimostrare che si ricava solo un decimo di percento di guadagno, allora ci sarebbe da chiedersi se vale davvero la pena di fare una cattiva pubblicità al marchio, di rallentare le transazioni, e di ridurre la capacità dei blocchi. Sarebbe molto interessante se qualcuno provasse ad elaborare modelli economici convincenti. In quel caso potreste avere una possibilità di convincere i minatori a smettere.

Ma se fossero solo un paio i miner che si lasciano convincere, il sistema è reattivo e aumenterebbe il prezzo pagato ai miner che non stanno al gioco. Quindi, più persone convinci a non farlo, maggiore diventa l’incentivo per qualche miner a rompere i ranghi e farlo comunque. Dunque, ancora una volta, vediamo l’effetto della resistenza alla censura che proviene anche dall’estrazione mineraria. Se a un miner non piace la tua transazione, ci sarà un altro pronto ad accettarla. E questo lavora contro di te perché, più persone riesci a convincere a non farlo, maggiore sarà la somma che gli spammer sono disposti a pagare e più redditizio diventa andare controcorrente. Un altro esempio simile è stato il divieto di mining in Cina alcuni anni fa. L’hash rate è diminuito di colpo ed è diventato estremamente redditizio fare mining per tutti gli altri miner rimasti, e quindi c’è stato un enorme incentivo a riportare online la stessa capacità di hashrate che era stata spenta in Cina.

Più limiti qualcosa, più diventa redditizio farlo, e più difficile sarà dissuadere le persone rimanenti. Quindi, in effetti, non sarai mai in grado di fermarlo. Finché c’è domanda economica e l’industria può continuare a fare soldi, probabilmente nessun miner si fermerà. Quindi penso che la teoria dei giochi abbia la meglio anche se questi contenuti sono fastidiosi. Le persone vogliono provare le cose, è un mondo libero, e possono provare quello che vogliono. Ed è qui che entra in gioco Knots. Anche se penso che ci sia una differenza di opinioni che risale a qualche anno fa, quando sono iniziate le Inscription e Luke voleva in qualche modo espandersi. C’è un parametro che imposta sui singoli nodi il limite di dimensioni dello spazio OP Return che è accettabile nelle transazioni in arrivo. Questo limite è stato impostato nel 2014 o qualcosa del genere.

Le Inscriptions sono invece cominciate a circolare dal 2021 in poi, dopo il lancio di Taproot. Ci sono molti altri tipi di spam che sono circolati sulla rete tra queste due date, ma il momento che ha scatenato il dibattito è stato l’arrivo di Taproot perché ha portato a un’ampia diffusione dello spam. Luke voleva cambiare il software Bitcoin e usare sistemi euristici per esaminare il contenuto di questi script di Bitcoin in cui si nasconde lo spam, e cercare di scoprirne la presenza mediante ispezione diretta dei contenuti. Questo potrebbe anche funzionare la prima volta, ma gli spammer cambierebbero semplicemente il loro programma che si nasconde all’interno del codice, e che si può modificare all’infinito. Diventa quindi una gara tra il gatto e il topo, e penso che molti sviluppatori abbiano pensato che non fosse una buona idea perché è un gioco perso in partenza, inoltre ti addentri su un pendio scivoloso perché a quel punto avrai costruito un sistema euristico, con modelli di riferimento e regole di filtro. C’è un sistema che cerca di cancellare le transazioni e torniamo al caso dell’FBI contro Apple. Se sei il gestore di un nodo, qualcuno potrebbe venire da te e darti una lista di cose che non piacciono alle forze dell’ordine, oppure che non piacciono a un particolare politico. E se ti rifiuti di collaborare e loro hanno una qualche autorità legale, avrai un problema, Ma supponiamo che questo non sia importante per i nodi visto che ce ne sono molti e il sistema è resistente alla censura, quindi magari non vi daranno fastidio, almeno si spera. Ma per i minatori la cosa cambia.

Se eseguono questo tipo di software e adottano questa dottrina la situazione potrebbe diventare fatalmente pericolosa. Ho cercato di incoraggiare le persone a pensare a questi effetti di secondo ordine, così come Michael Saylor ha esortato all’essere cauti nel cambiare il software. È pericoloso modificare il software a questo livello, anche senza considerare i fattori di secondo ordine che non sono nemmeno di natura tecnica. Queste aree esoteriche del diritto interagiscono con le norme e con le aspettative della società. Anche i cambiamenti tecnici possono avere effetti di secondo ordine. Quindi bisogna essere estremamente cauti e scrupolosi nella revisione, e credo che Bitcoin stia sviluppando un gruppo di coordinamento. La gente parla di Bitcoin Core come se fosse un’entità, ma in realtà non esiste un Bitcoin Core. Ci sono una dozzina di organizzazioni diverse focalizzate su aree diverse. Ad esempio, Brink si concentra sulla sicurezza, sui test e sulla revisione della sicurezza. Localhost si sta concentrando su come aumentare il supporto del portafoglio nel nodo Bitcoin. Abbiamo una dozzina di organizzazioni diverse con finanziamenti diversi, in diversi paesi che lavorano su diverse specializzazioni e diversi sottoprogetti.

È tutto piuttosto scoordinato. E si tratta per lo più di ingegneri, quindi non ci sono professionisti che si dedicano allo sviluppo del prodotto, al marketing oppure alla comunicazione che abbiano un intuito su come gestire in modo efficace il rilascio di una nuova versione. Non c’è nessuno col tipo di competenza per fare un lancio simile a quello di un prodotto Apple. Il processo di rilascio di una nuova versione di Core consiste nel raccogliere i contributi di tutte queste diverse sottoparti indipendenti e farne una versione definitiva. Ma poi la gente si arrabbia per un errore di comunicazione e dice che è stato Core oppure si fa prendere dall’emozione e dice che dovremmo licenziare Core. Ma Core esiste a malapena, e ci sono unicamente dei volontari finanziati da terze parti. Purtroppo, Bitcoin ha bisogno di manutenzione. C’è molto lavoro di sicurezza che si svolge dietro le quinte. Preferiremmo evitarlo se potessimo, ma va fatto. Quindi questo diventa un problema comunicativo. Ho parlato del fatto che tutti odiano lo spam, a parte, ovviamente, l’industria dello spam.

Tuttavia, il problema con questa modifica del parametro OP Return è che gli sviluppatori che occupano di tale area si sono resi conto che era ormai inutile. Stava solo peggiorando le cose, a causa dei problemi che ho menzionato prima. E così, l’hanno semplicemente contrassegnato per la deprecazione e lo hanno impostato a un livello di dimensione libera in modo che fosse neutro. E molte persone che sono nerd e che non amano lo spam, anche se non c’è una quantità tangibile di spam che passi attraverso lo spazio Op Return, si sono arrabbiate e hanno preteso di poter controllare lo spam e di poter modificare personalmente tale parametro sui propri nodi, nella speranza che forse avrebbe fermato lo spam. E la polemica che ne è risultata è stata molto più grande del necessario per via di una cattiva comunicazione alimentata da Twitter, un social media che si presta alle polemiche. Qualcuno ha detto qualcosa di sarcastico contro una persona e quest’ultima, di solito, ha risposto con lo stesso tono, e la situazione si è complicata perché nella polemica sono stati coinvolti molti più utenti che sviluppatori, e quindi gli sviluppatori erano sovrastati dalla folla antagonista.

E tra l’altro la maggior parte di loro non è nemmeno su Twitter, quindi non ha replicato. E c’erano anche utenti che capivano la natura di questi compromessi, e che avevano competenze tecniche, ma che non erano contributori attivi di Core e che si sono intromessi dicendo la loro e offendendo gli altri dicendo che non capivano nulla perché non erano programmatori e quindi le loro idee non contavano. Di conseguenza la gente si infuriava e pensava che costoro fossero contributori di Bitcoin Core quando invece non lo erano, e non avevano mai scritto una riga di codice. E quando l’emozione prende il sopravvento si dicono ogni genere di cose folli. Quindi la gente si è infuriata credendo di avere a che fare con una grande azienda centralizzata, come Apple, che prende decisioni senza consultare gli utenti. Ma non c’era questo tipo di intento. Gli sviluppatori ci stavano lavorando da un paio d’anni ed erano molto vicini alla questione, ne conoscevano tutti i dettagli e credevano che la loro decisione fosse incontrovertibile perché il limite di OP Return. in pratica, ha smesso di funzionare. E ovviamente alcuni si sono arrabbiati perché pensano che lo spam sia un problema per Bitcoin. E torniamo ai quattro bottoni emotivi scottanti usati dai governi per limitare le nostre libertà.

Ci dicono di pensare ai bambini. A questo si aggiunge il fatto che certa gente non accetta un no come risposta quando sente che dovremmo comunque provare a fermare lo spam anche se non esiste un modo tecnico chiaro per farlo. E dall’altra parte hanno trovato sviluppatori poco ricettivi. Quindi vanno alla ricerca di un pulsante di scelta rapida da premere e dicono che lo spam potrebbe essere illegale. Cercano un tema che sia disgustoso e odiato da tutti. E poi si scatenano e lo usano con forza, infuriandosi sempre di più. E quindi, in realtà, stanno usando le stesse tecniche usate dai governi. L’ho detto dopo un po’ che avevo partecipato a questa discussione, ripensando ai precedenti sistemi peer-to-peer.

Credo che questa sia la prima volta che vedo gli utenti e gli appassionati di un sistema paritetico usare i bottoni emotivi scottanti che i governi usano per bandire quello che non vogliono. In pratica stanno attaccando sé stessi, involontariamente, perché vogliono un cambiamento, e il cambiamento che vogliono comporta quest’altro rischio, vale a dire il rischio di trovarsi in una situazione come quella tra Apple e l’FBI. Dunque, è complicato non solo da un punto di vista tecnico, ma anche da un punto di vista della comunicazione sociale. E penso che, nella pratica, se si mettessero le persone in una stanza e le si lasciasse parlare tra loro, il problema evaporerebbe da solo, perché in realtà non importa assolutamente a che numero si imposti questo particolare parametro. Potremmo impostarlo a 100 kilobyte, potremmo eliminarlo del tutto, potremmo togliere completamente l’opzione, potremmo impostarlo a zero, a 160, nel 99% dei nodi non farà alcuna differenza per lo spam nella rete. Posso garantirlo.

Perché è proprio questo il modo in cui la rete è progettata ed è proprio questo il modo in cui funziona. Quindi, da questo punto di vista, direi che la gente dovrebbe essere felice di lanciare una moneta e dire che imposteremo Op Return a 160 byte se esce testa oppure 100 kilobyte se esce croce, e, se le persone fossero calme e razionali, non dovrebbe importare a nessuno che esca croce oppure testa. Basta fare un passo indietro dalla polemica e dal panico per capire che non importa assolutamente nulla quale sia il valore scelto. E, naturalmente ritengo che sia spiacevole che, a quanto pare, ci siano contenuti illegali nella blockchain. Se ne parla in un articolo del 2018 a cui si fa riferimento, non ricordo quale fosse il giornale online su cui è stato pubblicato. In ogni caso l’autore dell’articolo è andato a guardare tutta la blockchain e ha trovato alcuni contenuti illegali come pistole stampate in 3D, e altre immagini che sarebbero illegali nella maggior parte delle giurisdizioni. I sostenitori di Knots citano questo articolo come prova, ma si tratta di un articolo del 2018, quindi il problema era già presente prima delle modifiche che contestano.

E ci sono tre milioni e mezzo di immagini, il che è un altro fattore importante, perché trovare le immagini problematiche è come trovare un ago in un pagliaio. E una parte delle persone che si lamentano dello spam dicono che questo bottone emotivo scottante potrebbe essere un problema per Bitcoin. Ma non c’è niente che si possa fare nel software per impedirlo. Chiunque potrebbe pubblicare qualcosa di illegale in uno qualsiasi di questi formati. Avrebbero potuto farlo nello spazio OP Return fin dal 2014. In qualsiasi momento dell’ultimo decennio, avrebbero potuto pubblicare contenuti illegali. E, secondo quell’articolo del 2018, è successo davvero anche se non so in quale formato. Ma non poteva chiaramente trattarsi di inscriptions derivate dalla modifica Taproot, perché quest’ultima è stata eseguita solo nel 2021. Quindi forse hanno usato lo spazio OP Return, oppure lo spazio SegWit, oppure le chiavi pubbliche nascoste.

Chi lo sa? Ma il punto è che non puoi davvero fermarlo e c’è un’altra dottrina legale che è stata duramente conquistata in precedenti sfide legali condotte dalla Electronic Frontier Foundation, che protegge le persone, i diritti umani e combatte contro l’intrusione del governo. Secondo tale dottrina, qualora venissi scoperto ad avere contenuti illegali sul tuo computer, non sei nei guai per questo se non avevi alcuna intenzione di usarli e non sapevi nemmeno che ci fossero. Diventa rischioso solo se stai attivamente cercando e guardando i contenuti illegali. Quindi, in effetti, la lamentela sul fatto che la dimensione dello spazio OP RETURN aumenti improvvisamente non ha merito. Avreste potuto inviare megabyte di OP RETURN già nel corso dell’ultimo decennio. Sarebbe stata una transazione valida per la rete.

Quindi non è nemmeno una novità, ma semplicemente stanno sfruttando il cambiamento del parametro per sviluppare questa argomentazione artificiale, secondo cui c’è qualcosa di molto unico e pericoloso nell’ampliare lo spazio OP RETURN che comunque è stato valido per l’ultimo decennio e sono stati inviate migliaia di transazioni che lo usavano. Ma all’improvviso vogliono farci credere che questo sarà un problema inedito, benché ci sono già dati registrati nella blockchain e c’è una dottrina legale che dice che voi come utenti di Bitcoin non siete in alcun modo responsabili per lo spam. Ma questo non sembra comunque convincerli perché sono turbati dal rischio. E il motivo per cui sono turbati dal rischio è perché tengono a Bitcoin. Quindi tutti si preoccupano di Bitcoin. E questa è la situazione in poche parole.

Speaker 1

Grazie, Adam, ci hai dato molto su cui riflettere. Grazie mille. E per quanto riguarda i punti che hai descritto in precedenza, dobbiamo davvero stare molto attenti a valutare qualsiasi modifica proposta a Bitcoin. Non vogliamo introdurre alcuna possibilità di censura. Credo che ci siano stati dei malintesi online quando Michael Saylor ha pubblicato il video “Non nuocere”, tratto dalla sua intervista con Peter McCormack, perché alla fine diceva qualcosa su Knots. Ciò non significa che stia approvando la posizione di Knots.

[Adam Back]

Ecco, quella era in realtà una storia secondaria. Quando andiamo a vedere l’intervista originale, vediamo che diceva qualcosa di diverso. Quello che stanno pubblicando ora è un collage di pezzi diversi. Un utente di Twitter ha preso un video di due anni fa dal canale What Bitcoin Did in cui Saylor parlava con Peter McCormack e ne ha condensato il contenuto, ritagliando frammenti interessanti e ha aggiunto il suo logo, sottotitoli e una schermata promozionale alla fine. Saylor non parlava di Knots. L’intervista è stata rilasciata due anni fa. Quindi Saylor non ha dato il suo appoggio a nulla. Stava solo dicendo che bisogna stare molto attenti nel gestire un sistema mission-critical e, a questo punto, Bitcoin è il sistema più mission-critical al mondo. Voglio dire, la gente si preoccupa dei sistemi di controllo degli aerei, dell’affidabilità delle apparecchiature mediche, del settore automobilistico, ma Bitcoin ha 2 trilioni di dollari, e questo è chiaramente il punto di rischio più alto. Quindi, sono d’accordo. Dovremmo essere cauti.

Speaker 1

Giusto, Dovremmo essere cauti, conservatori. Qualcuno, una volta, mi ha citato l’analogia del fatto che a volte gli sviluppatori sono come i chirurghi plastici. Quando un paziente arriva, non gli diranno mai che è perfetto. Troveranno piccole cose che vogliono cambiare, quindi dobbiamo stare molto attenti. Adam, è stato fantastico parlare con te. Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Ancora una volta, questo è un argomento scottante. 

[Adam Back]

Grazie mille.

I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse

Adam Back è stato chiarissimo: lo spam non può essere bloccato, a meno di non apportare modifiche alle regole del consenso, ovvero modificare il modo in cui Bitcoin funziona, imponendo ai minor di seguire le nuove regole. In ogni caso, gli spammer troveranno un altro modo per entrare, ma nel frattempo si domano i minor e si costringono i minor a seguire delle regole imposte da un gruppo di utenti. A quel punto, diventa possibile imporre qualsiasi altra regola dall’esterno, perché c’è un precedente, c’è il meccanismo software per farlo e c’è. Il meccanismo legale è un precedente per poterlo imporre e c’è anche un consenso, se vogliamo, culturale di un gruppo di utenti che è pronto a seguire questa strada. La direzione della fork 444 è esattamente questa: costringere i minor, anche attraverso metodi legali, a cambiare le regole di consenso e, quindi, aprire Bitcoin a delle funzioni di filtro che, in realtà, sono funzioni di censura, eliminando la caratteristica fondamentale di Bitcoin.

Tra l’altro, la cosa buffa è che, anche nel caso in cui modificassero il consenso, gli spammer avrebbero modo di entrare dalla finestra, come i soldi, e trovare altri modi per farlo, perché è quello che fanno di mestiere. Bisognerebbe, quindi, fare altre fork. Infatti, la fork 444 viene proposta come fork che durerà per un anno e, durante quell’anno, non sarà possibile fare nessuna modifica a Bitcoin, nemmeno se dovessero emergere, mettiamo ipoteticamente, dei problemi. Non sarebbe possibile fare l’upgrade della rete perché sarebbe bloccata da questa fork. Dopodiché, prima dello scadere dell’anno, ci sarebbe naturalmente un’altra fork per affrontare il nuovo problema, visto che ci sarebbero nuovi meccanismi con cui gli spammer sarebbero riusciti a entrare.

Di conseguenza, il controllo delle fork, della rete e della regola di consenso finirebbe nelle mani di poche persone che controllerebbero tutto e la rete di Bitcoin sarebbe solo un lontano ricordo. Già oggi, il fatto di argomentare sull’uso di questi filtri per impedire la propagazione dello spam è falso, perché, anche se il 95% dei nodi usasse Notes, per esempio, lo spam passerebbe comunque. È già stato dimostrato e matematicamente provato. Ma la cosa ancora più preoccupante è che non si tratta semplicemente di idee fisse di qualche sviluppatore che si crede molto più importante di quanto sia, ma di un piano d’attacco vero e proprio, che usa i famosi quattro cavalieri dell’apocalisse, in particolare quello della pedofilia.

Vi rimando al video apposito che ho fatto sul tema dei quattro cavalieri dell’apocalisse, anche perché si tratta di una leva che può essere attivata politicamente e legalmente, ed è esattamente la direzione in cui vanno. Il problema che stiamo affrontando è che Bitcoin Core, da parte sua, è estremamente bizantino nel suo modo di operare. La sua organizzazione è, per dirla con Adam Back, a dir poco confusa, con 12 organizzazioni che vanno per i fatti loro e che, ogni sei mesi, qualcuno cerca di mettere insieme per rilasciare una nuova versione. Per una rete che gestisce un asset vicino ai due trilioni di dollari, o che ha già raggiunto tale cifra, non è assolutamente accettabile. Viceversa, la struttura di Bitcoin non è nelle mani di una sola persona che si ritiene estremamente importante e competente, ma anche questa non è la soluzione giusta, perché sarebbe il dittatore di Bitcoin.

Quindi, vediamo che nessuna delle due soluzioni oggi sul tavolo è adeguata: è necessario ristrutturare l’insieme. Non è nemmeno accettabile che il sistema e la sua evoluzione dipendano da poche persone o aziende che costruiscono un’infrastruttura intorno a Bitcoin e che, in quel modo, lo catturano. Per concludere, scopriamo che la piattaforma Twitter X è la piattaforma ideale per sviluppare polemiche, isteria, lotte interne e caos, e questo dovrebbe farci riflettere. Con questo concludo questa intervista che ritengo molto importante. Ci saranno altri contenuti, c’è molto lavoro da fare, quindi mi raccomando, seguiteli con attenzione.

Roberto Mazzoni

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