Interferenze straniere nelle elezioni USA? – MN #74

Ieri è stato rilasciato il rapporto sulle interferenze straniere nelle elezioni USA. Vediamo se e come può cambiare la situazione per Trump.

John Ratcliffe, Director of National Intelligence (il responsabile di tutte le attività di intelligence alla Casa Bianca) è stato molto chiaro sul fatto che considera la Cina la nostra prima minaccia nazionale. Ma alla fine, si sta assicurando che la politica non giochi un ruolo nel determinare le informazioni che arrivano in questo rapporto. Se ci sono punti di vista contrastanti tra gli analisti senior riguardo all’influenza cinese, vuole che entrambi i punti di vista abbiamo l’opportunità di essere rappresentati equamente.”

Secondo alcuni analisti nel mondo dell’intelligence la Cina ha intrapreso numerosi passi per influenzare le elezioni, mentre altri dicono che le azioni della Cina non avevano necessariamente l’obiettivo di modificare l’esito delle elezioni.

Barry Zulaf, un arbitro tra gli analisti e analista di vecchia data, ha pubblicato un rapporto di 14 pagine inviato al senato ieri al Comitato del Senato su materie di intelligence dove dice che “un’atmosfera polarizzata ha minacciato le fondamenta della nostra Repubblica ed è penetrata persino nella comunità di intelligence.

Rapporto incompleto e sbilanciato

Il rapporto consegnato ieri non ha preso in considerazione il tema della frode elettorale oppure l’affermazione che i sistemi informatici abbiano trasferito da un candidato all’altro milioni di voti, inoltre il ruolo della Cina è stato smorzato anche per evitare di sostenere le posizioni politiche di Donald Trump.

“Date le differenze di analisi nel modo in cui gli analisti di Russia e Cina hanno esaminato i loro obiettivi, gli analisti che hanno esaminato la Cina sono apparsi esitanti nel considerare le azioni condotte dal governo Cinese come influenza o interferenza indebita. Gli analisti erano anche riluttanti nel lasciare che la loro analisi venisse distribuita perché tendono a non essere d’accordo con le politiche adottate dall’amministrazione e quindi dicono, in sostanza, che non vogliono che la loro analisi sostenga tali scelte politiche”.

Di fatto l’arbitro che ha esaminato la questione ha indicato che Ratcliffe aveva ragione. Inoltre la distribuzione del rapporto è stata ritardata a giovedì per impedire che venisse considerata durante la sessione di certificazione dei voti dei grandi elettori.

Ratcliffe ha dichiarato:

”Mi è chiaro che un gruppo di analisti che si focalizzano su minacce alle elezioni da svariate fonti usano termini diversi per comunicare le stesse azioni maligne e azioni simili condotte dalla Russia oppure dalla Cina vengono esaminate e comunicate ai parlamentari in modo diverso cercando di creare l’impressione che la Russia abbia influenzato le elezioni ma la Cina non l’abbia fatto.”

In marzo, il precedente Director of National Intelligence, in carica temporanea, Richard Grenell, ha fornito un documento non classificato al Congresso in cui ha concluso che il Cremlino non stia appoggiando la rielezione di nessun candidato particolare.

In luglio William Evanina, direttore del National Counterintelligence and Security Center,  aveva dichiarato che i problemi primari erano la Russia, la Cina e l’Iran. Ha citato i media e i social media come mezzo di influenza sulle persone e ha menzionato la morte di George Floyd per opera di un poliziotto di Minneapolis come elemento utile per alimentare la tensione.

Roberto Mazzoni

https://www.washingtonexaminer.com/news/ratcliffe-intelligence-delay-china-2020

https://www.washingtonexaminer.com/news/intelligence-analysts-downplayed-election-interference-trump-inspector