Questo è un momento storico. Si conclude un’era in cui la metà della popolazione americana, finora dimenticata e tradita da Washington, Wall Street e Big Tech, ha visto il proprio campione arrivare alla Casa Bianca. Donald Trump ha dimostrato che era possibile fare quello che quasi tutti credevano impossibile, aprendo la strada per molti altri che dopo di lui punteranno agli stessi obiettivi. E Trump comunque non scomparirà dalla scena politica.
La sua famiglia ha lavorato duramente e per quattro anni ha vissuto in un vero e proprio inferno personale e professionale. Ma erano pronti a lavorare per altri quattro anni. Ora potranno prendere un po’ di respiro e riorganizzarsi per le prossime mosse.
Di Conrad Black
Come la nazione che rapprensenta, Donald Trump possiede l’ottimismo per perseverare e avere successo, la sicurrezza di sé per sfidare la tradizione e la convenzione, un genio per lo spettacolo, e una salda fede nel buon senso e nell’uomo comune.
La sua ascesa, come quella dell’America, è stata vertiginosa. Il su proclama di rendere l’America grande di nuovo echeggia una convinzione di lunga data secondo il quale l’America crede di essere una nazione predestinata alla grandezza e che tale grandezza debba essere costantemente in espansione.
Tale grandezza è stata posta a rischio in molte occasioni, e negli ultimi vent’anni, gli americani sono stati portati a dubitare sempre di più delle virtù e delle prospettive dell’America. Nulla ha fatto di più per dividere l’America che non il rifiuto da parte della Sinistra del tradizionale crogiolo di culture in favore della politica dell’identità, con cui ha amplificato le lamentele di “gruppi di minoranza” di dimensioni atomizzate, delegittimando la storia americana, e mettendo in dubbio l’intero progetto americano, ma sempre con la scusa di perfezionarlo. Per lungo tempo questa tendenza insidiosa è rimasta senza opposizione fino a quando Donald Trump ha dato voce ai quelle decine di milioni di americani che vi si opponevano, che credevano di stare perdendo la propria nazione e che erano in gran parte ignorati e dimenticati.
Un gigantesco taglio fiscale che ha beneficiato l’85% dei contribuenti, che ha ridotto le tasse a carico delle aziende e in tal modo ha creato milioni di nuovi posti di lavoro, e ha riattivato la pompa che alimenta l’economia americana. Senza contare gli abbondanti sussidi mandati alle famiglie e alle aziende americane a tempo di record in primavera, per compensare gli impatti del lockdown.
Al momento dell’arrivo di Trump, l’indice Dow Jones Industrial Average era intorno ai 18.000. Lascia la presidenza con il valore di 30.000 che rappresenta migliaia di migliardi di valore aggiunto e nuovi posti di lavoro negli USA.
Le forze armate sono state rivitalizzate tramite l’investimento di oltre 2 mila miliardi di dollari, il che ha prodotto anche il risultato collaterale di aumentare il morale della truppa. Trump ha creato la Space Force che è una branca totalmente nuova che porta il confronto militare nello spazio e compensa l’attività cinese in quell’area.
Ha tagliato 16 vecchi regolamenti per ogni nuovo regolamento approvato, sveltendo enormemente le procedure necessarie per operare che tenevano incatenate molte aziende americane a inutili pastoie burocratiche.
Ha procurato almeno tre vaccini per il COVID in meno di un anno, qualcosa che gli esperti avevano dichiarato avrebbe richiesto da un minimo di 3 anni a 5 anni, li ha distribuiti rapidamente, lasciando la libertà individuale di farli o meno.
Non è riuscito ad abolire Obamacare grazie al mancato voto, a tradimento, del repubblicano John McCain, ma è riuscito ad eliminare la sua regola più onerosa: la penalità fiscale per chi non si iscrive al programma.
Ha ripulito la Veterans Administration dei personaggi abietti che vi lavoravano e si è assicurato che chiunque avesse servito per la patria non avrebbe ricevuto cure mediche di seconda o terza classe e non avrebbe dovuto patire soprusi e abusi.
Ha portato pace nel medio oriente facilitando il ri-orientamento di tutti i Paesi dell’area verso il vero avversario comune che è l’Iran. Il Marocco lo ha appena insignito della più alta onorificenza del Paese.
Ha ridotto drasticamente l’immigrazione illegale che fluiva dal Messico aumentando il tenore di vita degli ispano-americani che ora non devono più combattere così tanto con manodopera a basso costo fatta arrivare di nascosto attraverso un confine poroso.
Il confine ora è protetto da 452 miglia di muro. Ci sono nuovi protocolli che bloccano chiunque chieda asilo dall’altra parte del confine e questo ha bloccato trafficanti di droga e di persone, terroristi e altri malviventi che volevano entrare negli USA. La polizia d’immigrazione ha rimosso 230.000 immigrati illegali dagli Stati Uniti, 902% dei quali erano delinquenti condannati. Hanno sequestrato migliaia di tonnellate di narcotici.
Ha ridotto drasticamente le caccie alle streghe condotte contro gli studenti con orientamento conservatore nelle università americane minacciando di tagliare i finanziamenti federali alle stesse.
La sua commissione 1776 ha rivitalizzato la comunicazione degli ideali di fondazione originali degli Stati Uniti nelle scuole per contrastare la narrativa che sminuisce l’America coltivata nelle università, nei media in large fasce della cultura delle grandi aziende.
Ha rafforzato la libertà di religione.
Nei primi 100 giorni del suo insediamento ha fatto di più di qualsiasi altro presidente dai tempi di Roosevelt.
Nei primi tre mesi ha approvato 28 leggi più del doppio rispetto alle 11 di Obama, e il più grande numero in 60 anni.
Ha reso gli Stati Uniti indipendenti dal punto di vista energetico.
Sempre Conrad Black recentemente ha commentato in relazione al nuovo impeachment su Donald Trump
L’impeachment non ha senso, un governo inetto non sarà in grado di usare la diffamazione e sporchi trucchi a lungo come sostituto del fornire un servizio al pubblico. Se Trump è l’unica persona che può defendere la gente contro un’amministrazione incompetente, legislatori e giuristi codardi, e un sistema che è diventato ampiamente corrotto e non riesce a tenere elezioni oneste o persino processi equi (gli USA hanno una percentuale di condanna del 98% e ospitano un quarto dell’intera popolazione mondiale di carcerati), mentre i media woke e totalitari e i censori dittatoriali dei social media mettono a tacere il dissenso, la sua influenza crescerà invece di essere dissipata.
Roberto Mazzoni