Prima di affrontare il tema di questo video, voglio fare un annuncio operativo. Questo probabilmente sarà l’ultimo video di Mazzoni News, perlomeno per un lungo periodo. Questo perché ho delle necessità personali che non mi permettono, almeno per il momento, di occuparmi di attualità e di tenere aggiornamenti in tempo reale, e anche perché, come avevo già notato in precedenza nei video precedenti, il livello delle donazioni è ormai troppo basso per consentire la sopravvivenza di Mazzoni News. Ringrazio tutti coloro che hanno donato anche recentemente. Il vostro contributo è sicuramente molto apprezzato, ma non è più sufficiente. Avevo deciso di completare perlomeno le serie iniziate, come la Guerra dell’Oppio, ma ho visto che tutto il resto non interessa tantissimo neanch’io, quindi mi ritengo libero da quell’impegno morale che mi ero preso.
Concludo con questo video relativo a una questione di attualità sulla quale credo che sia opportuno fare un po’ di chiarezza e da qui in avanti pubblicherò alcuni video di repertorio. In particolare, pubblicherò i video che ho realizzato per la sezione “Nuovo Ordine Mondiale”; si tratta di video non recentissimi, alcuni abbastanza recenti, ma sono video che ho costruito nel tempo e che solo alcuni di voi hanno visto. Spero che possano aiutarvi a capire un po’ meglio la situazione. Erano già pronti, quindi posso utilizzarli per riempire lo spazio da qui a fine anno. Continuerò sicuramente a pubblicare nell’area della Legione, ma col tempo che mi rimane mi concentrerò sull’area di Bitcoin, che è estremamente promettente e interessante in questo periodo, e che secondo me è molto importante per consentire un passaggio relativamente indolore al nuovo sistema finanziario e monetario, che dovrà essere costruito, visto che quello in cui viviamo si sta distruggendo sotto i nostri occhi.
Per questo motivo penso che la mia presenza in quel contesto sia più utile. Fatto questo piccolo cappello, in questo video parliamo naturalmente della questione Trump, Iran, guerra in Iran e dello scontro tra Israele e Iran. Inizialmente, facciamo un breve excursus storico. L’Iran è una delle nazioni non arabe più importanti del Medio Oriente e ospita la seconda più grande comunità ebraica della regione. Iran e Israele sono stati alleati ufficiali e ufficiosi per lunghissimo tempo e hanno lavorato insieme, con la collaborazione degli Stati Uniti e dei britannici, per mettere in difficoltà i paesi arabi che si stavano orientando verso un mondo secolare, quindi non islamico, e che, in quanto tali, stavano anche orientando a favore dell’Unione Sovietica, stavano entrando nel suo circuito di influenza.
Non dimentichiamo che lo stesso Israele, all’inizio, era sostanzialmente un paese socialista collegato direttamente all’Unione Sovietica, anche in ragione delle sue origini socialiste e del fatto che molti degli immigrati arrivati in Israele provenivano dall’Europa dell’Est o dalla Russia. Tra i personaggi che compongono il governo attualmente in carica, troviamo Benjamin Netanyahu e altri che hanno origini polacche o ucraine; questo ci fa capire che la situazione del Medio Oriente non è poi così chiara come ci viene proposta. A un certo punto, Israele ha deciso di cambiare orientamento, di avvicinarsi di più all’Occidente, in particolare cercando di ottenere il sostegno degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti avevano già un rapporto solido con gli arabi dell’Arabia Saudita che, a differenza di Egitto, Iraq o Siria, non sono secolari e sono decisamente orientati verso un islamismo che ha dato origine, tra l’altro, in Arabia Saudita ad Al-Qaeda e altri movimenti importanti.
Quindi, si è creato subito un tripartito in cui Iran e Israele hanno collaborato strettamente per lungo tempo, anche con progetti industriali congiunti, per acquisire una posizione di rilievo e difendere la propria posizione nel Medio Oriente. Per lungo tempo, il rapporto tra Iran e popolo ebraico è stato molto favorevole. I persiani hanno sostanzialmente liberato gli ebrei dalla schiavitù babilonese, permettendo loro di insediarsi in Iran in un’area sotto la protezione del governo persiano che ha tollerato la religione ebraica per lunghissimo tempo. La religione ebraica è stata in parte influenzata anche dalle origini zoroastriane della religione iraniana. Ricordiamo che Iran significa “la terra degli Ariani” e ricordiamo anche che i nazisti avevano una particolare attenzione nei confronti dell’Iran, tanto che tutti gli ebrei numerosissimi che vivevano in Iran non erano considerati alla stregua degli altri ebrei che vivevano in Germania.
Gli ebrei iraniani erano liberi di andare e venire dalla Germania come volevano e non venivano perseguitati perché erano considerati, in qualche modo, Ariani acquisiti. Quindi, lo scenario è più complesso di quanto ci fosse stato presentato. Anche dopo l’arrivo di Khomeini, che è stato sostanzialmente installato attraverso un corpo di Stato che vede i paesi occidentali coinvolti, al di là di quello che dicono, i governi israeliano e iraniano hanno collaborato strettamente per lungo tempo, soprattutto per eliminare nemici comuni, vedi ad esempio Saddam Hussein. Tuttavia, una volta che l’Unione Sovietica è crollata, una volta che Saddam Hussein è stato eliminato grazie alla collaborazione dei due paesi e dopo che Israele ha convinto gli Stati Uniti a impegnarsi in varie guerre nell’area per eliminare vari governi arabi moderati, come la Libia, l’Iraq, la Siria, ma anche la Somalia, l’Etiopia e il Sudan, sono intervenuti in tutte queste parti su specifica richiesta di Benjamin Netanyahu e del governo israeliano.
Si è arrivati a una situazione in cui erano stati eliminati tutti i nemici reciproci. Adesso bisognava decidere chi diventasse il più importante. Da alleati e nazioni quasi gemellate, gli iraniani possono ancora oggi spostarsi liberamente da Israele all’Iran e viceversa; spesso hanno passaporti doppi e diversi iraniani sono trasferiti in Israele per cercare lavoro, che poi magari non hanno trovato in modo soddisfacente e sono tornati in Israele. Il regime iraniano non perseguita gli ebrei al proprio interno: hanno libertà di religione e di espressione. La situazione è quindi piuttosto complessa: è come se fosse una guerra simile a quella in Ucraina, dove ex fratelli o perlomeno parenti stretti stanno combattendo in modo feroce. D’altro canto, le guerre più feroci sono proprio quelle tra fratelli. Le abbiamo viste nella storia e oggi assistiamo a uno scontro diretto tra Ucraina e Iran, entrambi figli in qualche modo di un progetto britannico. I britannici avevano interessi particolari in Iran, essendo stati per lungo tempo in controllo dei pozzi petroliferi.
Sono stati estromessi, poi in qualche modo sono riuscite a tornare, insomma, tutto un giro. Oggi, vediamo appunto che siamo arrivati a uno scontro diretto: gli israeliani hanno lanciato un’operazione “Shock and Awe”, un’operazione blitz che ha sorpreso in parte gli iraniani, colpendo anche basi create all’interno del sistema iraniano. D’altra parte, c’è una grossissima comunità ebraica in Iran e dovrebbe essere facile colpire diversi personaggi importanti all’interno dell’Iran e poi colpirlo con bombardamenti mirati. L’operazione sembra strutturata in modo quasi identico a quella eseguita dagli ucraini in Russia contro le basi degli aerei strategici russi.
Si dice che all’operazione ucraina abbiano partecipato anche agenti del Mossad e che entrambe le operazioni siano state coordinate dai britannici. Sono praticamente identiche: sono partite quasi nello stesso periodo, 18 mesi fa più o meno, e hanno funzionato esattamente con la stessa modalità. Sicuramente sono coinvolti anche gli americani, probabilmente la CIA o alcuni del Pentagono. Si parla di un generale che ha tradito, che in qualche modo ha organizzato queste operazioni, ma non è chiaro e non credo che scopriremo mai effettivamente come sono andate le cose sul fronte americano. Di certo, la situazione è diventata tesa, anche perché Trump ha lanciato un ultimatum: un eventuale intervento americano in Iran, con l’invio di truppe, lo esporrebbe a una perdita significativa di consensi. All’interno degli Stati Uniti si è già formata una frattura importante tra i sostenitori di Trump, e credo che uscirà in parte debilitato da questa crisi, sarà sicuramente più debole. Ha speso molto capitale politico per affrontarla, forse non aveva scelta.
In questo video vi proporrò tre contenuti che vi aiuteranno a farvi un’idea, ma di certo la sua situazione è molto critica e in funzione di come gestirà i prossimi giorni e le prossime settimane, il futuro della sua stessa presidenza sarà determinato. Tornando alla questione israelo-iraniana, gli iraniani hanno commesso una serie di errori: si vantano di aver raggiunto un livello di concentrazione dell’uranio molto superiore a quello necessario per un uso industriale e che è il penultimo passo prima di arrivare a un ordigno nucleare, e hanno dichiarato di poterlo fare in poco tempo, salvo poi non aver ancora deciso se farlo. Nella questione, tra l’altro, sono coinvolti i pakistani che hanno già detto che, qualora Israele colpisse l’Iran con una bomba atomica, il Pakistan risponderebbe con un bombardamento atomico su Israele.
Tra l’altro, già sappiamo che, una volta tolto di mezzo l’Iran, Israele vuole occuparsi dei prossimi obiettivi, che sarebbero la Turchia e il Pakistan. Quindi, come verrà risolta questa crisi, determinerà se si andrà verso una terza guerra mondiale oppure no. L’Iran ha sottoscritto un accordo di non proliferazione nucleare, ammettendo di non avere il diritto di possedere una bomba nucleare. Questa è la posizione di Trump, tuttavia gli stessi esperti dell’intelligence americana ci dicono che, al momento, l’Iran non sta lavorando alla costruzione di un ordigno nucleare. Non è in programma di farlo e quindi non c’era tutta questa urgenza per scatenare l’attacco da parte di Israele, partito da un messaggio dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica che segnalava una posizione critica dell’Iran. Il messaggio faceva riferimento a fatti del passato, fornendo un alibi agli israeliani per intervenire, ma non c’era tutta questa urgenza e la necessità di scatenare la guerra. Tuttavia, dal punto di vista della situazione geopolitica globale, un attacco israeliano contro l’Iran, mentre l’Ucraina è in difficoltà, rappresenta un modo per proseguire la guerra in Ucraina e per indebolire la Cina, che dipende dall’Iran per una parte significativa delle sue forniture di petrolio. L’Iran ha commesso anche un secondo errore: aveva un accordo strategico con la Russia che non ha ancora firmato.
Di conseguenza, i russi hanno già detto che non interverranno a tutela dell’Iran. C’è una lunga storia con i russi. Infatti, i persiani sono stati prima occupati dai russi e poi dai britannici, quindi c’è un’antipatia stratificata nel tempo nei confronti sia dei russi che dei britannici. Questo è anche uno dei motivi per cui l’Iran, prima dell’arrivo degli americani, era refrattario alla sfera d’influenza sovietica e fu uno dei primi paesi a riconoscere ufficiosamente l’esistenza di Israele, non ufficialmente, proprio quando Israele si spostò dall’ambito sovietico a quello americano. Questo dal punto di vista dei guerrafondai americani e dei criminali che abitano nel Senato degli Stati Uniti e che sostengono il lavoro di questi senatori dall’esterno, è l’opportunità irrinunciabile. Russia e Cina hanno dichiarato che non interverranno in caso di un attacco americano all’Iran.
L’Iran è indebolito perché l’attacco israeliano ha sicuramente danneggiato diverse strutture e ha dimostrato che l’Iran è più debole di quanto sembrasse. Tuttavia, l’Iran ha le risorse per combattere una lunga guerra contro gli Stati Uniti e Israele. Se gli Stati Uniti si facessero coinvolgere direttamente in questa guerra, sarebbe un disastro che potrebbe provocare il crollo dell’economia americana. Questo è l’obiettivo. Gli Stati Uniti sono definiti un impero, ma sono un impero decisamente deficiente, nel senso che combattono guerre a beneficio di altri e non ottengono alcun beneficio per la propria popolazione. Quando invece si guarda all’Impero romano, a cui gli americani in qualche modo si dicono di orientarsi e di ispirarsi, soprattutto il periodo della Repubblica, quando anche la Repubblica romana andava a conquistare territori esterni, i soldati tornavano con le spoglie della conquista per l’uso personale e Roma non doveva pagare tasse.
Riceveva le tasse dall’esterno e riceveva i contributi dall’esterno, cosa che per l’America non è successa: gli americani sono stati impoveriti sempre di più da questa serie di guerre inutili e, non ce la facendo più, qualora Trump non si rivelasse la persona giusta, ne troveranno un altro. Ormai hanno deciso che questa storia non funziona e, qualora non si arrivasse a una soluzione nell’attuale struttura politica americana, è molto probabile che ci sarebbe un cambiamento drastico nella struttura interna. Bene, ora vi propongo il primo contributo di questo video, che è una parte di un’intervista condotta tra Steve Bannon e Tucker Carlson. Tucker Carlson non ha bisogno di presentazioni, Steve Bannon invece è stato un alleato di Trump fin dall’inizio.
Ha contribuito in modo abbastanza importante alla sua prima campagna elettorale e ha fatto parte della Casa Bianca di Trump alle origini, quindi nel primo mandato e per un periodo molto breve. Sappiamo che ha litigato con molti all’interno dello staff della Casa Bianca da allora ed è stato estromesso rapidamente. Ad ogni modo è rimasto collegato a Trump ed è stato anche imprigionato in ragione della sua fedeltà a Trump. È quindi un personaggio importante nel sistema MAGA ed è sempre stato vicino a Israele, come posizione, anche se lo stesso Tucker Carlson ammette di aver promosso e contribuito alla guerra in Iraq, di essersi poi pentito e di aver cambiato idea, recuperando parte del lavoro fatto in precedenza. Anche la sua posizione riguardo a Israele è cambiata molto negli ultimi mesi. Abbiamo visto le sei interviste, avrei voluto proporre alcune di queste, ma non c’è stato tempo. Oggi ha comunque una posizione molto diversa rispetto al passato, anche se rimane un estimatore di Israele in quanto nazione. Quindi, non stiamo parlando di antisemitismo, anche perché in realtà il problema non è l’antisemitismo.
L’Iran è una delle nazioni meno antisemitiche che si conoscano; sono contrari al sionismo e dichiarano di essere contrari allo Stato di Israele, anche se hanno contribuito in maniera strategica a rinforzarlo, a costruirlo a spese degli altri paesi arabi. Quindi, fanno parte del problema. Però l’Iran, e la Persia prima dell’Iran, era una potenza importante nell’area, ha avuto un ruolo determinante nel Medio Oriente per oltre mille anni, i Romani ci hanno combattuto almeno quattro volte, se non sbaglio, perciò possiamo aspettarci che abbiano le loro politiche, i loro modi di fare le cose, magari non sempre chiari, e la cosa buffa, ma comunque ricorrente, è che Israele colpisce sempre quando si sta per arrivare a un accordo di pace. Nel caso specifico dell’Iran, hanno ucciso i primi dirigenti che stavano gestendo le trattative di pace tra Stati Uniti e Iran e ucciso una serie di personaggi di spicco della vecchia guardia.
Se analizziamo la situazione demografica iraniana, vediamo che tra poco, forse tra 5-10 anni, l’attuale sistema politico sarà destinato a decadere e a essere sostituito da una nuova generazione di iraniani che non sono particolarmente interessati né all’estremismo islamico, anche perché la religione islamica è ancora molto forte in Iran, né alle politiche attuali. Quindi, la volontà di alcuni dementi, o meglio, demoni, in Washington di far cadere il regime attuale è più che superflua, perché cadrebbe comunque da solo. Anzi, con questo attacco hanno confermato e consolidato il regime attuale, perché hanno eliminato tutta una serie di personaggi che ormai erano in pensione o comunque marginali, e hanno permesso la nascita o l’ascesa di una nuova generazione di personaggi. Stessa cosa che hanno fatto con Ebola, la stessa cosa che hanno fatto con Hamas. Quindi tutte queste guerre che Israele sta facendo servono per confermare, irrobustire i propri avversari, infliggergli delle sconfitte temporanee che permettono un rinnovamento della classe politica al loro interno.
Movimenti che, altrimenti, sarebbero decaduti da soli nell’arco di qualche anno, ora hanno l’opportunità di proseguire per altri 10-20 anni e quindi di mantenere il problema e la crisi in esistenza, anche perché, Questo è storicamente determinato: il governo israeliano ha sempre bisogno di un nemico per poter continuare a esistere e la sua stessa ragione di esistenza è quella di continuare a procurare problemi in Medio Oriente, perché fa comodo agli interessi britannici che hanno creato lo stato di Israele, il sionismo e tutto il resto, come abbiamo ampiamente discusso. Nel caso degli iraniani, sono interessati alla situazione perché l’attuale regime iraniano ha la stessa matrice e quindi sono interessati anche loro a essere riconfermati con una nuova generazione di persone che magari non erano più convinte di seguire le linee precedenti, non volevano fare la guerra atomica e volevano occuparsi delle proprie faccende; erano pronti a fare il salto, magari non domani, ma probabilmente dopo domani.
Adesso, però, probabilmente saranno costretti a continuare una storia che si è dimostrata estremamente perdente per l’Iran. Però, fatto questo cappello, ora vi propongo l’intervista di Tucker Carlson. Steve Bannon lo incontra nella sede di Breitbart. Breitbart è una testata americana molto vicina a Israele, sempre stata molto vicina a Israele, che tuttavia appartiene al mondo della destra americana e che ha sostenuto Trump, soprattutto all’inizio, e lo sostiene ancora adesso. Bannon lo ha incontrato all’interno di un programma che si chiama “War Room”, ovvero “Stanza della guerra”, che lui conduce. Questa intervista che vi propongo è una parte dell’intervista fatta, poi c’è stata un’altra intervista, credo lo stesso giorno o il giorno dopo, sempre condotta da Tucker Carlson, quindi hanno dedicato quattro ore in totale a questo argomento, tutte molto interessanti.
Purtroppo, qui posso proporvi solo un breve estratto per darvi un’idea del clima all’interno del Movimento MAGA e di quanto Trump stia bruciando crediti importanti e stia alienando sostenitori di primo piano. Questo problema potrebbe risolversi se la crisi venisse gestita in modo adeguato. Resta il fatto che, storicamente, ogni volta che si è fatto ricorso alla forza, anche se a volte magari era inevitabile, non si è mai saputo come sarebbe andata a finire e il risultato è sempre stato negativo. Dovrebbe essere l’ultima spiaggia a cui appoggiarsi, l’ultima risorsa a cui attingere, se non ci sono altre soluzioni. Ricordiamo tuttavia che, in questo momento, Trump ha molti più nemici all’interno che all’esterno degli Stati Uniti e che ci sono altri, in particolare Putin, che stanno cercando di dargli una mano. Detto questo, nel video si parla di Radcliffe, attuale direttore della CIA, e di Tulsi Gabbard, responsabile dell’intero apparato di intelligence degli Stati Uniti, se non sbaglio composto da 17 agenzie.
Tulsi Gabbard ha il compito di raccogliere le informazioni di queste agenzie e trasferirle a Trump. Si parla di Camp David, una delle sedi in cui si può trovare il presidente degli Stati Uniti, e di una serie di altri personaggi che da anni, da decenni, partecipano alla creazione di guerre senza fine il cui unico scopo, come persone, è quello di uccidere altre persone. Si parla anche dei Tech Bros, il gruppo di importanti investitori nel mondo della tecnologia, tra cui Elon Musk, che hanno sottolineato Trump come parte di una grande coalizione che si è riunita intorno a lui nell’ultima elezione per dargli un grande mandato per fare una serie di cose, tra cui, cosa molto importante, tenersi fuori dalle guerre eterne in cui gli Stati Uniti stupidamente sono stati coinvolti per interessi altrui. Ora vi propongo la prima parte dell’intervista, eccola.
[Steve Bannon]
Abbiamo niente meno che Tucker Carlson nella nostra War Room. Grazie.
[Tucker Carlson]
È bello vederti.
[Steve Bannon]
A proposito, tu eri qui anni fa, quando Andrew Breitbart era ancora in vita, eri all’ultimo piano.
[Tucker Carlson]
Ero qui il giorno in cui questo ufficio è stato inaugurato, e sembra esattamente lo stesso. Non posso credere di essere ancora qui. Sono passati 15 anni.
[Steve Bannon]
15 anni. Abbiamo aperto nel 2011, quindi sono 14 anni, e andiamo per i 15. So che da quando hai lasciato Washington, sei sempre stato molto riluttante a passare molto tempo in questa città.
[Tucker Carlson]
Vero.
[Steve Bannon]
Non è più la tua città preferita.
[Tucker Carlson]
Ho trascorso tutta la mia vita qui. Ho alcuni parenti stretti in questo posto, quindi vengo a trovarli, ma non molto spesso.
[Steve Bannon]
Perché sei in città? Trascorrerai un paio di giorni in città?
[Tucker Carlson]
Sto intervistando varie persone. Il presidente se n’è andato, ma sto incontrando un sacco di persone e c’è molta carne al fuoco, e mi sembra che non ci siano molte persone che rappresentano la posizione di avere meno violenza in giro per il mondo e di concentrarci sul lato americano delle cose, quindi vale la pena venire qui anche solo per dirlo ad alta voce. E, naturalmente, ti odiano per questo. È pazzesco come chiunque sia contrario all’uccidere altra gente diventi improvvisamente un criminale. È pazzesco. E l’altro giorno ho pensato, questa situazione sta accelerando, e sentivo tutto questo parlare di andare in guerra con l’Iran, e una parte di me pensava che non saremmo davvero arrivati fino a quel punto. Non dopo le ultime elezioni, il cui elemento centrale era di prestare semplicemente attenzione a questa straordinaria nazione in cui viviamo e che sta soffrendo. Dove le persone stanno prendendo prestiti per comprare generi alimentari, e hanno bisogno di attenzione e di soldi.
[Steve Bannon]
La gente usa i micropagamenti. Comprano adesso e pagano poco alla volta.
[Tucker Carlson]
Per il cibo!
[Steve Bannon]
Per il cibo.
[Tucker Carlson]
La gente non ha da mangiare, ma noi dobbiamo invece spendere per la difesa missilistica di qualcun altro. No. Così ho iniziato a pensare, a sentire queste cose, e mi sono detto che non poteva essere reale, ma poi è diventato ovvio che era reale, e mi sono detto che questa era l’ultima delle faccende in cui mi sarei dovuto immischiare. Non ho alcun interesse personale. So che mi procurerà soltanto grattacapi. Non c’è modo che io diventi ricco o mi faccia nuovi amici cercando di fermare una guerra.
[Steve Bannon]
Io sto sostenendo una tesi leggermente diversa dalla tua, ma comunque si allinea con la tua. Vorrei però sapere, innanzi tutto, perché ti stanno diffamando a causa della tua posizione. Prima che arrivassi nello studio abbiamo mostrato clip di Tom Cotton, di Mark Levin, e di Bibi Netanyahu. Ieri sera, durante un’intervista con Bret Baier, Bibi ha detto che mancano ancora forse 12 o 13 mesi prima che l’Iran abbia una bomba, mentre prima ci avevano detto che era imminente. Ora sta dicendo a Bret Baier che, grazie alle nuove informazioni, mancano 12 o 13 mesi, che è quello che ci dicono da sempre.
[Tucker Carlson]
È davvero divertente che Bibi sia più onesto di quanto non lo siano i suoi portaborse negli Stati Uniti. Non riusciresti mai a far ammettere una cosa del genere a Barry Weiss oppure Tom Cotton.
[Steve Bannon]
Tom Cotton ha replicato.
[Tucker Carlson]
Adesso è arrabbiato con Bibi?
[Steve Bannon]
No, no, tutt’altro.
[Tucker Carlson]
Bibi non è abbastanza filo-israeliano?
[Steve Bannon]
Ha detto che i podcaster e gli influencer non hanno la responsabilità e non devono rispondere delle conseguenze in questa situazione.
[Tucker Carlson]
Sai, in effetti, ci sto provando, davvero. Ho passato gran parte della mia vita nell’essere crudele, davvero crudele, e un giorno ne dovrò rispondere. A volte sono stato anche disonesto.
[Steve Bannon]
Cosa intendi per crudele?
[Tucker Carlson]
Colpire le persone nel punto più debole. è sempre stato il mio istinto. Sono cresciuto come un esperto di dibattiti e, per certi versi, sono velenoso. Di conseguenza, conosco alcuni dei giocatori che sono in campo fin da quando sono arrivati a Washington, dal momento che sono originario di questa città. Questa mattina ho fatto colazione al Metropolitan Club, da solo. Questa è la mia città natale. Mio padre lavorava per il governo. Siamo originari di qui. E guardo queste persone che conosco da quando sono arrivate dalle province, incluso il senatore che hai citato, che proviene da uno stato in cui ho vissuto anch’io, e mi rendo conto che potrei davvero essere meschino nei loro confronti. E loro sono sicuramente meschini. Hanno attaccato la mia famiglia e tutto il resto un sacco di volte. Ma sto cercando di non rispondere allo stesso livello. Il mio interesse è davvero semplice. Non voglio che gli Stati Uniti finiscano invischiati in un’altra guerra in Medio Oriente, che non serve i nostri interessi. L’ho visto l’ultima volta che ho fatto reportage su quella guerra, dov’è morto anche un mio amico.
[Steve Bannon]
Parliamo dell’Iraq, perché la piattaforma Fox propone alcune delle stesse voci di allora.
[Tucker Carlson]
Sai, la piattaforma Fox è davvero vergognosa. Ci sono molte brave persone alla Fox. Ho lavorato per i Murdoch per oltre 20 anni. Mi sono sempre piaciuti. Ho ancora un buon rapporto con loro. Non voglio attaccarli personalmente. Moltissime delle persone che lavorano alla Fox sono miei amici. E c’è molto della Fox che amo. E sono sempre stati gentili con me. Sono stati gentili anche quando mi hanno licenziato. Ci tengo a dirlo. Ma l’unico tema che attraversa longitudinalmente la storia della Fox è la promozione di guerre che non beneficiano gli Stati Uniti.
[Steve Bannon]
E perché lo fanno?
[Tucker Carlson]
Sono i proprietari che sono impegnati in quella visione. Ma sono persone educate e simpatiche in un modo particolarmente squisito. Li conosci anche tu. Sto parlando di Rupert e Lachlan. Insomma, se fossero seduti qui, non c’è dubbio che ti piacerebbero. E sono interessanti, intelligenti e semplicemente simpatici. Sono super gentili. Ma su questo punto siamo fondamentalmente in disaccordo. E gli artigli escono davvero in momenti come questo. Sai, la maggior parte delle volte sono condiscendenti. Ma quando si tratta di stabilire se il potere militare degli Stati Uniti sarà esercitato per conto di un paese straniero a migliaia di chilometri da qui, sono pronti a giocarsi il tutto per tutto. E chiunque si opporrà sarà distrutto. Tra l’altro, non credo che ci sia nulla di personale. Mi piace Tom Cotton. Mi è sempre piaciuta Bari Weiss, una persona molto affascinante. Mi piacciono tutte queste persone. Mi è sempre piaciuto Mark Levin, con cui andavo d’accordo. Ha una vita personale tristissima ed è vanesio. Ma non sono mai stato in collera con Mark Levin oppure con Hannity. Mi piace Hannity.
[Steve Bannon]
Lavin è un grande esperto costituzionale.
[Tucker Carlson]
Ci sono grandi qualità in tutte queste persone. Non credo che mi odino personalmente. Sanno bene che non lavoro per il Qatar, e forse dovrei lavorare per il Qatar perché, a questo punto, non farebbe differenza. Non ho mai preso un centesimo da nessun paese straniero o da nessun individuo.
[Steve Bannon]
In effetti, hai appena liquidato i tuoi investitori.
[Tucker Carlson]
Sì, non sono avido. Mi accusano di ciò che fanno loro. Se potessi visitare la mia casa vedresti che non sono diventato ricco e che non vivo come una persona ricca anche se, forse, ho fatto più soldi di quelli che merito. Lo sanno tutti. Sono loro che inseguono il denaro. Hanno motivi opachi che proiettano su di me. Le mie motivazioni sono evidenti. Mi sono comportato come se fossi autistico per tutta la mia vita. Sono totalmente felice di dirvi perché sto facendo quello che sto facendo. E voglio essere trasparente. E penso di esserlo abbastanza. Sono loro che hanno queste motivazioni strane e complesse. E così le proiettano su tutti gli altri. Mi dicono che sono al soldo di qualcuno. Che non sono sincero.
Mi dicono che non penso davvero quello che dico, ma che lo dico per ottenere clic. Sono accuse che sono anche stupide e, nel mio caso, false. Potrebbe non piacervi il mio punto di vista. E potreste avere buone ragioni per non gradire le mie opinioni. E lo capisco. Ma sono totalmente sincere. Ad ogni modo, la mia tentazione in un momento come questo è quella di abbassare il livello e di notare che molte delle persone che premono per queste guerre hanno vite personali davvero vuote e tormentate. Questo è vero per molti a Washington.
E questo è un modo per sentirsi potenti. Voglio dire, niente ti fa sentire più potente che uccidere qualcun altro. è il potere supremo. E parliamo tanto di soldi e di sesso, come i fattori che determinano il comportamento umano. Naturalmente, questi sono impulsi potenti e le persone ne vogliono accumulare il più possibile di entrambi. Ma in realtà, il potere supremo, il potere prometeico, il potere principale è il potere di uccidere. E quando si nega questo alla gente, o si cerca di negarlo alla gente, o si stabilisce una regola secondo la quale, in realtà, non si può uccidere la gente e che, qualora lo si faccia si finirà per soffrire, c’è chi non sta al gioco. Come hai detto l’altro giorno. Mi è piaciuto molto, e ci ho meditato sopra. In Matteo, e non è solo in Matteo, ma anche in Giovanni, e in un certo numero di Vangeli, Gesù rimprovera Pietro per aver alzato la spada in sua difesa. Stanno trascinando via Gesù per torturarlo a morte, senza motivo. Tutto quello che faceva era guarire le persone. E il suo discepolo più stretto cerca di difenderlo con la violenza, e Gesù lo rimprovera duramente, e poi viene trascinato via per essere torturato.
[Steve Bannon]
Avrebbero potuto opporsi e Gesù non sarebbe stato catturato, e tutto sarebbe andato avanti. Ma disse proprio in quel momento: chi di spada ferisce, di spada perisce.
[Tucker Carlson]
E Gesù rimprovera Pietro. È incredibile. È pazzesco. è semplicemente incredibile. Comunque, che tu creda o meno nel cristianesimo, che tu sia cristiano o meno, non importa. È vero che le persone che sposano la violenza alla fine soffrono. Succede proprio così. L’ho visto accadere spesso. E sono cresciuto in un mondo che sposava la violenza. Questo è ciò che fa il governo degli Stati Uniti. Mio padre vi era coinvolto. E io ci credo. E forse voi non ci credete. Va bene. Ma questa rimane la mia convinzione fondamentale. Lo penso sinceramente. Ma perché odiare qualcuno che non ti è nemico. E l’ho detto a un funzionario di Israele.
Gli ho detto: se pensi che io sia anti-israeliano, figliolo, hai perso la bussola. Se pensate che io sia il vostro nemico, non lo sono affatto. Mi piace Israele. State scherzando? Ho trascorso molto tempo in Israele. Continua a piacermi. Prego affinché Gerusalemme non sia danneggiata. Sono profondamente rattristato per gli israeliani e per gli iraniani che sono stati uccisi negli ultimi due giorni. Non avevano nulla a che fare con tutto questo. Ma il punto è che, se voi pensate che il fatto che io dica: concentriamoci sul mio paese dove sono nato, dove la mia famiglia è stata per centinaia di anni, e questa è stata la promessa delle ultime elezioni, per favore fatelo, se pensate che questa sia una forma di odio nei vostri confronti, avete davvero perso la prospettiva, e immagino che questa sia la mia risposta. Ma loro sono assolutamente convinti che sia odio. E già sapevo che sarebbe successo quello che è successo, vale a dire che sto ricevendo attacchi che stanno compromettendo amicizie personali a cui tengo.
La cattiveria e la disonestà hanno raggiunto livelli quasi incredibili. Comunque, non sono qui per piagnucolare. Non mi lamento mai per cose del genere. È solo che sapevo che sarebbe successo. Non volevo parlarne affatto. Preferirei di gran lunga parlare di immigrazione. Preferirei di gran lunga parlare di tenere i negozi di cineseria fuori dall’America rurale. Preferirei di gran lunga parlare delle persone che sono costrette ad accendere prestiti per comprare generi alimentari. Preferirei parlare del fatto che la vita è sempre più breve in questo paese. Un’altra persona che conosco è morta di fentanil la scorsa settimana. È come se tutto questo venisse ora ignorato perché un leader politico che non ha nemmeno il sostegno di maggioranza nel suo paese, ma conta probabilmente solo sul 30% dell’elettorato israeliano, vuole perseguire una linea d’azione che coinvolge gli Stati Uniti. E, semplicemente, non sono d’accordo. E penso che accadrà comunque. E, alla fine, non credo davvero che importi a nessuno quello che penso.
[Steve Bannon]
Pensi che stiamo per unirci direttamente nel combattimento cinetico? Allora, dobbiamo, dobbiamo assolutamente impedirlo.
[Tucker Carlson]
Questo è il prodotto di un governo alla cui gestione hai partecipato tu stesso. Non c’è bisogno che te lo spieghi. Decisioni come questa non vengono mai prese esplicitamente. Succedono e basta.
[Steve Bannon]
Vero.
[Tucker Carlson]
Un po’ come andare a vivere con la tua ragazza. Una mattina ti svegli con i postumi di una sbornia e lei è lì con te, e poi non se ne va più. E finisce che la sposi e hai dei figli. È così che la maggior parte delle persone prende decisioni, unicamente sulla base del fatto compiuto. E queste cose si muovono inesorabilmente verso la direzione in cui si stanno muovendo ora, vale a dire una guerra su vasta scala che include molti altri paesi, esplicitamente o meno. Ma l’effetto è lo stesso. È una guerra mondiale. È una guerra a cui il mondo sta partecipando.
[Steve Bannon]
Ci troviamo nel mezzo di uno scontro cinetico in Ucraina, ma giusto oggi hanno spostato il gruppo da battaglia della portaerei Nimitz dal Mar Cinese Meridionale e lo stanno mandando nel Mar Arabico settentrionale. Hanno già spedito navi militari di rifornimento. Quindi stiamo pre-posizionando le risorse.
[Tucker Carlson]
Naturalmente.
[Steve Bannon]
E pensi che saremo coinvolti e che non c’è modo di fermarlo.
[Tucker Carlson]
Penso che ci siano ancora modi per fermarlo. Oh, grazie, sei davvero molto gentile. Avevo bisogno della bevanda sacra. Ci sono naturalmente modi per fermarlo. È come aumentare di peso, cosa con cui ho convissuto. Se non sei letteralmente fissato con il mantenere la linea, è inevitabile che diventerai più grasso una volta che sarai arrivato a 50 anni. Devi prendere provvedimenti attivi per prevenire l’inevitabile, per evitare qualcosa che altrimenti sarebbe inevitabile. E in questo caso, ciò che è inevitabile, in assenza di quei passi attivi e maniacali verso la prevenzione, è lo scivolamento in una guerra molto più ampia. È incredibilmente facile trascinare gli Stati Uniti in un nuovo conflitto. Abbiamo troppe risorse militari in quella regione. Siamo troppo dipendenti dall’energia di quella regione. Per lo meno, lo sono i mercati petroliferi internazionali. Voglio dire, ci sono così tante cose che potrebbero ancora andare storte, in realtà, per quanto orribile sia stato lo scambio tra Israele e Iran nel senso che sono morti degli innocenti, il che, permettetemi di ricordarvi, è orribile sempre e ovunque.
[Steve Bannon]
Teheran è stata colpita e sono morti dei civili.
[Tucker Carlson]
Ci sono dei civili che sono morti in entrambe le nazioni. E se non pensiamo che sia triste, allora non siamo pienamente umani. Dobbiamo veramente credere che sia triste e dobbiamo farlo sul serio, indipendentemente dal fatto che si possa odiare o meno il governo iraniano. Non sono a favore del governo iraniano. Ma se non vedi come triste la morte di innocenti da qualsiasi parte, allora sei gravemente menomato, per lo meno come cristiano. Passiamo oltre. Ci sono innumerevoli modi per trascinare gli Stati Uniti in questo conflitto. E gli incentivi di molte persone interessate a coinvolgere gli Stati Uniti sono estremamente profondi. Ma vorrei giusto inserire a questo punto un commento di natura politica. Ho osservato Donald Trump, che, naturalmente, tu conosci molto bene, e penso che sia sincero riguardo al volere la pace.
[Steve Bannon]
Assolutamente.
[Tucker Carlson]
Assolutamente. Assolutamente. Voglio dire, è vero. Lo vedo subire talmente tanti torti. Le bugie inventate contro di lui. Dicono che sapeva fin dall’inizio come sarebbe andata a finire e che il processo di pace era fasullo. E che Steve Whitkoff stava al gioco. Questa è una bugia. So personalmente che questa è una bugia. Quei due facevano sul serio.
[Steve Bannon]
È una bugia sfacciata.
[Tucker Carlson]
È una bugia totale. E tutte queste persone come Mark Levin e tutti i vari tirapiedi che stanno precipitandosi a proteggere gli interessi di un governo straniero, stanno tutti dicendo la stessa bugia. E sono molto dispiaciuto per il presidente Trump. E benché non lo sappia per certo, sto solo tirando a indovinare. ma a questo punto, sento che sia costretto a stare al gioco. E ci dicono che non possiamo entrare in una discussione su questo, proprio nel bel mezzo di una guerra.
[Steve Bannon]
Ieri sera ha ribadito che dobbiamo tornare alle trattative di pace e deporre le armi.
[Tucker Carlson]
Ma stanno mentendo su di lui. Persino ora il suo atteggiamento è sincero. Che abbia ragione o meno, non posso dirlo, ma penso che lui creda che anche quello che stiamo vedendo ora possa essere un presupposto per un accordo di pace. Sono convinto che, persino ora, lo voglia davvero. Ma sul fronte opposto considerano che un accordo di pace sia immorale.
[Steve Bannon]
Ma sul fronte opposto troviamo l’apparato governativo statunitense. è la stessa cosa che è successa in Ucraina. Dopo il recente attacco alle basi militari russe, non abbiamo ancora chiesto a Ratcliffe se la CIA era coinvolta. è semplicemente impossibile che l’Ucraina possa attaccare così in profondità all’interno della Russia senza un nostro coinvolgimento. Qui, è la stessa identica cosa. Perché Tulsi Gabbard non è stata invitata all’incontro di Camp David?
[Tucker Carlson]
Sai bene perché.
[Steve Bannon]
Ma Tulsi Gabbard ha detto al pubblico americano che non è vero che l’Iran abbia ripristinato il programma nucleare. Abbiamo la sua ultima dichiarazione pubblica. E lo stesso Benjamin Netanyahu, durante la recente intervista su Fox con Bret Baier, ha ammesso che l’Iran non avrà una bomba prima di 12 o 13 mesi. Non sta per succedere questo fine settimana. E, come abbiamo detto venerdì, sappiamo che si è trattato di un tentativo di decapitazione totale della leadership iraniana, e non solo dell’eliminazione del programma nucleare. è un totale cambio di regime. E se volete il cambio di regime, parliamone, ma bisogna tutelare il popolo americano.
[Tucker Carlson]
L’ho detto pubblicamente la scorsa settimana. L’unica finalità di tutto questo è il cambio di regime. Conosco tutte le persone coinvolte. Sto dicendo la verità. Non ho alcun motivo segreto per essere qui. Non odio Israele.
[Steve Bannon]
Inoltre, conosci i giocatori e conosci la situazione in Iraq.
[Tucker Carlson]
Questo è uno sforzo per cambiare regime. Perché non lo ammettiamo pubblicamente? Ma, se lo dici, sei un negazionista dell’Olocausto. Smettetela. Facciamo una conversazione razionale su quali sono i nostri obiettivi qui. E magari potete convincermi che dobbiamo sostenere una guerra per il cambio di regime in Iran. Spiegatemi come funziona in un paese con 90 milioni di persone. Ci avete pensato bene? Ve ne importa qualcosa? E la risposta è no. Abbiamo una crisi economica, politica e demografica in Europa a causa delle guerre in Medio Oriente sostenute dagli Stati Uniti e da Israele. Questo è ciò che ha distrutto l’Europa, la terra da dove provenivano i miei antenati. E ci ho passato molto tempo. E amo la cultura europea, che è poi la cultura cristiana.
E l’hanno distrutta. Ma ci dicono di stare zitti, che non dobbiamo preoccuparcene. Allora chi detta le regole veramente? Non odio nessuno. Non cerco alcun conflitto con nessuno. Non nutro strani pregiudizi. Tutti i miei pregiudizi sono palesi. Ma mi dispiace davvero sentirmi dire chi sia il mio nemico, specialmente quando sono gli stranieri a dirmelo. Siamo davvero disposti a lasciare che sia qualche straniero a dirci chi sono i nostri nemici? Vivo qui da molto tempo. Le tombe dei miei genitori sono di fronte alla mia casa. Non potete dirmi chi sono i nemici dell’America. Ho il diritto di avere la mia opinione anche su questo. Ma Mark Dubowitz mi dice di stare zitto? Lui che non è nemmeno un americano? Chi è per farmi la prèdica? Tutto questo è così folle. Non odio Mark Dubowitz.
Non odio la sua agenda, ma sono in disaccordo con la sua agenda. Non sono arrabbiato personalmente con lui. Fondamentalmente non sono arrabbiato con nessuna di queste persone. Ma quello che cerco è una conversazione onesta, aperta e trasparente su ciò che stiamo facendo e perché. E non credo che sia chiedere troppo, considerando che sono i dollari delle mie tasse e i miei soldi che state cercando di usare per raggiungere i vostri scopi. Se questo è radicale, allora abbiamo distorto i termini fino a renderli irriconoscibili.
[Steve Bannon]
Se guardiamo il nostro debito pubblico, vediamo che nove trilioni di dollari sono associati all’Iraq e all’Afghanistan. Venerdì abbiamo riprodotto i filmati della fase iniziale dell’attacco di Israele, con tutti questi figuri che battevano il petto in televisione perché in quel momento sembrava che Israele stesse vincendo e abbiamo concluso con un filmato di Shock and Awe, del 19 marzo 2003. E, se torniamo indietro a quel tempo, vediamo di nuovo questa gente che si batteva il petto durante la marcia verso Baghdad con un risultato che non avrebbe potuto essere migliore. Ricordate i petali di rosa per le strade. Dopo 20 anni, abbiamo visto il fiasco completo secondo la solita legge delle conseguenze impreviste. Ecco la situazione in cui ci troviamo oggi. Nessuno ha pensato alle conseguenze. Nessuno ha chiesto al popolo americano. Il popolo americano non vuole un’altra guerra.
[Tucker Carlson]
E perché il Congresso non ne discute attivamente? C’è una sola persona che si oppone, Marjorie Taylor Greene, nessun altro. E stamattina Levin diceva che Marjorie non è veramente MAGA? Va bene. Mi avete convinto. Siamo davvero nell’ultima scena de La fattoria degli animali.
[Steve Bannon]
è semplicemente una minuscola parlamentare che proviene dalla Georgia rurale,
[Tucker Carlson]
Solo una liberale della periferia di Atlanta. Voglio dire, è anche strabiliante. E devo dire che sono sempre sorpreso dal livello di unanimità, dal tipo di risposta istantanea da parte di cinquecentotrentacinque membri del Congresso, che sono assolutamente disposti a fare questa guerra senza alcun dibattito, accusando di malvagità chiunque dica il contrario, E mi fa chiedere in che tipo di sistema politico viviamo.
[Steve Bannon]
Ti hanno definito come uno che è pronto a darla vinta a qualsiasi nemico, un pacifista a tutti i costi.
[Tucker Carlson]
Un pacifista!
[Steve Bannon]
Perché ti stanno accusando di questo?
[Tucker Carlson]
Stanno letteralmente prendendo di mira la mia famiglia.
[Steve Bannon]
Cosa hai detto nelle ultime 72 ore che ti renderebbe un codardo pronto a ritirarti con la coda tra le gambe?
[Tucker Carlson]
Sono prima di tutto un americano. Non sono un genio. Non sono un profeta. Ho sbagliato molte, molte volte. Ed è possibile che mi sbagli anche ora, ma le mie motivazioni sono trasparenti. Amo questo paese. Non c’è nessun altro posto dove voglio andare. Non ho intenzione di andare da nessun’altra parte. E voglio solo il meglio per questo paese. Possiamo discutere su cosa sia meglio. Ma è semplicemente folle che persone che stanno lavorando per una nazione straniera dicano che sono al soldo di un potere straniero. Ma voglio dire una cosa. Il nostro sistema politico è completamente paralizzato di fronte a situazioni come questa. Non sta facendo ciò per cui era stato progettato, ovvero incanalare le opinioni del popolo attraverso l’apparato di governo. Non lo sta facendo affatto. È un cortocircuito che ignora le loro opinioni. E c’è da chiedersi perché. E non lo capisco appieno. Quello che so è che il nostro sistema non funziona. E non credo che ci sia nessun altro paese sul pianeta che ci guardi col desiderio di imitarci. Credo che nessuno voglia la nostra versione di democrazia.
[Steve Bannon]
Se guardiamo il motivo per cui Trump ha vinto nel novembre dello scorso anno vediamo accordi commerciali per riportare posti di lavoro in America, sigillare il confine e deportare gli stranieri illegali, ed evitare nuove guerre interminabili. Solo lavorando a quel livello il messaggio può arrivare alla gente e possiamo avere una nuova coalizione che riunisce afroamericani, ispanici, e famiglie. Prendiamo la contea di Starr, nel Texas, la più ispanica del paese con un 97% di cittadini che svolgono lavori manuali. Nel 2016, Hillary aveva vinto per 60 punti, ma, nel novembre 2024, Trump ha vinto con 16 punti di vantaggio.
Trump è stato abbracciato da questa nuova coalizione che comprende anche i tech bros e quel tipo di persone. è una nuova coalizione che assomiglia a quella del 1932, dove Roosevelt aveva riunito i professori ad Harvard, i democratici rurali del sud, gli allevatori dell’ovest e la gente nei centri urbani, compresi irlandesi, italiani e tutto il resto. Ora abbiamo una nuova coalizione che permette di governare per cinquant’anni. Abbiamo raggiunto quell’obiettivo e ora siamo nella fase in cui dobbiamo governare, dove queste sono le priorità e, in particolare, il presidente Trump ha ora triplicato i raid per arrestare gli immigrati illegali e ha detto che le città santuario stanno per scomparire, ed espelleremo gli immigrati illegali anche da quele città. Questa, per me, è la battaglia più importante in questa terza guerra mondiale che ha visto 10 milioni di immigrati illegali entrare nel paese nel solo periodo della presidenza Biden. Siamo forse in grado di vincere le elezioni, ma non siamo in grado di governare? È questo il problema?
[Tucker Carlson]
Lo sai, davvero non lo so. C’è qualcosa di veramente sbagliato. Ci sono alcune linee rosse che non puoi attraversare. E sono quasi tutte legate alla politica estera. Penso che le persone che spingono maggiormente per il coinvolgimento americano in una guerra con l’Iran, odiano davvero l’agenda di Trump per l’economia interna. Mark Levin era un acerrimo oppositore di Trumpe nel 2016. Lo erano tutti questi personaggi, compreso Bill Kristol. Tutti odiano quello che Trump sta cercando di fare negli Stati Uniti,
[Steve Bannon]
Che è un’economia populista.
[Tucker Carlson]
La odiano profondamente. Esatto.
[Steve Bannon]
Lo vedremo nel disegno di legge fiscale proposto da Trump.
[Tucker Carlson]
Sembro piagnucoloso, ma in realtà, lo scorso ottobre, che era la stagione di caccia ed è il mio periodo preferito dell’anno, ho lasciato i miei cani a casa per andare in tour con Trump. E mi è piaciuto molto. Ero proprio in piedi accanto a lui quando ha vinto. Ho una foto sul mio telefono di quel momento, che non mostrerei mai a nessun altro. Ma la guardo perché è stato uno dei miei momenti più felici in politica. E ho visto molte cose a cui ho partecipato. E, naturalmente, governare è davvero difficile. E non si potrà mai fare tutto ciò che si è promesso. Ma per quanto riguarda le grandi cose, è davvero importante che non vengano totalmente sovvertite, perché fa perdere la fiducia nel sistema.
Rispetto a quanto detto da Tucker Carlson, con il quale sono sostanzialmente d’accordo, ci sono due aspetti che vorrei sottolineare. In primo luogo, il sistema democratico repubblicano che abbiamo adesso è un sistema vecchio di duemila anni, se non di più. È arrivato il momento di aggiornarlo. Ha fatto il suo tempo e non funziona più. Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che l’attuale situazione della “democrazia” in Occidente sia problematica. Gli Stati Uniti, quindi, dovranno trovare un nuovo modo di gestire il proprio sistema politico. In particolare, dopo la riforma del Senato nel 1913, il Senato degli Stati Uniti è stato trasformato in qualcosa di sostanzialmente incostituzionale. Si tratta di un sistema costruito per raccogliere le contribuzioni di vari interessi privati, soprattutto quelli del sistema industriale militare, della lobby israeliana e di molte altre lobby. E, soprattutto, interessi britannici e dell’impero finanziario britannico. Nel 1913, negli Stati Uniti, sono successe molte cose. È stata approvata la tassa sul reddito, che è un pilastro del comunismo, così come la banca centrale, la Federal Reserve, che è anch’essa un pilastro del manifesto comunista di Karl Marx.
Questi tre pilastri hanno di fatto trasformato gli Stati Uniti in una società socialista dal 1913 in poi. Non si tratta più della Repubblica fondata dai suoi fondatori originali e il problema del Senato è ormai evidente. Le agenzie di intelligence, il cosiddetto Deep State, sono fuori controllo, il Pentagono è in parte fuori controllo, quindi ciascuno fa quello che gli pare. Il Presidente ha poteri molto limitati e la cosa più problematica è che, a livello globale, gli psicopatici sono al governo, sono in posizione di potere anche fuori dal governo e sono presenti in modo abbastanza uniforme un po’ ovunque. Non si tratta di un problema di razza, nazionalità, credo politico o religioso. Li troviamo ovunque, sono spalmati in modo uniforme e, siccome tendono a associarsi, formano quello che noi conosciamo come Elite globalista.
Tra questi, possono esserci anche persone che partecipano per interessi personali, ma i veri psicopatici, che io non definirei più neanche come tali, perché ci fa pensare che siano dei semplici malati e che quindi possano essere guariti, io li definirei demoni, perché la parola demoni ha connotazioni religiose e credo che le descriva in modo più corretto anche dal punto di vista scientifico. Queste persone sono anime perdute che cercano il male. Come diceva Tucker Carlson, hanno vite personali disastrose e sono agenti del male. Uccidono persone per puro gusto in tutto il mondo e distruggono anche le persone che gli sono più vicine, perché sono anime corrotte e perdute. Lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutto l’anno, unicamente con l’obiettivo di distruggere le cose. Un’altra cosa molto importante è che sono estremamente convincenti ed è per questo che non voglio usare la parola “psicopatico”, perché ci fa pensare a persone rinchiuse in manicomio, mentre spesso nei manicomi ci sono loro vittime. Queste persone sono affabili, sono fantastiche, sono persone meravigliose, quindi si presentano in modo estremamente convincente. Lo stesso Tucker Carlson lo descrive e questo è il suo punto debole: pensa che queste persone lo facciano per una qualche convinzione ideologica o perché hanno le informazioni sbagliate.
Queste persone lo fanno perché vogliono farlo, perché non possono fare altro, perché hanno questo obiettivo dentro di loro, che è sempre stato così e lo sarà per sempre. Tutte le culture del passato hanno riconosciuto questo tipo di figura. Gli iraniani sono stati tra i primi. Quindi, quello che Tucker Carlson e Steve Bannon inquadrano correttamente è la pericolosità di questi individui. Le persone descritte da Tucker Carlson come estremamente gradevoli, affascinanti, sono l’incarnazione del diavolo. Ce lo dicono che il diavolo è molto convincente. La cosa che il diavolo riesce a fare meglio di tutte è convincerci che non esiste. Se non comprendiamo questo fatto e non diventiamo dei cacciatori di demoni, non usciremo da questa situazione.
Questo non significa avviare una caccia alle streghe. Bisogna impegnarsi per capire chi possa essere il problema e c’è un modo semplice per farlo: anziché basarsi sulla confusione che aleggia sui social media o nella testa di alcune persone, bisogna osservare le azioni di questi individui. Se, come ci diceva Tucker Carlson, dei due proprietari di Fox News, che sono di origine australiana e quindi legati direttamente all’impero britannico, uno ha fatto della sua regione di origine il sostegno al massacro di altre persone a livello internazionale, queste non sono brave persone. Non sono coinvolte in questo progetto per interessi personali, perché anche il criminale più agguerrito, una volta trovato un modo per convivere con gli altri, trova nell’interesse economico la sua motivazione. Perciò, il migliore offerente può indurlo a fare una cosa piuttosto che un’altra. Questa gente, oltre a essere naturalmente ricompensata lautamente per il lavoro malvagio che svolge ogni giorno, lo fa perché lo vuole fare, perché lo deve fare, perché non può fare altrimenti. Se non usciamo da questa visione dei problemi come fonte della normale corruzione umana e di errori dovuti all’incompetenza, non ne usciremo mai, perché all’interno del nostro mondo ci sono individui che hanno l’unico obiettivo di distruggere chiunque e qualsiasi cosa arrivi a tiro.
Nei fatti di cronaca è facile imbattersi in storie di questo tipo: il padre di famiglia o la madre di famiglia o il figlio, apparentemente una persona fantastica e in armonia con tutti, un giorno si sveglia e uccide tutti. Direi, quindi, che è il caso di estendere questo concetto al mondo della politica e a quello della finanza. Forse non ve ne siete accorti, ma molti di questi individui sono nelle posizioni di controllo. Personalmente, non credo che Trump sia uno di questi.
Trump può essere una persona che commette errori, anche molto vistosi, e può essere influenzato nel modo sbagliato. Un’altra cosa molto importante da tenere a mente è che queste persone intervengono in modo feroce quando le cose vanno bene, quando le situazioni stanno migliorando, perché non riescono a tollerarlo. Se le cose vanno maluccio, possono stare a cuccia, come ci diceva anche Tucker Carlson in un’intervista, ma quando è il momento di fermare una possibile soluzione, quando è il momento di schiacciare le persone che stanno fiorendo e stanno crescendo, tirano fuori gli artigli e colpiscono in modo più duro e più feroce possibile, come ci ha detto sempre Tucker Carlson. E di nuovo, non si tratta di una questione di razza, di sesso, di nazionalità, di origine, culturale o di orientamento politico. Questa gente si trova dappertutto, spalmata nelle posizioni centrali, perché vuole arrivare, se ci riesce, alle posizioni più importanti per fare il massimo danno possibile. Di conseguenza, dobbiamo diventare più bravi a riconoscere questi comportamenti e dobbiamo smettere di essere ragionevoli e tolleranti, perché si tratta solo di errori, distrazioni o corruzione. Se si trattasse solo di corruzione, si risolverebbe, ma non è così. Bene, quindi quello che vediamo è un tentativo di decapitare la leadership in Iran da parte degli psicopatici che hanno lavorato con la stessa leadership in passato per decapitare altre leadership.
Questo è un altro fattore importante. Si alleano e poi si eliminano a vicenda. È sempre stato così. È così dalla notte dei tempi. Quindi forse è il momento di rendercene conto. Ma ora parliamo della situazione finanziaria e vediamo un altro contributo. In questo caso, vi propongo un breve estratto di Redacted, un canale YouTube che vi ho proposto anche in passato e che è gestito da due ex giornalisti, Natali e Clayton Morris, che provengono dal mondo dei media tradizionali. Clayton Morris in particolare proviene proprio da Fox News, ha lavorato con Tucker Carlson in passato. In questo caso intervistano Peter StOnge. Peter StOnge è un economista bitcoiner che lavora nel mondo delle criptovalute e che negli ultimi mesi ha mostrato una posizione abbastanza equilibrata, fornendoci una visione più centrata rispetto ad altre dell’andamento economico negli Stati Uniti. Ecco il video.
[Natali Morris]
Se gli Stati Uniti entrassero in una guerra su vasta scala con l’Iran, non sarebbe solo un disastro di politica estera, ma potrebbe anche provocare un terremoto economico, proprio quando stiamo assistendo a progressi nell’economia americana.
Gli analisti del petrolio stanno già avvertendo che i prezzi del greggio potrebbero salire a oltre 300 dollari al barile, innescando un’inflazione globale, carenza di energia, e una potenziale recessione che farebbe sembrare il 2008 un divertente picnic. Il nostro ospite di oggi è l’economista Peter Saint Onge, uno dei critici più acuti della pianificazione centrale, della spesa sconsiderata e delle ricadute economiche provocate dalla guerra. Quindi analizziamolo. Peter, cosa ne pensi? Questa tattica intimidatoria potrebbe risultare in un’inflazione globale, oppure non c’è una reale minaccia in questa situazione.
[Peter St. Onge]
La cifra di 300 dollari al barile è, secondo me, eccessiva. Del resto, ci viene dal ministro degli Esteri iracheno. L’Iraq è solidale con l’Iran. Questa simpatia è dovuta in parte al fatto che si tratta di un paese confinante e se ci fosse una vera guerra in Iran, l’Iraq si troverebbe al centro di una crisi umanitaria. Quindi ci sarebbero conseguenze anche per l’Iran. In parte è anche dovuto al fatto che il governo iracheno è solidale con l’Iran. Abbiamo speso più di un trilione di dollari per dare all’Iran un nuovo alleato. Molto intelligente. Ma 300 dollari sono sicuramente eccessivi. Solo per amor di discussione, se avessimo 300 dollari di petrolio, vi trovereste di fronte a qualcosa come 12 dollari al gallone di benzina, con un 10% di inflazione.
Sarebbe una catastrofe assoluta. È anche improbabile. Quindi torniamo al mondo reale e vediamo che JP Morgan, Mizuho, e Deutsche Bank, stanno tutte accarezzando scenari che pongono il prezzo del petrolio nella gamma compresa tra 120 e 115 dollari al barile. Si tratta di una cifra comunque molto alta. Come hai detto prima, il prezzo attuale è a 72 dollari. Quindi sarebbe quasi un raddoppio che porterebbe il prezzo della benzina negli Stati Uniti intorno a 5 dollari al gallone, con un’inflazione che salirebbe al 4 oppure al 5 %. Questo spazzerebbe via tutti i guadagni sull’inflazione ottenuti sinora da Trump.
Al momento, l’economia americana sta andando alla grande. L’inflazione è intorno all’1,5%. Quindi Trump ha fatto quello che aveva promesso, ovvero sbarazzarsi dell’inflazione di Biden. Se inizia una vera guerra in Iran, questo rovescerà completamente la situazione. Avrà anche altri effetti a catena. Ci sono i mercati finanziari. Un riprezzamento dei beni. Ma lo scenario dei 300 dollari sarebbe plausibile solo se ci fosse un blocco completo dello Stretto di Hormuz. Lo Stretto è largo circa 21 miglia nautiche. Ma le rotte di navigazione sono larghe circa 6 miglia, vale a dire. grossomodo la larghezza del fiume Hudson a New York. è un percorso molto, molto stretto che confina integralmente con l’Iran. Se questo venisse minacciato, allora si arriverebbe a uno scenario in cui il petrolio del Golfo Persico potrebbe essere teoricamente bloccato. Il risultato sarebbe duplice. Da una parte avremmo un blocco del flusso di petrolio. Negli anni Settanta, molto del petrolio proveniente dal Golfo Persico finiva negli Stati Uniti.
Oggi non è più così. Abbiamo il nostro petrolio. In realtà non costituisce nemmeno più gran parte del petrolio usato in Europa. Solo circa il 6% del petrolio consumato in Europa proviene dal Golfo Persico. Però mette in ginocchio la Cina che prende dal Golfo Persico circa un terzo del petrolio che consuma. Questo vale anche per il resto dell’Asia, compreso India, Singapore, e Giappone. Tutti loro dipendono profondamente dal petrolio del Golfo Persico.
Se questo si interrompe, si avrà una crisi in quei paesi. Ma, naturalmente, il modo in cui funzionano i mercati petroliferi mondiali è che anche se non si utilizza il petrolio del Golfo Persico, nel momento in cui la Cina o il Giappone non potessero ottenere il petrolio che gli serve, lo cercherebbero disperatamente altrove. Farebbero salire i prezzi del petrolio texano e di qualsiasi altro produttore. I russi, tra l’altro, guadagnerebbero alla grande. Ma anche così, il prezzo salirebbe a 130 dollari al barile, oppure più alto solo in caso di blocco completo.
[Clayton Morris]
Peter, hai per caso sentito questo termine: l’economia del disastro? Ho iniziato a conoscere questo termine negli ultimi due mesi, trasmette l’idea che ci sia una vera collaborazione tra il complesso militare-industriale, i media e le agenzie di intelligence governative che fondamentalmente spingono il pubblico americano a diventare propenso alla catastrofe. Immagino che il termine sia anche in sintonia con l’idea di una guerra prolungata. In sostanza consisterebbe nel renderci in qualche modo favorevoli all’idea di entrare in una guerra vera e propria contro l’Iran, perché queste varie agenzie avrebbero preparato il terreno affinché l’opinione pubblica fosse favorevole a un progetto del genere. Cosa ne pensi dell’argomento dell’economia del disastro e che relazione avrebbe con tutto questo?
[Peter St. Onge]
Beh, penso che la logica sia impeccabile. Voglio dire, dopo le banche centrali, la guerra è l’attività più redditizia che un governo possa imporre sulle spalle dei propri cittadini. Quindi non ho dubbi che funzioni. Ma, come in qualsiasi azienda, non è possibile vendere lo stesso prodotto in eterno. E anche nel caso delle guerre, non le si può vendere a tempo indeterminato. Alla fine, la gente si stanca di pagare per l’Afghanistan. Quindi c’è bisogno di un flusso costante di nuove guerre per mantenere il riciclo di denaro. Nelle guerre si fanno un sacco di soldi. E tutti i partiti sono d’accordo. I lobbisti sono molto intelligenti nello scegliere chi corrompere. Puntano contemporaneamente su tutti i tavoli. Comprano armi da fabbriche collocate in tutti gli stati. Tengono tutti dalla loro parte. Quindi penso che, senza dubbio, i governi siano impegnati in questo tipo di attività da millenni. Basta pensare all’Impero Romano. Si verifica ogni volta che i governi hanno un incentivo molto, molto profondo per aizzare la gente alla guerra.
E sfortunatamente, quando si tratta di guerra, c’è questa sorta di istinto umano che ci porta a vederla in modo molto eroico, come se certi sacrifici fossero qualcosa di bello. Per esempio, se guardiamo all’offensiva durante l’ultima Guerra Mondiale, qualsiasi propaganda britannica sulla guerra celebrava quanto fosse incredibile l’offensiva e di come eravamo speciali mentre stavamo rintanati nei tunnel della metropolitana a prendere il tè. E la gente non si ferma mai a chiedersi se magari avremmo forse potuto evitare la guerra del tutto. Se è per questo, magari avrebbero dovuto pensarci già nel 1937 oppure nel 1914. Non avremmo avuto nulla di tutto ciò, nemmeno i campi di sterminio. Ma invece, in un certo senso, sorvolano sulla questione. E ci dicono che la guerra fa parte della natura umana. Cade dal cielo e non possiamo farci niente. Diamine, è eroica. Ce la vendono come se l’apice dell’esistenza umana fosse raggiungibile solo mediante la sofferenza della guerra.
[Natali Morris]
Ora, uno dei libri di cui parli spesso è “Porre fine alla Fed” di Ron Paul. Ron Paul dice molto chiaramente che se non avessimo la Fed, non saremmo in grado di permetterci di partecipare a queste guerre. La Federal Reserve, la banca centrale americana, manipola il dollaro USA in modo che possiamo farlo. Quindi potresti spiegarci come funziona’? Perché stiamo entrando in guerra grazie all’esistenza di un sistema finanziario perverso.
[Peter St. Onge]
In effetti, la Fed è fondamentalmente la finanziatrice iniziale di ogni nuova crisi, il che vale anche per le guerre e per il COVID. Immaginate all’inizio del covid che il governo ci dica che chiuderanno l’intera economia, dimezzando il prodotto interno lordo e il gettito fiscale, ma che compenseranno, licenziando tutti i dipendenti pubblici. Non se ne parla nemmeno. Se fosse stato così, non avrebbero mai fatto i lockdown. L’unico motivo per cui hanno potuto farlo è grazie all’intervento della banca centrale. Hanno chiesto alla Fed di stampare sette trilioni di dollari per corrompere la gente affinché se ne stesse seduta sul divano. Quindi ci siamo tutti seduti chiedendoci cosa diavolo fosse successo agli americani che sopportavano tutto questo.
Ma in effetti erano stati tutti pagati dalla banca centrale con la sua stampante di denaro illimitata. è stato vero nel covid, ed è vero in ogni singola guerra. Immaginatevi che dopo l’11 settembre, oppure all’inizio di qualsiasi altra guerra inutile che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni, avessero spiegato al popolo americano che, per finanziarla, avrebbero dovuto eliminare, per esempio, le scuole pubbliche. Nessuno lo avrebbe tollerato. Quindi l’unica ragione per cui tutto questo può funzionare è che la Fed sia pronta a finanziare tutti i deficit pubblici. Finanziare l’inizio della guerra fino a quando non muoiono alcuni americani. A quel punto, non c’è più bisogno di potenziare le pubbliche relazioni. La gente è già infuriata. Quindi i banchieri centrali sono i finanziatori iniziali che possono avviare la guerra e portarla attraverso la fase iniziale fino a quando non può sostenersi da sola grazie allo spargimento di sangue americano. E lo stiamo vedendo accadere anche questa volta.
[Clayton Morris]
Peter, un’ultima domanda. Quanto pensi che siamo vicini alla rovina economica, in questo momento, negli Stati Uniti? Sarà questa guerra a spingerci oltre il baratro?
[Peter St. Onge]
Penso che finché ne rimaniamo fuori, non corriamo un grave pericolo. E la ragione è che Israele ha solo risorse limitate. Israele, finora, ha condotto attacchi chirurgici. Hanno scelto con cura i loro obiettivi. E in parte è perché sono costretti. Hanno solo una quantità limitata di risorse. Spero che non andremo fino in fondo, perché a quel punto sarebbe la fine dell’intero boom di Trump. Tutto lo slancio di cui dispone in questo momento, tutto il sostegno popolare su cui può far leva per sistemare il pasticcio lasciato da Biden, verrebbe completamente a mancare. Nessuno sarebbe più disposto a fare sacrifici per agevolare il suo progetto.
[Natali Morris]
È proprio quello che pensiamo anche noi. Perché credi che correrebbe questo rischio? Avevo davvero creduto alla sua promessa che la prosperità economica fosse una delle sue priorità.
[Peter St. Onge]
Una delle mie più grandi preoccupazioni, e l’abbiamo avuta per 50 anni, è che i presidenti si siedono in questi briefing dell’intelligence, e la gente entra con l’obiettivo di vendergli qualcosa. È come uno spettacolo di pubbliche relazioni dove vengono semplicemente convinti a fare queste cose. E ricordo che, all’inizio della sua amministrazione, Trump non faceva i suoi briefing quotidiani e la rivista Politico e la sinistra americani erano preoccupati. Mentre io rendevo grazie a Dio per il fatto che non veniva sottoposto a questa propaganda ogni mattina. Se dovessi sedermi ogni mattina per mezz’ora con un agente della CIA che sta cercando di vendermi una guerra, alla fine ne sarei logorato. E hanno persone molto intelligenti che cercano di vendere queste guerre in tutti i modi. E purtroppo, sembra che abbiano fatto breccia.
[Natali Morris]
Beh, questa è una visione più positiva di quella che il resto di noi sta prendendo. Crediamo che ci debba essere una sorta di compromesso. Voglio davvero dargli il beneficio del dubbio a causa di queste promesse non ortodosse.
Come vi dicevo prima, quindi, gli Stati Uniti stanno andando bene dal punto di vista economico. La cura di Trump sta funzionando. Sta funzionando anche per quanto riguarda le informazioni che girano, e che vedo essere campate per aria, sui canali mainstream, ma anche sui canali alternativi e in Italia. In realtà gli Stati Uniti stanno andando bene, stanno prosperando, ed è proprio per questo che i demoni devono attaccare ora. Non possono tollerare che gli Stati Uniti, il popolo americano, possa stare meglio o che altri popoli possano stare meglio grazie al lavoro degli Stati Uniti. E quindi questo è il momento, ora o mai più.
Una cosa importante da chiarire rispetto alle persone che mi seguono da tempo e che sono estimatori di Adam Smith e di tutto il filone del libero mercato è che, innanzitutto, Adam Smith ha fornito le sue informazioni in un’epoca in cui il denaro non era un problema, si usava l’oro. Quindi, si potevano fare confronti a parità di condizioni e lasciare che l’oro bilanciasse le cose in modo naturale, come faceva quando una nazione diventava più specializzata nella produzione e l’altra nei consumi. Se non sbaglio, Adam Smith ha pubblicato il suo famoso libro “Ricchezza delle Nazioni” per contrastare il mercantilismo dell’élite britannica dell’epoca, che cercava di sfruttare il lavoro interno a beneficio di pochi e il lavoro esterno a beneficio di pochi, e di mettere dei blocchi, delle tariffe e delle protezioni. Il problema è che, con l’uscita dell’oro dal quadro e l’entrata del denaro a fiat, ci sono altre leve di manipolazione possibili.
Quindi, se si tiene un mercato totalmente aperto e, nel contempo, si bloccano i produttori locali e non si consente loro di competere in modo equo perché si impongono una serie di regole, si crea un mercantilismo che si propone come libero mercato. Attualmente, non c’è niente di libero nel mercato, anche perché il prezzo del denaro è stato stabilito centralmente dalle banche centrali. Se c’è una cosa importante nel mercato libero, è la libertà del denaro e la libertà dei tassi di interesse. Nel momento in cui vengono centralizzati, non si tratta più di un libero mercato, ma di un mercantilismo a 360 gradi che si camuffa da libero mercato. Questo è anche una cosa che molti estimatori e propositori del libero mercato non hanno ancora compreso appieno. Saint-Onge ce lo fa capire: solo grazie alle invenzioni delle banche centrali si sono potute avere due guerre mondiali e si è potuta innescare tutta questa serie di guerre senza fine. Se non ci fossero le banche centrali, i governi si sarebbero fermati a un certo punto, come succedeva in passato. I governi crollavano, e gli imperi crollavano. L’abbiamo visto anche nell’impero romano, quando il denaro finiva e semplicemente non era più possibile produrre altro.
Nel caso dell’impero romano, che tra l’altro ha seguito una vita abbastanza parallela a quello cinese che abbiamo visto nelle guerre dell’oppio, è morto anch’esso a causa dell’inflazione del denaro; nel caso dei Romani, hanno inflazionato il denaro cambiando il contenuto delle monete. Invece dell’argento, hanno iniziato a coniare monete di metalli diversi, con un leggero strato d’argento sopra. Quindi, è sempre stata una svalutazione del denaro, ma era più complicata da realizzare. Bisognava recuperare le monete, rifonderle, un lavoro complicato. Di conseguenza, mentre l’imperatore crollava o veniva ucciso o veniva sostituito da un altro. Se non ricordo male, i Romani ebbero un periodo in cui l’imperatore cambiava ogni due anni, più o meno. Solo con l’arrivo di Diocleziano, che ha risanato le finanze, l’impero si è consolidato.
La parte fondamentale di qualsiasi guerra sono le banche centrali, che finanziano entrambe le parti sempre, perché ci guadagnano da entrambe. Ora vi propongo un ultimo video che offre una prospettiva leggermente diversa rispetto a quella di Trump. Potete condividerla o meno, ma rappresenta una componente crescente negli Stati Uniti, quindi è meglio che ne siate consapevoli. Questa signora lavora nel mondo della politica da 71 anni, quindi è una veterana. Apparteneva prima al gruppo fondato da Lyndon LaRouche, un personaggio politico americano, gruppo che poi si è separato. Vi ho proposto una conferenza del gruppo LaRouche originale, che si è evoluto separatamente da questi altri fondatori, i quali oggi si chiamano Prometheon. In ogni caso, sostengono di essere rimasti più vicini al filone originale di LaRouche e hanno un messaggio, credo, interessante. Ecco il video.
[Susan Kokinda]
Sono passati due giorni da quando il presidente Trump è uscito dal vertice del G7 a Calgary per tornare a Washington nel cuore della notte per affrontare la crisi israelo-iraniana. Ma quello che è successo prima che se ne andasse ha gettato l’élite globale in piena modalità panico. La maggior parte delle persone pensa che si tratti solo dell’Iran e di Israele, ma quello a cui state assistendo è qualcosa di molto più grande. Trump sta sistematicamente smantellando il sistema imperiale britannico del dopoguerra, e lo sta facendo mentre offre i più grandi aumenti salariali che i colletti blu americani abbiano visto in 60 anni. I burattini dell’impero possono vedere che il loro gioco è finito. Sono Susan Kokinda, e combatto questa battaglia dal 1971, quando sono entrata a far parte dell’organizzazione di Lyndon LaRouche il giorno in cui Nixon ha posto fine al sistema di Bretton Woods. Ho visto ogni tentativo di liberarsi dal controllo imperiale britannico, e posso dirvi che quello che Trump sta facendo in questo momento è senza precedenti.
Quindi oggi analizzerò ciò che è realmente accaduto alla riunione del G7, come Trump sta affrontando la crisi iraniano-israeliana in modi che la maggior parte delle persone non capisce, e come gli inglesi sono in preda al panico perché la rivoluzione economica e strategica di Trump sta funzionando, e può porre fine all’ordine globalista del dopoguerra se la si capisce e la si sostiene. E avete visto i titoli dei giornali. Trump ha lasciato il vertice del G7 a Calgary in anticipo, tornando a Washington per affrontare la crisi israelo-iraniana. Ma la vera storia è ciò che Trump ha detto prima di andarsene, proprio in faccia all’élite globalista. In piedi accanto al primo ministro canadese Mark Carney, l’icona stessa della politica economica globalista del dopoguerra, Trump ha criticato il G7 per aver cacciato la Russia da quell’istituzione nel 2014.
Ha detto che il G7, una volta, si chiamava G8. Barack Obama e una persona di nome Trudeau hanno deciso che la Russia non avrebbe più dovuto farne parte. Direi che è stato un errore, perché penso che non ci sarebbe una guerra in Ucraina in questo momento se la Russia fosse rimasta nel G8. Considerate la cosa attentamente. Trump, di fronte a tutto il mondo, ha detto agli architetti dell’ordine postbellico che il problema sono loro e il loro sistema nel suo complesso. E ha ragione. Il G7 rappresenta tutto ciò che Trump sta smantellando. Quando Trump dice che aver buttato fuori la Russia è stato un errore, non sta parlando solo dell’Ucraina. Sta dicendo che il problema è il loro sistema. E che il loro sistema crea la guerra. Perché il vecchio ordine mondiale ha bisogno di nemici per sopravvivere.
Trump, invece, vuole partner. Uno di questi partner è la Russia. Trump ha avuto due recenti discussioni con Vladimir Putin sul potenziale che la Russia può esercitare nell’aiutare a mediare la crisi israelo-iraniana. Una delle due conversazioni è stata proprio prima che Israele attaccasse preventivamente l’Iran, e l’altra è stata sabato, dopo che Israele aveva lanciato gli attacchi. Proprio oggi, la Tass ha riferito nuovamente che la Russia è pronta a mediare la situazione in Iran. Ricordate anche che la Russia continua a evidenziare il ruolo degli inglesi nell’aiutare non solo l’Ucraina e i loro attacchi con i droni contro la Russia, ma anche nell’assistere Israele nell’operazione con l’Iran. Ora, Bill O’Reilly ha detto qualcosa di molto rivelatore in un’intervista a NewsNation lunedì.
O’Reilly ha detto quanto segue. Oggi ho mandato un messaggio al presidente Trump. Non vuole usare la forza aerea americana a questo punto, perché ciò causerebbe problemi con la Cina e con Putin. Come molti di voi sanno, O’Reilly non è un fan di Xi Jinping o di Putin. All’inizio dell’intervista, era d’accordo con il conduttore che stava iperventilando sul fatto che il mondo sarebbe stato migliore senza di loro. Ma quello che ha detto su Trump è la chiave.
In quale mondo il presidente degli Stati Uniti si preoccuperebbe mai di causare problemi con la Cina e con Putin? Non certo nel mondo di Mark Carney. Non certo nel mondo rappresentato nel recente rapporto sulla strategia di difesa britannica, che tratta Russia e Cina come nemici permanenti. Non certo nel mondo di Lindsey Graham o di Mike Pompeo. Donald Trump è impegnato in un nuovo mondo di nazioni sovrane, non in un mondo in cui le nazioni sono pezzi sulla scacchiera geopolitica che devono essere spostati o sacrificati dai signori globali. Guardate, c’è un sacco di turbolenza politica. Ci sono moniti secondo i quali Trump si sta vendendo ai neoconservatori oppure ai sionisti. E dall’altra parte, ci sono i falchi della guerra che vogliono scomunicare i sostenitori di Trump che sono contrari alla guerra con l’Iran. A tutti, però, manca un ingrediente essenziale. Trump sta cercando di districare decenni di politica imperiale, e lo sta facendo alla luce del sole.
Trump si scontra, in patria e all’estero, con leader politici e movimenti sociali che sono stati creati dalle élite britanniche. Sionisti, fondamentalisti islamici radicali, neoconservatori, per non parlare di tutti i pazzi sul fronte della sinistra americana. Queste forze sono state scatenate in un mondo con cui Donald Trump deve fare i conti mentre cerca di prendere il comando della situazione, mantenendo il suo impegno a difendere gli Stati Uniti e ristabilirli come una repubblica sovrana. E questo è ciò che terrorizza il vecchio mondo.
Ma Donald Trump ha bisogno anche di qualcos’altro. Ha bisogno di persone qui negli Stati Uniti e in tutto il mondo per dipanare la nebbia della guerra che avvolge il suolo nella sua interezza e vedere chiaramente questo quadro più ampio e i princìpi più profondi. Questo è ciò che facciamo noi di Promethean Action, e vi incoraggiamo a iscrivervi alla nostra newsletter e a entrare a far parte di una comunità di persone in grado di pensare e agire in modo strategico. ora parliamo dell’Iran. I social media sono un focolaio di voci e di allarmismo. Trump sta cedendo ai neoconservatori oppure ai sionisti? Non credo proprio. Gli Stati Uniti entreranno in questo conflitto se l’Iran si rifiuta di cedere? Beh, Donald Trump è stato abbastanza chiaro su questo, e forse quando guarderete questo video, quella domanda immediata avrà avuto una risposta. Ma la domanda più duratura è: Trump capisce veramente quali sono i principi in gioco? Penso che possiate trovare la risposta in un recente tweet del vicepresidente JD Vance. Ha detto che il presidente è stato sorprendentemente coerente per oltre 10 anni sul fatto che l’Iran non può avere un’arma nucleare.
E negli ultimi mesi, ha incoraggiato la sua squadra di politica estera affinché raggiungesse un accordo con gli iraniani per raggiungere questo obiettivo. Il presidente ha chiarito che l’Iran non può continuare ad arricchire l’uranio, e ha detto ripetutamente che ciò accadrà in due modi, il modo più facile oppure nell’altro. Vans continua spiegando che l’Iran potrebbe avere energia nucleare civile, ma che ha continuato a produrre uranio arricchito a un livello di concentrazione gran lunga superiore alle esigenze civili, in violazione dei suoi obblighi. E poi Vance sottolinea che, naturalmente, la gente ha ragione ad essere preoccupata per il coinvolgimento americano in terra straniera dopo gli ultimi 25 anni di politica estera idiota. Ma dice che crede che il presidente si sia guadagnato una certa fiducia sulla questione.
E avendo visto questo da vicino e personalmente, può assicurarci che Trump è interessato solo a usare l’esercito americano per raggiungere gli obiettivi del popolo americano. Qualunque cosa faccia, questo è il suo obiettivo. E questa è la differenza fra Trump e i neoconservatori. I neoconservatori e i loro controllori imperiali britannici vogliono una guerra senza fine e un perpetuo cambio di regime. Guardate l’Iran e Israele, entrambi focolai di operazioni di intelligence britanniche che risalgono a tutto il periodo postbellico. Nel suo briefing di lunedì, Barbara ha discusso di come gli inglesi, con l’aiuto della CIA, abbiano rovesciato il governo di Mossadegh in Iran negli anni ’50, abbiano messo lo Scià al potere e poi lo abbiano rovesciato quando ha fatto comodo ai loro scopi, il che ha portato all’installazione del regime islamico. Trump si è impegnato a porre fine a tutto questo. Ma bisogna riconoscere che lui, e la sua squadra relativamente piccola, hanno a che fare con una cultura della guerra e del cambio di regime che è profondamente radicata nell’intelligence, e nelle istituzioni militari occidentali. Ma stanno anche facendo qualcosa di ancora più fondamentale. Trump sta minacciando di sostituire l’ordine economico liberale del dopoguerra con il più drammatico ritorno al sistema americano che si sia mai visto da generazioni.
Mentre Trump affrontava la crisi globale, in patria le sue politiche hanno prodotto qualcosa di incredibile. Gli operai hanno visto una crescita dei salari reali di quasi il 2% nei primi cinque mesi, il più grande aumento che qualsiasi amministrazione americana abbia mai prodotto in quasi 60 anni. Il segretario al Tesoro Bessent ha sottolineato che l’aumento di quasi il 2% è senza precedenti ed è il risultato dell’enfasi posta sulla produzione, e sull’impegno a rimuovere gli immigrati illegali dalla forza lavoro. Dopo che la polizia frontaliera ha fatto irruzione in un impianto di confezionamento della carne nel Nebraska, decine di americani si sono presentati il giorno dopo per compilare le domande di lavoro. È così che si ripristina la dignità del lavoro. E l’Impero britannico ha passato secoli a convincere gli americani che la prosperità richiede guerre imperiali e manodopera straniera a basso costo. Trump sta dimostrando che si sbagliano. Ma mentre Trump combatte l’impero globale all’estero, affronta anche il sabotaggio in patria. In questo momento, lo stesso collettivo di RINO neoconservatori al Senato che si è opposto a soluzioni pacifiche in Ucraina e Iran, sta cercando di sventrare la rivoluzione economica di Trump.
La Big, Beautiful Bill di Trump, la nuova legge finanziaria in discussione al Senato, rappresenta il punto di partenza della sua rivoluzione economica. Ma i repubblicani del Senato, infettati da quella che io chiamo la malattia gemella della guerra perpetua e dell’ideologia libertaria del libero scambio, stanno cercando di annacquare le disposizioni che aiuteranno la crescente base della classe operaia di Trump. Stanno tagliando il sostegno ai servizi sanitari gratuiti, stanno minando la fornitura di mance senza tasse e riducendo gli incentivi alla produzione che potrebbero creare fino a 6 milioni di posti di lavoro per i colletti blu. Se riusciranno a sventrare questo disegno di legge, saboteranno la promessa di Trump ai lavoratori americani e, potenzialmente, consegneranno le elezioni di medio termine ai democratici. Ora, ecco dove anche i migliori sostenitori di Trump non si stanno dimostrando all’altezza della situazione.
Parlano dello stato profondo, della macchina da guerra e della CIA, e non hanno torto. Ma quando Tucker Carlson e Steve Bannon non collegano l’apertura di Trump alla Russia e alla Cina con la sua più ampia strategia per distruggere il controllo imperiale britannico, lasciano la gente sospesa nell’aria. Quando Trump parla di lavorare con la Russia e con la Cina, non sta tradendo gli interessi americani. Sta costruendo la coalizione necessaria per spezzare finalmente l’egemonia imperiale britannica. Provate a rifletterci. La Russia ha vaste risorse naturali, la Cina ha capacità produttive e l’America ha i mercati tecnologici e dei capitali. Insieme, rappresentano una potente combinazione che potrebbe includere anche l’India che rappresenterebbe un’alternativa al sistema finanziario incentrato su Londra, che ha dominato il mondo dalla Seconda guerra mondiale.
Ed è per questo che gli inglesi sono disposti a rischiare la terza guerra mondiale pur di fermare Trump. Sanno che se lui riesce a creare un nuovo allineamento di nazioni sovrane, il loro gioco secolare è finito. Quindi l’unico modo per superare questa crisi è riconoscere la natura più profonda di questa lotta. È il sistema americano contro il sistema britannico. Si tratta di sapere se avremo un mondo di nazioni sovrane che cooperano per il reciproco vantaggio oppure un mondo di guerre senza fine, progettate per impedire a qualsiasi nazione di raggiungere la vera indipendenza. Quindi non smarritevi nel rumore quotidiano, nell’isteria di Twitter o nell’analisi apocalittica dei media che vivisezionano tatticamente ogni mossa. Quello a cui state assistendo è la crescita del potenziale necessario per distruggere un sistema imperiale vecchio di 400 anni e la nascita di qualcosa di nuovo. Quando gli operai ottengono il loro più grande aumento di stipendio in 60 anni, quando Trump abbandona le istituzioni globaliste, quando si rivolge a Russia e Cina per porre fine alle guerre imperiali, questi non sono eventi separati. Fanno tutti parte della stessa strategia.
Ripristinare la sovranità americana e aiutare le altre nazioni a fare lo stesso.
Come accennato in un altro video precedente, per molti americani si tratterebbe di una nuova rivoluzione, un modo per liberarsi completamente e definitivamente da un impero finanziario che ha costretto gli americani a fare il lavoro sporco per qualcun altro senza trarne alcun beneficio, se non quello di premiare alcune élite costiere, come New York o Los Angeles, che ne hanno beneficiato ampiamente. Potete crederci o meno, potete apprezzarlo o meno, ma credo che i contenuti che vi proporrò sul nuovo ordine mondiale possano aiutarvi a inquadrare le cose un po’ meglio. Questo è ciò in cui un numero crescente di americani crede ed è quindi un filone su cui si stanno orientando.
Finché Trump rimarrà allineato a questo tipo di impostazione, godrà del sostegno della gente. Se dovesse commettere errori personali, dovesse corrompersi o subire pressioni, quindi ricatti, per qualsiasi motivo, gli Stati Uniti verrebbero coinvolti in una guerra di lungo periodo con l’Iran e verrebbe semplicemente gettato via come uno straccio sporco. Grazie dell’attenzione e vi saluto. Pubblicherò i video sul nuovo ordine mondiale come appuntamento fisso. Si tratta di video non recenti, ma farò un piccolo cappello e mi auguro che possano essere di interesse per voi.
Roberto Mazzoni