La disfatta afgana – MN #332

Il disastroso ritiro dall’Afghanistan degli Stati Uniti gestito da Joe Biden ha lasciato vittime sul campo, ha posto in seria crisi diverse alleanze atlantiche e ha consegnato ai Talebani l’intera nazione, completa di un’enorme fornitura di mezzi bellici. La Casa Bianca ha seguito puntualmente gli ordini che venivano dai Talebani, ha ceduto a questi ultimi l’impenetrabile base militare di Bagram, ritirando le proprie forze armate di notte senza informare nemmeno i propri alleati della NATO e tanto meno il governo ufficiale di Kabul e i militari regolari afgani. Ha quindi fatto rientrare diverse migliaia di soldati statunitensi posizionandoli nell’aeroporto civile di Kabul, un’area impossibile da difendere e che era completamente circondata dai Talebani che lasciavano entrare solo chi volevano loro.

Quest’area è stata fatta oggetto di diversi attentati terroristici. Uno di questi, il 26 agosto, è costato la vita a 13 militari statunitensi e 170 vittime civili fra cui tre cittadini britannici.

Un secondo attentato è stato sventato il 29 agosto facendo esplodere nelle vie di Kabul un’autobomba che stava andando verso l’aeroporto. L’esplosione è stata eseguita tramite un drone statunitense e ha prodotto anche vittime civili. Testimoni civili afgani sostengono che in realtà l’auto colpita dal drone fosse di un ingegnere afgano che aveva lavorato per molti anni per una società giapponese e che quindi non poteva essere in alcun modo un terrorista.

Il problema degli attacchi con i droni è che, in mancanza di personale militare su terreno che possa confermare gli obiettivi, si colpisce alla cieca.

 Infine il 30 agosto diversi razzi sono stati sparati sull’aeroporto mentre le truppe americane continuavano freneticamente gli ultimi sforzi di evacuazione nonostante Joe Biden avesse rassicurato che avrebbe mantenuto la scadenza di ritiro del 31 agosto come imposto dai Talebani.

Molti cittadini americani abbandonati dietro le linee nemiche

La scadenza è stata criticata da numerosi alleati della NATO che si sono trovati costretti a fare i salti mortali per recuperare i propri cittadini. Ma i Talebani avevano promesso conseguenze drastiche qualora non fosse stata rispettata. Di fatto la Casa Bianca ha lasciato in Afghanistan e nelle mani dei Talebani alcune centinaia di cittadini americani e svariate migliaia di cittadini afgani che hanno collaborato che le forze di occupazione americane.

Il ponte areo allestito in fretta e furia all’aeroporto civile di Kabul ha comunque prelevato dall’Afghanistan circa 120.000 afgani e 6.000 cittadini statunitensi. La Casa Bianca sostiene che abbiano prelevato il 90% dei cittadini americani che volevano partire. Questo vorrebbe dire che restano in Afghanistan almeno 660 cittadini statunitensi.

Si sa di numerosi vari casi di americani che sono arrivati ai cancelli dell’aeroporto e vi sono rimasti per lungo tempo senza mai riuscire ad entrare.

Si preannuncia una potenziale crisi di ostaggi molto peggiore della crisi iniziata a Teheran nel 1979 e che costò la rielezione del presidente democratico Jimmy Carter. Nell’ambasciata americana, 52 ostaggi statunitensi furono tenuti prigionieri per 444 giorni a da un gruppo di studenti islamici affiliati alle forze rivoluzionare dell’Ayatollah Ruhollah Khomeini.

Peggio della fuga da Saigon alla fine della guerra del Vietnam

Il ritiro è già stato talmente caotico e disastroso da aver superato per impatto mediatico e conseguenze il ritiro degli americani da Saigon dopo la fine della guerra in Vietnam. Ritiro che costò la rielezione del presidente repubblicano Gerald Ford che aveva sostituito Richard Nixon dopo che costui si era dimesso in seguito allo scandalo Watergate.

La ritirata del 1975 vide gli americani lasciare l’ambasciata statunitense si Saigon a bordo di elicotteri che partivano dal tetto, mentre le strade venivano occupate dall’esercito comunista del Vietnam del Nord. Una situazione simile, ma non tanto grave come quella di Kabul innescata da Joe Biden e dal suo staff.

All’epoca di Saigon, i nord-vietnamiti bombardavano l’aeroporto militare americano di Saigon mentre la gente si riversava sulla pista nella disperata speranza di poter fuggire. Un aereo americano fu colpito e morirono diversi marine statunitensi. Si tratta di una situazione quasi identica a quella vissuta da Joe Biden nelle ultime caotiche settimane a Kabul. In entrambi i casi, il complesso militare e diplomatico americano ne esce fortemente umiliato.

Ma qui abbiamo un’enorme differenza: il tracollo afgano avviene a pochi giorni dal ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di new York, avvenuto l’11 settembre 2001. Attentato che, nelle dichiarazioni ufficiali, è stato imputato al gruppo terroristico Al Quaeda, che aveva radici in Afghanistan. E’ stato proprio per questo attentato che il presidente George W. Bush ha invaso l’Afghanistan nel 2001, abbattendo il governo talebano dell’epoca e dando inizio a una guerra durata 20 anni con uno spreco di vite e denaro che supera, secondo diverse stime, i 2 trilioni di dollari.

L’attentato del 26 agosto è stato condotto da un suicida che si è fatto esplodere davanti a uno dei cancelli più affollati dell’aeroporto dopo aver superato i controlli di sicurezza organizzati all’esterno dell’aeroporto dai Talebani che hanno avuto a loro volta subito 28 vittime.

L’attentato di ISIS-K, forse talebani sotto mentite spoglie?

L’attentato è stato rivendicato da ISIS-K, una fazione del gruppo terroristico ISIS (Islamic State of Iraq and Syria) già noto per le sue feroci attività terroristiche nel medio oriente.

ISIS è anche conosciuto come la branca irachena del gruppo terroristico Al Quaeda gestito da Osama Bin Laden, che aveva la propria base originale in Afghanistan durante il precedente regime talebano e che è ritenuto ufficialmente responsabile per l’attacco del 9 settembre alle torri gemelle a New York. Quindi, alla fine, l’opinione pubblica americana può vedere che Al Quaeda, con un esercito di irregolari di 70.000 uomini, ha vinto contro la più grande potenza militare al mondo e contro un esercito regolare afgano che, stando alle dichiarazioni di Biden, contava 300.000 uomini. Senza contare le forze militari alleate di 35 altri Paesi tra cui l’Italia.

A dispetto di quanto dichiarato da Biden, stime più accurate indicano che le forze attive dell’esercito afgano erano 170.000 uomini e che la parte restante erano agenti di polizia. Rimane il fatto che il grosso dell’esercito si è arresto senza sparare un colpo.

ISIS-K è conosciuto come l’Islamic State Khorasan, secondo il nome di una regione storica dell’Asia centrale che include anche l’Afghanistan. Ufficialmente ISIS è una nemica dei Talebani, ma di fatto i guerrieri dei due fronti spesso scambiano i ruoli, si sposano tra loro e una delle prime cose che i Talebani hanno fatto è stato di aprire le prigioni afgane dove si trovavano migliaia di terroristi di Al Quaeda e di ISIS.

Amrullah Saleh, vicepresidente del precedente governo democratico di Kabul e nuovo presidente reggente, è rimasto in Afghanistan dopo che il presidente in carica insediato dagli americani, Ashraf Ghani, è fuggito precipitosamente il 15 di agosto quando i Talebani hanno occupato Kabul senza sparare un colpo. I russi lo hanno accusato di essere scappato con un grande quantità di denaro.

Ashraf Ghani è un esponente dell’élite universitaria e finanziaria statunitense. E’ stato professore di antropologia all’università Johns Hopkins e poi ha lavorato nella Banca Mondiale. Di orientamento politico liberale e quindi vicino a Joe Biden, Ghani si è rivelato altamente corrotto. E’ fuggito da Kabul il 15 agosto mentre i Talebani prendevano il controllo della capitale, per rifugiarsi negli Emirati Arabi Uniti che gli hanno concesso asilo. L’ambasciata afgana del Tajikistan ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti per aver rubato fondi pubblici durante la fuga.

Il vicepresidente Saleh, che è rimasto in Afghanistan per combattere per il proprio popolo, ha dichiarato: “Abbiamo ogni evidenza che dimostra che le cellule terroristiche i ISIS-K hanno le proprie radici tra i Talebani e nella rete di Haqqani (un altro gruppo terroristico che è alleato dei Talebani), soprattutto quelli che operano a Kabul”.

Quindi ISIS-K sarebbe semplicemente un estensione dei Talebani che finge di essere contraria al regime talebano, ma che opera per mettere ancora più pressione sugli americani e le altre forze della coalizione affinché se ne vadano il prima possibile.

D’altro canto sono stati proprio i Talebani, nelle ultime settimane, a mettere in libertà migliaia di terroristi di ISIS e Al Quaeda che prima erano detenuti nelle prigioni afgane. Il fatto che 28 talebani siano morti nell’attacco dinamitardo all’aeroporto potrebbe portarci a scagionare i Talebani, ma l’uccisione dei propri soldati per causare una crisi è una prassi che è stata collaudata per secoli dagli stessi giapponesi nelle loro attività in Asia e copiata da altri.

L’ultimatum dei Talebani a cui Joe Biden si è inchinato

Proprio i Talebani avevano già ammonito Joe Biden affinché non prolungasse la permanenza dei militari americani nell’aeroporto di Kabul oltre il 31 agosto salvo pagare care conseguenze. Biden aveva già accettato fin da subito l’ultimatum dei Talebani e lo aveva confermato con il passare dei giorni nonostante le reazioni avverse di numerosi parlamentari statunitensi e nonostante che, così facendo, abbandoni in Afghanistan centinaia di cittadini americani e migliaia di collaboratori afgani a cui era stato promessa un’uscita sicura dal Paese.

L’attentato ha tuttavia accelerato il processo di abbandono dell’aeroporto e di fatto gli americani che tra mille pericoli avevano raggiunto i cancelli dell’aeroporto sono stati istruiti di tornare a casa per evitare di cadere vittima di altri attentati e i militari americani hanno lasciato Kabul un giorno prima della scadenza, il 30 agosto, abbandonando altro materiale bellico nelle mani dei Talebani.

Joe Biden osanna l’operato del proprio staff in quella che lui dichiara la migliore operazione di salvataggio che sia mai stata realizzata. In realtà, dei 120.000 circa afgani che sono stati trasportati negli USA si sa ben poco e non è stato possibile accertarsi che tra loro ci fossero solo collaboratori autorizzati.

Anzi, da un primo spulcio dei nominativi, almeno 100 risultano segnalati come potenziali terroristi. Benché stia tentando di far passare nel dimenticatoio l’accaduto, è probabile che la ritirata disastrosa in Afghanistan continui a minare la presidenza di Biden e alimenti una serie di attività di opposizione che possano portare alle sue dimissioni anticipate come pure alle dimissioni dei personaggi chiave del suo staff che sono stati coinvolti nel disastro.

Per capire l’evoluzione della situazione, partiamo dalla caduta di Kabul che ha dato il via alla crisi.

Vediamo una sintesi della situazione fatta da Sean Hannity, giornalista di Fox News e uno dei più noti giornalisti negli USA, poco dopo l’occupazione talebana della capitale. Già prevedeva il disastro che si sarebbe manifestato nei giorni seguenti e che Biden ha sminuito a ogni singolo passaggio.

Sean Hannity fa il punto dopo la caduta di Kabul

E stasera, Joe Biden ha completamente e totalmente, francamente appena umiliato gli Stati Uniti sulla scena mondiale. Qualsiasi fiducia che il mondo aveva nel nostro Paese è ora sparita. E’ quel che abbiamo visto a Saigon, all’incirca nel 1975, ma amplificato. L’ex segretario alla Difesa e direttore della CIA Leon Panetta l’ha giustamente definita la Baia dei porci di Biden. E grazie alle azioni sfortunate del nostro Presidente a basso rendimento, che ha fallito completamente nel suo compito, se vogliamo usare eufemismi. Lo scenario peggiore in assoluto si è svolto davanti ai nostri occhi.

Biden, ha ignorato il consiglio e la consulenza dei suoi migliori comandanti militari statunitensi, che avrebbero voluto una lenta evacuazione delle truppe statunitensi condizionata a quel che accadeva sul territorio.

Ha ignorato gli avvertimenti dei nostri servizi segreti presenti sul luogo. E ora l’Afghanistan è caduto a tempo di record nelle mani degli estremisti islamici, i talebani. Kabul? La settimana scorsa hanno detto che ci sarebbero voluti 90 giorni, nella peggiore delle ipotesi, affinché i talibani conquistassero Kabul. la città è stata invasa in poche ore. I combattenti talebani hanno ora il controllo di un enorme riserva di armi. Indovinate quanto il contribuente americano ha pagato per armi, munizioni, veicoli, altre forniture abbandonate durante la precipitosa ritirata di Biden.

Non è stato nemmeno abbastanza intelligente da portare fuori le nostre munizioni.

I terroristi di Al Qaeda e ISIS sono stati liberati da diverse prigioni in tutto il Paese. Presto complotteranno e pianificheranno i loro futuri attacchi terroristici contro tutti gli Stati Uniti e il resto del mondo, fomentando il terrore. La bandiera americana abbassata sulla nostra ambasciata è stata oltremodo umiliante, mentre i diplomatici sono stati frettolosamente evacuati in elicottero in direzione dell’aeroporto. Proprio quello che Biden ha detto che non sarebbe successo. Avviso i telespettatori, quello che state per vedere è incredibilmente impressionante. Ma date un’occhiata a questo orribile video di oggi, migliaia di disperati cittadini afghani in fuga da morte certa per mano dei talebani, ora si precipitano sulla pista dell’aeroporto, cercando di aggrapparsi a un aereo militare C 17 in partenza.

Alcuni vengono schiacciati sotto le ruote del carrello e altri cadono dall’aereo a mezz’aria durante il suo decollo sperando di poter restare aggrappati e uscire da quelo posto. Decine di altri tentavano disperatamente di salire a bordo di tutti gli aerei commerciali parcheggiati sulla pista. Almeno sette persone sono morte nel caos. E stasera, mentre parliamo, ci sono circa 10.000 americani che sono ancora all’aeroporto internazionale di Kabul, nel disperato tentativo di fuggire dal Paese. Joe, cosa stai facendo?

6.000 soldati statunitensi sono ora in procinto di rientrare in Afghanistan, che ora è occupata dai talebani, per cercare ora di mettere in sicurezza l’aeroporto per cercare di salvare gli americani. Senza dubbio, un completo, totale fallimento di leadership, pianificazione ed esecuzione.

E fedele alla forma, mentre il disastro si svolgeva durante il fine settimana, Joe Biden non si trovava da nessuna parte, a parte questa bizzarra foto che mostra Joe tutto solo a Camp David accovacciato su un tavolo vuoto durante una chiamata con Zoom. E non abbiamo sentito nulla da Biden per tutto il fine settimana, mentre tutto il resto si svolgeva in tempo reale. La sua addetto stampa, Jan Psaki, non era disponibile a rispondere a nulla. Era in vacanza. Se le aveste scritto, avreste ricevuto una risposta automatica dal suo account di posta elettronica che diceva: “Sarò fuori ufficio dal 15 al 22 agosto.

Spero che tu stia facendo una grande vacanza. Anche il vice Presidente Kamala Harris era dispersa in azione, ma oggi, beh, finalmente, Joe Biden esce dal suo nascondiglio per un brevissimo discorso scritto dal suo staff prima di tornare in vacanza. Discorso dove ha incolpato tutti tranne se stesso per questa catastrofe. Eppure ma dice che la responsabilità è solo sua, ma intanto incolpa lui, lui, lui e lui. Date un’occhiata.

Quando sono entrato in carica, ho ereditato un accordo che il Presidente Trump aveva negoziato con i talebani. La scelta che dovevo fare come vostro Presidente era di seguire quell’accordo o di essere pronto a tornare a combattere i talebani. Cos’è successo? I leader politici dell’Afghanistan si sono arresi e sono fuggiti dal Paese. L’esercito afgano è crollato dopo poco tempo senza neanche provare a combattere. So che ci sono preoccupazioni sul perché non abbiamo iniziato l’evacuazione dei civili afgani prima. Parte della risposta è che alcuni degli afghani non volevano andarsene prima.

Sono il Presidente degli Stati Uniti d’America e la responsabilità è solo mia.

Ma io do la colpa a tutti gli altri. E a proposito, ha forse avuto qualche problema a ribaltare la situazione, vediamo, del muro di confine sicuro del Presidente Trump, delle regole che mantenevano gli immigrati in Messico. Non ha forse smesso di costruire il muro? Trump aveva fermato la politica di arrestare e rilasciare i clandestini. Ora Joe Biden li intervista e li rilascia nel bel mezzo di una pandemia, senza che siano vaccinati vaccino, senza passaporti, senza mandati vaccinali, senza obbligo di maschera, e li manda semplicemente in tutto il Paese. Lo stesso vale per l’indipendenza energetica.

Sì, ci ha portato via anche quella. Non ha alcun problema a cambiare politica su tutto. Per ricapitolare, Biden incolpa il popolo afgano, i militari afgani, il Presidente afgano, il Governo afgano e il Presidente Trump.

Il che è un fallimento ancora maggiore perché afferma ridicolmente che la responsabilità è solo sua. Un atteggiamento alquanto rammollito e codardo. E naturalmente, Biden non ha risposto ad alcuna domanda dopo le sue dichiarazioni. Sono sicuro che fosse troppo esausto, troppo lavoro. Il discorso è durato per ben 20 minuti, quindi è tornato subito alla sua vacanza a Camp David per altro gelato con confettini. Ma siamo onesti, questo discorso non sarebbe avvenuto oggi se non per l’immenso contraccolpo ricevuto da parte di praticamente chiunque abbia mezzo cervello. Anche i protettori di Joe nella mafia dei media, non potevano ignorare questo completo disastro.

Date un’occhiata.

Come fa l’amministrazione Biden a sbagliare così gravemente le stime di intelligence su questa situazione?

Questo è un fiasco. Una grande parte della vita è l’esecuzione o l’implementazione, e questa è solo negligenza. Questo è stato un fiasco sotto qualsiasi punto di vista.

Non si tratta solo dell’idea generale di lasciare l’Afghanistan. Si tratta di andarsene in modo frettoloso e inetto. Segretario Blinken, come ha fatto il Presidente Biden a sbagliare così tanto?

Ma Joe Biden sarà il volto del fallimento del ritiro.

Tanto gli amici quanto i nemici stanno chiamando questo ritiro un fiasco, una debacle ed è uno di quelli che apparentemente l’amministrazione non ha pienamente apprezzato o visto arrivare.

Non c’è dubbio che la Casa Bianca si sia sbagliata sulla lunghezza del tempo a disposizione, sulla forza dell’esercito afgano, sulla portata dei talebani.

In molti modi, questo è completamente responsabilità del Presidente Biden.

Per riassumere, Joe Biden ha sbagliato tutto. Ricordate, solo un mese fa, Biden ci aveva assicurato che una presa di potere dei Talebani non era affatto inevitabile, perché l’esercito afgano era talmente forte e disponeva anche di un’aviazione e tutto il resto. E aveva 300000 combattenti ben addestrati, alcuni dei soldati meglio addestrati del mondo intero, contro solo 75000 talebani. No, questo non sarebbe successo. No, non avremmpo dovuto portare fuori la gente in elicottero all’ultimo minuto.

Non avremmo avuto persone che avrebbero cercato di fuggire a gambe levate. Sbagliato di nuovo.

La conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani è ormai inevitabile?

No, non lo è.

Perché?

Perché le truppe afgane hanno 300.000 soldati ben equipaggiati alla pari di qualsiasi altro esercito nel mondo e un’aviazione. E hanno contro all’incirca 75.000 talebani. Non è inevitabile. Non ci sarà nessuna circostanza in cui la gente sarà sollevata dal tetto di un’ambasciata degli Stati Uniti in Afghanistan.

300.000 ben equipaggiati e hanno un’aviazione. Voglio dire, ben equipaggiati quanto qualsiasi esercito sulla faccia della Terra. È successo l’esatto contrario, Joe. Queste sono le immagini di persone sollevate dal tetto della nostra ambasciata nel fine settimana, quando hai detto che non sarebbe successo. Sì, il tuo cartello, la tua Baia dei Porci. E c’è di peggio. A giugno, Biden Segretario di Stato, questo tizio è un idiota totale, tony Blinken, il tipo che ha leccato i piedi alla Cina e ha preso lezioni sui diritti umani da loro mentre i cinesi ora minacciano le nostre basi militari giorno dopo giorno.

[Blinken e i suoi] non dicono una parola. Beh, ha proclamato che una rapida presa di potere da parte dei talebani non era possibile. Invece lo era, eccome. Adesso lo sappiamo bene.

Uno, non ci stiamo ritirando. Restiamo, l’ambasciata resta. I nostri programmi rimangono. E qualunque cosa accada in Afghanistan, se c’è un significativo deterioramento della sicurezza, e questo potrebbe accadere. Ne abbiamo discusso prima. Non credo che sarà qualcosa che accade da un venerdì a un lunedì. Quindi non equiparerei necessariamente la partenza delle nostre forze a luglio, agosto o all’inizio di settembre con un qualche tipo di deterioramento immediato.

Numero uno, hai mentito. Numero due, la gente morirà. Numero tre, hai danneggiato i talebani e, numero quattro, devi essere licenziato. Di nuovo, è successo l’esatto contrario. Ora molti dicono che la ritirata mal pianificata di Biden sia peggio di quella di Saigon. L’amministrazione Biden sta effettivamente implorando i Talebani. Per favore, terrorista, permetti agli americani di lasciare il Paese in sicurezza. Sono passati due decenni dall’11 settembre. Non cadete in errore. Questo tracollo riguarda molto di più che l’Afghanistan. Il mondo sta guardando.

I nostri alleati e nemici sono testimoni della patetica debolezza di Joe Biden sulla scena mondiale.

È umiliante e imbarazzante per questo Paese. Ora uno dei principali giornali cinesi, sta predicendo che l’America abbandonerà Taiwan proprio come ha fatto con l’Afghanistan e ora pianifica apertamente una riunificazione totale. Lascia che lo interpreti per te, Joe. Questo significa una presa di controllo di Taiwan. E nel frattempo, anche i russi non ci temono con tutti i loro attacchi informatici. Anche loro non ci rispettano. E ora stanno fornendo l’energia a tutti i nostri alleati dell’Europa occidentale perché tu hai lasciato che accadesse, e gli hai concesso una deroga mentre contemporaneamente licenziavi i lavoratori americani dell’oleodotto Keystone XL.

Ottimo lavoro, Joe. E dopo che Joe ha regalato loro un nuovo gasdotto, beh, gli Stati Uniti hanno ora sopportato un flusso infinito di attacchi informatici russi. In Iran abbiamo i Mullah che continuano ad arricchire l’uranio ad un ritmo accelerato. E naturalmente, Joe ha fatto in modo che i sudcoreani dessero all’Iran 7 miliardi di dollari anche dopo che Joe ha tentato di corromperli nuova valuta internazionale. In Afghanistan, ora abbiamo di nuovo un rifugio sicuro per Al Qaeda.

Biden sta costantemente distruggendo la posizione dell’America sulla scena mondiale. E ora gli americani di tutto il mondo sono meno sicuri e meno protetti mentre i terroristi tramano, pianificano e progettano il loro prossimo attacco all’America in stile dell’11 settembre.

Nel suo libro, il segretario alla Difesa di Obama, Robert Gates ha scritto che Biden ha sbagliato su quasi tutte le principali questioni di politica estera e di sicurezza nazionale negli ultimi quattro decenni. Ricordate, non voleva eliminare Bin Laden. E secondo Politico, l’ex capo di Biden, il Presidente Obama in persona ha persino espresso un livello simile di preoccupazione, dicendo a un collega democratico: “Non sottovalutate la capacità di Joe di fare un casino di qualsiasi cosa”. Questa è la differenza, a proposito, tra Joe Biden e Donald Trump?

Per tutti gli snowflakes democratici ipersensibili là fuori che sono andati in crisi ogni volta che Donald Trump ha lanciato un tweet provocatorio e tutto il resto.

Beh, temevano Trump. Il mondo temeva Trump. Quando Donald Trump faceva una minaccia, gli credevano. Biden, lo sanno, è debole e non prende veramente le decisioni. Il mondo lo vede. Non sono influenzati dalla mafia dei media e dagli strumenti di propaganda americani. L’America e il mondo meritano di meglio. Il mondo ha bisogno di un’America forte. Purtroppo, sotto il nostro Biden, temo che questo sia solo l’inizio e che possa solo peggiorare.

La Baia dei porci di Joe Biden

Sean Hannity ci dice che Leon Panetta, direttore della CIA e poi ministro della difesa nell’amministrazione di Obama, ha paragonato l’operazione di abbandono di Kabul alla Baia dei porci, la grave crisi internazionale innescata tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel 1965 durante la presidenza di John Fitzgerald Kennedy.

La Baia dei porci fu un tentativo d’invasione di Cuba organizzato dalla CIA e fallito quasi immediatamente, alcuni dicono di proposito. La CIA aveva radunato e addestrato un reparto di esili cubani denominato la Brigata 2506 che sbarcò a Cuba, nella Baia dei porci il 17 aprile 1961 e fu sconfitto dalle forze di Fidel Castro dopo solo due giorni di combattimento.

La CIA ben sapeva che la Brigata 2506, composta di personale poco addestrato, sarebbe stata sconfitta ma confidava di usare il fallimento per costringere Kennedy a fare intervenire i militari statunitensi, cosa che fino a quel momento il Presidente si era rifiutato categoricamente di fare.

La CIA riuscì in parte nel proprio intendo perché, dopo il fiasco, John Fitzgerald Kennedy autorizzò un secondo tentativo, chiamato Operazione mangusta, che questa volta vedeva la collaborazione del Pentagono e della CIA.

L’operazione mangusta era un programma di guerra psicologica e prevedeva anche l’assassinio di alcuni esponenti politici del regime castrista, tra cui lo stesso Fidel Castro, mentre nel frattempo si fornivano armi ai potenziali ribelli sull’isola con l’obiettivo di scatenare un’insurrezione armata nell’ottobre del 1962. Anche l’operazione mangusta fallì mentre l’Unione Sovietica incrementava il proprio supporto militare a Cuba.

La situazione portò le due superpotenze sull’orlo di una guerra nucleare che fu sventata all’ultimo momento per la decisione dei russi di rinunciare all’installazione di missili balistici nucleari sull’isola di Cuba.

Da quel momento il Pentagono ha assunto un ruolo sempre più importante nelle operazioni clandestine all’estero, affiancato dalla CIA che ha tuttavia assunto un ruolo progressivamente minore.

Infine notiamo che fu proprio John Fitzgerald Kennedy a iniziare la guerra in Vietnam, ma che presto si pentì dell’azione e manifestò la propria intenzione di ritirarsi. La guerra è comunque proseguita grazie alla morte di Kennedy che fu sostituito dal suo vice presidente Lyndon Johnson che addirittura aumentì il numero di americani di leva inviati a morire in Vietnam.

E’ curioso che gli unici due Presidenti statunitensi di matrice cattolica, Kennedy e Biden, abbiano prodotto i maggiori danni a livello internazionale per gli Stati Uniti e i loro alleati. Ricordiamo inoltre che Biden dispone anche dell’appoggio ufficiale del Vaticano e che sta cercando di sviare l’attenzione dal disastro dell’Afghanistan opponendosi a una recente sentenza della Corte Suprema americana che approva una legge del Texas in cui si vieta l’aborto una volta che si possa percepire il battito cardiaco del feto. Joe Biden che si dichiara un cattolico fervente insieme a Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Deputati statunitense, si sta confermando uno dei più accessi sostenitori dell’aborto a gravidanza avanzata.

La ritirata da Kabul ricorda anche la fuga da Saigon dopo la guerra del Vietnam

Vediamo inoltre che lo stesso Gerald Ford, nel suo ritiro disordinato da Saigion, stava ponendo termine a una guerra iniziata da John Fitzgerald Kennedy e poi espansa dal suo vice, il democratico Lyndon Johnson.

Sean Hannity ribadisce inoltre che il disastro di Kabul ha grandemente ridotto la fiducia degli alleati negli Stati Uniti e in particolare dei membri della NATO, il che è confermato dalle poteste di francesi, tedeschi e britannici .

Biden viene anche accusato di aver ignorato i consigli dei militari e dell’intelligence che erano sul posto, e di aver forzato un ritiro precipitoso perché voleva potersi vantare di aver lasciato l’Afghanistan prima dell’11 settembre.

Biden è stato smentito in tutte le affermazioni fatte pubblicamente nel corso del ritiro, come ad esempio la sua stima secondo cui la città di Kabul non sarebbe potuta cadere nelle mani dei Talebani in meno di 90 giorni, quando è stata occupata in una sola giornata senza nemmeno sparare un colpo.

Inoltre Biden è rimasto in vacanza per la prima settimana della crisi ed è apparso solo per un paio d’ore per dare la colpa del suo fiasco a tutti gli altri mentre dichiarava di essere l’unico responsabile.

Uno spettacolo patetico che mette ancora più in evidenza il fatto che Biden ha ignorato scientemente il piano di ritiro definito dall’amministrazione Trump. Tale piano prevedeva il completamento di un ritiro totale entro il 1° maggio, prima che iniziasse la cosiddetta stagione dei combattimenti che in Afghanistan si concentra nell’estate. Inoltre il ritiro era subordinato al fatto che i Talebani non avrebbero intrapreso nessuna attività ostile.

Biden invece ha ignorato l’avanzata costante dei Talebani a partire da aprile e ha spostato il ritiro a luglio-agosto così che fosse a ridosso dell’anniversario dell’11 settembre.

Biden ha ricevuto critiche anche da alcuni suoi alleati e persino dai alcuni media che finora lo avevano coccolato.

Anthony Blinken, il segretario di stato, è chiaramente nell’occhio del ciclone per la gestione abborracciata del ritiro e ci sono già richieste formali delle sue dimissioni.

Come dice giustamente Sean Hannity, quello che è successo ha Kabul avrà conseguenze enormi a livello mondiale. Di sicuro la Cina ne esce rafforzata e ha già annunciato che intende procedere all’invasione di Taiwan, l’isola al largo della Cina che è governata dalle forze militari che hanno combattuto Mao Tsetung ai tempi della rivoluzione.

Un altro segretario della difesa dell’amministrazione Obama, Robert Gates, ha dichiarato in un libro scritto di recente che Biden ha avuto torto in quasi tutte le questioni internazionali degli ultimi 40 anni.

Per esempio, Biden era contrario all’operazione che ha portato all’eliminazione di Osama Bin Laden. Lo stesso Obama pare abbia dichiarato che non bisogna sottovalutare la capacità di Biden di pasticciare le cose.

Giustamente Hannity pronostica che la situazione può solo peggiorare.

Vediamo ora un commento di Trump in risposta a quello che è successo. Il video si riferisce sempre a una decina di giorni fa e fornisce una serie di pronostici che si sono poi manifestati.

La testimonianza di Donald Trump

E ora si unisce a noi in diretta il 45° presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump. Signor Presidente, grazie per essere con noi, mi permetta di ricapitolare. Un certo numero di persone mi ha detto che c’erano condizioni molto specifiche e avvertimenti molto specifici che lei ha dato personalmente ai Talebani. Joe Biden sta cercando d’incolparla. Voglio innanzi tutto darle l’opportunità di rispondere a questo. La sua valutazione di ciò che sta accadendo e di ciò che è stata quella conversazione [con i Talebani], nella misura in cui si sente in grado di condividerla con noi.

Beh, sono contento di essere qui, Sean, ma è un momento terribile per il nostro Paese. Non credo che in tutti questi anni il nostro Paese non sia mai stato così umiliato. Non lo so. La chiameresti una sconfitta militare o una sconfitta psicologica? Non c’è mai stato niente di simile a quello che è successo qui. Si può tornare indietro a Jimmy Carter con gli ostaggi. Tutti pensavamo che fosse un grande imbarazzo, e siamo stati tirati fuori da quel imbarazzo da Ronald Reagan.

Questo è molto, molto peggio. E avete a che fare con migliaia e migliaia di americani e altri che sono bloccati molto pericolosamente, davvero bloccati in Afghanistan.

Quindi non si può nemmeno credere che una cosa del genere possa accadere. Ieri ho guardato quel grande e mostruoso aereo da carico con la gente terrorizzata che si aggrappava alla fiancata e cercava di farsi portare via dall’Afghanistan, in preda a una paura incredibile, e quindi precipitare dall’aereo a un’altezza di 600 metri. Nessuno ha mai visto niente di simile. E’ molto più grave degli elicotteri in Vietnam. Non è nemmeno paragonabile. Questo è stato il periodo più umiliante che abbia mai visto.

Già. Avevamo un ottimo accordo [con i Talebani].

Ci abbiamo lavorato molto duramente. Mike Pompeo, una persona brillante, e molti altri ci hanno lavorato senza sosta. Abbiamo incontrato i Talebani. Naturalmente, dovevamo incontrarli. Sono loro quelli con cui stavamo negoziando. Ho parlato in numerose occasioni con il capo dei Talebani, e abbiamo avuto conversazioni molto dure. Gliel’ho detto apertamente. Ho detto, guarda, prima di iniziare, lascia che ti dica subito che se succede qualcosa di brutto agli americani o a chiunque altro, o se sei mai veniste nella nostra terra, vi colpiremo con una forza tale che nessun altro Paese ha mai visto prima.

Una forza così grande che non ci potrete credere. E gli ho detto: il tuo villaggio, e noi sappiamo dove si trova, sarà il primo a essere colpito, dove  lanceremo la prima bomba.

Signor Presidente, voglio interromperla.

A chi ha detto questo?

L’hai detto a chi?

A Mullah Baradar, che è probabilmente la persona più importante. Nessuno sa davvero chi sia la persona di punta. Ma direi che è probabilmente la persona di punta. Sembra essere questo è il modo in cui i talibani sono organizzati in questo momento. Ma ho avuto una conversazione molto forte. Ho anche avuto una buona conversazione con loro. Abbiamo continuato a parlare per un po’ dopo. Questo era il punto principale che ho sottolineato e lui l’ha capito. E gli ho chiesto espressamente: “Hai capito?”

Ha detto, sì, ho capito. E volevo che concludessero anche un accordo con il governo afgano.

Ora, non ho mai avuto molta fiducia, francamente, in [Ashraf] Ghani. L’ho detto apertamente e chiaramente. Ho pensato che fosse un imbroglione totale. Pensavo che stesse combinando ogni genere di raggiro. Ha passato tutto il suo tempo a intrattenere i nostri senatori. E girava i nostri senatori attorno a un dito. Questo era uno dei problemi che avevamo. Ma non mi è mai piaciuto. E credo che basandosi sul fatto che sia fuggito con i soldi, non so, forse è una storia vera.

Ho il sospetto che lo sia. Basta guardare il suo stile di vita, esaminare le case in cui viveva.

L’ha fatta franca in molti altri modi. Ma ho avuto un discorso molto, molto forte con i Talebani, che ho considerato molto più importante perché erano loro il problema. E sono lì da molto tempo, e sono buoni combattenti e combattono duramente. E dopo che ho detto questo, abbiamo avuto una bella conversazione. Ora devo dirvi che, se vi ricordate, quando stavano venendo a Washington per incontrarmi, hanno deciso di uccidere un soldato americano perché pensavano che fosse un buon modo per negoziare.

Ho annullato il viaggio e il nostro accordo era basato su alcune condizioni. E se ti ricordi, c’era la scadenza del 1 maggio. Volevamo andarcene perché dovevamo andarcene. Ho ascoltato persone nel tuo show e in altri show, dire che saremmo dovuti rimanere. Non sanno quel che dicono. Spendevamo 42 miliardi di dollari all’anno. 42 miliardi! Ci pensi. 42 miliardi. So che la Russia spende 50 miliardi all’anno per tutte le sue forze armate. Spendevamo 42 miliardi, non l’1% come dicono quelli che vorrebbero farci restare.

Sono una montagna di sciocchezze.

Stavamo spendendo 42 miliardi di dollari all’anno da anni e anni per difendere l’Afghanistan. Ci siamo restati non 20 anni, ma 21 anni e mezzo. E non abbiamo ottenuto nulla da nessuna delle cose che abbiamo fatto. E questo vale per l’Afghanistan come pure di molti altri Paesi di cui potrei parlarvi. Non voglio insultare nessuno in questo momento, ma abbiamo speso tutti quei soldi e oggi abbiamo persone che vanno in televisione per dire quanto sia stato economico. E devo anche dirvi che non abbiamo perso nessun soldato nell’ultimo anno e mezzo grazie a me e grazie all’intesa che avevamo. Neanche un caduto. Pensate a questo, a Chicago e a New York e in altre città degli Stati Uniti, molte persone muoiono ogni fine settimana.

Non abbiamo perso nessun soldato in Afghanistan perché sapevano che non lo avrei tollerato. Ed è quello che è successo. Così abbiamo avuto una conversazione molto decisa [con i Talebani].

Mi permetta di chiederle questo, signore. È interessante ascoltare Joe Biden che la rimprovera. “Ho ereditato questo accordo”, continuava a dire, ma ha anche ereditato confini sicuri. E ha anche ereditato l’indipendenza energetica. E ha ereditato anche tre vaccini e farmaci terapeutici come Regeneron. E ora vediamo cosa sta succedendo. E non aveva l’inflazione quando si è insediato. Voglio tornare indietro. Voglio essere molto chiaro qui, perché il Segretario di Stato Pompeo in questo programma ha detto esattamente quello che lei ha fatto, vale a dire definire una strategia di uscita vincolata alle effettive condizioni sul terreno.

E ho più fonti che mi stanno confermando stasera che lei abbia detto senza mezzi terminiai Talebani che se avessero violato qualsiasi aspetto dell’accordo cercando di conquistare territorio, l’accordo sarebbe saltato. Abbiamo appreso la settimana scorsa che avevano già il 60% del Paese era sotto il loro controllo. Mi sembra che fondamentalmente li si tratti come lei ha trattato il califfato in Siria, l’ISIS.

Beh, l’abbiamo fatto. Ci siamo liberati del califfato. Tutti dicevano che era impossibile. E l’ho fatto molto rapidamente. E ho lasciato che i generali prendessero le decisioni. I generali, i veri generali, quelli che erano laggiù a combattere, quelli che sapevano come farlo. Perché abbiamo un sacco di generali che non dovrebbero essere generali in questo momento, francamente. E li osservo continuamente, ma ne abbiamo di grandi. Abbiamo grandi leader nel nostro esercito. Abbiamo il più grande esercito del mondo, e gli stiamo dando una pessima reputazione con quello che sta succedendo.

Pensateci. Abbiamo preso questo posto orribile, voglio dire, un posto in cui non avremmo dovuto essere. È stata una decisione orribile andare in Medio Oriente. E so che la famiglia Bush non sarà felice, ma credo che sia stata la peggiore decisione nella storia del nostro Paese, quando abbiamo deciso di andare in Medio Oriente. Si è rivelata essere una serie di sabbie mobili. Abbiamo distrutto il Medio Oriente. Pensate che sia meglio ora nel 2021 che anni fa? È molto peggio.

È stata una decisione orribile, ci è costata trilioni di dollari. E se si guardano entrambi i lati, perché mi piace guardare entrambi i lati, milioni e milioni di vite. [Il Medio Oriente] non è diverso da com’era, è molto peggio perché adesso bisogna ricostruirlo. È stato fatto a pezzi. Andarci è stata la peggiore decisione che sia mai stata spresa. Avremmo potuto sferrare colpi punitivi, come la grande spedizione punitiva del World Trade Center, ecc. Ma rimanere bloccati lì dentro era come entrare nelle sabbie mobili.

Così abbiamo fatto una cosa terribile.

Ma pensate a quello che sta succedendo ora. Ho sentito parlare di 40000 americani. E i Talebani sono buoni combattenti. Vi dirò che sono buoni combattenti. Dobbiamo dar loro credito per questo. Combattono da mille anni, è quello che fanno: combattono. I Talebani hanno circondato l’aeroporto e chissà se avranno riguardo per le nostre persone. Sapete, probabilmente diranno, beh, francamente, se fossero intelligenti, e credo davvero che siano intelligenti e scaltri, dovrebbero lasciar partire gli americani.

In passato abbiamo avuto situazioni con due, tre o quattro ostaggi. Oggi potremmo avere 40.000 americani, per non parlare di altri, come le persone che ci hanno aiutato in Afghanistan. Quindi non abbiamo mai avuto una situazione come questa. Abbiamo 40.000 potenziali ostaggi, 11.000 come minimo, ma potrebbero essere anche 40.000. No, non abbiamo idea di quanti siano. Nessuno sa quanti sono. [Alla Casa Bianca] non sanno nulla.

Quando Joe Biden ha detto al Paese che si fidava del fatto che l’esercito afgano era di gran lunga superiore e che erano più di 300.000 soldati e avevano un’aviazione, e non avremmo visto quello che è successo a Saigon, non avrebbe potuto avere più torto. Ma mi permetta di tornare alle parole che ha usato nei confronti del leader talebano, perché la settimana scorsa sapevamo che il 60% del Paese era già stato conquistato dai Talebani. E per me non c’era alcun senso di urgenza.

Secondo il suo piano, se avessero preso anche solo il 5% oltre quanto stabilito nel suo accordo, e non il 60% come la scorsa settimana, che cosa sarebbe successo loro?

Li avremmo colpiti molto duramente. Di nuovo, c’erano una serie di condizioni, al plurale, condizioni. Era un accordo in cui, in realtà, saremmo voluti andarcene entro il primo maggio, ma loro hanno violato l’accordo. Così non l’abbiamo fatto. Era un grande accordo da molti punti di vista diversi. E francamente, Biden non era nemmeno tenuto a rispettarlo quell’accordo. Avrebbe potuto fare [qualsiasi altra cosa]. Guardate cosa ha fatto al confine. Avevamo il confine più sicuro, il confine meridionale più sicuro, nella storia del nostro Paese.

Abbiamo fermato la droga, abbiamo fermato il traffico di esseri umani. Abbiamo impedito alla gente di entrare, ai galeotti di entrare.

Ora ci mandano voglio dire, arrivano le persone peggiori del mondo. Stanno svuotando le loro prigioni nel nostro Paese. La situazione [in Afghanistan] assomiglia al nostro confine meridionale, ma è gestita ancora peggio. Nessuno ha gestito il confine meridionale peggio di lui. Avevamo il confine più sicuro che abbiamo mai avuto. Ora abbiamo di gran lunga il peggior confine che abbiamo mai avuto. Beh, l’Afghanistan è la stessa identica cosa. Pensate a questo: avevamo un esercito che lo presidiava. L’ho fatto ridurre a 2.500 soldati, e stavano facendo un buon lavoro.

Andava bene. Era una forza [di presidio] molto piccola. L’ho ridotta da circa 20.000 [soldati] a 2.500, e le cose andavano bene. Ma avevamo i nostri militari sul posto e li abbiamo fatti uscire prima di portare fuori i civili. E prima di prendere gli interpreti, e altri che volevamo cercare di aiutare. Ma a proposito, io sono a favore di dare precedenza all’America. Gli americani devono uscire per primi. Ma vogliamo anche aiutare le persone che ci hanno aiutato. E dobbiamo stare molto attenti a verificarli, perché ci sono persone pericolose là dentro.

Ma aiuteremo quelle persone. Ma potete immaginare… Quello che avremmo fatto molto rapidamente: avremmo portato fuori i militari per ultimi. Ok, per ultimi. I civili sarebbero usciti per primi. Ma l’accordo è stato violato. Così ho bloccato l’uscita perché non avremmo fatto nulla. Di nuovo, l’accordo avevane condizioni vincolanti. Quindi non stavano rispettando i loro obblighi e condizioni. Ma giusto per concludere: i civili sarebbero usciti per primi, poi avrei recuperato tutto l’equipaggiamento militare.

Abbiamo miliardi e miliardi di dollari di nuovi elicotteri Black Hawk, nuovi di zecca che la Russia ora esaminerà. E anche la Cina. E così faranno tutti gli altri per capire, perché è il migliore del mondo. Abbiamo carri armati nuovi di zecca e ogni tipo di equipaggiamento, missili. Abbiamo tutto. L’avrei recuperato perché sapevo che [l’esercito regolare] non avrebbe combattuto. Solo una cosa. E devo dire, e questo è diverso da quello che dicono tutti gli altri. Ho chiesto, perché stanno combattendo?

Perché questi soldati afgani combattono contro i Talebani? E mi sono state date informazioni molto negative da molte persone diverse. Il fatto è che sono tra i soldati più pagati al mondo. Lo facevano per la paga. Perché una volta che abbiamo smesso, una volta che ce ne siamo andati, hanno smesso di combattere. Quindi tutte le persone che parlano del coraggio e via discorrendo, e io dico che tutti sono coraggiosi. Ma il fatto è che il nostro Paese pagava i soldati afgani una fortuna.

Quindi li stavamo in un certo senso corrompendo per combattere. E non era un’approccio corretto.

È un gran cosa che ce ne stiamo andando. Ma nessuno ha mai gestito un ritiro peggio di Joe Biden. Questo è il più grande imbarazzo, credo, nella storia del nostro Paese.

La fine ingloriosa di una guerra inutile

Nel video, Trump descrive la modalità di ritiro ordinato che aveva previsto. Rimarca che non c’è mai stata un’umiliazione paragonabile per gli Stati Uniti a livello internazionale.

Trump racconta di non aver mai avuto fiducia in Ashraf Ghani, l’ex-presidente afgano, che Trump ha sempre considerato pubblicamente un corrotto come poi è stato confermato dai fatti. Trump mette in evidenza un rapporto particolare tra Ghani e alcuni senatori statunitensi che poi hanno avuto un ruolo chiave nel finanziare l’inutile e interminabile guerra in Afghanistan, ma non fa nomi.

Trump ci ricorda che lo stile di contrattazione dei Talebani si basa sull’intimidazione come quando uccisero un militare americano poco prima di un incontro previsto a Washington. Incontro che Trump ha annullato proprio a seguito dell’uccisione del militare.

Come confermato anche da altri, Trump rimarca che il suo piano di evacuazione dall’Afghanistan era basato su condizioni che dovevano essere rispettate sul territorio.

Sottolinea come gli Stati Uniti abbiano speso $ 42 miliardi tutti gli anni per mantenere la guerra in Afghanistan, praticamente una cifra paragonabile all’intero budget militare russo.

Dice che in realtà gli USA sono stati impegnati in Afghanistan per 21 anni e mezzo senza ricavarne nessun beneficio concreto.

Grazie all’accordo di Trump con i Talebani, nell’ultimo anno e mezzo non era morto nessun soldato americano, rendendo l’Afghanistan un posto più sicuro rispetto a città come New York e Chicago, entrambe gestite da un’amministrazione del partito democratico, dove tutte le settimane ci sono persone muoiono a causa della criminalità locale.

Biden sarebbe potuto intervenire per bloccare l’avanzata dei Talebani fin dall’inizio, evitando questo disastro. Avrebbe potuto mantenere attiva la base di Bagram che si trova vicino a Kabul e da cui sarebbe stato possibile evacuare in massima sicurezza tutti gli americani e gli afgani, senza mettere a rischio le vite dei militari americani e di altre nazionalità.

Trump riconferma le critiche nei confronti della famiglia Bush, che gli è sempre stata ostile e che ancora controlla alcuni membri ostili nel suo stesso partito.  Sono stati i Bush a trascinare gli USA nel Medio Oriente con le conseguenze che si sono viste in Iraq e poi hanno trascinato i militari americani in Afghanistan. Da notare che, nonostante abbia la responsabilità primaria delle origini della situazione attuale, George W. Bush non viene criticato per la crisi di Kabul, quindi Trump colma un vuoto in tal senso ricordando agli americani chi ne è stato il vero artefice.

Trump sostiene che c’è un enorme potenziale di ostaggi lasciati sul territorio dopo il ritiro e dichiara di non aver nessuna fiducia sulle cifre diramate dalla Casa Bianca.

Trump aveva ridotto da 20.000 a 2.500 le truppe americane in Afghanistan e la situazione era sotto controllo semplicemente perché i Talebani sapevano che al minimo movimento sarebbero stati colpiti.

Avrebbe anche dato priorità all’esodo dei civili americani, mentre Biden ha dato la priorità agli afgani.

Infine Trump avrebbe recuperato tutta l’attrezzatura militare e ribadisce di non aver mai avuto fiducia nella volontà di combattere dell’esercito regolare afgano che era uno dei meglio pagati al mondo e che si è sbandato da solo quasi subito.

Dando corpo alle previsioni di Trump, il Dipartimento di Stato e il Pentagono hanno anche confermato di aver consegnato nelle mani dei Talebani una lista completa dei cittadini statunitensi e dei collaboratori afgani, con tanto di dati identificativi biometrici, affinché possano essere individuati dopo la partenza delle truppe americane.

Grazie a Joe Biden e al suo ministro della difesa, Lloyd Austin e al capo di stato maggiore generale Mark Milley, i Talebani oggi dispongono di mezzi corazzati modernissimi, armi leggere, droni e persino di un’aviazione per un valore totale di $90 miliardi. Sono la nazione meglio armata in tutto il mondo in rapporto dalla dimensione del territorio e della popolazione.

Questa attrezzatura è sufficiente a riarmare non solo i Talebani, ma un numero molto vasto di gruppi terroristici. Vediamo ora in breve chi sono i Talebani.

Vediamo quindi che il regime talebano è sostanzialmente composto da clan criminali che si dividono i profitti da varie attività illecite tra cui il traffico di droga, le estorsioni, le tangenti di vario tipo e soprattutto le estrazioni minerarie.

Al loro interno sono divisi in varie fazioni che assumono nomi diversi a seconda delle opportunità e che spesso si sono combattute quando non c’era un nemico comune, come gli Stati Uniti, da affrontare. La crisi afgana e solo all’inizio e nei prossimi video vedremo che ricadute potrà avere sulla Casa Bianca e sulla situazione interna degli Stati Uniti.

Roberto Mazzoni

Altre fonti:

https://nypost.com/2021/08/26/who-are-isis-k-what-to-know-about-the-afghan-terrorist-group

https://www.history.com/topics/21st-century/isis

http://looserounds.com/2021/08/24/preliminary-list-of-weapons-and-munitions-left-in-afg/

https://nypost.com/2021/08/20/us-left-billions-in-weapons-in-afghanistan-with-black-hawks-in-talibans-hands

https://en.wikipedia.org/wiki/Iran_hostage_crisishttps://spectator.org/joe-biden-shortsighted-gerald-ford-vietnam-afghanistan/embed/#?secret=Y8SXrDWphj

https://nypost.com/2021/08/15/afghanistan-president-ashraf-ghani-reportedly-leaves-the-country

https://www.theepochtimes.com/kabul-airport-operations-uninterrupted-by-rocket-attack-white-house_3971010.html

https://history.state.gov/milestones/1961-1968/bay-of-pigs

https://en.wikipedia.org/wiki/Ashraf_Ghani

https://www.theepochtimes.com/taliban-likely-to-continue-afghanistans-lucrative-drug-trade-experts_3970790.html

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