Chi comanda in America – MN #340

Molti pensano che il Presidente degli Stati Uniti abbia un grande potere e che, con le sue decisioni, possa influenzare il futuro della nazione e, in una certa misura, anche quello del resto del mondo, visto che gli Stati Uniti hanno un impatto significativo sull’Europa e su altre nazioni. Questo è vero in parte, perché il Presidente degli Stati Uniti ha poteri che può esercitare, tuttavia, alla fine, sono piuttosto limitati. Quando si va oltre la propaganda, si scopre che la politica americana è governata da una serie di lobby e centri di interesse legati a interessi privati che hanno un’influenza spropositata sulle decisioni dei politici, sulla formulazione delle leggi e sulla creazione di politiche da parte della Casa Bianca, oltre che, naturalmente, sull’opinione pubblica. Attraverso il proprio denaro e tecniche di propaganda, queste lobby possono influenzare le menti degli americani.

Alcune di queste lobby sono naturalmente molto conosciute: una delle più importanti è quella farmaceutica, che abbiamo visto all’opera durante il periodo del Covid e che abbiamo scoperto essere molto potente non solo negli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo. Un’altra lobby molto importante negli Stati Uniti è quella dei produttori di armi, che spingono per la creazione di nuove guerre. Poi c’è la lobby forse più importante di tutte: quella dei banchieri, che attraverso la produzione di denaro, il controllo del denaro e la Federal Reserve, che sostanzialmente controllano, influenzano in modo determinante la politica. I banchieri sono al di sopra delle altre lobby e, negli ultimi vent’anni, si sono aggiunti a loro anche i gestori di hedge fund, come BlackRock. Oggi, BlackRock è probabilmente l’azienda più importante nella finanza americana e il suo amministratore delegato, Larry Fink, gestisce le direzioni principali verso cui Wall Street e le banche si muovono, visto che ha in mano gran parte dei loro soldi.

E questo naturalmente vale anche per Donald Trump. Secondo molti, e io sono d’accordo, Donald Trump è un uomo di finanza. Viene dal mondo immobiliare, dove qualsiasi progetto può essere realizzato solo con la collaborazione delle banche. Quindi, chiunque produca immobili o costruisca edifici deve ottenere mutui e prestiti importanti dalle banche, creando un’affinità naturale tra i due mondi. Trump conosce sicuramente molto meglio il mondo della finanza rispetto a quello della politica, dei costruttori d’armi o del settore farmaceutico. Infatti, per quanto riguarda il settore farmaceutico, ha delegato a Robert Kennedy, che sta facendo un ottimo lavoro, bisogna dire. Quindi, in questa presidenza, Trump sta sostanzialmente rappresentando gli interessi dei grandi banchieri, o forse ancora di più quelli di BlackRock, oltre a portare avanti una sua politica di fondo ispirata al ripristino della capacità produttiva negli Stati Uniti, soprattutto a livello industriale, e quindi al recupero dei posti di lavoro eliminati durante le presidenze Clinton, Bush e Obama, e anche durante quella di Biden, che hanno spostato posti di lavoro produttivi, prima numerosi negli Stati Uniti e soprattutto nell’area centrale, in Oriente.

Ora, grazie al progressivo disaccoppiamento con la Cina e alle frizioni con l’India, volute anche da Trump, il presidente sta cercando di riportare diversi di questi posti di lavoro negli Stati Uniti e vedremo cosa riuscirà a fare. Di certo, non potremo vedere i risultati prima di due o tre anni, quindi, con quanto vi ho detto, non intendo affermare che Trump non avrà un effetto positivo sullo sviluppo americano; di certo, è meglio di avere Joe Biden o Kamala Harris. Tutto ciò detto, quello che voglio dire è che molto probabilmente il risultato finale sarà diverso da quello che i suoi elettori si aspettano: all’inizio, infatti, assisteremo a un nuovo trasferimento di ricchezza dalla classe media all’1% dell’élite finanziaria che controlla gli Stati Uniti e buona parte del resto del mondo. Questo perché lo sviluppo industriale su cui si sta concentrando Trump, ovvero quello dell’intelligenza artificiale e dell’industria militare, favorirà inevitabilmente le classi superiori e non necessariamente quelle inferiori. Trump può fare diverse cose: cercare di semplificare l’acquisto delle case e rendere la vita degli americani un po’ più agevole, ma non potrà evitare un’altra ondata di inflazione dovuta al fatto che la sua presidenza sta iniettando nuovo denaro e continuerà a farlo.

Ma, fatto questo quadro generale, c’è poi una lobby particolarmente forte i cui interessi non sono allineati in alcun modo con quelli degli Stati Uniti: la lobby israeliana. L’attività di questa lobby sta affossando la presidenza di Donald Trump, anche perché dimostra agli americani che Trump non controlla le proprie decisioni su alcuni fronti strategici, soprattutto in politica estera, e che i ministri da lui scelti sono stati selezionati da qualcun altro. Di conseguenza, ci ritroviamo con una Casa Bianca gestita da entità che non offrono prospettive interessanti per il futuro. Per esempio, la lobby dei banchieri non ha certamente a cuore gli interessi dell’americano medio, ma sviluppando un programma di reindustrializzazione può comunque portare dei benefici indiretti: creerà posti di lavoro, un nuovo flusso di denaro e nuove opportunità per quegli imprenditori che sapranno cogliere i cambiamenti in atto e salteranno sul treno dell’intelligenza artificiale per tempo. La lobby israeliana, invece, è una perdita secca. Sono soldi che escono dagli Stati Uniti, sono guerre che non interessano e che, anzi, hanno sempre danneggiato l’immagine degli Stati Uniti all’estero.

Inoltre, sono decisioni politiche che rendono sempre meno credibile, agli occhi degli americani, non solo il Congresso, che ha un livello di credibilità bassissimo, ma anche la Casa Bianca e lo stesso Donald Trump. Abbiamo visto, nella recente evoluzione della situazione interna degli Stati Uniti, alcuni eventi che hanno già eroso il seguito di Trump tra i suoi elettori. Il primo è stato, naturalmente, il modo in cui è stata gestita la vicenda dei documenti di Jeffrey Epstein: dopo aver detto che i documenti erano pronti e che stavano esaminando un dossier, hanno affermato che in realtà non c’era niente. Ora, non sappiamo cosa ci sia effettivamente e non è da escludere che i documenti siano stati distrutti, ma il modo in cui la questione è stata gestita lascia intendere che la Casa Bianca non sia trasparente, soprattutto riguardo alle persone che Trump ha scelto per gestire il Ministero della Giustizia e l’FBI. Questa è stata la prima nota stonata della questione. Poi c’è stata la guerra di 12 giorni con l’Iran, che ha creato un’altra grande frattura all’interno del seguito di Trump e del movimento MAGA (Make America Great Again).

Tra l’altro, in questo movimento si sono inserite persone che hanno cercato di cavalcare l’onda, senza aver contribuito in alcun modo allo sviluppo del movimento o alle elezioni di Trump e senza condividere affatto gli interessi del movimento MAGA, anzi, volevano promuovere gli interessi di una nazione straniera, in questo caso Israele. Con questo, voglio specificare che personalmente non ho nulla contro Israele in quanto nazione, né contro gli israeliani o gli ebrei. Tuttavia, vi segnalo che la questione israeliana sta diventando cruciale per Trump e per gli americani, che prima la consideravano una questione marginale, e che sarà uno dei temi centrali delle prossime elezioni. Questo perché la gestione della questione da parte del Congresso (Parlamento e Senato americani) e della Casa Bianca è estremamente insoddisfacente, anche per gli stessi elettori di Donald Trump. Ma il colpo finale, direi, è stato l’omicidio di Charlie Kirk.

Charlie Kirk era molto noto in America e aveva un seguito enorme tra i giovani. Aveva costruito una struttura gigantesca che si rivolgeva agli studenti universitari americani, che prima dell’arrivo di Kirk erano abbandonati a se stessi. Dovevano sopravvivere in qualche modo all’interno di università di estrema sinistra, dove i professori praticavano il comunismo o altre teorie ancora più pericolose, e dove il solo fatto di professarsi conservatori o comunque interessati ai valori tradizionali degli Stati Uniti o del cristianesimo veniva considerato un harakiri: venivi escluso e marginalizzato. Con l’arrivo di Charlie Kirk, questi giovani non solo hanno potuto emergere, ma hanno anche creato dei gruppi organizzati all’interno di un’organizzazione chiamata Turning Point USA (Punto di svolta per gli Stati Uniti), che Charlie Kirk ha creato con le sue mani, elaborando per diversi anni un progetto incredibile con l’aiuto di alcuni collaboratori fidati e naturalmente con il contributo di alcuni donatori, il cui numero è cresciuto nel tempo. Questa organizzazione ha contribuito in modo determinante alla vittoria di Trump. Senza Turning Point USA, Donald Trump non sarebbe stato eletto.

Questo è poco ma sicuro. Questo è possibile perché Charlie Kirk era in grado di mobilitare un gran numero di giovani che altrimenti non si sarebbero nemmeno recati alle urne, in quanto disprezzavano profondamente sia il Partito Repubblicano che il Partito Democratico, considerati entrambi estremamente corrotti. Quindi, Charlie Kirk non è stato solo un personaggio politico importante, ma ha anche ispirato molti giovani a riavvicinarsi a una visione religiosa della vita, dato che era un cristiano devoto che inseriva il concetto di cristianesimo in tutto ciò che faceva. Questo non è per dare enfasi a una religione piuttosto che a un’altra, ma per farvi capire che tipo di personaggio fosse. Alcuni lo hanno definito il Martin Luther King bianco dei tempi moderni e credo che sia una definizione appropriata. Sappiamo che Charlie Kirk si è personalmente recato alla Casa Bianca due volte per fare pressione su Trump affinché non intraprendesse un’escalation nei confronti dell’Iran.

Durante la guerra di 12 giorni, Charlie Kirk ha trasmesso chiaramente a Trump il messaggio che la sua base elettorale non avrebbe tollerato una guerra con l’Iran. Potevano forse accettare a malapena un breve conflitto, inscenato, come quello dei 12 giorni, ma non avrebbero assolutamente tollerato una guerra vera e propria in cui gli Stati Uniti fossero di nuovo coinvolti per anni, come è successo in Iraq e in Afghanistan. Se Trump avesse dato corso a questo tipo di iniziativa sotto la pressione della lobby israeliana, che da tempo immemore esercitava pressioni in tal senso e che ha contribuito in modo determinante a molte altre guerre, come quelle in Iraq e in Afghanistan, avrebbe perso il sostegno dei giovani conservatori e, di conseguenza, avrebbe perso le prossime elezioni di medio termine, diventando un presidente zoppo. Anzi, Charlie Kirk le aveva fatto capire chiaramente, anche attraverso alcune interviste pubbliche rilasciate prima del suo omicidio, che i giovani americani erano sempre più contrari all’operato di Israele a Gaza e, più in generale, in Medio Oriente. Questo è importante, anzi, molto importante, perché Israele ha perso completamente il sostegno dell’elettorato democratico e il Partito Democratico si è schierato con l’altra fazione. Invece, Israele ha sempre goduto di un solido sostegno da parte del Partito Repubblicano, in particolare tra gli elettori più anziani, che ancora oggi mostrano una certa fedeltà alla politica israeliana.

Nei video precedenti abbiamo visto il ruolo importante dei cristiani evangelici, in particolare di quelli che seguono l’interpretazione bizzarra della Bibbia di un autore assolutamente non qualificato, il quale ha cercato di spiegare a modo suo il significato dei passaggi biblici. Secondo questa interpretazione, la seconda venuta di Gesù Cristo sulla Terra, il Regno di Cristo sulla Terra per mille anni e la distruzione del popolo ebreo, qualora non si convertisse al cristianesimo, sarebbero possibili solo se venisse ricostruito il Tempio di Israele. Questa fascia di elettori, con una forte matrice religiosa, è molto importante negli Stati Uniti ed è sempre stata un solido sostegno per la lobby israeliana.

Charlie Kirk proviene in un certo senso da quel tipo di ambiente e il fatto stesso che stia cominciando a muoversi contro gli interessi di questa lobby sta diventando un problema molto serio. Infatti, abbiamo visto Charlie Kirk invitare alle proprie manifestazioni Tucker Carlson, un altro esponente di spicco del mondo conservatore che, con un’intervista che vi proporrò in questo video, ha iniziato a prendere le distanze da Israele. Non si tratta di un’intervista recente, ma storica e molto importante, e Carlson è diventato sempre più un avversario dell’influenza che la lobby israeliana esercita sulla politica estera americana.

Quindi, Charlie Kirk era sotto enorme pressione da parte della lobby israeliana, tant’è che avevano organizzato un incontro circa un mese prima della sua morte, con l’obiettivo di convincerlo a cambiare indirizzo e a non invitare più Tucker Carlson alle proprie manifestazioni. Inoltre, diversi donatori hanno tagliato i fondi e ci sono state telefonate di pressione, come confermato dallo stesso Kirk in interviste poco prima della sua morte. Sappiamo addirittura di una telefonata di indottrinamento da parte di un rabbino israeliano e di un altro personaggio legato alla lobby israeliana in America, proprio il giorno prima della sua morte. Con questo, non voglio assolutamente dire che ci sia una relazione tra l’uccisione di Charlie Kirk e Israele: non ci sono prove e, in realtà, non sappiamo neanche chi abbia ucciso Charlie Kirk. Abbiamo il nome di un ragazzo che, più si va avanti, più diventa incredibile. Abbiamo delle ipotesi fornite dall’FBI, che è gestita da uomini selezionati da Trump, che sono assolutamente ridicole. Quindi, quello che appare è che anche la Casa Bianca di Trump voglia insabbiare questa indagine e non far scoprire chi ci sia dietro.

Credo che Trump sia stato sinceramente colpito dalla morte di Kirk: erano grandi amici e molto legati, ma il lavoro svolto dall’FBI e dal Dipartimento di Giustizia di Trump nei confronti di Kirk e del suo assassino è assolutamente scadente. Tant’è che stanno emergendo moltissime ipotesi e, soprattutto, fattori che confutano quanto ci è stato detto dall’FBI. Sappiamo che hanno praticamente distrutto la scena del crimine, facendo in modo che non si potesse trovare più nulla, perché hanno ricostruito tutto già nei giorni successivi. Quindi, ci sono tutti gli indicatori di un insabbiamento e, probabilmente, non sapremo mai chi ha ucciso Charlie Kirk e per quali motivi.

Quello che appare evidente è che Charlie Kirk sta diventando un personaggio molto scomodo per la lobby israeliana, perché un Kirk che diventasse un antagonista della lobby israeliana, degli interessi bellici di Israele e che addirittura si convertisse al cattolicesimo (pare che si stesse orientando in quella direzione) avrebbe fatto crollare l’ultimo baluardo di difesa della lobby israeliana negli Stati Uniti. Inoltre, il fatto che desse voce e spazio ad altri commentatori conservatori dell’area conservatrice, come Tucker Carlson, avrebbe accelerato questo processo di allontanamento. Di fatto, la lobby israeliana sta cercando di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, perché ormai l’intera base degli elettori repubblicani, quelli più giovani, dai 35 anni in giù, è totalmente contraria alle attività dell’attuale governo israeliano.

La spaccatura è già avvenuta. In futuro, vedremo un crollo del supporto degli Stati Uniti nei confronti di Israele e, probabilmente, una riclassificazione di Israele in quanto Stato, perché senza il supporto degli Stati Uniti, Israele non va da nessuna parte. Però questo lo vedremo in futuro. Attualmente, abbiamo la situazione di Charlie Kirk che è diventata una spina nel fianco per Trump e per la sua amministrazione, oltre al problema dei file di Epstein e alla questione piuttosto imbarazzante della guerra con l’Iran, alla situazione ancora non completamente sotto controllo a Gaza, agli interessi personali della famiglia di Trump riguardo a Gaza e a molte altre questioni. Questi due fattori, in particolare la vicenda di Charlie Kirk, che da una parte ha sicuramente consolidato la compattezza dei giovani conservatori, spingendoli a fare di più, a stringersi insieme e a seguire la direzione tracciata da Kirk, possono anche segnare la fine del trumpismo, perché MAGA si sta gradualmente staccando da Trump. Trump è convinto di avere il controllo totale su MAGA, ma non è così.

È sicuramente un movimento che lui ha contribuito a creare, ma non è un movimento disposto a seguirlo in modo compatto quando di fatto tradisce gli obiettivi del movimento stesso. Bene, e ora veniamo a questo video specifico. In questo video si parla di un’organizzazione particolare, l’AIPAC. Si tratta di un’organizzazione politica che promuove gli interessi israeliani negli Stati Uniti e che finanzia l’elezione di numerosi parlamentari di entrambi i partiti. Parliamo del 90% di parlamentari e senatori. Si tratta, quindi, di una lobby che controlla le elezioni negli Stati Uniti, decidendo chi può essere eletto e chi no. Negli Stati Uniti, infatti, esiste un sistema chiamato “elezioni primarie”, in cui, per ciascun partito, si scelgono i candidati da presentare alle elezioni vere e proprie.

Quindi, gli elettori selezionano i candidati che sono stati preselezionati durante le primarie. Per partecipare alle primarie servono soldi e, qualora un candidato già eletto abbia formulato anche solo lievi critiche nei confronti di Israele, la lobby israeliana, in questo caso l’AIPAC, si assicura di selezionare un candidato alternativo che viene finanziato con grandi fondi per poter battere il candidato in carica e, al tempo stesso, conduce una campagna denigratoria nei suoi confronti. Di conseguenza, chiunque si rifiuti o anche semplicemente non dimostri un entusiasmo smisurato nel collaborare con la lobby israeliana, con l’AIPAC, sa già che la sua carriera politica è finita, finirà alle prossime elezioni, quindi ha poco tempo a disposizione. E questo vale sia per i senatori che per i deputati, sia per i membri della Camera dei deputati. Ci sono solo pochissime eccezioni: solo pochi parlamentari riescono a farsi eleggere nonostante la lobby israeliana e a mantenere posizioni indipendenti. In questo video ne vedremo uno: Thomas Massie.

Thomas Massie è un ingegnere e un imprenditore di successo che si è dedicato alla politica. È membro del Partito Repubblicano, ma con orientamenti libertari, quindi non è perfettamente allineato con le direttive del vertice del partito. Inoltre, talvolta è in collisione con Donald Trump; in questo momento, la collisione è netta, anche perché Thomas Massi vuole, anzi ha già raccolto oltre 200 firme alla Camera dei Deputati per richiedere la pubblicazione di tutti i documenti disponibili sulla questione Epstein, ma il presidente della Camera sta facendo di tutto per ostacolare la presentazione di queste firme e, quindi, per impedire la pubblicazione dei documenti. Questo comportamento sta nuovamente irritando la base di Trump e, più in generale, gli americani, e dimostra che la Casa Bianca non è trasparente.

Questi elementi si combinano e, in questo momento, Thomas Massie è sicuramente uno degli avversari più importanti di Trump all’interno del Partito Repubblicano, non tanto perché voglia sfidare la sua posizione o abbia ambizioni politiche verso la Casa Bianca, ma perché ha scelto alcune posizioni di principio su cui non è disposto a scendere a patti e che sta portando avanti, tra l’altro, in collaborazione con alcuni parlamentari del Partito Democratico, anche perché, avendo raccolto 200 firme, ha raccolto firme sia da un partito che dall’altro. Tutto questo sta evidenziando spaccature importanti all’interno del movimento MAGA e sta creando un notevole imbarazzo per Trump e per i suoi ministri, in particolare per il ministro della Giustizia e per i direttori dell’FBI.

La lobby israeliana

In questo video, tuttavia, vogliamo capire come funziona la lobby israeliana, anche perché nel 2006 è uscito un libro intitolato “The Israel Lobby and US Foreign Policy” (“La lobby israeliana e la politica estera americana”) che è diventato un best seller e che è stato naturalmente attaccato subito. È stato scritto da John Mearsheimer e Stephen Walt; tra l’altro, Mearsheimer è apparso in uno dei video che vi ho proposto in passato ed è un esperto di politica estera e politica in generale, oltre che un docente universitario, come Walt. Avranno scritto quel libro come conseguenza dell’intervento di Israele in Libano e in quel libro descrivono le modalità di gestione della lobby israeliana e il suo potere sulle scelte di politica estera americana. Abbiamo parlato della guerra in Iraq e della guerra in Afghanistan.

Il libro sostiene che la relazione con lo Stato di Israele sia uno svantaggio strategico per gli Stati Uniti e questo concetto sta diventando sempre più popolare e di dominio pubblico negli USA. Valle a dire che la relazione tra Stati Uniti e Israele è tale per cui gli Stati Uniti ci perdono soltanto: non solo soldi, ma anche immagine, alleati e si creano nemici. Nel libro, per esempio, viene citato Stephen Rosen, un funzionario dell’AIPAC, l’organizzazione di cui sto parlando, accusato di spionaggio militare contro gli Stati Uniti, che aveva illustrato il potere della lobby durante un pranzo con un giornalista del New Yorker. In quell’occasione, Rosen aveva tirato fuori un tovagliolo e aveva detto: “Guarda, vedi questo tovagliolo? In 24 ore posso ottenere la firma di 70 senatori su questo tovagliolo”. E stiamo parlando di più di dieci anni fa, quindi se la situazione era così dieci anni fa, oggi è solo peggiorata. La situazione è questa: laddove per questioni interne agli Stati Uniti sembra impossibile trovare accordi, salvo in pochissimi casi tra il Partito Repubblicano e il Partito Democratico, e tutto quello che si riesce a fare è fare grandi dichiarazioni senza concludere praticamente niente, quando è coinvolta la lobby israeliana, tutti sono compatti e costretti a votare all’unisono misure decise altrove, all’estero.

Ora, per una nazione come gli Stati Uniti, per la sua potenza, questa situazione è naturalmente inaccettabile, intollerabile e estremamente pericolosa. Ora vi propongo un’intervista storica, piuttosto vecchia, di più di un anno fa. L’avevo già selezionata un anno fa e volevo proporvela prima, ma non ci siamo riusciti. Adesso, però, non è più possibile procrastinare, anche perché è estremamente attuale. Si tratta di un’intervista piuttosto lunga, ho estratto le parti più importanti, quelle relative a Israele, ed è da questa intervista in poi che Tucker Carlson ha iniziato a cambiare la propria posizione pubblica nei confronti di Israele. In futuro vedremo degli interventi più decisi e recenti di Tucker Carlson, ma questo percorso ha aperto una breccia importantissima nella struttura di influenza quasi totale che la lobby israeliana ha esercitato sul Partito Repubblicano negli ultimi 30 anni.

Come vi ho detto, la lobby israeliana controlla anche i parlamentari del Partito Democratico. Tuttavia, il Partito Democratico svolge altre funzioni ed è più sotto il controllo di Soros e di un altro filone che non è molto diverso dalla lobby israeliana. Entrambi i gruppi si propongono di mettere in ginocchio gli Stati Uniti, ma partendo da due direzioni diverse. Non entreremo nel dettaglio di questo aspetto adesso, perché altrimenti la spiegazione diventerebbe troppo lunga. Quello che dovete capire è che Tucker Carlson è una figura di spicco nel mondo conservatore americano. Tra l’altro, ha iniziato la sua carriera come neoconservatore e ha lavorato con i neoconservatori, quindi ha avuto un ruolo determinante nel promuovere la guerra in Iraq, cosa di cui si pente e per cui sta cercando di fare ammenda personalmente. È un personaggio che è passato dall’essere uno dei principali promotori della guerra all’essere uno dei principali antagonisti in tal senso.

Ha una grande capacità di comunicazione e un grande seguito tra il pubblico americano. La cosa davvero notevole è che, grazie proprio alla questione della lobby israeliana e della sua inopportuna influenza sul governo e sul congresso americano, vediamo convergere destra e sinistra, ammesso che abbia senso parlare di divisione tra destra e sinistra. In ogni caso, vediamo convergere soprattutto gli influencer, le persone che hanno un grande impatto sul pubblico americano, che siano di sinistra o di destra, e che hanno a questo punto uno scopo comune: togliere l’influenza della lobby israeliana, sganciare gli Stati Uniti da Israele e disimpegnarli dalle guerre in Medio Oriente, uno degli obiettivi che lo stesso Trump aveva dichiarato, ma senza mai riuscire a dare loro un seguito concreto.

Questo, tra l’altro, è anche un fattore importante, perché ricompatta, se vogliamo, l’unità della cultura e della società americana. Ci sono naturalmente degli estremisti che resteranno tali, ma si tratta di frange. Con il ricompattamento e la condivisione di obiettivi unici tra i due fronti, che tendono a sovrapporsi, alcune politiche di MAGA coincidono con quelle della sinistra progressista. Questo ci permette di creare un fronte di intesa nei confronti di un nemico comune, che in questo caso sono le lobby esterne. Un’altra cosa importantissima che volevo chiarire è che la lobby israeliana è in realtà un’espressione del complesso militare-industriale americano e non soltanto dello Stato di Israele, anche se è composta in parte da miliardari ebrei di origine ebraica e contiene anche diversi personaggi importanti del mondo cristiano, soprattutto evangelico.

Inoltre, vi ricordo che Israele è una creazione della Gran Bretagna e che, quindi, le politiche estere spinte attraverso Israele provengono in realtà da Londra, concludendo il giro sulla City di Londra, che è il sospetto più importante ogni volta che succede qualcosa di strano nel mondo. Quindi, non stiamo di nuovo parlando degli ebrei né del loro diritto a una vita sicura e pacifica: questo è fuori discussione. Quello che stiamo dicendo, invece, è la strumentalizzazione degli ebrei, soprattutto di quelli che vivono in Israele, a fini geopolitici che non hanno nulla a che vedere con gli interessi di Israele o degli Stati Uniti, ma che vanno unicamente a beneficio di un ristrettissimo gruppo di personaggi: banchieri internazionali e costruttori di armi che hanno una presa totale sulla politica americana, al punto che, quando Benjamin Netanyahu viene negli Stati Uniti, riceve 40 standing ovation in Parlamento, cosa che neanche il Presidente degli Stati Uniti potrebbe sognarsi.

Questo ci dà l’idea di chi comanda veramente negli Stati Uniti e in questa intervista ne avremo una conferma diretta da parte di una persona che ha vissuto e che vive tuttora questa realtà. Non si tratta, quindi, della testimonianza di autori di un libro che hanno riportato fatti per sentito dire, ma del diretto interessato. In questo video si parla di Mike Johnson, attuale presidente della Camera, di Paul Manafort, consulente nella prima campagna elettorale di Trump, e della Squad, ovvero un gruppo di quattro parlamentari di estrema sinistra del governo americano che appartengono naturalmente al Partito Democratico e che sono, per definizione, contro Israele.

La Squad è un gruppo di quattro parlamentari di estrema sinistra del governo americano, appartenenti naturalmente al Partito Democratico, che sono per definizione contro Israele e che a volte hanno preso posizione comune con Thomas Massie. Ed ecco il video.

La battaglia tra Massie e i lobbisti di AIPAC

[Tucker Carlson]

Perché siamo in guerra con la Russia? Non l’ho mai capito. Perché la Russia? Sembra quasi che l’abbiano presa a caso da una mappa.

[Thomas Massie]

La cosa interessante è che eravamo in Afghanistan e io stavo seguendo la cosa da vicino. Ho parlato con l’ispettore generale speciale John Sopko, circa due volte l’anno, del denaro che veniva sprecato in Afghanistan. Erano circa 50 miliardi di dollari all’anno e sono stato contento di vederci uscire dall’Afghanistan, ma è un po’ come se avessimo sfiorato la frizione e cambiato marcia, passando dalla seconda alla terza; infatti, appena abbiamo smesso di spendere 50 miliardi di dollari all’anno in Afghanistan, abbiamo cominciato a spendere più di 50 miliardi di dollari all’anno in Ucraina. Negli Stati Uniti abbiamo un complesso militare-industriale, che altri chiamano industria della difesa. Dicono che è affamato e che noi dobbiamo nutrirlo.

E dal momento che non siamo direttamente coinvolti in nessuna guerra e non abbiamo motivo per esaurire le nostre scorte di bombe e di armi, ci impegneremo in queste altre guerre per mantenere tale complesso industriale sano e prospero. In effetti, l’amministrazione Biden ha portato questo preciso argomento in una lettera inviata al Congresso dove spiega perché dovremmo inviare questo aiuto estero supplementare ad Israele, all’Ucraina, ed a Taiwan. Dicono che l’industria della difesa deve essere forte, e quindi dobbiamo spendere questi soldi. E hanno fornito un elenco di tutti gli stati, negli USA, che avrebbero beneficiato di questa spesa. E hanno detto che dovevamo farlo per questo motivo.

[Tucker Carlson]

Chiunque viva qui vuole essere orgoglioso del proprio paese, ed io lo sono sempre stato. Sono ancora orgoglioso della sua gente, ma se il nostro principale prodotto di esportazione diventa la morte, non credo che possa funzionare a lungo termine.

[Thomas Massie]

Ci sono dei contraccolpi.

[Tucker Carlson]

Credo che sia sbagliato.

[Thomas Massie]

Stiamo generando un sacco di rancore. Guarda, dieci anni fa, anche più di recente, l’unico modo per raggiungere la stazione spaziale era a bordo di un razzo russo. E abbiamo avuto una collaborazione con loro, siamo stati in grado di arrivare nello spazio in quel modo, e ora non possiamo più farlo. E per giunta, la cosa brutta è che, in Medio Oriente, Israele sta creando decine di migliaia o centinaia di migliaia di persone che odieranno gli Stati Uniti. E finiranno per odiare di certo anche Israele. Ma poiché stiamo dando a Israele le armi per fare quello che stanno facendo, stiamo creando un sacco di persone che odiano questo paese.

[Tucker Carlson]

Ma ci viene detto che dobbiamo farlo e che è essenziale per la nostra sicurezza nazionale. Tu ci credi?

[Thomas Massie]

No, non lo vedo. Come ho detto, la lettera di Biden diceva che uno dei motivi per cui dobbiamo farlo è perché dobbiamo mantenere forte la nostra base industriale. Finanziamo tutte queste armi e le mandiamo all’estero, ma non vedo come questo possa rafforzare il nostro paese. In effetti, nel farlo, ci stiamo indebolendo.

[Tucker Carlson]

Quindi, credo che tu sia stato l’unico repubblicano a dissentire in molti di questi voti. Quante votazioni ci sono state su questa faccenda, e dove avete condotto tali votazioni?

[Thomas Massie]

Ho cercato di tenerne traccia. Ci sono state circa 18 votazioni sull’Ucraina, e ho votato contro la fornitura di armi in ciascuna di esse fin dal 2014. Quando abbiamo iniziato a sfoderare le sciabole ed incitare alla guerra, abbiamo fatto queste risoluzioni non vincolanti. E in queste risoluzioni si dipingeva regolarmente la Russia come malvagia e dipingevamo noi stessi come i sostenitori della democrazia. Ma già all’epoca sapevamo che l’Ucraina era incredibilmente corrotta,

[Tucker Carlson]

La nazione di gran lunga più corrotta in tutta Europa.

[Thomas Massie]

Certo. Così ho iniziato ad oppormi fin dal principio. Ci sono state 16 o 20 votazioni sull’Ucraina. E ho sempre votato contro. Ma solo negli ultimi sette mesi, ci sono state probabilmente 30 votazioni fatte espressamente su Israele e sul Medio Oriente.

[Tucker Carlson]

30?

[Thomas Massie]

Sì 30.

[Tucker Carlson]

Quante votazioni sulla situazione al confine degli Stati Uniti in quel periodo?

[Thomas Massie]

Oh, forse quattro votazioni che sono unicamente pro-forma visto che sappiamo che non avranno nessun futuro al Senato. Non siamo neanche riusciti a votare sull’approvazione di 30 nuovi uffici postali.

Il mese scorso, abbiamo votato 15 o 16 volte su questioni relative a Israele, e sono stato fortemente criticato perché ho votato in maniera negativa su tutte.

[Tucker Carlson]

Perché lo fai, odi Israele o c’è un’altra ragione?

[Thomas Massie]

No, perché sono contrario a mandare i nostri soldi all’estero. Sono contrario all’inizio di un’altra guerra per procura. Sono contrario alle sanzioni perché indebolirebbero il dollaro. Io sono per la libertà di parola, e tutte queste votazioni si scontrano con i miei principi e, per tale motivo, non posso votare a favore.

[Tucker Carlson]

Dicci qual è la parte della libertà di parola.

[Thomas Massie]

Di recente hanno presentato un disegno di legge al Congresso, che in realtà era un disegno di legge vincolante. Avrebbe avuto l’effetto di legge e le persone sarebbero state perseguite se si fossero impegnate nell’antisemitismo nei campus universitari, e il problema di questo disegno di legge è che fanno riferimento a una definizione internazionale di antisemitismo che si trova su un sito web da qualche parte. E la mia prima domanda è stata perché non inserire semplicemente una definizione di antisemitismo nel disegno di legge, invece di indicare il sito di qualcun altro in un atto legislativo. Siamo noi il Congresso.

[Tucker Carlson]

Spetta a voi scrivere le leggi.

[Thomas Massie]

In teoria, ma in realtà facciamo riferimento a un sito web che non si trova nemmeno su macchine all’interno degli Stati Uniti. Comunque, sono andato a vedere questo sito web e ho trovato una definizione abbastanza breve e generica, ma riportava anche esempi di cose che potrebbero essere considerate antisemitismo. E alcune di tali cose sono in realtà passaggi presi dal Nuovo Testamento che, secondo questa definizione internazionale di antisemitismo, sarebbero quindi vietati. Per esempio, non si può dire che gli ebrei hanno ucciso Gesù, nonostante sia un fatto riportato nella Bibbia, dove si dice chiaramente che Gesù non era il benvenuto tra la sua gente.

Dire una cosa del genere sarebbe considerato antisemitismo, e se venisse fatto in un campus universitario, oppure venisse semplicemente formulato come pensiero all’interno di una classe, sareste bollati come antisemiti, vi scontrereste con il Dipartimento dell’Istruzione e anche con alcune leggi federali. E c’erano anche altri esempi che erano davvero incredibili. Ad esempio, paragonare le politiche di Israele a quelle del regime nazista sarebbe considerato antisemita. Ma la domanda che uno si pone immediatamente è che cosa succederebbe se le loro politiche un giorno diventassero le stesse. Inoltre, non è affatto chiaro che questa sarebbe una definizione statica nel tempo e potrebbe diventare un crimine anche il solo fatto di avere opinioni diverse. Potrebbero essere ripugnanti.

[Tucker Carlson]

Anche se è sbagliato e stupido dire una cosa del genere, è comunque ancora legale.

[Thomas Massie]

Dovrebbe esserlo.

[Tucker Carlson]

Ma credo che i tuoi colleghi l’abbiano approvata, giusto?

[Thomas Massie]

Certamente, è passata alla grande, ma almeno un paio di persone si sono rese conto che la cosa non quadra.

[Tucker Carlson]

Ci sono membri del Congresso che vanno in chiesa la domenica, e che hanno appena votato per vietare il Nuovo Testamento nei campus universitari e che hanno reso illegale citare il Nuovo Testamento, la Bibbia Cristiana. Non capisco come facciano a far quadrare il cerchio.

[Thomas Massie]

Penso che i loro elettori abbiano permesso loro di farla franca. Non devono far quadrare i conti.

[Tucker Carlson]

Ma perché fare una cosa del genere?

[Thomas Massie]

Perché c’è molta pressione al Congresso per votare a favore di queste cose e la nostra leadership repubblicana pensa di essere molto furba. Siamo in un anno elettorale e vogliono avanzare proposte. Vogliono portare proposte di legge di fronte al Congresso e farci votare, senza curarsi che abbiano alcuna probabilità di proseguire al Senato, e dimostrare in tal modo che i repubblicani sono uniti e provocare una divisione nei democratici. Questo è uno dei motivi per cui lo fanno. Un’altra ragione per cui lo fanno è che c’è un gruppo di interesse straniero chiamato AIPAC che gode dell’attenzione dell’attuale presidente della Camera e, nel solo mese di aprile, ha chiesto 16 voti su Israele o sul Medio Oriente. Nello stesso mese di aprile non abbiamo avuto 16 voti dedicati agli Stati Uniti.

[Tucker Carlson]

Che cos’è l’AIPAC?

[Thomas Massie]

L’AIPAC è l’American Israel Public Affairs Committee, il comitato per gli affari pubblici americani e israeliani. Al momento della loro formazione non erano un comitato che raccoglieva fondi per eleggere parlamentari e senatori, ma oggi lo sono.

A parole, dichiarano di essere un gruppo di americani che fanno lobby per conto di Israele. Si occupano di qualsiasi cosa possa favorire Israele. E sono un gruppo di pressione molto efficace. Mi hanno contattato in quanto candidato al Congresso e hanno cercato di farmi scrivere un libro bianco

[Tucker Carlson]

Su quale argomento?

[Thomas Massie]

Un libro bianco su Israele e gli ho detto che non ero disposto a farlo. E loro mi hanno chiesto perché non volessi farlo. E io gli ho risposto che non faccio i compiti a casa per conto dei lobbisti. Già non mi piaceva scrivere tesine all’università, figuriamoci se adesso mi metto a scriverle per loro.

[Tucker Carlson]

E cosa hanno detto?

[Thomas Massie]

Mi hanno detto che sarebbe stato sufficiente copiare la tesina di Rand Paul e metterci il mio nome. L’avrebbero accettato. E io ho risposto che di certo non avrei copiato i compiti di qualcun altro per fare i miei. Non avrei fatto i miei compitini per loro.

Tu stai ridendo, ma sai una cosa? Scommetto che potrei essere l’unico repubblicano al Congresso che non ha fatto i compiti che gli sono stati assegnati dall’AIPAC. Ecco come stanno le cose. È una forma di condizionamento. Vogliono che tu faccia qualcosa di molto semplice e benigno per loro. Non ti assegneranno un voto sul lavoro fatto. Vogliono solo sapere che sei disposto a fare qualcosa per loro. E se fai qualcosa per loro come candidato, è più probabile che farai qualcosa per loro una volta eletto come membro del Congresso. Quindi la mia frattura con loro è iniziata nel 2012, quando mi sono rifiutato di fari i loro compiti.

[Tucker Carlson]

Come hanno reagito?

[Thomas Massie]

Innanzitutto, sono entrati in gioco nella mia competizione elettorale quando era ormai troppo tardi. Non era così chiaro se avrei davvero vinto. E quando hanno visto che avrei vinto, è stato allora che hanno cercato di farmi fare la tesina. All’epoca non avevano un comitato di azione politica, non potevano spendere centinaia di migliaia di dollari o milioni di dollari contro di me, in quel momento. Hanno quindi imbastito una specie di campagna di dicerie per cercare di convincere la gente a non votare per me.

[Tucker Carlson]

Perché?

[Thomas Massie]

Perché a quel punto hanno capito che non sarei stato al gioco.

[Tucker Carlson]

Ma quali erano le dicerie? Cosa dicevano su di te?

[Thomas Massie]

Le dicerie venivano propagate, ad esempio, attraverso le chiese evangeliche. Hanno un’organizzazione che si chiama Cristiani Uniti per Israele. In un certo senso hanno cooptato i cristiani evangelici. La gente pensa che si tratti di un movimento nato spontaneamente in Kentucky. Ma, in realtà, si tratta di un movimento gestito dall’alto verso il basso direttamente dall’AIPAC, in modo che le persone che non sono nemmeno ebree si sentano come se dovessero sostenere Israele a qualsiasi costo. Nonostante che sia uno stato laico che finanzia l’aborto. Glissano su quella parte e insistono sul fatto che dobbiamo finanziare Israele. Hanno costruito reti di influenza, quindi non è solo una questione di soldi.

[Tucker Carlson]

Quindi, sei stato eletto nonostante i loro sforzi contro di te, e poi cosa è successo? Hai parlato con loro dopo la tua elezione?

[Thomas Massie]

Permettimi di mettere una piccola nota a piè di pagina a questo punto. Non sono contro Israele. Non ho mai votato per sanzionare Israele. Non ho mai detto nulla di particolarmente critico nei confronti di Israele, a parte il fatto che, per esempio, in questo momento stanno bombardando Gaza e hanno ucciso l’1% della popolazione civile di quella città e questo non mi piace per niente. Ma tu vuoi sapere che cosa hanno fatto dopo la mia elezione.

[Tucker Carlson]

Sì, sei stato eletto nel 2012. Li hai sentiti di nuovo?

[Thomas Massie]

Io voto secondo la mia coscienza, il che è una cosa che non tollerano assolutamente. Di conseguenza hanno avviato una serie di campagne pubblicitarie contro di me che hanno definito educative, usando i soldi che avevano a disposizione, per convincere la gente che sono antagonista nei confronti di Israele. Non hanno detto alla gente di non votare per me. Hanno solo detto che sono una cattiva persona. E così gli ho detto che non erano più i benvenuti nel mio ufficio. Per anni li avevo invitati nel mio ufficio per chiarire la questione. Ho cercato di chiarire la mia posizione. Sono un repubblicano di tendenza libertaria. Non voto per gli aiuti esteri a favore di nessuno. Quindi non offendetevi se non voto per i vostri aiuti all’estero. Io non voto per le guerre da nessuna parte, quindi non offendetevi se ve lo dico. Sono per la libertà di parola, anche se quel che viene detto è ripugnante.

Ma ora sono banditi dal mio ufficio. La situazione è andata di male in peggio. Nell’ultima tornata elettorale hanno speso 400.000 dollari contro di me. $ 90.000 sono stati spesi solo lo scorso autunno, pubblicando annunci televisivi nel mio distretto e annunci su Facebook cercando di equipararmi alla cosiddetta squadra al Congresso e poi, più di recente, anche se la mia elezione è finita, stanno ancora pubblicando centinaia di migliaia di dollari di annunci negativi. Sta succedendo proprio ora mentre vi sto parlando,

[Tucker Carlson]

È strano, però, perché come hai detto, sei probabilmente l’unico repubblicano alla Camera che non ha fatto i compiti per loro, che non è dalla loro parte. E va bene così. Sei un repubblicano di orientamento libertario del Kentucky settentrionale. Probabilmente non riusciresti a determinare da solo la nostra politica estera. E credo che invece dovresti farlo, anche se so che non lo farai. Allora perché se ne preoccupano? Perché non lasciare che Thomas Massey sia semplicemente un parlamentare che viene dal Kentucky settentrionale? Perché devono schiacciarti?

[Thomas Massie]

Non lo so. Credo che non vogliano togliere neanche un cavallo dalla stalla. Se una persona inizia a dire la verità, hanno paura che possa diventare contagioso, forse. Oppure è come quando comperi un’auto nuova. Vanno da Mike Johnson e dicono: “Vogliamo una Cadillac Escalade con vernice bianco perla, con questo particolare tipo di cerchioni”. E Mike Johnson porta in aula quel particolare disegno di legge. Ma viene approvato con un voto unanime, salvo che per un tizio che vota contro. E credo che pensino che sia un graffio sulla loro auto. Volevano un’auto nuova di zecca, ma è stata graffiata da un tizio di nome Massey. Stavano per portarla al Senato e chiedere il consenso unanime. Ma ora i senatori dicono: aspettate un attimo. Questa proposta non ha avuto voto unanime alla Camera. Perché dovremmo approvarla all’unanimità al Senato? La gente inizia a sollevare domande, e penso che sia per questo che si arrabbiano.

[Tucker Carlson]

Quello che trovo interessante è che non solo sono in disaccordo con le tue opinioni, e penso che abbiano il diritto di essere in disaccordo con le opinioni di chiunque. Lo facciamo tutti. Ma ti chiamano bigotto, antisemita, e dicono che odii gli ebrei e cercano di distruggere la tua immagine e la tua reputazione. Mi sembra un livello di risposta molto diverso dal semplice disaccordo.

[Thomas Massie]

Certo. Non c’è bisogno che facciano una cosa del genere. Non sono antisemita. Non ho un solo capello antisemita sulla mia testa. Ma di certo non mi piace AIPAC, anche se prima ero neutrale nei loro confronti e non ero affatto antagonista ad AIPAC. Non nutro sentimenti antagonisti verso gli ebrei, non c’è nulla di più lontano dalla realtà. Penso di essere probabilmente la persona meno xenofoba del Congresso. Ci sono alcuni miei colleghi che vogliono sanzionare tutto e tutti, che vogliono dichiarare terrorista qualsiasi nazione non gli stia a genio, che preparano queste risoluzioni formulate con linguaggio molto aggressivo. Io non voto per nessuna di queste stronzate. Non attaccherò pubblicamente nessuno a meno che quel qualcuno non mi faccia del male. Quindi vengo insultato per il solo fatto di essere rimasto fuori dal coro.

[Tucker Carlson]

Tuttavia, è disgustoso, non è vero? Stanno cercando di distruggere la tua reputazione. Possono anche non essere d’accordo con le tue opinioni, ma definirti la cosa peggiore che puoi essere in America, è disgustoso.

[Thomas Massie]

A dire il vero, ho la pelle dura.

[Tucker Carlson]

Sembra ovvio.

[Thomas Massie]

Ed ecco la buona notizia, Tucker. I miei elettori non ci cascano. Due settimane fa, ho appena sostenuto un’elezione per le primarie e ho ottenuto il 76% dei voti, con l’AIPAC che pubblicava centinaia di migliaia di dollari di annunci contro di me. Quindi non sta funzionando nei miei confronti. Penso che sia miope da parte loro, fare questo genere di cose. Stanno solo bruciando soldi, e stanno in realtà solo cercando di fare di me un esempio. Ma stanno anche mettendo a nudo la loro debolezza. Penso che sia proprio così. E credo che abbiano messo in luce una vera debolezza. E, sai, una volta ero l’unico a votare contro alcune di queste risoluzioni, ma di recente, quando hanno cercato di vietare alcuni passaggi del Nuovo Testamento, penso che ci siano state quasi due dozzine di repubblicani che hanno fatto muro.

[Tucker Carlson]

Pongo però una domanda fondamentale. L’amministrazione Biden ha messo in prigione un gruppo di persone per aver violato una legge chiamata FARA, il Foreign Agent Registration Act, approvato intorno al 1936. che è stata in vigore per novant’anni. E non è mai stato applicato fino a poco tempo fa, fino all’era Trump e all’era Biden. Ma questa legge richiede che le persone che fanno lobbying per conto di governi stranieri si registrino in uno speciale elenco. E AIPAC è la più grande lobby degli Stati Uniti, la lobby più efficace per conto di un governo straniero. Sono forse registrati al FARA?

[Thomas Massie]

Non lo sono, ma dovrebbero esserlo.

[Tucker Carlson]

Ebbene, allora com’è possibile che abbiano messo in prigione Paul Manafort e un gruppo di altre persone per una violazione della legge FARA, mentre la più grande, la più efficace e la più temuta lobby straniera che lavora per un governo straniero non deve nemmeno registrarsi ai sensi della legge. È pazzesco.

[Thomas Massie]

Non voglio schierarmi a loro difesa, ma spiegherò al meglio che posso qual è la loro argomentazione.

[Tucker Carlson]

Magari mi sbaglio e dovresti schierarti dalla loro parte.

[Thomas Massie]

Tra un secondo mi dichiarerò d’accordo con te, ma lasciami almeno offrire quello che penso sia la loro argomentazione. Dicono di essere americani. I membri dell’AIPAC sono americani e quindi hanno il diritto alla libertà di parola.

[Tucker Carlson]

Paul Manafort è un americano.

[Thomas Massie]

Certo. La tua è una valida confutazione. Infatti, la legge FARA non si applica agli stranieri, bensì agli agenti che rappresentano interessi stranieri, il che include gli americani che fanno lobbying per conto di un governo straniero. Quindi AIPAC è esattamente il tipo di organizzazione per cui la legge FARA è stata creata. Al che loro sostengono di avere un diritto sancito dal Primo Emendamento. E io sono d’accordo con loro. Ma abbiamo anche leggi elettorali che prevedono la divulgazione di alcune informazioni. La legge FARA non gli impedisce di andare in giro a dire che sono un montanaro ignorante. Possono dirlo, se vogliono, la legge tuttavia prescrive di controllare da dove provengono i loro soldi. E richiede non solo di dichiararne la provenienza, ma anche di indicare su cosa li stanno spendendo.

E impone di dichiarare se stanno facendo lobbying per conto di un paese straniero. Quindi, hai ragione, dovrebbero essere registrati presso il FARA. FARA serve appunto a chiarire le zone grigie dove alcuni americani rappresentano un paese straniero. Permette di verificare che stai ricevendo denaro da quel paese straniero e se hai una doppia cittadinanza con quel paese straniero. Stai ricevendo istruzioni? Per esempio, Netanyahu sta parlando al tuo gruppo, consigliandovi sulla vostra prossima mossa? Stai ricevendo denaro dal complesso militare-industriale? Perché per capire l’AIPAC, penso che sia più facile modellarla come una lobby al servizio del complesso militare-industriale.

La loro richiesta più importante è una maggiore quantità di equipaggiamento militare che dagli Stati Uniti viene spedito in Israele. In effetti, quando ancora erano ammessi nel mio ufficio, la motivazione che portavano per la loro attività era che sarebbe stata di stimolo per l’economia degli Stati Uniti. Perché ogni singolo centesimo dei 3,8 miliardi che Israele nominalmente riceve dagli Stati Uniti, anche se ora stanno ricevendo molti più soldi, va agli appaltatori militari statunitensi. Ora, questa argomentazione non mi ha assolutamente rassicurato, né mi ha portato ad essere più favorevole alla loro attività. Ma questa è la loro argomentazione. E se notate cosa sostengono, credo che a volte sostengano cose che nemmeno gli israeliani avrebbero il coraggio oppure il desiderio di sostenere.

Ad esempio, penso che sarebbero assolutamente d’accordo nello scatenare una guerra apocalittica con l’Iran, mentre ci sono persone in Israele che dicono, aspettate un attimo, preferiremmo non avere una guerra con l’Iran. Ma l’AIPAC fa cose che ci portano in quella direzione. In altre parole, ciò che l’AIPAC fa per Israele è un’attività simile a quello che la NRA fa per i possessori di armi negli Stati Uniti, oppure quello che il Farm Bureau fa per gli agricoltori americani.

[Tucker Carlson]

È una fazione.

[Thomas Massie]

Rappresentano una fazione, ma di solito si tratta di una fazione che riunisce i grandi complessi industriali. E stanno usando l’imprimatur della base elettorale che loro hanno diluito o confuso con l’azione di fare i bulli nei confronti dei membri del Congresso. E la stessa cosa succede con la NRA e il Farm Bureau e sto prendendo di mira altri gruppi di destra.

[Tucker Carlson]

Beh, di sicuro, e tra l’altro, penso che ci siano probabilmente un sacco di cose che l’AIPAC sostiene per le quali sono io stesso a favore, e lo stesso vale per il Farm Bureau e la NRA. Ma quello che mi infastidisce è l’idea di un governo straniero che influenza apertamente le nostre campagne politiche.

[Thomas Massie]

Apertamente nel senso che ti stanno mostrando che lo stanno facendo, ma in modo opaco nel senso che non puoi tracciare quello che fanno perché non sono registrati al FARA.

[Tucker Carlson]

C’è qualche altro repubblicano che ha le tue stesse opinioni in materia?

[Thomas Massie]

Ci sono repubblicani che vengono da me in aula e mi dicono: “Vorrei poter votare con te oggi. Tu stai dando il voto giusto, ma io non posso permettermi di essere attaccato troppo duramente nel mio distretto”. E ci sono repubblicani che vengono da me e mi dicono: “È sbagliato quello che l’AIPAC ti sta facendo. Lasciami parlare con il mio contatto in AIPAC”. A proposito, tutti, tranne me, hanno una persona dell’AIPAC che li segue personalmente.

[Tucker Carlson]

Cosa significa?

[Thomas Massie]

Funziona come la tua babysitter personalizzata che si assicura di parlarti costantemente di quello che l’AIPAC vuole da te. Probabilmente si tratta di un elettore nel tuo distretto, ma è comunque una persona saldamente radicata nell’AIPAC, e ogni membro del Congresso ha un individuo del genere che gli è stato assegnato. Non so come funzioni dal lato del Partito democratico, ma è così che funziona dal lato del Partito Repubblicano. E quando queste persone vengono a Washington, devi andare a pranzo con loro, e hanno il tuo numero di cellulare personale e ti chiamano ogni volta che vogliono.

[Tucker Carlson]

È assolutamente pazzesco.

[Thomas Massie]

Ci sono stati quattro membri del Congresso che mi hanno detto: “Parlerò con la mia persona dell’AIPAC, parlerò con la mia guida dell’AIPAC, e vedrò se riesco a convincerli a ridurre gli annunci pubblicitari contro di te”.

[Tucker Carlson]

Perché non l’ho mai sentito prima?

[Thomas Massie]

Non giova a nessuno farne pubblicità. Perché dovrebbero dire ai loro elettori che hanno fondamentalmente un sistema di badanti con qualcuno che rappresenta un paese straniero?

Non giova al deputato che la gente lo sappia. Quindi non ve lo diranno.

[Tucker Carlson]

Hai mai visto qualche altro paese fare qualcosa di simile? Come ad esempio la Russia? Ci dicono che ovviamente la Russia determina l’esito delle nostre elezioni. Continuiamo a sentircelo dire. C’è qualcuno che ha una babysitter mandata da Putin con cui parla regolarmente?

[Thomas Massie]

Non ce l’hanno. Non hanno nemmeno una babysitter britannica. Non hanno neppure una babysitter australiana, oppure tedesca. Israele è l’unica nazione che fa una cosa del genere. Posso garantirti che negli uffici dell’AIPAC hanno un foglio elettronico dove per ogni parlamentare viene elencato il corrispondente badante incaricato da AIPAC. E sono anche sicuro che nello stesso foglio elettronico sono elencati tutti i voti che il deputato ha fatto su questioni relative ad Israele, e c’è scritto se tale deputato è mai stato ad Israele. Infatti, AIPAC offre viaggi pagati per i membri del Congresso e per le loro mogli affinché visitino Israele. Non credo di essere l’unico repubblicano che non abbia mai fatto il viaggio in Israele organizzato dall’AIPAC, ma probabilmente ci sono solo una dozzina di parlamentari che non l’hanno fatto. E gli altri undici che non ci sono andati, non lo hanno fatto solo perché non ne hanno trovato il tempo.

[Tucker Carlson]

Come funziona questo viaggio?

[Thomas Massie]

Penso che sia una sorta di vacanza. Vai a vedere il muro del pianto, visiti diversi siti archeologici e cose del genere

[Tucker Carlson]

Devo dire che è un paese meraviglioso per i turisti, in particolare Gerusalemme. è un posto magnifico da visitare e ci sono cose che producono un grande effetto.

[Thomas Massie]

Come il nuotare nel Mar Morto.

[Tucker Carlson]

Sì, l’ho fatto io stesso. Non in un viaggio pagato da AIPAC. Lo raccomando a chiunque Certo che lo sono. L’ho pagato io stesso! è semplicemente buffo. Voglio dire, sono un vero amante di Israele in quanto località geografica. Mi piacciono le persone del posto e amo il cibo. Ma questo è diverso dal governo di Israele, che è solo un governo straniero.

[Thomas Massie]

La mia sensazione è che gli israeliani siano molto intraprendenti.

[Tucker Carlson]

Certamente Completamente.

[Thomas Massie]

Penso che abbiano una mentalità civica, si preoccupino del loro paese, e che siano generalmente brave persone.

[Tucker Carlson]

Questa è stata sicuramente la mia esperienza nei viaggi in Israele. Penso che sia probabilmente uno dei miei posti preferiti, forse il mio posto preferito in assoluto dove andare con la mia famiglia, ma questo è una cosa completamente diversa dal prendere ordini dal suo governo.

[Thomas Massie]

Giusto.

La frattura all’interno di MAGA

Credo che questo video sia abbastanza chiaro e che non lasci alcun dubbio. I parlamentari e i senatori americani hanno una sorta di baby sitter che li segue costantemente e che fa gli interessi di una lobby che li controlla e può far loro eseguire qualsiasi cosa venga loro richiesta, anche perché li finanzia durante la campagna elettorale. Questo, come ci dicono altri parlamentari repubblicani del movimento MAGA, vale per il 90% dei parlamentari americani, sia deputati che senatori, quindi per la quasi totalità del Congresso americano. Questo fatto, tuttavia, sta diventando sempre più di dominio pubblico, anche perché le vicende in Israele e a Gaza hanno sollecitato fortemente l’opinione pubblica americana, spingendo gli americani, che di solito sono disinteressati alle questioni internazionali, a capire meglio come funzionano queste cose. Negli ultimi due anni, quindi, si è verificato un enorme spostamento dell’opinione pubblica americana contro Israele.

Direi uno spostamento colossale, al punto che oggi la stragrande maggioranza degli americani è contraria al rapporto tra gli Stati Uniti e Israele e pretende che i finanziamenti e il supporto militare a Israele vengano interrotti, nonché che il coinvolgimento degli Stati Uniti nel Medio Oriente venga interrotto. Queste posizioni sono incompatibili con le pressioni esercitate su Trump, che ha importanti donatori che appartengono alla lobby. Naturalmente, la lobby in quanto tale, l’IPAC, si occupa dei personaggi di basso livello, ma i donatori importanti, come i personaggi dell’industria dell’alta tecnologia americana, ad esempio Larry Ellison, proprietario di Oracle, a cui è stato ceduto il controllo di una grande rete televisiva americana, oltre che di TikTok, intervengono direttamente. Questo perché Ellison possa operare una censura nei confronti delle critiche a Israele.

Quindi, la direzione che la presidenza di Trump sta prendendo è pericolosa da questo punto di vista e vedremo cosa succederà. Sono convinto che Trump sia consapevole del problema, anche perché gli viene ricordato ogni giorno, e che cercherà di correggere un po’ il tiro, anche perché, a livello personale e familiare, ha importanti rapporti di affari con diversi paesi arabi e non è necessariamente interessato a fare gli interessi di Israele, anche se vi è costretto da motivi elettorali. Abbiamo avuto conferma, per esempio, del fatto che lo stesso Larry Ellison ha scelto Marco Rubio come ministro degli Esteri e, a questo punto, come responsabile della sicurezza nazionale nella presidenza Trump. È stato lui a fornire l’approvazione finale. Di conseguenza, la situazione per la presidenza Trump non è ottimale.

Non possiamo escludere che Trump sia costretto a proseguire il conflitto con l’Iran, anche se sono convinto che non lo desideri. La mancanza di Charlie Kirk rende questo scenario più probabile, perché a questo punto non c’è nessuno che abbia un contatto personale con Trump stretto come quello di Charlie Kirk e che possa esercitare pressioni dirette su di lui. Direi quindi che la morte di Charlie Kirk cade a fagiolo in questo senso. In un video successivo vedremo chi sono i probabili autori di questo omicidio. Rimane comunque il fatto che esiste un Parlamento e una forte pressione da parte dell’opinione pubblica americana contro una guerra con l’Iran. Credo che, se Trump seguisse le pressioni di Israele per partecipare a una guerra diretta contro l’Iran, la sua presidenza verrebbe sostanzialmente distrutta.

Perderebbe sicuramente le elezioni di medio termine e la sua potenza politica, acquisita con un’elezione record, verrebbe bruciata in poco tempo. Quindi, vedremo cosa succederà. Naturalmente, siamo in una fase estremamente fluida. Sembra che abbiano raggiunto degli accordi, soprattutto tra i paesi arabi e Israele, su come risolvere la questione di Gaza, il che permetterebbe a Trump di disimpegnarsi e concentrarsi sulle questioni interne, che sono molto pressanti. Nel frattempo, si parla di possibili attentati nei confronti di Tucker Carlson e di Candace Owens, un’altra commentatrice conservatrice che ha cambiato posizione e si è convertita al cattolicesimo, diventando una spina nel fianco importante per la lobby israeliana e per l’AIPAC. Vedremo come si svolgeranno le cose. Di certo, stiamo vivendo tempi decisamente movimentati e interessanti.

Roberto Mazzoni

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