Il ruolo del vice presidente Mike Pence nell’assemblea plenaria del Congresso che si terrà all’1 del pomeriggio il 6 di gennaio avrà un’importanza determinante secondo quanto emerge da diverse fonti.
Benché di solito si tratti di una semplice formalità, questa non è un’elezione consueta e quindi la situazione può svilupparsi in tante direzioni e non esiste una struttura legale e costituzionale ben definita per guidare in casi di questo genere.
Al momento Joe Biden ha 306 voti elettorali certificati e Donald Trump ne ha 232 a cui se ne aggiungono altri 84 duellanti.
Diversi membri della Camera dei Deputati e almeno un senatore, Josh Hawley, hanno ufficialmente dichiarato che si opporranno ai voti elettorali dati a Biden negli stati contestati: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.
“Il 6 di gennaio non posso certificare i risultati del collegio elettorale senza sollevare la questione che alcuni stati, in particolare la Pennsylvania, hanno mancato di seguire le leggi elettorali del loro stesso stato. E non posso votare per certificare senza puntare evidenziare lo sforzo senza precedenti da parte di alcune mega-corporazioni, tra cui Facebook e Twitter, di interferire nell’elezione in favore di Joe Biden”.
Singolare il fatto che la decisione di Hawley è stata dichiarata da Walmart sul proprio account ufficiale di Twitter quella di uno che non sa perdere.
Hawley ha replicato:
“Ora che hai insultato 75 milioni di americani, chiederai per lo meno scusa per il fatto che usi schiavi per lavorare sui tuoi prodotti. Oppure per lo meno ti scuserai per il fatto che paghi stipendi patetici ai tuoi dipendenti mentre fai fallire i negozi a conduzione famigliare”
Più tardi la società ha pubblicato una scusa con la seguente dichiarazione:
“Il tweet pubblicato in precedenza è stato un errore commesso da un membro del nostro team che segue i social media. Lo abbiamo cancellato e non avevamo intenzione di commentare sul tema della certificazione del collegio elettorale. Ci scusiamo con il senatore Hawley per questo errore e qualsiasi confusione creata circa la nostra posizione”.
Altri senatori che hanno indicato la propria disponibilità a obiettare sono: Ted Cruz del Texas, Rick Scott della Florida, Kelly Loeffler e David Perdue della Georgia, Rand Paul del Kentucky, Tommy Tuberville dell’Alabama.
In parlamento abbiamo Jeff Van Drew del New Jersey, Jeff Duncan del South Carolina. Mo Brooks dell’Alabama, Marjorie Taylor Greene della Georgia, Barry Moore, Bob Wood, Matt Gaetz della Florida, Brian Babin, Ted Budd, Andy Biggs, Madison Cawthorn, Jim Jordan.
Apertamente contro la contestazione sono Mitch McConnell, John Thune (il suo vice) e Roy Blunt che ritengono che l’iniziativa non avrà successo.
Nancy Pelosi è convinta che Biden verrà confermato.
Kelli Ward che ha presentato la causa contro Mike Pence insieme a Louie Gohmert, parlamentare texano, nel tentativo di riconoscergli l’autorità assoluta nella scelta dei voti dai grandi elettori il 6 gennaio 2021. Alla causa si sono uniti tutti e 11 i grandi elettori repubblicani dell’Arizona.
L’obiettivo di questa causa è di stabilire che la costituzione ha la precedenza sulle singole leggi. Kelli Ward è la responsabile del partito repubblicano in Arizona ed è stata tra le persone più attive nelle iniziative a sostegno della posizione sulla frode elettorale.
“Non possiamo consentire al fatto che elettori certificati in modo fraudolento e inviati a Washington siano contati per l’elezione presidenziale. Il vice presidente ha il dovere di contare voti che sono stati depositati in modo legale.”
Pence potrebbe dichiarare che nessuno dei grandi elettori, sia quelli nominati dai repubblicani al fine di mantenere vivi i casi legali, sia quelli nominati dai democratici e certificati dai governatori negli stati contestati vengano contati.
La causa anche cerca di confermare “che la decisione pesa unicamente sulle spalle di Mike Pence”
La causa promossa da Gohmert afferma inoltre che qualsiasi azione intrapresa da Pence il 6 di gennaio per certificare il risultati di un Collegio Elettorale che garantisca una vittoria per Joe Biden sarebbe fraudolenta. Chiede inoltre al giudice Jeremy Kernodle, nominato da Trump, di determinare che Pence è autorizzato a scegliere i grandi elettori nominati dal partito repubblicano e che hanno votato a favore di Trump.
Il vicepresidente Mike Pence determina quale gruppo di elettori contare come voti validi oppure se scartare entrambi i gruppi per quel particolare stato. Se nessuno dei due candidati dispone di una maggioranza di 270 voti elettorali, allora la Camera dei Deputati sceglierà il presidente.
Louie Gohmert ha rilasciato anche un comunicato stampa con l’avvio della causa:
“L’elezione presidenziale del 2020 è del tipo che ci aspetteremmo di vedere in una repubblica delle banane, non negli Stati Uniti. Di fatto le frodi sfrenate e le azioni incostituzionali che sono successe sono talmente vergognose che sette stati contestati, Arizona, Georgia, Michigan, New Mexico, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin hanno tutti mandato al Congresso liste di elettori duellanti. Questo pone il vice-presidente Mike Pence nella posizione in cui alcuni sostengono debba scegliere tra legge e moralità. Le cose non stanno così.
“E’ anche critico notare che molti di quelli che prima erano media primari, e che ora sono diventati media alternativi di sinistra, continuano a dichiarare che tutti i tribunali hanno detto che non c’erano prove di frode. Questo è fuorviante, ingannevole e semplicemente disonesto. La verità è che nessuna corte di giustizia finora ha avuto la moralità e il coraggio di consentire che le venissero presentate prove di frode.
“Continuiamo a sperare che ci sia un giudice federale che comprenda che la frode che ha rubato questa elezione significherà la fine della nostra repubblica, e questa causa dovrebbe garantire il fatto che il Vice-Presidente accetti solamente elettori che siano stati eletti in modo legittimo e legale. Ci dev’essere almeno un’opportunità di presentare i fatti davanti a un tribunale quando la frode è così prevalente.”
Cambio di posizione repentino da parte di Mitch McConnell che dopo aver dichiarato che non avrebbe mai approvato un aumento dello stimolo pro-capite richiesto da Trump e approvato dalla Camera.
Trump aveva commentato che era una decisione suicida da parte dei repubblicani e che avrebbero dovuto approvarlo il prima possibile. Ieri McCOnnell ha presentato una propria proposta che porta lo stimolo a $ 2000 ma che aggiunge anche gli altri temi richiesti da Trump come ad esempio la cancellazione o modifica della Section 230 che protegge Big Tech e i social media e il fatto che il congresso debba garantire l’integrità dell’elezione del 2020. Al tempo stesso ha invitato i senatori repubblicani ad approvare di nuovo il bilancio di spesa militare bloccato con veto da Trump e che richiede almeno i 2/3 di voti.
I Democratici hanno già dichiarato di opporsi.
Alki David miliardario americano e podcaster ha offerto una taglia di 1 milione di dollari per chiunque produca prove incontrovertibili sul fatto che le macchine della Dominion Systems siano predisposte per far vincere un candidato predefinito e che dimostrino che Eric Coomer, vice-presidente di Dominion Voting Systems e Director of Product Strategy & Security, sia stato personalmente coinvolto nella frode.
Roberto Mazzoni
https://macris.substack.com/p/who-counts-the-votes-of-the-presidential
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