La demolizione del dollaro – parte 1 – MN #238

In questo video vi riproporrò un’intervista che ho fatto recentemente con il Vaso di Pandora dedicata al futuro del dollaro e al futuro, se vogliamo, dell’economia globale. Questa intervista è abbastanza importante perché è la sintesi di parecchie informazioni e parecchie ricerche che ho fatto recentemente su quello che è il consenso di diversi analisti finanziari americani sull’evoluzione che ci attende nei prossimi anni, in particolare nei prossimi 5 anni.

Ha naturalmente il dollaro come protagonista, visto che, per il momento, il dollaro è ancora la valuta di riferimento internazionale, quindi quella più usata negli scambi e quella più usata per risparmiare i soldi, soprattutto da parte dei governi delle varie nazioni.

In più è la valuta a cui tutte le altre valute sono collegate. Abbiamo parlato recentemente della famosa valuta BRICS che, per il momento non è stata lanciata e che, forse, stando a quello che dicono i cinesi, non verrà mai lanciata, ma che è stata in parte sostituita come progetto dall’uso diretto del oro e quindi dalla creazione di un circuito di commercio indipendente rispetto al dollaro da parte delle nazioni BRICS che sono appunto Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, con l’aggiunta dall’anno prossimo di altre nazioni come per esempio Arabia Saudita.

Questa è un’evoluzione sicuramente molto importante e molto interessante che porta a una riduzione dell’uso del dollaro nel mondo, ma tale riduzione ha effetti inattesi che descrivo appunto in questa intervista e che approfondisco molto di più e che faccio spiegare a chi è più esperto di me in un video che ho pubblicato recentemente nella sezione “Legionari di Bitcoin”.

Questa intervista del Vaso di Pandora va ulteriormente inquadrata anche perché queste interviste non sono illimitate come tempo e non si riesce a dire tutto quello che si vuole dire. Quindi ho voluto aggiungere questa introduzione per farvi capire che l’aumento del valore del dollaro è un problema dal punto di vista del governo americano, perché vuol dire pagare più interessi sui debiti che lo stesso governo ha contratto.

Perciò vedrete, soprattutto l’anno prossimo che è un anno di elezioni, un’attività piuttosto intensa da parte della Federal Reserve per cercare di ridurre il valore del dollaro, perlomeno nel 2024.

Quindi quello che descrivo in questa intervista non è una traiettoria di crescita costante del dollaro da qui al 2028, ma sarà un andamento oscillante con anche dei cali e poi delle riprese, ma descrive quello che è un trend complessivo.

Questo video avrà un seguito che descrive quella che potrebbe essere un’alternativa a questo scenario del dollaro. Un meccanismo che si sta sviluppando parallelamente e che quindi va considerato, anche perché il mio obiettivo fondamentale non è solo di darvi informazioni e formazione, ovunque possibile, ma anche di darvi soluzioni o indicare delle strade, delle vie d’uscita.

Ho classificato questa intervista come un video vero e proprio della serie Mazzoni News perché ha un valore appunto informativo importante e anche perché sarà un po’ l’ossatura su cui si regoleranno tutte le dinamiche politiche nei prossimi anni.

Già lo vediamo in essere oggi con la guerra in Ucraina, dove per la prima volta nella storia degli Stati Uniti il senato degli Stati Uniti ha votato alla maggioranza contro la proposta di mandare nuovi aiuti militari all’Ucraina e quindi nuovi aiuti per alimentare la macchina bellica.

Questo è un fatto inaudito ed è frutto di una serie di elementi naturalmente, tra cui anche il fatto che l’Ucraina sta inevitabilmente perdendo e anche negli Stati Uniti si è arrivati a questa conclusione, dopo un lungo ritardo. Persino i media mainstream più importanti stanno riportando questo fatto, ossia che la vittoria Ucraina è ormai impossibile e che l’unica via d’uscita è un qualche tipo di accordo negoziale con i russi.

Accordo negoziale che probabilmente non potrà essere implementato dall’attuale Casa Bianca perché non ne ha le capacità e perché non ne ha neanche l’intenzione e che tra l’altro non sarebbe neanche considerato penso da Putin il quale ha detto che con l’attuale Casa Bianca appunto non ha senso conversare quindi non sarà una cosa che vedremo ma è possibile che venga anticipato come evento da un crollo definitivo della nazione Ucraina anche perché ci dicono che entro se non arrivano nuovi finanziamenti entro la fine gennaio di fatto l’Ucraina non ha soldi per mantenere le strutture pubbliche, semplicemente pagare gli stipendi e pagare le pensioni e tutto il resto quindi siamo di fronte a una situazione critica non vi so dire al momento in cui registro questo video se il congresso, il parlamento statunitense cambierà idea a tempo fino al 15 dicembre quindi potrebbe sicuramente cambiare idea non ne sarebbe la prima volta.

Però questo è un indice molto chiaro di un trend dove improvvisamente anche i più Diciamo le teste più dure nel congresso statunitense si rendono conto che Non esiste una spesa illimitata, non esistono programmi che non hanno costi non esiste una via d’uscita semplicemente continuando a stampare denaro anzi più si stampa denaro più diventa difficile risolvere il problema in futuro è chiaro che il denaro, la stampa di denaro è stata usata come sistema da parte di maggior parte dei governi occidentali al fine di posticipare il problema ossia anziché risolverlo in quel momento che magari poteva richiedere delle iniziative impopolari spostare il problema e lasciarlo al prossimo governo o alla prossima generazione addirittura e questo è il diciamo il motivo di fondo che abbiamo vissuto agli anni 70 fino ad oggi e che ha portato alla situazione economica in cui oggi noi siamo tuttavia questa situazione non è più sostenibile.

Leggevo che nel 2018 c’erano 250 trilioni di debito in dollari mondiale, infatti questo non è solo un problema degli Stati Uniti, è un problema comune a tutte le nazioni del mondo, con diversi gradi di problematicità naturalmente. E, a fronte di questi 250 trilioni di debito, quindi 250 mila miliardi, abbiamo 80 trilioni di dimensione economica quindi di prodotto interno lordo complessivo.

Di conseguenza serve il triplo di debito per alimentare un’economia che è sempre più asfittica, sempre più in difficoltà. Le cifre di crescita del prodotto interno lordo sono truccate, quelle cinesi per scelta, ma anche quelli di tutti gli altri paesi sono inattendibili perché includono naturalmente l’inflazione del denaro, e una serie di fattori che rendono inattendibile quel valore.

Assomiglia a quando una persona comincia a prendere una sostanza drogante. All’inizio la droga dà un impulso notevole, c’è un impatto significativo e a quel punto diventa necessario prendere una seconda dose. Dalla seconda dose in avanti l’impatto diminuisce quindi bisogna prenderne sempre di più per ottenere un risultato sempre inferiore. Questa è la situazione del nostro sistema economico. È un sistema economico drogato e tossico dipendente dove, in questo caso, la dipendenza è dalla stampa di denaro facile. E tale stampa di denaro facile porterà inevitabilmente a un overdose.

Questo è un parere condiviso dalla gran parte degli esperti finanziari che non siano naturalmente semplicemente dei propagandisti del governo. Questo è dunque lo scenario in cui ci troviamo e da questo scenario è importante proteggersi individualmente, perché non ci saranno soluzioni politiche possibili a breve termine.

I politici devono lavorare con quello che hanno e devono anche rendere conto a chi li ha messi al posto dove si trovano. In generale, noi sappiamo che oggi il potere non è nelle mani dei politici bensì è nelle mani della finanza e in particolare stiamo notando una guerra che si sta sviluppando, per lo meno negli Stati Uniti, tra il fronte finanziario classico rappresentato dai banchieri internazionali e il nuovo fronte finanziario che rappresentato dei grandi fondi d’investimento tipo Black Rock, Black Stone, eccetera. Gli interessi dei due fronti si sono divaricati anche perché, quando le cose cominciano andare male, litigano tra loro. È normale e in questo scenario vedremo una rotta di collusione crescente tra queste due fazioni e noi siamo nel mezzo. Di conseguenza dobbiamo cercare difenderci.

L’intervista con il Vaso di Pandora

[Carlo Savegnago]

Amici del Vaso di Pandora benvenuti, ben ritrovati, presento subito il nostro ospite in collegamento dalla Florida, sono molto contento di averlo qui dopo un paio di mesi, Roberto Mazzoni. Ciao Roberto.

[Roberto Mazzoni]

Ben ritrovati, buongiorno a tutti.

[Carlo Savegnago]

Allora Roberto lo spieghiamo subito, ha avuto un periodo in cui non è potuto comparire qui al Vaso di Pandora, non abbiamo potuto beneficiare delle sue analisi della Florida perché è impegnato nel suo sito per un progetto di insegnamento in pratica che riguarda i bitcoin e le criptovalute, giusto Roberto? Sì, infatti ho lanciato un contenitore che si chiama Legioni di Bitcoin per adottarci delle armi necessarie per affrontare la follia finanziaria in cui stiamo entrando. E quindi sicuramente un servizio molto molto utile per tutti noi, per ulteriore informazione al sito mazzoninews.com. Oggi noi Roberto parliamo della situazione del dollaro, allora la dedollarizzazione a quanto pare a livello planetario è in corso, vogliamo capire un po’ cosa sta avvenendo in realtà, quali sono i riflessi anche interni del dollaro a livello internazionale, prego a te la parola.

[Roberto Mazzoni]

Bene, allora innanzitutto per la dedollarizzazione si intende una riduzione nell’uso del dollaro come moneta di scambio internazionale, questo è uno degli usi, oppure come moneta di riserva, quindi come formato di risparmio usato tipicamente dagli stati. Allora noi sappiamo che in realtà questo trend è iniziato già un po’ di tempo fa, la Cina che è stata uno dei principali acquirenti di titoli del tesoro americani. Ma ha smesso di comprarne già da qualche anno e avrebbe già ridotto il trend d’acquisto a partire dal 2008, quando c’è stata la grande crisi finanziaria che ha sollevato qualche dubbio sulla stabilità complessiva del sistema bancario ancorato sul dollaro. Allora questo flusso è importante perché in pratica la Cina esportava prodotti e importava dollari, questo era il flusso e nello scenario complessivo di un’economia mondiale in cui noi ci troviamo, quindi un’economia interconnessa, globalizzata, se qualcosa entra da una parte qualcosa altro deve uscire dall’altra e nel caso del rapporto tra Stati Uniti e Cina.

Il progetto era che la Cina fosse la fabbrica e gli Stati Uniti fosse il consumatore, infatti ogni nazione può avere un’enfasi particolare all’interno della propria struttura economica, vuoi sui consumi, vuoi sull’esportazione, vuoi su altri tipi di attività.

Nel caso della Cina ovviamente l’enfasi era sulla produzione, quindi ottimizzazione delle infrastrutture, creazione di incentivi fiscali per le aziende che investivano in Cina, che costruivano fabbriche, un contenimento dei livelli di stipendio in modo da essere competitiva rispetto al resto del mondo, viceversa negli Stati Uniti la logica era incentivare i consumi, quindi nel caso della Cina, il 70% del prodotto interno all’ordine era produzione e nel caso degli Stati Uniti era il dato opposto, quindi il 70% era consumo e il consumo veniva incentivato attraverso la fornitura di credito a basso interesse, quindi carte di credito piuttosto che prestiti individuali, piuttosto che vari finanziamenti e questi finanziamenti in realtà venivano anche in buona parte direttamente dalla Cina, perché la Cina acquistando i titoli del tesoro americani finanziava il governo statunitense, il quale a sua volta poteva finanziare l’economia interna favorendo il consumo, quindi era un circuito che funzionava in questa maniera.

Ora, dal 2008 in avanti, questo ha cominciato a rompersi, da una parte perché per poter mantenere questi elevati livelli di finanzializzazione, quindi di prestiti in generale alla società ai consumi, era necessario mantenere dei bassi tassi interesse, altrimenti il prestito, il peso del debito si sarebbe moltiplicato molto rapidamente, soprattutto per quello che riguardava lo Stato medesimo, e di conseguenza i titoli del tesoro americani avevano un bassissimo tasso di interesse, quindi erano poco interessanti come strumento di risparmio, se confrontati ad esempio con la conservazione di risorse primarie oppure l’acquisizione di risorse primarie che servono per la produzione medesima.

Abbiamo visto i cinesi che hanno cominciato a andare in giro nel mondo a comprare in anticipo la produzione, per esempio, del rame per i prossimi 20 anni dal Cile, piuttosto che l’acquisto di petrolio in anticipo dei fornitori di petrolio che possono essere l’Arabia Saudita, piuttosto che la Russia o l’Iran. La Cina è uno dei clienti primari dell’Iran.

Quindi hanno cominciato a spostare l’enfasi sulle materie prime perché consentivano una maggiore conservazione del valore di risparmio che lo stavano accumulando e hanno smesso di comprare titoli del tesoro. In questa maniera gli Stati Uniti sono andati via via sempre più scoperti in termini di copertura dei titoli e hanno dovuto iniziare a aumentare i tassi di interesse per finanziare lo Stato, perché non ci stavano più dietro. E siamo arrivati quindi a una vera e propria guerra valutaria che è cominciata, le cui prime avvisaglie sono state nel 2010 e poi si è espansa progressivamente per arrivare al massimo in questi giorni.

Parallelamente abbiamo visto nel periodo Trump che c’è stata la guerra commerciale, quindi i dazi, la dis-incentivazione delle importazioni dalla Cina, le barriere sulle esportazioni di prodotti strategici verso la Cina, che era già iniziata con Trump e poi proseguita con Biden.

Quindi abbiamo guerra valutaria, e guerra commerciale, e gli esperti di economia ci dicono che quando ci sono queste due guerre in corso, inevitabilmente segue una guerra cinetica, una guerra vera e propria, e quindi la direzione sembra quella.

E in effetti noi vediamo che a mano a mano che questi due fattori diventano più intensi, si cominciano a verificare guerre in giro per il mondo, l’Ucraina piuttosto che Israele, sono solo due esempi, ne seguiranno probabilmente altri, proprio perché la tensione si sta alzando.

Il problema qui è che, una volta che si è costruito un sistema che è fortemente interconnesso e che è estremamente sbilanciato, non si può cambiare l’assetto da un giorno all’altro, il cambiamento dovrebbe essere molto graduale. In condizioni normali, in quello che potrebbe essere un’economia di libero mercato, in cui non siamo, perché l’economia di libero mercato prevede che non ci sia una barca centrale che manipola la valuta, nel momento in cui la valuta è manipolata, non siamo più in libero mercato, è controllata dalla banca centrale o dalle banche che possiedono la banca centrale.

Quindi in condizioni di libero mercato queste situazioni si alternano periodicamente nel tempo, avendo l’oro che si sposta da destra a sinistra per bilanciare la bilancia dei pagamenti. Quindi non si creano mai delle situazioni di eccessivo sbilanciamento, nel momento in cui una nazione, per esempio la Cina adesso, ha un’intera generazione di cinesi che si è abituata a stipendi più alti e non è disposta a tornare indietro, e quindi diventa meno competitiva a livello mondiale, ma d’altro canto ha anche una popolazione interna che non è pronta a consumare, il cinese è piuttosto parsimonioso, anche perché viene da una storia di fame piuttosto lunga, e abbiamo visto che i cinesi soprattutto tendono a investire sul mattone, quindi comprano una casa, due case, tre case, spesso in anticipo, prima ancora che vengano costruite, e abbiamo visto parallelamente in questi due anni, gli ultimi due anni, una crisi gravissima del sistema immobiliare cinese con parecchi cinesi che hanno perso tutto.

[Carlo Savegnago]

La crisi di Evergrande per esempio.

[Roberto Mazzoni]

Sì, e altri costruttori importanti. Quindi i cinesi fanno fatica a trasferire un’economia di esportazione verso un’economia di consumo interno, perché il cinese all’interno non vuole consumare tutto questo, ma vuole avere uno stipendio più alto, e magari vuole comprare roba che arriva dall’estero. Da più appeal. In ogni caso, non c’è tutta questa propensione al consumo come ci può essere negli Stati Uniti, viceversa negli Stati Uniti la gente è statalmente indebitata con il sistema di credito agevolato, che oggi una famiglia media ha due lavori, due posti di lavoro, per semplicemente pagare i debiti che ha con l’altro sulla carta di credito.

Infatti se andiamo a vedere la statistica pubblicata dalla Casa Bianca, dal governo americano, che poi possiamo farci parecchie pulci, però prendiamola per buona, la statistica ufficiale dei posti di lavoro tende a salire leggermente, non è in calo, ma questo perché ci sono persone che hanno due o tre posti di lavoro, quindi vengono calcolati come posti aggiuntivi, ma sono sempre le stesse persone, mentre invece a livello numerico in realtà le persone che lavorano stanno calando, perché innanzitutto la crisi si sente, quindi i datori di lavoro cominciano a licenziare e questo trend sarà più evidente l’anno prossimo, ma anche perché molta gente semplicemente ha detto che si è abituata durante il periodo Covid a vivere di sovvenzioni statali e sta proseguendo così, quindi non sta nemmeno cercando di tornare nel mondo del lavoro e quindi non figura come disoccupata, perché ormai è fuori dalle liste di ricollocamento.

Quindi negli Stati Uniti diventa difficile continuare a spingere un’economia di consumo, quando ormai ha toccato il fondo e viceversa in Cina fanno fatica a convincere i cinesi all’interno a consumare di più, anche perché l’intera struttura dell’economia cinese è costruita sull’esportazione, non in cambi di reazione da un giorno con l’altro, soprattutto perché ci sono forti disincentivazioni da parte dei governi locali, dei governi provinciali. Di conseguenza abbiamo visto che hanno lanciato lo yuan digitale programmabile, quindi la famosa valuta digitale della banca centrale, perché costringe il cinese a spendere, la una valuta ha una scadenza limitata e deve spendere per forza per non perdere il denaro.

In più serve anche come elemento di controllo sociale, perché evidentemente questa trasformazione sta producendo anche in Cina un vasto numero di disoccupati, soprattutto nei neolaureati.

Abbiamo visto cifre anche del 30% dei disoccupati sui neolaureati, gente che non riesce più a ricollocarsi nell’industria, perché in realtà alcuni stanno chiudendo, alcuni stanno spostando in India, altrove, dove costa meno il lavoro e quindi devono tornare a lavorare da qualche altra parte, andare a fare l’idraulico oppure tornare nei campi dove del resto c’è necessità di manodopera.

Quindi in questa situazione complessiva cosa succede? Vediamo che la Cina per cercare di comunque andare avanti su una direzione di disaccoppiamento che ormai è avviata, ha iniziato a usare lo yuan per acquistare petrolio ad esempio dall’Arabia Saudita e l’Arabia Saudita ha cominciato a vendere petrolio alla Cina usando lo yuan digitale e oggi lo yuan è la seconda valuta di scambio internazionale a livello mondiale, perché viene usata naturalmente con tutti i vari partner dell’area BRICS o comunque dell’area allargata che può essere sul globale.

Ha soppiantato l’euro in pratica. Ha soppiantato l’euro esattamente, poi arriviamo a quelle che sono le conseguenze per l’euro. Quindi in questa situazione cosa fanno i cinesi? Stanno spendendo i dollari che avevano in titolo di tesoro per mantenere e difendere la valuta, per difendere lo yuan, per acquisire quelle cose che non possono procurarsi con lo yuan e in generale per mantenere l’economia interna non in espansione perché ormai si è rallentata parecchio, però cercare di mantenerla a galla, di superare il problema e in più di finanziare i vari partner che la Cina si è creata, soprattutto in Africa e in America Latina a cui fornisce agevolazioni, sussidi in dollari per far fronte ai debiti che queste nazioni hanno in dollari a loro volta.

Quindi il fatto che la Cina non compri più titoli di tesoro e che di fatto vende i titoli di tesoro resistenti, sta bruciando una grande quantità di dollari in circolazione. Mi segui perché spariscono. Quindi in questa situazione cosa succede? Il dollaro sale, sale di valore perché diventa sempre più scarso e la previsione è che continuerà a salire per i prossimi 5 anni. Quindi se paradossalmente in un clima di dedollarizzazione si ottiene una forte enfasi sul dollaro, il dollaro diventa ri-apprezzamento.

[Carlo Savegnago]

E questo cosa è destinato a portare Roberto, questo apprezzamento addirittura per i prossimi 5 anni?

[Roberto Mazzoni]

E una svalutazione dell’Euro perché l’apprezzamento è riferito ad altre valute. Se il dollaro si rivaluta rispetto al peso argentino che ha già il 150% di svalutazione annua, non ha nessun peso. E lo Yuan si sta difendendo grazie all’uso di una riserva, non dico illimitata, ma notevole, titoli di tesoro accumulati nel tempo. Lo stesso vale per l’Arabia Saudita e per altre nazioni che avevano depositi in dollari. Quindi il dollaro viene mantenuto alto dallo stesso meccanismo di dedollarizzazione innescato dai cinesi e di conseguenza qualcuno deve pagare il prezzo. Mi sembra di capire che il vaso di coccio in questo caso è l’Eurozona in pratica. Tra i due litiganti sempre il terzo gode.

[Carlo Savegnago]

Non gode per manco per niente, il terzo soccombe in realtà.

[Roberto Mazzoni]

Questa è un po’ la situazione, anche perché la situazione dell’Eurozona è particolarmente delicata. Già la vicenda della gestione delle situazioni bancarie in Svizzera e in Europa è stata piuttosto confusa nell’ultimo periodo e quindi già c’è una minore fiducia nell’acquisto di titoli del tesoro nell’Eurozona.

Ma in più vediamo che proseguono con i discorsi di sanzioni nei confronti della Russia e in più si parla di sequestrare definitivamente le riserve tenute in ostaggio della banca centrale russa che si trovano in gran parte a Bruxelles, in Belgio e per una piccola parte anche in Svizzera.

Abbiamo visto il primo ministro svizzere andare a incontrare Zelensky per dirgli che in effetti quegli 8 miliardi di dollari, che non sono tanti, che però hanno in Svizzera sarebbero giustamente da versare agli ucraini come indennizzo per la guerra. In situazioni di questo genere, qualora scegliesse effettivamente questa destinazione, sembra che siano indennizzati in quel senso, dopo la debacle di Credit Suisse, dove tutti i proprietari di titoli all’interno del sistema Credit Suisse sono stati spazzati via, e di solito i titoli sono quelli garantiti, spazzati via sugli azionisti, in questo caso è successo il contrario.

Nel momento in cui facessero effettivamente un’operazione di questo genere, tutte le altre nazioni che hanno titoli del tesoro in Euro, depositati in Eurozona, li liquiderebbero alla velocità della luce, perché dicono chi altro sarà il prossimo?

I primi sono i cinesi, i cinesi dicono sempre, esperti del sistema bancario svizzero, diverse centinaia di cinesi che dovevano aprire conti bancari in Svizzera negli ultimi mesi, hanno cancellato, quindi possiamo aspettarci che ci sarà un riflusso e che andranno a qualche altra parte. In una situazione di questo genere, laddove è chiaro la posizione degli Stati Uniti, gli Stati Uniti hanno una posizione aggressiva nei confronti di Russia, Cina, eccetera.

Quindi se uno decide di investire in dollari, può investire in dollari, ci sono tantissimi circuiti alternativi che non dipendono dal sistema bancario ufficiale degli Stati Uniti, mentre invece l’Euro no, l’Euro deve stare nel sistema dell’Eurozona e se ci stai dentro, rischi di essere preso tra due fuochi, mi segui?

Quindi in una situazione di questo genere, perciò la previsione è che, in una situazione di questo genere qui, si esce in quattro modi tipicamente, secondo quello che dice Ray Dalio, uno degli esperti, grandi esperti di finanza nei Stati Uniti, l’austerity, spendere meno, il default o ristrutturazione del debito, quindi dici non paghiamo più i nostri debiti, qui stiamo parlando dei debiti a livello nazionale, perché è giusto chiarire che abbiamo avuto una serie di bolle speculative nella storia occidentale, l’immobiliare, il sistema bancario, la borsa, quindi c’è stato un escalation del livello di importanza di ciascuna bolla, oggi siamo a livello del debito sovrano, quindi la prossima bolla sarà sui titoli di Stato, su questo sono d’accordo tutti, non c’è nessuno che la pensi diversamente, quindi il sistema basato sui titoli di Stato, Eurozona, titoli del Tesoro americani, è destinato a implodere, non è chiaro con che tempi, però la dinamica è quella, anche perché cosa succede?

Ci sono tre forze in contrapposizione, da una parte abbiamo la necessità di rinforzare il costo dell’energia, i paesi dell’OPEC fanno cartello, cercano di fare aumentare il prezzo del petrolio, anche perché loro ci dicono che per estrarre il petrolio è necessario aumentare il prezzo del 7% ogni anno.

[Carlo Savegnago]

Perché i giacimenti sono sempre più profondi, quindi chiaramente i costi di estrazione sono sempre più alti.

[Roberto Mazzoni]

Quindi questo vuol dire che ci dovrebbe essere un tasso di interesse di almeno 7% disponibile sui titoli del Tesoro e all’interno del sistema finanziario, dei singoli paesi, in particolare quelli occidentali, in particolare l’Europa che è il principale consumatore di petrolio dopo la Cina.

Parallelamente se ci tengono al 7%, che comunque non c’è in questo momento, ma se dovessero arrivare al 7% e dovesse tenerlo, le varie nazioni vanno in default molto rapidamente, in questo punto il prezzo da pagare sui interessi diventerebbe talmente elevato da superare il budget, le disponibilità del getto fiscale.

Quindi devono invece tenere tassi di interesse bassi. Parallelamente abbiamo la nascita di una serie di tecnologie, di intelligenza artificiale, tante altre tecnologie legate all’elettronica e altre tecnologie che hanno invece una tendenza deflazionistica esponenziale, quindi più si diffondono, molto meno costa produrre altre cose e molto meno gente servirà per produrre quelle cose, che è un po’ quello su cui la Cina sta puntando in questo momento e su cui gli stessi Stati Uniti vogliono puntare.

[Carlo Savegnago]

Quindi abbiamo questa situazione un po’ complicata, come si potrebbe uscire da una situazione di questo genere? Dalio ci dice, austerity, spendere meno, default, andiamo in default, si ricomincia, grande reset, si ricomincia da zero. Sul default ti farò una domanda, perché, bene, intanto proseguiamo pure. Quindi austerity, default. Default, nuovo denaro.

[Roberto Mazzoni]

Quindi:

austerity,

default,

nuovo denaro,

trasferimento di ricchezza

.Si ritorna a stampare denaro, le banche centrali rimettono mano alla manovella e buttano fuori dollari e euro in grande quantità e alla fine il trasferimento di denaro da chi ne ha di più a chi ne ha di meno, quindi aumento della pressione fiscale.

Queste sono le quattro possibili vie di uscita. Le prime due sono collegate, vale a dire, in un regime di austerity la gente spende meno, quindi inevitabilmente poi si va in default. Se va in default, settore privato o settore pubblico oppure entrambi.

Di solito è la soluzione più dolorosa nel breve periodo, perché la gente perde i soldi e perde il lavoro, però di solito ha una durata relativamente contenuta, vale a dire, dopo il fuoco che brucia tutto, si ricostruisce l’economia e a quel punto c’è la possibilità di ripartire a livello corretto, quindi rimpostare tutto quanto, un livello di stipendi probabilmente più basso, un livello di produttività più alto, qualunque sia la situazione determinata nel mercato.

Sappiamo che i politici non lo faranno mai, vorrebbe dire che verrebbero buttati fuori giorno dopo, di conseguenza andranno a stampare nuovo denaro, quindi benché adesso ci sia questa pressione sul cercare di tenere i tassi di interesse un po’ elevati per incentivare l’arrivo di capitali esteri a finanziare le attività del governo, prima o poi dovranno cedere, dovranno scendere e dovranno cominciare a stampare di nuovo a rotta di collo.

In un regime di stampa rotta di collo vince chi ha più fiato, quindi la Cina ha molte riserve, non c’è problema, in più noi sappiamo, ci dicono gli esperti di finanza, che l’epicentro della bolla sul debito sovrano sarà l’Occidente, quindi sarà gli Stati Uniti, l’Europa o meglio il continente europeo e l’Australia e il Giappone che sono in qualche modo collegati.

Quindi l’Occidente collettivo più le propaggini diciamo Giappone e Australia. Esatto, quindi vuol dire dollaro, euro, sterlina, yen, ci siamo, poi c’è il dollaro canadese, il dollaro franco svizzera, però sono più o meno collegati, sono propaggini. In una situazione dove il sistema va in apnea, perché a quel punto deve stampare continuamente valuta per far fronte ai propri obblighi interni, le pensioni, l’assistenza sanitaria, la spesa militare, le infrastrutture, qualunque cosa sia, le mazzette, tutto quello che serve.

Deve fare quello e in più deve comprare energia a prezzi molto più alti e di conseguenza deve sovvenzionare anche l’acquisto dell’energia come abbiamo visto che sta succedendo in Germania, contrario con risultati piuttosto deludenti perché in Germania dopo essersi rallentata decisamente la produzione industriale adesso sta scendendo drasticamente anche il settore immobiliare, siamo a meno del 22% di acquisti di nuove case.

[Carlo Savegnago]

C’è una bolla immobiliare effettivamente, sì.

[Roberto Mazzoni]

Esatto, quindi devono continuare a stampare e stampa regge chi ha più fiato e quelli che hanno più fiato purtroppo sono gli Stati Uniti, perché? Perché nel mondo ci sono 65 trilioni, quindi 65 mila miliardi di debiti denominati in dollari che sono più o meno visibili, più o meno evidenti e che devono essere ripagati. Di conseguenza cosa succede a questi dollari?

O vengono ripagati e quindi comunque i dollari spariscono dall’accelerazione oppure non possono essere ripagati, quindi i dollari spariscono dalla circolazione e il risultato finale è che il dollaro continuerà ad apprezzarsi, perché ci sarà sempre più domanda di dollari per far fronte a queste esigenze.

Parallelamente il circuito Cina, Russia e compagnia sta migrando verso l’oro, hanno deciso che non lanceranno la famosa valuta alternativa di BRICS perché tanto non gli conviene e usano semplicemente l’oro per bilanciare gli scambi e quindi se la cantano e se la suonano tra loro scavalcando questo circuito e nel frattempo giocandosi le carte che hanno in riserva, soprattutto i cinesi, che hanno un sacco di tesoro, quindi hanno un po’ di fiato.

Il problema sono quelli in mezzo, appunto l’Eurozona. L’Eurozona non ha riserve di petrolio significative proprie, mentre invece gli Stati Uniti ce le hanno e non ha una grande riserva economica a disposizione, perché nel momento in cui la gente smette di comprare titoli di tesoro oppure vuole titoli di tesoro con tasse di interesse molto più alti, diventa un problema.

Quindi probabilmente l’Europa dovrà essere sovvenzionata dagli Stati Uniti, cosa che è possibile che succeda. Però a questo punto vuol dire… Una più profonda, se possibile, una ancora più profonda dipendenza in pratica dell’Europa rispetto agli Stati Uniti.

Questo è un po’ quello che si vede, quello che sembra inevitabile, anche perché vince in questa partita chi ha più respiro finanziario, anche più competenza finanziaria onestamente, oppure più riserve naturali o capacità produttiva che possano compensare la mancanza di strumenti finanziari. I Cinesi sono messi abbastanza bene su entrambi i fronti, perché hanno una bella riserva di dollari e hanno una notevole capacità produttiva, in più sono i principali consumatori di gran parte di materie prime e perciò possono giocarsela con il resto del mondo triangolando, cercando di evitare le sanzioni se possono, finché potranno, però in ogni caso possono cercare di costruire un circuito alternativo e così facendo rinforzano il dollaro, abbiamo visto, anche perché è nel loro interesse, nel senso se il dollaro dovesse crollare la loro stessa economia crollerebbe, anche perché comunque oggi il principale consumatore rimane gli Stati Uniti per la Cina e in ogni caso le riserve che hanno più importanti sono i dollari, senza riserve in dollaro il yuan sarebbe a picco, invece in questa maniera, quindi se dobbiamo giocare per loro, il loro interesse è mantenere il dollaro forte.

[Carlo Savegnago]

Senti Roberto, prima parlavi di una delle possibili ipotesi, un grande reset valutario, è un’ipotesi possibile, secondo te questo reset valutario potrebbe essere da un certo punto di vista da parte di questi paesi addirittura auspicabile, perché così per far subentrare le monete digitali, anche proprio il dollaro digitale, farlo diventare, quindi è un’introduzione che permette di resettare tutto, una ciambella di salvataggio? Sì, diciamo che queste sono delle suggestioni che sento alcuni esperti o appassionati di bitcoin, di valute, di monete, la dicono come ipotesi, come anzi prospettiva, tu sei d’accordo?

[Roberto Mazzoni]

Allora il problema fondamentale è che qualsiasi cambiamento drastico distrugge tutto.

[Carlo Savegnago]

Sì, come abbiamo visto prima, come abbiamo detto.

[Roberto Mazzoni]

Se ci fosse un tracollo completo del sistema dell’Eurozona per esempio, anche per le criptovalute non ci sarebbe molto, perché la gente sarebbe alla fame, non ci sarebbe più un’economia, non ci sarebbe più nulla, quindi loro devono cercare, in qualche maniera, uno, di posticipare il problema come hanno sempre fatto, due, siccome il problema non è posticipabile in eterno, trovare una via d’uscita, una scappatoia.

La scappatoia consiste nello svendere tutto quello che hanno, svendere i beni svendibili, quindi io non credo, allora il grande reset che così come è disegnato, secondo me avrà due valenze. In Cina serve come strumento di controllo della spesa, quindi incentivazione della spesa da parte dei cinesi, perché la Cina sta cercando di cambiare assetto, anche perché qualora crollasse dagli Stati Uniti la Cina non è messa bene, quindi ci deve essere un passaggio graduale anche per loro.

E dall’altra parte di controllo sociale, noi vediamo che la valuta digitale centralizzate sono già presenti nei principali pesi BRICS, l’India ha lanciata, la Russia ha lanciata, la Cina ha lanciata, il Brasile mi sembra che sia prossimo a lanciarla, proprio perché vogliono controllare in modo più ferreo l’economia dal centro, facendola gravitare su un sistema di scambio basato sull’oro, che tuttavia non è sufficiente per gestire l’intera economia che l’economia ha bisogno, perché comunque l’oro oggi è fortemente sottovalutato.

[Carlo Savegnago]

L’oro ritieni che è sottovalutato in questo modo? Assolutamente. Quindi è destinato comunque a crescere anche per questo quadro internazionale di molto oro?

[Roberto Mazzoni]

Dovrebbe, è manipolato, lo stanno manipolando per tenerlo basso, però c’era un esperto in materia che diceva che per ogni oncia d’oro venduta ci sono contratti di vendita per altri 100 once, quindi 99 once di quelle vendute sono false, non ci sono, di conseguenza c’è un enorme bolla.

[Carlo Savegnago]

Bolla anche in questo caso?

[Roberto Mazzoni]

Anche in quel caso, perché ci sono persone che pensano che l’oro non ce l’hanno, ma al di là di questo, prima o poi anche quello dovrà aggiustarsi, però nel momento in cui dovesse aggiustarsi cosa succede? Può essere una soluzione per le banche centrali per appunto rivalutare la situazione dicendo va bene, io ho tutto questo debito, però sapete che vi dico adesso l’oro vale il doppio e quindi il mio debito è metà.

Però in quella situazione diventa poi necessaria anche far vedere le carte, quanto oro hai davvero? Certo. E se tanto mi da tanto, mi sembra che la Germania abbia chiesto recentemente agli Stati Uniti di inviare una porzione relativamente piccola dell’oro tedesco tenuto ancora in Germania e ci hanno avuto sei mesi prima di mandargliela. Perché di fatta avrebbe parecchio oro, no? Avrebbe, chi l’ha visto l’ultima volta? Io non posso dirlo perché non l’ha visto nessuno, nel senso anche negli Stati Uniti quelli che hanno cercato di chiedere di fare un esame visivo del contenuto della riserva aurea negli Stati Uniti, dagli anni ’70 in avanti non sono mai riusciti.

Quindi non sappiamo quanto oro c’è effettivamente e quindi rischiamo di scoprire che è nudo. Perciò l’oro è una situazione un po’ delicata ed un po’ parallela. Però insomma diciamo che nel frattempo c’è quella dinamica che si muove in quel senso.

Nell’Eurozona dovranno lanciare i valuti digitali prima possibile. In realtà è previsto nel 2025 l’entrata dell’euro digitale. Ma questo perché? Perché uno avranno bisogno di esercitare una forte pressione di controllo sulla popolazione. Perché inevitabilmente il livello di occupazione scenderà, destinato a scendere in modo significativo, comincerà a sentirsi.

Qui dicono, negli Stati Uniti pensano che presto vedremo riemergere le lotte sindacali. Io credo che in Europa sarà ancora peggio. Sì. Proprio perché, cosa succede? Abbiamo trasferito i posti di lavoro in Cina o in Far East dagli anni ’80 in avanti, quindi per 20 anni.

Improvvisamente scopriamo che la Cina non ci vuole più vendere tutto quello che ci vendeva prima al prezzo di prima e che sta cercando di riorganizzarsi. Quindi dobbiamo incominciare a dire “va bene, se dobbiamo produrre noi e dobbiamo essere competitivi purtroppo le stipendi di prima non sono più giustificabili”.

Oppure il livello di consumo precedente non è più giustificabile. Macron diceva ai francesi “dovete dimenticarvi gli sfarzi del passato, dovete pensare di essere più poveri”. Non mi ricordo chi in Gran Bretagna, forse il ministro delle finanze, se ricordo bene, però non sono sicuro. Però questo è il messaggio.

[Carlo Savegnago]

La Gran Bretagna l’ha proprio detto, è stata un’uscita che ha suscitato parecchio stupore qualche mese fa, però è stata lasciata messa subito a tacere.

[Roberto Mazzoni]

Però quello è il trend: Non avrai niente e sarai felice. Quindi quello è il Grand Reset e il Grand Reset avrà il centro naturalmente in Europa, è un progetto europeo, viene da Klaus Schwab, viene dalla Svizzera, quindi lì sarà l’epicentro. Perché sarà necessario controllare il comportamento individuale e drenare quanti più beni possibile.

[Carlo Savegnago]

L’adeguamento Green delle case è proprio un esempio da manuale in pratica. Secondo me puoi sentire qui Roberto delle pubblicità anche di società finanziarie che fanno pubblicità per acquistare le case e lasciare ai proprietari praticamente l’utilizzo.

[Roberto Mazzoni]

Ti dico io come funzionerà. Lo Stato incentiverà queste cose, diventerà comproprietario di immobili, di modo che quando la persona non riuscirà più a pagare il mutuo piuttosto che l’affitto, passerà direttamente allo Stato. E questa è la strategia già prevista. Come pure per le automobili. Le automobili saranno, dal 2030 in avanti General Motors dice che non fabbricherà più automobili convenzionali, solo automobili elettriche.

Noi sappiamo che con l’attuale tecnologia, il costo dei materiali e tutto il resto è impossibile sostituire le automobili esistenti con un numero equivalente di automobili elettriche, quindi ce ne saranno molte meno.

[Carlo Savegnago]

Sì, proprio le infrastrutture non potrebbero mai…

[Roberto Mazzoni]

Ma non c’è il materiale per le batterie, non c’è proprio il materiale. Anche perché tra l’altro non ho comprato questo da tutti i cinesi. Lo scenario in pratica Roberto in questo caso qua è che ci sia un parco veicoli privato circolante che di gran lunga non sarà più privato, sarà in comproprietà.

Tra l’altro questa è la logica delle auto che si guidano da sole, vale a dire sono auto che magari compri tu, però poi affitti a tutti gli altri o meglio non le compri, le noleggi per quando ti servono e ti arriva la macchinetta e tra l’altro la macchinetta sarà programmata perché ti potrà portare in un posto e non nell’altro, quindi saranno dei percorsi obbligati.

[Carlo Savegnago]

Quindi non si parla nemmeno di car sharing in questo caso, è proprio un’altra…

[Roberto Mazzoni]

No, no, quello è già tramontato. È già il passato quello. Esatto, quindi questo è un po’ il progetto, poi che ci riescano non lo so, però direi che… Ci riescono, visto che oggi stiamo in questa puntata che vede il tuo ritorno, stiamo affrontando proprio delle tematiche proprio di ampio respiro, ma proprio per questo particolarmente importanti. Tra l’altro oggi visto la tua presenza ti ho lasciato proprio parlare, ti ho lasciato proprio fare senza intervenire, ti ho lasciato fare proprio un intento, una panoramica. Secondo te è uno scenario che si realizzerà questo qui?

[Roberto Mazzoni]

È molto difficile, però è possibile.

[Carlo Savegnago]

Comunque è molto difficile, anche se diciamo programmato e pianificato nei dettagli è molto difficile dici?

[Roberto Mazzoni]

Sì, innanzitutto vediamo per esempio in Cina che è un po’ il modello, allora il modello di riferimento è quello cinese, quindi noi dobbiamo guardare quello che succede in Cina perché è quello che poi verrà replicato in Europa, con la differenza che in Europa lo vogliono rendere più restrittivo, cioè l’idea fondamentale è la Cina ha avuto successo, quindi quello che hanno fatto i cinesi è giusto, di conseguenza noi dobbiamo farlo di più.

[Carlo Savegnago]

Sì, questa è la logica perversa insomma.

[Roberto Mazzoni]

Esatto, che però è pervasiva, nel senso che è condivisa a Bruxelles, a Washington, a Tel Aviv, scusami a Gerusalemme, quello che vogliamo mettere, perché con chi Israele gioca un ruolo importante. Adesso non entriamo nel dettaglio tecnologico, il principio è che è molto difficile forzare un’economia da un assetto a un altro, però ci proveranno in tutti i modi possibili, quindi per questo che bisogna essere in grado di capire le alternative, perché parallelamente si sta già formando e si formerà a una velocità sempre maggiore, un’economia parallela.

[Carlo Savegnago]

Ce la vuoi anticipare così nella parte finale del nostro appuntamento? Qual è l’economia alternativa?

[Roberto Mazzoni]

Beh, è ovvio, io mi concentro su Bitcoin, quindi sarà un’economia alimentata da Bitcoin e dai prodotti derivati e da quelle… allora il dollaro abbiamo visto che rimane forte, ok? Questo ce lo dicono anche i cinesi, vogliono mantenerlo forte perché gli fa comodo mantenerlo forte, il punto è che gran parte dei dollari in circolazione sono fuori controllo dalla Federal Reserve, quindi non sono controllati dalla Federal Reserve, in più a questi sono aggiunti dei dollari digitali, le cosiddette stable coin, che sono praticamente criptovalute che hanno valori pari al dollaro, quindi per ogni criptovaluta c’è un dollaro di garanzia che di solito è espresso in titoli del tesoro, non sono tutti uguali, però alcune hanno questo assetto e questi signori che si trovano tra l’altro all’interno di vari paradisi fiscali, quindi fuori dalla giurisdizione del governo americano, hanno acquistato e stanno acquistando notevoli quantità di titoli del tesoro americani, quindi hanno compensato la mancanza d’acquisto da parte dei cinesi, ok?

E queste criptovalute sono il punto d’accesso rispetto a Bitcoin o altre soluzioni e sono usate per esempio in Argentina, dove ormai la gente il pesos non lo usa più, perché ha un tasso di svalutazione del 50% usa il dollaro, tant’è che il nuovo Presidente entrante ha dichiarato che è sua intenzione adottare il dollaro americano come valuto ufficiale, più che altro perché gli argentini già oggi comprano il dollaro al doppio del valore di cambio.

[Carlo Savegnago]

Abbiamo detto che la sua intenzione è quella di chiudere la banca centrale, addirittura quindi.

[Roberto Mazzoni]

Esatto, ma perché lui ha capito, poi non sappiamo se ci riuscirà, perché comunque è un progetto difficile, ma gli argentini sono già lanciati in questa direzione, quindi Sud Globale comunque non si fida né del famoso Sud Globale, non si fida né degli Stati Uniti né della Cina e di conseguenza hanno capito che per il momento il dollaro è un punto di riferimento, non si esposta ed è internazionale, però preferiscono usarne uno che sia facilmente portabile e che sia acquistabile al di fuori del circuito bancario ufficiale e con quello loro stanno viaggiando e tra l’altro quello diventa un punto di accesso o di uscita rispetto anche al circuito Bitcoin, perché il circuito Bitcoin non può essere fermato, ma può essere ostacolato l’accesso e l’uscita, quindi quando compri Bitcoin usando Euro o quando vendi Bitcoin per incassare Euro, lì ti possono cercare di fermare, perché intervengono sulla banca che deve fare la conversione, ma se tu usi altri percorsi diventa più difficile. Io non so qual sarà l’assetto finale di questa economia parallela, ma noi lo vediamo, è naturale nell’uomo ogni volta che una cosa viene proibita, improvvisamente esplosa, nei Stati Uniti non si è mai consumato tanto alcol come durante il periodo del proibizionismo e vediamo durante il periodo iniziale degli Stati Uniti si usava come valuta le sigarette piuttosto che il cotone, piuttosto che altre cose, quindi qualsiasi cosa può essere usata come valuta.

Il fatto che sia messo solo dallo Stato è un concetto falso che ci hanno inculcato, ma che non esiste proprio, nel senso che qualsiasi cosa la gente sia disposta ad accettare come pagamento diventa denaro. E storicamente certo. Quindi quello che io vedo è la crescita di una struttura economica più localizzata, a circuito chiuso, quindi produttori locali che servono a consumatori locali e che si alimentano senza dipendere dal sistema generale e poi sicuramente una forte enfasi della componente tecnologica, perché la componente tecnologica ha appunto una valenza deflazionaria enorme, esponenziale.

E a riguardo al discorso esponenziale volevo riportarti un dato che credo sia interessante. Allora, negli ultimi 20 anni, o meglio, questo è stato calcolato nel 2018, quindi negli 20 anni precedenti, 2018, sono stati creati 185 trilioni di dollari come debito aggiuntivo per produrre una crescita globale di prodotto interno lordo di 46 trilioni. Quindi 185 trilioni di debito aggiuntivo per produrre 46 trilioni di crescita. Estremamente inefficiente.

A mano a mano che andiamo avanti ce ne serviranno molti di più in molto meno tempo. Quindi capisci che è un discorso che prima o poi esplode. Il principio è che il sistema esploderà perché non può che esplodere, salvo che bisogna essere pronti a essere di fianco, quindi sulla collina invece che in mezzo dove c’è il cratere della bomba.

[Carlo Savegnago]

Quindi il discorso del bitcoin, criptovalute, un’economia parallela in pratica, quindi locale.

[Roberto Mazzoni]

Anche dollari. E un’altra cosa che sta emergendo è che oggi stiamo entrando in una fase economica nuova. Quindi nei prossimi 40 anni le regole saranno diverse rispetto ai precedenti 40. In particolare a causa di questo fortissimo sbilanciamento nel debito. I paesi cosiddetti avanzati, facciamo ancora gli Stati Uniti che sono un caso a parte, avranno un comportamento simile a quello dei paesi in video sviluppo.

Quindi ci saranno delle oscillazioni molto più marcate, sia in termini politici, sia in termini finanziari e economici interni, sia in termini di riassetti dell’economia. Quindi ci saranno delle escursioni decisamente molto più pronunciate. Cercheranno di calmierarle, di diluirle e questo semplicemente complicherà la situazione, le renderà più gravi, perché come quando tu hai la febbre e cerchi di prendere un antipiretico, però non stai curando quella che è la causa fondamentale, alla fine stai peggio.

Di conseguenza, io non do consigli di investimento naturalmente, tuttavia bisogna cominciare a concentrarsi sulla componente finanziaria, perché naturalmente se la concentrazione sarà stampare più denaro e aumentare il getto fiscale, quindi portare via più soldi a quelli che ne hanno, è ovvio che bisogna mettere i soldi in qualche altra parte.

Anche perché l’euro digitale incorporerà il pagamento delle tasse già all’interno della valuta, quindi quando tu paghi qualcosa, automaticamente la valuta preleva le tasse e quindi non c’è niente da dire, non c’è niente da fare, non puoi più avere l’evasione fiscale se usi quel tipo di valuta, non perché io incentivi l’evasione fiscale, però il principio è che la pressione fiscale sarà enormemente più alta e di conseguenza se si vuole evitare bisogna cercare strategie alternative che ci saranno, che saranno diverse da posto a posto, quindi non c’è una ricetta che vada bene per tutti.

Così come si stanno attrezzando in Africa piuttosto che in America Latina già da qualche tempo, probabilmente sarà il turno anche dell’Europa, oppure c’è l’Ungheria che sembra che sia andando abbastanza bene, perché hanno mantenuto un regime di neutralità nei confronti della Russia, hanno accesso al gas naturale e al petrolio a basso costo, quindi per esempio la BMW ha raddoppiato uno stabilimento che aveva previsto di costruire in Ungheria proprio per questo motivo e i cinesi hanno deciso che investiranno, apriranno degli stabilimenti in Ungheria proprio per questo motivo, quindi io vedo anche nel contesto europeo non sarà uguale dappertutto, ci sarà uno spostamento di ricchezza verso est, visto che la guerra la stanno avvicinando i russi e ci sarà quindi uno spolpamento progressivo della componente nord occidentale, la Germania direi che è decisamente su una spirale da cui non vedo via d’uscita, la Francia…

[Carlo Savegnago]

Parte da un punto di economia molto forte, da un punto molto alto, però insomma è una spirale, è un circolo…

[Roberto Mazzoni]

Però quando cadi dall’alto fai più rumore. Beh certo, sicuramente, sicuramente. Quindi è vero che hanno parecchio, però è vero che anche hanno parecchi costi a sostenere e hanno un tenore di vita a cui sono abituati che non potranno più mantenere.

[Carlo Savegnago]

Che è sempre difficile mollare quando ci sei abituato bene. Senti Roberto, hai fatto una panoramica che è estremamente interessante e completa proprio di ampio respiro e il messaggio e il consiglio è quello di stare particolarmente, di informarsi adesso in questo nuovo mondo delle criptovalute perché alla fine sarà la salvezza in pratica.

[Roberto Mazzoni]

Sì, e tenere a d’occhio anche il dollaro. E anche il dollaro.

[Carlo Savegnago]

Senti, io direi che informazioni ne sono state date tantissime. Io credo che molti nostri ascoltatori si ascolteranno anche due volte, magari o la riprenderanno a piccoli pezzi per metabolizzare tutte le informazioni che sono state date. Credo che magari sarà buona idea anche, vedremo per il prossimo appuntamento, magari riprendere queste tematiche o se ci sarà ovviamente qualcosa di nuovo, anzi sicuramente ci sarà qualcosa di nuovo di cui parlare. Io ti ringrazio di questo appuntamento, del ritorno anche qui soprattutto. Noi ci diamo appuntamento mese prossimo, spero, mi auguro. D’accordo, va bene. E ti ringrazio. Grazie.

Roberto Mazzoni

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