La prossima calamità informatica – MN # 220

Whitney Webb è una delle giornaliste investigative più conosciute negli Stati Uniti. Gestisce un sito chiamato unlimiteghangout.com il cui nome si ispira alle tecniche di manipolazione sui social media sviluppate e utilizzate dalla CIA.

Ma il suo campo di specializzazione primario è la descrizione del Deep State americano, delle sue ramificazioni internazionali e dei suoi rapporti con la mafia e con il mondo della pedofilia organizzata.

Ha partecipato alla recente edizione di Bitcoin 23 a cui ero presente anch’io, come si vede in questa foto, e ha descritto in grande dettaglio la prossima calamità su cui il World Economic Forum, di Deep State americano e il mondo della finanza internazionale sta lavorando.

Una catastrofe che dovrebbe superare le dimensioni dell’emergenza COVID.

Nel video si fa riferimento ad alcuni concetti che probabilmente non conoscete se non avete seguito i video della sezione Capire Bitcoin. Quindi ne forniremo una rapida definizione per poi passare al video vero e proprio.

Per Bitcoiner s’intende una persona che usa Bitcoin.

Per think thank s’intende un Gruppo di esperti che producono relazioni a beneficio di vari rami del governo e del Congresso americani. La RAND Corporation è molto conosciuta per il lavoro svolto per il Pentagono e ne abbiamo parlato nei video #186, 187, 188 e 189.

I servizi mixer servono a far perdere le proprie tracce nascondendo a chi appartengono i Bitcoin che si possiedono.

SWIFT è il sistema internazionale per il trasferimento di denaro tra banche. E’ il perno dell’attuale impianto finanziario occidentale.

Hacking vuol dire condurre un attacco informatico, mentre ransomware è un particolare tipo di software che blocca l’accesso ai dati del proprio computer e che richiede il pagamento di un riscatto per sbloccarli.

Hosting è il servizio che permette a un sito web di funzionare sui computer di un fornitore centrale.

BTC è l’abbreviazione di Bitcoin.

Glass – Steagall è la legge approvata negli Stati Uniti nel 1932 dopo il grande crollo della borsa di New York nel 1929 che aveva dato il via alla Grande Depressione. La legge proibiva alle banche che gestivano conti correnti per i propri clienti di eseguire operazioni finanziarie d’investimento. Allo stesso tempo impediva alle banche specializzate in operazioni finanziarie di aprire conti per i propri clienti.

Dividendo il settore bancario in due metà che non potevano interagire tra loro si erano ridotti i rischi di corruzione e gestione sconsiderata dei fondi. La legge creò anche la Federal Deposit Insurance Corporation, FDIC, un’agenzia federale che garantisce i depositi fino a un massimo di $ 250.000 per correntista nel caso in cui la banca fallisca.

Già negli Anni Settanta le grandi banche americane cominciarono a fare pressione affinché la legge venisse abolita. L’abolizione avvenne nel 1999 con l’approvazione di una nuova legge, denominata Financial Services Modernization Act, legge per l’ammodernamento dei servizi finanziari, firmata dal presidente Bill Clinton.

La grande crisi finanziaria del 2008 è stata possibile proprio grazie all’abolizione della Glass-Steagall.

Il Carnegie Endowment for International Peace è un thick tank che si propone di promuovere la pace, ma in realtà fa tutt’altro.

Per stakeholder, il World Economic Forum intende le persone che contano, a differenza del popolino.

 BCCI, Bank of Credit and Commerce International, fondata nel 1972 da un finanziere pakistano e registrata in Lussemburgo, con uffici a Karachi e a Londra e filiali in 78 nazioni diverse. Era coinvolta in una massiccia attività di riciclaggio del denaro sporco e altri crimini finanziari.

FTX era un mercato di scambio per criptovalute fraudolento creato da Sam Bankman Fried, un ragazzo strettamente collegato al Partito Democratico americano e con connessioni con il regime ucraino.

Nel video che segue si parla di numerose entità finanziarie americane che vengono spiegate nel contesto, con i relativi ruoli.

Whitney Webb: il prossimo cataclisma pianificato dal World Economic Forum

Buongiorno a tutti. Sono Whitney Webb. Sono una giornalista investigativa.

Bello. Grazie ancora. Sono una giornalista investigativa. Scrivo professionalmente dal 2016. Ho fondato e collaboro con unlimitedhangout.com. Oggi parlerò dell’imminente sforzo non solo di criminalizzare Bitcoin e la privacy finanziaria, ma di come tale sforzo coincida direttamente con i tentativi di minare la libertà di parola e il diritto alla privacy in generale.

Laddove molte di queste macchinazioni si svolgono a livello internazionale, esse comunque coinvolgono intimamente potenti agenzie federali americane, banche commerciali americane e la Federal Reserve. Alla fine del mese scorso, un gruppo di senatori di entrambi i partiti primari degli Stati Uniti, ha introdotto la legge sulla protezione delle tecnologie finanziarie, che, cito le esatte parole, creerebbe un gruppo di lavoro incaricato di studiare in che modo i terroristi, o altri criminali, potrebbero impiegare le criptovalute, e altre tecnologie finanziarie. Tale gruppo dovrebbe quindi creare proposte per il Congresso e per le agenzie di regolamentazione, volte a contrastare tali usi.

Questo gruppo di lavoro sarebbe composto da rappresentanti del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, della relativa polizia finanziaria, denominata FINCEN, dell’IRS, ossia l’agenzia delle entrate americana, della DEA, vale a dire l’agenzia antidroga, dell’FBI, del Ministero degli Interni, del Ministero della Giustizia, del Ministero degli Esteri e della CIA. I Bitcoiner dovrebbero prestare molta attenzione a questi sviluppi poiché il Ministero della Giustizia, in particolare, ha tentato di dipingere Bitcoin come strumento di pagamento preferito da noti gruppi terroristici come ISIS ed al Qaeda, segnalando che il gruppo di lavoro proposto da questo disegno di legge probabilmente cercherà di colpire specificamente Bitcoin.

A questa preoccupazione si aggiunge il fatto che un gran numero di recenti rapporti dei media mainstream che citano funzionari del tesoro e della relativa polizia finanziaria, funzionari del Dipartimento di Giustizia e analisti della CIA, hanno affermato che, cito, i terroristi stanno adottando Bitcoin e stanno imparando velocemente. Hanno dichiarato inoltre che Bitcoin è la nuova frontiera nel finanziamento del terrorismo e che Bitcoin sta aiutando i terroristi a finanziare segretamente i loro attacchi mortali.

Anche l’importante think tank militare della RAND Corporation sostiene che Bitcoin e il dark web costituiscono la nuova frontiera della minaccia terroristica. Molte di queste entità, in particolare il Ministero della Giustizia degli Stati Uniti, stanno attualmente contribuendo a redigere il nuovo trattato sulla criminalità informatica delle Nazioni Unite, dimostrando che esiste uno sforzo molto globale per eliminare il crimine informatico e le presunte fonti di finanziamento per i criminali informatici.

Tuttavia, proprio come è accaduto per le parole terrore e terrorista dopo l’11 settembre, i termini criminalità informatica e criminali informatici sono spesso definiti in modo molto vago da queste stesse autorità. Non sorprende che molti dei gruppi che cercano di combattere il presunto crimine informatico, all’interno e all’esterno degli Stati Uniti, tra cui il Ministero della Giustizia e l’FBI, facciano parte di una partnership internazionale tra pubblico e privato all’interno del World Economic Forum, che sta cercando di definire questi termini in modi inquietanti.

E non basta, questo gruppo e le sue organizzazioni partner, sono anche alla ricerca di obiettivi politici che, se ampiamente implementati, etichetterebbero come criminali le transazioni anonime di criptovaluta, e in particolare le transazioni Bitcoin che coinvolgono i servizi mixer e i relativi strumenti di privacy. Inoltre, senza prove, affermano che esiste un legame diretto tra un aumento del valore delle criptovalute, in particolare Bitcoin, e un aumento dell’attività criminale informatica. Questa partnership tra pubblico e privato prende il nome di World Economic Forum Partnership Against Cybercrime, abbreviata con WEFPAC, vale a dire Partnership del World Economic Forum Contro il Crimine Informatico. Si tratta di un’organizzazione gestita da un ex agente segreto israeliano, di nome Tal Goldstein, la cui carriera nel servizio segreto militare, è stata decisamente marcata dai suoi sforzi per fare in modo che le agenzie di intelligence si fondessero, essenzialmente, con le compagnie tecnologiche private, e con lo stato di Israele.

Oggi, i membri del WEFPAC includono non solo l’FBI, il Ministero della Giustizia, i servizi segreti statunitensi e le agenzie di intelligence di Israele e Gran Bretagna, ma includono anche banche enormi, definite troppo grandi per fallire, come Bank of America e Santander, così come enormi aziende tecnologiche come Amazon e Microsoft. E c’è anche PayPal. Vi partecipa, infine, l’organizzazione senza fini di lucro che gestisce il sistema di pagamento Swift. In recenti rapporti, WEFPAC ha affermato che esiste una connessione tra gli eventi di criminalità informatica e l’uso di criptovalute, così come quello degli strumenti di miglioramento della privacy come i mixer. Sostengono che, cito, i criminali informatici abusano della crittografia, delle criptovalute, dei servizi di anonimato, e di altre tecnologie, ma mancano di evidenziare che il loro uso non è certo esclusivo dei criminali.

Sebbene si astenga dal nominare qualsiasi valuta in modo specifico, il World Economic Forum ha dichiarato altrove sul suo sito web che, cito, ai governi non piace il fatto che gli utenti Bitcoin siano anonimi, e gli stessi governi si preoccupano dell’uso di Bitcoin per attività criminali e di riciclaggio di denaro, aggiungendo che le loro preoccupazioni non possono essere infondate. È importante sottolineare che WEFPAC non vede i criminali informatici, solo come coloro che possono impegnarsi in hacking oppure atti motivati dal guadagno finanziario come gli attacchi ransomware. Secondo il WEFPAC, i criminali informatici includono anche coloro che utilizzano le tecnologie per sostenere il terrorismo, per diffondere disinformazione e per destabilizzare governi e democrazie.

Da ciò, sembra che l’inclusione della disinformazione da parte del WEFPAC come tipo di crimine informatico tradisca l’intenzione di sviluppare politiche che, con il pretesto della lotta al crimine informatico, promuoveranno invece una maggiore censura online, e in particolare dei media indipendenti. Nel discutere di soluzioni, WEFPAC chiede di prendere di mira le infrastrutture e le risorse individuate come complici del crimine informatico, comprese quelle che consentono flussi di entrate criminali informatiche, che, come vedremo a breve, si riferisce a infrastrutture che consentono transazioni di criptovaluta in forma privata e consentono, cito, la promozione di siti illegali e l’hosting di contenuti criminali. In un’altra sezione, il gruppo discute del sequestro dei siti Web dei criminali informatici definendolo una possibilità interessante.

Dato che il WEFPAC e i suoi membri, come l’FBI, vedono la disinformazione come una forma di crimine informatico, questo potrebbe potenzialmente far emergere come bersagli i siti web dei media indipendenti e l’infrastruttura che consente loro di operare e finanziare il proprio lavoro, come i sistemi per la condivisione di video e le piattaforme di pagamento che non censurano. All’inizio di questo mese, l’FBI, in coordinamento con la polizia nazionale dell’Ucraina, ha sequestrato nove mercati di scambio per le criptovalute, la maggior parte dei quali aveva Bitcoin o BTC nel nome di dominio. Il loro crimine è stato, riporto le esatte parole, di offrire servizi di scambio di criptovaluta anonimi ai propri visitatori.

WEFPAC sostiene inoltre che, per ridurre l’impatto globale del crimine informatico, e per frenare sistematicamente i criminali informatici, il crimine informatico dev’essere colpito alla fonte, aumentando il costo necessario per commettere i crimini informatici, riducendo la redditività dell’attività, e scoraggiando i criminali mediante un aumento del rischio diretto che devono affrontare. Quindi WEFPAC non ci sorprende quando sostiene che, dato che la minaccia del crimine informatico è di portata globale, la sua soluzione dev’essere anch’essa uno sforzo coordinato a livello globale.

Dicono che il modo principale per raggiungere questo obiettivo implichi, e riporto le esatte parole, coinvolgere il settore privato affinché lavori fianco a fianco con i funzionari delle forze dell’ordine. Incredibilmente, WEFPAC chiede che questa cooperazione abbia luogo anche se non è, cito, sempre allineata con i quadri legislativi e operativi esistenti. In sostanza, stanno dicendo che questa cooperazione dovrebbe essere consentita anche se è illegale. Quindi, in che modo esattamente i membri del WEFPAC intendono affrontare il crimine informatico alla fonte? Quando si parla di azioni specifiche, WEFPAC mantiene la bocca cucita, ma un altro gruppo con cui collabora strettamente, e che ha una notevole sovrapposizione con WEFPAC, ci propone alcune idee.

Il Financial Services Information Sharing and Analysis Center, o FS-ISAC, tradotto in Centro per l’analisi e la condivisione dei servizi finanziari, esiste ufficialmente per, cito, contribuire a garantire la resilienza e la continuità dell’infrastruttura globale dei servizi finanziari, e delle singole imprese, contro atti che potrebbero avere un impatto significativo sulla capacità del settore di fornire servizi critici per il funzionamento ordinato dell’economia globale. In altre parole, FS-ISAC consente al settore dei servizi finanziari privati di pronunciarsi e coordinare le risposte a livello settoriale su come i servizi finanziari vengono forniti durante e dopo una determinata crisi, incluso un attacco informatico o un problema di crimine informatico che coinvolga l’intero settore. è significativo che FS-ISAC sia stato creato nel 1999, lo stesso anno in cui la legge Glass-Steagall è stata abrogata. FS-ISAC annovera tra i propri membri le più grandi aziende di Wall Street, come Cìtigroup, Bank of America, Wells Fargo e Morgan Stanley.

Inoltre gran parte della sua leadership versa contributi al World Economic Forum oppure lavora per esso oppure ancora ne presiede i comitati e le iniziative, compresi quelli incentrati sul crimine informatico e sul ransomware. Nel 2021, FS-ISAC ha pubblicato diverse previsioni per il 2021 e oltre. La maggior parte di tali previsioni esprime preoccupazione per il verificarsi di una prossima calamità informatica. Ma una previsione spicca tra tutte e riporto le loro esatte parole: aumenteranno gli incentivi economici verso il crimine informatico.

FS-ISAC sostiene che l’attuale situazione economica creata sulla scia dei lockdown legati al COVID, cito, renderà il crimine informatico un’alternativa sempre più attraente, affermando subito dopo che, cito, i drammatici aumenti di valore delle criptovalute spingeranno gli attori degli attacchi informatici a condurre campagne che capitalizzano tale mercato, comprese le campagne di estorsione contro le istituzioni finanziarie e i loro clienti. In altre parole, FS-ISAC vede l’aumento del valore delle criptovalute come una causa diretta nella crescita del  crimine informatico, E questo vale in particolare per gli incidenti ransomware, implicando il fatto che bisognerà combattere l’aumento di valore delle criptovalute, se vogliamo avere una riduzione del crimine informatico, e se si vuole veramente colpire il crimine informatico alla fonte, attaccandone la redditività, come suggerito da WEFPAC. Tuttavia, i dati non combaciano con queste affermazioni, poiché l’uso della criptovaluta da parte dei criminali informatici è basso e sta diminuendo.

Per esempio, un recente studio prodotto per ironia della sorte proprio da un membro di WEFPAC, l’azienda Chain Analysis, ha rilevato che solo lo zero virgola 34% delle transazioni di criptovaluta nel 2020 erano legate ad attività criminali, in calo rispetto al 2% dell’anno precedente. Sebbene la diminuzione possa essere dovuta a un salto nell’adozione delle criptovalute, la percentuale complessiva di transazioni di criptovaluta legate al crimine è incredibilmente bassa, un fatto ovviamente noto ad FS-ISAC e ai suoi membri. Ma ciò che è inquietante è che i media mainstream hanno ampiamente diffuso l’affermazione che Bitcoin in particolare, per citare Forbes, alimenta un’industria del ransomware del valore di 1,4 miliardi di dollari.

Oppure, per citare la radio statunitense filo-governativa NPR, Bitcoin ha alimentato attacchi ransomware. Oppure, infine, per citare un dirigente di Chain Analysis, Bitcoin è di gran lunga la valuta preferita dagli hacker che svolgono attacchi ransomware. Potrei fare infiniti esempi, poiché c’è davvero abbondanza di report come questi, che, all’interno di un evento di criminalità informatica ben pubblicizzato, in particolare attacchi ransomware, denunciano un salto della crescente popolarità di Bitcoin e del suo valore intrinseco.

Eppure, in questo caso, se le banche, le agenzie di intelligence e le aziende tecnologiche che hanno collaborato con queste iniziative vedono come una minaccia non solo la privacy finanziaria, ma anche la crescita nel valore di Bitcoin in quanto tale, va da sé che i loro sforzi per fermare il crimine informatico alla sua fonte non comporterebbero solo lo sradicamento della privacy finanziaria per quanto riguarda le criptovalute, ma anche azioni per svalutare le criptovalute stesse.

Con tali gruppi che discutono apertamente di operare al di fuori dei quadri legali per raggiungere i propri obiettivi, i Bitcoiner devono iniziare a prestare maggiore attenzione a queste organizzazioni che lavorano nell’ombra. Non ci sono prove che le criptovalute, o più specificamente, Bitcoin, siano il fattore chiave per l’esistenza del crimine informatico, visto che il crimine informatico è nato molto prima di entrambe. Tuttavia, le criptovalute rappresentano una minaccia per i piani dei membri del FS-ISAC e dei loro partner, che prevedono di iniziare a produrre valute digitali controllate da banche commerciali convenzionate, o dalle banche centrali stesse.

Valute digitali progettate per essere facilmente sottoposte a sorveglianza governativa. Le valute digitali delle banche centrali, in particolare, sono state progettate e implementate per erodere la privacy e l’autonomia finanziaria. Il successo delle CBDC, Central Bank Digital Currencies, o valute digitali delle banche centrali, e dei progetti correlati, dipende dal castrare la concorrenza, che è probabilmente il motivo per cui FS-ISAC ha chiesto di combattere gli elementi economici chiave del crimine informatico mediante una struttura finanziaria globale, che è, naturalmente, la stessa entità globalista che WEFPAC sta cercando di creare. Non molto tempo prima che FS-ISAC, e WEFPAC facessero tutte queste affermazioni, molti membri di entrambi i gruppi hanno partecipato a un’iniziativa del 2020, ospitata dal Carnegie Endowment for International Peace, a sua volta membro di WEFPAC.

L’iniziativa del Carnegie Endowment ha riunito molti membri del WEFPAC e del FS-ISAC con un’importante aggiunta di rappresentanti delle banche centrali, vale a dire la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea. In questa iniziativa partecipava anche la Federal Deposit Insurance Corporation, o FDIC, vale a dire l’agenzia federale incaricata di assicurare i depositi bancari privati negli Stati Uniti. Il report sviluppato da queste entità è sbalorditivo, in quanto afferma che la causa principale dell’instabilità finanziaria globale, non sono le politiche irresponsabili delle banche centrali, oppure le banche commerciali impegnate in comportamenti criminali, ma invece, riporto le esatte parole, l’attuale frammentazione tra gli stakeholders e le iniziative.

Sostengono che la soluzione principale necessaria per stabilizzare il sistema finanziario globale risiede nel ridurre tale frammentazione. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo, ci dicono, richiede la massiccia riorganizzazione di tutte le parti interessate attraverso un maggiore coordinamento globale. In particolare, notano che la disconnessione tra finanza, sicurezza nazionale, e comunità diplomatiche è particolarmente pronunciata e richiede un’interazione molto più stretta tra tutte e tre. Continua affermando quanto segue, e cito: questo richiede ai paesi non solo di organizzarsi meglio a livello nazionale, ma anche di rafforzare la cooperazione internazionale, di difendersi, d’indagare, di perseguire e di, idealmente, prevenire attacchi futuri. Ciò implica che il settore finanziario e le autorità finanziarie devono interagire regolarmente con le forze dell’ordine e altre agenzie di sicurezza nazionale con modalità mai viste prima, sia a livello nazionale che internazionale.

In sostanza, questa iniziativa ha chiesto di cominciare a fondere le banche commerciali e le autorità finanziarie, come i regolatori, con le agenzie di intelligence nazionali e le forze dell’ordine. Questa politica non potrebbe essere più folle o distopica. A peggiorare ulteriormente le cose, c’è il fatto che il WEFPAC, di cui fanno parte anche il Carnegie Endowment e molte delle altre organizzazioni che condividono tali politiche, non solo chiede che questa fusione abbia luogo, ma chiede di farlo in modi che potrebbero essere, ancora una volta, illegali.

Una fusione delle banche commerciali, dei loro regolatori e delle agenzie di intelligence, è uno scenario da totale incubo. Ma questo è esattamente ciò che il World Economic Forum sta promuovendo come modello di partnership tra pubblico e privato. Ma forse, fattore ancor più critico per i cittadini americani, è che questa è una politica sviluppata con la partecipazione diretta della Federal Reserve, della FDIC, dei servizi segreti statunitensi, dell’FBI, del Ministero della Giustizia e delle banche commerciali più importanti del paese. L’establishment americano sostiene queste politiche, e, da quello che posso vedere, ha tutte le intenzioni di cercare di trasformarle in realtà. Tali agenzie federali, istituzioni, e banche commerciali americane, stanno svolgendo un ruolo importante nello sviluppo di regolamenti che, inevitabilmente, prenderanno di mira Bitcoin.

Hanno reso molto chiaro nei resoconti dei media, nei comunicati stampa e nei documenti politici, che considerano la privacy finanziaria, la popolarità di Bitcoin e il valore di Bitcoin, come minacce dirette alla loro sopravvivenza. E le considerano responsabili di ciò che definiscono come crimine informatico. Eppure, più e più volte, il popolo americano è stato spolpato e saccheggiato da molte di queste stesse agenzie e molte di queste stesse banche commerciali e centrali. Le grandi banche, come HSBC, possono riciclare milioni di dollari per i cartelli della droga senza alcuna conseguenza. Nessuno va in prigione. La CIA ha riciclato milioni di dollari attraverso banche criminali come la BCCI, una banca che gestiva la propria rete di traffico sessuale che coinvolgeva bambini in età prepuberale.

E ancora una volta, non è stato fatto nulla. Nessuno è andato in prigione. FTX può riciclare denaro presumibilmente destinato all’Ucraina e incanalarlo come contributi elettorali allo stesso partito politico che sta sviluppando regolamenti per il mondo della crittografia, mentre dipinge Bitcoin come una minaccia alla sicurezza nazionale. Sam Bankman Fried è stata l’unica persona arrestata, e, in questo momento, non è in prigione. Si trova in una villa multimilionaria in California, e sta per ottenere l’archiviazione di dieci delle 13 accuse federali formulate in origine contro di lui.

Il figlio dell’attuale presidente, può riciclare tutto il denaro che vuole, dopo aver lasciato le prove su un computer portatile che ha abbandonato. E la comunità dell’intelligence corre in sua difesa, sostenendo falsamente che i dati sul suo laptop erano una bufala russa, quando ora ammettono che invece erano davvero suoi. Sono questi i veri criminali. E se pensate che si preoccupino di fermare il riciclaggio di denaro oppure il crimine informatico in modo significativo, ci siete cascati.

Ma presto, se non faremo nulla per fermare queste politiche che vengono redatte a porte chiuse, chi usa un mixer di Bitcoin, e prende provvedimenti per mantenere le sue transazioni Bitcoin anonime oppure più private, sarà accusato di agire in modo sospetto, come se fosse un criminale informatico,

Se vi lamenterete del fatto che stiano ovviamente applicando due pesi e due misure, sarete accusati di diffondere disinformazione, e diventerete voi stessi criminali informatici.

Quindi, ciò che dovrebbe preoccuparci in modo particolare è il modo in cui queste agenzie, entità e partnership tra pubblico e privato intendono produrre consenso nei confronti delle loro politiche. Nella situazione attuale, credo che la stragrande maggioranza degli americani sarebbe pronta a respingere molte delle politiche ideate da questi gruppi che ho appena descritto.

Tuttavia la situazione potrebbe naturalmente cambiare, nel caso arrivasse improvvisamente la crisi giusta con cui rendere la maggior parte degli americani estremamente preoccupati e impauriti dal crimine informatico. Gli avvertimenti di una cosiddetta pandemia informatica sono già circolati nel 2021, quando si sono verificati una serie di attacchi ransomware di alto profilo e altamente pubblicizzati. Ma da allora non se n’è parlato molto.

Ma ora che il governo degli Stati Uniti e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno dichiarato ufficialmente finita l’ultima crisi globale Covid-19, alcuni stanno già lanciando l’allarme avvertendoci che una nuova crisi globale potrebbe presto apparire in modo drammatico. Considerando quello che ho detto, consultiamo il sito del World Economic Forum per vedere quale pensano che sarà la prossima crisi globale. Nel gennaio di quest’anno, Jeremy Jurgens, numero due di Klaus Schwab, ha affermato che, riporto le sue parole, entro due anni, il mondo verrà colpito da un evento che comporterà un cambiamento catastrofico.

Una previsione davvero ottimista! Quindi, cos’è questo evento che comporterà un cambiamento catastrofico e che colpirà il mondo prima del 2025? Se avete pensato un evento catastrofico globale di tipo informatico, avete vinto. In una presentazione tenuta a Davos quest’anno, Jurgens ha affermato che il 93% dei leader informatici e l’86% dei leader aziendali informatici ritengono che l’instabilità geopolitica renda inevitabile un evento catastrofico di tipo informatico prima del 2025. Ad unirsi a Jurgens nell’agitare lo spauracchio di un giorno del giudizio cibernetico, c’era anche   , capo dell’Interpol, uno dei membri più influenti del WEFPAC.

Dovrei anche aggiungere che le Nazioni Unite, come ho detto prima, stanno attualmente elaborando il loro nuovo trattato sulla criminalità informatica, e hanno identificato nell’Interpol un partner che si trova in una posizione unica per attuare una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030, in particolare quando si tratta di interrompere i flussi finanziari di un terrorista, proteggere il cyberspazio, e contrastare i mercati illeciti. I commenti di Jurgens e Stock su un attacco catastrofico di tipo informatico prima del 2025, hanno generato titoli isterici nei media mainstream, che ci avvertono di un’apocalisse informatica già nel 2023.

Nello stesso mese, l’edizione cartacea di Newsweek riportava in copertina un minaccioso hacker con il titolo “Attacco degli hacker, come i criminali informatici superano in astuzia tutti gli sforzi per fermarli”. Molti degli esperti citati nell’articolo sull’attacco degli hacker lavorano per aziende che sono membri di WEFPAC. Negli ultimi anni, si è parlato molto di un attacco informatico apocalittico, e ora sembra che le persone di spicco del World Economic Forum e del WEFPAC si sentano abbastanza sicure da collocarlo in una tempistica relativamente breve. Se e quando si materializzerà, quanto sarà grave questo attacco? Considerando che l’attuale capo del dipartimento della sicurezza nazionale ha affermato che il prossimo attacco informatico ucciderà molte persone, sembra che un 11 settembre informatico potrebbe essere dietro l’angolo, e che ovviamente sarebbe seguito poco dopo da un atto di eroismo informatico o qualcosa di molto simile.

Se Bitcoin è accusato di motivare o finanziare i criminali informatici, ritenuti responsabili di una tale catastrofe, cosa accadrà all’opinione pubblica? E che tipo di legislazione potremmo vedere sfornata attraverso il Congresso? Considerato quello che ho descritto oggi, il World Economic Forum e i suoi alleati, tra cui molte agenzie governative, hanno bisogno che un paio di cose vengano portate in primo piano nella mente del pubblico, prima di poter offrire le loro soluzioni distopiche che hanno già preparato per noi. Al fine di fondere le banche, i regolatori, e le agenzie di intelligence per porre fine alla frammentazione nel sistema finanziario globale, devono prima fare in modo che l’instabilità finanziaria globale diventi una delle principali preoccupazioni su scala mondiale.

Con tutto ciò che è accaduto dopo il crollo di Silicon Valley Bank, sembra che potremmo non essere troppo lontani dall’instabilità finanziaria globale che è diventata una delle principali preoccupazioni per l’americano medio. L’altra cosa che devono far accadere è che l’americano medio diventi incredibilmente spaventato dall’esistenza della privacy finanziaria e della privacy online, al punto che rinuncerà volentieri alla propria privacy in cambio di una maggiore sicurezza, o meglio, di ciò che gli verrà venduto come maggiore sicurezza. La concezione della privacy di Bitcoin e le sue tecnologie di tutela della privacy come la crittografia, devono diventare il nemico pubblico numero uno, affinché le masse accettino la soluzione offerta che consiste di una rete Internet completamente sorvegliata e di un sistema finanziario completamente sorvegliato.

In definitiva, ciò che sto cercando di trasmettere con queste informazioni è che la lotta per il mondo delle criptovalute fa parte della più ampia guerra combattuta sul futuro della nostra società, del nostro paese e del mondo. Lasceremo che ci conducano come sonnambuli in un mondo di CBDC in cui le agenzie di intelligence, le banche centrali e le banche commerciali si fondono nella stessa entità orwelliana? Lasceremo che ci etichettino come criminali informatici e terroristi per il solo fatto di possedere Bitcoin, di utilizzare la crittografia oppure i mixer?

Oppure combatteremo i gruppi e le istituzioni che hanno saccheggiato la ricchezza americana per oltre un secolo, e chiederemo un ritorno alla costituzione e al diritto alla privacy? Una privacy non solo finanziaria, ma in tutti i sensi. Coloro che desiderano forzarci nel primo scenario, guardano chiaramente e inequivocabilmente a Bitcoin e alla tecnologia che consente la privacy, come a una minaccia diretta al loro potere e ai loro piani.

E non c’è mai stato un momento più importante per scegliere da che parte stare. Grazie.

Le origini dell’Interpol

Nel video, Whitney Webb delinea la formazione di due nuove organizzazioni che hanno l’obiettivo di realizzare l’integrazione tra Deep State, vale a dire servizi segreti, apparati militari e di sorveglianza, le polizie finanziarie e fiscali, le agenzie delle tasse, insieme alle principali banche centrali e private alle polizie e agli enti di regolamentazione finanziaria.

Un ruolo particolare viene assegnato a due nuove organizzazioni che costituiscono una partnership tra pubblico e privato. Il WEFPAC, World Economic Forum Partnership Against Cybercrime, vale a dire Partnership del World Economic Forum Contro il Crimine Informatico, gestita da un ex-membro del servizio segreto militare israeliano, Tal Goldstein che ha partecipato ad istituire l’Israel National Cyberdirectorate che ha avuto un ruolo importante nel definire la strategia di evoluzione delle attività di sicurezza informatica nello stato di Israele. Ricordiamo che lo Stato di Israele è il secondo principale produttore al mondo di software e dispositivi di sicurezza informatica, per uso anche militare, secondo solo agli Stati Uniti che hanno due poli primari: la Silicon Valley e la città di Washington.

Dal 2021, il governo israeliano ha incrementato drasticamente gli investimenti in quest’area sfruttando la maggiore dipendenza dalla tecnologia informatica prodotta in modo artificiale durante i lockdown della pandemia.

Il vantaggio di Israele è che, pur essendo al secondo posto nel mondo, riceve solo il 2% degli attacchi informatici, mentre il 46% è concentrato sugli Stati Uniti, il 19% è rivolto all’Ucraina e il 9% è indirizzato agli Stati Uniti.

Del WEFPAC fanno parte l’FBI, il Ministero della Giustizia statunitense, i vari servizi segreti statunitensi, e le agenzie di intelligence di Israele e del Regno Unito.

Ma anche la Francia gioca un ruolo importante con l’Interpol, la rete internazionale che unisce numerose polizie del molto e che ha sede a Lione. Sarà proprio l’Interpol ad avere responsabilità internazionale per perseguire i cosiddetti nuovi criminali informatici a livello internazionale. E il suo segretario generale, il tedesco Jürgen Stock, gioca un ruolo primario all’interno del World Economic Forum.

Lione è una delle città colpite dai recenti disordini e forse il ruolo strategico della Francia nel prossimo cataclisma informatico progettato da World Economic Forum ci aiuta a capire le motivazioni che stanno alla base del crescente clima di tensione alimentato in Francia, che presenta molte similitudini con i disordini organizzati negli Stati Uniti durante l’estate del 2020 e con numerose altre rivoluzioni colorate, come quella ucraina del 2014.

Per capire il ruolo dell’Interpol, dobbiamo ripercorrerne la storia. Fondata nel 1924 a Vienna, l’Interpol è nata allo scopo di facilitare la comunicazione tra le polizie di tutto il mondo. Da principio, il suo capo era il capo della polizia austricaca, ma dopo l’annessione dell’Austria con la Germania nazista nel 1938, l’Interpol divenne parte integrante dell’apparato nazista internazionale. I tedeschi nominarono Otto Steinhäusl, un ufficiale delle SS. Due settimane dopo, Edgar Hoover, capo dell’FBI e suo fondatore, si unì all’Interpol.

Questa decisione non fu improvvisata, infatti già nel 1937, Edgar Hoover aveva avviato una corrispondenza con l’Interpol dimostrando interesse ad unirsi all’organizzazione. In quello stesso anno, l’Interpol aveva nominato come proprio vice-presidente il generale nazista Kurt Daluege, che sarebbe stato giustiziato per crimini di guerra nel 1946. Sempre nel 1937, l’FBI aveva inviato Drane Lester, Assistant Director dell’FBI, al congresso dell’Interpol e, al suo ritorno, Lester raccomandò a Hoover di unirsi all’Interpol.

La proposta venne accolta dall’Attorney General degli Stati Uniti, vale a dire il Ministro della Giustizia, Homer Cummings, già membro del comitato elettorale del Partito Democratico e poi nominato al ministero della giustizia dal presidente Franklin Delano Roosevelt. Il Segretario di Stato dell’epoca, Cordell Hull, appoggiò la proposta. Hull, anch’egli membro del partito democratico, è stato il Ministro degli Esteri statunitense che ha mantenuto la propria carica per più tempo, 11 anni, che hanno coperto integralmente il periodo della Seconda Guerra mondiale, e viene considerato come il padre delle Nazioni Unite di cui ha organizzato la formazione, vincendo anche il premio Nobel nel 1945.

L’adesione dell’FBI all’Interpol fu comunque confermata anche dal Congresso degli Stati Uniti che votà favorevolmente stanziando i fondi necessari per pagare l’iscrizione.

Tornando al vice-presidente dell’Interpol nominato nel 1937, Kurt Daluege, una breve storia lo vede come responsabile delle SS e della polizia interna tedesca per tutta la germania del Nord, con un ruolo integrale nelle attività dell’Olocausto.

Prima di essere membro delle SS era stato membro delle SA, i reparti paramilitari che il partito nazista aveva usato per terrorizzare la popolazione assaltando e distruggendo negozi ed edifici, in particolare degli ebrei tedeschi. Daluege, passò alle SS appena prima di partecipare all’uccisione in massa dei suoi stessi ex-camerati durante la famosa notte dei lunghi coltelli, in cui le SS sterminarono tutte le SA dopo che il partito nazista era ormai arrivato al potere.

Nel 1941 la sede dell’Interpol fu trasferita a Berlino, nello stesso edificio dove si trovava il comando delle SS, e il nuovo capo, Reinhard Heydrich, che era anche il capo delle SS, dichiarò che l’Interpol sarebbe diventata il centro mondiale della polizia criminale.

Dopo la presa di controllo da parte dei nazisti, Hitler promise che l’Interpol sarebbe rimasta puramente un’organizzazione di polizia, senza nessuna influenza politica, ma di fatto venne finanziata con soldi nazisti per perseguire obiettivi politici nazisti. Altri due presidenti dell’Interpol nominati durante il periodo nazista, includono Arthur Nebe e Reinhard Heydrich, quest’ultimo meglio conosciuto come architetto dell’olocausto.

Ma l’affiliazione nazista dell’Interpol continuò anche dopo la fine della guerra. Al suo comando dal 1968 ale 1972, dopo che si era già trasferita in Francia, Paul Dickopf un ufficiale delle SS che aveva preso servizio nel 1939 e che aveva lavorato con Heydrich nella polizia segreta delle SS, la temibile Sicherheitdienst, abbreviata in SD. Nata nel 1931, lo scopo della SD era di costringere ogni singolo tedesco a diventare parte del partito nazista attraverso una supervisione personale continua.

Dickopf era stato anche agente segreto dei nazisti in Svizzera, e dopo la guerra divenne capo della BKA, la polizia criminale federale tedesca con sede nella cittadina di Meckenheim, che gli dedicò anche il nome di una strada, che tuttavia venne cancellato nel 2012 quando si scoprì che aveva portato nelle fila della BKA moltissimi criminali di guerra nazisti e membri delle SS. Dickopf continuò a praticare alcuni dei principi del nazismo anche nel suo nuovo lavoro all’interno della BKA. In quel periodo, per la precisione dal 1965 al 1971, era diventato anche un agente segreto della CIA che lo pagava per avere informazioni riservate sui leader politici tedeschi e sulle questioni interne della BKA.

Durante la sua presidenza all’Interpol, Paul Dickopf fu presentato come un serio professionista, che sottolineava continuamente la neutralità politica dell’organizzazione, lo stesso messaggio trasmesso di nuovo, nel 1942, dal nuovo capo dell’Interpol, Ernst Kaltenbrunner, generale delle SS, nominato da Heinrich Himmler, Ministro degli Interni nazista, capo delle SS e uno degli architetti dell’Olocausto.

Proprio grazie a questo motto, fino agli anni Ottanta, l’Interpol non ha mai perseguito gli ex-nazisti in fuga dalla Germania, perché veniva considerata, in modo conveniente, un’attività di tipo politico.

Dopo il trasferimento a Parigi nel 1967 e poi a Lione, l’Interpol è stata coinvolta in svariate situazioni imbarazzanti. A parte la leadership di un ex-nazista e membro delle SS come Dickopf, vediamo nel 2010 Jackie Selebi, che era stato presidente dal 2000 al 2008, fu trovato colpevole da una corte sudafricana di aver ricevuto mazzette da un trafficante di droga. Il cinese Meng Hongwei, membro del Partito Comunista Cinese, nominato presidente nel 2016, fu arrestato in Cina per corruzione e dovette dimettersi dall’Interpol prima della fine del suo termine. Nel 2018, il vice-presidente dell’Interpol, il russo Alexander Prokopchuck, fu accusato di aver usato l’Interpol per perseguire i dissidenti nei confronti del governo russo.

In sostanza, il cataclisma informatico potrebbe essere, magari insieme al rilascio di una nuova pandemia, all’imposizione di sistemi d’identificazione digitale e a un’escalation della guerra in Ucraina, i veicolo primario con cui eseguire il Grande Reset su scala globale.

Roberto Mazzoni

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