Genocidio Joe – MN #269

Siamo insieme alla ricerca della verità, in questo caso la verità di quello che sta succedendo negli Stati Uniti perché francamente la situazione è veramente caotica. Nel video che vi propongo ora ci sarà un breve ceno d’attualità che ho preso come proseguimento degli ultimi video che ho fatto e poi c’è un’intervista che ho fatto con Mani.it recentemente che mi dà una visione un pochino più di insieme su quello che io vedo essere la situazione generale. Quindi è un po’ una combinazione di due cose e sto cercando di soddisfare anche la vostra richiesta di continuare a mantenere un conflusso di attualità, di aggiornamento, mentre sto preparando i video storici che credo troverete comunque interessanti.

Ora Joe Biden è l’attuale Presidente degli Stati Uniti e si è guadagnato l’appellativo di Genocide Joe e questo appellativo non se lo toglierà facilmente anche perché gli è stato appiccicato dai suoi stessi elettori. Elettori soprattutto della sinistra del partito democratico, quindi quella fazione che è più spostata verso la parte socialista se vogliamo, che è più vicina alle esigenze sicuramente dell’elettorato arabo che costituisce una componente importante del partito democratico, ma soprattutto che costituisce una componente fondamentale in un paio di stati che sono essenziali affinché Genocide Joe possa essere rieletto. E questi elettori ormai sono completamente disgustati dal suo atteggiamento nei confronti di Israele, dal fatto che lui continui a fornire assistenza sia finanziaria, sia militare, sia diplomatica, all’attività che Israele sta conducendo a Gaza e che ve lo ricordo è stata identificata come una possibile situazione di genocidio da parte della Corte di Giustizia Internazionale.

Quindi questa situazione politica di Joe Biden sembra essere talmente disastrosa da dover risultare in un fiasco elettorale, quindi nell’elezione di Donald Trump. E ora vi voglio proporre una breve intervista a Briahna Joy Gray, la giornalista di colore che avete visto nell’ultimo video e che ha fatto molti servizi sulla questione di Gaza, ultimamente servizi devo dire comunque molto equilibrati e molto professionali, all’interno di una testata The Hill che vi ho proposto più volte all’interno di Mazzoni News, perché The Hill si cerca di proporsi come una testata che benché abbia una certa tendenza verso sinistra ha comunque la missione di essere il più equilibrata e più neutra possibile e in effetti non è una testata dove troviamo tipicamente propaganda, magari possiamo avere dei punti di vista un po’ di parte che si riconoscono, però la resa delle notizie è abbastanza precisa ed è anche abbastanza ben fatta, soprattutto quando ci sono appunto giornalisti di spessore come può essere Briahna Joy Gray, con la quale non condivido diverse opinioni politiche naturalmente, ma che rispetto da un punto di vista professionale.

Ora, Briahna Joy Gray è stata licenziata proprio perché ha pubblicato i video su Gaza, uno dei quali vi ho proposto nell’ultima puntata di Mazzoni News e quindi credo che meriti una certa attenzione questo fatto, cioè il fatto che basta parlare male di Israele e cercare di denunciare quelli che sono sicuramente dei fatti orribili per perdere il posto di lavoro e questo ha detto negli Stati Uniti, quindi è un’azione che fa e che ha fatto della libertà di parola il cavallo di battaglia e che ha sempre garantito comunque una certa libertà ai giornalisti, soprattutto quelli dei circuiti non propriamente grandi, ossia non mainstream media. Noi in caso vedremo in questa parte d’intervista poi, poi parlerò delle altre, perché comunque questa è una vicenda molto importante e che svilupperemo insieme, ci fa capire un po’ quello che è successo, ci fa capire quelle che sono le conseguenze per Joe Biden di tutto quello che sta succedendo e anche di questa progressiva censura che viene applicata sui media.

Devo dire che i media vicini al mondo repubblicano si autocensurano, quindi è difficilissimo trovare delle informazioni da quel fronte, tant’è che vi propongo contributi che vengono dalla sinistra perché di là non ce ne sono. Nel caso, e questo è scontato perché praticamente la quasi totalità dei politici del partito repubblicano viene eletta grazie a contributi della lobby israeliana, quindi non è possibile essere un politico nel partito repubblicano senza aver l’appoggio di tale lobby e se volete potremo approfondire questo fatto, ci è stato confermato da un parlamentare che ci ha spiegato esattamente come funziona, in pratica ogni singolo parlamentare repubblicano ha la baby sitter che lo affianca e che gli dice quello che deve fare e che è un membro dell’organizzazione di lobby a favore di Israele, che è la più grande organizzazione di lobby politica negli Stati Uniti, è quello che ho finalmente scoperto e che ha sicuramente un flusso pesantissimo anche su Donald Trump e su tutti quelli che fanno parte del circuito del partito repubblicano e se volete capirne di più e saperne di più in modo molto più succoso ho pubblicato recentemente due video all’interno della sezione “Novo Ordine Mondiale” di Mazzoni News.

Torniamo alla questione della giornalista Briahna e di quello che è successo e di che cosa significa tutto questo per l’evoluzione degli Stati Uniti, dei media, anche per Mazzoni News naturalmente perché questo pone una serie di sfide importanti per una testata come la nostra che parla di questi argomenti, che cerca di essere più possibile equilibrata e di non evitare argomenti scomodi solo per il fatto che sono scomodi in buona sostanza. L’intervista che vi propongo, la parte iniziale di questo video, è fatta realizzata da Glenn Greenwald, un giornalista indipendente che è il giornalista che ha fatto conoscere al mondo Edward Snowden e lo scandalo di Edward Snowden.

Se avete visto il film dedicato a Snowden, compare, non compare lui come giornalista in prima persona, ma compare un attore che rappresenta lui, quindi è un personaggio molto conosciuto, anche lui ha avuto le sue vicissitudini e ha cercato di conquistare uno spazio all’interno della cosiddetta stampa alternativa per scoprire che spesso questa stampa alternativa si allinea ai mainstream media in ogni caso e oggi ha creato un contenitore indipendente, solo suo, si chiama System Update su Rumble, di cui vi propongo una sezione in appunto in questo video, dove intervista appunto Briahna Joy Gray, facendosi spiegare per quale motivo è stata licenziata, quali sono le conseguenze che questi eventi, perché non è che sono il primo, stanno avendo sui media americani e anche che tipo di situazione questo può comportare l’essere compromesso in Economia Israele per Joe Biden sul fronte della rielezione.

Nel video si parla anche di altri giornalisti, Crystal Ball e Saagar Enjeti, che lavorano in una propria testata indipendente che si chiama Breaking Points, che abbiamo proposto recentemente in più occasioni, anche questa è una testata più orientata verso sinistra, leggermente, però cercano di dare i due punti di vista senza tuttavia essere allineate con i suoni dei due partiti, quindi fanno un buon lavoro anche loro, motivo per cui quando trovo dei contenuti interessanti ve li propongo. Si parla naturalmente di Twitter Files, di cui avete sentito parlare, sono documenti interni di Twitter resi disponibili dopo l’arrivo di Elon Musk, che documentano come il governo statunitense abbia censurato certi argomenti e certe persone all’interno di Twitter, soprattutto nel periodo Covid, soprattutto per quello che riguardava Donald Trump il 6 di gennaio e tutta una serie di altre vicende considerate scottanti dalla sinistra e dall’attuale amministrazione della Chiesa Bianca.

Questi Twitter Files sono stati pubblicati a diversi giornalisti indipendenti, uno di questi è Matt Taibi che viene menzionato, anche Ken Klippstein che è menzionato, un giornalista investigativo di sinistra, Katie Halper è una giornalista investigativa sempre di sinistra ebrea, che parla spesso degli abusi di Israele e che era stata licenziata da The Hill perché aveva criticato Israele, definendolo uno stato apartheid, ma questo prima dell’evento del 7 di ottobre dell’anno scorso. Poi si parla dell’IPAC, naturalmente che è l’American Israel Public Affairs Committee, vale a dire la più potente organizzazione di lobby politico in America, che determina in modo assolutamente rigoroso chi viene eletto, chi non viene eletto nelle varie cariche del partito ripubblicano, sia a livello locale, quindi la singola contea, sia a livello statale, sia a livello federale, quindi il congresso, il senato piuttosto che la Casa Bianca.

Nessun presidente ripubblicano, compreso Trump, è stato eletto senza l’appoggio dell’IPAC, nel caso di Trump l’appoggio è stato determinante naturalmente. Però recentemente, diciamo, nel tempo ha esteso, aveva influenza anche al Partito Democratico, Partito Democratico che tra l’altro comunque fa perno notevolmente sull’elettorato ebreo, che costituisce una parte fissa degli elettori del Partito Democratico, quindi è naturale che venisse influenzato, soprattutto da parte dei grandi donatori che comunque sono collegati all’IPAC. Qui ci viene spiegato nel video che questa filone di lobbisti, in realtà attraverso, in questo caso, un’agenzia governativa israeliana, che è quella che si occupa di organizzare le visite in Israele, se non sbaglio per coloro che vogliono ritornare, che vogliono trasferirsi in Israele, ha recentemente organizzato una campagna media piuttosto cospicua per influenzare i politici americani, politici nel congresso, affinché abbiano posizioni favorevoli rispetto a Israele e rispetto a quello che Israele sta facendo e questo alla faccia della famosa influenza russa sulle elezioni presidenziali. Non si è mai visto un livello di coinvolgimento di una nazione straniera, in questo caso Israele, nelle elezioni presidenziali e governative americane su questo livello.

Ritchie Torres è un parlamentare che è stato toccato da questa campagna che si è venduto sostanzialmente alla lobby israeliana, è un parlamentare del Partito Democratico che rappresenta il Bronx, che è un quartiere di New York, uno dei più poveri in America, o forse il più povero, come dicono nel video, e quindi è un esempio abbastanza rampante, non soltanto di uno che fa tutto quello che la lobby israeliana dice di fare, ma che anche fa da cecchino sui social media per contro la lobby, vale dire attacca quelli che la lobby dice di attaccare.

Kyle Kulinski, che infine ha un podcast, sempre di sinistra, che parla di vari aggiornamenti e poi si parla anche del NLRB, National Labor Relations Board, che è un’agenzia governativa che ha relazione, tiene relazioni con i sindacati. Stiamo notando negli Stati Uniti un riemergere di sindacati, un netto spostamento verso il socialismo e anche il comunismo, si parla apertamente di portare il marxismo negli Stati Uniti, sta crescendo comunque di popolarità, proprio perché comunque c’è la volontà di cambiare un po’ il sistema e anche perché le varie aziende, le grandi aziende, anche soprattutto quelle di sinistra, quelle di altra tecnologia, hanno di fatto buttato fuori i sindacati dal proprio interno, i sindacati hanno perso potere e l’amministrazione Biden, che comunque conta sui voti dei sindacati, ha dato un pochino più di potere a queste persone. Quindi, fatto questo rapido preambolo, vi propongo questa frazione di interviste, perché poi ce ne saranno altri due segmenti che vi proporrò in altri due video a Briahna Joy Gray. Eccola.

La rivolta della sinistra americana contro Genocidio Joe

[Glenn Greenwald]

Ci resta poco tempo. Lascia che ti ponga un’altra domanda. Affrontiamo l’idea in base alla quale rischiamo di perdere il nostro posto di lavoro se critichiamo questo paese straniero. E ciò nonostante che siamo cittadini americani e viviamo nel nostro paese, dove siamo liberi di dire tutto ciò che vogliamo sui leader politici americani e sui funzionari del governo americano. E possiamo usare le parole più offensive e caustiche nei loro confronti. Ma dobbiamo stare molto attenti e camminare sulle uova quando critichiamo i funzionari di questo paese straniero. Come ti sei sentita, avendo appena perso il lavoro a causa di questo?

[Briahna Joy Gray]

Voglio dire, è una cosa inammissibile. Sapevo che stavo giocando coil fuoco, ma per me non ha senso lavorare in una testata come The Hill a meno di non essere disposti ad usarla per dire cose che non ci è permesso dire altrove. So che stavo tirando parecchio la corda. Come ho spiegato, è stata una lotta testa a testa, quasi ogni singolo giorno negli ultimi sei mesi, per fare in modo di pubblicare i servizi che avete visto sullo schermo. Ma, per me, ne è valsa la pena. E vale la pena di denunciare quanto siano intolleranti testate come questa. Perché, ricordate, The Hill cerca di attribuirsi molta credibilità con l’idea che è una testata unicamente online e che non è collegata alle grandi corporation che gestiscono i media primari. è stata innovata da Crystal e Saagar, che hanno questo incredibile formato che contrappone una visione di destra e sinistra, e che, al contempo, sono al di fuori della dinamica bipartitica, e non si identificano né come democratici né come repubblicani, e che sono disposti a sfidare l’establishment politico e ad essere molto critici nei suoi confronti da entrambe le parti. Due punti di vista diversi, entrambi esterni al sistema.

E coprono molte questioni che riguardano la censura. Ci siamo occupati ampiamente dei Twitter Files. Ci siamo occupati della disinformazione sul COVID. Abbiamo trattato tutte queste cose in modo ampio e questo ha permesso alla trasmissione di acquisire un’attrattiva diversa da altri tipi di media aziendali, conferendo anche credibilità al marchio del canale. Non abbiamo censurato. Parliamo invece delle persone che erano state censurate. Abbiamo intervistato Matt Taibbi, Ken Klippenstein. Abbiamo intervistato anche te. E quindi penso che questo sia stato l’unico motivo per cui mi hanno tenuto così a lungo, anche se stavo causando così tanti problemi all’interno dell’azienda. Erano preoccupati per la caduta di credibilità del loro marchio, soprattutto dopo quello che è successo a Katie Halper.

Quindi, non mi pento di aver fatto parte della testata, nella misura in cui penso che sia importante avere una prospettiva di sinistra su piattaforme relativamente mainstream. Questo era il motivo per cui ci lavoravo. Penso che sia importante e che la mia uscita costituisca una perdita in tal senso. Ma penso che questo offra anche una lezione importante e una sorta di resa dei conti. E non voglio usarla come stereotipo oppure come una frase fatta che viene ripetuta giusto per il gusto di farlo. Sto parlando di una notizia che è stata riportata la scorsa settimana su un ramo del governo israeliano che ha avviato una campagna sui social media per influenzare i legislatori statunitensi. Questo è ciò di cui stiamo parlando, vale a dire l’incredibile influenza non solo dell’AIPAC come lobby, ma di Israele come istituzione, nel dettare l’agenda dei media americani e l’agenda politica dell’America. E non dovrebbe essere trascurato, tra l’altro, l’attacco cumulato nei miei confronti che si è verificato, circa una settimana fa, sul dibattito, che ho fatto alla conferenza dei dissidenti a New York. Un dibattito che si era tenuto un mese fa.

Quella clip è stata fatta emergere e fatta circolare, circa una settimana fa, da persone come Ritchie Torres, uno dei membri del Congresso che risultano specificamente coinvolti nella campagna di influenza israeliana, come ci viene riferito dai rapporti che abbiamo ricevuto. Ed è stato anche coinvolto nel far emergere e nel far circolare anche la clip in cui alzavo gli occhi al cielo, che è il motivo presunto per cui sono stata licenziata, anche se, ovviamente, l’azienda dice il contrario. Penso davvero che sia stato un pretesto, dato il mio impegno di lunga data a coprire in modo veritiero ciò che sta accadendo sul terreno a Gaza.

[Glenn Greenwald]

Questo è uno di quei fatti bizzarri, ma molto rivelatori, della vita politica americana. Il deputato Ritchie Torres, che rappresenta il singolo distretto più povero degli Stati Uniti, ha deciso di difendere questo paese straniero dall’altra parte del mondo, che ha milioni di cittadini che hanno un tenore di vita migliore di quello delle persone del suo distretto.

Rappresenta l’opposto di quello che è successo a te. Vale a dire che, se diventi un fanatico sostenitore di Israele come lui, il tuo futuro politico sarà assicurato.

Lascia che ti chieda un’ultima cosa, visto che ti identifichi come persona di sinistra.

Ma sei al tempo stesso una severa critica del Partito Democratico. Ci sono molte speculazioni sul fatto che il continuo sostegno di Biden a Israele, che ora sappiamo durerà fino al giorno delle elezioni ed anche oltre, potrebbe mettere in pericolo la sua rielezione, perché ci sono molti giovani, molti arabi, molti elettori di sinistra di cui ha bisogno all’interno degli stati in bilico come il Michigan ed altri, e che hanno minacciato di non votare per lui. Quanto pensi che sia seria come minaccia?

Pensi che la sinistra rientrerà nei ranghi anche questa volta e voterà comunque per i democratici?

O pensi che questo rappresenti una seria minaccia per il sostegno di cui Biden ha bisogno?

[Briahna Joy Gray]

Non credo che questa volta rientreranno nei ranghi. C’è ovviamente un contingente di persone che, ancora oggi, dice di essere molto deluso, ma che dovranno comunque votare per i Democratici non importa chi sia il candidato. Ma ciò che è stato davvero notevole da vedere per me è che anche le persone che sono molto critiche nei confronti di Biden, ma che hanno anche detto che è comunque meglio dell’alternativa, ora hanno cambiato tono, hanno cambiato idea, perché per loro, un genocidio, o almeno quello che ha la Corte Internazionale di Giustizia ha descritto come un genocidio plausibile, è troppo. Sto alludendo ai miei amici, Crystal e Kyle, per i quali ho il massimo rispetto. Abbiamo avuto un dibattito pubblico sul loro podcast, credo l’estate scorsa, alla fine dell’estate scorsa, sul fatto che la sinistra dovesse votare per Biden. Sentivo fortemente che non avrebbe dovuto. Era prima del 7 ottobre.

Ma loro sentivano che valesse comunque la pena di votare per lui, portando un’argomentazione ragionata, con cui comunque non sono d’accordo, secondo la quale Biden ha comunque portato alcune conquiste sindacali, un miglioramento del NLRB, che sono elementi costitutivi per un movimento di sinistra più ampio. Ora, dopo il 7 ottobre, e dopo gli otto mesi di pulizia etnica che abbiamo visto a Gaza, non la pensano più così. Ammiro questo cambiamento, sono fortemente d’accordo, e sono felice che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ma per me, questo la dice lunga. Persone molto intelligenti hanno fatto un’argomentazione ragionata e hanno detto, ad un certo punto, che non valeva più la pena di votare per lui. Prima portavano un argomento politico opposto, pur conoscendo tutte le critiche della maggior parte delle persone nei confronti di Biden, e non c’è nessuno che lo abbia criticato di più di Crystal e Kyle.

E se loro due hanno avuto questo cambiamento, essendo informati e competenti come sono, penso che sia indicativo di quanto tanti altri come loro ne abbiano fin sopra i capelli. Non si può restare insensibili dopo aver visto veri neonati senza testa, il numero record di bambini con arti amputati, il palese disprezzo per i cimiteri. L’esercito israeliano ha dissotterrato i morti in 16 cimiteri diversi. Qual è il motivo dichiarato per fare una cosa del genere? Vogliono farci credere che Hamas si nasconda sotto i morti, a un metro e mezzo di profondità, e che ci siano tunnel sotto i cimiteri. È un abuso così flagrante che, nella misura in cui qualcuno pensa che Biden debba comunque vincere perché dobbiamo, tra virgolette, sconfiggere il fascismo o sconfiggere Trump o qualsiasi altra cosa, io credo invece che l’argomento debba essere che spetta a Biden cambiare la sua posizione per riguadagnare quei voti. Perché penso che siano pochissime le persone che si ritengono morali e di sentimento, che possano veramente credere alla tesi democratica secondo cui Biden è migliore dell’alternativa. Bisogna avere davvero un quadro chiaro della verità, vale a dire che sta finanziando e facilitando il genocidio che abbiamo osservato negli ultimi otto mesi.

[Glenn Greenwald]

È molto strano sentire gente che pensa che Joe Biden sia complice di un genocidio, ma che ritiene essere estremamente importante fare di tutto per mantenerlo al potere. Voglio dire, non vedo come una persona minimamente morale, possa persino unire queste due affermazioni.

L’enorme impatto della lobby israeliana sulla politica americana

Bene, quindi questa sezione di video abbiamo visto quindi che impatto ha la lobby israeliana all’interno della politica, all’interno dei media americani e vediamo anche come la sinistra si sta progressivamente distaccando. È sempre stata abbastanza lontana dalla lobby, quindi il settore dell’elettorato di sinistra e soprattutto i parlamentari di sinistra e del Partito Democratico è stato abbastanza refrattario alla lobby in quanto tale, sia perché molti di fatto degli elettori ebraici negli Stati Uniti sono contrari al sionismo, sono contrari alla lobby israeliana, perché credono che in realtà stia distruggendo l’immagine degli israeliani, scusatemi, l’immagine degli ebrei e l’immagine in generale della loro regione, ma anche, come dicevo prima, all’interno del Partito Democratico ci sono dei componenti importanti che vengono dal mondo arabo e che sono naturalmente contrari totalmente alla lobby e a quelli che sono i suoi obiettivi.

E questa situazione sta compromettendo la potenziale relazione di Joe Biden al punto che c’è da chiedersi che tipo di strategie adotteranno per correggere una situazione che non è correggibile in modo convenzionale, per dire magari manipolando un pochino l’elettorato, perché è chiaro che Joe Biden, in ragione anche della sua storia, che ha dei legami fortissimi con la lobby israeliana da sempre, non può in nessun modo allentare il supporto all’Israele. Israele ci ha già detto che andrà avanti con questa guerra ancora per anni, perché non stanno andando a nessuna parte a Gaza dal punto di vista militare e di conseguenza si prevede una continuazione del conflitto che probabilmente si estenderà anche da altre aree di Israele, ad esempio nei confronti di Hezbollah.

Hezbollah è una forza armata in Libano che ha delle affinità con Hamas, ma che non c’entra nell’alterno a Hamas, che si occupa del Libano meridionale e quindi colpisce Israele, la sezione settentrionale di Israele. Sappiamo che Hezbollah ha distrutto in quel settore, con i propri razzi, tutti i sistemi di intelligenza artificiale, di monitoraggio delle persone costruiti da Israele, quindi per gli israeliani diventa più difficile usare sistemi come quelli che abbiamo visto nell’ultimo video, Lavender piuttosto che Where is Daddy, perché non riescono più a identificare dove sono le persone, non riescono più a tener tracce dei movimenti, come invece possono fare nel resto dello Stato e in una condizione di questo genere naturalmente si può pensare a un’escalation del conflitto. Abbiamo visto che gli americani hanno partecipato anche a un’operazione veramente orribile in cui sono stati massacrati moltissimi palestinesi in un campo profughi per liberare degli ostaggi, tre dei quali sono comunque stati uccisi, tra cui un cittadino americano, per cui la situazione diventa sempre più complicata.

Ma nonostante questo, Biden ha detto che non mollerà, continuerà ad assistere Israele fino alla fine, quindi fino alla sua elezione e da quello che ci dice Briahna Joy Grey che sicuramente conosce il mondo della sinistra molto meglio di me, molto meglio di tanti altri commentatori politici visto che ci lavora, ci ha operato, è un mondo che frequenta e che trova per lei il suo mondo ideale, diciamo, questi elettori non voteranno per Biden, secondo quello che ci dice, e se questi elettori non voteranno per Biden, Biden non può essere eletto. Di conseguenza potrebbe succedere qualcosa e dobbiamo vedere che cosa fa sì che Biden possa restare al suo posto.

Nel frattempo vediamo comunque una serie di situazioni in escalation, di cui non parleremo qui, che riguardano la Russia e che invece meritano attenzione e che vedono invece Trump su un altro filone. Trump dice che vuole fare comunque la pace con la Russia, vede nella guerra contro la Russia una distrazione, mentre invece offre il suo porto a Israele parallelamente, quindi c’è chiaramente una situazione complicata. Vedremo come si svilupperanno le cose, di certo la situazione che viviamo in questo momento negli Stati Uniti non ha precedenti e di conseguenza dobbiamo aspettarci probabilmente delle sorprese. E ora vi propongo l’intervista che ho fatto con Money.it che vi dà una visione un pochino più generale delle cose.

La guerra dell’Intelligenza Artificiale

[Fabio Frabetti – Money.it]

Buona serata amici di Money.it, le 18.03 perché ci segue in diretta, ci colleghiamo con gli Stati Uniti dove non sono certamente le 18.03, cos’è mezzogiorno lì da te Roberto, ciao! Mezzogiorno di fuoco, buongiorno a tutti! Ciao ciao ciao, allora caro Roberto, oggi partirei e cerco sempre di seguire anche un po’ i temi del tuo portale mazzoninews.com perché l’ultimo video in cui ci parli insomma di questo mondo dei robot, è molto interessante perché non c’è solo la dimensione economica o geopolitica della quale magari anche tu accenni, ne parleremo dopo, ma c’è tutto anche tutto quello che si muove dal punto di vista tecnologico e degli utilizzi che delle varie tecnologie che sono in itinere si farà, perché avrà tutto questo un impatto fortissimo nella nostra vita, basti pensare all’espressione intelligenza artificiale che quasi da un giorno all’altro, in modo inizialmente così con passo felpato, ma adesso è diventato no, non c’è cosa in cui non si parli della cosiddetta intelligenza artificiale, poi qui c’è una discussione aperta se si tratti effettivamente di una intelligenza che si accompagna a quella umana, se la può sostituire, oppure se si tratta semplicemente di un’evoluzione tecnologica. Allora Roberto, che cosa c’è in preparazione, perché qui si abbraccia anche il tema delle CBDC, chiaramente del lavoro, il futuro del lavoro, cosa si sta preparando e perché hai deciso di raccontare anche questo mondo?

[Roberto Mazzoni]

Beh, se tu ti ricordi, noi ci conosciamo da un po’, già un paio d’anni fa facevo presente che le componenti essenziali del mondo in cui saremmo entrati, stavamo entrando, erano da una parte una trasformazione del denaro rendendolo programmabile, dall’altra la nascita dell’intelligenza artificiale come sistema di programmazione. Allora se il sistema finanziario in cui dobbiamo entrare è un sistema dove ogni singola operazione, ogni singola transazione verrà monitorata e verrà approvata o verrà bloccata, a seconda delle volontà di un sistema di controllo totale, è evidente che per fare questo serve un sistema automatico, non può essere fatto dal burocrate di turno che sta davanti al computer e approva ogni singola operazione che facciamo, oppure blocca i singoli conti, neanche se è un burocrate all’interno di una banca, se viene pagato a tempo pieno per farlo, visto che questo è un controllo che dovrà funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su scala, essendo proprio globale quasi, perché quello che stiamo dicendo ed è ormai evidente, l’intero sistema finanziario si sta trasformando a livello globale, non ci sono delle isole felici che resteranno escluse, ce ne sarà qualcuna, piccolina però, diciamo i centri più importanti, centri economici più importanti da Cina, Brics, l’Occidente, Stati Uniti, Europa, stanno andando in quella direzione, sono coordinati dalla Bank of International Assets, la banca per i regolamenti internazionali di Basilea, quindi la banca centrale delle banche centrali, quindi stiamo andando in quella direzione, non ci sono misteri, si tratta solo di determinare i tempi, le modalità, la gradualità di questo controllo che viene introdotto. Quello che ci hanno detto tuttavia appunto è che è essenziale avere l’intelligenza artificiale come componente abilitante di questo passaggio, perché mancanza di intelligenza artificiale è ingestibile, non può funzionare, quindi l’intelligenza artificiale è un insieme di tecnologie molto vasta che ha avuto un suo sviluppo relativamente lento, ma che via via ha accelerato, infatti una delle caratteristiche di questo mondo, ci dicono gli esperti di questo mondo, è la crescita esponenziale, quando abbiamo una crescita esponenziale vuol dire che all’inizio la differenza si nota poco, benché ci siano dei guadagni, anche dei raddoppi, però sono dei raddoppi rispetto a cifre molto piccole, ma quando si incomincia a raddoppiare cifre più grandi, la differenza diventa enorme molto rapidamente e siamo entrati nella fase in cui si percepisce questa crescita esponenziale, crescita esponenziale dovuta a un miglioramento dei sistemi di modellazione che vengono utilizzati dalla disponibilità di apparecchiature che sono meglio adatte per questo genere di applicazione. Vediamo che Nvidia, una delle aziende leader in questo settore, è cresciuta tantissimo, esplosa in poco tempo, è diventata una delle sette grandi, prima non lo conosceva così nessuno, faceva schede video, chiunque giocasse col computer la conosceva molto bene, ma al di là di questo circuito relativamente ristretto, oppure coloro che facevano mining di bitcoin molti anni fa, quando ci servono ancora le schede grafiche la conosceva, ma era un’azienda relativamente sconosciuta, improvvisamente è diventata una delle prime sette grandi del mondo. Questo vi fa capire che il cambiamento è molto repentino, molto rapido e abbiamo in questo momento pochi giocatori primari, quindi abbiamo dei poli estremamente consolidati da Microsoft, abbiamo OpenAI che in qualche modo è collegata con Microsoft, di fatto abbiamo Google, abbiamo IBM che è stata in questo campo per tanto tempo ma che non mi sembra un giocatore importante e poi abbiamo Tesla, perlomeno abbiamo Elon Musk che ha il suo circuito e tutti questi tre operatori che potrebbero espandersi ad un certo punto perché poi abbiamo i cinesi che da parte loro stanno facendo il loro mestiere nello stesso ambito, tutti questi operatori stanno spingendo in una singola direzione, vale a dire vogliamo regolamentare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, vogliamo che gli stati impongano dei limiti su quello che si può fare, questo perché?

Perché siamo già alla fase di creazione dei monopoli, questa è una tecnologia che ancora la gente sta cominciando a scoprire per la prima volta che già siamo nella fase della barriera legislativa per impedire a nuovi giocatori di entrare, quindi quello che stanno chiaramente cercando di fare è di impedire che il singolo sia in grado di sviluppare delle proprie capacità di competizione, creare delle alternative, creare degli antidoti e al tempo stesso vogliono consolidare rapidamente questo mercato in modo che ci sono pochissimi giocatori e questi giocatori abbiano in mano tutto quanto.

Se guardiamo anche quello che sta succedendo nel campo di battaglia in Ucraina, scopriamo che in quel contesto l’intelligenza artificiale ha un’importanza strategica, ce lo dicono gli esperti militari che ci riportano delle ultime novità, vediamo sempre di più droni guidati da intelligenza artificiale che vengono usati come elemento di combattimento strategico, piuttosto che anche dei robot che combattono, i russi in particolare hanno messo in campo dei robot che hanno una funzione mista, possono essere utilizzati per trovare mine, eliminare mine oppure per attaccare trincee nemiche, per fare da guardia ai carri armati e mezzi gridati che avanzano all’interno di un terreno scoperto, tutta una serie di applicazioni che sono estremamente interessanti. Poi ci giriamo, andiamo a vedere quello che succede in Israele dove c’è un’altra guerra, pseudo guerra, che comunque coinvolge i soliti giocatori, perché scoprivo giusto ieri, sentivo un’intervista di un britannico che ha approfondito queste cose insieme ad altri che seguono la questione palestinese da una parte e israeliana dall’altra, in ogni caso dicevano che Israele ha fornito armi, armi leggere al battaglione Azov degli Ucraini, quindi per armare il battaglione Azov l’ultima volta che l’ha guardato il battaglione Azov era un battaglione neonazista mi hanno detto, quindi era curioso che fosse Israele che fornisse armi a questo particolare ambito, ma parallelamente come risposta a questo i russi hanno dato la possibilità ad Hamas di produrre in proprio i proiettili per i kalashnikov, quindi hanno dato il know-how necessario per l’autoproduzione dei proiettili.

Poi abbiamo la Cina che sta fornendo comunque supporto militare all’Iran, tutto un movimento molto particolare, ma tornando all’intelligenza artificiale scopriamo che proprio in Israele e ne parlerò più a fondo nella prossima puntata del video che sto preparando su questo tema, ha utilizzato due sistemi di intelligenza artificiale per colpire a Mas, uno si chiama Lavender, quindi il nome di un fiore, la lavanda, che serviva per identificare i sospetti terroristi basandosi su riconoscimento facciale dell’attività precedente, quindi chiunque avesse avuto un incontro anche casuale con un membro di Hamas, cosa che era estremamente facile visto che Damas fino all’altro ieri ha gestito il governo a casa, quindi chiunque dovesse andare anche semplicemente per fare un certificato o per fare qualsiasi tipo di attività pubblica doveva incontrarsi con un funzionario di Hamas.

In ogni caso, chiunque si fosse incontrato anche casualmente con uno di questi veniva tracciato, in più venivano abbinati tutti i membri della famiglia e poi con un altro programma sempre di intelligenza artificiale che si chiama Where is Daddy, dove è papà, il sistema localizzava la posizione della famiglia e identificava sempre con un sistema di intelligenza artificiale quali erano le ore di permanenza dell’individuo sospetto, stiamo parlando di individuo sospetto, in casa, perché quello era il punto, Where is Daddy vuol dire dove è papà, era il momento migliore per colpirlo quando era con la famiglia e di conseguenza anche questa enorme quantità di civili uccisi e di edifici distrutti derivava proprio dall’uso di questo sistema, il sistema segnalava questo è un sospetto, bisogna ucciderlo, è il sistema che decideva, forniva l’obiettivo e a quel punto si colpiva tutta la famiglia, si colpiva il sospetto, la moglie, il padre, la madre, i figli, i parenti, chiunque fosse presente perché era il momento più sicuro in cui colpirlo e questo era tutto un sistema basato non solo sull’intelligenza artificiale, ma sull’applicazione di quello che abbiamo già imparato a conoscere attraverso il film Minority Report, chi l’ha visto e se lo ricorda è il concetto di pre-crimine, vuole dire decidi che qualcuno è sospetto non in base a quello colpevole, non in base a quello che ha fatto, a delle azioni che sono state effettivamente eseguite e documentate, ma in base a quello che potrebbe fare, quindi a indicatori o fattori che vengono determinati dall’intelligenza artificiale.

Ora noi sappiamo per quello che ho imparato in intelligenza artificiale finora, è che l’intelligenza artificiale non è intelligente, si basa su una serie di meccanismi statistici che nel migliore dei casi hanno un errore di solo il 20%, ma l’errore può facilmente salire al 50% o anche di più, quindi stabilire che una persona è colpevole in base a questi sistemi è come tirare una moneta, ha lo stesso tipo di livello di affidabilità. Nel momento in cui tuttavia i governi a cui siamo affidati hanno deciso che questo è il loro futuro, ne dobbiamo tenere conto, perché è già una realtà, viene già usata in Cina, è usata ampiamente in abbinamento anche al sistema di credito sociale, perché il sistema che loro prevedono è un sistema a prova di critica, voglio dire non è il funzionario individuale che decide di bloccare un conto, di far arrestare una persona, di farlo uccidere la famiglia, ma è un sistema automatico che è stato programmato da qualcuno che non preme il grilletto, perché la programmazione viene fatta dai programmatori che poi sono estranei all’utilizzo del sistema, ne fanno una manutenzione, ne fanno una messa a punto, ma non sono direttamente coinvolti nell’azione, quindi il sistema procede automaticamente, non c’è nessuno responsabile, se succede qualcosa di sbagliato, beh è stato un errore del sistema, può capitare, no?

E offre il vantaggio di creare un contesto dove è difficile a quel punto lamentarsi e contestare o portare anche delle azioni illegali, visto che non c’è un individuo specifico che possiamo portare in tribunale, portiamo il robot, e in questo sistema possono tuttavia creare parecchi danni, perché possono automatizzare un’attività che sarebbe stata impossibile gestire individualmente, se per esempio gli israeliani avessero dovuto compilare una lista di persone sospette da colpire, non avrebbero potuto farlo, non ce ne sarebbe stato tempo a sufficienza, invece con questa macchina che decide secondo lei chi è colpevole e chi deve morire, si automatizza e si spara, poi all’inizio si chiede scusa dopo. Quindi questa è una cosa che già esiste, nella realtà non è un’ipotesi particolare, se consideriamo la veemenza con cui tutti i governi, gran parte dei governi accidentali, Stati Uniti incluso, ma anche i governi europei, risulta che l’Italia tra l’altro è la quarta nazione a fornire armi di Israele in questo contesto particolare. La forza con cui hanno difeso l’attuale attività da parte delle forze di sicurezza israeliane dimostra che c’è un allineamento rispetto a questa impostazione fondamentale.

Perciò tornando un pochino alle origini, la tecnologia esiste e la tecnologia ha degli utilizzi potenziali molto interessanti, di fatto è una tecnologia a crescita esponenziale, è un fatto di cui tenere conto, trasformerà qualsiasi settore in cui verrà applicata, per il bene o per il male. Quindi non è una tecnologia che possiamo semplicemente ignorare, dire va bene non mi interessa faccio qualcos’altro, anche perché potrebbe benissimo sostituirti nel tuo lavoro di domani.

Noi sappiamo che l’intelligenza artificiale in particolare è mirata non tanto alla robotica, dove già trova applicazione un elevato livello di automazione e di conseguenza si può perfezionare ulteriormente, ma non è lì dove c’è il grosso cambiamento che possiamo vedere. L’intelligenza artificiale te lo dicono di nuovo, quelli che ci lavorano andrà a automatizzare il lavoro d’ufficio, tipico lavoro da colletto bianco, chi compila fogli elettronici, chi prepara lettere commerciali, chi prepara contratti, chiunque faccia un lavoro a punto d’ufficio che può essere dato in pasto a un sistema che poi macina queste cose automaticamente. E se il sistema è tarato per un’applicazione specifica, quindi è adattato a una realtà particolare, può funzionare anche abbastanza bene, perché è in grado di replicare abbastanza fedelmente tu una serie di operazioni automatiche e imparare questi automatismi replicandoli, a condizione che ci sia qualcuno che corregge quando il sistema va via per la tangente.

Quindi c’è anche una crescita di nuovi posti di lavoro, saranno i guardiani dei robot che dovranno assicurarsi che il robot continui a fare quello che si aspetta che faccia e che quando parte per la tangente lo riportano in careggiata. E in un ambito di lavoro d’ufficio, di lavoro semi-industriale, è interessante, può dare dei risultati interessanti, in Cina lo stanno usando in tal senso, quindi sta funzionando. Il problema è quando invece il sistema si applica a temi vasti, troppo vasti. Se il sistema è applicato a un contesto molto circoscritto con una forte superdivisione umana che lo controlla, un po’ come nelle fabbriche quando ci sono i robot che funzionano, non è che il robot funziona sempre per tutta la vita, per 40 anni senza bisogno che nessuno lo ripari, lo rimetta a posto, controlli la qualità del risultato.

C’è sempre qualcuno che lo mette a punto e che verifica il funzionamento. Lo stesso vale per l’intelligenza artificiale in ambito di lavori più di concetto, ma arriva e qui si diffonderà, è una realtà. Il problema diventa quando invece cercano di farci credere che questa intelligenza artificiale sia un’intelligenza superiore, che poi il messaggio politico viene in realtà veicolato, o che vorrebbero veicolare. Vale a dire, sa talmente tante cose, può vedere talmente tante cose che è una specie di dio, semi dio, e le sue decisioni sono migliori delle nostre perché non sbaglia mai, che è falso, e vede tutto, che non è certamente un elemento positivo perché vede tutta una serie di cose senza riconoscere cosa siano.

Però vogliono venderci questo nuovo meccanismo di adorazione dove la decisione dell’intelligenza artificiale non si discute perché è la migliore possibile che si può arrivare ed è lo strumento mancante per realizzare il progetto di tecnocrazia, quindi un governo da parte di esperti, non più di politici, ma di esperti che lavorano in funzione di chi mette i soldi, della grande finanza, e tutti gli altri si devono adeguare e devono intrupparsi con, e questo lo diceva Whitney Webb, l’autrice di cui ho riportato una parte di intervista nel mio ultimo video, l’idea di suddividere il mondo in due classi, gli operatori, i gestori, i padroni di queste macchine, e dall’altra parte il popolino che a quel punto diventa percentualmente superfluo e che in ogni caso può essere manipolato, secondo loro facilmente può essere intruppato e viene attivato laddove serve, altrimenti lo si mette lì a riposare, a guardare film, a giocare al computer con il reddito di cittadinanza e se ne sta zitto. Quindi questa è un po’ l’idea verso cui stiamo andando, che è un’idea che tutto sommato non è nuova, perché l’avevamo già vista alla fine degli anni 90 con la presidenza di Bill Clinton, all’epoca si parlava di computer, si diceva che i computer avrebbero trasformato il mondo, avrebbero reso possibile fare miracoli, avrebbero fornito risposte giuste a tutti i problemi, in realtà abbiamo visto che non è stato così, sicuramente i computer hanno trasformato il modo in cui lavoriamo, il modo in cui comunichiamo ed è stato opportuno imparare a usarli, ma credo che oggi non ci sia nessuno che pensi che un computer, un telefonino, possa governare una nazione.

Con l’intelligenza artificiale ci vogliono riproporre lo stesso concetto, anche perché il grosso problema che devono risolvere è che l’intero sistema economico globale non sta funzionando più. Quindi dal 2007 in avanti, dall’agosto del 2007, siamo entrati in quelli che alcuni definiscono una depressione silenziosa, quindi una situazione economica simile a quella degli anni 30, ma non riconosciuta come tale, dove la crescita è una crescita per lo più fittizia e dove in realtà non c’è una vera e propria espansione di produzione, una vera e propria espansione di ricchezza individuale, un cambio importante nel livello di vita, in uno stile di vita, anzi notiamo una certa compressione grazie anche all’inflazione che vediamo arrivare.

Ma dopo il Covid abbiamo notato che la ripresa non c’è stata, nonostante ci avviano detto che tutto è ripartito, tutto è fantastico, tutto funziona, in realtà non è così e i primi a essersi inaccorti sono i cinesi e i giapponesi che si rendono conto che sono ripartiti, anche loro dopo un discreto ritardo, dopo il lungo lockdown che hanno fatto in Cina, per trovare un mercato che non è più disposto a comprare come era disposto prima, quindi siamo in una recessione globale e sincronizzata, dove gli stessi cinesi a questo punto hanno da una parte abbandonato il settore immobiliare dove avevano investito tanto proprio perché dopo il 2007 avevano notato che l’Occidente non assorbiva più così tanto e perciò hanno girato il proprio investimento, le proprie attività in un settore che comunque non servirà a nessuno, hanno costruito città nel deserto dove nessuno andrà a abitare.

Quindi quel settore è crollato in Cina perché non poteva sostenersi in quel modo, i cinesi lo stanno cercando di riciclare verso un ambito più produttivo, più industriale, ma il problema è che non c’è abbastanza persone per assorbire quel consumo, c’è un pochino più di assorbimento di consumo nell’est, ma non sufficiente a compensare il calo dell’Occidente e quello che vediamo succedere è che a questo punto i cinesi pur di mantenere le fabbriche in funzione cominciano a far circolare i prodotti sotto costo. Vediamo la segretaria del Tesoro americano che va in Cina a lamentarsi della iperproduzione, superproduzione che sta mettendo in difficoltà l’Occidente, sappiamo che l’Occidente si sta preparando o ha già iniziato a imporre sanzioni, le sanzioni non sono altro che una tassa indiretta per i cittadini delle nazioni che impongono tale sanzioni e le sanzioni comunque non fermeranno la politica dei cinesi perché i cinesi non hanno alternativa, ormai che hanno fatto ripartire la macchina devono far andare il prodotto da qualche parte e si rendono conto che se non riescono in qualche modo a farli accendere l’economia il problema è seria anche per loro, non sfogo potrebbe essere una guerra, è una possibilità, però siamo abbastanza in una situazione simile a quella degli anni 40 dove l’inflazione si sta affacciando perché in ogni caso le cose costano di più, il sistema finanziario non sta più in piedi e quindi va resettato in qualche maniera, l’idea è di farlo con l’intelligenza artificiale perché è l’unico settore di grande crescita potenziale che si affaccia dove a questo punto, visto che il consumatore non consuma più, lo devi costringere a consumare, quindi devi dare un denaro che ha una scadenza e che viene speso solo in certe cose che vengono decise dal sistema dell’intelligenza artificiale, questo è un po’ il progetto, l’estrema sintesi ce l’hanno detto più volte.

Non è un segreto. Se leggiamo i libri di Klaus Schwab, come “La quarta rivoluzione industriale” questo è il concetto di fondo e il problema è che in questa trasformazione bisognerà essere molto bravi perché da questa trasformazione uscirà tutta una nuova generazione di, la classe media che oggi conosciamo verrà trasformata, ci sarà una nuova classe media potenzialmente o comunque una nuova classe di persone che saranno in controllo dei nuovi strumenti, che non è necessariamente quello che hanno previsto loro, ma di certo non ci sarà una continuità, chi pensa che le cose andranno avanti come sempre, tutto andrà avanti come nulla, nulla fosse, si sbaglia, si sbaglia di grosso e dovrebbe guardarsi intorno. E chissà se Schwab si leverà di torno oppure no.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Dopo, se c’è tempo voglio chiederti una cosa, intanto c’era una domanda che è stata fatta da più persone, ti chiedono di parlarci del voto contro le CBDC avvenuto ieri negli USA.

[Roberto Mazzoni]

Sì, sì d’accordo, allora, negli USA, e questo ne ho parlato già anche nei miei video, si è arrivati, i politici hanno capito che le CBDC non sono ben viste gli americani, gli americani non la vogliono, quindi non ci sarà un dolore digitale emesso dalla Fed e riserva, la stessa Fed e riserva l’ha detto, perché sa che incontrerebbe degli ostacoli importanti, quello che faranno, saranno di farli emettere privatamente dalle singole banche, quindi le singole banche che già oggi di fatto generano la totalità, a parte le monete contanti, le banconote in circolazione che vengono dalla zecca, tutto il resto del denaro che in circola negli USA è prodotto dalle banche commerciali, quindi già oggi le banche commerciali hanno l’esclusiva nella produzione del denaro e già oggi di fatto sono in grado di operare un certo livello di programmazione, di programmabilità su tale denaro.

E già oggi, per legge, quel denaro è di proprietà della banca, nel momento in cui io verso i soldi del conto corrente, quei soldi non sono più miei, io li ho prestati alla banca, la banca può farci quello che vuole, me ne deve rispondere nel senso che io ho il diritto di richiede lì indietro, ma se la banca non ce li avesse, io sono un creditore e come tale non vengo garantito dalla banca, verrei garantito eventualmente dallo Stato, in questo caso da un’agenzia di assicurazione, un’agenzia federale assicurativa che può coprire credo circa il 3% del denaro in circolazione, quindi superato il 3% sarebbe dallo Stato a coprire con dei soldi che mi hanno emessi e di conseguenza i soldi che mi avrebbero emessi genererebbero iperinflazione e quindi benché io ricopri i miei soldi, i miei soldi non valgono più quello che volevano prima.

Già oggi le banche commerciali, e in Europa credo che la situazione sia sostanzialmente analoga, hanno il controllo dell’emissione del denaro e il passo dal controllo dell’emissione del denaro al controllo di un denaro totalmente programmabile non è poi così lungo e quello che vogliono fare è farlo avvenire in modo graduale così che la gente non si ribelli particolarmente. Diversi Stati nei Stati Uniti sono consapevoli di questo fatto e hanno di fatto creato, sono già diverse leggi che sono state approvate, adesso non mi ricordo tutti gli Stati onestamente, però ce ne sono diversi, il Wyoming è uno di questi, giusto per citarvi un esempio, dove l’argento e l’oro sono di nuovo riconosciuti come moneta a valore legale nello Stato, quindi si possono usare per pagare per esempio le tasse dello Stato, per pagare le tasse comunali, per pagare quello che potrebbe essere tutte le spese fiscali in quello Stato particolare e in più lo Stato richiede ai vari rivenditori, negozianti di accettare questo tipo di moneta.

Ora non sono ancora in circolazione e non c’è ancora gente che vada a pagare con le monete d’oro e d’argento, ma è una barriera creata da questi Stati nel confronto appunto di un’estensione su vasta scala di questo denaro programmabile dicendo noi costituzionalmente, la Costituzione dice che il denaro negli Stati Uniti può essere solo composto da monete d’argento e d’oro, questo è quello che dice la Costituzione, la Costituzione non prevede una Federal Reserve, non prevede una banca centrale, ma prevede che il denaro venga emesso direttamente dal congresso, conseguenza noi ci rifacciamo la Costituzione e ci riserviamo la possibilità di appunto emettere monete, monete concrete, di metallo.

Questo già dovrebbe creare una certa barriera alla diffusione, quindi hanno approvato questa votazione da una parte è favorevole a una diffusione di cripto, di criptovalute, quindi le banche possono detenere criptovalute, questo è un passo in direzione per aprire la porta al fatto che possono detenere una propria criptovaluta, il dollaro digitale, ma anche apre la porta al fatto che ci possono essere delle alternative. Quindi stanno anch’essi giocando un gioco pericoloso nel senso dal loro punto di vista, perché lasciano entrare se vogliamo il nemico, poi il nemico può essere utilizzato in qualche modo come cavallo di troia e loro scoppia, è tutto un movimento abbastanza movimentato. Noi sappiamo che BlackRock vuole usare Ethereum per esempio come sistema per tokenizzare i vari beni primari, possono essere la casa, i terreni, queste varie cose, agganciandolo in qualche modo a Bitcoin, ma non usando la rete di Bitcoin come rete di Bitcoin, ma usando la rete di Bitcoin semplicemente come sistema di trascrizione di fatti che vengono realizzati all’interno della rete di Ethereum, quindi una specie di grande registro notarile generale, che è esterno rispetto alla rete di Bitcoin in quanto tale, ma che comunque trova in Bitcoin un elemento validante, la verifica ultima del fatto che la registrazione è stata eseguita, se mi sono spiegato in qualche modo.

Quindi c’è un grosso movimento, questo rende molto difficile a questo punto per il governo degli Stati Uniti rendere illegale Bitcoin o rendere illegale altre criptovalute, in particolare altre valute d’oro digitale come Tether, e apre la porta tuttavia per far sì che le banche possono in qualche modo creare la propria. Ci sarà da divertirsi, sappiamo che Trump da due o tre giorni accetta Bitcoin per le donazioni e anche altre criptovalute per le donazioni della propria campagna, quindi è un cambiamento importante perché vuol dire che negli Stati Uniti Bitcoin probabilmente non verrà mai resa illegale.

Quello che cercheranno di fare è di regolamentare gli accessi, quindi far sì che si debba passare per forza attraverso le banche o attraverso aziende da loro certificate per acquistare o per vendere Bitcoin. Ok, che penso sia anche l’orientamento generale che c’è in Europa, però in Europa l’impostazione rimane a tutto oggi, da quello che so, di emettere un euro centralizzato dalla banca centrale e quindi eliminare o ridurre in modo più significativo la possibilità di usare criptovalute e le banche diventerebbero semplicemente un’estensione della banca centrale europea che, e questo l’abbiamo già visto succedere da quando è nata, ha l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero di piccole banche concentrando tutta l’attività in pochi grandi complessi.

Anche negli Stati Uniti c’è un’attività di concentrazione, però abbiamo molte più banche e queste banche con queste operazioni svolte dai singoli stati trovano la possibilità di sopravvivere in questi stati. Mi auguro di aver chiarito perché mi rendo conto che l’argomento è un po’ articolato, però per dirla in parole povere, le banche centrali, Federal Reserve, P2P, Banca Centrale Europea hanno l’obiettivo di eliminare tutte le banche piccole in modo che anche le piccole e medie aziende, quelle che resteranno, dovranno andare per forza alle banche più grandi, le quali o emetteranno direttamente dollari digitali negli Stati Uniti oppure li riceveranno dalla banca centrale europea e faranno semplicemente come sistema di erogazione, però blinderebbe questo tipo di approccio l’economia perché o sei parte del sistema o sei fuori dal sistema e se sei fuori dal sistema hai delle alternative, però sono alternative che richiedono un certo impegno. Invece con questi stati che hanno creato queste leggi che rendono la valuta basata sull’oro e sull’argento, valuta a corso legale in base alla Costituzione, permettono la sopravvivenza di determinate banche che a questo punto possono trasferirsi in questi stati e possono cambiare il modello di approccio invece di essere parte del sistema bancario come già conosciamo tornare ad essere un po’ più vecchio stile dove la banca diventava il deposito, però non è che moltiplicava il denaro, non è che generava il denaro, la generazione del denaro torna nelle mani di altre entità che non sono le banche.

Quindi in questa trasformazione non sappiamo quale sarà l’esito finale perché quando si mettono in moto questi meccanismi di certo il governo non è in grado di controllarli, nessuna pianificatoria centrale è in grado di controllare questi meccanismi a questo livello, sperano di farlo con un uso intensivo di intelligenza artificiale, ma anche in questo caso negli Stati Uniti c’è una forte resistenza e credo che siano anche le competenze necessarie per creare delle alternative. Quindi mi auguro di aver risposto.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Assolutamente, poi c’era una domanda alla prima, si era prenotata il primo messaggio di oggi di Nella che dice “noto che i bitcoin, Ethereum eccetera seguono l’andamento della borsa, quindi se crolla il mercato finanziario anche le crypto crollano, credevo fossero un’alternativa più sicura rispetto alla borsa”.

[Roberto Mazzoni]

Guarda, questo è un dato parzialmente vero. Allora, fino a non tanto tempo fa era così, non tanto perché erano, non sono mai state un’alternativa alla borsa in quanto tale, perché comunque subivano lo stesso effetto di liquidità che veniva generato sulla borsa. Mi spiego. Nell’aumento in cui c’è molta liquidità che viene emessa a interesse basso, quasi zero, questa liquidità deve trovare una destinazione, tipicamente finisce in borsa e finisce nelle criptovalute. Le criptovalute, a parte bitcoin, sono spesso state collegate a progetti legati appunto a venture capitalist, quindi a operatori che vogliono creare realtà che poi portano in borsa. In conseguenza era ovvio che ci fosse un abbinamento stretto tra la borsa e queste varie criptovalute. Con l’annuncio degli ETF abbiamo visto che non è più così vero, nel senso che bitcoin si muove in modo abbastanza distinto rispetto alla borsa, anzi in certi casi anche in senso anticiclico. Ricordiamoci in ogni caso che, nel caso di bitcoin, perché è quella che conosco meglio, tutte le salite e le discese di valore che ci sono state, che sono normali in una bene dove il livello di capitalizzazione è ancora limitato, ancora contenuto, cioè la quantità di denaro che circola lì dentro è ancora abbastanza ristretta da provocare degli spostamenti.

Se io metto l’acqua nella vasca e poi la muovo con la mano posso creare delle onde importanti, se vado nel mare e cerco di fare la stessa cosa non ottengo lo stesso risultato. Quindi nel caso di bitcoin comunque al di là delle salite e delle discese vediamo che in ogni caso storicamente è comunque in salita, vale a dire quando sale e poi scende, scende a un livello che è sempre superiore al livello a cui era sceso la volta prima. Quindi nella progressione se uno fa trading è probabile che perda soldi se fa trading in criptovalute, ma se uno investe su un periodo di almeno 4 anni tipicamente ha dimostrato finora bitcoin che è sempre salito e di nuovo io non do consigli di investimento, è giusto per rispondere sul tema e se poi andiamo a vedere il livello di guadagno che si è avuto sul fronte bitcoin rispetto alla borsa vediamo che è un moltiplicatore nel caso di bitcoin, è molto più alto. Infatti col lancio degli ETF su bitcoin, degli 11 ETF su bitcoin abbiamo visto un afflusso record rispetto a tutti gli ETF che sono fondi di investimento comuni quotati in borsa perché c’era una forte desiderio di spostare i propri soldi verso un asset differente che finora non era accessibile, non era facilmente accessibile alle grandi aziende, ai fondi pensionistici, a tutti quelli che versano soldi a Blackrock.

Ora personalmente non è che sia praticamente favorevole gli ETF di bitcoin o altri ETF che potrebbero nascere, però ho il dubbio che la loro nascita crea un maggiore afflusso di contante su un bene che a quel punto tende a stabilizzare il prezzo, infatti abbiamo visto che il prezzo ancora oscilla, naturalmente bitcoin, ma meno di prima. Quindi io non mi aspetterei che bitcoin continui a seguire le dinamiche della borsa, potrebbe, però è più probabile che invece sia più anticiclico, dopodiché ognuno deve fare quelle valutazioni, io non do consiglio di investimento, però siamo in un’epoca diversa.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Poi Luca chiede, Russia e Cina alleati nella creazione di nuovi monopoli tecnologici?

[Roberto Mazzoni]

Può darsi, francamente il polo centrale di Russia e Cina oggi verte sull’accesso alle materie prime e l’elaborazione delle materie prime, indubbiamente ci sono delle componenti tecnologiche importanti, i cinesi hanno sviluppato una propria tecnologia anche in autonomia rispetto all’occidente, il fatto che in ogni caso Taiwan sia a due passi e Taiwan sia il centro di produzione di tutta la microelettronica di alto livello mondiale, favorisce la Cina, se gli hanno due passi, molte delle aziende taiwanesi hanno investito in Cina, molte aziende cinesi hanno investito a Taiwan, quindi credo che era da aspettarsi che i cinesi fossero perlomeno a un livello se non proprio pari a quello degli Stati Uniti, in ogni caso competitivo.

La sorpresa che abbiamo avuto con la guerra in Ucraina è che i russi hanno dimostrato anch’essi di avere la capacità di elaborare non a livelli cinesi, però a un livello sufficiente per quelli che sono le loro università attuali, una quantità di tecnologia interessante. La tecnologia russa è meno elaborata, ma per quello che sono le finalità dei russi in questa fase è sufficiente. Il fatto che possono diventare un polo, potrebbero, sull’intelligenza artificiale, i cinesi sono molto avanti, gli americani sono anche avanti, quindi direi che è una partita ancora molto aperta. Di certo negli Stati Uniti c’è stato soprattutto negli ultimi due anni, direi, un grosso investimento sul potenziamento dell’industria dell’intelligenza artificiale, dell’industria informatica, altre industrie, quindi c’è stato un forte enfasi per riportare industrie negli Stati Uniti, alcune sono arrivate dalla Germania, sono trasferite, quindi c’è tecnologia che viene anche dall’Europa.

Direi che più che poli, anche perché è difficile in questo particolare contesto, dove in ogni caso l’economia è sincronizzata, sviluppare qualcosa in un posto e trattenerlo in quel posto, tende a spostarsi, tende a essere distribuito altrove, quindi anche nel caso di sviluppi cinesi che possono essere competitivi rispetto a quelli americani, credo che poi troverebbero modo di arrivare negli Stati Uniti e viceversa. Perciò credo che siamo più in una situazione dove tutti quelli che possono stiano cercando di fare una corsa verso le nuove tecnologie, diventare dei giocatori importanti negli Stati Uniti, questo è chiaramente percepito come un obiettivo strategico, i cinesi lo percepiscono, la saldatura tra Cina e Russia favorirà una maggiore avanzata da parte dei russi su quelle aree dove sono meno sviluppati, sono più deboli e quindi potremmo dire che c’è un polo di quel tipo che si sta sviluppando, ma la partita è ancora molto aperta.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Come stai vedendo anche oggi la Corte Penale Internazionale ha deciso di intimare Israele di ritirarsi da Rafah l’altro giorno con un mandato di cattura, anche se sono mandati di cattura, anzi, non si chiamava di cattura, è stato chiesto l’arresto di Netanyahu e anche dei capi di Hamas, però ricordiamo la stessa cosa che è stata anche per Putin, non è che nessuno lo abbia arrestato, quindi sembrano più cose simboliche, quindi è una situazione quella in Medio Oriente piuttosto ingarbugliata.

[Roberto Mazzoni]

Sicuramente, sicuramente, allora io ho ascoltato molti, molti contributi su questo fronte, anche perché non è un settore dove avevo competenze, quindi me ne sono occupato di recente e ho dovuto recuperare, perciò prendete con il beneficio in inventario quello che dico, anche perché in ogni caso è conoscenza che vi ritrasmetto su informazioni che ho assorbito un po’ ad alta velocità. Quello che in generale vedo, al di là di quello che può essere la lobby pro-Israele che negli Stati Uniti è fortissima, però a quelli che hanno ancora una certa lucidità di pensiero negli Stati Uniti dicono che le azioni in Israele negli ultimi mesi hanno compromesso in modo irreparabile l’immagine di Israele e hanno fatto emergere tutta una serie di aspetti relative di Israele che fino ieri la maggior parte delle persone non conosceva o magari riteneva poco importante, ritenevano forse propaganda o cose di questo genere, non per dire che siamo tutti diventati pro-terroristi, ma ci siamo resi conto che le cose che sapevamo non erano quelle giuste.

Questa attività da parte della Corte di Giustizia Internazionale, la Corte Criminale, quindi due tribunali internazionali che sono già intervenuti separatamente sul fronte di Israele, compromettono in modo irreparabile l’immagine israeliana e il ruolo di Israele nel mondo e nel Medio Oriente. Infatti Israele oggi è estremamente isolato e sta soffrendo parecchio a livello economico, viene sostenuto dagli Stati Uniti, ma gli Stati Uniti pure si stanno isolando pesantemente. Questo sta impattando anche profondamente sulla posizione di Joe Biden, molti degli elettori di Joe Biden, i più giovani, hanno decisamente voltato pagina nei confronti di Joe, Genocide Joe, il Joe del genocidio lo chiamano negli Stati Uniti e hanno già dichiarato, almeno in due Stati, Pennsylvania e Michigan, che non voteranno per lui, non voteranno neanche per Trump, però non voteranno anche per lui e perciò questo indebolisce Joe Biden. Infatti si parla, accennavo in un’intervista che ho fatto un paio di giorni fa con il Vaso di Pandora, che un economista molto conosciuto, Jim Rickards, negli Stati Uniti, prevede che Joe Biden annunci il 13 giugno, vedremo poi se succede, che non intende più proseguire con la sua candidatura e poi, di nuovo, Jim Rickards diceva che a questo punto, ad agosto, i democratici sceglierebbero Gavin Newsom, il governatore della California, come nuovo candidato alla presidenza. Ieri sera, però, e stanotte, sentivo un’altra intervista di uno che diceva che forse il percorso sarà diverso, magari effettivamente prenderanno Michelle Obama, la sostituiranno a Kamala Harris, così da diventare vicepresidente di Biden, cercando in qualche modo di salvare Biden e poi magari inseriscono Newsom.

Direi che tutto questo ci fa capire che in questo momento siamo in una situazione di totale confusione alla Casa Bianca, non siamo più che pesci pigliare, perché, parliamoci chiaro, Joe Biden è sempre stato un sostenitore acerrimo di Israele e qualsiasi guerra sia stata mai fatta ha visto in Joe Biden un entusiasta, un supporter entusiasta. Ma, togliendo lui, tutti quelli che in qualche modo lo circondano, si trovano esposti a questo punto su due fronti, da una parte in Ucraina dove stanno perdendo e ci hanno messo la faccia, dall’altra in Israele dove Netanyahu fa quello che gli pare e ogni mossa che fa li mette sempre più in imbarazzo. Gli Stati Uniti hanno protetto Israele con delle dichiarazioni assurde alle Nazioni Unite appunto da screditarsi completamente. Oggi ci sono Israele e gli Stati Uniti contro tutti, a parte due Nazioni praticamente inesistenti che votano sempre con gli Stati Uniti perché sono costrette, ma tutti gli altri sono contro.

Quindi questo scenario, questo evento, benché non avrà nessun tipo di conseguenza reale perché basta che Netanyahu non vada nei posti dove potrebbe essere fermato, ma resta in Israele oppure vada negli Stati Uniti, non avrà nessun problema, però crea tutto uno scompaginamento di situazioni che aprono le porte a delle evoluzioni. Tu citavi l’incidente del presidente Iraniano, è sempre un’intervista che sentivo stanotte, e sembra che forse, anzi due fonti ho sentito, sembra che forse non è stato un incidente. Perché l’elicottero su cui volava il presidente volava in un ambito dove non c’era cattivo tempo, a un certo punto il pilota dell’elicottero ha visto davanti a sé una nuvola isolata e ha comunicato agli altri due piloti, degli altri due elicotteri che intendeva alzarsi, quindi spostarsi al di sopra della nuvola così da poterlo evitare.

Cosa che gli altri due elicotteri hanno fatto, ma non è stata fatta dal pilota dell’elicottero su cui trovava il presidente, poi alla fine hanno cercato, sono tornati indietro, hanno cercato di trovarlo e poi hanno capito che c’era stato un incidente, o per lo meno che l’elicottero era precipitato, ma non è come ci era stato detto che il clima era talmente inclemente, cioè che il tempo era talmente brutto che era inevitabile, era possibile che l’elicottero crollasse, è caduto per situazioni poco chiare. Però di nuovo l’intervista che ho sentito stasera di una persona che viene dall’Iran, quindi è originaria dell’Iran e conosce molto bene la realtà iraniana, diceva che secondo lui non è operato dagli israeliani, dagli americani, come si poteva pensare così a pelle, ma probabilmente è una cosa di interno, visto che c’è un’alternativa al presidente morto che si vuole candidare, che è ben voluta dalla teocrazia che ha il potere in Iran e che potrebbe a questo punto assegnare un cambiamento nella politica iraniana, portandolo verso un approccio più aggressivo nei confronti di Israele, anche perché oggi l’Iran ha un rapporto molto più stretto con la Cina in ragione della partenza BRICS, del fatto che fornisce gran parte del proprio petrolio ai cinesi, in ragione del fatto che grazie anche alla guerra in Ucraina i russi si sono sposati in modo definitivo con i cinesi e quindi c’è un polo militare che è intenzionato a sostenere l’Iran, tra l’altro i russi hanno comprato tecnologia iraniana che poi hanno usato in Ucraina sotto forma di droni, ci ricordiamo che quando la guerra è iniziata i russi non se ne sono cavati tanto bene, anche perché si sono trovati di fronte agli ucraini che in modo abbastanza creativo hanno iniziato a usare i droni per colpire i carri armati russi, per colpire i fanti russi con discreto successo, tra l’altro comprando droni dai turchi, quindi i russi hanno dovuto cambiare parecchie cose, sono dovuti reinventare e una delle azioni di successo è stata quella di comprare la tecnologia dei droni iraniani che sono molto economici da produrre, sono molto efficienti e che sono dimostrati letali, assolutamente letali.

Noi sappiamo che negli Stati Uniti c’è un’intera fascia di politici che sta premendo ormai da forse 20 anni per una guerra diretta con l’Iran e forse ce la faranno, quindi l’Iran probabilmente si sta anche preparando in tal senso, insediando un nuovo Presidente che sia decisamente più aggressivo, che sia pronto a questo punto a sfidare il grande nemico di sempre, gli Stati Uniti. Quindi in questo contesto direi che laddove in Ucraina vedremo una continuazione della guerra, sentivo oggi un esperto in questioni russe, un vero esperto americano, Scott Ritter, che probabilmente conoscete e avrete visto in giro. Lui faceva una serie di osservazioni piuttosto centrate, diceva che oggi la strategia dei russi non è quella di puntare direttamente a Odessa, per esempio, che scatenerebbe da parte della Nato un tentativo di intervenire per salvare il salvabile, quello che faranno saranno di aprire sempre nuovi fronti, da qui fino alla fine giugno o una parte dell’estate, così da continuare a diluire le capacità di difesa degli ucraini, fino a che saranno talmente degradate da essere ormai oltre la possibilità di sopravvivenza e solo a quel punto decideranno di puntare verso Odessa, perché solo a quel punto tutti gli altri all’interno della NATO sapranno che non c’è più nulla da fare.

Quindi i russi hanno dimostrato la capacità o la volontà di portare avanti una guerra in modo estremamente mirato, soprattutto a distruggere la capacità di combattimento degli ucraini e le armi fronte alla Nato e su questo sono dimostrati abbastanza efficienti, sempre più efficienti mano a mano che andiamo avanti. L’area esplosiva a questo punto potrebbe diventare il Medio Oriente, anche perché i cinesi hanno capito che il confronto con gli Stati Uniti è possibile, intendo un confronto militare e di certo non vogliono affrontare gli Stati Uniti a casa propria, se possono evitarlo. Il Medio Oriente potrebbe essere lo scenario ideale, perché i cinesi sanno che gli Stati Uniti sono già rimasti impelagati nel Medio Oriente più volte ed è costato caro agli Stati Uniti e sarebbe il terreno ideale per farlo, per creare un fronte dove ci possono essere un po’ opposto rispetto all’Ucraina, in Ucraina abbiamo i russi che combattono gli ucraini che rappresentano la Nato per procura, per i cinesi potrebbe essere la soluzione degli iraniani che combattono gli americani per procura per il conto della Cina. Quindi direi che il Medio Oriente sia un’area da cui prestare attenzione anche perché è l’area che può avere la maggior parte delle conseguenze nei confronti anche dell’Europa. Una chiusura delle forniture di petrolio e di gas dall’intero Medio Oriente, perché una volta che ci fosse una guerra con l’Iran è finita, direi che sarebbe difficile pensare a mantenere i livelli di fornitura che sono già oggi e che già oggi costano piuttosto cari.

Quello potrebbe creare una crisi importante che si aggiunge alla recessione globale sincronizzata in cui già siamo e potrebbe andare a vantaggio anche dei russi sul fronte ucraino perché appunto un’Europa animica, completamente svuotata di risorse dovrebbe capitolare. Un’ultima domanda, secondo lei l’Italia è in questo momento tra i paesi che hanno maggior bisogno di utilizzare Bitcoin soprattutto alla luce del fatto che in Europa il progetto CBDC non si fermerà? Io non do consigli di investimento. Ci sono tanti italiani che si stanno interessando a Bitcoin, io ho creato dei corsi sul mio sito quindi l’unica cosa che posso dire è informatevi, documentatevi, imparate come funziona, poi deciderete con la vostra testa se è il caso. Per me è una cosa che anche negli Stati Uniti va conosciuta, infatti gli americani stanno diventando sempre più sensibili in tal senso, vediamo stesso BlackRock in ogni caso ha messo un piede nel settore perché dice metti che mi crolli l’indice della borsa generale e io qui ho un salvataggio. L’unica cosa che posso dire è imparate, cercare di capire come funziona anche perché se no, restate tagliati fuori.

[Fabio Frabetti – Money.it]

Con questo io Roberto ti ringrazio molto, ricordiamo il tuo sito mazzoninews.com, ci vediamo il prossimo mese, grazie.

[Roberto Mazzoni]

Prego, a presto.

Roberto Mazzoni

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