Il ricatto della lobby – parte 2 – MN #271

Mi sto occupando della questione di Israele, da un po’ di tempo, un tema che avrei voluto evitare in tutti i modi, sia perché è spinoso, sia perché personalmente non sono un esperto in materia, l’ho detto più volte. Ma i fatti di cronaca ci costringono a farlo, anche perché sembra che siamo avviati verso una nuova guerra. Una parte di Israele sta spingendo, soprattutto quella politica, Benjamin Netanyahu in particolare, verso un’estensione della guerra nei confronti del Libano, quindi un confronto diretto con Hezbollah, nonostante dal Pentagono arrivano segnali che non è il caso di farlo e nonostante gli stessi militari israeliani abbiano dichiarato che Israele non è pronta ad affrontare un confronto con Hezbollah e un confronto allargato con il Libano. Dal punto di vista di Netanyahu, andrebbe a giustificare un proseguimento della guerra che gli permette di evitare i grossi guai giudiziari in cui sarebbe immediatamente nel momento in cui la guerra finisse e permetterebbe anche di salvare forse la sua carriera politica che è fortemente compromessa.

Sappiamo che ci sono personaggi importanti, l’abbiamo visto nel video precedente anche del Partito Democratico, il Presidente del Senato che ha chiesto la testa a Netanyahu e quindi Netanyahu che è un politico di lunga data abituato a navigare le acque difficili della politica israeliana ed americana, sta cercando di creare la situazione per restare nel suo posto e per coinvolgere gli Stati Uniti in un confronto diretto con il Libano che poi si estenderebbe in un confronto diretto con l’Iran. Ora, la situazione in cui viviamo oggi è molto diversa rispetto a quella che poteva essere anche solo quattro anni fa. La guerra in Ucraina ha cambiato drasticamente lo scacchiere internazionale.

Oggi una guerra contro l’Iran vedrebbe coinvolta direttamente la Russia, questo è evidente, e direttamente anche la Cina. Quindi si trasformerebbe rapidamente in una guerra regionale dove gli americani perderebbero moltissimi uomini e che si estenderebbe anche in Europa perché evidentemente Francia e Gran Bretagna interverrebbero immediatamente. Inoltre già si parlava, per esempio in questi giorni, da parte di Israele di creare una base a Cipro dove già sono presenti i britannici che usano Cipro come base per alimentare gli israeliani con la fornitura di armi britanniche. Cipro, come sapete, è divisa a metà tra Turchia e Grecia e i turchi hanno subito detto che se questo fosse successo sarebbe stato un problema e Hezbollah ha subito chiarito che qualora Cipro fornisse le proprie basi agli israeliani per attaccare il Libano diventerebbe un obiettivo militare.

Di conseguenza potremmo trovarci facilmente in un confronto militare fra Grecia e Turchia, un coinvolgimento dell’Europa nella guerra in Medio Oriente e quindi torniamo di nuovo alla guerra in Medio Oriente su una scala decisamente molto più vasta rispetto al passato perché in questo caso la Russia è direttamente motivata a sostenere l’Iran e a sostenere anche Hamas, l’hanno dichiarato, hanno dato ad Hamas la possibilità di usare i brevetti per la produzione di munizioni, hanno addestrato personaggi di Hamas per poter combattere in modo più efficiente, quindi si sta trasformando rapidamente in un confronto che potrebbe sfociare in una guerra regionale e personalmente visto che io nei Stati Uniti sono un cittadino americano e ho dei figli che sono negli Stati Uniti e visto che negli Stati Uniti si parla già di rimpostare la leva obbligatoria, non ho nessuna voglia di mandare i miei figli a vivere in una guerra che non ha nessun senso salvo quello di proteggere gli interessi di pochi soprattutto nel mondo del petrolio.

Perché, di nuovo Israele, è sempre stata coinvolta in questioni legate alla guerra del petrolio, non a caso è presente ed è stata creata dalla Gran Bretagna come punto d’ancoraggio per tenere sotto controllo quell’area dove naturalmente c’è una grandissima quantità di petrolio, forse non necessariamente la riserva più importante, però è una riserva importante. Non a caso anche la guerra a Gaza, alcuni dicono, è motivata dal fatto che un po’ più a largo delle coste di Gaza sono trovati dei depositi importanti di gas naturale e che quindi ci siano persone interessate a sfruttarli, depositi che sarebbero nominalmente di proprietà dei palestinesi.

Quindi è sicuramente uno scenario molto più complesso e il problema in tutto questo è che le azioni del governo israeliano e della lobby israeliana sono tali da creare, di aver creato una fortissima opposizione rispetto a tali azioni nel mondo e purtroppo anche una ricrescita dell’antisemitismo, lo vediamo riemergere in una certa quantità e questo sicuramente è un fenomeno pericoloso, perché personalmente io ritengo che gli ebrei abbiano tutti i dritti ad avere la libertà di praticare la propria religione, di avere un posto dove vivere tranquillamente e in pace e di non essere perseguitati. Ritengo orribile quello che è stato fatto in loro confronto, in effetti il discorso di video storici che farò presto è dedicato proprio all’olocausto, ad approfondire alcuni temi dell’olocausto che fino ad ora non sono stati esaminati e che sono secondo me importanti, il titolo sarà “IBM e l’olocausto”, credo che vi piacerà o meglio, credo che lo troverete interessante.

Quindi, fatto questa premessa e partendo dalla considerazione importante che siamo su un tema delicato e che non sarò in grado di fornire tutte le informazioni possibili, rimane tuttavia il fattore fondamentale che secondo esperti di grandissimo livello che hanno un grandissimo seguito nel mondo e negli Stati Uniti, oggi la situazione politica americana è sotto il fortissimo controllo della lobby israeliana, lobby che di nuovo, come dicono anche gli esperti, non riunisce quasi solo ebrei americani, anzi, riunisce una certa porzione ebrei americani, ma riunisce una grandissima componente dei cosiddetti sionisti cristiani di cui abbiamo parlato nei video precedenti, di cui ho fatto due video specifici nella sezione Nuova Ordine Mondiale, che hanno degli obiettivi che sono agghiaccianti a dire poco e che hanno dei legami particolari con Donald Trump e con l’entourage di Donald Trump. Alcuni di voi mi hanno detto “ma Donald Trump non ti piace più”.

Allora, Donald Trump è un politico e quindi come tutti i politici va preso un po’ con le pinze e va messo sotto il riflettore, ossia i politici noi lo sappiamo, una volta che sono arrivati al potere tendono a dimenticarsi delle promesse che hanno fatto e tendono a commettere errori. Nel caso di Donald Trump ne abbiamo visti alcuni che sono macroscopici, la gestione del Covid, l’invio degli assegni, quindi dei sussidi governativi a una grandissima quantità di persone, a una grandissima quantità di aziende che ha creato delle disfunzioni economiche, la distruzione di moltissime piccole aziende a seguito del lockdown, di cui vediamo le conseguenze ancora oggi.

Quindi direi che laddove la presenza di Donald Trump nei primi due anni ha sicuramente portato dei benefici perché soprattutto hanno tagliato moltissimi regolamenti che hanno stato costruiti dall’apparato burocratico, negli ultimi due anni questi benefici sono stati sostanzialmente cancellati e si è tornati molto più indietro di dove si era partiti. Quindi con questo non voglio dire che Donald Trump non possa fare qualcosa di buono e che una volta arrivato alla presidenza non possa cercare di modificare o per lo meno di indirizzare l’America verso una direzione più razionale, però questo dipende moltissimo da chi sarà intorno a lui e da chi sarà il suo vicepresidente e da chi saranno le persone nelle posizioni chiave di un’eventuale presidenza Trump.

Con questo non voglio dire che sia auspicabile che ci teniamo a Joe Biden perché sarebbe demenziale completamente. Quindi questo giusto per dare un’introduzione al tema e farvi capire che anche per me affrontare questo argomento è estremamente difficile, oltre che penoso, perché comunque io sto ascoltando una quantità di video esponenziali rispetto a quello che vi propongo, dove ci sono storie raccontate da quello che succede a Gaza, da parte di persone che non sono né israeliane né palestinesi, sono degli europei che sono andati lì per aiutare, per fornire assistenza volontaria, medica, che raccontano storie veramente agghiaccianti. Siamo in una situazione dove non possiamo far finta di niente. Come diceva uno dei suoi sopravvissuti dell’olocausto nel video precedente, il problema dell’olocausto fu soprattutto che la gente guardò altrove. Tutti sapevano, se non tutti, molti sapevano quello che stava succedendo nei campi di concentramento nazisti, però fecero finta di niente e nei video di IBM e l’olocausto vi dimostrerò che sapevano tutto nel dettaglio più minuzioso di quello che succedeva.

Di conseguenza non possiamo fare la stessa cosa oggi, dobbiamo cercare di essere responsabili, questo senza al tempo stesso fare tutta l’erba un fascio. Io non sono assolutamente d’accordo nell’assegnare a una etnia, piuttosto che a una razza, delle caratteristiche, perché questo è esattamente quello che hanno fatto i nazisti, non è il caso di riproporlo.

Ogni etnia, ogni razza, ogni popolo ha i suoi criminali, sono dappertutto e sono presenti tra l’altro in proporzioni più o meno uguali ovuunque nel mondo. Il problema è che quando questi criminali emergono all’interno di una nazione, di un gruppo, di un popolo, di un’etnia e ne assumono il controllo, a quel punto il problema si propone e quindi va gestito. Ma non significa per questo che tutto il popolo, tutto il gruppo, tutta la nazione siano criminali a loro volta. Quindi questa è una cosa che volevo sottolineare in particolare.

Il fallimento degli Abraham Accords

Ora torniamo al discorso della lobby. Come alcuni mi hanno fatto notare, è sicuramente vero che ci sono molte altre lobby negli Stati Uniti che agiscono per fare pressione sul governo. In realtà l’intero sistema governativo americano è basato sulle lobby. Quindi sulle organizzazioni private che fanno pressioni per i propri interessi e gli interessi di coloro che si rappresentano. C’è la lobby che difende i produttori di armi, c’è la lobby che difende gli agenti immobiliari che è una delle più potenti, c’è la lobby che difende gli interessi delle case farmaceutiche che è la più potente in assoluto e poi c’è la lobby cosiddetta israeliana che è la seconda in ordine di importanza e questo vorrei sottolinearlo. Quindi la lobby israeliana è cresciuta moltissimo nel tempo e oggi è la numero due, in assoluto, nel panorama americano ed ha un’influenza spropositata su quelle che sono le elezioni americane e su quello che è il comportamento dei politici americani. Un’influenza che in realtà nasconde qualcos’altro dietro.

La lobby israeliana in realtà negli Stati Uniti non è veramente la lobby israeliana, non è una lobby che fa gli interessi di Israele in quanto tale, usa la scusa di fare gli interessi di Israele per sostenere gli interessi del complesso militare-industriale o industriale-militare, ossia tutti i soldi che vengono dati Israele, in gran parte, non tutti però una parte importante, poi tornano indietro negli Stati Uniti e foraggiano i produttori di armi che poi danno armi di Israele e nel resto del mondo. Quindi è una lobby potentissima e della seconda proprio perché dopo le case farmaceutiche le armi sono l’argomento più caldo, lo sappiamo. Sono il tipo di monopoli che deve a tutti i costi difendere la propria opposizione e che deve influenzare i politici e ce lo diceva, se vi ricordate, il Presidente degli Stati Uniti Eisenhower, l’ho pubblicato più volte il suo discorso finale alla fine della sua presidenza in cui ci diceva “attenzione, gli Stati Uniti stanno per finire sotto controllo di una lobby che riunisce interessi dei fabbricanti d’armi, le università, i centri di ricerca e il Parlamento, perché il Parlamento, come ci diceva, fa parte integrante di questo sistema, il Parlamento ha iniziato ad essere corrotto sistematicamente da quel momento in poi e da lì si è semplicemente espanso”.

Quindi questo era giusto per dare un contesto importante, fondamentale. Stiamo oggi vivendo un periodo in cui mai come ora siamo vicini a un confronto nucleare e mai come ora abbiamo vissuto una situazione tesa anche a livello economico mondiale e con dei cambiamenti radicali, di cui non parlerò qui però sul fronte economico, che stanno per arrivare, arriveranno a settembre e in questo contesto è importante capire quello che succede, è importante non lasciarsi andare alle emozioni o lasciarsi andare ai pregiudizi, ma cercare di concentrarsi su quelli che sono i problemi e su quelli che sono le fonti di tali problemi. Fatta questa lunga premessa veniamo a questo video, in questo video vi proporrò un’intervista condotta dal giudice Andrew Napolitano al professor John Mearsheimer, che avete già visto nell’intervista precedente.

Andrew Napolitano è stato un giudice federale ed è stato membro della Corte Suprema del New Jersey, quindi è considerato uno dei più grandi esperti in leggi costituzionali o in costituzione degli Stati Uniti, tanto che era candidato alla nomina alla Corte Suprema degli Stati Uniti durante la presidenza Trump. Quindi è un personaggio che è molto ben posizionato per discutere di problemi che abbiano a che fare con la Costituzione e con eventuali deformazioni in tale Costituzione. John Mearsheimer invece è un professore merito di Scienze Politiche dell’Università di Chicago, estremamente rispettato, ha un seguito enorme online in questi mesi, si è prodigato moltissimo per far finire la guerra in Ucraina e anche per portare sotto controllo la guerra in Israele, quindi per ridurre quelle che sono le vittime, lui appartiene al mondo dei realisti, vale a dire coloro che seguono un’impostazione politica impostata al realismo, dove gli Stati fanno soprattutto i propri interessi, ma possono coesistere con altri Stati rispettando le rispettive necessità.

Cosa che invece è stata abbastanza accantonata negli ultimi vent’anni dall’emerge di un altro tipo di scuola di Scienze Politiche di cui vediamo i risultati, quindi il neoliberalismo in buona sostanza. Quindi Mearsheimer è un personaggio di grandissimo spessore che ha studiato molto a fondo l’attività della lobby israeliana, che è stato attaccato sistematicamente per averlo fatto e che in ogni caso ha dimostrato di agire costantemente per ridurre la pressione, per ridurre il livello di criticità e per cercare di porre fine a questi confronti bellici che possono facilmente trasformarsi in qualcosa di molto più pericoloso. Quindi direi che questa, tra le varie interviste che ho sentito sull’argomento, sia forse la più interessante perché erano due personaggi che messi insieme hanno un livello di competenza fuori dal comune, è sicuramente molto superiore al mio. La cosa importante da capire è che in questo momento politico particolare ci troviamo di fronte a una svolta determinante. Se gli Stati Uniti prendono direzione sbagliata sarà un disastro, di conseguenza è importante tenere presente quelle che sono le opzioni, non sposare un candidato particolare semplicemente perché ci è simpatico.

Tra l’altro, diversi importantissimi opinion leader nel mondo conservatore che avevano sostenuto Donald Trump hanno detto chiaramente che continueranno a sostenere Donald Trump soltanto dopo che avranno visto chi è il vice presidente scelto da Trump. Perché se è la persona sbagliata, se è Nikki Haley ad esempio, la candidata presidenziale guerrafondaia di cui abbiamo parlato in passato, che è stata una sua concorrente durante la corsa alla presidenza, se fosse lei o se Nikki Haley avesse una posizione importante nel suo governo allora saremmo veramente nei guai.

Se invece fosse una persona più misurata e anche più fedele rispetto a quello che è stato Mike Pence, quindi al giro precedente, allora magari potremmo avere delle buone opportunità di fare qualcosa di buono. Quindi è un discorso aperto, una partita aperta ed è importante che teniamo sott’occhio quelle che sono effettivamente le realtà, non sposiamo delle tesi che poi sono difficili da sostenere. Nel video che vi propongo si parla di alcuni termini di cui abbiamo già parlato, uno di questi è “Greater Israel”, l’Israele allargato. Allora l’Israele non ha dei confini ufficiali perché l’Israele non ha mai riconosciuto i confini stabiliti dalle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale e di conseguenza ha sempre cercato di allargare il proprio territorio occupando la Cisgiordania e prima occupando e poi dopo ritirandosi ma circondando la striscia di Gaza. L’obiettivo di Israele dichiarato è quello di occupare definitivamente la striscia di Gaza, di occupare definitivamente la Cisgiordania e di occupare anche una porzione del Libano.

Quindi quello che oggi stiamo vedendo è una possibile escalation di confronto con i libanesi che avrebbe risultati disastrosi, infatti per lo stesso Israele. Infatti quello che Mearsheimer e tanti altri osservatori geopolitici, militari, statunitensi stanno dicendo è che la politica condotta dal governo israeliano in questo momento è autolesionista e porterà a una grossissima crisi per lo Stato di Israele, già si vede una crisi economica importante, i turchi hanno deciso di interrompere il progetto che vedeva un collegamento diretto con Israele per il transito di petrolio e di gas naturale, i turchi si stanno decisamente orientando verso l’est, è possibile che la Turchia lasci la Nato o per lo meno che diventi una spina nel fianco importante per la Nato. E vediamo che anche gli altri paesi arabi si stanno decisamente riorientando, il progetto, il famoso Abram Accord, l’accordo di Abramo promosso da Trump è sostanzialmente fallito.

L’Arabia Saudita ha detto che non lo prenda neanche in considerazione fino a che i palestinesi non avranno uno Stato indipendente, quindi è chiaro che non si va da nessuna parte e l’Arabia Saudita è evidente in questo momento che sta giocando su più tavoli per cercare di spuntare le condizioni migliori, ma si sta orientando in modo deciso verso la Cina, tant’è che hanno già dichiarato che useranno valute diverse dal dollaro per vendere il petrodollaro, sono già entrati a far parte del nuovo sistema finanziario di cui parleremo in un altro video, preparato dei cinesi di cui fa parte la Russia russo, e di cui fa parte il sistema BRICS.

Hanno anche fatto capire che per loro il discorso del petrodollaro è finito, tant’è che non hanno rinnovato l’accordo sul petrodollaro, che vi ricordo consentì agli Stati Uniti di abbandonare l’oro negli anni 70 e usare il petrolio come base per il dollaro, favorendo una quadruplicazione del prezzo del petrolio negli anni 70. La crescita famosa del prezzo del petrolio negli anni 70, l’inflazione e tutto il resto fu concepita di proposito, perché al fine di poter sostenere il debito americano e la quantità di dollari in circolazione che già esisteva all’epoca, era indispensabile che il petrolio salisse di prezzo di 4 volte. Un’operazione organizzata da Kissinger all’epoca, da Rockefeller e da tutti gli altri, che oggi invece ci porterebbe a un altro tipo di situazione per quello che riguarda l’oro, ma non ne parliamo oggi.

Quindi questa è la situazione per quello che riguarda Greater Israel. George Floyd, ne avete sentito parlare, era un americano di colore che è stato ucciso durante un arresto da un poliziotto americano e che ha scatenato una rivolta, soprattutto fomentata da BLM, Black Lives Matter, durante l’estate del 2020, che ha di fatto messo a ferro e fuoco diverse città americane. Si parla anche di Proud Boys, che invece è una fazione di estrema destra, neofascisti americani, che invece si scontrano con BLM per formare il solito contrasto e come ho commentato in uno dei video, rispondendo a uno dei vostri commenti, queste fazioni che paiono essere in opposizione, sono sempre finanziate dalle stesse persone, che creano lo scontro per poter poi forzare l’inserimento di misure restrittive alla libertà di tutti in ragione dell’operato di pochi facinorosi che di solito sono pagati per farlo.

Infine, Max Blumenthal è un giornalista ebreo molto critico di Israele, che sta seguendo naturalmente le vicende israeliane, che è stato in Israele, è stato in Palestina, ha vissuto lì, quindi ha conosciuto in prima persona quello che succede e che rappresenta uno dei tanti israeliani ed ebrei, scusatemi, uno dei tanti ebrei americani che non sono favorevoli ad Israele e che perlomeno non sono favorevoli alla politica portata avanti da Israele e che stanno cercando di rimettervi, di correggerle, perlomeno fornendo informazioni e che sono eccessivamente contrari all’operato della lobby israeliana, anche perché sono l’obiettivo di attacchi da parte della lobby israeliana. Bene, ora vi propongo il video del giudice Napolitano e di Mearsheimer, eccolo.

Una lobby sul piede di guerra

[Andrew Napolitano]

Buongiorno a tutti. Sono il giudice Andrew Napolitano e questo è il canale Giudicare la libertà. Oggi è giovedì 2 maggio 2024. Si unisce a noi il professor John Mearsheimer. Professor Mearsheimer, è sempre un piacere. Sono molto sorpreso, come immagino lo sia anche tu, dall’atteggiamento della polizia, dei sindaci e dei governatori che non esitano ad usare la forza contro i manifestanti studenteschi per soffocare i discorsi di cui il governo non vuole sentir parlare e di cui ha paura. E prima di entrare nel merito, vorrei chiederti di aiutarci con un paio di nozioni di base. Ieri il Congresso o la Camera dei Rappresentanti hanno approvato, ed inviato al Senato, una legge che definisce l’antisemitismo in modo talmente ampio, che se io fossi un professore che insegna in un ateneo americano e dicessi semplicemente la frase, che tutti siano liberi dal fiume al mare, potrei essere disciplinato oppure potrebbero attivare misure disciplinari sull’università che potrebbe forse anche perdere fondi federali. Cominciamo quindi con alcune nozioni di base. Che cos’è l’antisemitismo?

[John Mearsheimer]

Il problema nel rispondere a questa domanda è che, poiché i sostenitori di Israele negli Stati Uniti accusano chiunque critichi Israele, oppure chiunque critichi le relazioni tra Stati Uniti e Israele, oppure, ancora, chiunque critichi la lobby israeliana come antisemita, ciò che abbiamo è una situazione in cui il termine in se stesso è diventato, in una certa misura, privo di significato. Voglio dire, io stesso sono stato definito antisemita in numerose occasioni da quando Steve Walt ed io abbiamo scritto prima l’articolo e poi il libro sulla lobby israeliana. E credo che non ci sia alcuna giustificazione per definirmi antisemita.

Ma ancora una volta, critico la lobby in Israele e le relazioni tra Stati Uniti e Israele, quindi, per definizione, e secondo loro, sono un antisemita. Se mi chiedi cos’è il vero antisemitismo, possa darti la definizione che conosco, vale a dire che è quando qualcuno odia gli ebrei perché sono ebrei, e si comporta in modo odioso e riprovevole nei loro confronti. E sono pienamente consapevole che ci sono reali casi di antisemitismo negli Stati Uniti ed in tutto il mondo, più in generale. Ci sono dei veri antisemiti nel nostro paese. Ma penso che quando le persone, per la maggior parte, accusano qualcuno di essere antisemita in questi giorni, non fanno riferimento a questo significato. Stanno usando una definizione elastica per criticare un numero enorme di persone che dicono cose che, semplicemente, non piacciono ai sostenitori di Israele.

[Andrew Napolitano]

Voglio dire, è una legge basilare contenuta nel Primo Emendamento che il governo non può essere coinvolto nella valutazione del contenuto del discorso. Sia che il discorso sia motivato da un disgusto per ciò che l’IDF sta facendo a Gaza oppure che il tuo discorso sia motivato da un odio per gli ebrei. In entrambi i casi hai il diritto di dire quello che vuoi.

[John Mearsheimer]

Assolutamente, sono d’accordo. Ma, al tempo stesso, è molto importante capire cosa sta succedendo in questo caso. In questo momento, la più grande minaccia al Primo Emendamento che vediamo in questo paese sono i sostenitori di Israele. è la lobby israeliana. E se scaviamo un po’ più a fondo nell’analizzare quello che sta succedendo, vediamo che Israele sta facendo cose orrende a Gaza, e ogni sorta di persone ne parla e critica Israele. E quello che la lobby vuole fare è di mettere a tacere queste critiche, prima che superino un certo limite e prima che troppe persone riconoscano esattamente ciò che sta accadendo. E l’unico modo per mettere a tacere queste critiche consiste nel gettare il Primo Emendamento fuori dalla finestra. Ed è quello che sta succedendo in questo caso.

[Andrew Napolitano]

Senza entrare troppo nella semantica del discorso, oppure correndo il rischio di essere troppo semantico, ha qualche importanza il fatto che gli ebrei non siano necessariamente semiti oppure la parola antisemitismo va intesa solo come odio per il popolo ebraico? Ci sono ebrei ashkenaziti che vengono dall’Europa orientale, i palestinesi stessi sono semiti.

[John Mearsheimer]

Credo che sia meglio evitare d’imboccare questa strada. Credo che, quando parliamo di antisemita o di antisemitismo, stiamo parlando di odio per il popolo ebraico. E credo che sia meglio mantenerci all’interno di questi confini. Ma, ancora una volta, penso che dobbiamo riconoscere il fatto che esiste un vero antisemitismo nel paese e che dovremmo combatterlo. Ma non è quello che sta succedendo qui. L’idea che gli studenti che stanno protestando in questi vari campus universitari siano un gruppo di antisemiti non è un argomento serio, che possa essere preso seriamente. Ancora una volta, questo non vuol dire che non ci possano essere uno o due antisemiti tra la folla, ma il fatto è che un buon numero degli individui nella folla sono essi stessi ebrei, ed un buon numero delle persone che sono state arrestate sono ebree. E l’idea che gli ebrei vengano picchiati in qualche modo sistematico solo per il fatto di essere ebrei non è un argomento che regge alla prova dei fatti.

[Andrew Napolitano]

Non ci sono prove concrete in tal senso. Professor Mearsheimer, che cos’è il sionismo?

[John Mearsheimer]

Ebbene, il sionismo è una completa dedizione nei confronti dello stato di Israele, ed è fondamentalmente un altro modo per indicare lo Stato ebraico. Il sionismo è l’impegno ad avere oppure a creare e mantenere uno stato che rappresenti il popolo ebraico. Se pensate al famoso libro di Theodor Herzl, che definirei il padre del sionismo, e che descrive proprio questo concetto, vediamo immediatamente che il libro stesso si intitola “Lo Stato ebraico”.

La dicitura Stato ebraico è un altro modo per riferirsi alla creazione di una nazione. In questo caso, la nazione sono gli ebrei, oppure la nazione stessa è ebrea. Di conseguenza il sionismo è completamente incentrato sullo stato ebraico. E qualcuno che è un sionista ha l’impegno e la dedizione a mantenere in vita Israele, a mantenere in vita uno stato ebraico. Coloro che tra i miei amici sono invece antisionisti, hanno un parere opposto. Non credono che ci debba essere uno stato ebraico. Credono che tra il fiume e il mare ci debba essere semplicemente uno stato democratico. E, per loro, il fatto che tale stato sia dominato dagli ebrei oppure dai palestinesi, è, in gran parte, irrilevante. Loro sono antisionisti. E, naturalmente, i sionisti sono totalmente contrari a tale posizione.

[Andrew Napolitano]

Israele è una democrazia?

[John Mearsheimer]

Dipende. Se si parla dello stato allargato di Israele, che è l’argomento su cui mi concentrerei, visto che è quello che conta in questi giorni, non possiamo definirlo una democrazia perché i palestinesi della Cisgiordania ed i palestinesi di Gaza non possono votare, ma fanno comunque parte dello stato allargato di Israele, che in inglese chiamiamo Greater Israel. Una domanda più interessante è se Israele sia o meno una democrazia liberale come gli Stati Uniti oppure la Gran Bretagna o la maggior parte dei paesi europei, in questo momento. Ed Israele chiaramente non è una democrazia liberale perché se fosse liberale, dovrebbe avere uguali diritti per tutti i suoi membri ed invece non ha uguali diritti per i palestinesi, nemmeno per quei palestinesi che hanno diritto di voto. La gente dice che Israele è uno stato di apartheid, e che non è affatto una democrazia liberale. Personalmente non credo nemmeno che sia veramente una democrazia.

[Andrew Napolitano]

Democrazia non significa solo governo della maggioranza e diritto di voto, ma anche uguaglianza dei diritti tutelati dal governo. Se dovessi trasferirmi a Gerusalemme come cattolico americano, potrei forse comprare un immobile e registrarmi per votare?

[John Mearsheimer]

Non lo so. Questo coinvolge leggi tecniche che non conosco.

[Andrew Napolitano]

D’accordo.

[John Mearsheimer]

L’idea era quella di creare uno stato ebraico che fosse una patria per gli ebrei. E la maggior parte dei sionisti, all’inizio, ed anche la maggior parte dei sionisti che ci sono anche adesso, preferirebbe avere uno stato popolato quasi esclusivamente da ebrei. Voglio dire, questo è il motivo per cui c’è così tanta enfasi sulla pulizia etnica dei palestinesi tanto nella striscia di Gaza quanto in Cisgiordania.

[Andrew Napolitano]

Perché ci si riferisce ad Israele come allo stato di Israele piuttosto che al paese oppure alla nazione di Israele?

[John Mearsheimer]

Non lo so. È una domanda interessante.

[Andrew Napolitano]

D’accordo, forse sto scavando troppo nella semantica. Quanto è efficace la lobby israeliana nel sopprimere la libertà di parola? Mi riferisco in particolare alle loro attività in tal senso all’interno degli Stati Uniti. Te lo sto chiedendo dopo due settimane di arresti di studenti universitari che sono stati arrestati solo perché sostengono i diritti del popolo palestinese. E te lo sto chiedendo in seguito alle iniziative della Camera dei Rappresentanti che minacciano i college e le università e, francamente, tutte le istituzioni educative americane se dicono o permettono vengano fatte cose che possono anche essere vagamente definite come antisemite. Quanto è potente questa lobby nel sopprimere la libertà di parola qui negli Stati Uniti?

[John Mearsheimer]

In realtà ha avuto un grande successo per decenni. È molto difficile trovare qualcuno che critichi Israele nei media mainstream, per esempio. E ci sono stati sondaggi condotti prima del 7 ottobre, che mostrano come molti accademici si auto-censuravano quando si trattava di parlare di Israele. Se tu fossi un accademico e dovessi criticare Israele o criticare le relazioni tra Stati Uniti e Israele in modo serio, pagheresti un prezzo davvero pesante. Su questo non c’è alcun dubbio. Steve ed io abbiamo scritto l’articolo nel 2006 ed il libro nel 2007, e abbiamo avuto lunghe discussioni su tutti i tipi di casi in cui le persone sono state punite in un modo o nell’altro nel mondo accademico per aver criticato Israele. E se avessi lavorato nei media mainstream, sarebbe stato un argomento troppo controverso da discutere e che tutti quindi evitavano con cura. Ma quello che è successo in questi ultimi mesi, come risultato del 7 ottobre e di ciò che gli israeliani hanno fatto in risposta al 7 ottobre, è che, per la prima volta, ogni genere di persone sta criticando Israele. E dato che abbiamo i social media, in particolare piattaforme come TikTok, Israele e la lobby israeliana, come pure le relazioni tra Stati Uniti ed Israele, stanno subendo un duro colpo. Quindi quello che sta succedendo è che la lobby sta cercando disperatamente di mettere a tacere tutti quanti.

Queste proteste nei campus universitari hanno solo mortificato le persone della lobby. E la domanda a questo punto è come possono fermarle? Quindi, esercitano un’enorme pressione sugli amministratori universitari, in particolare sui rettori delle università, ed esercitano un’enorme pressione sulla Casa Bianca e sul Congresso affinché agiscano per fermare le proteste nei campus. Giusto per darti due esempi che evidenziano ciò che sta succedendo davvero. C’è mai stata una discussione sull’antisemitismo nei college e nei campus universitari prima del 7 ottobre? C’è mai stato un grande clamore sull’antisemitismo in relazione al mondo accademico prima del 7 ottobre? La risposta è no. A questo punto vorrei porre una questione generale.

Cominciamo dalle premesse. Il presidente di Harvard ed il presidente dell’Università della Pennsylvania sono stati buttati letteralmente a mare, in gran parte come conseguenza dell’intervento di ricchi donatori che sono legati indissolubilmente e profondamente con Israele. Si tratta di persone che hanno un attaccamento passionale nei confronti di Israele, e che hanno fatto pressione sui gestori delle università di Harvard e della Pennsylvania per far licenziare in tronco queste due presidentesse. La domanda che vi pongo a questo punto è la seguente. Pensate che se non ci fosse stato il 7 ottobre, queste donne sarebbero ancora al potere in questo momento? Sarebbero certamente ancora al loro posto. Non c’è alcun dubbio. Ma sono state gettate a mare perché non sono intervenute pesantemente sui manifestanti. Ed è per questo che anche il presidente della Columbia University è nei guai.

Ed è sempre per questo che il presidente della Northwestern è nei guai. La lobby vuole disperatamente che ogni presidente di università ed ogni politico americano reprimano con forza tutti i manifestanti. Ed automaticamente, questo ci porta nel territorio della libertà di parola. E quello che sta succedendo qui, molto chiaramente, è che la lobby sta facendo gli straordinari per minare il Primo Emendamento.

[Andrew Napolitano]

Tu sei professore in una delle più grandi istituzioni accademiche degli Stati Uniti, l’Università di Chicago, i cui standard accademici sono superlativi. Qual è lo stato della libertà di parola in quel campus, il tuo campus, per quel che riguarda gli studenti, e tra gli accademici?

[John Mearsheimer]

Beh, immagino che ci sia un bel po’ di autocensura, come c’è ovunque. Ma l’Università di Chicago ha una ricca tradizione quando si tratta di libertà di parola. Ed ha una ricca tradizione quando si tratta di tollerare la protesta. E ricorderete sicuramente quando questo posto saltò in aria nel 1969, e gli studenti occuparono l’edificio amministrativo. Edward Levy, che all’epoca era il rettore dell’università, non chiamò la polizia. In posti come Harvard e Columbia, le cose andarono diversamente. La Columbia, naturalmente, esplose nel ’68 ed anche Harvard esplose nel ’69, ma i presidenti di Harvard e Columbia chiamarono la polizia e questo si ritorse contro di loro. Invece Levy, con suo grande merito, non lo fece.

Attese che i manifestanti uscissero e poi, alla fine, li sospese. All’epoca, questa fu vista come la cosa intelligente da fare. E penso che se ci fossero proteste ora, e non ci fosse alcuna lobby, questi rettori universitari aspetterebbero semplicemente che i manifestanti se ne vadano. Non chiamerebbero la polizia, soprattutto perché dobbiamo ricordarci che l’incidente con George Floyd ha avuto luogo non molto tempo fa. Ricorderete che, sulla scia del fiasco di George Floyd, l’idea di chiamare la polizia sarebbe stata assolutamente impensabile. Ebbene, eccoci qui, non molto tempo dopo, a chiamare la polizia per sedare le proteste. Perché è successo? E la risposta è il potere della lobby.

[Andrew Napolitano]

Vediamo ora Max Blumenthal che descrive le sue paure riguardo a tutto questo. Max è uno degli ospiti che partecipano regolarmente a questo programma ed è anche un tuo grande fan.

[Max Blumenthal]

L’unica cosa che mi preoccupa davvero, a causa di quello che abbiamo visto nel 2020 con BLM, e con i Proud Boys, è che ci sono elementi nello stato di sicurezza nazionale e nell’élite politica che in realtà vogliono vedere emergere una strategia della tensione, vogliono vedere l’emergere di un caos violento, e di un caos politico che si scatena per le strade. E questo è ciò che mi preoccupa andando avanti nelle elezioni è che in realtà potrebbero cercare di sfruttare queste proteste a loro vantaggio.

[Andrew Napolitano]

Potrebbe essere che Max abbia ragione a questo riguardo? Potrebbe essere che la lobby stia davvero pensando di trarre vantaggio dal caos e dalle conflagrazioni e quindi giustificare, nella mente dell’opinione pubblica, l’uso della forza di polizia?

[John Mearsheimer]

Penso che la lobby capisca che più la situazione va fuori controllo, più si percorre la strada che Max sta descrivendo, più grande sarà il problema che Israele dovrà affrontare. E la ragione di questo è che le persone che finora sono rimaste sedute in disparte, si faranno avanti e si schiereranno a fianco dei manifestanti. Avevo un buon amico che era ad Harvard nel 1969, e mi disse che i radicali avevano in realtà pochissimo sostegno quando iniziarono le loro proteste, e nel momento in cui presero il controllo dell’edificio amministrativo.

Ma dopo che gli amministratori dell’università ebbero chiamato la polizia, il risultato finale fu che molti studenti che erano tiepidi sulla questione e che non erano impegnati in un modo o nell’altro, si schierarono insieme ai manifestanti. Quindi penso che ci sia una situazione in cui, se succedesse quello che Max descrive, e potrebbe avere ragione sulla traiettoria verso cui stiamo andando, e se la polizia continuasse a reprimere i manifestanti, e ci fosse un gigantesco fiasco proprio qui a Chicago durante la Convention Nazionale Democratica, avremo ancora più persone che vengono allontanate dal lato israeliano della storia e causerà l’emergere di una grande simpatia per la parte palestinese. Quindi penso che la lobby, semmai, si stia augurando che questo problema, semplicemente, scompaia. Ma, naturalmente, non scomparirà.

[Andrew Napolitano]

Chris, manda il video numero nove. Qui vediamo una professoressa della Columbia University, di cui non avevo mai sentito parlare prima. Non so se la conosci, si chiama Rebecca Wiener. Questa professoressa è stata espulsa. Ti dirò in che modo è stata scoperta dopo che l’avremo ascoltata, ma sentiamo che cosa aveva da dire sulla protesta pacifica nel campus della Columbia.

[Rebecca Wiener]

Non si tratta affatto di studenti che esprimono le proprie idee. Si tratta di un cambiamento di tattica che solleva preoccupazioni e presenta una normalizzazione a livello generale della retorica, e non sto parlando solo di linguaggio, sto parlando di tattica, e questo è ciò che ha cambiato la nostra risposta ieri. Si tratta, in realtà, della normalizzazione e dell’integrazione della retorica associata al terrorismo che ora è diventata piuttosto comune nei campus universitari. Vediamo persone che indossano fasce sul capo che sono associate ad organizzazioni terroristiche straniere. Questo è accaduto a ottobre, quando è stata pubblicata una riedizione virale su TikTok della lettera del 2002 che Osama bin Laden aveva indirizzato all’America. Quindi questa è una preoccupazione più grande. Non è collegato a quello che è successo ieri, ma sono eventi correlati. Non vogliamo che certi tipi di idee circolino nei campus universitari, che sono luoghi in cui le persone dovrebbero andare a studiare, trovandosi in un ambiente che sia loro favorevole per svolgere tutte le attività che conduciamo in una scuola. Non vogliamo che questi luoghi siano trasformati in posti dove le persone commettono atti di vandalismo, arrecano danni alle proprietà e commettono crimini.

[Andrew Napolitano]

Aveva terminato la sua dichiarazione dicendo sostanzialmente che non vogliono idee con cui non sono d’accordo. Ora, dubito che tornerà alla Columbia perché si è scoperto che era, in realtà, un’agente di polizia sotto copertura che insegnava alla Columbia, dove frequentava molti dei manifestanti e faceva la spia su di loro. Quindi immagino che non sia più la benvenuta in quel posto. Ma lei fa parte del problema posto dall’equiparazione del discorso politico legittimo con la violenza.

Dire semplicemente che pensiamo che i palestinesi abbiano diritto ad un proprio governo e che l’IDF stia commettendo un genocidio, due dichiarazioni politiche perfettamente legittime, viene equiparato ad usare violenza.

[John Mearsheimer]

Esattamente. Voglio dire, ciò che lei rappresenta è una minaccia fondamentale per il mondo accademico e per gli Stati Uniti in generale, per la nostra società nel suo complesso. Siamo semplicemente in una situazione terribile. Quello che lei sta cercando di fare è di far credere che questi manifestanti stanno usando tattiche che sono estremamente pericolose.

Quali sono queste minacce così pericolose che vediamo emergere nei campus universitari? è vero che in uno o due luoghi, gli studenti hanno occupato l’edificio amministrativo oppure un altro edificio universitario. Questo accadde anche alla fine degli anni ’60. Ma non è un grosso problema. Quegli studenti dovrebbero essere puniti per aver occupato un edificio universitario. Siamo d’accordo su questo. Ma dire che questi studenti siano terroristi è solo una sciocchezza. Avrete sicuramente notato come lei li abbia collegati ai terroristi.

[Andrew Napolitano]

Ha detto che erano terroristi perché indossavano fasce palestinesi e hanno riascoltato un discorso di Osama bin Laden.

[John Mearsheimer]

Questo è pazzesco. Sono attività consentite dalla costituzione. La gente può simpatizzare con Hamas, se vuole. Capisco perché a molti americani, compresi sicuramente molti ebrei americani, non piaccia sentire questo tipo di discorso. A loro non piace sentir parlare di persone che simpatizzino con Hamas. Ma questi sono gli Stati Uniti d’America. E ti è permesso dire che simpatizzi con Hamas e sei anche autorizzato a dire che simpatizzi con ciò che l’IDF sta facendo a Gaza. Questo è proprio quello che si intende con libertà di parola. Ma ancora una volta, la cosa che dobbiamo capire è che, una volta che si aprono questi dibattiti e si permette alla gente di dire quello che vuole, questo crea un danno enorme all’immagine di Israele all’interno degli Stati Uniti. Arreca un danno enorme alla lobby e alle relazioni tra Stati Uniti ed Israele, e loro non vogliono che succeda.

[Andrew Napolitano]

Ti farò vedere una clip di un altro tuo fan, il colonnello Lawrence Wilkerson, dove esprime un’opinione su quale sia la causa principale della situazione. Il suo discorso ci riporta al punto in cui abbiamo iniziato la nostra conversazione sull’antisemitismo in America oggi. Non so come faccia a guardarsi nello specchio.

[Lawrence Wilkerson]

Nemmeno io. Nemmeno io. Egli è la manifestazione vivente sulla Terra oggi di ciò che causa l’antisemitismo. E queste sono le parole di un rabbino che è stato mio amico per molto tempo. Le sue parole esatte sono state: “Il più grande motivatore per l’antisemitismo nel mondo di oggi è Bibi Netanyahu”.

[Andrew Napolitano]

Che ne pensi?

[John Mearsheimer]

Direi solo che non credo che abbiamo veramente un reale problema di antisemitismo negli Stati Uniti. E questa è la buona notizia.

[Andrew Napolitano]

Questa è davvero una buona notizia. ma i Repubblicani alla Camera dei Rappresentanti e la lobby israeliana vogliono farci pensare che invece il problema esista e che sia tanto grave da dover manomettere il Primo Emendamento.

[John Mearsheimer]

Sono d’accordo, ma è semplicemente perché sono interessati a mettere a tacere le critiche nei confronti di Israele. Ascolta, Israele sta commettendo un genocidio. Stiamo parlando di uno stato di apartheid che sta eseguendo un genocidio. C’è da stupirsi che molti studenti che hanno accesso a piattaforme come TikTok e capiscono cosa sta succedendo stiano protestando? Non c’è da stupirsi, ma questo non è affatto antisemitismo. E ancora una volta, molti dei manifestanti sono ebrei, e molte persone che simpatizzano con i manifestanti sono ebree.

Quindi, l’idea che questa sia una specie di riedizione della Germania di Weimar oppure addirittura della Germania nazista non è un argomento serio. Ancora una volta, prima del 7 ottobre, nessuno aveva mai sentito parlare di antisemitismo rabbioso nei campus universitari di tutto il paese. Nessuno ne aveva mai parlato. La presidentessa di Harvard, Claudine Gay, non era mai stata dipinta come un’antisemita. Nessuno aveva mai nemmeno menzionato tale possibilità. Tutto questo sta accadendo sulla scia del 7 ottobre e riguarda il fatto che Israele è in guai seri, e sempre più persone riconoscono che Israele è in guai seri, e sta facendo cose assolutamente orribili ai palestinesi. Questo è ciò che sta succedendo.

[Andrew Napolitano]

Cosa pensi che accadrà se l’IDF invadesse Rafah e massacrasse altre 35.000 persone.

[John Mearsheimer]

Le proteste saranno ancora più grandi di quanto non lo siano ora. Voglio dire, l’idea che possano mettere fine a queste proteste facendo intervenire la polizia non è un argomento serio. Questo è ciò che Edward Levy aveva già capito nel 1968-69, vale a dire che l’intervento della polizia non aiuta.

Non si possono mettere fine a questi problemi picchiando i manifestanti o cercando di sbatterli in prigione se criticano Israele. L’unico modo per risolvere questi problemi è di risolvere effettivamente il problema che si trova alla base di tutto, il che significava all’epoca porre fine alla guerra del Vietnam, mentre in questo caso significa cambiare radicalmente ciò che Israele sta facendo a Gaza.

Se gli israeliani interrompessero tutte le uccisioni e facessero di tutto per dare ai palestinesi una vita dignitosa, le proteste morirebbero, oppure si ridurrebbero notevolmente. Ma quello che accadrà, con ogni probabilità, se si ascolta e si crede a Netanyahu, è che entreranno a Rafah, e finiranno per uccidere molti più civili, e forse anche per cacciare alcuni dei palestinesi costringendoli a rifugiarsi in Egitto. Questo causerà enormi problemi. Le proteste sono destinate a crescere. Ma picchiare i manifestanti o derubarli dei diritti sanciti dal primo emendamento della costituzione non è certamente la soluzione, in questo caso.

[Andrew Napolitano]

Israele è davvero un alleato degli Stati Uniti?

[John Mearsheimer]

No, non in modo significativo. Voglio dire, le persone nella lobby e i difensori di Israele amano sostenere che si tratti di una risorsa strategica. Ma non è affatto una risorsa strategica. È uno strategico cappio al collo. È un’àncora intorno al nostro collo, come ho detto in numerose occasioni. E da un punto di vista etico o morale, tutto ciò che sta facendo è ripugnante quando lo esaminiamo sotto la lente dei valori civili americani. Voglio dire, veramente si aspettano che siamo entusiasti nel sostenere uno stato di apartheid?

Dovremmo davvero essere entusiasti di sostenere il genocidio a Gaza? Certo che no. Quindi, l’idea che questa sia una relazione stretta, che abbiamo questo rapporto speciale con Israele, che gli diamo aiuto incondizionato perché è una risorsa strategica ed è la cosa moralmente corretta da fare, non è un argomento serio. Quello che stiamo facendo è guidato in gran parte dai sostenitori di Israele che fanno gli straordinari, che sono stati implacabili nei loro sforzi per convincere gli Stati Uniti a sostenere Israele, qualunque cosa accada.

[Andrew Napolitano]

E che hanno fatto sì che questo mantra, che continua a ripetere che Israele è il nostro più stretto alleato, si diffondesse e si articolasse tra i membri del Congresso e nel governo, in entrambi i partiti ed in tutte le ideologie politiche americane.

[John Mearsheimer]

Naturalmente, c’è tutta una serie di mantra che queste persone del Congresso e le persone alla Casa Bianca ci propinano in continuazione, in modo da ottenere il sostegno della lobby nella loro carriera politica. O per lo meno per scongiurare il fatto che la lobby li prenda di mira e cerchi di sconfiggerli alle prossime elezioni. Questo è il vero problema che il presidente Biden deve affrontare. è in lizza per la rielezione a novembre e sa benissimo che se si dimostra critico nei confronti di Israele oppure minaccia di tagliare gli aiuti militari ad Israele, il risultato finale sarà che, in autunno, perderà sicuramente. Voglio dire, potrebbe perdere comunque, soprattutto considerando la direzione che queste proteste stanno seguendo, ma, se si dimostra ostile nei confronti di Israele oppure nei confronti della lobby, si vendicheranno su di lui. Le cose funzionano in questo modo.

[Andrew Napolitano]

Qui abbiamo un ex presidente degli Stati Uniti, non più in vita, che ha rilasciato un’intervista poco dopo aver lasciato la Casa Bianca, e che parla di quello che considera il giusto rapporto tra gli ebrei americani ed Israele, e tra Israele e gli Stati Uniti.

[Richard Nixon]

Lasciate che vi spieghi qualcosa su quella che viene chiamata la lobby ebraica in questo paese. In primo luogo, gli ebrei, comprensibilmente, negli Stati Uniti, a causa di ciò che è accaduto nella Seconda Guerra Mondiale, a causa dell’Olocausto, daranno la priorità assoluta alla sopravvivenza di Israele. Dunque, da buoni americani quali sono, credono che la sopravvivenza e la sicurezza dell’America siano direttamente collegate a quelle di Israele. In altre parole, la loro convinzione è che mettere il benessere di Israele al primo posto non equivalga a mettere l’America al secondo posto, perché pensano che ciò che va bene per l’uno vada bene anche per l’altro. Tuttavia, a mio avviso, un presidente americano deve affrontare la questione in modo diverso. Deve sempre pensare innanzi tutto a ciò che è meglio per l’America.

E questo è vero sia che abbia a che fare con gli israeliani, sia che abbia a che fare con gli irlandesi, o con i tedeschi, o con i polacchi, e via dicendo. Di solito, ciò che è meglio per l’America è anche il meglio per Israele e viceversa, ma, a volte, un presidente americano deve prendere decisioni che, in effetti, negano agli israeliani di poter fare ciò che vogliono. Non può dare loro un assegno in bianco. E un esempio di ciò è una decisione che ho preso all’inizio della nostra amministrazione. All’epoca decisi che avremmo cercato di instaurare buone relazioni con l’Egitto e con altri paesi vicini ad Israele. A molti dei miei amici israeliani non piaceva quella idea perché volevano un rapporto speciale con Israele e solo con Israele. Ma ho sempre detto che gli interessi di Israele sono meglio serviti se gli Stati Uniti rimangono amici dei vicini e dei potenziali nemici di Israele piuttosto che lasciare un vuoto che l’Unione Sovietica verrebbe a riempire.

[Andrew Napolitano]

Che ne pensi?

[John Mearsheimer]

Sono d’accordo con tutto quello che ha detto, tranne per il fatto che non la chiamerei la lobby ebraica. La chiamerei la lobby israeliana, perché non tutti gli ebrei sono nella lobby, e nella lobby ci sono sionisti cristiani ed altri personaggi che contribuiscono alla sua influenza. Ma per il resto, le sue argomentazioni sono assolutamente corrette. Ha sottolineato il fatto che i sostenitori di Israele amano confondere gli interessi dell’America con gli interessi di Israele, e dire che non c’è differenza tra i due. E Nixon dice giustamente che non si può fare. Possono esserci convergenze di interessi per la maggior parte del tempo, ma non sempre.

E quando gli Stati Uniti ed Israele hanno interessi diversi, lui, il presidente Nixon, favorirà gli interessi americani, per tutte le ovvie ragioni. Ma ancora una volta, la maggior parte dei sostenitori di Israele crede che non ci sia alcuna differenza tra gli interessi dei due paesi. Ora, ciò che cambia dalla situazione di Nixon rispetto alla situazione attuale è che, all’epoca di Nixon, la lobby non aveva neanche una frazione della potenza che può esercitare oggi. La lobby è diventata molto potente. Oggi è straordinariamente potente, e deve esserlo necessariamente perché il compito di difendere Israele è diventato molto più complicato, molto più difficile di quanto non lo fosse ai tempi di Nixon.

E penso che Richard Nixon fosse in una posizione in cui poteva sfidare la lobby in modi che nessun presidente oggi potrebbe nemmeno immaginarsi di fare.

[Andrew Napolitano]

Ci sono cristiani all’interno della lobby? Esistono davvero i cristiani sionisti, come, ad esempio, il presidente della Camera Mike Johnson?

[John Mearsheimer]

Assolutamente. Non c’è dubbio. E c’è stato un certo numero di ebrei americani sostenitori di Israele che sono disgustati dal fatto che molti ebrei sono critici, molti ebrei americani sono critici nei confronti di Israele. Ed i sostenitori della lobby dicono che i sionisti cristiani sono i più fermi alleati di Israele, anzi sono gli alleati migliori e più forti che Israele possa avere. L’ho sentito dire nel corso degli anni da diversi ebrei americani. Quindi i cristiani sionisti hanno un peso importante. Ma, naturalmente, penso che il nucleo della lobby sia costituito da ebrei americani. Ma ancora una volta, voglio sottolineare che la lobby non rappresenta il parere degli ebrei americani, neanche lontanamente.

[Andrew Napolitano]

Prima di lasciarti andare, torniamo al punto di partenza, la libertà di parola. Siamo nella prima settimana di maggio. È tempo di esami di laurea in quasi tutte le principali università del paese. Come pensi che andrà a finire? La protesta si spegnerà nell’arco di un paio di settimane? Possiamo aspettarci che questi giovani si coalizzino in decine o centinaia di migliaia a Chicago, quest’estate, dove, per quanto ironico possa essere, si terrà la Convention Nazionale Democratica proprio come nel 1968? La protesta tornerà a riemergere di nuovo a settembre qualora l’IDF stesse ancora massacrando innocenti? Qual è la tua opinione al riguardo?

[John Mearsheimer]

Bene, penso che sarà molto interessante vedere cosa succede alla cerimonia di laurea nelle varie università e college in tutto il paese dove questo è emerso come problema. La University of Southern California, che si è comportata in modo ripugnante su tutta la questione, ha annullato la cerimonia di laurea, e questo potrebbe accadere anche in altre università. Se non vengono cancellate, la mia ipotesi è che ci saranno molte proteste in diverse cerimonie di laurea in tutto il paese. Ma poi arrivano le vacanze scolastiche, le vacanze scolastiche estive. E la domanda è: cosa succede durante l’estate? Penso che la grande domanda sarà cosa accadrà alla Convention Nazionale Democratica.

È difficile per me immaginare che non ci sia una protesta significativa. Faranno quella convention virtualmente, sarà questa la strada che percorrono? Se non lo facessero, continuo a pensare a quello che è successo a Chicago nel 1968 e mi chiedo come sarà la Chicago del 2024 per la Convention Nazionale Democratica.

E potrebbe non essere una cosa bella da vedere, ma poi la scuola ricomincerà. E penso che ciò che succederà quando la scuola inizierà di nuovo sarà tutto in funzione di ciò che gli israeliani progettano di fare. E credo che ci siano poche possibilità, ma spero di sbagliarmi, credo che ci siano poche possibilità che gli israeliani facciano molto per migliorare la sorte dei palestinesi a Gaza oppure in Cisgiordania. E quindi, le proteste riprenderanno il prossimo autunno. E gli amministratori universitari avranno un anno intero davanti a loro per cercare di affrontare i manifestanti, e ci sarà un’enorme pressione su di loro, allora, come c’è ora da parte dei sostenitori di Israele, specialmente i sostenitori che hanno grandi libretti di assegni, e quei rettori universitari saranno sottoposti a una tremenda pressione per reprimere le proteste. E se dovessero dare un giro di vite, come ho detto prima, non credo che funzionerebbe a loro vantaggio, a vantaggio dei rettori delle università, e nemmeno a vantaggio della lobby israeliana.

[Andrew Napolitano]

Professor Mearsheimer, grazie mille, mio caro amico. La prossima settimana terrò una lezione all’Università degli Studi di Milano. Quindi viaggerò, e ci rivediamo tra due settimane. La mia conferenza si intitola “Prendere sul serio i diritti”, e potete immaginare cosa dirò sullo stato della libertà di parola in America oggi. Ma grazie mille per il tempo che ci hai dedicato oggi e per tutte le tue meravigliose analisi, come sempre.

[John Mearsheimer]

Piacere mio.

[Andrew Napolitano]

Grazie.

Un gravissimo rischio per la libertà di parola

La legge di cui parlano in questo video è una legge agghiacciante, perché di fatto fa riferimento, non fornisce una definizione di antisemitismo, non dice cos’è l’antisemitismo, dice di andare a vedere su un sito, il che è demenziale, ma in più su questo sito non c’è una definizione chiara, una definizione variabile e noi sappiamo, siccome hanno inserito questa legge nel contesto delle regole contro la discriminazione, che negli Stati Uniti sono estremamente rigorose, che una legge di questo tipo potrebbe portare ad esempio alla chiusura del mio sito. Semplicemente se io facessi una leggera critica nei confronti di Israele non solo dovrei chiudere il sito, rischierei di andare in galera, ma in più dovrei immediatamente ingaggiare avvocati spendendo da subito 15, 20, 30 mila dollari soltanto per pagare l’inizio della parcella dell’avvocato, per difendermi rispetto ad accuse che sarebbero praticamente incomprensibili.

Quindi questa legge che è stata approvata dalla quasi totalità del partito repubblicano ha dimostrato che i repubblicani sono praticamente dei buffoni. Solo 20, 21 se non sbaglio, hanno votato contro, fortunatamente uno di questi 21 è rappresentante del distretto in cui vivo io, dimostra quindi che i repubblicani hanno esattamente le stesse politiche, le stesse strategie dei democratici, solo che cambiano gli argomenti. Dove i democratici censurano per alcuni temi, i repubblicani censurano per altri, ma la censura è esattamente la stessa.

Tra l’altro il fatto di creare una legge appositamente apposita per condannare questo tipo di libero pensiero è un’atrocità che va ben oltre quello che i pessimi democratici sono riusciti a fare, anche se sicuramente ai democratici piace ridere, tant’è che stanno collaborando con i repubblicani in tal senso. La legge è stata approvata alla Camera dei deputati, per il momento è ferma al Senato, vedremo cosa succederà, c’è stato un sollevamento di scudi da parte dell’opinione pubblica, c’è veramente una costernazione generale. Trump si è pronunciato a favore di questo tipo di impostazione e lo stesso amministratore delegato di Truth Social si è pronunciato a favore, quindi questo è uno dei motivi per cui una volta che avrò finito questo video chiuderò il mio gruppo MazzoniNews su TruthSocial, perché evidentemente Truth Social ha degli obiettivi diversi rispetto a quelli dichiarati. Perlomeno questa è la realtà attuale, vedremo più avanti se cambierà la direzione.

Quindi è un disastro dal punto di vista d’immagine, molti conservatori si sono distanziati sia da Trump che dal partito repubblicano, quindi si pronuncia una elezione piuttosto complicata, perché entrambi i contendenti si sono infilati in una trappola da cui sarà difficile per loro uscire, anche perché come abbiamo visto l’influenza della lobby è fortissima e nel caso di Trump c’è un pacchetto di 100 milioni di dollari, comunque è un pacchetto importante di finanziamenti che fa gola e che gli verrà assegnato soltanto se lui si dichiarà disponibile a fare cose che la lobby gli chiede di fare. I manifestanti che vengono menzionati erano quasi tutti pacifici, a parte qualche piccolo gruppo di facino rosi che in realtà provenivano dall’esterno dell’università, quindi erano persone prezzolate da qualcuno, si dice George Soros, non è dimostrabile ma di solito è la sua organizzazione che fa questo tipo di attività, che arrivavano e creavano confusione, creavano lo scontro con la polizia in modo da favorire l’intervento della polizia. La polizia è intervenuta in modo molto pesante, in particolare in Texas, il governatore di Texas è distinto per essere estremamente repressivo, quindi un altro esempio di grande libertà di parola, direi che il Texas esce da questa vicenda decisamente molto male e d’altro canto, visto che si parla di petrolio, visto che si parla di gas naturale, è anche comprensibile che sia così considerata la storia precedente del Texas.

Quindi non c’erano proteste violente, erano semplicemente occupazioni, c’erano delle tende sul terreno, sui prati di queste università e poi hanno occupato alcuni spazi. Se noi ci ricordiamo quello che si aveva in Italia negli anni ’70 è stato niente, però di questo hanno fatto un grande polverone e sulla base di questo polverone vogliono far approvare questa legge che è una legge che è chiaramente incostituzionale, perché negli Stati Uniti, come spiegano giustamente il giudice e Mearsheimer, il primo emendamento, quindi se vogliamo il primo articolo dei diritti costituzionali, prevede la libertà di religione e libertà di parola, proprio perché quando non c’è libertà di parola la democrazia non può più esistere, siamo in uno stato totalitario per definizione e quindi non è proprio il caso di tollerare questo tipo di atteggiamento anche in previsione del fatto che vogliono ripristinare la leva obbligatoria, si stanno preparando chiaramente a una guerra mondiale, non c’è dubbio, e Trump non è chiaro in che direzione sia proiettato e da quello che vediamo non è in una direzione, diciamo, rosea.

Giusto per rispondere a un commento che è stato fatto durante il video, da quello che so non è possibile avere la cittadinanza israeliana se non si è ebrei e in generale da quello che so di nuovo non è neanche possibile possedere una casa o un bene immobile in Israele, ma di fatto lo si può soltanto avere in concessione dal governo di nuovo se si è ebrei, così come è stato stabilito dal governo medesimo. Come informazione generale sulla situazione a Gaza e in Israele, l’IDF, l’esercito israeliano, dopo ha annunciato che è impossibile sconfiggere Hamas e che quindi la campagna di Gaza andrà avanti a tempo illimitato, perché come dice giustamente e come del resto l’abbiamo già capito fino al principio, Hamas non è semplicemente una forza militare ma è un’ideologia, un’idea, quindi non si può sconfiggere un’idea usando la forza, questo è uno dei concetti elementari che la storia ci insegna e ogni volta che si usa la forza per sconfiggere un’idea non si fa che rafforzare l’idea, quindi dopo aver perso moltissimi uomini e dopo aver avuto, ci dicono di nuovo, le fonti ufficiali dell’esercito israeliano, 70.000 feriti, che per Israele è una quantità enorme, sono più o meno un punto di partenza, hanno raso al suolo Gaza quasi interamente e hanno creato le condizioni ottimali per l’esercito di Hamas che si può a questo punto nascondere facilmente all’interno delle rovine, non c’è nessun punto specifico dove possono colpire per uccidere e quindi continua ad ammazzare soldati israeliani in modo sistematico e questa è la situazione e la situazione non migliorerà affatto nel momento in cui Israele decidesse di attaccare Hezbollah in Libano.

Questo lo hanno detto di nuovi militari israeliani in modo molto chiaro, infatti sappiamo che il Consiglio di guerra israeliano si è praticamente sciolto, o meglio diversi si sono dimessi, perché la direzione è una direzione insostenibile. Nel video si cerca anche di dare una definizione di antisemitismo, visto che questa nuova legge non lo dà. Dunque la parola da un punto di vista etimologico deriva da Shem, che era uno dei figli di Noè, che dato origine ai Semiti come gruppo etnico che racchiudono non soltanto gli ebrei ma anche gli etiopi, gli arabi e i fenici, quindi in senso letterale i Semiti includono anche i palestinesi. Storicamente tuttavia la parola è entrata nell’uso comune come la repressione e la persecuzione degli ebrei, delle persone di religione ebraica o di origine ebraica.

È stata particolarmente presente in Europa, infatti non è un fenomeno che era presente in Medio Oriente, e non è mai stato un fenomeno presente negli Stati Uniti fino a tempi relativamente recenti. Infatti, nel Medio Oriente e nel mondo islamico, gli ebrei non hanno sempre convissuto liberamente con i cristiani e con gli arabi, che erano presenti nell’area, e solo dopo l’arrivo dei sionisti la situazione è diventata complicata e si è creato un conflitto vero e proprio. Negli Stati Uniti l’antisemitismo esiste ma è un fenomeno trascurabile ancora come dimensione, un po’ come il razzismo nei confronti delle persone di colore, esiste ma è molto piccolo. Quindi l’ingigantirlo non fa che di fatto porlo sempre più in evidenza e favorire la ri-emersione di questo fenomeno che è un fenomeno naturalmente odioso.

Si parla nel video della Convention Democratica del 1968 durante la quale ci furono moltissime proteste che erano dovute sia alla guerra ai Vietnam, quindi legate alla guerra, in questo caso sarebbero legate alla guerra a Gaza, come pure all’epoca l’assassinio di Martin Luther King quello stesso anno. Quindi siamo in un periodo estremamente caldo per l’opinione pubblica americana che si sta rapidamente allontanando da un supporto che prima o poi dava in modo implicito ad Israele. Questo è il concetto fondamentale che vorrei trasmettere a tutti coloro che in qualche modo si sentono in pericolo da questo tipo di trend, che vede sicuramente un aumento dell’antisemitismo a livello internazionale, antisemitismo che non va incoraggiato, ma va semmai combattuto. Ma il problema fondamentale è che oggi l’opinione pubblica americana sta cambiando, e sta cambiando in modo radicale, senza possibilità di ritorno.

Ci sono tutte queste nuove generazioni nelle università che protestano per quello che sta succedendo a Gaza, che domani saranno nuovi manager, nuovi dirigenti, la nuova leadership degli Stati Uniti o di quello che resterà degli Stati Uniti, e che sicuramente avranno un atteggiamento diverso, visto l’atteggiamento, l’oppressione violenta a cui sono sottoposti nei confronti di Israele, nei confronti della questione israeliana nel complesso. E Israele ha sicuramente indebolito in modo drastico la proposta del mondo dal punto di vista economico, da un punto di vista diplomatico, da un punto di vista anche militare. Prima finisce questa guerra, prima Netanyahu si toglie dai piedi, meglio è per gli israeliani e per l’Iberia in generale. Secondo me e secondo molti altri esperti, sia geopolitici che militari degli Stati Uniti. Ma vediamo cosa ne pensa uno dei più seguiti e rispettati rabbini ortodossi di New York, si chiama Yisroel Dovid Weiss ed appartiene a un’organizzazione denominata Neturei Karta, che significa guardiani della città. Sono molto presenti nella città di New York, che è una delle sedi primarie degli ebrei americani e questi ebrei, che appartengono a Neturei Karta, provengono in gran parte dall’Ungheria.

Ritengono che la redenzione degli ebrei possa avvenire soltanto con l’arrivo del Messia e sono totalmente contro il sionismo e allo Stato di Israele in quanto tale che considerano un sacrilegio. Non è la posizione condivisa da altri ebrei, ma sicuramente sono moltissimi ebrei americani che sono anti-sionisti. Magari non sono sfavorevoli allo Stato di Israele in quanto tale, ma sono contrari al movimento del sionismo.

Ne parlava prima John Mearsheimer. In effetti la frangia secondo me più importante degli anti-sionisti sono proprio ebrei americani. I cristiani sono abbastanza disinteressati all’argomento. La Torah di cui parla il rabbino naturalmente sono i primi cinque libri della Bibbia ebraica, il documento centrale dell’ebraismo che è stato usato come testo religioso per molti secoli dagli ebrei in tutto il mondo. E ora ecco il video del rabbino Yisroel Dovid Weiss.

Due popoli che erano amici

[Rabbino Yisroel Dovid Weiss]

Quello che abbiamo visto sabato scorso, è stato scioccante per il mondo, ma il mondo non sembra prendere in considerazione i 75 anni in cui ogni giorno, quasi ogni giorno, ci sono morti e sofferenze palestinesi. Ma noi, come ebrei, ne teniamo conto. Quello che viene presentato nei media non è il modo in cui personalmente la vedo. Di conseguenza, come ebreo che è osservante, che segue le regole dell’ebraismo, della Torah, intendo chiarire che l’ebraismo è sottomissione a Dio. Ecco di cosa si tratta. È una religione che ha 3.000 anni, mentre invece il sionismo esiste solo da 150 anni. È una trasformazione verso il nazionalismo, è l’ambizione di avere un pezzo di terra. È un movimento politico. È un movimento materialista. è stato iniziato da ebrei che non erano religiosi, e stanno semplicemente incorporando il resto degli ebrei, usando il nome di Israele, usando la stella di Davide, e sostenendo che hanno un diritto che gli viene da Dio, che è stato dato loro da Dio. E noi che seguiamo la Torah, che siamo fedeli alla Torah, ci alziamo in piedi per confutare categoricamente ciò che dicono.

La Torah afferma chiaramente che non uccideremo, non ruberemo, e l’intero concetto del sionismo è estraneo, ed è totalmente antitetico rispetto ai nostri insegnamenti, è contraddittorio. La comunità ebraica ha vissuto insieme alla comunità musulmana e alla comunità cristiana senza problemi per lungo tempo. Ma da quando questo movimento è iniziato e da quando hanno preso piede nel paese, e alla fine hanno ottenuto il dominio sul paese, c’è stato uno spargimento di sangue infinito. Si è creato un odio dove prima non c’era ed è stato moltiplicato di mille volte. Si è inserito un cuneo tra ebrei e musulmani che ha portato morte e sofferenza al popolo palestinese, in maggioranza, ma anche alla popolazione ebraica. Quello che abbiamo visto sabato scorso, è stato scioccante per il mondo, ma il mondo non sembra prendere in considerazione i 75 anni in cui ogni giorno, quasi ogni giorno, ci sono morti e sofferenze palestinesi. Ma noi, come ebrei, ne teniamo conto. Diciamo che questa è chiaramente una ribellione contro Dio e ci fa più male del solito perché viene fatta in nostro nome.

E i rabbini che vedete, le basi di potere che vedete negli insediamenti che sono marginali rispetto alle comunità ebraiche, sono quelli che hanno creduto a questa storia che sostiene che quello che stanno facendo sia il desiderio di Dio. Ma la parte centrale dell’ebraismo, i più religiosi, in qualsiasi paese, ad esempio in Argentina, i più religiosi dicono: “No, siamo assolutamente contrari a tutto questo”. Piangiamo con i palestinesi. E quindi, quello che sta succedendo oggi a Gaza, è che la stanno bombardando senza sosta. E li stanno isolando e li stanno accusando di essere animali, ed è persino difficile ripetere tutto quello che dicono. Li accusano di essere terroristi, ma serve unicamente per coprire la loro occupazione totalmente illegittima della terra palestinese. E porterò una semplice prova in questo senso. La comunità ebraica ha vissuto insieme agli arabi, per centinaia di anni, in Palestina, in Egitto, in Marocco, in Tunisia, in Iran, in tutti i paesi in cui abbiamo vissuto e prosperato come ebrei religiosi, tra musulmani religiosi senza aver bisogno della protezione di alcun gruppo per i diritti umani. Abbiamo sempre vissuto insieme, ci siamo presi cura l’uno dei figli dell’altro, anche se abbiamo una religione nettamente diversa, e questo non è mai stato motivo di animosità. Tutto ciò è cambiato con l’introduzione del sionismo, con il voler prendere controllo della terra altrui.

Tutto è iniziato allora. E non stiamo parlando del 1948, bensì dal 1890 o giù di lì. In quel momento i sionisti hanno iniziato ad arrivare ed a prendere il controllo delle terre. Da allora, c’è morte e sofferenza, dei palestinesi e degli ebrei, perché stanno creando questa paura, questo odio, questo allontanamento. Voglio dire che possiamo mostrare molte immagini di come gli ebrei hanno vissuto insieme ai musulmani. Qualsiasi arabo anziano ve lo dirà e ne avrete conferma da qualsiasi ebreo anziano. Vi diranno che facevano da babysitter ai figli l’uno dell’altro, e si aiutavano a vicenda. Ho raccolto molte storie di persone che lo hanno confermato. Invece appare chiaro che personaggi come questo Ben Gvir e queste altre persone stanno dicendo di provenire dai Mizrahi, cioè quel segmento di sionisti religiosi, ma non appartengono al segmento centrale degli ebrei religiosi, quello che chiamiamo l’Edah HaVChareidis, una comunità timorata di Dio che si trova in tutto il mondo, e che è in totale opposizione. E ci fa davvero male non avere parole per descrivere la sofferenza dei palestinesi. Ecco perché siamo scesi in piazza, anche oggi.

Scendiamo in piazza a migliaia, ma saremmo centinaia di migliaia che manifestano costantemente, se non fosse per la paura delle ripercussioni da parte dei sionisti perché sono feroci. Siamo scesi in piazza due giorni fa a Manhattan per una dimostrazione, e quando sono tornato alla mia automobile, avevano rotto gli specchietti e tagliato le gomme. E questo non è nulla rispetto a ciò che minacciano di farci. Fanno minacce di morte. A Gerusalemme ed in altre parti della Palestina occupata, la gente come noi viene uccisa, arrestata e subisce altri tipi di maltrattamenti. Quindi c’è una ragione per cui si sentono meno delle nostre voci di quelle che ci sono davvero, ma le nostre comunità sono comunque ricolme di opposizione al sionismo.

E oggi ci rivolgiamo ai leader. è molto spaventoso quello che stiamo vedendo oggi, e ci sono 300.000 soldati radunati alle porte di Gaza e, naturalmente, i bombardamenti sono strazianti, non ci sono parole per esprimere il nostro dolore. E quindi possiamo solo, ancora una volta, supplicare i leader mondiali e chiedere che si ponga fine a questa ingiustizia, a questa criminalità, a questa sofferenza del popolo palestinese. Dobbiamo, dobbiamo fermarla. Un giorno tutto questo finirà. Sono azioni contro Dio. E noi, come ebrei, piangiamo e soffriamo con loro e preghiamo per loro. E scendiamo in piazza senza sosta ed instancabilmente.

Alcuni di noi scendono in piazza ogni singola volta. Voglio dire, lo facciamo da anni. E ci sono molti altri che tengono manifestazioni davanti all’ONU. E quindi scendiamo in piazza. Molti media non ne parlano perché sanno che verrebbero accusati di essere antisemiti, ma noi ci proviamo comunque e speriamo che, con l’aiuto di Dio, con la sua compassione, avremo infine una Palestina totalmente libera. E quando succederà, noi ebrei saremo in grado di mostrare la nostra immensa gratitudine per il fatto di essere stati accolti ed abbracciati dagli arabi quando abbiamo sofferto in Europa. Abbiamo dovuto subire le crociate e l’inquisizione, e quando è successo sono stati solo i paesi musulmani che ci hanno accolto e ci hanno permesso di fiorire insieme a loro. Quindi dovremmo essere in grado di mostrare ancora una volta la nostra gratitudine e non restare semplicemente a guardare quando vengono diffamati.

Speriamo che accada presto nei nostri giorni e ci scusiamo per ciò che viene fatto nel nome dell’ebraismo.

L’intelligence israeliana conosceva i piani di attacco del 7 ottobre

Come spiega molto bene il rabbino, gli ebrei hanno convissuto pacificamente con i musulmani in terra santa per secoli. Il fenomeno del cosiddetto terrorismo è emerso dopo, è emerso grazie a un intervento esterno di Francia e Gran Bretagna e poi degli Stati Uniti. E ha avuto, come dicevo all’inizio, come motivazione fondamentale il controllo del petrolio. Quindi l’attentato dell’11 settembre è in quella direzione, la guerra al terrorismo è chiaramente in quella direzione e anche oggi la guerra di Gaza va sempre in quella direzione. Non è un mistero che Netanyahu ha sostenuto Hamas come alternativa al governo palestinese in Cisgiordania per avere due governi separati, per dividere i palestinesi ed evitare un colloquio di pace con i palestinesi medesimi, e la situazione naturalmente è anche quella che è grazie al fatto che ha seguito questa politica. Tra l’altro è emerso da poco da fonti militari israeliani che l’intelligence israeliana aveva tutti i dettagli sull’attacco del 7 ottobre, settimane prima che questo accadesse.

Quindi c’è molto di più che probabilmente emergerà su questa questione e capiremo meglio quello che sta succedendo a mano a mano che andremo avanti. Nel prossimo video vi proporrò la testimonianza di un altro rabbino che non è contrario allo stato di Israele in quanto tale, ma comunque ha delle cose da dire sul sionismo e che ha scritto un libro di 1300 pagine sull’argomento che credo ci proporrà una visione interessante. Dopodiché anche nel mondo ebraico ci sono tantissime voci, tantissimi orientamenti, tantissime teorie, ma la cosa che diventa importante per noi è quando questo interviene sulla politica e interviene sulla politica internazionale americana, perché oggi non possiamo più far finta di niente, oggi siamo in una situazione molto critica, molto delicata ed è indispensabile che gli animi si calmino in tutti i sensi.

Roberto Mazzoni

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