Siamo insieme nella ricerca della verità, in questo caso la verità su quale sarà il futuro del pianeta. Saremmo avvolti da un olocausto nucleare oppure anche questa volta ce la scampiamo? Sicuramente chi ha seguito gli eventi degli ultimi giorni avrà saputo dell’escalation autorizzata da Joe Biden nell’uso di missili a lunga agitata all’interno della Russia, missili prodotti, progettati, programmati, pilotati e attivati direttamente da persone statunitense. Il Cremlino, in particolare Vladimir Putin, era stato molto chiaro riguardo e ha detto che qualora questi missili forse ero stati usati sarebbe stato l’equivalente di una dichiarazione di guerra da parte degli Stati Uniti e della NATO nei confronti della Russia e che quindi da confronto sostanzialmente locale tra Ucraina e Russia la guerra ucraina sarebbe diventata una guerra europea con possibili recriminazioni nucleari da parte dei russi. Abbiamo visto nei video precedenti e in coda a questo articolo vi proporrò un’intervista che ho fatto recentemente con il vaso di Pandora in cui delineavo la strategia di Trump.
Abbiamo visto che il Pentagono aveva ostacolato, aveva frenato questa iniziativa rimandando di fatto il primo ministro britannico Keir Starmer a casa colpiva nel sacco perché non era riuscito a ottenere l’autorizzazione a lanciare sia i missili americani che si chiamano ATACAMS sia i missili britannici che si chiamano Storm Shadows oltre che i missili francesi che si chiamano Scalp. La situazione è cambiata, la situazione è cambiata all’improvviso perché dopo la dichiarazione fatta da Trump di apertura nei confronti della Russia per la definizione di un qualche tipo di negoziato che ponga fine alla guerra abbiamo avuto questa alzata di ingegno da parte dell’amministrazione Biden che conclude il periodo atroce di quattro anni che sicuramente la classifica come la peggiore presidenza che gli Stati Uniti abbiano mai visto nella loro storia con una chiusura che da molti è stata definita una forma di tradimento ma d’altro caso non ci si può aspettare altro da politici che lavorano per qualcun altro e non per gli Stati Uniti. Ma cominciamo a mettere ordine nelle cose vediamo il discorso fatto da Trump che ha dato il via a questa escalation. Ecco il video.
Non siamo mai stati più vicini alla Terza Guerra Mondiale di quanto lo siamo oggi sotto Joe Biden. Un conflitto globale tra potenze armate di armi nucleari significherebbe morte e distruzione su una scala senza precedenti nella storia umana. Sarebbe un Armaghedon nucleare. Niente è più importante che evitare quell’incubo. Lo eviteremo, ma abbiamo bisogno di una nuova leadership. Ogni giorno che continua questa battaglia per procura in Ucraina, rischiamo una guerra globale. Dobbiamo essere assolutamente chiari che il nostro obiettivo è di immediatamente ottenere una cessazione totale delle ostilità. Tutti i combattimenti devono cessare. Questo è il problema centrale.
Abbiamo bisogno di pace senza indugio. Inoltre, ci deve essere anche un impegno completo per smantellare l’intero establishment neoconservatore globalista che ci trascina perpetuamente in guerre infinite, fingendo di combattere per la libertà e la democrazia all’estero, mentre ci trasformano in un paese del terzo mondo e una dittatura del terzo mondo proprio qui a casa nostra. Il Dipartimento di Stato, la burocrazia della Difesa, i Servizi di Intelligence e tutto il resto devono essere completamente riformati e riorganizzati per licenziare i membri dello stato profondo e mettere l’America al primo posto. Dobbiamo mettere l’America al primo posto. Infine, dobbiamo completare il processo iniziato sotto la mia amministrazione di rivedere fondamentalmente lo scopo e la missione della NATO.
Il nostro apparato di politica estera continua a cercare di trascinare il mondo in un conflitto con una Russia armata di armi nucleari basandosi sulla menzogna che la Russia rappresenti la nostra minaccia più grande. Ma la più grande minaccia per la civiltà occidentale oggi non è la Russia, è probabilmente, più di ogni altra cosa, noi stessi e alcune delle persone orribili che odiano gli Stati Uniti, che ci rappresentano. È l’abolizione delle nostre frontiere nazionali. È l’incapacità di vigilare le nostre città. È la distruzione dello stato di diritto dall’interno.
È il crollo della famiglia nucleare e dei tassi di fertilità come nessuno può credere stia accadendo. Sono i marxisti che vorrebbero che diventassimo una nazione senza Dio, adorando all’altare della razza, del genere e dell’ambiente. Ed è la classe globalista che ci ha reso totalmente dipendenti dalla Cina e da altri paesi stranieri che fondamentalmente ci odiano.
Questi globalisti vogliono sperperare tutta la forza, il sangue e le ricchezze dell’America, inseguendo mostri e fantasmi all’estero mentre ci tengono distratti dal caos che stanno creando proprio qui a casa nostra. Queste forze stanno causando più danni agli Stati Uniti di quanto Russia e Cina avrebbero mai potuto sognare. Sradicare questo malato e corrotto establishment è il compito monumentale del prossimo presidente, e sono l’unico in grado di farlo. Sono l’unico capace di portare a termine il lavoro. So esattamente cosa deve essere fatto.
Bene il messaggio di Trump è molto chiaro e il messaggio di Trump è una promessa più che non una previsione, una promessa di riformare il famoso Deep State un’operazione che è chiaramente quasi impossibile che vede resistenza notevole all’interno dei Stati Uniti ma formidabile dall’Unione Europea che per qualche motivo che probabilmente comprendiamo a questo punto vuole continuare la guerra in Ucraina a tutti i costi oltre che la resistenza a oltranza del governo britannico che deve necessariamente continuare la guerra in Ucraina perché non può permettere che la Russia vinca e non potrà mai permetterlo se vuole sopravvivere nella sua ottica di ripristino del impero britannico ormai collassato completamente. Collasso che si affianca a un collasso finanziario e che si estenderà inevitabilmente all’eurozona.
Ma detto questo come siamo messi effettivamente? Allora innanzitutto ci sono molte componenti in questo scenario che vanno considerate. La prima di queste componenti è naturalmente la nomina dei vari personaggi che Trump ha scelto per le posizioni di controllo se vogliamo delle posizioni chiave relative al Deep State quindi ministro della difesa, consulente per la sicurezza nazionale, direttore della CIA, ministro degli esteri quindi segretario di stato e senza fare nomi in dettaglio e senza entrare nella definizione delle singole caratteristiche dei personaggi nominati noi sappiamo molto bene che la maggior parte di queste persone scelte sono persone con una chiara affiliazione con Israele e che sono naturalmente dei sionisti perlomeno dichiarati. Quindi questo ha indotto alcuni a pensare che Trump in realtà fosse dell’idea di proseguire con la politica neoconservatrice di espansione delle guerre magari sostituendo la guerra in Ucraina con una guerra contro l’Iran, cosa che io invece escludo per una serie di motivi.
Innanzitutto perché stando all’analisi dei russi che ho seguito molto da vicino dopo queste nomine e dopo tutto quello che è successo, i russi hanno detto chiaramente che queste nomine tutto sommato loro vanno bene perché sono più che altro persone che si dichiarano contrarie alla Cina più ancora che non contrarie all’Iran e quindi questo toglie pressione nei confronti della Russia. Inoltre Trump è stato molto chiaro sul discorso cinese facendo comprendere che il suo obiettivo è quello di creare un confronto sul campo commerciale, trading, quindi le guerre tariffarie nei confronti della Cina e la Cina ha dato un segnale positivo in tal senso. Abbiamo visto nella riunione del G20, Xi Jinping fare un discorso agghiacciante nei confronti di Biden, un discorso in cui sostanzialmente dichiarava che erano molto felici di vedere Joe Biden sparire dalla circolazione insieme ai suoi tirapiedi e che la Cina era assolutamente stufa dei dei volta faccia dell’amministrazione Biden che davanti dicono una cosa dietro fanno un’altra e che sono dimostrati estremamente ostili nei confronti della Cina, naturalmente la Russia, e che hanno fatto un disastro epocale a livello mondiale. Di nuovo credo che sia un giudizio mai uniforme tanto dei cinesi quanto del popolo americano quanto dei russi quanto di tanti altri che l’amministrazione Biden fosse la peggiore che gli Stati Uniti avrebbero mai potuto avere e che hanno avuto.
Quindi i cinesi, in sostanza, dichiarano in modo abbastanza aperto che preferiscono un confronto magari di impatto con un avversario che però li affronti a viso aperto e che dichiari quelle che sono le sue priorità e che al tempo stesso sia disposto a raggiungere degli accordi che poi mantiene che non aver a che fare con dei finti buonisti che sono estremamente pericolosi e che non aspettano altro che pugnalarti la schiena come la totalità dell’amministrazione Biden, non c’è una sola eccezione in quel senso. Oltre ad aggiungere la totale incapacità e che ci dimostra anche l’incapacità dell’università di Oxford di formare i famosi nuovi leader del nuovo ordine mondiale, un fallimento direi colossale.
Ma torniamo al discorso di base. Quindi i cinesi vedono l’articolo di Trump di buon occhio, sanno che ci saranno guerre importanti, sanno che sostanzialmente ci sarà un divorzio. Gli Stati Uniti divorzieranno dalla Cina, il disaccoppiamento avverrà e sarà molto più deciso. Gli Stati Uniti vogliono riportare in casa molte industrie e molte attività produttive, ma così facendo si riduce anche l’importanza di Taiwan, perché nel momento in cui gli Stati Uniti ripristinano la produzione di circuiti integrati sofisticati che in origine erano in California o comunque in territorio statunitense che poi sono stati spediti a Taiwan, nel momento in cui invertono questa tendenza richiederà un po’ di tempo, la libertà di Taiwan rispetto alla Cina, le condizioni di Taiwan rispetto al conflitto interno sono decisamente poco importanti. E quindi Trump ha fatto capire che alla pari della Nato anche Taiwan al momento finora ha vissuto sulle spalle degli americani, ereditando industrie importanti, molto redditizie e anche facendo si difendere a spesa degli americani, cosa che gli Stati Uniti sono non più interessati a continuare come strategia.
Quindi la prospettiva di una guerra con la Cina è relativamente moderata e di nuovo io credo che Trump, così come ha fatto nella prima presidenza, anche nella seconda, cercherà in tutti i modi di evitare l’avvio di una nuova guerra e penso che potrebbe riuscirci. Quindi il discorso tra l’altro quello di Trump è sempre stato abbastanza trasparente, lui l’ha detto già in diverse interviste, che lui vuole avere persone che sembrano essere molto ostili nei confronti dell’avversario con cui deve fare le trattative, in modo da impostare le trattative nelle condizioni migliori, salvo poi trovare un accomodamento funzionale che vada bene per entrambe le parti e che magari non sia ottimale per nessuno dei due ma che sia accettabile. Per quello che riguarda i russi invece, che costituiscono il problema immediato, vediamo un atteggiamento abbastanza conciliatorio nei confronti di Trump, vale a dire innanzitutto sono convinti che Trump voglia porre fine alla guerra in Ucraina.
L’ha detto ripetutamente, l’ha continuato a confermare e tra l’altro viene confermato da tutti i personaggi che ha scelto nel proprio entourage, personaggi che, benché abbiano in alcuni casi collegamenti con l’ambiente neoconservatore, sono molto più interessati a garantirsi la benevolenza di Trump perché non sono personaggi di primo piano, sono personaggi che possono crescere se fanno quello che Trump gli dice, mentre possono essere scartati rapidamente se invece fanno qualcos’altro. E in più, essendo quasi tutti o per lo meno per la maggior parte dei personaggi vicini a Israele e che si professano sionisti a vari livelli, evitano di affrontare un conflitto su due fronti. Mi spiego. Noi abbiamo visto che per vari motivi, che magari potremmo approfondire se mai avremo il tempo, la politica americana è fortemente controllata dalla lobby israeliana. Nessuno può essere eletto negli Stati Uniti, in nessuno dei due partiti, senza l’appoggio di AIPAC, che sarebbe l’organizzazione che riunisce i soldi, riunisce i lobbisti a favore di Israele e senza l’appoggio della componente di sionisti cristiani, che è molto importante negli Stati Uniti, in particolare importante per il partito repubblicano. E questo vale per tutti e due i partiti, quindi è come se fosse una specie di tessera di ammissione. Se non ti dichiari sionista, non puoi arrivare alla Casa Bianca, non puoi arrivare al Parlamento.
C’è stato solo un raro caso di un parlamentare, uno solo, che è del Partito Repubblicano e che comunque si posiziona come indipendente, che è riuscito a farsi eleggere, nonostante l’opposizione della lobby israeliana, per più volte. Ma è un caso particolare perché è una comunità montana, dove si conoscono tutti, dove c’è un legame molto stretto nei confronti di questo parlamentare, si chiama Massie, e poi in ogni caso, dopo la sua ultima elezione, casualmente sua moglie è morta improvvisamente. Non sono in grado di stabilire se ci sono delle connessioni, però Massi è una delle pochissime persone che sia in grado di sostenere una pressione di questo genere e che ce l’abbia fatta. Quindi sarebbe assurdo avviare una battaglia contro la lobby israeliana e contro il Deep State in parallelo. Sarebbe una battaglia persa in partenza. Anche perché, e poi torneremo sui discorsi di Israele, Trump ha il suo progetto e il suo progetto può essere un progetto che può funzionare.
Torniamo alla Russia. I russi quindi hanno dichiarato che, dal loro punto di vista, benché non siano pronti a interrompere i combattimenti come chiede Trump, perché non è nel loro interesse, stanno vincendo, più tempo passa, più terreno, territorio guadagnano e soprattutto più ucraini eliminano e di conseguenza vogliono che le trattative possano avviarsi soltanto sulla base di un riconoscimento iniziale di una serie di richieste che loro hanno fatto. Quindi diciamo la trattativa non sarà così semplice e il famoso discorso fatto da Trump a suo tempo che avrebbe posto fine alla guerra in una giornata è sempre stato incredibile, l’ho sempre ritenuto incredibile ed è incredibile. Richiederà tempo, richiederà molto tempo forse, ma in ogni caso si potrebbe arrivare a una graduale riduzione del conflitto e probabilmente a una caduta del regime di Kiev che quindi porrebbe l’intera questione sotto un’ottica diversa.
Dipende anche dal lavoro fatto dall’Unione Europea che sembra in ogni caso dedicata a cercare di sostenere in tutti i modi, anche se non ha i soldi e anche se non ha le armi, sostenere in tutti i modi gli ucraini e che potrebbe far proseguire il conflitto ancora per un po’ compatibilmente con la quantità di uomini che gli ucraini riescono a mettere in campo. Sappiamo che per esempio nell’area di Kursk se non sbaglio ci sono molti soldati polacchi che sono presenti come mercenari, quindi vediamo un contributo esterno che sta dando una mano agli ucraini per tenere un po’ la situazione, per poter confrontarsi con i russi. In più sappiamo che sono arrivati anche molti combattenti di ISIS dal Medio Oriente, quindi le varie truppe dei vari reparti terroristi che sono stati reclutati dalla CIA prima per combattere il Medio Oriente sono stati spostati in Ucraina.
Ma, ciò nonostante, abbiamo notizie giornaliere dove i russi continuano a guadagnare terreno con velocità sempre maggiore e di conseguenza anche nel caso del territorio di Kursk che è stato occupato in territorio russo dagli ucraini, secondo un progetto elaborato dai britannici a Londra, alla fine anche quel tipo di operazione si sta dimostrando fallimentare perché le truppe sono state cerchiate, sono le truppe migliori dell’esercito ucraino, i russi li stanno massacrando progressivamente, credo che siano già morti in 32 mila, non è una cifra che posso confermare personalmente però direi che quello è l’ordine di grandezza e gli ucraini devono continuare ad alimentarle con difficoltà togliendo risorse dal Donbass e dalle altre aree dove i russi quindi possono procedere più velocemente di quello che farebbero se quelle truppe fossero rimaste nel Donbass. Tenete presente che l’incursione nell’area di Kursk aveva due obiettivi fondamentali.
La prima era quella di prendere controllo della centrale nucleare di Kursk così da poter avere una pedina di scambio nei confronti della centrale di Zaporozhya in Ucraina che è stata occupata dai russi nelle primissime settimane del conflitto e in più aveva l’obiettivo di distrarre forze dei russi dal Donbass.
Gli ucraini speravano che con questa incursione i russi avrebbero spostato truppe dal Donbass per difendere Kursk, cosa che non è accaduta. Chiaramente l’incursione in Kursk è stata un grosso imbarazzo per i russi perché ha dimostrato l’incapacità del comando militare russo dell’area che aveva ricevuto ampie segnalazioni dai sottoposti del fatto che questo sarebbe potuto accadere ma che le aveva considerate non attendibili perché il progetto era talmente folle che non erano disposti a credere che gli ucraini e i loro padroni britannici volessero fare una cosa di questo genere, cosa che hanno fatto.
Quindi quello è uno scenario dove i russi insomma hanno una situazione sotto controllo e dove gli ucraini continuano a morire quindi il problema non è così grave. Allora cosa sono inventati gli americani della Casa Bianca, quindi il giro di Biden e compagnia? Sono inventati il mito dei nordcoreani, il fatto che esistono delle truppe nordcoreane che combattono proprio nell’area di Kursk e che quindi stanno dando manforte ai russi.
Il fatto che è stato smentito da tutti gli osservatori militari indipendenti, che viene smentito da un’osservazione dei documenti da satellite disponibili insomma è una cavolata. È semplicemente una scusa per poter dire ok allora consentiamo l’uso di questi missili a lunga gittata diamo il via alla terza guerra mondiale allegramente perché c’è il problema dei nordcoreani e nordcoreani stanno invadendo l’Ucraina e quindi dobbiamo rispondere e deve essere un deterrente nei confronti della Corea del Nord in modo che non mandi altri soldati altre armi. Il che è un’idiozia di per sé stessa perché innanzitutto non si vede come un bombardamento americano su truppe coreane possa dissuadere la Corea del Nord dal mandare altri soldati se mai l’avesse fatto. Inoltre i missili sono stati mandati in un’altra area non su Kursk quindi questo dimostra che era una bufa in primo luogo e inoltre infine il fatto che gli ucraini abbiano inviato i missili quasi subito dopo che la Casa Bianca aveva fatto questa dichiarazione indica che avevano preparato questo intervento già da tempo.
Quindi quella è la reazione dei russi. I russi avevano dichiarato anzi Putin aveva dichiarato esplicitamente che qualora questo fosse successo avrebbero considerato ufficiale lo stato di guerra nei confronti della NATO e avrebbero attivato una risposta proporzionale. Una risposta proporzionale potrebbe essere qualsiasi cosa e tra l’altro un risposta proporzionale trasversale vale a dire non avrebbero necessariamente colpito in Europa o solo in Europa avrebbero colpito francesi, britannici e americani. Questi erano i tre obiettivi primari perché comunque sono i tre attori fondamentali dove per americani intendiamo unicamente la Casa Bianca di Joe Biden e i suoi accoliti ovunque nel mondo forse stati presenti.
La reazione in questo caso è stata diversa e abbiamo una serie di pronunciamenti da parte di persone vicine a Putin che trasmettono questo tipo di messaggio. Innanzitutto l’attacco che è consistito di sei missili ATACAMS a lunga gittata è stato effettivamente gestito da militare americano, su questo non c’è dubbio. Gli ucraini non possono far funzionare quei missili, non possono caricare le informazioni satellitari che sono gestibili solo da personale americano che ha l’accesso a informazioni top secret, non possono neanche impostare la traiettoria, nulla. Il servizio è un servizio chiave in mano fornito da militari americani che sono in territorio a questo punto ucraino o forse in territorio NATO perché comunque questi missili hanno una gittata relativamente lunga. Però i russi tutto sommato hanno apprezzato come la questione è stata gestita e ora mi spiego perché. Innanzitutto a differenza di quello che avrebbero fatto sicuramente gli ucraini come hanno dimostrato ampiamente di voler fare con lancio di droni e altri attacchi che sono avvenuti nel frattempo gli americani non hanno puntato contro la centrale nucleare di Kursk che se fosse stata colpita e se fosse stata pazzamente distrutta provocando un incendio nucleare avrebbe sicuramente provocato una risposta nucleare da parte di russi, su questo non c’è nessun dubbio.
Invece gli americani hanno sparato verso un deposito di armi in un’area comunque diversa da Kursk dando modo ai russi di abbattere 5 dei missili inviati e di colpirne il sesto che comunque è caduto e ha fatto provocato un’esplosione provocando un incendio locale senza vittime e senza danni particolari. Quindi siccome i russi avevano dichiarato che la loro risposta sarebbe stata comunque proporzionale ai danni provocati non essendoci stati danni la risposta potrebbe non esserci e potrebbe essere limitata quindi contenuta sicuramente non sarà nucleare e potrebbe essere trasversale quindi potrebbe essere che per esempio come è successo qualcuno ha tagliato il collegamento internet tra la Scandinavia e altre parti d’Europa e chissà ma erano stati i russi non lo sappiamo.
Per cui fare dei danni collaterali che non provocano vittime ma che comunque provocano diciamo problemi e che sono un messaggio della serie “la prossima volta facciamo qualcosa di peggio”.
In più hanno anche dichiarato non ufficialmente però indirettamente che considerano questo evento come un’idea di Biden quindi non un intervento da parte degli Stati Uniti in virtù anche delle dichiarazioni fatte da Trump, il video che ho appena mostrato, e in virtù della posizione comunque adottata da tutte le persone che circondano Trump. Quindi benché i russi non si fidino di Trump, non si fidino degli Stati Uniti, non si fidino di quello che potrebbe essere un futuro di dialogo con gli americani, riconoscono il fatto che questo è stato uno sgarbo fatto da Biden e hanno anche spiegato perché. Hanno spiegato che Biden vuole uscire dalla sua presenza fallimentare dimostrando che ha fatto tutto il possibile per aiutare gli Ucraini dando quindi degli argomenti in più durante la prossima elezione per un recupero del partito democratico e che dimostra secondo me ulteriormente quanto i democratici siano scollegati a realtà, siano probabilmente vittime di sostanze stupefacenti che stanno usando perché non riuscirei a capire come si possa arrivare a un’idea così folle.
In ogni caso i russi considerano che finora la situazione è accettabile, vale a dire possono abbattere i missili ATACAMS a proprio piacimento, possono abbattere, perché l’hanno già dimostrato, i missili Storm Shadow e i missili Scalp. I Storm Shadow sono in uso da più di un anno se non sbaglio in territorio ucraino e anche gli ATACAMS, solo che erano limitati a obiettivi interni all’Ucraina o perlomeno interni all’Ucraina secondo le idee degli ucraini come per esempio la Crimea, per cui non lo considerano un evento diciamo tale da innescare un’escalation pericolosa. Tuttavia hanno immediatamente modificato la propria politica di gestione delle armi nucleari, vale a dire hanno modificato le regole, la cosiddetta dottrina, in modo che da oggi, da ieri, sarà possibile per i russi colpire qualsiasi, con armi nucleari, qualsiasi nazione che usi armi fornite da un’altra potenza nucleare, anche se questa nazione non è di per sé stessa una potenza nucleare. Il caso naturalmente è quello dell’Ucraina. L’Ucraina non è una potenza nucleare, tuttavia viene armata dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Francia, che sono tutte potenze nucleari.
Quindi nel momento in cui ci fosse un attacco che i russi considerano pericoloso o diciamo pericoloso al punto da mettere in discussione la sopravvivenza dal loro punto di vista, della federazione russa, un attacco che può anche non essere un attacco nucleare, però si riservano di usare l’escalation nucleare nei confronti di chi ha prodotto le armi, quindi Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, oltre che di chi le ha sparate o perlomeno di chi possiede il territorio da cui queste armi sono state sparate, in questo caso l’Ucraina o la Polonia, se la Polonia fosse stata coinvolta. Quindi questo costituisce comunque un’escalation, costituisce una modifica rispetto alla dottrina precedente dove i russi sarebbero limitati a rispondere con armi nucleari a un attacco nucleare. Oggi un attacco di qualsiasi tipo, anche con droni, che loro considerano pericoloso, ad esempio un attacco con uno sciame di droni su una centrale nucleare, per esempio quella di Kursk, che produca danni significativi, sarebbe giustificante, sarebbe sufficiente giustificare una risposta nucleare, una risposta nucleare tattica da parte dei russi.
Per risposta nucleare tattica si intende l’uso di un’arma che ha effetti circoscritti, ma comunque devastanti, dalla quale poi si può passare ad armi più grandi. Tra l’altro hanno modificato anche il protocollo che prima impediva l’uso di armi nucleari di piccola agitata, quindi all’interno del continente europeo. Oggi è possibile per i russi usare armi nei confronti di qualsiasi destinazione europea, armi nucleari, anche di tipo diciamo piuttosto potente, senza problemi. Tra l’altro i russi non hanno bisogno di usare il nucleare per creare danni notevoli. Sentivo diversi commentatori militari americani che dicevano che, visto che i russi avevano stabilito questo limite invalicabile, era necessario un’escalation e che questa escalation sarebbe potuta avvenire tramite una particolare bomba termobarica che produce un incendio di tali dimensioni, di tale forza, da essere equivalente a un’esplosione nucleare, però più circoscritto come spazio e senza produrre radiazioni. Questa bomba termobarica, secondo questi vari analisti, doveva essere mandata sul governo di Kiev e avrebbe funzionato così. In pratica si crea una nube di polvere d’alluminio tutto intorno che poi viene incendiata e questo crea un livello di temperatura pari a una esplosione nucleare con un prosciugamento dell’aria da tutta l’area circostante che provoca quindi non soltanto il collassamento dei vari edifici ma anche il soffocamento di chiunque non venga raggiunto dalle fiamme, per esempio che possa trovarsi nel sottosuolo all’interno di protezioni.
I russi hanno già usato armi di questo tipo, non necessariamente di questa portata, ma le hanno già usate con risultati devastanti. Nella guerra sappiamo appunto che hanno colpito un edificio dove venivano addestrati i militari ucraini da parte di istruttori scandinavi e svedesi in particolare oltre gli altri istruttori della NATO e quindi hanno già dimostrato di poterlo fare, di volerlo fare se necessario. Però da quello che si capisce per il momento non vogliono adottare questo tipo di escalation perché intendono che questa mossa non è una mossa da parte degli Stati Uniti, tra l’altro negli Stati Uniti ci sono state diverse proteste nei confronti di Biden, c’è addirittura un parlamentare che ha chiesto chiarimenti e che in mancanza di chiarimenti ha preparato una proposta di impeachment nei confronti di Biden perché Biden non può avviare la terza guerra mondiale senza consenso del parlamento, non è possibile, è anticostituzionale.
Quindi i russi hanno inquadrato il problema per quello che è, l’amministrazione Biden è fuori controllo, l’amministrazione Biden sta facendo qualcosa che non si è visto mai nella storia della politica americana, vale a dire cercare di avviare una guerra prima dell’insediamento di un presidente, un nuovo presidente che gli ha sconfitti e inoltre è probabile che l’amministrazione Biden non voglia fermarsi qui, che voglia fare altre escalation e che l’obiettivo finale credo che sia facilmente intuibile anche da parte della, diciamo, della elite politica dell’Unione Europea oltre che della Gran Bretagna sia quello di far entrare l’Ucraina nella Nato prima che Trump si insedi, quindi un percorso accelerato di inserimento dell’Ucraina nella Nato.
La cosa tuttavia interessante notare che dopo questo slancio di Biden che di fatto si è tradotto in un atto d’attacco nei confronti russi, ha fallito clamorosamente, i britannici e i francesi che sembravano disposti a parole, a fare altrettanto quindi a dare il via al lancio di Storm Shadows piuttosto che di Scalp, sembra che abbiano fatto marcia indietro. In pratica secondo quello che i commentatori che seguono il mondo europeo più da vicino di quanto posso fare io e il mondo della politica russa il ragionamento che hanno fatto è se facciamo una cosa di questo genere nel momento in cui si insediasse Trump a gennaio verremo visti come nemici e quindi saremo i primi obiettivi della guerra tariffaria che Trump ha già minacciato di voler fare nei confronti d’Europa e direi che queste vicende che si stanno sviluppando in questi ultimi, quest’ultimo mese e mezzo potrebbero essere effettivamente l’apertura di una guerra economica tra Stati Uniti e Europa perché evidentemente l’amministrazione Trump non prenderà sotto gamba la prospettiva che un governo di Bruxelles completamente fuori controllo e di un governo britannico totalmente fuori controllo coinvolgano gli Stati Uniti in una guerra nucleare senza il consenso del presidente entrante, senza il consenso del Parlamento e senza il consenso del popolo americano che nell’ultima elezione ha chiaramente votato contro la guerra in Ucraina, contro la NATO, contro tutte le varie guerre che sono state fatte.
Come Trump ha detto giustamente nel suo discorso di intervento che ritengo sia stato uno dei discorsi migliori che Trump abbia mai fatto. Quindi se continueremo su questa strada, che è possibile, anzi anche probabile, vedremo sempre più attacchi nei confronti dei russi che tuttavia grazie all’intervento dei militari americani saranno diretti verso obiettivi militari non necessariamente strategici anche perché tutte le forze strategiche russe sono al di là della portata di questi missili quindi possono colpire depositi, possono colpire magari guarnigioni locali all’interno di un territorio che è fortemente protetto da sistemi antiaerei che sono molto superiori a quelli dell’occidente e che finora hanno dimostrato di funzionare bene anche per il fatto che i russi hanno avuto tempo in questi ultimi anni di tararli, aggiustarli per far fronte alle caratteristiche particolari vuoi degli Storm Shadows piuttosto che degli ATACMS, di tutti i vari missili che sono stati utilizzati quindi i russi hanno dimostrato che sono in grado di intercettare questi missili, abbatterli e anche deviarli quindi mandarli a qualche altra parte se vedono l’arrivo abbastanza per tempo. Con questa modifica ultima, il fatto di inserire questi dati caricati da satellite diventa più difficile identificarli perché da quello capito viaggiano a un livello più basso però in ogni caso abbiamo visto che riescono ad abbatterli perlomeno.
Quindi potremmo vedere un’escalation continua comunque con più missili costosissimi che vengono abbattuti e buttati nella spazzatura laddove i russi comunque considerano questa un’iniziativa personale di Biden e quindi non una dichiarazione di guerra da parte degli Stati Uniti. Tuttavia in una situazione di questo genere anche gli Stati Uniti nella presidenza Trump vedranno per quello che riguarda l’amministrazione Biden naturalmente un’amministrazione totalmente folle che deve essere eliminata il prima possibile dalla Casa Bianca e che non deve tornarci mai più e invece nei confronti dell’Europa che appoggia o che appoggiasse questo tipo di discorso un nemico pericoloso perché evidentemente ormai Trump ha sempre avuto quest’idea del fatto che la NATO fosse una palla al piede ma oltre ad essere una palla al piede finanziaria diventa un pericolo di sopravvivenza per gli Stati Uniti diventa un problema di sicurezza nazionale come dice il resto proprio nel suo video.
Quindi potremmo trovarci concretamente in una guerra a tre parti dove Stati Uniti e Cina cercano di divorziare con un divorzio consensuale facendosi un po’ di guerra tariffaria per spuntare le condizioni migliori in fase di divorzio, chi paga che cosa, chi prende la casa al mare piuttosto che chi paga gli alimenti. Cercano un accomodamento con i russi per spegnere gradualmente la guerra in Ucraina che comunque richiederà un po di tempo. Magari trovano anche un modo di confrontarsi sulla questione monetaria con Bricks, sembra che sia apertura sicuramente da parte dei russi, l’hanno dichiarato recentemente, i cinesi l’hanno detto prima, hanno detto entrambi che non vogliono assolutamente uccidere il dollaro, vogliono però essere sicuri di poter operare in modo un pochino più indipendente e potrebbero trovare un accomodamento per conservare la vita del dollaro ancora per un po’ mentre nel frattempo gli Stati Uniti rimettono a posto i conti interni e d’altra parte continuare a sviluppare meglio quello che è il sistema Bricks che è ancora in forma abbastanza embrionale.
Abbiamo visto che la banca dei regolamenti internazionali a Basilea che stava gestendo il progetto motore del sistema Bricks ha detto non ce ne occupiamo più noi, la trasferiamo ai cinesi, se ne occuperanno loro da questo punto in avanti che vuol dire che o il progetto è abbastanza avanti per mettere i cinesi in condizione di proseguire da soli oppure che vogliono tenersi fuori da un conflitto valutario e finanziario ed economico tra Europa e Stati Uniti che sarebbe inevitabile se continuiamo su questa strada perché appunto laddove cercheranno di trovare accomodamenti con gli altri cercheranno al tempo stesso di far pagare un prezzo caro a chi ha cercato di mettere il bastone tra le ruote dell’amministrazione Trump proprio nella fase di insediamento creando un incidente che potrebbe essere effettivamente globale e al tempo stesso cercando di imbrigliare Trump all’interno di una politica che non vuole perseguire.
Trump non vuole continuare la guerra in Ucraina, gli Stati Uniti non possono permetterselo e poi lo spiego anche nell’intervista con il Vaso di Pandora che sto per proporvi. Quindi torniamo adesso al discorso invece più generale del Medio Oriente. Trump sicuramente ha dichiarato di voler prendere una posizione ferma nei confronti dell’Iran però il suo messaggio è rendiamoli l’Iran di nuovo povero, quindi “Make Iran Poor Again”. Quindi è un ritorno alla politica sanzionatoria che non so se sia efficace o meno ma comunque si tratta di un confronto di tipo economico. Trump non ha interesse a scatenare una guerra con l’Iran indipendentemente da quello che vuole fare Benjamin Netanyahu che nel frattempo casualmente vediamo che è stato richiamato dalla magistratura israeliana per rispondere in tribunale di questioni che riguardano personalmente e che potrebbero anche vederlo trasferito direttamente nelle patrie gallere israeliane.
E su questo poi c’è tutto un discorso che non posso farvi qui che ha a che fare con anche aspetti religiosi dove in base a quello che gli israeliani credono è che Netanyahu ad un certo punto debba essere eliminato da un leader esterno che arriva e potrebbe essere Trump. Quindi Trump ovviamente quello che sta facendo e su questo è stato trasparente sta pagando i propri debiti vale a dire sta dando un riconoscimento a una posizione di potere a tutti quelli che l’hanno aiutato durante il periodo elettorale e non c’è dubbio che la lobby israeliana ha dato un contributo importantissimo e quindi lui ha nominato una serie di personaggi che sono a posto da un punto di vista di curriculum e soddisfano i requisiti di questa lobby senza tuttavia impegnarsi in una politica specifica. Io ho visto anche, è stata una cosa molto interessante, numerosi incontri che ha fatto invece con la comunità araba soprattutto in Michigan in cui si è impegnato a porre fine alle uccisioni quindi allo spargimento di sangue.
Non si è impegnato a riconoscere la Palestina altre cose perché quello è un discorso più complicato però quello che lui vuole e quello che loro vogliono è che gli arabi smettano di morire. Poi si troverà un qualche tipo di quadratura che è difficile da trovare nel breve periodo e che magari si risolverà da sola per il semplice fatto che Israele ha aperto un confronto su troppi fronti, l’economia israeliana è un disastro, il numero di israeliani che hanno lasciato Israele per trasferirsi altrove definitivamente è molto alto e è destinato a crescere, la situazione militare a Gaza è disastrosa per gli israeliani come pure in Libano come pure in tutti gli altri fronti che hanno aperto e quindi le vittime nell’esercito israeliano sono numerose, abbiamo notizie di gente che si rifiuta di combattere, disertori, tutta una serie di cose che sono novità nel contesto israeliano.
Sappiamo che la Turchia ha dichiarato di voler bloccare la fornitura di petrolio a Israele, pare che abbiano anche bloccato il flusso di petrolio che veniva rubato alla Siria per trasferirlo a Israele, per cui Israele si trova in una situazione dove potrebbe autodistruggersi però non in modo eclatante, in modo graduale e a questo punto la cosa migliore che Trump può fare è di mettere un po’ di pressione sull’Iran per dire fermiamo qui tutte le varie attività e anche nel vostro interesse non scatenare una guerra, evitate di costruire un’arma nucleare perché non vi è di nessuna utilità e tra l’altro voi stessi avete detto non volete farlo e poi dopo si vedrà come si svilupperanno le questioni.
Quindi anche sul fronte israeliano potrebbe esserci una graduale normalizzazione, vedremo, non posso garantirvelo, però la politica generale sembra spingere in tale direzione anche perché Trump ha problemi soprattutto all’interno, problemi derivati dall’economia che va rimesso a posto, problemi derivati dalla grande immigrazione illegale che c’è stata che tra l’altro si è già fermata da quando Trump ha vinto le carovane che arrivavano in Messico sono già disperse e il governo messicano si è già impegnato a mettere in campo i militari, cosa che ha fatto per bloccare le immigrazioni illegali, tra l’altro ha chiesto aiuto al governo americano per combattere i cartelli della droga e Trump ha già detto che metterà in campo l’esercito sul confine con il Messico per dare manforte naturalmente al governo messicano nel combattere i cartelli e al tempo stesso favorire l’attività di deportazione che saranno massicce, quindi tutti i vari immigrati illegali che sono entrati.
Perciò queste sono le problematiche più immediate oltre al fatto che naturalmente Trump deve fare pulizia, come ha detto, all’interno del suo stesso governo che è un’impresa colossale ma che ci promettono sarà reale questa volta e sarà, dicono, a livello di “extinction level event”, cioè un evento che possa portare alla totale estinzione del sistema burocratico che preso controllo il governo americano. Vedremo. Perlomeno, diciamo, almeno come proposito è un proposito positivo. Quindi, se non ci sono situazioni colossalmente gravi provocate dall’amministrazione Biden e se il Pentagono continua a obbedire agli ordini della presidenza ma al tempo stesso impostare i missili in modo che vadano dove non creano particolari problemi, dovremmo riuscire a arrivare alla fine di questo periodo con una situazione comunque ancora sotto controllo. Trump verrà naturalmente accusato di aver fallito in Ucraina e verrà accusato del fallimento della guerra che non ha fatto lui ma hanno fatto gli altri, ma questo è normale. Credo che ormai siano pochi in America che prestano attenzione a queste idiozie. Perciò potrebbe essere che già siamo fuori pericolo per quello che riguarda un confronto nucleare.
Di certo l’asta si è alzata e la situazione diventa più delicata. Una cosa che dovremmo ricordarci tutti come è stato dimostrato in un libro recentemente pubblicato da Andy Jacobsen che già conoscete perché abbiamo pubblicato video dedicati ai famosi nazisti del Pentagono. Questo libro che l’ha prodotto di recente dimostra come si svilupperebbe un escalation nucleare e lei ci spiega in modo abbastanza dettagliato che richiederebbe in totale 72 minuti. Cioè dall’inizio del primo attacco nucleare anche tattico, quindi una bomba nucleare locale che colpisse Kiev, all’estinzione della vita sul pianeta ci vorrebbero 72 minuti. Quindi è un fattore di cui tenere conto ed è un fattore che ci deve indicare la follia della gestione politica europea che a mio parere verrà tutta completamente eliminata con l’eccezione di quella ungherese, credo, da qui alla fine dell’anno prossimo perché questa gente non può restare dove sta.
Vuoi perché sta spingendo affinché si arrivi ad un escalation nucleare, vuoi perché non sta facendo nulla per impedirla. Queste sono le regole del gioco, è semplice questo, quando un governo porta il proprio popolo in una guerra e tra l’altro la perde, non resta al potere molto a lungo. Bene, quindi abbiamo fatto un discorso di inquadramento generale, sappiamo che gli ucraini hanno anche minacciato di creare la propria bomba nucleare, hanno cercato di cattare Trump dicendo “se non ci date supporto, dateci i soldi, se non ci date quello che ci serve noi costruiremo il nostro ordigno nucleare e lo useremo dove crediamo opportuno”. Questo chiaramente è una posizione che non ha fatto particolare piacere a Trump anche perché Zelensky si era venduto in passato di averne parlato con Trump e di aver avuto suo consenso, cosa che Trump ha smentito naturalmente.
Quindi credo che Zelensky sia abbastanza nel mirino e nel momento in cui Trump arriverà alla Casa Bianca non avrà un grande appoggio da parte di Trump, perché se c’è una cosa che sappiamo di Trump è che le cose si legano al dito. Già Zelensky ha provocato il primo impeachment nei confronti di Trump, adesso sta cercando di ricattare Trump, sta cercando di provocare un incendio nucleare che porti a un conflitto nucleare perché ha capito che ormai l’esercito ucraino ha perso e sta continuando a perdere e che il suo futuro è legato a un filo.
Quindi credo che il futuro per Zelensky sia abbastanza diciamo un grosso punto interrogativo a dispetto delle garanzie offerte da von der Leyen negli ultimi giorni che ha detto “no siamo con voi, siete gli eroi, avete resistito per mille giorni, saremo sempre con voi per tutta la vita, vi daremo tutto quello che vi serve”.
Von der Leyen sgattaiolerà via non appena la questione si farà critica. In questa situazione direi che vedo una prospettiva disastrosa che viene confermata da tutti gli analisti economici che ho sentito finora per l’Eurozona, perché a questo punto è una è un’entità insieme alla Nato che è nociva per il pianeta, fa male alla salute e perciò deve essere in qualche modo curata.
E credo che le relazioni con gli Stati Uniti degraderanno progressivamente e anche magari rapidamente e in modo drastico. Vedremo, questa è un’ipotesi. Di certo so che c’è una decisa intenzione a ridimensionare o possibilmente smantellare la Nato. Bene, fatto questo preambolo piuttosto lungo, vi propongo l’intervista con il vaso di Pandora.
[Carlo Savegnago]
Amici del Vaso di Pandora, benvenuti, ben ritrovati. Le figure chiave legate all’elezione di Trump, oggi parleremo in particolare di Elon Musk, di William McKinley, Robert Kennedy Junior e anche il figlio diciottenne, Barron Trump, perché scopriremo oggi che è una figura importante anche quella. Parleremo delle prospettive interne al Paese da qui all’Inauguration Day, l’insediamento di Trump al Campidoglio che avverrà il 20 gennaio prossimo.
Detto in altre parole, cosa accadrà da qui al 20 gennaio? Cerchiamo di capirlo, analizzarlo, interpretarlo, assieme a Roberto Mazzoni in collegamento dalla Florida, che torna a trovarci. Ciao Roberto, Roberto Mazzoni è un giornalista, già direttore, lo ricordiamo a tutti i nostri nuovi ascoltatori, giornalista, già direttore responsabile di testate giornalistiche del gruppo Mondadori e del gruppo Il Sole 24 Ore. Roberto dal 2008 vive negli Stati Uniti ed è cittadino americano, pertanto fa le sue analisi sugli Stati Uniti ed è cittadino americano che per la sua attività professionale è inserito nelle realtà politiche ed economiche del suo Paese. Roberto, ho accennato qualche nome, qualche nome anche abbastanza credo inedito in linea di massima, buona parte penso del nostro pubblico, del pubblico mainstream, di sicuro, tipo William McKinley per esempio, però vogliamo iniziare da chi? Da Elon Musk?
[Roberto Mazzoni]
Iniziamo da Trump, che sicuramente ha dimostrato una grande capacità di rimonta, io avevo accennato che dopo l’attentato era molto probabile che sarebbe stato eletto, è stata confermata e avevo anche detto nel nostro ultimo video che con il passaggio di Kennedy sul fronte di Trump era la fine del partito democratico e in effetti quello che abbiamo visto è da una parte la capacità di rimonta di Trump, che comunque ha vinto come coalizione, quindi ha vinto grazie al contributo di altri personaggi chiave e il crollo elettorale del partito democratico, se andiamo a vedere i risultati elettorali vediamo che Trump ha guadagnato quasi ovunque, persino in alcune aree della California e dello Stato di New York, l’intero concetto della politica dell’identità è sfumato, perché era un po’ la base fondamentale del partito democratico, non funziona più, la gente si rende conto che al di là dei vari orientamenti sessuali, tutto il resto il portafoglio più importante, la crisi è talmente pervasiva che hanno detto a tutta la banda di Kamala e compagnia di andare a casa e direi che prima che si riprenda da questo fiasco colossale, il partito democratico dovrà fare un grosso lavoro di riscoperta, tutto il filone Clinton, il filone Obama ormai è archiviato, è decisamente rottamato.
Sono destinati a togliere le tende insomma. Sono già andati. Sono già andati addirittura. Sì, a questo punto dovranno decidere chi saranno i nuovi leader. Un altro fattore importantissimo è il crollo dei mesti in media, che sono arrivati a minimi storici, tant’è che nonostante la campagna sostenuta continua di affiancamento di Kamala Harris, a parte un breve periodo, forse un paio di settimane in cui sono riusciti a sostenerla proprio all’inizio, poi si è sgonfiato tutto. Quindi anche dal punto di vista di capacità di influenzare l’opinione pubblica, di influenzare il risultato elettorale, i mesti in media ormai hanno chiuso il capitolo, pure loro. In effetti questo è stato un periodo fondamentale per quelli che sono i media alternativi e soprattutto i cosiddetti podcast, ossia il formato lungo, le interviste a formato lungo.
Qui entriamo naturalmente, entra Barron Trump, che è il figlio più giovane di Trump, che in questo giro ha avuto un ruolo abbastanza importante perché ha consigliato il padre innanzitutto di avvicinarsi al mondo bitcoin, che ha funzionato perché comunque si è garantito il supporto di una base elettorale giovane importante, e dopodiché perché questa elezione è stata vinta soprattutto dai giovani. Abbiamo avuto un eccezionale afflusso di neo elettori, gente che non aveva mai votato, gente che era per la prima volta in età di votare e che appartenevano soprattutto al sesso maschile, ma anche femminile, ma soprattutto maschile, quindi molti ragazzi giovani americani che sono arrivati a sostenere Trump, che sono tutti classificabili come indipendenti, perché anche il partito repubblicano ha perso, ha perso parecchio, ossia i voti che Trump ha preso e che hanno eletto Trump sono molto maggiori rispetto a quelli presi dal partito repubblicano che ha perso rispetto alle elezioni precedenti. Quindi possiamo dire che adesso il partito repubblicano in qualche modo è diventato il partito di Trump? Sì, o meglio che Trump sta creando un suo partito, perché abbiamo il terzo partito e questo partito, anche se non è ufficialmente riconosciuto, il partito degli indipendenti è quello che decide le elezioni, in questo caso l’ha deciso in modo eclatante, anche perché ormai i repubblicani sono circa il 20%, i democrati sono circa il 20%, gli indipendenti sono il 30%, quindi sono il partito più grande e a seconda di dove si spostano, decidono il risultato elettorale, in questo caso l’hanno deciso in modo eclatante perché il risultato è stato schiacciante.
[Carlo Savegnago]
Anche il voto popolare, perché prima, anche nell’immediatezza delle elezioni, quando leggevo, e leggiamo ovviamente qui i media nostrani, guarda ti voglio dire che non mi ricordo ancora se il Corriere o Repubblica, la mattina dello spoglio, portavano a titoli cubitali “Sfida all’ultimo voto”, infatti l’abbiamo visto. Quindi però i giornali si stavano un po’ riposizionando nel senso di dire “sì potrebbe perdere ma vincerà comunque il voto popolare”, invece 5 milioni di differenza abbiamo visto tutti, insomma, sondaggi non servono a proprio niente.
[Roberto Mazzoni]
Assolutamente, per Kamala è stato proprio un crollo totale, nel senso è stato una debacle, perché se vai a vedere, sono circa più di 3.000 contee nei Stati Uniti, se vai a vedere il colore è quasi tutto rosso, quindi Trump ha guadagnato terreno in molte di queste contee e si è trascinato dietro molti politici del Partito Repubblicano, che tuttavia non avrebbero vinto in sua assenza, e lui ha vinto e ha trascinato dietro questi politici grazie all’afflusso degli indipendenti.
Tornando appunto a Barron Trump, Barron ha anche consigliato al padre di fare interviste lunghe sui podcast, quindi stiamo parlando di intervisti di 2 ore, 3 ore, che non sono mai state fatte in precedenza da candidati presidenziali e che tuttavia danno la possibilità al pubblico di capire meglio cosa vuole fare e conoscere anche meglio la persona, perché quando tu sei al classico dibattito formale, alla fine non dicono niente e non riesci a farti un’idea neanche dell’individuo, invece in queste botte a risposta prolungate, in qualche modo la persona emerge.
E nel caso di Trump lui ha fatto una serie di questi podcast verso il finire che hanno mobilitato l’elettorato più giovane, infatti poi è andato a essere fatto intervistare anche da Joe Rogan, che è il podcaster più seguito in assoluto e hanno fatto, se non sbaglio, più di 30 milioni di visualizzazioni su YouTube, nonostante che YouTube stesse sopprimendo la visibilità, e poi ne hanno fatti altri 70 milioni su Twitter, qualcosa del genere, quindi un massacro e subito dopo è andato JD Vance e subito dopo in chiusura è andato Elon Musk.
Elon Musk che ha detto la famosa frase “andate a votare, se doveste andare a votare una sola volta nella vostra vita andate questa volta perché da questo dipende il futuro dell’America” e soprattutto ha detto “mi rivolgo ai più giovani” e non c’è dubbio che Musk abbia un forte ascendente sulla popolazione più giovane non soltanto negli Stati Uniti, perché ha questa figura di imprenditore, di uomo che fa un sacco di cose, alcune delle quali ritenute impossibili. Poi abbiamo visto anche l’atterraggio del razzo di Musk proprio in quei giorni che è stato catturato e ha riuscito a fare un grosso risultato ingegneristico che sicuramente ha creato una certa emozione nel pubblico, per cui con i consigli del figlio che tra l’altro figlio quando è stato interrogato per chi avesse votato ha detto “ma io non sono a favore di nessun partito, io non sostengo nessun partito in particolare” molto diplomatico, ma questo anche sostiene il fatto che Trump è una figura di transizione per il partito repubblicano, nel senso che il partito repubblicano probabilmente si trasformerà oppure diventerà qualcos’altro, però di certo non sarà quello del passato perché ha fallito tanto quanto quello democratico, solo che quello democratico è proprio imploso, mentre invece quello repubblicano è riuscito a tenersi aggrappato alla scia di Trump in qualche maniera.
Trump comunque è stato eletto da una coalizione, quindi è sotto osservazione, c’è una parte della sua base che è una base che lo sostiene a spada tratta e va bene, ma direi che la componente essenziale per la sua elezione sia un pubblico indipendente che vuole vedere risultati e non vuole vedere dichiarazioni o altre propaganda, per cui dovrà giocarsela molto bene e vedremo cosa riuscirà a fare. Sto dicendo la presenza di Musk è una presenza importante perché innanzitutto per Musk questa è stata una scommessa al 100%, era chiaramente in rotta con il Partito Democratico, ha una serie di interessi che deve difendere, tra cui la sopravvivenza delle sue aziende e il fatto di essere schierato con Trump, nel caso Trump non l’avesse vinto avrebbe voluto dire un grosso problema per il futuro, invece avendo vinto e avendo contribuito in modo determinante alla vittoria di Trump, perché ricordiamoci che lo stesso Musk è andato in giro a fare comizi nell’ultimo mese nello stato della Pennsylvania dove si pensava che ci sarebbe stata la vittoria, cioè chi conquistava la Pennsylvania, dove tra l’altro c’è stato l’attentato a Trump, a Butler, chi conquistava la Pennsylvania avrebbe vinto la Casa Bianca e Musk ha fatto diversi comizi a nome di Trump proprio in Pennsylvania.
E tra l’altro hanno mobilitato addirittura gli Amish, una comunità di circa 700 mila persone che non avevano quasi mai votato e che sono usciti a favore di Trump, in questo caso su una base di valori morali etc., perché dall’altra parte avevano la piattaforma dell’Iris, era aborto e politica d’identità, non c’era nient’altro. E tra l’altro anche l’elettorato femminile si è mosso in direzione di Trump per indicare che in realtà l’aborto non è un problema, in America il problema più grosso è il portafoglio e arrivare a fine mese cercando di pagare le bollette e cercando di restare nella propria casa. Quindi Musk si trascina dietro naturalmente la PayPal mafia, quindi tutto il gruppo di Silicon Valley che gira intorno alle nuove tecnologie anche di tipo militare legate all’intelligenza artificiale, perciò avremo un’esplosione dell’intelligenza artificiale che diventerà sicuramente un’industria strategica per gli Stati Uniti e sicuramente Musk avrà anche importanza nelle relazioni con la Cina, perché ricordiamoci che Musk ha parecchi stabilimenti in Cina, ha interesse a restare in Cina e a continuare a vendere le auto elettriche nel mercato cinese, quindi sicuramente avrà un ruolo anche in quel senso.
[Carlo Savegnago]
Scusami Roberto, rimanendo proprio su Musk, ti chiedo una cosa specifica, in tema di censura, ovviamente Musk è il padrone, il proprietario di X, la X Twitter, che prospettive ci sono per la censura, perché qui sull’onda democratica e poi in Europa con il Digital Services Act qui avevamo iniziato un periodo di oscurantismo in pratica, che prospettive ci sono secondo te?
[Roberto Mazzoni]
Allora, Musk ha fatto la sua campagna proprio sulla base dell’apertura, ha riaperto X, ha invitato Trump, ha dato visibilità ai cosiddetti Twitter files che dimostravano come il governo di sinistra aveva interferito sui contenuti, sappiamo che ha problemi in Europa e sappiamo che a questo punto, godendo diciamo di un’amicizia piuttosto importante da parte di Trump, farà molta pressione sull’Unione Europea per allentare quelle che potrebbero essere le limitazioni su X, quindi ci sarà sicuramente una battaglia in quella direzione.
Questa nuova Casa Bianca è una Casa Bianca di confronto con l’Europa, quindi soprattutto con quelle che potrebbero essere… Abbiamo visto le reazioni tendenti al drammatico, diciamo, hanno preso tutti paura, l’unico che ha parlato un po’ è stato Mario Draghi, ma per il resto… il giorno dello spoglio della vittoria, complimenti di circostanza della Von der Leyen, eccetera, ma poi è calato il silenzio atterrito. Mi sa che devono preparare tutte le valigie, perché il punto è questo, Trump ha… poi parliamo di McKinley, William, che non ha naturalmente partecipato in prima persona a questa elezione perché è un ex presidente morto all’inizio del secolo scorso, ucciso, quindi uno dei presidenti che è stato assassinato, però McKinley aveva fatto due interventi fondamentali per l’epoca, il primo era vincolare il dollaro all’oro, quindi cosiddetta standard aureo, per cui grazie a lui diventava possibile convertire un dollaro nel corrispondente quantitativo d’oro, per cui era garantito 1 a 1 e in più aveva fatto partire tutta una serie di piani tariffari per proteggere le industrie statunitensi dall’importazione di prodotti esteri, che è quello che Trump ha detto di voler fare, quindi la prima cosa che farà Trump una volta arrivato alla Casa Bianca sarà imporre tariffe sull’Europa, questo è poco ma è sicuro!
I dazi insomma! I dazi, e lo userà come strumento politico, come strumento di guerra commerciale e anche come strumento di generazione di introiti, quindi se l’Europa non si fa carico per esempio della Nato e non eredita tutto il problema ucraino a proprio carico, lo pagherà comunque sotto forma di tariffe e su questo credo che Trump risponda anche con i cinesi che vogliono fare più o meno la stessa cosa, visto che l’Europa sta applicando tariffe sulla Cina e in questo senso di nuovo abbiamo Musk che gioca un ruolo fondamentale, perché le tariffe si traducono comunque in una tassazione indiretta nei confronti dello stesso popolo, in questo caso americano, perché se compri dei prodotti esteri paghi più, semplicemente, perché se c’è una tariffa del 10% o del prezzo aumenta del 10%, perciò lo smetti di consumare prodotti europei, oppure le fabbriche europee si trasferiscono negli Stati Uniti, questa preferibile, oppure compri americano, siccome di americano c’è abbastanza, ma non c’è tantissimo, il trend sarà di cercare di trascinare quanto possibile industrie europee negli Stati Uniti e europei negli Stati Uniti, infatti Trump ha anche detto che vuole garantire la carta verde a chiunque si laurei negli Stati Uniti, fino adesso non è previsto, ossia tu puoi laurearti negli Stati Uniti, però poi devi trovare uno sponsor, un’azienda che ti assuma, e hai fatto una serie di percorsi che potrebbero portarti alla carta verde, ma non è garantito, invece la sua idea è quella di drenare un po’ di risorse dal vecchio continente, portarle negli Stati Uniti, metterle a lavorare su industrie che si sono trasferite nel frattempo dall’Europa negli Stati Uniti per avere energia a un quarto del prezzo, un decimo del prezzo, quello che può essere e quindi ridiventare competitive, vendere sul mercato americano ed eventualmente esportare sul mercato europeo.
Questo direi che sia un po’ il trend e in questo caso Musk gioca un ruolo fondamentale, perché innanzitutto ha un’importante connessione con la Cina e quindi può fare un po’ da ponte in quel senso, in secondo luogo il suo compito da quello che ci è stato detto è quello di ridurre gli sprechi nel governo degli Stati Uniti, lui si è impegnato a ridurre le spese del governo di un trilione l’anno.
[Carlo Savegnago]
Deve guidare Roberto Musk il Dipartimento per l’efficienza governativa, no?
[Roberto Mazzoni]
Esatto, Doge come la Dogecoin, infatti lui ha fatto vedere anche una foto con il famoso Lavandino, ti ricordi che aveva fatto a Twitter e sotto scritto “Let that sink in” che in americano vuol dire abituatevi all’idea ed è un gioco di parole perché “sink” vuol dire Lavandino, esatto, quindi dice preparatevi a essere licenziati in massa, lui ha fatto una proposta di dare una buona uscita ai due anni ai dipendenti governativi che verranno mandati a casa, il progetto è di praticamente distruggere una buona parte delle agenzie federali, perché sono 450 agenzie federali negli Stati Uniti di cui nessuno saprebbe fare un elenco completo e di cui la maggior parte delle persone non sa neanche cosa facciano e cosa servono.
Quindi se le tariffe vedono come corrispondenza una drastica riduzione della spesa pubblica, allora la cosa potrebbe bilanciarsi, altrimenti potrebbe diventare fonte di ulteriore inflazione, se invece riescono a tagliare un po’ come fanno in Argentina, tagliare drasticamente i costi pubblici anche sulla spesa militare, quello è poi un altro capitolo, e nel frattempo imporre le tariffe, le due cose potrebbero compensarsi e l’effetto inflazionistico verrebbe esportato, quindi finirebbe altrove tipicamente in Europa.
[Carlo Savegnago]
Per quanto riguarda l’Europa, visto che l’avevi accennato del discorso dei dazi, qui i media sono tutti terrorizzati perché dicono che qui arriva il disastro dei dazi, evidentemente dicono che non c’è più il conforto, la sicurezza della guerra, hanno molta più paura dei dazi che della guerra, perché qui sono terrorizzati che arrivino i dazi, insomma tra dazi e guerra credo che i media e i mainstream preferisca decisamente la guerra.
La guerra fa girare un sacco di soldi tra le persone… Macron ha dichiarato oggi che vuole aumentare e raddoppiare le spese militari, quindi alla faccia dell’esercito europeo, insomma qui ovviamente ognuno pensa al cavolo dei suoi, a parte l’Italia che prima mette Bruxelles e dopo sé stessa.
[Roberto Mazzoni]
Sì, va bene, ma credo che comunque le spese militari in Europa dovranno aumentare per tutti, perché il discorso è che volete tenervi la Nato, a noi non ci serve più, se la volete ve la pagate, pagate profumatamente e quindi vuol dire probabilmente decuplicare la spesa militare se veramente l’Europa dovesse farsi carico del costo della Nato, oppure portare la Nato alla sua fine naturale e quello però vorrebbe dire un ulteriore caos, nel senso che poi cosa fai dell’Unione Europea, dove la butto? Alcuni dicono che per il 2027 l’Unione Europea potrebbe essere arrivata a capolinea, vedremo, però di certo mi sembra che lo scenario sia abbastanza chiaro da un punto di vista economico, gli Stati Uniti vogliono rafforzare il dollaro, infatti rispetto allo standard aureo usato da McKinsley, Trump vuole usare lo standard aureo e vuole usare anche cripto come combinazione e rafforzarlo in quel modo, vuole difenderlo con tariffe applicate a 360 gradi e 365 giorni sull’anno e soprattutto lui ha detto chiaramente una parte sarà indirizzata verso la Cina, ma verso la Cina già ci sono parecchie tariffe e quelle saranno un argomento di trattativa, quindi i compagni cinesi hanno interesse a comunque trovare una quadratura, c’è una cosa che è successa che ha cambiato un po’ lo scenario complessivo, gran parte di quelli che contano negli Stati Uniti hanno capito che la guerra in Ucraina è persa. L’opinione pubblica proprio intendi?
L’opinione pubblica l’aveva già capito da tempo, però anche a livello di quelli che contano nel Pentagono, quelli che contano nel Deep State, è chiarissimo che è stata persa e è stata persa agli Stati Uniti, non è stata persa agli Ucraini, perché il sistema d’arma, la strategia, tutto il resto fornito non ha funzionato, come non ha funzionato neanche le varie previsioni, le strategie ideate, è stato un fiasco e dopo una serie di fiaschi tra cui l’Afghanistan, hanno improvvisamente capito che uno non possono permettersi di andare in guerra con l’Iran e non possono neanche permettersi di andare in guerra con la Cina e neanche la Cina oggi si può permettere di andare in guerra e neanche vuole credo andare in guerra con gli Stati Uniti, quindi dovranno cercare una quadra tra i due.
Entrambe sono nazioni estremamente indebitate, entrambi sono nazioni con una situazione interna economica molto critica, entrambe sono nazioni che vogliono liberarsi dell’euro-dollaro, attenzione stiamo parlando dell’euro-dollaro e tuttavia come hanno detto anche a Kazan, i cinesi non vogliono eliminare il dollaro, anche perché loro hanno gran parte di loro risparmi in dollari, quindi se fanno affondare il dollaro è come se li spalassero, dove sappiamo, giusto per fare un dispetto alla moglie, quindi la situazione qui è che i due cercheranno, qualche tipo di aggiustamento confrontandosi, lanciandosi frecciatine, creando un po’ di confusione, però sostanzialmente cercheranno di consolidare le rispettive posizioni e quello che fino a non tanto tempo fa era stato progettato come estensione del circuito dell’euro-dollaro e come potenziale alternativa al circuito dell’euro-dollaro che è l’euro, che è stato progettato dalla Banca per i regolamenti internazionali, a questo punto verrebbe abbandonato, perché non ha funzionato come alternativa all’euro-dollaro, che è fallito come sistema nel 2008 e Briggs stanno cercando di farsi un nuovo sistema, tra l’altro usando sempre M-Bridge creato dalla Banca per i regolamenti internazionali, quindi la stessa creatrice dell’idea dell’euro-dollaro è già passata al prossimo capitolo, con un nuovo sistema che danno ai cinesi, nel frattempo gli americani stanno lavorando su un altro sistema e i due sono in competizione, vedremo chi se la cava meglio, probabilmente gli americani sono un po’ in vantaggio, per il solo fatto che il dollaro è estremamente più presente, più liquido e il prosciugamento del circuito dell’euro-dollaro va solo a vantaggio del valore del dollaro in quanto tale che sale.
[Carlo Savegnago]
Quindi da questa sfida l’Europa che fa? Nonostante la grande classe dirigente di cui è dotata.
[Roberto Mazzoni]
Esatto, quindi a questo punto credo che per l’Europa sarà un periodo di caos, nel senso che l’Unione Europea è sempre più conflittuale come tipo di relazione al suo interno, gli unici che abbiano un’idea chiara mi sembrano gli inglesi che hanno capito che parte stare e che tra l’altro Orban ha una relazione molto buona con Trump, quindi sarà probabilmente l’uomo ponte verso i russi e verso l’Europa. Ricordiamo che l’aveva visitato, era stato a Mara Lagoa alcuni mesi fa, Orban dopo aver incontrato Putin mi sembra e Zelensky anche.
Esattamente, quindi credo che ci sarà una gravitazione graduale del potere politico anche perché poi il potere economico si muove insieme al potere politico o viceversa, in direzione est, in particolare verso l’Ungheria che diventa un referente anche primario per la Russia, sempre avendo mantenuto i rapporti buoni con Mosca, mentre invece Bruxelles rimane piuttosto isolato e mi sembra che siano anche un pochino sganciati da realtà. Quindi in questo contesto naturalmente, sicuramente Trump avrà i suoi progetti e li estenderà ai singoli paesi individualmente, immagino. Senti, quindi con Trump cambia un po’ tutto, sia a livello interno ma anche a livello internazionale, qui proprio cambia tutto. Sarà un cambiamento radicale. Giungiamo alla fine Kennedy.
[Carlo Savegnago]
Ecco sì, Robert Kennedy, bravo, mi stavo dimenticando.
[Roberto Mazzoni]
Certo, prego. Trascina dietro di sé gli interessi farmaceutici, in una certa misura, nel senso che lui si pone come antagonista nei confronti della corruzione mondiale farmaceutico, anche se ha poi dei contatti in quell’ambiente, la sua vicepresidente aveva dei contatti in quel contesto, quindi c’è un po’ di movimento lì dentro, però di certo il discorso sanità, il discorso sviluppo farmaceutico, il discorso di controllo anche della salute pubblica, dell’impianto di salute pubblica, è diventato un tema centrale, lo era già da prima, però attraverso Kennedy quello che vedremo quasi sicuramente sarà una serie di blocchi nei confronti di farmaci provenienti dall’Europa.
Quindi, i casi farmaceutici europei, che fin d’esso hanno fatto un sacco di soldi negli Stati Uniti, verranno progressivamente tagliati fuori per dare spazio a case farmaceutiche interne, molto probabilmente. Infatti uno dei temi ricorrenti durante tutta la campagna è stato il fatto che in America ci sono cose che in Europa sono vietate, ma che sono prodotte da aziende farmaceutiche europee, e che in America i stessi farmaci costano il triplo o dieci volte quelli che costano in Europa. Quindi l’obiettivo sarà lì sopra, perciò chi lavora nel mondo farmaceutico in Europa dovrebbe tenerne conto, perché è probabile che scompiglia tutto un mercato, e vedo quattro anni di confronti piuttosto movimentati con Bruxelles.
[Carlo Savegnago]
Come ha evidenziato Mario Draghi, che è stato l’unica figura, anche se non si capisce a nome di chi parla, perché non copre nessun incarico, il report sulla competitività dell’Unione Europea che è uscito quest’estate, dove c’è stata proprio la kermesse, che sembrava proprio una kermesse quasi del partito repubblicano americano, ha consegnato brevi manu il report a Kamala Harris, la von del Leyen, che stanno forse tramontando entrambe, la prima di sicuro, e sembra già andato nel dimenticatoio questo report sulla competitività dell’Unione Europea.
[Roberto Mazzoni]
Quello credo sia stato una salva di avviso, come quando spari davanti alla prova di una nave, può darsi che vedremmo il ritorno di Draghi in qualche tipo di funzione. Tu dici? Sì. È possibile, nel senso che se devono nominare un curatore fallimentare, chi metteresti tu? Sì, effettivamente è perfetto, è quello che sa fare. Senti, caro Roberto, si sente, si vocifera che il sistema che vedi in Donald Trump, in America ovviamente parla, un pericolo e quindi un nemico da abbattere, sta cercando di sobillare comunità come quella, la LGTBQ, il mondo woke, il mondo pro aborto e tutte le galassie che ruotano attorno alla transizione verde.
[Carlo Savegnago]
Lo vedi come un pericolo sociale?
[Roberto Mazzoni]
No, innanzitutto perché tutta la transizione sta avvenendo in Florida, che è uno stato, grazie anche al lavoro di Ron DeSantis, blindato, quindi qua non può succedere assolutamente niente. Perciò se lo fanno, lo fanno in giro per gli Stati Uniti, in Washington, ne parlano sui media che comunque non legge più nessuno e perciò diventa una cosa fine a sé stessa, non interessa. Non movimenteranno masse, non riusciranno a movimentare masse per creare disordini, per aggettare, per generare nella pubblica opinione che Trump è un problema e in qualche modo va rimosso, va limitato, etc. No, anche perché con l’arrivo di Kennedy in ogni caso è arrivata nella coalizione anche una componente importante dell’ex partito democratico e in più Trump anche in ragione credo che abbia un genero che è di origine libanese, in ragione della situazione complicata a Gaza, Israele, etc., si è mosso molto bene con la comunità araba che voleva punire Harris, aveva promesso che avrebbe punito Harris e ne ha fatto un punto d’onore, anzi ne ha fatto un punto religioso e in effetti hanno massacrato Harris nel Michigan e se anche non avesse vinto la Pennsylvania, Trump probabilmente avrebbe vinto comunque grazie a questa comunità araba e questa comunità araba si è proprio buttata allo scoperto, hanno detto noi sosteniamo Trump, vogliamo dei risultati, vogliamo che smetta le uccisioni a Gaza, questo che noi pretendiamo e siamo sicuri che lo possa fare, siamo sicuri che lo farà, quindi lui adesso deve bilanciare le cose perché da una parte ha tutto il fronte professionista che l’ha sostenuto e che si aspetta i risultati, dall’altra c’è il fronte che tra l’altro ha anche un rappresentante in famiglia, islamico.
Jared Kushner che questa volta è fuori sempre dal giro, quindi è una cosa molto interessante e credo che in questo circuito Barron abbia un ruolo. Magari lo approfondiremo nel nostro prossimo appuntamento.
[Carlo Savegnago]
Senti, finiamo con una nota quasi di colore, Biden c’è ancora la casa bianca secondo te? Battute a parte, che comunque non è neanche tanto una battuta, forse, comunque ha stanziato, sembra che abbia stanziato ulteriori ultimi fondi e fornirà 500 missili, adesso non mi ricordo di che tipologia, quindi cos’è un colpo di coda?
[Roberto Mazzoni]
No, erano soldi già stanziati e loro sanno che se non li spendevano li avrebbero persi e quindi hanno detto va bene.
[Carlo Savegnago]
Il neo segretario generale della Nato, Mark Rutte, l’orandese Mark Rutte e Blin che si sono appena incontrati hanno detto che continueremo a sostenere, Blinken fino al massimo fino al 19 gennaio voglio dire, poi Mark Rutte non lo so, nuovo segretario della Nato, ma vedo proprio un’espressione di sufficienza da parte tua.
[Roberto Mazzoni]
È molto chiaro perché anche, allora una cosa che bisogna capire è che il Deep State ha deciso a che parte stare e ha deciso che Trump è la scelta, perché come dicevo prima…
[Carlo Savegnago]
Anche per questo che lo spoglio è andato liscio, non ci sono stati brogli, è spiegabile in questo modo che il Deep State aveva scelto, perché ci aspettavamo, c’era da aspettarsi, quattro anni fa è successo il finimondo, qui è andato tutto liscio come non ci sono state…
[Roberto Mazzoni]
No, poi di nuovo Deep State come ho spiegato non è una cosa monolitica, quindi la fazione che non vuole continuare a perdere e che vuole ricostruire l’intero impianto della difesa americana e vuole ricompattare le truppe, perché se devono affrontare la Cina o per lo meno dare l’idea che fossero a affrontare la Cina non possono avere 600 basi in giro per il mondo, è un’idiozia completa, quindi è una linea completamente diversa rispetto alla linea Ucraina e all’avventura Ucraina che soprattutto è voluta dai britannici per motivi anche storici e da Bruxelles per motivi incomprensibili.
Detto questo, quindi ormai hanno deciso che l’Ucraina è finita, it’s over, mandano gli ultimi residuati bellici che ci hanno, tanto gli serve svolare i magazzini perché devono mettere nuova roba, tanto sanno che se arriveranno in Ucraina verranno rivenduti al mercato nero oppure verranno eliminati direttamente dai russi, non c’è nessun problema, non cambia assolutamente nulla, si tratta di far girare gli ultimi soldi per dire dai non facciamoli crollare prima della transizione, perché l’idea è di dire l’Ucraina crollerà dopo che Trump si sarà insediato così daremo colpa a lui. Da un punto di vista americano it’s over, è finito. Quindi staremo a vedere, queste saranno le prossime analisi che faremo.
[Carlo Savegnago]
Caro Roberto, nel nostro prossimo appuntamento di dicembre sicuramente uno dei temi sarà quello della composizione dell’amministrazione Trump di cui oggi non abbiamo accennato perché è tutto appena iniziato ed è tutto in fieri, in divenire. Ci sono già alcune caselle che si stanno riempiendo, però io credo che a dicembre per il nostro appuntamento sarà perfetto per fare il punto, io credo in quel caso probabilmente completo, sicuramente completo di quella che saranno le figure che comporranno l’amministrazione di Trump e quindi lì si potrà fare proprio una valutazione completa, adesso mi sembra abbastanza prematuro. Con quello che si sta muovendo chissà di cosa avremo da parlare fra un mese, quindi sarà sicuramente interessante. Forse se non intendo male potrebbe esserci meno da parlare di quello che sembra.
[Roberto Mazzoni]
Guarda, basta ti dico una cosa, la questione ucraina è stata data a J.D. Vance, al vice presidente, basta, non è abbastanza importante perché se ne occupi Trump.
[Carlo Savegnago]
Chiarissimo, questo concetto hai già detto tutto, è affidata a quello che sarà magari il successore come candidato di Trump, magari fra quattro anni, quindi che si faccia, intanto cominci a farsi esperienza con una cosa che mi sembra di capire per gli Stati Uniti è diventata proprio secondaria, un capitolo da chiudere.
[Roberto Mazzoni]
Guarda, per gli Stati Uniti non devono fare nient’altro che chiudere il rubinetto, adesso ci avevano le ultime cose nel deposito attrezzi che stanno mandando, dopodiché sarà chiuso e quando chiude il rubinetto chi paga? Andranno in giro a fare la questua in giro per l’Europa, vedrete cosa riuscite a fare, però è certo da Washington il messaggio è non aspettatevi un quattrino o un proiettile perché non ve li mandiamo.
[Carlo Savegnago]
Sì, anche perché proprio in questi giorni la Meloni ha detto altre forniture d’armi eccetera e poi chi lo dice? Gli italiani, quindi questo fa capire. Bene, siamo in chiusura, ringrazio come sempre Roberto Mazzoni per le interessantissime, oltre che analisi, informazioni, hai dato veramente tante informazioni in questo nostro appuntamento e grazie a Roberto Mazzoni, Collegamento della Florida. Ricordo per vedere tutte le attività di Roberto, ricordo il canale mazzoninews.com e c’è molto da scoprire e da capire delle attività di Roberto. Grazie, grazie ancora, a presto.
[Roberto Mazzoni]
Grazie a voi, buona giornata.
[Carlo Savegnago]
Grazie, grazie a tutti voi amici scontatori.
Roberto Mazzoni