60 giorni di follia – parte 3 – MN #307

Siamo insieme alla ricerca delle verità sulla situazione attuale del confronto tra Stati Uniti e Russia. Il tema è molto vasto e quindi non potremo coprirlo completamente in questo video naturalmente, però con questa terza puntata vogliamo concentrarci in particolare sul rischio nucleare che è un tema di attualità e che è un tema particolarmente attuale in questi giorni. Tucker Carlson, un giornalista di fama mondiale che ho già presentato nei video di Mazzoni News in passato, è appena andato a Mosca per intervistare il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, e ha fatto un annuncio da Mosca che vi proporrò direttamente verso la fine di questo video, in cui ci dice che siamo sull’orlo di una crisi nucleare, ossia siamo molto vicini al potenziale scambio di testato nucleari tra Russia e Stati Uniti, molto più vicini di quanto lo siamo mai stati.

Questo è quello che lui ci dice e, basandoci sulle informazioni che abbiamo, sulla sua esperienza e in generale sui commenti che vengono dai veri politici, è sicuramente una stima accurata. Naturalmente l’obiettivo non è quello di spargere il terrore, non è quello di comunicarvi che è un conflitto nucleare imminente, perché non lo è, ma è il momento direi di aumentare la nostra conoscenza in materia, aumentare anche la nostra responsabilità individuale sul tema, anche perché non possiamo affidarlo completamente ai politici, abbiamo visto che i politici, per quanto disponibili, per quanto ben intenzionati, raramente riescono a ottenere quello che si vuole, vuoi per incapacità, vuoi per opposizione, vuoi per una serie di sfortunati eventi, però appunto, siccome la questione è così importante per noi e per tutto il genere umano, direi che non possiamo appunto delegarla in toto a qualcun altro, ma dobbiamo prenderci la nostra parte, piccola o grande che sia, e direi che il modo migliore per iniziare a prendersela sia quello di capire come questi sistemi funzionano, che sistemi ci sono, quali sono i pericoli, chi è il più potente tra i vari attori in questo campo e di conseguenza anche farci un’idea di quanto sia opportuno sfidare tale attore.

Nel video che vi propongo, il primo di questa mini serie in questa puntata, vedrete un documentario che illustra i principali tipi di armi nucleari, quelli più comuni, quelli diciamo di routine, sia degli Stati Uniti sia della Russia che della Cina. E nel video ci viene anche proposta una proporzione delle potenze relative, un’informativa generale su quelle che sono le disponibilità delle varie nazioni e anche un confronto tra la potenza di questi ordini rispetto alla bomba fatta esplodere su Hiroshima, quindi una delle prime bombe nucleari mai fatte esplodere su un contesto cittadino, in questo caso specifico degli Stati Uniti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Infatti vedrete che c’è una rappresentazione grafica dove c’è la sagoma del monte Everest, per darvi un’idea dell’altezza relativa, c’è una sagoma della bomba di Hiroshima e poi sono tutte le sagome delle bombe successive, quelle che sono in dotazione alle forze armate dei Stati Uniti, Russia e Cina appunto.

Ci sono altri paesi che sono dotati di testate nucleari che non sono inclusi in questa lista ma che comunque vanno tenuti in considerazione, tra questi c’è l’India, c’è il Pakistan, c’è naturalmente la Gran Bretagna, la Francia, Israele anche se non dice di avercele e potenzialmente potremo avere altri attori nucleari nel prossimo futuro nel caso in cui riprenda la corsa a nucleare, cosa che è possibile. Bene, quindi prima di proporvi il video vi chiarisco alcuni termini che sentirete menzionati in questo breve documentario, uno di questi è navigazione astro-inerziale che corrisponde a un sistema di navigazione autonoma inserito nel missile che permette al missile di trovare la propria destinazione aggiustando la traiettoria, aggiustando il percorso in modo da arrivare con precisione sul punto in cui deve colpire. Poi abbiamo un sistema di bombardamento orbitale frazionato o FOBS che descrive una tecnologia particolare in cui il missile invece di fare una traiettoria molto alta, quindi andare al di sopra della atmosfera e poi ridiscendere, viaggia parallelo alla superficie terrestre a una quota molto più bassa e quindi risulta più difficile sia da identificare da parte dei vari sistemi di allarme preventivo sia da intercettare nel momento in cui arrivasse prossimo all’obiettivo che deve colpire.

E abbiamo parlato poi anche di testate multiple di tipo MIRV, nel video precedente sono testate appunto multiple che sono all’interno di un singolo missile e che in prossimità del punto che deve essere colpito si separano, viaggiano indipendentemente all’interno dell’atmosfera, rientrano all’interno dell’atmosfera separatamente e colpiscono lo stesso obiettivo da più angolazioni rendendo più difficile l’attività della contraerea. Come vedremo in un altro video documentario che vi proporrò nella prossima puntata di questa mini serie, in realtà la contraerea è in grado di intercettare solo una piccola parte di questi missili, quindi qualora ci fosse effettivamente un bombardamento nucleare la possibilità che queste bombe vengano intercettate nell’aria è molto bassa.

In più, secondo un video che ho visto di recente da parte di un esperto, la NATO allo stato attuale, supponendo che tutti i sistemi d’arma di cui dispone siano efficienti e siano dotati delle munizioni sufficienti, cosa che non è garantita visto che hanno mandato molto materiale in Ucraina, ma partendo appunto da un’ipotesi ottimale, non è in grado di proteggere più del 5% del territorio delle nazioni della NATO, quindi di fatto non può proteggere quasi niente, sempre supponendo che occasionalmente i missili possano intercettare le testate in arrivo, cosa che con i missili di nuova generazione, soprattutto quelli cinesi e quelli russi che viaggiano a velocità molto superiori a quelle del suono, stiamo parlando di 10 volte, anche 20 volte la velocità del suono, è praticamente impossibile. Bene, quindi chiarito questa serie di punti iniziali, vediamo il documentario.

Portata delle armi nucleari in uso al momento

[Annunciatrice]

Attenzione, ora siamo a DEFCON 1, tutto deve essere bloccato per sicurezza.

[Seconda annunciatrice]

Armi nucleari russe nello spazio.

[Giornalista]

La Russia ha recentemente testato un missile ipersonico con capacità nucleare.

[Terza annunciatrice]

I missili ipersonici e gli aerei ipersonici potrebbero essere il futuro della guerra.

[Narratore]

Una delle armi nucleari più potenti al mondo è la bomba B-83, il peso massimo dell’arsenale statunitense. Con un peso di 1.100 chilogrammi e un’estensione di 3,7 metri di lunghezza e con un diametro di 46 centimetri, ha all’incirca le dimensioni di una piccola automobile. Ma all’interno di questa imponente cornice, si trova una forza di distruzione inimmaginabile. La B-83 è una bomba gravitazionale, il che significa che viene sganciata da un aereo e sfrutta esclusivamente la gravità per raggiungere il proprio bersaglio.

Non ci sono razzi o sistemi di propulsione, ma solo una discesa in caduta libera. Potrebbe sembrare semplice, ma la devastazione che può scatenare è tutt’altro che semplice. Trasportata da bombardieri strategici come il B2 Spirit Stealth Bomber e il B52 Stratofortress, la B-83 può essere lanciata molto all’interno del territorio nemico. Sviluppa una potenza di esplosione fino a 1,2 megatoni di TNT, vale a dire l’equivalente di 1,2 milioni di tonnellate di tritolo. Ne consegue che la B-83 è circa 80 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima, che aveva una potenza di circa 15 kilotoni.

Per mettere questo in prospettiva, immaginate l’energia esplosiva di 1,2 milioni di tonnellate di TNT che esplodono in un solo momento. Ma la B83 non è solo potenza allo stato puro. È progettata per penetrare nei bunker sotterranei, intrufolandosi nella profondità del terreno prima di esplodere.

Per quanto riguarda il numero esatto di queste armi, laddove le cifre esatte sono confidenziali, gli esperti stimano che ci siano circa 650 B83 in esistenza e si pensa che ci siano circa 200 bombe B83 in servizio attivo. Questo numero è diminuito nel corso degli anni a causa dei trattati di riduzione degli armamenti e degli sforzi di modernizzazione. In effetti, ci sono piani per ritirare ed eliminare del tutto le armi nucleari di tipo B83 e sostituirle con armi più avanzate e con una potenza inferiore. Per comprendere la vera grandezza del potere distruttivo della B83, immaginate una singola esplosione aerea su Pechino, in Cina.

La palla di fuoco immediata inghiottirebbe un’area di oltre 4 chilometri quadrati, vaporizzando tutto ciò che si trova nel suo raggio. Gli edifici crollerebbero in un raggio di 7,5 chilometri a causa dell’intensa pressione dell’esplosione, appiattendo gran parte del centro cittadino. Le finestre delle case si frantumerebbero fino a 21 chilometri di distanza, facendo volare schegge di vetro e causando lesioni anche in quartieri lontani. La radiazione termica causerebbe ustioni di terzo grado a chiunque si trovasse entro un raggio di 13 chilometri, coprendo un’area di oltre 500 chilometri quadrati. In termini di costo umano, una tale detonazione potrebbe causare immediatamente circa 1,5 milioni di morti e oltre 3 milioni di feriti. E questo sarebbe il frutto di una singola bomba B83.

Gli Stati Uniti dispongono di circa 76 bombardieri B-52 Stratofortress, che una volta erano in grado di trasportare fino a 8 bombe nucleari B-83. Tuttavia, nel 2010, il Comando Strategico degli Stati Uniti ha rimosso le bombe nucleari a gravità dall’arsenale del B-52, poiché l’aereo non era più considerato in grado di sopravvivere alle moderne difese antiaeree. Oggi, solo la flotta statunitense di 19 bombardieri stealth B-2 Spirit ha il compito di trasportare bombe nucleari a gravità, tra cui la B-83, e ciascuno di questi bombardieri può trasportare fino a 16 bombe nucleari B-83.

Ciò significa che il potenziale di devastazione non è limitato a una sola bomba, ma potrebbe coinvolgere numerose detonazioni simultanee, aumentando in modo esponenziale l’impatto distruttivo. Nell’immaginare la vera portata delle moderne armi nucleari, al quarto posto della lista c’è il missile Trident II, una pietra miliare del deterrente nucleare degli Stati Uniti e del Regno Unito. A differenza delle bombe gravitazionali come la B-83, il Trident è un missile balistico lanciato da un sottomarino, un tipo di arma conosciuta anche con la sigla SLBM. Il missile Trident è una meraviglia dell’ingegneria. Con un peso di circa 59.000 chilogrammi e un’estensione di 13,5 metri di lunghezza, è un missile a tre stadi con propellente solido in grado di viaggiare per oltre 12000 chilometri.

Questa incredibile portata gli consente di colpire bersagli praticamente ovunque nel mondo, partendo dai sottomarini nascosti in profondità sotto la superficie dell’oceano. Ciò che distingue veramente il Trident da altre bombe è l’uso di più veicoli di rientro a bersaglio indipendente, anche dette MIRV. Ciascun missile può trasportare fino a otto testate nucleari, tipicamente il modello W88, ciascuna con una potenza di 475 kilotoni. Si tratta di circa 30 volte la potenza della bomba di Hiroshima per ciascuna di queste testate multiple. Ciò significa che un singolo missile Trident può sferrare colpi devastanti a più bersagli in un’ampia area, moltiplicando efficacemente la sua capacità distruttiva. Il sistema di guida del missile è altamente sofisticato e combina la navigazione astro-inerziale con aggiornamenti da GPS per garantire una precisione straordinaria. È in grado di colpire entro 100 metri dal suo bersaglio dopo aver percorso migliaia di chilometri. Il Trident II è schierato su sottomarini di classe Ohio della marina statunitense e sottomarini di classe Vanguard della Royal Navy, fornendo una capacità di attacco furtiva e una capacità di sopravvivenza che sono fondamentali per la deterrenza nucleare. Per comprendere il potenziale impatto di quest’arma, immaginate un singolo missile Trident lanciato verso Mosca, con tutte e otto le testate che puntano alla stessa area per ottenere il massimo effetto.

La resa esplosiva combinata sarebbe di circa 3,8 megatoni di TNT. Dopo la detonazione che produce l’esplosione dell’aria, si svilupperebbe immediatamente una palla di fuoco capace di inghiottire un’area di oltre 10 chilometri quadrati, vaporizzando tutto ciò che si trova nel suo raggio. Gli edifici verrebbero cancellati entro un raggio di 11 chilometri, appiattendo gran parte del centro della città. La radiazione termica causerebbe ustioni di terzo grado a chiunque si trovi nel raggio di 22 km dal punto dell’esplosione, coprendo un’area di oltre 1.500 chilometri quadrati. Il costo umano sarebbe sbalorditivo, stimato in oltre 2,8 milioni di morti immediati e 4,6 milioni di feriti. E ricordate, che questo è il risultato di un solo missile Trident.

Gli Stati Uniti dispongono di 14 sottomarini nucleari di classe Ohio, ciascuno in grado di trasportare fino a 20 missili Trident II. Ciò equivale a 280 missili Trident che sono costantemente in agguato nelle profondità degli oceani. Con ogni missile che trasporta fino a 8 testate da 475 kilotoni ciascuna, abbiamo un totale di 2.240 testate nucleari.

Se si calcola la potenza esplosiva combinata, otteniamo un totale di ben 1064 megatoni di tritolo. Questo è l’equivalente di oltre 70.000 bombe di Hiroshima, una colossale quantità di energia distruttiva nascosta sotto la superficie del mare. Questa immensa forza è costantemente di pattuglia, pronta a essere scatenata se mai fosse necessario. Al posto numero 3 c’è il missile balistico intercontinentale DF-5 della Cina, in particolare la variante DF-5C.

Questo missile è un vero gigante, alto oltre 32 metri e del peso di circa 183 tonnellate. Introdotto per la prima volta negli anni ’80, il DF-5 è rimasto da allora una pietra miliare del deterrente nucleare cinese. Il DF-5 ha un’impressionante portata di fino a 15.000 km, il che significa che può raggiungere quasi tutti gli obiettivi del globo partendo dai siti di lancio in Cina. Ciò che lo rende particolarmente formidabile è il suo carico utile. Le ultime versioni, come il DF-5B e il DF-5C, sono equipaggiate con testate multiple di tipo MIRV, che consentono loro di trasportare fino a 12 testate nucleari, ciascuna con una potenza di un megatone di TNT. Per capire la scala, ricordate che la bomba di Hiroshima era di soli 15 kilotoni di TNT, quindi ogni testata del DF-5 è circa 66 volte più potente della bomba usata su Hiroshima. Se tutte e 12 le testate fossero dirette verso lo stesso bersaglio, la potenza esplosiva combinata sarebbe di ben 12 megatoni. Il che equivale ad una potenza 800 volte superiore a quella della bomba lanciata su Hiroshima.

Immaginiamo che un singolo missile DF-5C venga lanciato verso Washington.

E supponiamo che tutte le 12 testate colpiscano la stessa area.

La palla di fuoco inghiottirebbe un’area con un raggio superiore ai 3 chilometri, vaporizzando efficacemente ogni cosa in quella zona.

L’esplosione causerebbe il crollo della maggior parte degli edifici residenziali entro un raggio di 16 chilometri, e le ustioni di terzo grado potrebbero colpire persone fino a 35 chilometri di distanza dal centro dell’esplosione. Il costo umano sarebbe inimmaginabile. Si stima che le vittime possano superare il milione, con oltre 1,8 milioni di feriti.

Ciò che è ancora più allarmante è che questo livello di distruzione deriverebbe da un solo missile DF-5.

Si ritiene che la Cina abbia nel suo arsenale da 20 a 30 missili di questo tipo.

Al secondo posto della classifica in termini di capacità di distruzione troviamo il missile balistico intercontinentale russo R-36, meglio conosciuto con la sua designazione NATO di Satana. Sviluppato durante la Guerra Fredda, questo missile è uno dei più potenti mai costruiti, progettato per trasportare enormi carichi nucleari su vaste distanze. L’R-36 è un missile colossale, alto oltre 32 metri, e con un peso di circa 210 tonnellate. è un razzo a due stadi con carburante liquido, progettato per trasportare testate nucleari attraverso interi continenti, e dispone di un raggio operativo che arriva fino a 16.000 km. Ciò significa che può raggiungere obiettivi praticamente ovunque nel mondo partendo dai siti di lancio all’interno della Russia.

Ciò che rende il missile Satana particolarmente temibile è la sua capacità di carico utile. Può trasportare fino a 10 testate indipendenti di tipo MIRV, ciascuna armata con una testata nucleare che può arrivare fino a un megatone di TNT. Ciò significa che un singolo missile può sganciare una potenza esplosiva totale di fino a 10 megatoni di TNT, vale a dire 666 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima, una cifra appropriata per un missile che si chiama Satana. Alcune varianti dell’R-36 sono state dotate di un’unica gigantesca testata con una potenza fino a 20 megatoni. Si tratta di oltre 1.300 volte la potenza della bomba di Hiroshima, il che consente di annientare obiettivi rinforzati come silos missilistici e bunker di comando. Ora immaginate se un singolo missile R-36 esplodesse su San Francisco con una singola testata da 15 megatoni.

La palla di fuoco che verrebbe generata immediatamente inghiottirebbe un’area di oltre 30 chilometri quadrati, vaporizzando tutto ciò che si trova entro un raggio di 3 chilometri.

Gli edifici verrebbero rasi al suolo entro un raggio di 17 chilometri, demolendo gran parte della Bay Area. La radiazione termica causerebbe ustioni di terzo grado a persone fino a 40 chilometri di distanza, coprendo un’area di quasi 4.800 chilometri quadrati. Il bilancio umano sarebbe catastrofico. Si stima che le vittime potrebbero superare 1 milione, con oltre 1,3 milioni di feriti aggiuntivi. E questo sarebbe il risultato dell’impatto di un solo missile. Si ritiene che la Russia disponga di circa 46 missili R-36 M2 operativi, che rappresentano la variante più avanzata del modello originale. Ciascuno di questi missili può trasportare più testate, moltiplicando significativamente il loro potenziale distruttivo. Con un arsenale di questo tipo, l’enorme portata del potere detenuto all’interno di queste armi è quasi al di là della comprensione. Infine, in cima alla lista c’è il missile russo RS-28 Sarmat, minacciosamente soprannominato Satana 2. Questo missile balistico intercontinentale rappresenta l’apice delle moderne armi nucleari. Sviluppato per sostituire i vecchi missili R-36M Satan, l’RS-28 Sarmat è progettato per eludere i sistemi di difesa missilistica e trasportare enormi carichi esplosivi in tutto il mondo.

Il Sarmat è un missile a tre stadi con combustibile liquido e pesa oltre 208 tonnellate con circa 35 metri di lunghezza. È in grado di trasportare una varietà di configurazioni di testate, tra cui fino a 10 MIRV pesanti o oppure 15 MIRV più leggeri, insieme a contromisure avanzate per aggirare le difese missilistiche. La sua portata supera i 18.000 chilometri, consentendogli di raggiungere obiettivi in qualsiasi punto della Terra. Una delle caratteristiche più preoccupanti dell’RS-28 è la sua capacità di utilizzare un sistema di bombardamento orbitale frazionato, altrimenti detto FOBS. Ciò significa che il missile può entrare in un’orbita terrestre bassa e avvicinarsi a bersagli da qualsiasi direzione, anche sopra il Polo Sud, scavalcando efficacemente i tradizionali sistemi di allerta precoce che sono invece orientati verso nord.

Alcuni rapporti ipotizzano che il Sarmat potrebbe teoricamente trasportare un carico utile di fino a 50 megatoni, equivalente alla Bomba dello Zar, il più potente ordigno nucleare mai fatto esplodere. Laddove un potenziale distruttivo di tale portata è per lo più ipotetico, e non pratico per l’uso militare moderno, dobbiamo comunque riflettere sul suo impatto potenziale. Consideriamo uno scenario in cui una testata da 50 megatoni colpisca New York.

La palla di fuoco risultante inghiottirebbe un’area con un raggio di oltre 5 km, vaporizzando tutto entro un’area di 83 chilometri quadrati. L’intensa onda d’urto causerebbe distruzioni su vasta scala fino a 26 chilometri di distanza, livellando edifici e strutture su un’area di più di 2.000 chilometri quadrati. Le ustioni di terzo grado potrebbero essere inflitte a persone fino a 60 chilometri di distanza, coprendo un’area di quasi 11.000 chilometri quadrati. Il tributo umano sarebbe inimmaginabile. Si stima che le vittime potrebbero superare i 7 milioni di persone, con oltre 6 milioni di feriti. E questo sarebbe il risultato di un singolo missile RS-28 Sarmat, supponendo che trasporti il carico utile teorico di 50 megatoni di TNT.

Per mettere questo in prospettiva, quando la Bomba dello Tsar da 50 megatoni fu fatta esplodere nel 1961, il lampo fu visibile fino alla Norvegia, a oltre mille chilometri di distanza dal sito di collaudo. Allo stesso modo, un’esplosione di 50 megatoni su New York City sarebbe visibile ad occhio nudo fino alla Carolina del Sud, a quasi mille chilometri di distanza. Ma cosa significa tutto questo per noi oggi? Nonostante l’impressionante arsenale che la Russia possiede sulla carta, gli eventi recenti hanno messo in dubbio le sue reali capacità. Secondo quanto riferito, il nuovo missile balistico russo Sarmat, noto come Satan 2, è esploso durante un lancio di prova, lasciando un enorme cratere sul sito. In combinazione con le battute d’arresto e le debacle che la Russia ha dovuto affrontare nella sua guerra di aggressione in Ucraina, sembra che la Russia potrebbe non essere così formidabile come molti pensavano una volta, ma che sia semplicemente una tigre di carta.

Ciò nonostante, in uno scambio nucleare su vasta scala, anche pochi missili delle quasi 6.000 testate nucleari a disposizione dei russi, causerebbero danni inimmaginabili agli Stati Uniti. Ma la vera sfida non è chi abbia la bomba più grande, ma il garantire che queste armi non vengano mai utilizzate. Perché in una guerra nucleare non ci sono vincitori, ma solo un mondo lasciato in rovina dove tutti perdono.

La terza epoca del caos e il possibile rimedio

Come avete visto anche in questo video documentario, sminuiscono le capacità effettive della Russia e può darsi che effettivamente la Russia abbia dei problemi tecnici, come sicuramente ce l’hanno anche gli altri, ma una cosa che Sun Tzu ci dice nell’arte della guerra, il libro sulla strategia militare più conosciuto e più rispettato al mondo, non devi mai sottovalutare il tuo nemico e soprattutto devi conoscere a fondo il tuo nemico, se lo sottovaluti e non lo conosci a fondo finirai sicuramente per perdere non soltanto la battaglia ma la guerra, perciò è bene non sottovalutare nessuno.

Un’altra cosa importante che dobbiamo tenere a mente è che gli scienziati pazzi che hanno sviluppato le prime bombe atomiche non hanno sviluppato parallelamente un sistema di difesa, quindi non esiste uno schermo del tipo di quelli che vediamo nei romanzi di fantascienza di forza che impedisca la bomba di colpire e di esplodere sulla città e che tenga anche radiazioni lontane dalla città e al tempo stesso che impedisca che il clamoroso incendio prodotto da queste esplosioni possa generare un uovo di fumo che poi copre sostanzialmente il cielo.

I governanti dell’epoca, gli scienziati dell’epoca non decisero che fosse importante e quindi oggi abbiamo una bomba illimitata, un’arma illimitata che come ho spiegato nel video precedente della terza epoca del caos sta producendo effettivamente un’epoca del caos in cui viviamo perché quando c’è un’arma rispetto alla quale non c’è difesa non è più un’arma ma diventa un sistema di autodistruzione e impedisce la persecuzione della cultura, e a degradare la cultura tende a disperdere lo Stato e tende a diminuire in modo drastico la potenza e la capacità dello Stato anche perché lo Stato nasce per proteggere i confini e proteggere i cittadini all’interno dei confini, con una bomba atomica questo è impossibile e quindi di fatto i governi sono superflui in questo particolare periodo della storia.

Quindi, fino a quando non svilupperanno un sistema di protezione contro le armi nucleari, oppure fino a quando non verranno eliminate le armi nucleari in circolazione, il sistema politico resterà sempre molto instabile e saremo sempre a rischio di una crisi che diventi troppo pericolosa da diventare un evento di estinzione per il genere umano. So che sto ponendo molta enfasi su questo aspetto ma è un aspetto che ritengo molto importante anche considerando gli ultimi sviluppi da parte dei russi e considerando il fatto che nel video per esempio non si parla della flotta di sottomarini russi che sappiamo essere superiore rispetto a quella americana e non si parla del fatto che secondo alcune notizie non confermate ma possibilmente valide i cinesi hanno trovato il modo per scoprire la posizione dei sottomarini nucleari Ohio della marina statunitense e quindi sono in grado di affondarli prima che questi abbiano l’opportunità di lanciare una testata e a oggi la guerra sottomarina è la forma più efficace di deterrente nucleare perché il sottomarino è difficile da individuare, il sottomarino rimane indenne rispetto agli effetti dell’esplosione nucleare e il sottomarino può avvicinarsi moltissimo all’obiettivo da colpire quindi non ha bisogno di lunghe traiettorie per il missile e può inviare un missile che giunge a destinazione in poco tempo e tra l’altro di nuovo nel documentario non si parla delle armi più recenti quelle più potenti e non si parla delle armi particolari in dotazione ai sottomarini russi quindi questo tutto sommato è un documentario che sminuisce un po’ la portata della situazione ma ciò nonostante ci fa capire come i russi siano enormemente superiori come potenza atomica rispetto a tutti gli altri sia in termini numeri sia in termini di potenza effettiva e che quindi forse non è il caso di andarli a provocare.

Tutte le testate che abbiamo visto in questo video sono probabilmente testate superate ci sono tecnologie più evolute e ci sono sistemi più pericolosi di quelle che abbiamo visto qui. Tuttavia ci dà un’idea abbastanza precisa del rapporto di forza dove quello che vediamo è la Nato decisamente in svantaggio e essendo decisamente in svantaggio è assolutamente irresponsabile l’idea di andare a sfidare un’altra potenza nucleare. Ora vi propongo un altro video che è un’altra sezione della tavola rotonda organizzata dallo Schiller Institute dove in questo caso partecipano due ex analisti della CIA. Ray McGovern è molto conosciuto nell’ambiente come vi ho detto era uno dei principali analisti della CIA al punto che durante la sua permanenza all’interno dell’agenzia forniva il briefing direttamente al Presidente degli Stati Uniti. È una persona che poi si è data molto da fare nella sua vita per denunciare gli eccessi della CIA, le incompetenze all’interno della CIA e le malefatte della CIA quindi è un individuo al di sopra di ogni sospetto.

Larry Johnson è un altro analista della CIA che anche gli ha criticato l’attività della CIA una volta che è uscito e che fa parte insieme a McGovern di un’organizzazione di ex membri dell’intelligence americano che hanno come obiettivo quello di riportare la sanità mentale all’interno dell’attività di intelligence. Quindi sono due personaggi che ritengo interessanti e sicuramente personaggi che conoscono da vicino la realtà delle cose, quella che è meno evidente, quella che noi non possiamo vedere perché ci viene tenuta nascosta. Nel video si parla di Aaron Bushnell, un militare americano di 25 anni che il 25 febbraio 2024 si è immolato, dandosi fuoco, davanti all’ambasciata israeliana a Washington come protesta contro il genocidio a Gaza e si parla della DEA, la Drug Enforcement Agency, l’agenzia per combattere lo spaccio della droga negli Stati Uniti. Bene, ora vi presento la terza parte della tavola rotonda. Eccola.

Bisogna muoversi in fretta

Dec 03, 2024

20241122-Russia’s Hypersonic Strike OK part 3

[Moderatrice Shiller Institute]

Ho visto che Ray McGovern, ha acceso la telecamera. Volevo solo verificare se hai un commento rispetto a quanto detto da Scott Ritter, e noto che anche Larry Johnson si è unito a noi. Ray, avevi qualcosa da aggiungere?

[Ray McGovern]

Ho un commento da fare. Mi sentite bene?

[Dennis Speed – Shiller Institute]

Sì.

[Moderatrice Shiller Institute]

Sì.

[Ray McGovern]

Buono. Beh, voglio ringraziare sia Scott che Steve. Questo è l’input fattuale necessario, non solo per farci preoccupare come dovremmo, ma anche per farci infuriare e farci dare una mossa e fare qualcosa al riguardo. Tutti noi possiamo fare qualcosa al riguardo. Quando hanno chiesto ad Aaron Bushnell perché stesse per auto-immolarsi, ha detto che la gente gli aveva chiesto che cosa avrebbe fatto se fosse stato presente durante il genocidio nella Germania nazista? E lui rispose che il genocidio era in corso proprio ora, a Gaza. E tutti noi stiamo facendo quello che dovremmo fare ora, ma in realtà non lo stiamo facendo. Quindi, approfittiamo di ciò che Scott ci sta invitando a fare. Voglio solo aggiungere un paio di piccole cose.

Innanzitutto, voglio darvi una buona notizia, anche se è solo una goccia nel vento. Esiste un collegamento, un canale di comunicazione tra gli Stati Uniti e la Russia. È un contatto tra il segretario alla Difesa Lloyd Austin con Andrei Belousov, il ministro della Difesa a Mosca. Questo, per quanto ne so, è operativo. Condividono informazioni e sono stati in grado di prevenire cose davvero brutte. Ed è la mia ipotesi, solo un’ipotesi, che Blinken e Sullivan non volessero che Austin entrasse in scena. Non lo hanno informato della decisione del presidente perché non erano sicuri di cosa Austin avrebbe fatto e cosa avrebbe potuto dire a Belousov. Ora, Putin ha chiarito che non c’è difesa contro queste nuove armi, che avvertirà i civili di togliersi di mezzo perché è così sicuro che anche dando loro un preavviso di un paio di giorni, non avrebbero comunque potuto allestire una difesa contro questo nuovo missile. Questo perché i nuovi missili, anche se sono sperimentali, anche se ne sono stanno facendo il collaudo solo ora, hanno già prodotto un danno enorme alla fabbrica di Dnepro.

Una grande fabbrica di missili collocata proprio nel cuore dell’Ucraina. Quindi c’è un’ultima cosa che voglio dire, e mi bastano sette minuti. Quando installarono gli SS-20 nella Russia europea, e quando noi installammo i Pershing 2 in Europa occidentale, Gorbaciov finalmente decise di prendere l’iniziativa. Il suo livello di fiducia nei confronti di Reagan era talmente alto che decise di sbarazzarsi dei missili sovietici. Per farla breve, non erano più necessari, e diede solo 7 minuti di preavviso e poi vennero distrutti. La prima volta nella storia che un’intera classe di missili fu distrutta sul posto con le testate e tutto il resto. Scott, a suo grande merito, trascorse due anni in quel giardino fiorito chiamato Votkinsk nel mezzo della Siberia, o negli Urali, per verificare che i missili fossero stati effettivamente distrutti. Cosa sto cercando di dire? Sto dicendo che abbiamo già vissuto questa esperienza.

Reagan aveva imparato qualcosa dalla situazione spaventosa che si era verificata nel 1983, di cui vi ho parlato prima. Anche Margaret Thatcher aveva imparato qualcosa in merito, e fu una delle influenze più importanti su Reagan affinché si arrivasse a questo accordo. L’accordo fu concluso. Le armi furono distrutte. E l’accordo è continuato per 32 anni. Ma alla fine chi l’ha cancellato? Ha avuto una durata maggiore rispetto a un altro trattato da cui ci siamo parimenti ritirati, quello sui missili balistici strategici. Quindi il trattato sui missili balistici a raggio intermedio è durato 32 anni fino a quando Trump ha deciso di uscirne. Perché? La migliore ipotesi è che l’esercito abbia messo una tale pressione su di lui che non aveva altra scelta. Quindi ora mettiamoci nei panni di Putin e immaginiamo di osservare tutte queste cose. Cosa facciamo? Hai menzionato Trump in questo discorso molto, molto formale, e molto, molto, molto, molto allarmante. E hai fatto notare che siamo usciti dal trattato nel 2019, proprio sotto la presidenza Trump. Quindi non possiamo fare affidamento su Trump. Conosciamo il potere del complesso militare industriale. Non sappiamo chi comanda veramente a Washington.

E, a questo, si aggiunge la crisi molto delicata di questo momento, come se ci fosse bisogno di complicare la situazione. Voglio solo intervenire con un ultimo commento. Abbiamo parlato di missili SS-20 e di missili Skorost. Penso che il nome Skorost indichi i missili più veloci che si possano produrre. E abbiamo scoperto che i russi li avevano già pronti. Speriamo che il pensiero razionale prevalga, ma probabilmente non lo farà a meno che non usciamo allo scoperto e facciamo quello che Scott sta suggerendo di fare e raccontiamo alla gente ciò di cui Steven ha esposto in modo così brillante, e avvertiamo le persone di ciò che accade realmente. E quell’ammiraglio che pensa che potremmo avere una guerra nucleare limitata dovrebbe essere espulso dalle forze armate per opera diretta del ministro della difesa Austin, sempre che abbia ancora qualche autorità sul Dipartimento della Difesa. Questo è tutto ciò che volevo dire. Grazie per avermi permesso di commentare.

[Moderatrice Shiller Institute]

Grazie, Ray McGovern. Voglio solo farvi sapere che i messaggi in arrivo stanno esplodendo con persone che vogliono parlare della terza opzione di Scott Ritter. Ci sono idee in arrivo, quindi avremo sicuramente un dialogo su questo, ma prima voglio dare la parola a Larry Johnson. Credo che Larry sia un ex analista della CIA e anche un co-fondatore di Veterans Intelligence Professionals for Sanity, i veterani dei servizi d’intelligence che vogliono la sanità mentale. Grazie mille per esserti unito a noi e apprezzo che tu sia venuto all’ultimo minuto.

[Larry Johnson]

Apprezzo la promozione. Dennis mi ha portato qui con falsi pretesti. Non sapevo che questo sarebbe stato un incontro con i veterani dell’intelligence come Scott e Ray. Lasciatemi chiarire che, benché mi piacerebbe prendermi il merito di co-fondatore, in realtà ho semplicemente ricevuto una chiamata da Ray che mi ha invitato. E io ho accettato a occhi chiusi. Ora, lasciami concentrare su ciò che penso sia la cosa più allarmante dell’intera situazione. Non sappiamo chi comanda davvero a Washington. In questo conflitto c’è qualcosa di persino più ampio rispetto alla possibilità, che sarebbe già gravissima, di una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti. Voglio ricordarvi che l’8 novembre, l’FBI è uscita allo scoperto e ha incriminato Fakhar Shaqiri per aver ordito un complotto che mirava ad uccidere Donald Trump, un complotto per assassinio. E quando si scava nell’atto d’accusa,  si capisce immediatamente che si è trattato di una messa in scena pura e semplice. Non si tratta di un complotto autentico.

Farhad Shakeri era stato arrestato nel 2019 in Sri Lanka con 92 chilogrammi di eroina. Ma non è andato in prigione, il che ci dice subito, numero uno, che la DEA faceva parte di quell’operazione e, numero due, è diventato un informatore per il semplice fatto di non aver scontato alcuna pena detentiva. E numero tre, da quel che capisco, era coinvolta anche la CIA. Quindi la tua domanda era perché avrebbero dovuto farlo? Ci sono persone al Dipartimento della Difesa, alla CIA, all’FBI, al Dipartimento di Giustizia che sono state coinvolte nel progetto di sovversione attiva, negli ultimi quattro anni, e sono state responsabili della diffusione di una serie di bugie e di inganni all’interno di tutta la società. E poi si rendono conto che, una volta che Trump entrerà in carica, c’è il rischio che la posizione di molti di loro venga messa a rischio in ragione di quello che hanno fatto. Quindi li vedo fare tutto ciò che è in loro potere per cercare di creare una situazione in cui Trump sarà talmente coinvolto in questioni esterne al punto di averne fin sopra la testa, e dovrà correre a destra e sinistra per impedire al mondo di prendere fuoco, che non sarà in grado di concentrarsi su di loro. Oppure potrebbero anche creare una situazione che impedisca a Trump di insediarsi, per quanto questa affermazione possa essere considerata pazzesca da alcuni. Ma dobbiamo guardare all’intera premessa.

Ci stanno propinando la storia che i nordcoreani sono in Ucraina oppure nella regione di Kursk, all’interno della Russia. E ci dicono che proprio per questo motivo abbiamo bisogno di inviare questi missili ATACMS in Ucraina, peccato che gli ATACMS erano stati mandati in Ucraina già ad aprile e sono stati pronti all’uso per sei mesi. Non è una novità. Quindi si tratta di una cosa pianificata. Non è una coincidenza. Non si tratta di un impulso del momento. Non si tratta di reagire a un evento immediato. Si stanno sforzando in tutti modi di conseguire due obiettivi. Il primo è di creare una scusa per andare in guerra contro l’Iran, con il pretesto che l’Iran stia cercando in tutti i modi di uccidere Donald Trump. Il secondo è di giustificare un’espansione della guerra in Ucraina fino al possibile uso di armi nucleari. In sostanza, non posso aggiungere molto a quello che Scott e Steve hanno condiviso, e a quello che ha detto Ray.

Ma voglio solo che facciamo un passo indietro e guardiamo alla scena nel suo complesso. Qualcuno dirà che sono un complottista, ma non è così. Semplicemente non so chi stia prendendo le decisioni. E non credo che siamo in una situazione dove c’è qualcuno davanti a una slot machine che semplicemente continua a tirare la leva per vedere che cosa succede dopo ogni tiro. Credo invece che siano coinvolte alcune persone con obiettivi nefasti che non hanno a cuore il benessere del popolo americano e nemmeno, se è per questo, il benessere dei popoli del mondo.

Stanno cercando di architettare qualcosa di decisamente malvagio.

Questo è il contributo che posso darvi.

L’urgente necessità di ridiscutere gli accordi di riduzione degli armamenti

Come avete visto il messaggio fondamentale è che dobbiamo darci una mossa, non possiamo aspettare che qualcun altro risolva il problema per noi e in particolare è il momento di prestare un po’ di attenzione a questo tema. So che è un tema sgradevole, è un tema difficile da digerire, tuttavia è il momento perché è come se noi fossimo avvicinati da un cane rabbioso che sta per morderci e quello che facciamo è guardare i meme su Twitter piuttosto che su Instagram. Non è il momento giusto per farlo, è il momento giusto per fare una cosa quando si presenta davanti a noi e non possiamo neanche fare affidamento su un intervento divino che risolva tutto per noi perché in passato tante volte non ha funzionato in quel modo e come si dice nel famoso detto “aiutati che Dio ti aiuta”.

Quindi è il momento di prendere maggiore responsabilità, conoscere quello che sono le realtà, conoscere quelle che sono le politiche e soprattutto iniziare a costruire una consapevolezza globale del fatto che queste armi vanno eliminate. Negli anni 80 e poi negli anni 90 sono stati fatti diversi trattati per la riduzione delle armi nucleari e proprio questi trattati hanno permesso una stabilizzazione della situazione complessiva mondiale e in particolare della situazione in Europa e hanno anche permesso un riavvicinamento di quelle che prima erano nazioni direttamente ostili una, rispetto all’altra.

Poi sono entrati di mezzo gli speculatori e i banchieri internazionali e hanno fatto il pasticcio oltre che i mercanti di morte, quindi i fabbricanti d’armi e oggi siamo in una situazione da cui non ci ritorno se non riusciamo a porvi il rimedio e vediamo che a livello globale tutte le popolazioni intervistate e consultate negli ultimi mesi dichiarano che non vogliono continuare la guerra a livello globale e vogliono la pace in buona sostanza. La gente vuole vivere in pace e mi sembra che sia normale. Mentre invece quello che possiamo aspettarci data la condizione attuale è dato il fatto che lo stesso Trump durante la sua ultima presidenza aveva cancellato questo famoso accordo di non proliferazione sulle armi a parola di intermedia, siamo di fronte a una nuova corsa agli armamenti, quindi allo sviluppo di armamenti.

Oggi la NATO è drasticamente in ritardo rispetto alla Cina e rispetto alla Russia, direi almeno 20 anni in ritardo e non soltanto sul fronte nucleare ma su tutti i fronti, lo vediamo in Ucraina e di conseguenza è normale che negli Stati Uniti si tenti di recuperare il tempo perduto. Finora hanno fatto vari tentativi con costi enormi di produrre missili ipersonici e non ci sono riusciti, mentre invece a quanto pare persino l’India è riuscita a produrne alcuni e persino gli Houthi in Yemen pare hanno dimostrato perlomeno la capacità di lanciare missili ipersonici contro Israele. Di conseguenza la Nato è veramente il fanalino di coda sul fronte militare, è tutto quello che può fare oggi per cercare di difendere la propria dignità e quello di ricorrere al bombardamento nucleare che è sicuramente efficace e distruttivo, ma è anche finale, vuole dire tutte le varie simulazioni che sono state fatte, tutti i vari giochi di guerra che sono stati fatti in passato con i vari Presidenti degli Stati Uniti per vedere cosa sarebbe successo dopo il lancio della prima testata nucleare, inevitabilmente finivano nell’estinzione del genere umano, vuole dire non c’è nessun meccanismo per bloccare l’escalation, anche perché quando si lanciano i missili verso un nemico, il nemico sa che se non lancia i suoi missili a sua volta immediatamente verranno distrutti e quindi non avrà nessuna possibilità di risposta e verrà sostanzialmente distrutto completamente.

Perciò è la strategia di distruzione reciproca assicurata, si chiama, che dovrebbe essere un deterrente, ma in realtà deterrente più non è perché vediamo che la NATO sta facendo di tutto per aggredire la Russia, la Russia sta facendo di tutto per rispondere alla Nato e questo ci porta in direzione assolutamente pericolosa. Quindi l’obiettivo è quello di ripristinare questi trattati in modo che si ricominci a ridurre determinati tipi di armi e che si rendano illegali in modo particolare le armi a raggio intermedio, che sono quelle di cui il trattato Trump ha cancellato la partecipazione degli Stati Uniti. Trump e i suoi sostenitori all’epoca dissero che anche i russi stavano violando, il che può essere possibile. Nella storia dei vari trattati in materia di armi nucleari ci sono sempre state violazioni che sono state in qualche modo, diciamo, tollerate dalle due parti perché innanzitutto non è possibile a volte seguire in modo assolutamente preciso un trattato che spesso è arbitrario e inoltre ci può essere che ci siano delle scappatoie o delle scappatelle e si cerca di comunque andare avanti mantenendo in ogni caso un limite su quello che si produce.

Con l’eliminazione di questo trattato oggi, i russi ci hanno dimostrato col lancio dell’Oreshnik, è possibile che spuntino molti missili anche con testate nucleari a breve gittata in territorio europeo in particolare, stiamo parlando di missili con una portata di 4.000-5.000 km che possono colpire ovunque in Europa partendo dalla Russia e ovunque o quasi ovunque in Russia, perlomeno nelle zone nevralgiche più importanti partendo dall’Europa e sappiamo che gli Stati Uniti hanno in progetto di installare missili di quel tipo in Germania nel 2026. Di conseguenza questi missili rendono il contesto estremamente instabile perché il tempo di percorrenza è talmente breve che non è possibile avere nessun tipo di preavviso oppure previsto talmente breve che deve rispondere immediatamente senza pensarci sopra, stiamo parlando di 10-15 minuti, a volte il tempo decisionale si riduce a 7 minuti perché tempo di scoprire che il missile è partito, tempo di avvertire le persone che devono prendere una decisione, è già arrivato il momento di premia sul pulsante del missile di ritorno.

Il problema aggiuntivo è che questi missili sono camuffati, ossia per esempio lo Oreshnik che appena è stato lanciato, ci dicono i russi, viene lanciato senza testate nucleari, anzi è stato lanciato senza nessuna testata, ha distrutto interamente una fabbrica con diversi livelli sotterranei perché con la sola forza cinetica prodotta dalla velocità e dal precipitare dall’alto della stratosfera ha polverizzato letteralmente una fabbrica dove i sovietici e poi gli ucraini producevano missili militari e che si trovava a diversi livelli sotterranei, una cosa che tipicamente si avrebbe potuta realizzare semplicemente con un missile nucleare, una piccola testata nucleare, invece è stato possibile farlo semplicemente usando l’impatto perché il calore prodotto dall’impatto si è avvicinato alla temperatura del sole, credo 4000 gradi, non vorrei sbagliarmi sui gradi e sulla temperatura del sole, però diciamo una temperatura enorme che ha di fatto polverizzato quello che c’era vicino.

Quindi lo Oreshnik è un’arma che cambia completamente le carte in gioco anche perché è impossibile fermarla da parte dei sistemi di difesa NATO e in più è un’arma che potrebbe portare testate nucleari, quindi quando si vede arrivare un missile di quel genere chi lo riceve non può sapere se è nucleare o meno e di conseguenza potrebbe essere portato a rispondere con un attacco nucleare anche per errore e lo stesso vale per i missili installati dalla NATO. La NATO ha una serie di missili in questo momento nella base in Polonia che sono indicati per un uso di difesa, quindi la NATO dice che sono semplicemente missili antiaerei che usiamo in caso di attacco da parte di Iran, potevano inventarsi uno un pochino più credibile, in ogni caso sono destinati a difenderci in caso di attacco ma potrebbero benissimo essere sostituiti da un missile invece di attacco contestato nucleare senza che nessuno lo sappia fino a quando il missile viene lanciato. In una situazione di certezza di questo genere la possibilità di far partire il colpo per sbaglio è elevatissima ed è proprio per questo motivo che all’epoca tanto Gorbachev quanto Reagan dopo un’escalation di tensione e una corsa agli armamenti da parte di Reagan si sono riusciti a far fine a questo genere di armi e iniziarono la sigla di questi trattati. Io sono abbastanza convinto, perché vedo quello che dice, vedo quello che scrivono le persone intorno a lui, che Trump voglia seguire una strategia di questo genere, quindi fare una corsa rinnovata agli armamenti per indurre Russia a scendere a trattative.

Potrebbe forse anche funzionare ma ci sono una serie di fattori che vanno tenuti in considerazione e che sono molto diversi rispetto ai tempi di Reagan. Innanzitutto Reagan all’epoca era a capo di una nazione che effettivamente aveva un enorme vantaggio economico rispetto all’Unione Sovietica, non c’erano altri attori al di là dell’Unione Sovietica che fossero delle superpotenze, in più non doveva confrontarsi con una lobby israeliana che ormai ha sostanzialmente catturato l’intero ambiente politico di Washington e non doveva nemmeno confrontarsi con un complesso industriale militare che ormai detta legge all’interno del congresso. Quindi aveva molta più libertà di movimento e poteva decidere autonomamente di prendere iniziative che riducessero la potenza nucleare degli Stati Uniti senza necessariamente avere dei freni che gli impedissero di farlo. Sull’altro fronte Gorbachev era nella fase finale dell’Unione Sovietica, si rendeva conto che l’Unione Sovietica stava crollando, si erano entrambi spaventati per il rischio di lotta nucleare che si era sviluppato durante l’esercitazione NATO Able Archer di cui abbiamo parlato nel video precedente e di conseguenza lo stesso Gorbachev aveva deciso di prendere l’iniziativa prima ancora di avere un trattato definitivo di distruggere senza aspettare che lo facessero anche gli americani tutti i missili intermedi in dotazione dell’Unione Sovietica per dimostrare la propria buona volontà. Oggi siamo anni luce da una situazione di questo tipo. Innanzitutto Gorbachev viene considerato in parte un traditore della patria in Russia perché a fronte della distruzione di questi missili, a fronte dei vari accordi fatti con gli Stati Uniti, a fronte della dissoluzione sostanzialmente dell’Unione Sovietica e del cosiddetto Patto di Varsavia che era l’alleanza militare opposta alla NATO, aveva ottenuto come promessa da parte della NATO, da parte dei tedeschi anche, il fatto che la NATO non si sarebbe espansa di un centimetro.

Invece quello che è successo negli anni successivi è che la NATO di fatto è arrivata fino ai confini della Russia includendo la quasi totalità delle nazioni che avevano fatto parte del Patto di Varsavia, quindi da alleanza di difesa che almeno a nome era in origine, la NATO si è trasformata in un’alleanza di offesa, in un’alleanza di aggressione. In più, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, lo sappiamo, è stata l’annuncio nel 2008 da parte della NATO e da parte di George Bush Junior di voler annettere l’Ucraina e la Georgia e su questo i russi si sono sempre dichiarati assolutamente intransigenti, hanno detto “se andate in quella direzione finiremo per combatterci in una guerra diretta” e oggi siamo in tale situazione.

Quindi da parte di Russia non c’è nessuna disponibilità a fare il primo passo, questo è poco ma è sicuro e in più in Russia, a differenza dell’epoca, sono molto più avanti in termini di potenza militare, sono molto più avanti in termini di risultati sul campo, vediamo in Ucraina dove sostanzialmente hanno distrutto tutte le armi NATO fornite agli ucraini, hanno un’economia che si sta consolidando, quindi molto più forte rispetto al passato, enormemente più forte rispetto a quella dell’Unione Sovietica e in più hanno l’alleanza potente dei cinesi che sono, direi, di potenza paragonabile in termini di produttività rispetto agli americani e comunque una potenza importante in termini militari.

Gli americani, dalla parte loro, sono indietro di vent’anni con gli armamenti, hanno un livello di corruzione semplicemente inimmaginabile all’interno del Pentagono, all’interno della struttura della difesa dove a fronte di una spesa che è dieci volte più grande rispetto alla spesa militare combinata di tutte le altre nazioni ottengono armi che non servono e che non funzionano, hanno una situazione economica interna traballante e inoltre hanno appunto la lobby israeliana che premiano in una certa direzione e hanno la lobby dell’apparato della difesa, quindi i vari produttori di armi che non funzionano, che vogliono continuare a guadagnare a spesa dei contribuenti spingendo gli Stati Uniti in guerre che non possono vincere e inutili al solo fine di produrre e vendere armi che non funzionano. Quindi siamo in un contesto completamente diverso.

Di conseguenza la strategia che Trump sembra indirizzato a seguire si pronuncia come fallimentare e questo fallimento può essere grave o può essere disastroso a seconda naturalmente di come vogliono affrontarlo. Il problema fondamentale è che dall’intelligence vengono informazioni accurate, possono arrivare informazioni accurate. Negli Stati Uniti ci sono 17 agenzie di intelligence, quindi qualcuno all’interno di queste agenzie che sapere effettivamente come stanno le cose ci deve essere. Però l’attuale struttura altamente corrotta del sistema impedisce che le informazioni utili arrivino ai decisori, anzi il presidente dei decisori soltanto le informazioni che vogliono sentirsi dire e di conseguenza il risultato è che si prendono decisioni assolutamente campate per aria, si inseguono obiettivi irraggiungibili e si è convinti di essere ancora in una condizione di grandezza e di supremazia che non esiste più.

E questa è la realtà reale che oggi vediamo negli Stati Uniti ed è una realtà estremamente pericolosa come potete capire che va riportata sotto controllo e che è una realtà che poi si estende alla NATO che è ancora più fuori di controllo rispetto agli Stati Uniti. Bene, quindi ora vi voglio proporre un video del colonello Daniel Davis, del tenente colonello Daniel Davis che abbiamo già visto in un video precedente. È un militare che è stato il primo a criticare la guerra in Afghanistan, ha combattuto in prima persona nella guerra del golfo con il colonello Douglas McGregor, quindi una persona che conosce bene la guerra in prima linea e che ha dimostrato un’elevata integrità personale.

Tant’è che negli ultimi anni, durante la quasi totalità della guerra in Ucraina, si è dato molto da fare per cercare di convincere negli Stati Uniti, le persone che potessero prendere decisioni sensate a organizzare un percorso di pace per l’Ucraina, ma senza successo perché è sempre stato affrontato da persone che invece dicevano “no, l’Ucraina sta vincendo, vinceremo, i russi sono deboli, i russi alla fine perderanno, i russi sono incapaci, i russi sono indietro, i russi non hanno nessuna speranza” e oggi siamo dove siamo grazie al fatto che le sue parole sono andate nel vuoto. Nel video che stiamo per vedere si parla di Mig-29, che sono degli aerei da combattimento sovietici e degli S-300, che sono batterie antiaeree sempre sovietiche. Alcune di queste armi erano state lasciate nei paesi dell’ex patto di Varsavia, che poi sono diventati parte della NATO e di conseguenza hanno potuto mettere a disposizione dell’Ucraina, che aveva a sua volta tenuto una parte di queste armi dai sovietici e che erano le armi che sapeva meglio usare e quindi sono state trasferite agli ucraini e sono state sostituite con armi nuove da parte della NATO, ma in ogni caso non sono servite a molto.

Anche perché i russi le hanno distrutte tutte e hanno distrutto poi anche quello che la NATO ha mandato, che appartiene invece alla produzione NATO vera e propria. Oggi i russi sono all’avanguardia nelle batterie antiaeree e di conseguenza hanno un predominio su quello che può essere la gestione del cielo. Inoltre avendo distrutto grazie ai propri missili ipersonici tutte le batterie antiaeree, sia Patriot, sia S300, sia altri modelli provenienti da altri paesi della NATO, a disposizione degli ucraini, oggi hanno la quasi totalità del controllo aereo in Ucraina e quindi possono bombardare dove vogliono, quando vogliono, nelle dimensioni che vogliono. Abbiamo visto che in ogni caso l’escalation si è un po’ calmata negli ultimi giorni, visto che a quanto pare c’è un contatto tra i russi e il gruppo intorno a Trump e che hanno forse, a meno ci dicono, trovato il modo di far aspettare fino all’insediamento di Trump, che è una buona notizia, sia per il fatto che c’è appunto questo rilassamento della tensione, sia per il fatto che si è creato un contatto, quindi c’è il dialogo, mentre durante la presidenza di Joe Biden e i suoi accoliti di fatto qualsiasi forma di comunicazione con la Russia era stata interrotta, oggi ci si parla di nuovo e questo è sicuramente un aspetto fondamentale.

In più sappiamo che i russi non avevano bisogno di fare ulteriore escalation, quindi di fare altri lanci del missile Oreshnik, per il fatto che hanno trovato e ucciso praticamente tutti i vari militari americani, francesi e gli ufficiali della NATO che avevano partecipato ai lanci dei missili in Russia, che erano l’argomento da contendere. Quindi anche questo fatto è sicuramente un deterrente, perché se da Washington o da Parigi o da Londra devono convincere altra gente ad andare in Ucraina a sparare queste armi, sanno che dovranno dare degli incentivi molto forti, perché la gente che va sicuramente verrà ammazzata e di conseguenza non basta un incentivo monetario, ci vuole qualcosina in più.

Quindi al momento la situazione è un pochino più sotto controllo, ma questa può essere una situazione anche solo temporanea, e i russi hanno anche motivi loro per abbassare la tensione, perché vogliono concentrarsi naturalmente sull’avanzamento sul campo, dove continuano a guadagnare terreno e hanno altre aree da gestire, come per esempio in Siria, di cui non parleremo naturalmente in questo video. Ma una volta che si arriva alla fine di questa finestra, appunto di 60 giorni, potremmo avere una ripresa dell’escalation e potrebbe esserci anche prima, qualora ci siano dei colpi di scena prodotti dall’amministrazione uscente che non possiamo assolutamente escludere. Bene, ora quindi vi propongo il video di Daniel Davis.

Fantasie proibite del generale e della spia britannica

[Daniel Davis]

Sbarazziamoci di una serie di fantasie, secondo le quali, qualche trucco negoziale farà in qualche modo dimenticare a Putin che ha in mano tutte le carte vincenti. Questa settimana è stato annunciato che il generale Keith Kellogg, ex consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente della prima amministrazione Trump, sarà l’inviato speciale di Trump per l’Ucraina quando entrerà in carica il 20 gennaio. E molte persone dicono che questo tizio aiuterà a risolvere la questione grazie alla sua vasta esperienza.

[Giornalista]

Quest’uomo svolgerà un ruolo chiave in tutti i futuri negoziati statunitensi. Keith Kellogg è un veterano della guerra del Vietnam che ha servito come consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Mike Pence nella prima amministrazione Trump. Ad aprile, ha pubblicato un documento strategico che suggeriva che le linee di battaglia dovrebbero essere congelate, ed entrambe le parti dovrebbero essere costrette ad avviare colloqui di pace. Secondo il suo piano, qualsiasi futuro aiuto militare degli Stati Uniti sarebbe subordinato all’adesione dell’Ucraina ai colloqui e, se Mosca rifiutasse, gli Stati Uniti aumenterebbero il loro sostegno all’Ucraina. Come ulteriore incentivo per la Russia, il desiderio dell’Ucraina di aderire alla NATO sarebbe rimandato per un periodo prolungato.

[Daniel Davis]

Quindi, ecco uno dei primi problemi che vedo nella nomina di Keith Kellogg. Ha pubblicato alla fine della primavera questa idea di come avrebbe risolto il problema dell’Ucraina se Trump avesse vinto. E sentiamo che una delle leve che gli Stati Uniti possono usare per costringere Putin a negoziare nel modo in cui vogliamo, e a proposito, una versione simile di questa teoria è stata espressa da Sebastian Gorka circa una settimana fa, se Putin non sta al gioco, allora inonderemo l’Ucraina di armi e quello che hanno ricevuto finora saranno noccioline, in confronto a quello che daremo. Kellogg ha fatto un commento simile, dicendo che continueremo a fornire all’Ucraina sempre più armi. È qui che mi sono chiesto, ma questo tizio è davvero un generale? In quella clip ci dicono che è un veterano del Vietnam. Quindi dovrebbe avere esperienza di combattimento sul campo. Non so cosa abbia fatto in Vietnam, ma ci si dovrebbe chiedere se ha veramente capito come funziona la guerra. Perché non riusciranno ad esercitare più pressione su Putin dando a Zelensky più armi, visto che gli ucraini non hanno abbastanza uomini che possano usare quelle armi. In termini numerici, la Russia ha già un vantaggio di oltre due a uno all’interno dell’Ucraina. Tutte le truppe di cui dispone l’Ucraina, in particolare i combattenti in prima linea, hanno un numero più che doppio che li confrontano dalla parte russa. E, naturalmente, i russi hanno più munizioni e tutto il resto. Non abbiamo molte altre cose da dare.

Ecco perché questa è comunque una minaccia vuota, anche se presa al solo valore nominale. Non abbiamo più questa enorme quantità di cose da regalare agli ucraini. Abbiamo già dato quasi tutto quello che avevamo. Tutta la capacità delle riserve è esaurita da tempo, e ora stiamo intaccando le armi che ci sono indispensabili, come le armi a lungo raggio, come i missili intercettori di cui abbiamo una quantità insufficiente, come mostrato in precedenza. Semplicemente non li abbiamo. Trump non li ha. Non è una carta che può giocare. È come se giocasse un due contro un re o qualcosa del genere. Semplicemente non ce l’abbiamo. Quindi il fatto che Kellogg pensi che sia effettivamente qualcosa che possiamo usare, è il campanello d’allarme numero uno. Il campanello di allarme numero due è stato quando, circa una settimana fa, ha commentato sul nuovo missile Oreshnik.

[Keith Kellogg]

Putin l’ha usato per ragioni psicologiche, e Jack Keane ha fatto un ottimo commento a riguardo: non l’ha usato perché era militarmente efficace, visto che ha colpito una città, e non ha fatto molti danni. Ma sta dicendo all’Occidente, vedete cosa posso fare. E a questo punto Biden ha fatto marcia indietro. Nel momento in cui Putin ha parlato di missili balistici, di guerra nucleare, Biden ha detto, oh mio Dio, non possiamo proseguire. Ma invece è proprio a quel punto che devi aumentare la pressione al massimo, perché Putin non inizierà mai una guerra nucleare in Europa. E bisogna ricordarglielo, assicurando che capisca che gli inglesi hanno armi nucleari, i francesi hanno armi nucleari, noi abbiamo armi nucleari. E non glielo abbiamo davvero detto. Quindi è una specie di gioco psicologico. E penso che Jack Keane abbia ragione.

[Daniel Davis]

Voglio concentrarmi su quello che ha appena detto. Il suo commento rappresenta in realtà tre segnali di allarme tutti insieme. Magari anche di più. Fondamentalmente sta dicendo che Putin non userà mai armi nucleari perché le abbiamo anche noi. Questo si ricollega a qualcosa che vi abbiamo mostrato e che John Bolton ha detto all’inizio di quest’anno, ovvero che Putin non userebbe mai armi nucleari perché sa che firmerebbe la sua stessa condanna a morte. è vero che puoi firmare la condanna a morte di qualcuno con un’arma nucleare, ma subito dopo ce ne sono altre due o tre che probabilmente vengono nella tua direzione per firmare la tua. Questo è l’aspetto che noi non comprendiamo e che invece Putin capisce. Penso che se Putin capisce e decide comunque di usare le armi nucleari, allora è pronto a riceverle nella direzione opposta. Se sono correttamente consapevoli di ciò che questo può causare e sono comunque disposti a usarle, è pericoloso tanto quanto quelli che dalla nostra parte dicono che non lo farà mai e sminuiscono la questione. È solo un diverso tipo di pericolo. Sono ugualmente pericolosi perché, se viene usata un’arma nucleare, allora abbiamo la possibilità di un’escalation che potrebbe distruggere tutti. E per la sopravvivenza dell’umanità, e per la sopravvivenza di qualsiasi essere umano sul pianeta, passato, presente o futuro, sarebbe necessario che, nel momento in cui le armi nucleari iniziassero a volare, qualcuno decida di porre fine all’escalation e di permettere che le cose si calmino.

Ma questa sarebbe una cosa assolutamente incredibile, Forse qualcuno lo farà, forse può esistere una situazione in cui si va all’escalation al fine di ottenere una de-escalation, magari potrebbe effettivamente funzionare perché, se invece venisse usata una bomba nucleare e nessuno fosse disposto a fermare l’escalation, saremmo tutti morti, e non è un’iperbole, gente, questa è la realtà. E il fatto che Kellogg sia disposto a liquidare la questione con tanta disinvoltura è un problema. Negli Stati Uniti, abbiamo alcuni cattivi consiglieri, e so che Trump conosce questo tizio e che ha già lavorato con lui in passato, e probabilmente ha un buon rapporto personale. Ma vediamo cosa diceva nel marzo del 2022, a un solo mese dall’inizio della guerra.

[Keith Kellogg]

L’Ucraina è la questione più importante, e l’Ucraina sta effettivamente vincendo la guerra, perché i russi sono in una situazione di stallo. Chiaramente, si stanno fermando. Non hanno fatto alcun progresso. Cerchiamo di trovare un modo per fare in modo che questa nuova Sparta vinca la guerra. Perché possono. Ma dobbiamo solo dare loro il sostegno di cui hanno bisogno. Hanno chiesto cose che non gli abbiamo dato. Non abbiamo dato loro i Mig 29. Dobbiamo darglieli. Aumentiamo di un terzo la loro aviazione.

Creiamo una cortina protettiva sulla parte occidentale dell’Ucraina usando gli S-300. Quindi andiamo dai tre paesi della NATO che ne hanno a disposizione, e li sostituiamo subito con i Patriot che prendiamo da Fort Bliss, in Texas. Diamo loro i droni Switchblade 600, invece degli Switchblade 300, perché i 600, che non sono ancora arrivati, hanno testate Javelin e hanno una portata di 40 chilometri. Diamo loro informazioni di intelligence. Abbiamo un’incredibile, squisita raccolta di informazioni. Dobbiamo trovare un modo per farlo.

[Daniel Davis]

Ecco l’ottobre del 2022.

[Keith Kellogg]

Biden deve prendere il telefono, chiamare Vladimir Putin e dirgli chiaramente: siamo pronti al tutto per tutto. Forniremo all’Ucraina ogni pezzo di armamento di cui ha bisogno per sconfiggere l’esercito russo sul campo e costringerlo a lasciare il terreno, e questo significa anche la Crimea. Dopo di che chiedi a Putin che cosa intende fare. Capisco il rischio che c’è dietro, ma non l’abbiamo fatto. Come ho detto in precedenza, non abbiamo dato loro le armi di cui hanno bisogno. Non abbiamo dato loro la difesa aerea di cui hanno bisogno. Diamogliela e premiamo l’attacco più a fondo e poi dici a Putin che dipende da lui, se vuole intensificare o se vuole negoziare, e se fa’ un’escalation, siamo preparati, se vuole negoziare, siamo altrettanto preparati.

[Daniel Davis]

Kellogg ha fornito consigli terribili, cose che evidentemente erano sbagliate già all’epoca, e alcuni dei suoi consigli sono stati effettivamente seguiti con risultati disastrosi. E questo è il tizio che gestirà le prossime trattative, e mi preoccupa moltissimo vedere che quando Trump arriva con un buon istinto, e dice facciamo un accordo negoziato per porre fine alla guerra, prende consiglieri del tutto irrealistici come Gorka e il generale Kellogg, che gli danno consigli completamente distaccati dalla realtà, e che possono spingere Trump a intraprendere azioni che potrebbero effettivamente peggiorare la situazione.

Trump deve liberarsi delle palle al piede

Come dice giustamente Daniel Davis, i consigli di Sebastian Gorka e di Kate Kellogg, non solo possono peggiorare la situazione, ma possono creare un vero e proprio disastro per Trump. Di fatto, con queste nomine e anche altre nomine, già Trump ha creato un po’ di tensione all’interno del movimento MAGA, alcune persone sono distaccate, alcune persone sono allontanate. Siamo ancora nella fase iniziale, quindi c’è una certa libertà di manovra, questi sono nomi temporanei, potrebbero essere confermati, potrebbero essere sostituiti da altri. Abbiamo visto in questi giorni che Trump ha proposto dei nomi che poi ha ritirato, oppure le persone stesse sono ritirate e sono state sostituite da altre. Perciò non è assolutamente garantito che questi individui avranno un ruolo importante.

Se l’avessero dovremmo essere preoccupati perché sono decisamente persone fuori dalla grazia di Dio. Sebastian Gorka, giusto per chiarire, è un cittadino britannico, quindi non è un americano, è anche ufficialmente un agente del servizio segreto britannico ed è stato addestrato da un membro, da un ufficiale del servizio segreto britannico che è anche la persona che sta conducendo molte delle operazioni segrete contro i russi in Ucraina. Il padre di Sebastian Gorka era una spia dei britannici in Ungheria, è stato identificato al controspionaggio sovietico all’epoca ed è dovuto fuggire dall’Ungheria. Quindi stiamo parlando di una famiglia che è un lungo percorso. Sebastian Gorka poi non ha un’esperienza militare, non ha un’esperienza governativa, è uno che parla radio.

Perciò non si capisce proprio per quale motivo Trump l’abbia nominato come vice-consulente della sicurezza nazionale per il contro terrorismo, considerando il fatto tra l’altro che proprio l’intelligenza britannica è una tra le più attive nel creare il terrorismo nel mondo. Quindi onestamente non si riesce a capire, se non per il fatto, e questo vale anche per Keith Kellogg, che Trump premia sempre le persone che gli sono state fedeli. Trump su questo ha un punto debole, per certi versi, perché da dove è comprensibile che cerchi di attorniarsi di persone che effettivamente gli sono fedeli, visto che nella prima presidenza ha avuto molti che l’hanno pugnalato la schiena. Quello che però fa fatica a discriminare è quelli che gli sono fedeli davvero, oppure quelli che gli sono fedeli soltanto perché gli fa comodo. In aggiunta a questo, e l’ho constatato di persona in un altro contesto, Trump dà priorità alla fedeltà piuttosto anche alla competenza. Quindi se una persona ha fatto per lui qualcosa che lui ritiene molto importante, è disposto a metterlo in una posizione chiave all’interno di una qualsiasi attività e a lasciarcelo, anche se questa persona è assolutamente inadeguata per quel posto, per quel ruolo.

E di conseguenza questo poi crea dei problemi, perché qualcun altro dovrà gestire quell’attività magli di traverso e quella persona, nella migliore dell’ipotesi, non farà nulla di utile e nella peggiore di ipotesi sarà un ostacolo. Quindi siamo in una situazione delicata in questo contesto. Come abbiamo visto in un video anche precedente, Keith Kellogg, questo ex generale, aveva già preparato nell’aprile di quest’anno un documento sul suo approccio verso la pace in Ucraina, che quindi aveva già anticipato quello che poi avevamo visto che dice in questo video. E questo messaggio, questo documento aveva alcuni aspetti positivi, come ho detto nel video precedente, voglio dire, presuppone perlomeno una trattativa con i russi, presuppone la possibilità di concedere territorio conquistato ai russi, presuppone la possibilità di porre fine al conflitto posticipando l’entrata dell’Ucraina nella NATO. E queste sono già delle trasformazioni importanti rispetto alla posizione oltranzista tenuta dalla NATO e tenuta da Biden e delle persone intorno a Biden finora. Ma per il resto, quando poi guardiamo il documento, ci rendiamo conto che è completamente scollegato alla realtà e che è stato, come dicevo, creato insieme a una persona che decisamente è un neoconservatore, quindi ci riporta indietro verso un ambiente dove non vogliamo sicuramente andare. In questi video, tra l’altro, Kellogg parla bene del generale Jack Keane, che è un generale americano in pensione, che è stato capo di stato maggiore dal 99 al 2003 e che ora è il presidente dell’Institute for the Study of War, che è chiaramente uno dei tanti think tank che promuove gli interessi dei fabbricanti d’armi. Quindi, diciamo, il contesto da cui viene Kellogg è un contesto decisamente poco promettente.

Sappiamo che i russi non lo prendono particolarmente in considerazione, anzi lo ritengono abbastanza ridicolo e in un certo senso Trump si sta rendendo ridicolo con questi due personaggi nei confronti dei russi e questo potrebbe essere anche positivo perché quando si ride non si lancia nelle testate nucleari, quindi vada per un percorso che passa attraverso i pagliacci. Però è evidente, e questo i russi l’hanno già detto, che Kellogg una volta arrivato a Mosca verrà ricevuto con cortesia, dopo di che verrà rimandato a casa senza aver concluso assolutamente nulla. Quindi, se Trump dovesse proseguire in questa direzione verrà umiliato, come minimo, e se poi tentassero effettivamente di passare all’escalation da una semplice umiliazione, che di certo non contribuisce alla sua popolarità in patria e all’estero, si potrebbe passare a una erosione del sostegno politico per Trump e quindi a un problema più grave rispetto alle attività che Trump vuole svolgere all’interno degli Stati Uniti, attività di riforma che sono essenziali, che sono anche estremamente ambiziose e che richiederanno una grossa collaborazione da parte della popolazione, perché nella fase iniziale saranno una batosta e di conseguenza non serve avere delle distrazioni, avere delle situazioni in cui Trump si rende ridicolo o Trump dimostra di non essere in grado di portare avanti i suoi progetti. Quindi è una situazione molto delicata per Trump che non sappiamo esattamente come si evolverà.

Di certo i russi hanno dichiarato che non aspetteranno l’arrivo di Trump, ossia il messaggio che arriva da Mosca è pensiamo che Trump sia uguale a Biden e quindi andiamo avanti con le nostre cose, riduciamo i toni per il momento anche perché è nel nostro interesse farlo, ma poi ci riserviamo di continuare come avevamo fatto in precedenza, anzi di alzare un pochino l’asta. Di conseguenza è indispensabile che Trump abbia qualcun altro che possa essere messo in gioco e mi sembra che sia Tucker Carlson, quello che forse spontaneamente fosse d’accordo con Trump, si sta facendo avanti con questo viaggio a Mosca, questo intervento iniziale che sto per mostrarvi, oltre che l’intervista con Sergey Lavrov, che dovrebbe creare un percorso di comunicazione più diretto rispetto al popolo americano e il governo russo e quindi quando si comunica, quando si stanno le cose senza tante interposte persone o senza tanta propaganda la situazione tende a distendersi un pochino di più. Di certo Trump dovrà mettere la museruola a Kellogg e dovrà, secondo me, togliersi di mezzo Gorka, perché Gorka è una palla al piede e una pietra al collo che potrebbe far affondare completamente la presenza di Trump. Vedremo cosa riuscirà a fare, nel frattempo vi propongo l’intervento iniziale di Carlson da Mosca, eccolo.

Annuncio e appello di Tucker Carlson da Mosca

[Tucker Carlson]

A febbraio, nelle settimane successive alla nostra partenza dalla Russia, e in particolare da Mosca, dove ci troviamo ora, dopo aver intervistato Vladimir Putin, abbiamo assistito dagli Stati Uniti a come l’amministrazione Biden abbia spinto gli Stati Uniti sempre più vicini a un conflitto nucleare con la Russia, il paese che possiede il più grande arsenale nucleare del mondo. Da allora, la situazione ha subìto un’accelerazione e ha raggiunto il suo apice nelle settimane successive all’elezione di Trump. In quel periodo, solo poche settimane fa, l’amministrazione Biden, e il personale militare americano hanno lanciato missili nella Russia continentale e hanno ucciso almeno una dozzina di soldati russi. Quindi siamo, all’insaputa della maggior parte degli americani, in una guerra vera e propria con la Russia, una guerra non dichiarata, per la quale non abbiamo votato e che la maggior parte degli americani non vuole.

E a causa di quella guerra, a causa del fatto che l’esercito americano sta uccidendo i russi in Russia in questo momento, siamo più vicini alla guerra nucleare che in qualsiasi altro momento della storia. Molto più vicini di quanto non lo fossimo durante la crisi dei missili di Cuba. Ciò significherebbe l’eliminazione della Russia, degli Stati Uniti e della maggior parte del resto del mondo. Sentivamo che ci doveva essere qualcuno dietro le quinte a Washington che lavorava per assicurarsi di non scatenare un olocausto nucleare. Ma abbiamo scoperto che no, in realtà, non c’è nessuno. Tony Blinken, l’attuale Segretario di Stato, ha interrotto tutti i contatti tra i governi degli Stati Uniti e della Russia. Non c’è un canale secondario, non c’è conversazione, e non ci sono stati per più di due anni.

È scioccante. Nel frattempo, la maggior parte degli americani non ha accesso a nessun’altra prospettiva diversa da quella fornita loro da NBC e dal New York Times. E non sanno quanto siamo vicini alla catastrofe, non conoscono la prospettiva russa. Abbiamo cercato per oltre un anno di far arrivare questa prospettiva agli americani. Abbiamo anche cercato, per oltre un anno, di ottenere un’intervista con Zelensky, il presidente dell’Ucraina. L’abbiamo approcciato da un sacco di angolazioni diverse. Abbiamo parlato con molte persone intorno a lui, e abbiamo cenato con loro. Siamo stati in trattative continue e questi sforzi sono stati ostacolati dal governo degli Stati Uniti.  L’ambasciata americana a Kiev, che noi paghiamo come contribuenti, ha detto al governo di Zelensky di non fare l’intervista con noi, ma che può invece parlare con la CNN. Quindi non siamo stati in grado di parlargli. Ieri siamo tornati a Mosca per intervistare il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri più longevo del mondo. Fa parte di questo governo da 25 anni. È nel corpo diplomatico da oltre 40 anni.

Volevamo chiedergli, dove siamo esattamente? Siamo davvero diretti verso un conflitto senza precedenti tra Russia e Stati Uniti? C’è un modo per far tornare la Russia verso l’Occidente, spostandola dalla sfera cinese nell’Est? L’alleanza con la Cina è davvero permanente?

E l’elezione di Donald Trump potrebbe davvero significare la fine di questa guerra? Una guerra che sta rimodellando il mondo, l’economia degli Stati Uniti, e l’economia globale, e che sta mettendo a rischio la vita di ogni persona su questo pianeta. Siamo appena usciti da quell’intervista. È stata assolutamente affascinante. La pubblicheremo presto. Speriamo che la guarderete.

Rischio di clamorosa sconfitta per Trump

Quindi, riprendendo il discorso fatto prima, è buono che la comunicazione tra Stati Uniti e Russia sia ripresa, è buono che Trump comprenda che la trattativa non può essere risolta in un giorno e non può essere risolta semplicemente imponendo la propria volontà ai russi, per quanto lui magari possa usare questo approccio perché gli ha funzionato in passato in alcuni casi, abbiamo visto che gli ha funzionato molto bene recentemente con il Messico e il Canada e in passato gli aveva funzionato con la Corea del Nord, ma oggi con la Corea del Nord non funzionerebbe più e sicuramente con i russi non funziona.

Quindi, Trump adesso avrà bisogno di aggiustare un pochino il tiro e decidere effettivamente cosa vuole fare e decidere se vuole umiliarsi oppure se vuole cominciare a muoversi concretamente verso un percorso di pace che non sarà breve, anche perché i russi gli hanno già detto che Putin, quando ha fatto il famoso discorso in cui comunque ha lodato Trump per il suo coraggio e tutto il resto, ha detto che la questione centrale è proprio il trattato sui missili intermedi, vuol dire che i russi sono disposti a fare marce indietro perché si rendono conto che così come loro, con lo sviluppo dello Oreshnik, possono creare un grosso problema per la NATO, la NATO attraverso lo sviluppo futuro che potrebbe esserci a questo punto, soprattutto se fanno pulizia all’interno del Pentagono, potrebbe creare un problema grosso per i russi e quindi si rende conto Putin in questo momento e forse anche Trump che bisogna trovare una quadra per questo problema più vasto, oltre che naturalmente dal punto di vista russo escludere completamente la possibilità che l’Ucraina entri nella NATO, anche perché se si insiste nel far entrare l’Ucraina nella NATO, i russi si accerteranno che venga completamente distrutta come nazione e che quindi si entri nella NATO qualcosa che non c’è praticamente.

Senza considerare il fatto che come risultato della crisi economica che sta per abbattersi sull’Occidente, come risultato della sconfitta clamorosa che finora la NATO ha subita in Ucraina e che è destinata ad espandersi come sconfitta, come risultato dell’enorme inferiorità militare che la NATO ha dimostrato nei confronti della Russia e della enorme impopolarità che la NATO ha accumulato all’interno del continente europeo, è difficile che la NATO possa proseguire molto a lungo. Ma questo è un altro discorso. Rimane il fatto che noi come persone individuali dobbiamo occuparci di più di questo argomento, dobbiamo essere in grado di affrontarlo con sobrietà ma in modo informato e dobbiamo anche essere in grado, proprio perché siamo informati, di mantenere i nostri politici sul binario corretto e non seguire i disperati come Kellogg’s e i pazzi scatenati come Sebastian Gorka.

Roberto Mazzoni

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