Questo video è l’ultimo prima di Natale quindi ne approfitto per farvi i miei auguri. Sarà un video breve nel senso che vi proporrò un’intervista fatta in precedenza con il vaso di Pandora che credo che sia ancora abbastanza attuale e ne approfitto anche appunto per farvi gli auguri personalmente per augurarvi un buon Santo Natale, delle feste che siano piacevoli per tutti voi con i vostri cari. Ne approfitto anche per fare un piccolo omaggio a chi si è iscritto a Capire Bitcoin, avete accesso gratuitamente ai 28 video aggiuntivi della sezione Capire Bitcoin fase 2 e anche faccio un piccolo contributo in risposta ad alcuni di voi che mi hanno chiesto di poter accedere a Capire Bitcoin che è stato temporaneamente sospeso come accesso su Mazzoni News, ho ripristinato l’accesso ora con 70 dollari potete accedere sia a Capire Bitcoin che a Capire Bitcoin fase 2 quindi sono 60 video in totale, potete avere in questi video tutto quello che serve per capire cos’è Bitcoin, capire come funziona, come procurarvelo e soprattutto come prendervene cura una volta che ve la siete procurata e come usarla nel caso vi fosse necessario.
Quindi mi auguro di farvi cosa grata. Prima del video con l’intervista con il Vaso di Pandora vi propongo un breve video introduttivo a Bitcoin realizzato da diversi giocatori importanti nel mondo di Bitcoin in particolare la società Swan Bitcoin che negli Stati Uniti fa da broker quindi agisce da intermediario per chi vuole acquistare Bitcoin negli USA e che in qualche modo illustra un po’ i concetti alcuni concetti fondamentali che sono dietro all’invenzione di Bitcoin a chi l’ha inventata alla rete insomma un po’ lo spirito che c’è dietro a questo tipo di progetto. Dura 10 minuti quindi credo che sia abbastanza breve da potervi dare un’idea senza per forza farvi perdere troppo tempo dopodiché ci sarà direttamente l’intervista con il Vaso di Pandora. Vi saluto, vi ringrazio del vostro aiuto, delle vostre donazioni, della vostra simpatia, del vostro supporto per quest’anno è stato un anno molto impegnativo per tutti noi. Ci auguriamo che il 2025 sia decisamente migliore ci sono degli indizi che potrebbe esserlo quindi speriamo bene. A presto Roberto Mazzoni di Mazzoni News.
Il Tesoro Leggendario di Satoshi Nakamoto
Trovo molto affascinante il fatto che non conosciamo il creatore di Bitcoin. Chi ha creato Bitcoin si chiama Satoshi Nakamoto. Perché non sappiamo chi sia? Qual è la motivazione?
E la sua scomparsa è ciò che consolida davvero la decentralizzazione dei Bitcoin. Questo individuo in realtà ha dato all’umanità qualcosa in cambio di niente. Satoshi ha aperto un portale nel cyberspazio. Una volta aperti gli occhi si vede tutto in modo diverso. Il denaro non è stato generalmente considerato come qualcosa che abbia a che fare con i viaggi nel regno non materiale dello spirito. Si crede generalmente che appartenga al mondo materiale. Può comprare certe cose ma non può comprare l’amicizia, l’amore, l’intelligenza o le risposte a domande profonde ed eterne sui misteri dell’universo.
In effetti il denaro è accusato di allontanare le persone da questi. Questo però ci porta alla curiosa questione di Bitcoin. Nel 2009 è stata creata una nuova forma di denaro che è stata rilasciata al mondo. Si chiamava Bitcoin. È stato il bene più veloce al mondo a raggiungere una valutazione di un trilione di dollari. Ha attirato l’attenzione di tutto il mondo finanziario. Un risultato impressionante ma di certo non spirituale. A parte questo, però, abbastanza inaspettatamente, molte persone che studiano Bitcoin scoprono che suscita in loro viaggi spirituali che alterano la vita. Esperienze che a volte stentano ad essere ispirate anche da quelle cose e quelle attività che promettono esplicitamente di farlo.
Allora, per quale motivo Bitcoin lo fa senza nemmeno avanzare tali promesse? La nostra ricerca della risposta a questa domanda comincia all’inizio della storia di Bitcoin. È una storia diversa da tutte le altre. La vera storia delle origini della comparsa di Bitcoin nel mondo è uno dei misteri più affascinanti mai raccontati. Eppure tutti questi eventi hanno avuto luogo nel ventunesimo secolo, un’epoca in cui tutto è registrato e può essere ricordato, indagato e verificato. Quindi è vero in modo verificabile. E la storia è questa. L’anno è il 2008. Un’epica crisi finanziaria mondiale minaccia di distruggere l’intera economia globale. È nota come la grande crisi finanziaria. Governi e banche globali sono impotenti a fermarla. Al massimo riescono a ritardarne le conseguenze, aggravandole nel frattempo. Una distruzione di massa è imminente. Su questo sfondo, apparentemente dal nulla, appare una figura misteriosa.
Si fa chiamare Satoshi Nakamoto, ma non vediamo mai il suo volto e non sentiamo mai la sua voce perché non esiste un vero individuo che abbia tale nome. Satoshi Nakamoto è in realtà un travestimento, un personaggio online. La persona reale dietro questa identità è in grado di mantenere segreta la sua vera identità, proprio come accade per i supereroi nei fumetti. Nessuno gli aveva chiesto di farsi avanti o di aiutare. Nessuno sapeva che esistesse. Nessuno conosce la sua vera identità. Dal nulla si presenta e porta con sé un’invenzione che chiama Bitcoin. Ne spiega il funzionamento in un breve documento scritto dallo stato della Florida. In questo articolo presenta anche una soluzione a un problema che matematici e informatici sostenevano non potesse essere risolto. Anzi, avevano proprio dimostrato che non potesse essere risolto.
Eppure, nonostante l’impossibilità teorica di risolvere tale problema, Nakamoto fornisce una soluzione che funziona nella pratica, ed è una parte essenziale del funzionamento della sua invenzione. L’invenzione stessa funziona come una nuova forma di denaro, diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta. È una moneta intangibile ma incorruttibile, governata da nessuna persona, nessuna istituzione, nessuna azienda e nessun governo. Si tratta di regole senza governanti. Per un paio d’anni, il misterioso Satoshi lavora al mantenimento e sviluppo del sistema, evangelizza l’idea e trova volontari per gestirla e modificarla insieme a lui. E poi, silenziosamente e semplicemente, scompare. È un’uscita senza clamore, nemmeno un annuncio. Si limita ad andarsene, inviando un’ultima email ad uno sviluppatore dicendo che deve occuparsi di altre cose e che Bitcoin è in buone mani.
Di lui non si hanno più notizie. Che ne è allora di questa invenzione? Che ne sarà ora che è stata abbandonata dal suo creatore? È forse condannata? Niente affatto. Nonostante non abbia un leader, non abbia dipendenti, non abbia finanziamenti e non abbia marketing, Bitcoin si accende come una fiamma inarrestabile e si diffonde in tutto il mondo. Non è una democrazia. Non è una società. Non è un ente di beneficenza. Le sue regole fondamentali non possono essere modificate da nessuno. È un’invenzione diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta. In quanto tale, è indescrivibile con le parole esistenti. È necessario crearne di nuove per tentare di spiegarla, e la sua creazione è di per sé difficile da descrivere. Nessuno è in grado di spiegare come, in un solo atto, Satoshi sia stato in grado di affrontare contemporaneamente l’irrisolvibile problema matematico e di costruire un sistema in grado di funzionare da solo, senza richiedere una manutenzione regolare.
Bitcoin funziona autonomamente ed è accessibile a tutti senza bisogno di registrazione. Nessuno può impedire ad alcun individuo di utilizzarla. Il sistema non può essere fermato da nessuno, neanche dai governi più potenti. È progettato per durare per sempre, per miliardi di anni, senza mai esaurire spazio di archiviazione oppure identificativi per gli utenti, né richiedere aggiornamenti significativi. Il suo funzionamento continuo si basa solo sulle leggi eterne ed immutabili della matematica e della fisica. Bitcoin riesce a fare tantissime cose che nessuna invenzione prima di essa ha mai potuto fare. La gente si chiede come Satoshi sia riuscito a fare tutto questo, ma poiché è scomparso, nessuno può chiederglielo.
Svanendo nel nulla, Satoshi ha portato con sé questi segreti, ma ha lasciato dietro di sé circa un milione di bitcoin abbandonati, che lui stesso ha guadagnato nei suoi primi giorni di attività, molto prima che le monete avessero alcun valore per gli altri. Non possiamo chiedere perché abbia inventato Bitcoin, per quale motivo sia rimasto in incognito, perché sia scomparso, come gli siano venute queste idee, oppure dove abbia trovato la forza di rimanere nascosto dopo la sua scomparsa, sia quando Bitcoin veniva attaccata e sembrava che avesse bisogno del suo aiuto, sia quando le sue monete milionarie hanno raggiunto un valore di un miliardo di dollari e poi di 10 miliardi di dollari. Possiamo solo interrogarci su Satoshi. Che tipo di persona era questo misterioso creatore di Bitcoin che ha risolto il problema ritenuto insolubile?
Che ha mantenuto segreta la propria identità da ogni singola persona e agenzia del mondo? Chi ha costruito un sistema inarrestabile e indistruttibile? E chi è misteriosamente scomparso e ha voltato le spalle alla fama, al potere e alla fortuna estremi, ricompense così spesso ricercate da così tanti? E ci sono anche molte altre domande da porsi sulla storia di Bitcoin in aggiunta al ruolo di Satoshi. Nel mondo moderno si crede che nazioni e aziende siano entità potenti. Eppure molti hanno tentato di contrastare Bitcoin, ma nessuno ha avuto successo. Come fa Bitcoin a sopravvivere nonostante abbia così tanti nemici potenti? Perché costoro o sono suoi nemici dichiarati? Perché alcuni hanno cambiato opinione per diventare suoi alleati? E perché così tante persone hanno creduto in Bitcoin come soluzione a molti dei problemi del mondo? Quando ascoltiamo questa storia, dobbiamo ricordare a noi stessi che non è una storia distorta da migliaia di anni di storia, da cambiamenti di lingua, dalla mancanza di prove fisiche a sostegno, oppure da uno qualsiasi di questi altri ostacoli di cui soffrono i miti antichi.
È successo davvero, e di fatto continua ad accadere sotto i nostri occhi. La breve storia di Bitcoin ha già visto molti capitoli entusiasmanti. Considerate gli episodi in cui nazioni come la Cina, la Turchia e l’India l’hanno vietata. E considerate il fatto che potenti politici americani hanno cercato di fare altrettanto, senza riuscirci. I leader delle istituzioni finanziarie stanno tentando di danneggiarla e screditarla, usando tutta la loro autorità ed influenza. Eppure Bitcoin resiste a tutti questi.
Il Vaso di Pandora: Washington sa che non può fare la guerra a Iran e Cina
[Carlo Savegnago]
Amici del vaso di Pandora, benvenuti, ben ritrovati. Le figure chiave legate all’elezione di Trump. Oggi parleremo in particolare di Elon Musk, di William McKinley, Robert Kennedy Junior e anche il figlio 18enne, Barron Trump. Perché scopriremo oggi che è una figura importante anche quella. Parleremo delle prospettive interne al Paese da qui all’inauguration day, l’insediamento quindi di Trump al Campidoglio che avverrà il 20 gennaio prossimo. Detto in altre parole, cosa accadrà da qui al 20 gennaio? Cerchiamo di capirlo, analizzarlo, interpretarlo, assieme a Roberto Mazzoni in collegamento dalla Florida, che torna a trovarci.
[Roberto Mazzoni]
Buongiorno a tutti, ben trovati.
[Carlo Savegnago]
Ciao Roberto. Roberto Mazzoni è un giornalista, già direttore, lo ricordiamo a tutti i nostri nuovi ascoltatori, giornalista, già direttore responsabile di testate giornalistiche del gruppo Mondadori e del gruppo Il Sole 24 ore. Roberto dal 2008 vive negli Stati Uniti ed è cittadino americano, pertanto fa le sue analisi sugli Stati Uniti ed è cittadino americano che per la sua attività professionale è inserito nelle realtà politiche ed economiche del suo Paese. Roberto, allora, ho accennato qualche nome, qualche nome anche abbastanza credo inedito in linea di massima, buona parte penso del nostro pubblico, del pubblico mainstream, di sicuro, tipo William McKinley per esempio, però vogliamo iniziare da chi? Da Elon Musk?
[Roberto Mazzoni]
Iniziamo da Trump. Iniziamo da Trump. Sicuramente ha dimostrato una grande capacità di rimonta. Io avevo accennato che dopo l’attentato era molto probabile che sarebbe stato eletto, è stata confermata e avevo anche detto nel nostro ultimo video che con il passaggio di Kennedy sul fronte di Trump era la fine del Partito Democratico e in effetti quello che abbiamo visto è da una parte la capacità di rimonta di Trump che comunque ha vinto come coalizione, quindi ha vinto grazie al contributo di altri personaggi chiave e il crollo elettorale del Partito Democratico. Se andiamo a vedere i risultati elettorali vediamo che Trump ha raggiunto quasi ovunque, persino in alcune aree della California e dello Stato di New York, l’intero concetto della politica dell’identità è sfumato, perché era un po’ la base fondamentale del Partito Democratico, non funziona più, la gente si rende conto che al di là dei vari orientamenti, se solito il resto il portafoglio più importante, la crisi è talmente pervasiva che hanno detto a tutta la banda di Kamala e compagnia di andare a casa e direi che prima che si riprenda da questo fiasco colossale il Partito Democratico dovrà fare un grosso lavoro di riscoperta, tutto il filone Clinton, il filone Obama ormai è decisamente rottamato. Sono destinati a togliere le tende. Sono già andati.
Sì, a questo punto dovranno decidere chi saranno i nuovi leader. Un altro fattore importantissimo è il crollo dei mainstream media che sono arrivati a minimi storici, tant’è che nonostante la campagna sostenuta continua di affiancamento di Kamala Harris, a parte un breve periodo, forse un paio di settimane in cui sono riusciti a sostenerla proprio all’inizio, poi si è sgonfiato tutto. Quindi anche dal punto di vista di capacità di influenzare l’opinione pubblica, di influenzare il risultato elettorale, i mainstream media ormai hanno chiuso il capitolo, pure loro. E in effetti questo è stato un periodo fondamentale per quelli che sono i media alternativi e soprattutto i cosiddetti podcast, ossia il formato lungo, le interviste a formato lungo. E qui entriamo naturalmente, entra Barron Trump, che è il figlio più giovane di Trump, che in questo giro ha avuto un ruolo abbastanza importante, perché ha consigliato il padre innanzitutto di avvicinarsi al mondo bitcoin, che ha funzionato perché comunque si è garantito il supporto di una base elettorale giovane, importante, e dopo di che, perché questa elezione è stata vinta soprattutto dai giovani. Abbiamo avuto un eccezionale flusso di neo elettori, gente che non aveva mai votato, gente che era per la prima volta in età di votare, e che appartenevano soprattutto al sesso maschile, ma anche femminile, ma soprattutto maschili, quindi molti ragazzi giovani americani che sono arrivati a sostenere Trump, che sono tutti classificabili come indipendenti, perché anche il partito repubblicano ha perso, ha perso parecchio.
Ossia i voti che Trump ha preso e che hanno eletto Trump sono molto maggiori rispetto a quelli presi dal partito repubblicano che ha perso rispetto alle elezioni precedenti. Quindi è un crollo… E quindi Roberto possiamo dire che adesso è un partito repubblicano, in qualche modo è diventato il partito di Trump, possiamo dire in qualche modo? Sì, o meglio che Trump sta creando un suo partito, perché infatti abbiamo il terzo partito, anche se non è ufficialmente riconosciuto. Il partito degli indipendenti è quello che decide le elezioni, in questo caso l’ha deciso in modo eclatante, anche perché ormai i repubblicani sono circa il 20%, i democrati sono circa il 20%, gli indipendenti sono il 30%, quindi sono il partito più grande, e a seconda di dove si spostano decidono il risultato elettorale. In questo caso l’hanno deciso in modo eclatante, perché il risultato è stato schiacciante.
[Carlo Savegnago]
Anche il voto popolare, perché prima, diciamo anche nell’immediatezza delle elezioni, quando leggevo anche, leggiamo ovviamente qui i media nostrani, guarda ti voglio dire che non mi ricordo ancora se il Corriere o Repubblica la mattina dello spoglio portavano a titoli cubitale, a titoli cubitale sfida all’ultimo voto, infatti l’abbiamo visto. Quindi però i giornali si stavano un po’ in qualche modo riposizionando nel senso di dire sì, potrebbe perdere ma vincerà comunque il voto popolare, no? E invece 5 milioni di differenza abbiamo visto tutti, insomma, sondaggi non servono proprio a niente.
[Roberto Mazzoni]
Assolutamente, per Kamala è stato proprio un crollo totale, nel senso è stato una debacle, perché se vai a vedere, sono circa più di 3000 contee negli Stati Uniti, se vai a vedere il colore è quasi tutto rosso, quindi Trump ha guadagnato terreno in molte di queste contee e si è trascinato dietro molti politici del Partito Repubblicano che tuttavia non avrebbero vinto in sua assenza e lui ha vinto e ha trascinato dietro questi politici grazie all’afflusso degli indipendenti. E tornando appunto a Barron Trump, Barron ha anche consigliato al padre di fare interviste lunghe sui podcast, quindi stiamo parlando di interviste di 2 ore, 3 ore, che non sono mai state fatte in precedenza da candidati presidenziali e che tuttavia danno la possibilità al pubblico di capire meglio cosa vuole fare e conoscere anche meglio la persona, perché quando tu sei al classico dibattito formale alla fine non dicono niente e non riesci a farti un’idea neanche dell’individuo.
Invece in queste botte a risposta prolungate, in qualche modo, la persona emerge e nel caso di Trump lui ha fatto una serie di questi podcast verso il finire che hanno mobilitato l’elettorato più giovane, infatti poi si è fatto intervistare anche da Joe Rogan, che è il podcaster più seguito in assoluto e hanno fatto, se non sbaglio, più di 30 milioni di visualizzazioni su YouTube, nonostante che YouTube stesse sopprimendo la visibilità e poi ne hanno fatti altri 70 milioni su Twitter, qualcosa del genere, quindi un massacro e subito dopo è andato JD Vance e subito dopo in chiusura è andato Elon Musk, Elon Musk che ha detto la famosa frase “andate a votare, se doveste andare a votare una sola volta nella vostra vita andate questa volta perché da questo dipende il futuro dell’America” e soprattutto ha detto “mi rivolgo ai giovani più giovani” e non c’è dubbio che Musk abbia un forte ascendente sulla popolazione più giovane non soltanto negli Stati Uniti, perché ha questa figura di imprenditore, di uomo che fa un sacco di cose, alcune delle quali ritenute impossibili, quindi c’è questa e poi abbiamo visto anche l’atterraggio del razzo di Musk proprio in quei giorni che è stato catturato e ha riuscito a creare un grosso risultato ingegneristico che sicuramente ha creato una certa emozione nel pubblico, per cui con i consigli del figlio che tra l’altro figlio quando è stato interrogato per chi avesse votato ha detto “ma io non sono a favore di nessun partito, non sostengo nessun partito in particolare” molto molto diplomatico ma questo anche sostiene il fatto che Trump è una figura di transizione per il partito repubblicano, nel senso che il partito repubblicano probabilmente si trasformerà oppure diventerà qualcos’altro, però di certo non sarà quello del passato perché ha fallito tanto quanto quello democratico, solo che quello democratico è proprio imploso, mentre invece quello repubblicano è riuscito a tenersi aggrappato se vogliamo alla scia di Trump in qualche maniera.
Trump comunque è stato eletto da una coalizione quindi è sotto osservazione, c’è una parte della sua base che è una base che lo sostiene a spada tratta e va bene, ma direi che la componente essenziale per la sua elezione sia un pubblico indipendente che vuole vedere risultati, non vuole vedere dichiarazioni o altre propaganda insomma, per cui dovrà giocarsela molto bene e vedremo cosa riuscirà a fare. Tuttavia la presenza di Musk è una presenza importante perché innanzitutto per Musk questa è stata una scommessa al 100%, era chiaramente in rotta con il partito democratico, ha una serie di interessi che deve difendere, tra cui la sopravvivenza delle sue aziende e il fatto di essere schierato con Trump nel caso Trump non avesse vinto avrebbe voluto dire un grosso problema per il futuro, invece avendo vinto e avendo contribuito in modo determinante alla vittoria di Trump, perché ricordiamoci che lo stesso Musk è andato in giro a fare comizi nell’ultimo mese nello stato della Pennsylvania dove si pensava che ci sarebbe stata la vittoria, cioè chi conquistava la Pennsylvania dove tra l’altro c’è stato l’attentato a Trump, a Butler, che conquistava la Pennsylvania avrebbe vinto la Casa Bianca e Musk ha fatto diversi comizi a nome di Trump proprio in Pennsylvania e tra l’altro hanno mobilitato addirittura gli Amish, una comunità di circa 700.000 persone che non avevano quasi mai votato e che sono usciti a favore di Trump, in questo caso su una base di valori morali eccetera eccetera.
Perché dall’altra parte avevano la piattaforma della Harris, era aborto e politica dell’identità, non c’era nient’altro, quindi e tra l’altro anche l’elettorato femminile si è mosso in direzione di Trump per indicare che in realtà l’aborto non è un problema in America, il problema più grosso è il portafoglio e arrivare a fine mese cercando di pagare le bollette e cercando di restare nella propria casa, quindi Musk si trascina dietro naturalmente la PayPal mafia, quindi tutto il gruppo di Silicon Valley che gira intorno alle nuove tecnologie anche di tipo militare legate all’intelligenza artificiale, perciò avremo un’esplosione dell’intelligenza artificiale che diventerà sicuramente un’industria strategica per gli Stati Uniti e sicuramente Musk avrà anche importanza nelle relazioni con la Cina.
Perché ricordiamoci che Musk ha parecchi stabilimenti in Cina, ha interesse a restare in Cina e a continuare a vendere le auto elettriche nel mercato cinese, quindi sicuramente avrà un ruolo anche in quel senso.
[Carlo Savegnago]
Scusami Roberto, rimanendo proprio su Musk, ti chiedo una cosa specifica, in tema di censura, ovviamente Musk è il padrone, il proprietario di X, la X Twitter, che prospettive ci sono per la censura? Perché qui sull’onda democratica e poi in Europa con il Digital Services Act, qui avevamo iniziato un periodo di oscurantismo in pratica, che prospettive ci sono secondo te?
[Roberto Mazzoni]
Allora Musk ha fatto la sua campagna proprio sulla base dell’apertura, ha riaperto X, ha invitato Trump, ha dato visibilità ai cosiddetti Twitter Files, che dimostravano come il governo di sinistra aveva interferito sui contenuti, sappiamo che ha problemi in Europa e sappiamo che a questo punto, godendo diciamo di un’amicizia piuttosto importante da parte di Trump, farà molta pressione sull’Unione Europea per allentare quelle che potrebbero essere le limitazioni su X, quindi ci sarà sicuramente una battaglia in quella direzione.
[Carlo Savegnago]
Questa nuova Casa Bianca è una Casa Bianca di confronto con l’Europa? Sì, abbiamo visto le reazioni tendenti al drammatico, hanno preso tutti paura, l’unico che ha parlato un po’ è stato Mario Draghi, ma per il resto il giorno dello spoglio della vittoria, complimenti di circostanza della von der Leyen, ma poi è calato il silenzio atterrito.
[Roberto Mazzoni]
Mi sa che devono preparare tutte le valigie, perché il punto è questo, Trump, poi parliamo di McKinley, William, che non ha naturalmente partecipato in prima persona a questa elezione perché è un ex presidente morto all’inizio del secolo scorso, ucciso, quindi uno dei presidenti che è stato assassinato, però McKinley aveva fatto due interventi fondamentali per l’epoca, il primo era vincolare il dollaro all’oro, quindi cosiddetto standard aureo, per cui grazie a lui diventava possibile convertire un dollaro nel corrispondente quantitativo d’oro, per cui era garantito 1/1 e in più aveva fatto partire tutta una serie di piani tariffari per proteggere le industrie statunitensi dall’importazione di prodotti esteri, che è quello che Trump ha detto di voler fare, quindi la prima cosa che farà Trump una volta arrivato alla Casa Bianca sarà imporre tariffe sull’Europa, questo è poco ma è sicuro!
[Carlo Savegnago]
I dazi insomma!
[Roberto Mazzoni]
I dazi, e li userà come strumento politico, come strumento di guerra commerciale e anche come strumento di generazione di introiti, quindi se l’Europa non si fa carico per esempio della Nato e non eredita tutto il problema ucraino a proprio carico, lo pagherà comunque sotto forma di tariffe e su questo credo che trovi sponda anche con i cinesi che vogliono fare più o meno la stessa cosa, visto che l’Europa sta applicando tariffe sulla Cina e in questo senso di nuovo abbiamo Musk che gioca un ruolo fondamentale, perché le tariffe si traducono comunque in una tassazione indiretta nei confronti dello stesso popolo, in questo caso americano, perché se compri dei prodotti esteri paghi più, semplicemente, perché se c’è una tariffa del 10% o del prezzo aumenta del 10%, perciò lo smetti di consumare prodotti europei, oppure le fabbriche europee si trasferiscono negli Stati Uniti, sarà preferibile, oppure compri americano, siccome di americano c’è abbastanza, ma non c’è tantissimo, il trend sarà di cercare di trascinare quanto possibile industrie europee negli Stati Uniti e europei negli Stati Uniti.
Infatti Trump ha anche detto che vuole garantire la carta verde a chiunque si laurei negli Stati Uniti, fino adesso non è previsto, ossia tu puoi laurearti negli Stati Uniti, però poi devi trovare uno sponsor, un’azienda che ti assuma ed hai fatto una serie di percorsi che potrebbero portarti alla carta verde, ma non è garantito, invece la sua idea è quella di drenare un po’ di risorse dal vecchio continente, portare negli Stati Uniti, metterle a lavorare su industrie che si sono trasferite nel frattempo dall’Europa, negli Stati Uniti per avere energia a un quarto del prezzo, un decimo del prezzo, quello che può essere e quindi diventare competitiva e vendere sul mercato americano ed eventualmente esportare sul mercato europeo, questo direi che sia un po’ il trend e in questo caso Musk gioca un ruolo fondamentale.
Perché innanzitutto ha un’importante connessione con la Cina e quindi può fare un po’ da ponte in quel senso, in secondo luogo il suo compito da quello che ci è stato detto è quello di ridurre gli sprechi nel governo degli Stati Uniti, lui si è impegnato a ridurre le spese del governo di un trilione l’anno.
[Carlo Savegnago]
Deve essere guidare Roberto Musk il Dipartimento per l’efficienza governativa, no?
[Roberto Mazzoni]
Sì esatto, Doge come la Dogecoin, è uguale, infatti lui ha fatto vedere anche una foto con il famoso Lavandino, ti ricordi che aveva fatto a Twitter e sotto è scritto “Let that sink in” che in americano vuol dire “abituatevi all’idea” ed è un gioco di parole perché sink vuol dire Lavandino, esatto, quindi dice preparatevi a essere licenziati in massa, lui ha fatto una proposta di dare una buona uscita ai due anni ai dipendenti governativi che verranno mandati a casa, il progetto è di praticamente distruggere una buona parte delle agenzie federali, perché sono 450 agenzie federali negli Stati Uniti di cui nessuno saprebbe fare un elenco completo e di cui la maggior parte delle persone non sa neanche cosa facciano e cosa servono, quindi se le tariffe vedono come corrispondenza una drastica riduzione della spesa pubblica, allora la cosa potrebbe bilanciarsi, altrimenti potrebbe diventare fonte di ulteriore inflazione, se invece riescono a tagliare un po’ come fanno in Argentina, tagliare drasticamente i costi pubblici anche sulla spesa militare, quello è poi un altro capitolo e nel frattempo imporre le tariffe, le due cose potrebbero compensarsi e l’effetto inflazionistico verrebbe esportato, quindi finirebbe altrove, tipicamente in Europa.
[Carlo Savegnago]
Per quanto riguarda l’Europa, visto che l’avevi accennato del discorso dei Dazi, qui i media sono tutti terrorizzati perché dicono che qui arriva il disastro dei Dazi, evidentemente dicono che non c’è più il conforto, la sicurezza della guerra, hanno molta più paura dei Dazi che della guerra, perché qui sono terrorizzati che arrivino i Dazi, insomma tra Dazi e guerra credo che i media e il mainstream preferisca decisamente la guerra. La guerra fa girare un sacco di soldi tra le persone. Macron ha dichiarato oggi che vuole aumentare e raddoppiare le spese militari, quindi alla faccia dell’esercito europeo, ovviamente ognuno pensa ai cavoli suoi, a parte l’Italia che prima mette Bruxelles e dopo se stessa.
[Roberto Mazzoni]
Sì, va bene, ma credo che comunque le spese militari in Europa dovranno aumentare per tutti, perché il discorso è che se volete tenervi la NATO a noi non ci serve più, se la volete ve la pagate, pagate profumatamente e quindi vuol dire decuplicare la spesa militare, se veramente l’Europa dovesse farsi carico del costo della NATO, oppure portare la NATO alla sua fine naturale e quello però vorrebbe dire ulteriore caos, nel senso che poi cosa fai dell’Unione Europea, dove la butto? Alcuni dicono che per il 2027 l’Unione Europea potrebbe essere arrivata a capolinea, vedremo, però di certo mi sembra che lo scenario sia abbastanza chiaro da un punto di vista economico. Gli Stati Uniti vogliono rafforzare il dollaro, infatti rispetto allo standard aureo usato da McKinley, Trump vuole usare lo standard aureo e vuole usare anche cripto come combinazione e rafforzarlo in quel modo, vuole difenderlo con tariffe applicate a 360 gradi e 365 giorni sull’anno e soprattutto lui ha detto chiaramente che una parte sarà indirizzata verso la Cina, ma verso la Cina già ci sono parecchie tariffe e quelle saranno un argomento di trattativa.
Come dire, i cinesi hanno interesse a comunque trovare una quadratura, c’è una cosa che è successa che ha cambiato un po’ la scena del complessivo, gran parte di quelli che contano negli Stati Uniti hanno capito che la guerra in Ucraina è persa. L’opinione pubblica proprio intendi? L’opinione pubblica l’aveva già capito da tempo, però anche a livello di quelli che contano nel Pentagono, quelli che contano nel Deep State, è chiarissimo che è stata persa e è stata persa agli Stati Uniti, non è stata persa agli Ucraini, perché il sistema d’arma, la strategia e tutto il resto fornito non ha funzionato, come non ha funzionato neanche le varie previsioni, le strategie ideate, è stato un fiasco e dopo una serie di fiaschi tra cui l’Afghanistan.
Hanno improvvisamente capito che uno, non possono permettersi di andare in guerra con l’Iran e non possono neanche permettersi di andare in guerra con la Cina e neanche la Cina oggi si può permettere di andare in guerra e neanche vuole, credo, andare in guerra con gli Stati Uniti, quindi dovranno cercare una quadra tra i due, entrambi sono nazioni estremamente indebitate, entrambi sono nazioni con una situazione interna economica molto critica, entrambe sono nazioni che vogliono liberarsi dell’Euro-Dollaro, attenzione stiamo parlando dell’Euro-Dollaro e tuttavia come hanno detto anche a Kazan, i cinesi non vogliono eliminare il Dollaro, anche perché loro hanno gran parte dei loro risparmi in Dollari.
Quindi, se fanno affondare il Dollaro, è come se si sparassero, dove sappiamo, giusto per fare un dispetto alla moglie, quindi la situazione qui è che i due cercheranno, qualche tipo di aggiustamento confrontandosi, lanciandosi frecciatine, creando un po’ di confusione, però sostanzialmente cercheranno di consolidare le rispettive posizioni e quello che fino a non tanto tempo fa era stato progettato come estensione del circuito dell’Euro-Dollaro e come potenziale alternativa al circuito dell’Euro-Dollaro che è l’Euro, che è stato progettato dalla Banca per i Regolamenti Internazionali, a questo punto verrebbe abbandonato, perché non ha funzionato come alternativa all’Euro-Dollaro, che è fallito come sistema nel 2008 e i BRICS stanno cercando di farsi un nuovo sistema, tra l’altro usando sempre M.Bridge creato dalla Banca per i Regolamenti Internazionali, quindi la stessa creatrice dell’idea dell’Euro-Dollaro è già passata al prossimo capitolo, con un nuovo sistema che danno ai cinesi, nel frattempo gli americani stanno lavorando su un altro sistema e i due sono in competizione, vedremo chi se la cava meglio.
Probabilmente gli americani sono un po’ in vantaggio, per il solo fatto che il dollaro è estremamente più presente, più liquido e il prosciugamento del circuito dell’Euro-Dollaro ha solo avvantaggio del valore del dollaro in quanto tale che sale, quindi da questa sfida, che roba che fa? Nonostante la grande classe dirigente di cui è dotata. Esatto, quindi a questo punto credo che per l’Europa sarà un periodo di caos, nel senso che l’Unione Europea è sempre più conflittuale come tipo di relazione al suo interno, gli unici che abbiano un’idea chiara mi sembrano gli inglesi, che hanno capito che parte stare e che tra l’altro Orban ha una relazione molto buona con Trump, quindi sarà probabilmente l’uomo ponte verso i russi e verso l’Europa. Ricordiamo che l’aveva visitato, era stato a Mara Lagoa alcuni mesi fa, Orban dopo aver incontrato Putin mi sembra e Zelensky anche. Esattamente, quindi credo che ci sarà una gravitazione graduale del potere politico anche perché poi il potere economico si muove insieme al potere politico o viceversa, in direzione est, in particolare verso l’Ungheria che diventa un referente anche primario per la Russia, sempre avendo mantenuto i rapporti buoni con Mosca, mentre invece Bruxelles rimane piuttosto isolato e mi sembra che siano anche un pochino sganciati da realtà.
Quindi in questo contesto naturalmente, sicuramente Trump avrà i suoi progetti e li estenderà ai singoli paesi individualmente, immagino. Senti, quindi con Trump cambia un po’ tutto, sia a livello interno ma anche a livello internazionale, qui proprio cambia tutto. Sarà un cambiamento radicale.
[Carlo Savegnago]
Giungiamo alla fine Kennedy.
[Roberto Mazzoni]
Si, Robert Kennedy, bravo, mi stavo dimenticando. Certo, prego. Trascina dietro di sé gli interessi farmaceutici, in una certa misura, nel senso che lui si pone come antagonista nei confronti della corruzione nel mondo farmaceutico, anche se ha poi dei contatti in quell’ambiente, la sua vicepresidente aveva dei contatti in quel contesto, quindi c’è un po’ di movimento lì dentro, però di certo il discorso sanità, il discorso sviluppo farmaceutico, il discorso di controllo anche della salute pubblica, quindi l’impianto di salute pubblica è diventato un tema centrale, io l’era già da prima, però attraverso Kennedy quello che vedremo quasi sicuramente sarà una serie di blocchi nei confronti di farmaci provenienti dall’Europa.
Quindi, le case farmaceutiche europee che fino ad adesso hanno fatto un sacco di soldi negli Stati Uniti, verranno progressivamente tagliati fuori per dare spazio a case farmaceutiche interne, molto probabilmente. Infatti uno dei temi ricorrenti durante tutta la campagna è stato il fatto che in America ci sono cose che in Europa sono vietate, ma che sono prodotte da aziende farmaceutiche europee e che in America i stessi farmaci costano il triplo o dieci volte quelli che costano in Europa.
Quindi l’obiettivo sarà lì sopra, perciò chi lavora nel mondo farmaceutico in Europa dovrebbe tenerne conto, perché è probabile che scompigli tutto un mercato e vedo quattro anni di confronti piuttosto movimentati con Bruxelles.
[Carlo Savegnago]
Come ha evidenziato Mario Draghi, che è stato come ti dicevo prima l’unico figura, anche se non si capisce a nome di chi parla, perché non copre nessun incarico, il report sulla competitività dell’Unione Europea che è uscito quest’estate, dove c’è stata proprio la Kermess, che sembrava proprio una Kermess quasi del partito repubblicano americano, ha consegnato il report a Kamala Harris, la von der Lien, parliamo di figure che stanno forse tramontando entrambe, la prima di sicuro, e sembra già andato nel dimenticatoio questo report sulla competitività dell’Unione Europea.
[Roberto Mazzoni]
Quello credo che sia stato una salva di avviso, come quando spari davanti alla prova di una nave, può darsi che vedremmo il ritorno di Draghi in qualche tipo di funzione.
[Carlo Savegnago]
Tu dici?
[Roberto Mazzoni]
Sì. Ma è possibile, nel senso che se devono nominare un curatore fallimentare chi metteresti tu?
[Carlo Savegnago]
Sì, effettivamente è perfetto, è quello che sa fare. Senti caro Roberto, si sente, si vocifera che il sistema che vedi in Donald Trump, in America ovviamente parla di un pericolo e quindi un nemico da abbattere, sta cercando di sobillare comunità come quella della LGTBQ, il mondo woke, il mondo pro aborto e tutte le galassie che ruotano attorno alla sedicente transizione verde. Lo vedi come un pericolo sociale?
[Roberto Mazzoni]
No, innanzitutto perché tutta la transizione sta avvenendo in Florida, che è uno stato, grazie anche al lavoro di Ron DeSantis blindato, quindi qua non può succedere assolutamente niente e perciò se lo fanno, lo fanno in giro per gli Stati Uniti, in area Washington, ne parlano sui media che comunque non legge più nessuno e perciò diventa una cosa a fine a se stessa, non interessa.
[Carlo Savegnago]
Non movimenteranno masse, non riusciranno a movimentare masse per creare disordini, per aggettare, per generare nella pubblica opinione che Trump un problema e in qualche modo va rimosso, va limitato, eccetera.
[Roberto Mazzoni]
No, anche perché con l’arrivo di Kennedy in ogni caso è arrivata nella coalizione anche una componente importante dell’ex partito democratico e in più Trump anche in ragione, credo che abbia un genero, che è di origine libanese, in ragione della situazione complicata a Gaza, Israele, si è mosso molto bene con la comunità araba che voleva punire la Harris, aveva promesso che avrebbe punito la Harris e ne ha fatto un punto d’onore, anzi ne ha fatto un punto religioso e in effetti hanno massacrato la Harris nel Michigan e se anche non avesse vinto la Pennsylvania, Trump probabilmente avrebbe vinto comunque grazie a questa comunità araba e questa comunità araba si è proprio buttata allo scoperto, hanno detto noi, sosteniamo Trump, vogliamo dei risultati, vogliamo che smetta le uccisioni a Gaza, questo che noi pretendiamo e siamo sicuri che lo possa fare, siamo sicuri che lo farà, quindi lui adesso è un po’… deve bilanciare le cose, perché da una parte ha tutto il fronte sionista che l’ha sostenuto e che si aspetta i risultati, dall’altra c’è il fronte che tra l’altro ha anche un rappresentante in famiglia, islamico e Jared Kushner questa volta è sempre dal giro, quindi è una cosa molto interessante e credo che in questo circuito Barron abbia un ruolo.
[Carlo Savegnago]
Magari lo approfondiremo nel nostro prossimo appuntamento. Senti, finiamo con una nota quasi di colore, Biden c’è ancora la casa bianca secondo te, ma battute a parte, che comunque non è neanche tanto una battuta, comunque sembra che abbia stanziato ulteriori ultimi fondi e fornirà 500 missili, adesso non mi ricordo di che tipologia, quindi cos’è un colpo di coda?
[Roberto Mazzoni]
No, erano soldi già stanziati e loro sanno che se non li spendevano li avrebbero persi e quindi hanno detto va bene. Guarda il neo segretario generale della Nato Mark Rutte, l’olandese Mark Rutte e Blinken si sono appena incontrati e hanno detto che continueremo a sostenere, beh Blinken fino al massimo fino al 19 gennaio voglio dire, perché se ne va. Poi Mark Rutte non lo so, nuovo segretario della Nato, ma vedo proprio un’espressione di sufficienza da parte tua. Guarda è molto chiaro, perché anche una cosa bisogna capire è che il Deep State ha deciso a che parte stare e ha deciso che Trump è la scelta, perché come dicevo prima…
[Carlo Savegnago]
Scusami, è anche per questo che lo spoglio è andato liscio, non ci sono stati brogli e poi è spiegabile in questo modo che il Deep State aveva scelto, perché ci aspettavamo, c’era da aspettarsi, quattro anni fa è successo il finimondo, qui è andato tutto liscio come non ci sono state…
No, poi di nuovo Deep State come ho spiegato non è una cosa monolitica, quindi la fazione è che non vuole continuare a perdere e vuole ricostruire l’intero impianto della difesa americana e vuole ricompattare le truppe, perché se devono affrontare la Cina o per lo meno dare l’idea che possano affrontare la Cina non possono avere 600 basi in giro per il mondo, è un’idiozia completa. Quindi è una linea completamente diversa rispetto alla linea ucraina e all’avventura ucraina che soprattutto è voluta dai britannici per motivi anche storici e da Bruxelles per motivi incomprensivi. Detto questo, quindi ormai hanno deciso che l’Ucraina è finita, it’s over.
Mandano gli ultimi residuati bellici che hanno, tanto gli serve svolare i magazzini perché devono mettere nuova roba, tanto sanno che se arriveranno in Ucraina verranno rivenduti al mercato nero oppure verranno eliminati direttamente dai russi, non c’è nessun problema, non cambia assolutamente nulla, si tratta di far girare gli ultimi soldi per dire dai non facciamoli crollare prima della transizione perché l’idea malata è quella di dire l’Ucraina crollerà dopo che Trump si sarà insediato così daremo colpa a lui. Da un punto di vista americano, discorso nato, it’s over, è finito.
[Carlo Savegnago]
Quindi staremo a vedere, queste saranno le prossime analisi che faremo. Caro Roberto, nel nostro prossimo appuntamento di dicembre, sicuramente uno dei temi sarà quella della composizione dell’amministrazione Trump, di cui oggi non abbiamo accennato perché è tutto appena iniziato ed è tutto in fieri, in divenire. Ci sono già alcune caselle che si stanno riempiendo, però credo che a dicembre per noi, per il nostro appuntamento di dicembre sarà perfetto per fare il punto, in quel caso probabilmente completo, sicuramente completo di quello che saranno le figure che comporranno l’amministrazione di Trump e quindi lì si potrà fare proprio una valutazione completa, adesso mi sembra abbastanza prematuro. Con quello che si sta muovendo chissà di cosa avremo da parlare fra un mese, quindi sarà sicuramente interessante. Forse se non intendo male potrebbe esserci meno da parlare di quello che sembra.
[Carlo Savegnago]
Guarda, basta ti dico una cosa, la questione ucraina è stata data a G. Di Vance, al vicepresidente, basta. Non è abbastanza importante perché se ne occupi Trump.
[Carlo Savegnago]
Chiarissimo, hai detto questo concetto, hai già detto tutto, è affidata a quello che sarà magari il successore come candidato di Trump, magari fra quattro anni, quindi che si faccia, intanto cominci a farsi esperienza con una cosa che mi sembra di capire per gli Stati Uniti è diventata proprio secondaria, un capitolo da chiudere.
Guarda, gli Stati Uniti non devono fare nient’altro che chiudere il robinetto. Adesso ci avevano le ultime cose nel deposito attrezzi che stanno mandando, dopodiché sarà chiuso e quando chiude il robinetto chi paga? Andando in giro a fare la questua in giro per l’Europa, vedrete cosa riuscite a fare, però da Washington il messaggio è non aspettatevi un quattrino o un proiettile perché non ve li mandiamo.
[Carlo Savegnago]
[Carlo Savegnago]
Sì, anche perché proprio in questi giorni la Meloni ha detto, altre forniture di armi eccetera e poi chi lo dice? Gli italiani. Ecco, quindi questo fa capire. Bene, siamo in chiusura. Ringrazio come sempre Roberto Mazzoni per le interessantissime, oltre che analisi, informazioni. Cioè hai dato veramente tante informazioni in questo nostro appuntamento e grazie a Roberto Mazzoni in collegamento dalla Florida. Ricordo per vedere tutte le attività di Roberto, il canale mazzoninews.com e c’è molto da scoprire, da capire delle attività di Roberto. Grazie, grazie ancora, a presto.
Grazie a voi, buona giornata.
[Carlo Savegnago]
Grazie, grazie a tutti voi amici ascoltatori. Ciao ciao.
Roberto Mazzoni