Mi auguro che tutti voi abbiate passato un buon Natale con le persone a voi care e che siete pronti ad affrontare la fine dell’anno nel migliore dei modi. Quindi vi faccio gli auguri di buon anno, naturalmente ci auguriamo che il 2025 sia un anno di prosperità e di felicità per tutte le persone che ci sono care, che ci sono vicine e speriamo di poter portare una condizione migliore nel mondo in cui viviamo, nel complesso. Diverse di voi mi hanno chiesto di poter vedere la prosecuzione del video su bitcoin di cui ho inserito uno spezzone nel video precedente e quindi prima di proporvi un’altra intervista con il vaso di Pandora che segue subito dopo, vi inserisco la seconda porzione del video, sono altri dieci minuti quindi chi fosse interessato può naturalmente guardarla, chi non fosse interessato può passare direttamente all’intervista del Vaso di Pandora.
Abbiamo riattivato l’iscrizione a capire bitcoin che include sia Bitcoin Fase 1, sia Bitcoin Fase 2, quindi sia la parte di base per capire tutto quello che serve per procurarsi bitcoin e quella più avanzata per avere una capacità di protezione migliore dei propri soldi e usare strumenti che sono più sofisticati. Questo tipo di offerta che vale solo per il periodo natalizio naturalmente durerà fino alla fine del periodo delle feste e quindi approfitto in questo breve arco di tempo di anche proporvi alcuni spezzoni dedicati a bitcoin in modo da perlomeno trasmettervi il tipo di idee, il tipo di aspirazioni che ci sono qui negli Stati Uniti in materia. Quindi ecco il prossimo video dedicato al tesoro di Satoshi Nakamoto.
Il Tesoro Leggendario di Satoshi Nakamoto – parte 2
Le battaglie non finiscono qui. I capi delle più grandi banche del mondo prendono nota di bitcoin. All’inizio ne ridono, poi lo denigrano, poi accolgono quella che pensano sia la sua tecnologia blockchain sottostante. Lentamente iniziano ad accettarlo, ma restano cauti. Grandi corporazioni come Facebook tentano di creare dei sostituti radunando il loro enorme pubblico, riserve di capitale e reputazione falliscono. Imprenditori e molti cialatani che fingono di essere imprenditori cercano di costruire sistemi imitativi, ottengono il sostegno di grandi società di venture capital, spendono centinaia di milioni per promuovere le loro alternative, ma queste vanno e vengono come le stagioni. Bitcoin è spesso imitato, è spesso attaccato, ma mai duplicato o distrutto. Se non fosse per il fatto che la storia dell’origine di bitcoin è così ben documentata e così completamente e comprovabilmente verificabile, i critici potrebbero facilmente respingere questa storia come un mito non provato, dato il numero di attacchi che bitcoin ha presumibilmente superato. Ciò che rende tutto questo così straordinario è che si tratta di una storia che va contro molte credenze ampiamente diffuse.
Questa storia sfata la convinzione che non possiamo risolvere problemi che esperti, scienziati e matematici considerano irrisolvibili. Cancella la convinzione che una persona non possa mantenere la propria privacy o tenere segreti. Elimina la convinzione che sia non solo la fama, la fortuna o il potere a motivare le persone. E invalida la convinzione che nazioni e corporazioni siano onnipotenti. Tutte queste credenze sono solo grazie a questa vera storia completamente distrutta. Ci rendiamo conto che sono state proprio queste vecchie credenze che consideravamo miti. Questa storia sull’origine del bitcoin distrugge credenze così ampiamente diffuse nella nostra cultura attuale che non credere a nessuna di esse potrebbe essere considerato da molti un segno di follia o almeno un segno di essere irrimediabilmente irrealistici.
Dopotutto se non sei d’accordo sul fatto che le persone siano guidate dall’avidità che sia per potere, denaro o fama, sei considerato così ingenuo da essere stupido. Se credi di poter creare qualcosa che valga centinaia di miliardi di dollari, che i governi e gli eserciti più potenti del mondo non potrebbero fermare, saresti etichettato come delirante. Se affermassi di poterlo fare rimanendo completamente in pace, lontano dagli occhi indiscreti dei media, delle agenzie investigative ed innumerevoli altri, la maggior parte direbbe che eri completamente ignorante dei fatti della realtà. Eppure Satoshi ha dimostrato che tutte queste cose erano effettivamente possibili. La verità di questa storia ci costringe ad accettare che erano le nostre credenze a essere false e che idee come queste non sono in realtà false e insensate, ma vere e raggiungibili. Cosa dobbiamo fare allora? Si dice che la natura aborrisce il vuoto.
Quando qualcosa scompare deve essere sostituito con qualcos’altro. Questa frantumazione delle vecchie credenze è dunque il punto d’ingresso a una nuova visione del mondo. Vedere che le nostre precedenti credenze erano false significa che dobbiamo cancellarle dal nostro sistema di credenze, ma non possiamo lasciare vuoti e assenze al loro posto nelle nostre menti. Dobbiamo sostituirle. Il racconto della storia di Bitcoin, nel frantumare le vecchie credenze, rivela così l’ingresso in un nuovo mondo di credenze che sostituiscono quelle vecchie e ciniche che la storia ha cancellato. Ancora più importante, ci porta a chiederci quali siano le implicazioni di queste nuove credenze. Sorgono nuove domande. Come, dato che le dichiarazioni degli esperti possono essere false, quali sono davvero autentiche? Dovrei sforzarmi di mantenere la mia privacy? Posso anch’io evitare di essere controllato da aziende e governi? Quali sono le cose che valuto più del denaro, del potere e della fama?
Come può essere ovvio ora in retrospettiva il modo migliore per iniziare un nuovo viaggio spirituale e cancellare le vecchie credenze che non ispirano più lo spirito? Quelle che forse non lo hanno mai fatto. E poiché questa è la vera storia di Bitcoin, non sorprende che molti di coloro che la ascoltano intraprendano un viaggio spirituale. Uno che implica porre domande come “dove risiede realmente il potere oggi? Cos’altro potrei credere che sia falso? Cosa potrei riuscire a realizzare che pensavo fosse impossibile? Cosa potrebbero riuscire a fare gli altri che ci è stato detto essere impossibile? Cosa potrebbe essere effettivamente possibile? E come potrebbe essere diverso il mondo se facessimo queste cose?” Entrare in questa tana del coniglio porta a liberarsi da quelle precedenti convinzioni e assunzioni limitanti e quindi porta al momento del risveglio spirituale per molti. La storia di Satoshi, essendo una vera storia di speranza piuttosto che una mera finzione, libera molte persone dall’idea che la speranza sia solo un pensiero illusorio limitato al regno della fantasia.
Dimostra in modo inequivocabile e provabile che imprese straordinarie possono essere raggiunte anche da un singolo individuo. Armati di questa convinzione che molte più cose siano possibili di quanto si pensasse, si accende l’incentivo a sognare e sperare e a lavorare per far diventare quei sogni e speranze realtà. Esplorare Bitcoin richiede di porre una domanda che sembra semplice ma che alla fine risulta essere molto complicata da rispondere. Quella domanda semplice è “cos’è esattamente il denaro? Perché dobbiamo porre questa domanda?” Si scopre che un’altra cosa che molti di noi hanno dato per scontato come una credenza era che il denaro è qualcosa che i governi delle nostre nazioni dicono essere denaro. Ma Bitcoin si presenta e dice “no questo non è vero, qualcos’altro è denaro. Io Bitcoin sostengo di essere denaro. Sostengo che ciò che credi sia denaro in realtà non è denaro. Sostengo che stia solo fingendo di essere denaro. Sostengo che la sua finzione sia la causa di molti problemi della società. Sostengo di poter risolvere quei problemi.” Se non avessimo già avuto le nostre altre credenze infrante dalla storia della creazione di Bitcoin diremmo semplicemente a Bitcoin “vattene e porta via con te le tue affermazioni folli”.
Ma invece ora siamo curiosi di capire cosa si nasconde dietro questa affermazione. E tirando un po’ il filo di quella domanda molte cose si svelano molto rapidamente. Una cosa chiara riguardo a Bitcoin è che è una pretesa di essere denaro che non è emesso né controllato dai governi. In passato credevamo principalmente che il denaro dovesse essere emesso e controllato dal governo. Dopotutto è stato così per tutti noi per tutta la vita. Ma Bitcoin non si ferma al dichiarare che solo i governi non sono una parte essenziale del denaro. Afferma anche di essere denaro non emesso o controllato da nessuno. Nessuna banca lo emette o lo controlla. Nessun regolatore, nessuna azienda, nessun leader carismatico, nessuno. Bitcoin ci chiede di separare l’idea di denaro dalle istituzioni e dalle persone che sono arrivate a controllare il denaro. Nel mondo di oggi questi sono i governi, le banche centrali, gli addetti ai lavori finanziari, le potenti multinazionali, i militari e altre istituzioni enormemente potenti.
Bitcoin, se è denaro, è denaro separato da ogni controllo umano. Bitcoin ci permette per la prima volta nelle nostre vite di vedere l’idea di denaro puramente come denaro, separato da influenze contaminanti e controllo. Elimina le influenze esterne e distorcenti sul denaro rispetto a ciò che il denaro è in sé. Ci consente di osservare il denaro da solo, in isolamento, nella sua forma più pura di denaro purificato. Questo è vero che crediamo o meno che Bitcoin sia denaro purificato, perché semplicemente facendo questa affermazione Bitcoin ci porta a chiederci che cos’è il denaro purificato quando è separato dall’influenza controllante degli altri. Alcuni di noi scoprono che il denaro stesso, che in precedenza consideravamo una parte integrante di un sistema corrotto da molte forme di malvagità, avidità, ingiustizia e disuguaglianza, risulta non avere nulla a che fare con nessuna di queste cose. Scopriamo che il denaro è buono ed è una vittima di quel sistema corrotto tanto quanto noi.
Vaso di Pandora: basta con la guerra in Ucraina e si vuole evitare anche la guerra con l’Iran
[Carlo Savegnago]
Amici del vaso di Pandora, benvenuti, ben ritrovati. In politica internazionale, in particolare negli scenari ucraino e medio orientale, che strategie sta pensando e sta elaborando Trump? Un paio di settimane fa gli analisti di una nostra puntata hanno esposto i loro argomenti sintetizzati con il titolo “Anche Trump fa i conti senza l’oste”, sottointeso Putin. Per quanto riguarda la Siria, invece, Trump in questi giorni ha dichiarato “non è la nostra guerra, vogliamo restarne fuori”. Trump già quest’estate, nel pieno della sua campagna elettorale, puntava ai bitcoin come asse strategico nazionale, dichiarando “come gli USA saranno la capitale mondiale dei bitcoin”. Sono questi due i temi centrali del nostro appuntamento, quest’oggi lo vedete qui già di fianco a me con Roberto Mazzoni, come sempre in collegamento dalla Florida. Buongiorno a tutti, bentrovati. Ben ritrovato caro Roberto.
Per i nostri nuovi ascoltatori ricordiamo che Roberto Mazzoni è un giornalista, già direttore responsabile di testate giornalistiche del gruppo Mondadori, del gruppo Il Sole 24 ore. Dal 2008 vive negli Stati Uniti, è cittadino americano, pertanto fa le sue analisi sugli Stati Uniti da cittadino americano che per la sua attività professionale è inserito nelle realtà politiche ed economiche del suo paese. Roberto, da quale di questi due argomenti fondamentali entrambi vogliamo partire?
[Roberto Mazzoni]
Beh, allora direi di partire innanzitutto da Trump. Trump è stato descritto da Peter Thiel, che è un venture capitalist molto conosciuto negli Stati Uniti, oltre che una persona che è abbastanza vicina a Trump, anche se non è stata sempre alleata di Trump, però in questo periodo possiamo considerarla dalla parte di Trump. Ha definito Trump come una persona mai presa alla lettera, ma sempre presa sul serio. Questa è una formula direi molto corretta, perché se noi ascoltiamo quello che dice Trump molte volte non ha nessun senso e in effetti non ha intenzione di comunicarlo in nessun senso, ha intenzione di comunicare un qualche tipo di messaggio.
Quello che tuttavia dobbiamo cercare di capire è se è effettivamente convinto o meno di andare in una direzione piuttosto che in un’altra. Tutte le affermazioni che sono state fatte dai vari surrogati di Trump che abbiamo visto comparire in televisione, eccetera, sulla questione ucraina, che sono appunto piuttosto allineati con delle teorie abbastanza particolari, vanno considerati più che altro come fumo negli occhi in questa fase, ossia sono dei ballon d’essere, dei tentativi per capire fin dove Trump si può spingere, sono delle provocazioni che lui è solito lanciare in fase di trattativa, come si dice “se vuoi un cane per Natale chiedi un pony” come regalo, per cui lui chiede sempre il massimo, dopo di che sa già che deve scendere a compromessi e di conseguenza non farei particolare attenzione su tutto questo spettacolo coreografico che è abbastanza relativamente importante.
Sicuramente Trump, che finora è rimasto abbastanza silenzioso, nella sua recente visita a Parigi, sia con quello che ha detto e soprattutto con quello che ha fatto, ha riconfermato che per lui la questione ucraina è chiusa, vale a dire che la guerra in Ucraina, non ci sono più soldi da parte degli Stati Uniti, se l’Europa vuole continuare, nessun problema, fate la colletta e arrangiatevi. Questo è un po’ il messaggio di fondo. Trump è consapevole che un accordo di pace sarà difficile, sicuramente non sarà in un giorno, come ve l’ha detto in campagna elettorale, qui ritorniamo al famoso discorso del non prendere la lettera ma sempre prenderlo sul serio.
[Carlo Savegnago]
È molto fine, molto sottile questo concetto.
Sì, è fondamentale perché certamente non si capisce Trump e Trump ha questo modus operandi che è presente in tutto quello che fa. Perciò a volte gli sentiamo dire delle cose che sono totalmente assurde, che possono essere assurde perché semplicemente non ha capito, oppure ha le informazioni sbagliate, oppure sono assurde di proposito perché sta cercando di sondare il terreno o di lanciare dei messaggi di confusione rispetto alle persone che sono intorno a lui. Perché dal punto di vista di Trump, e credo che questo sia confermato anche dalla scelta che ha fatto, l’interesse, come ho già detto in un’ intervista precedente, l’interesse primario sarà all’interno degli Stati Uniti e nelle aree immediatamente limite degli Stati Uniti, Canada, Messico, Sud America, in questo ordine. E dopodiché, naturalmente, c’è la Cina, però la Cina sarà affrontata da un punto di vista di trattativa commerciale, tariffe, blocchi doganali, guerra doganale, tazi, per vedere chi la spunta, come se la cavano, come va a finire, che tipo di accordo possono riuscire a conseguire, riprendendo un po’ da dove si era affermato al primo giro. I cinesi hanno già comunque segnalato che per loro è preferibile questo tipo di approccio rispetto a quello adottato da Biden, che invece era ostile nei confronti della Cina, però al tempo stesso si presentava come conciliatore, quindi non si capiva mai da che parte stava. Forse non lo sapeva neanche lui. Probabilmente, anzi sicuramente, però anche le persone intorno a lui che prendevano le decisioni a loro volta non avevano l’idea molto chiare, anche perché a loro volta prendevano ordine da altri, quindi diventava una catena di Sant’Antonio, alla fine della quale la politica era come minimo confusa e per lo più demenziale.
[Carlo Savegnago]
E credo che manca ancora qualche giorno, quindi potremmo avere ancora delle sorprese.
[Roberto Mazzoni]
Esatto, il 20 di gennaio è vicino, ma in un certo senso è ancora molto lontano. È ancora molto lontano, quindi non escuderei dei colpi di scena importanti, come quello in Siria, ma detto questo abbiamo un senso, direi un’idea complessiva da parte dei principali attori sul panorama internazionale, che non vedono che se ne va da Biden, che si ricomincia una nuova fase. Sicuramente anche i russi hanno segnalato in vari modi che sono interessati ad avviare una trattativa, naturalmente alle proprie condizioni, poi vedremo come si equadrerà, però da un punto di vista strettamente negoziale, Trump è uno che se ne intende di negoziati, credo che abbia capito che le richieste degli ucraini sono impossibili, le richieste degli europei sono assolutamente impossibili, e quindi penso che al momento la sua strategia sia di fare un qualche tentativo di conciliazione, dopodiché aspettare che la questione si risolva da sola.
[Carlo Savegnago]
Potrebbe essere in questo senso che si risolva da sola?
[Roberto Mazzoni]
Militarmente, nel senso che i russi stanno continuando ad avanzare e il ritmo di avanzamento aumenta, quindi ogni mese, abbiamo visto a novembre, hanno fatto molto più progressi che il resto dell’anno 2024, a dicembre il ritmo sembra essere ancora più rapido, quindi benché procedano sempre con molta cautela, perché vogliono non sacrificare uomini inutilmente, anche perché si preparano ad un’eventuale guerra più vasta, nel caso in cui la Nato decidesse di essere coinvolta, però nonostante questo stanno guadagnando terreno sempre di più e stanno cadendo un po’ le ultime postazioni fortificate che gli ucraini hanno in Donbass, che hanno costruito nell’arco di una decina d’anni e che non possono riprodurre o replicare sulle retrovie, una volta che cadono le ultime postazioni fortificate, poi l’avanzata fino al fiume Dnipro è abbastanza garantita e può essere anche relativamente veloce, dopodiché credo che i russi faranno un attimo di pausa sul fiume e una volta arrivato il fiume saranno più propensi a fare delle trattative più concrete, anche perché i russi sono stati molto chiari, Putin è stato molto chiaro, per loro la pace in Ucraina non è possibile se non c’è un accordo più globale con la NATO nel complesso, quindi con un impegno da parte della Nato sia sul controllo dei missili aggettati intermedia, il cui trattato è stato cancellato da Trump nel 2019, Trump l’ha cancellato perché dice che anche i russi non lo stanno più rispettando, una serie di cose, però diciamo sono una serie di trattati che vanno rimessi in discussione e sui quali i russi sono interessati a discutere, però direi che quello sarà il tema centrale e quindi la guerra in Ucraina diventa un po’ secondaria, Trump ha promesso di voler far finire più che la guerra, ha promesso di far smettere le uccisioni, lui dice voglio che la gente smetta di uccidersi. Ed è facile da fare, basta che lui chiude il robinetto, degli aiuti e basta.
[Carlo Savegnago]
L’Europa da sola, l’Unione Europea non è in grado di sostenere un gesto proprio plateale, va bene, è molto chiaro.
[Roberto Mazzoni]
Quindi è chiaro che da parte degli europei c’è una fortissima pressione affinché l’America resti coinvolta e affinché la guerra continui nella speranza che così come è successo in Siria, alla fine anche la Russia crolli e direi che qui i conti senza l’oste fanno soprattutto a Bruxelles e a Londra, ma al di là di questo, Trump sa che l’arma più efficace dal suo punto di vista nei confronti di Russia è la produzione di petrolio, quindi se lui come ha intenzione di fare, riporta al massimo le stazioni di petrolio in territorio statunitense, come ha intenzione di fare, apre la possibilità di attivare nuovi pozzi di estrazione in area che finora è stata controllata dal governo, sulla quale il governo ha esercitato il divieto di apertura di nuovi pozzi, nel momento in cui apre nuovi pozzi ci sarà un’enormità di gas naturale, già adesso c’è un’extra produzione che viene esportata anche in Europa e a quel punto ci sarà una tale quantità di petrolio prodotto negli Stati Uniti che andrà a impattare sul prezzo dell’OPEC e quindi se il prezzo del petrolio scende, per i russi diventa più difficile finanziare la guerra, prima o poi dovranno scendere a patti, questa è la sua idea, però quindi in quest’ottica non credo che lui si aspetti al di là delle promesse fatte in campo elettorale che la guerra si concluda a breve, che si concluda…
[Carlo Savegnago]
Quando si può ipotizzare Roberto, visto che stiamo parlando di tempistica, quanto si protrarrà secondo te? Sono sempre domande, quelle di fare delle previsioni sempre un po’ diciamo come… sì, sempre un po’ difficili insomma.
[Roberto Mazzoni]
Sono difficili, guarda, il problema fondamentale è che i russi non hanno ancora deciso cosa vogliono fare, perché non c’è nessuna indicazione precisa della strategia che i russi vogliono adottare sull’Ucraina occidentale. Sì, anche loro stanno tenendo molto ben coperte le carte insomma, in questo senso. Non hanno ancora deciso. Non hanno ancora deciso. Loro hanno sicuramente, come hanno dichiarato, intenzione di occupare i quattro blast su cui hanno già fatto il referendum e che considerano parte della Russia allargata, nei quali stanno combattendo e che intendono occupare completamente. E questo da un punto di vista militare potrebbe richiedere ancora alcuni mesi. Dipende da quanti nuovi soldati gli ucraini riescono a mettere in campo, quanti soldati, i cosiddetti mercenari, arrivano dall’esterno e quindi quanto gli ucraini riescono a resistere ancora.
Già ci si aspettava un crollo dell’esercito ucraino da tempo, non è successo.
Anche perché comunque i soldi continuano a arrivare da Washington, le armi continuano ad arrivare, non sono eccezionali, non sono quelle più idonee, ma permettono alla guerra di continuare in qualche maniera. E con l’ultima spedizione che stanno facendo adesso, perché Biden sta cercando di creare la maggiore confusione possibile da lasciare a Trump prima di andarsene dalla Casa Bianca. Quindi sta cercando di mandare fuori dalla porta tutto quello che può, addirittura ipotecando forniture che arriveranno a fine dell’anno prossimo, addirittura nel 2026. Questo poi potrà essere in parte cancellato da Trump, ma di certo gli ucraini hanno ancora un po’ di mesi di autonomia con quest’ultima iniezione.
[Carlo Savegnago]
Secondo te con queste ultime iniezioni, con il continuare a fornire armi e soldi anche se in maniera non decisiva, è giusta la definizione secondo te che questo non farà altro che allungare l’agonia dell’Ucraina?
[Roberto Mazzoni]
Certamente, certamente moriranno molti più ucraini, semplicemente, è tutto quello che succederà, e anche alcuni russi. Quindi questo allora, le interazioni avanzate dei russi, moriranno molti più ucraini, adesso parlano di fare il reclutamento forzato, l’Aleva per i diciottenni, l’Ucraina, quindi da tutta questa operazione probabilmente l’Ucraina resterà depopolata, perché hanno ammazzato tutti gli uomini dai 25 anni in su, oppure sono fortemente debilitati. Lo è già depopolata, calcolando anche tutti quelli che sono espatriati, lo è già di fatto. Esatto, quindi il problema che i russi devono affrontare, devono decidere, ed è un problema piuttosto complesso dal loro punto di vista, perché loro considerano gli ucraini comunque dei fratelli, ci sono delle affinità, ci sono una serie di meccanismi che gli hanno impedito finora di andare giù pesante, perché se avessero affrontato la guerra in Ucraina così come gli Stati Uniti hanno affrontato la guerra in Iraq, oggi l’Ucraina sarebbe tabula rasa, ovunque, avrebbe raso al suolo praticamente metà Kiev, invece a Kiev non c’è stato nessun attacco e nell’Ucraina occidentale ci sono stati attacchi mirati, ma non c’è stata particolare pressione.
Quindi loro devono decidere se vogliono occupare l’Ucraina occidentale, oppure che fanno, oppure se vogliono occupare il sud, quindi occupare l’intero accesso al Mar Nero e perciò rendere l’Ucraina di fatto non più funzionale come Stato, occupare Kharkiv, quindi arrivare al confine di Kiev, non è chiaro. Inoltre è probabile che i russi e forse anche Trump vogliano una nuova elezione prima di fare un accordo, perché in questo momento Zenesky non è propriamente autorizzato.
[Carlo Savegnago]
Ormai è andatyo oltre il suo termine, quindi è un governo che è già decaduto, mi ricordo male dal 20 maggio.
[Roberto Mazzoni]
Quindi è già oltre la data di scadenza e quindi fare un accordo con un governo illegittimo poi di fatto renderebbe l’accordo illegittimo già di per sé, perciò è possibile che puntino a una chiusura verso maggio, nel frattempo i russi continuano a lanzare, nel frattempo si esaurisce la fornitura di armi e di soldi approvata da Biden nei confronti dell’Ucraina, quindi dovrebbero più o meno coincidere, però è un’ipotesi, non sono in grado di fare proiezioni anche perché sarà una cosa che si svilupperà cammin facendo. Quello che tuttavia credo che Trump stia chiaramente segnalando è che non vuole essere assorbito nel problema Ucraina, per lui i primi sei mesi di attività dovranno essere concentrati sugli Stati Uniti perché hanno in programma una cura choc, una cura da cavallo sull’economia e sulla struttura pubblica dell’amministrazione pubblica americana che deve essere fatta in fretta perché sarà molto dolorosa e quindi deve poter essere finita prima che si vada nel 2026 e quindi prima che ci si avvicini alle elezioni intermedie perché se va molto più a lungo allora è possibile che perda la maggioranza al Parlamento e quindi si trovi in difficoltà nel comprovarsi azzoppato.
[Carlo Savegnago]
Roberto, in cosa consiste, perché mi hai attirato proprio l’attenzione credo anche, anzi sono convinto anche dei nostri ascoltatori, hai parlato di cura choc, in cosa consiste fondamentalmente?
[Roberto Mazzoni]
È composta di varie parti. In maniera proprio così schematica. Vogliono tagliare un trilione di dollari di spesa pubblica già al primo anno, un trilione di dollari, quindi mille miliardi di dollari. Faccio fatica a visualizzarla numericamente addirittura, un trilione di dollari. Bravo, quindi devono tagliare un trilione di dollari e al tempo stesso devono eliminare una quantità impressionante di regolamenti, di agenzie, di uffici, cioè ci sarà, se fanno quello che dicono, un discreto licenziamento, un’ondata di licenziamento pubblico, in ambito pubblico piuttosto consistente. Ci sono oggi negli Stati Uniti 450 agenzie federali di cui almeno la metà nessuno sa che esistano, nessuno sa a che cosa servono. Sono lì semplicemente per complicare le cose, per assumere gente e per aggiungere regolamenti che vanno solo a creare confusione, tra l’altro in conflitto con altre agenzie.
C’è tanta burocrazia nonostante tutto, c’è tanta burocrazia anche in America comunque. Io credo che abbiamo superato l’Unione Sovietica di 10 ordini di grandezza, l’Unione Sovietica mega. All’ennesima potenza. All’ennesima potenza, quindi devono per forza fare un lavoro drastico e lo faranno tra l’altro con sistemi di intelligenza artificiale, perciò hanno già incominciato a predisporli e non sarà una cosa della serie “vediamo un po’ per volta, questo non va bene, questo non va bene”. L’idea è tagliamo tutto quello che possiamo tagliare, se poi abbiamo scoperto che tagliando tutto quello che abbiamo tagliato qualcosa era indispensabile, lo rimettiamo, ma dopo. Prima si taglia e dopo eventualmente si ripristina. È una cura in stile Milei, con la serie circolare, vai, tagli tutta la foresta, tabula rasa, dopo di che dici “perbacco, quello ci serviva, lo rimettiamo in alberello”.
[Carlo Savegnago]
In questo caso lo ripiantumiamo.
[Roberto Mazzoni]
Lo ripiantumiamo, esattamente. Questa è l’idea, questo è il primo punto. Il secondo punto naturalmente è quello di difendere il tesoro degli Stati Uniti, quindi rimettere a posto il conto economico degli Stati Uniti è un po’ disastroso, perché in ragione a tutti questi costi enormi e il fatto che ormai la spesa più grande per il governo americano è quella degli interessi sui debiti precedenti, è chiaro che stiamo andando in una situazione veramente difficile. Per fare questo dovranno molto probabilmente stampare tanti dollari e al tempo stesso prosciugare tanti dollari dall’estero. Perciò dovranno completare il disaccoppiamento rispetto al circuito dell’euro-dollaro, che è esterno agli Stati Uniti, che è stato gestito quasi esclusivamente da Londra con appoggio sui vari paradisi fiscali, di cui parlo tra l’altro diffusamente negli ultimi video su Mazzoni News.
[Carlo Savegnago]
Ricordiamo il sito mazzoninews.com.
[Roberto Mazzoni]
Che a questo punto non funziona più, è inefficiente, ma è anche fuori controllo rispetto agli Stati Uniti e non è più accettabile da parte di nessuno. Quindi, ri-espandere l’attività di recupero di dollari dal circuito dell’euro-dollaro e produzione di dollari interni per sostenere l’economia, che nel frattempo dovrà sviluppare più attività industriale per compensare il blocco di forniture da parte di mercati esterni, la Cina piuttosto che l’Europa, piuttosto che altri mercati, altri fornitori, in ragione dell’attivazione delle tariffe, perché le tariffe devono arrivare dopo. Quindi, prima di tutto il mercato deve tagliare i costi, deve tamponare quello che è il debito pubblico in qualche maniera e dopodiché, quando ha tamponato a sufficienza, può incominciare a imporre le tariffe e imporre all’America una certa dose di inflazione che sarà necessaria, in prospettiva tuttavia di far ripartire l’economia interna con forte sviluppo.
Ci sarà un aumento dell’inflazione ma perché ci sarà una fase espansiva in pratica. Questa è l’idea. Non come la Lagarde che in Europa dice “no, vogliamo bloccare l’economia” che ci sta riuscendo per ridurre l’inflazione. Esattamente. E’ una direzione totalmente opposta rispetto a quella europea e quindi ci sarà anche un disaccoppiamento progressivo rispetto all’Europa, al punto che anche una convergenza rispetto a attività Nato diventerà più difficile, visto che gli interessi non saranno più coincidenti.
[Carlo Savegnago]
In questo scenario entra il Bitcoin-Dollaro. Perfetto, ok. Veniamo all’altro punto.
[Roberto Mazzoni]
Innanzitutto Putin ha detto recentemente che Bitcoin non può essere fermato, quindi non è possibile bloccarlo, è uno strumento utile per fare transazioni internazionali senza dover passare attraverso il circuito ufficiale bancario che è quello che oggi domina il sistema finanziario e che ha centro a Bruxelles, il sistema SWIFT. Noi sappiamo che i BRICS, i vari paesi BRICS stanno costruendo un circuito alternativo che dovrebbe permettere loro di commerciare tra di loro con le rispettive valute. Ci hanno detto che non hanno intenzione di lanciare una loro valuta, anche perché non gli conviene. Ci hanno detto che hanno intenzione di continuare a usare il Dollaro, ma non vogliono usare l’Euro-Dollaro. Cerchiamo di capire bene allora questo punto. Non vogliono più passare da Londra, anche perché i russi con Londra hanno chiuso, e non vogliono neanche più passare a Bruxelles perché con Bruxelles non solo hanno chiuso, ci hanno proprio messo una pietra sopra. Perciò loro si rendono conto che a loro, ai russi, i russi non sono in grado di lanciare una loro valuta internazionale.
I cinesi potrebbero, ma per farlo dovrebbero aprire i propri canali di mercati di capitale, quindi lasciare che la gente porti fuori denaro dalla Cina e questo innescherebbe il famoso dilemma di Triffin, che vale a dire che quando tu crei la tua valuta e la tua valuta diventa la moneta di scambio per tutti quanti, tu devi esportare sempre più valuta e importare prodotti. Quindi porti fuori le industrie, quello che ha fatto l’Euro e quello che ha fatto il Dollaro, finora. Spopoli la tua capacità produttiva per trasformarti in un centro finanziario, i cinesi non vogliono fare quello, anche perché sennò rinunciano a quello che hanno costruito finora.
Per cui sono ben contenti che questo lavoro di fluidificazione del mercato internazionale continui a farlo il Dollaro e su questo sono stati molto chiari. Quello che loro però non vogliono è essere dipendenti dai titoli del Tesoro Americani come riserva di valore, così come è stato per tanto tempo, perché fino a 2008 la maggior parte delle nazioni se aveva del surplus di esportazione, teneva i guadagni della tale surplus nella forma di titoli del Tesoro Americani che archiviavano in un proprio portafoglio nazionale, il famoso portafoglio sovrano. Questi dollari li tenevano perché era la valuta più stabile, più forte, sapevano che potevano venderla a chiunque e potevano convertirla in dollari nel momento in cui gli servisse comprare qualcos’altro, tipo il petrolio, famoso dollaro, anche perché all’epoca se volevi comprare il petrolio dovevi comprarlo in dollari in virtù dell’accordo che c’era tra Stati Uniti e Arabia Saudita, che adesso non c’è praticamente più, infatti i sauditi stanno vendendo petrolio ai cinesi usando le valute la volta cinese, non usano il dollaro, o lo usano molto meno.
Quindi dal punto di vista dei principali giocatori, a loro va bene che ci sia una valuta che serve per gli scambi, ma non va bene tenere i titoli di Stato Americani e va ancora meno bene tenere i titoli di Stato Europei, perché vogliono tenere i titoli di Stato Americani, ma si tengono quelli grieschi o quelli italiani, siamo seri. Quindi in questa maniera i vari governi dovranno trovare altri modi per autofinanziarsi, visto che finora le uniche due fonti di finanziamento sono le tasse e i titoli di Stato che vengono emessi e che raccolgono finanziamenti da finanziatori esterni, che li comprano per poter mettere da parte dei profitti che hanno fatto esportando petrolio, piuttosto che materie prime, piuttosto che manufatti e via di questo passo. Siccome adesso i titoli non sono più interessanti per nessuno, BRICS sta andando verso l’oro, è chiaro, hanno deciso che loro useranno come base di risparmio l’oro, sostituendolo ai titoli di Stato progressivamente.
Quindi un bene tangibile in pratica. E vediamo che la Cina sta vendendo molti titoli di tesoro, ma non perché vuole metterli in difficoltà gli Stati Uniti, perché bisogna i dollari, perché i dollari nel circuito dell’oro-dollar si stanno prosciugando, perché da Washington li stanno prosciugando. Quindi vediamo che in un certo senso Russia, Cina, India, Bricks e Stati Uniti stanno convergendo verso un obiettivo comune, un obiettivo comune che presuppone un po’ di sacrifici economici, il disaccoppiamento con porta dei sacrifici, meno efficienza e rinunciare a determinate prospettive di autofinanziamento nel breve periodo, a fronte di avere delle riserve che siano tali da isolare le varie nazioni da eventuali attacchi finanziari reciproci.
Perché così come l’Europa e gli Stati Uniti hanno bloccato i fondi dei russi e i russi hanno perso 350 miliardi, mi sembra, che erano depositati nelle banche europee per lo più, ma è vero che i cinesi non vogliono fare altrettanto, i russi non vogliono ripetere l’esperimento e anche gli americani non vogliono trovarsi in una situazione del genere. Quindi quello che vogliono fare è in qualche modo disaccoppiarsi rispetto ai titoli di tesoro, ma gli americani hanno bisogno comunque di titoli di tesoro per alimentare il governo che tra l’altro sta spendendo a rotto di collo e quindi ci vuole qualcun altro che sostenga questi titoli, qualcun altro che li compri, che è interessato a comprarli e che si sostituisca al governo dell’Arabia Saudita, al governo del Giappone, al governo cinese, i russi hanno già smesso di comprarli a tempo, però quindi che continui a finanziare in qualche modo l’economia americana dall’esterno, dando modo all’economia americana di diventare sempre più un’economia di produzione industriale e meno un centro finanziario che alimenta i suoi quanti.
Quindi BRICS viaggia su quel binario, hanno un sistema che devono mettere a punto ed è un sistema che prevede unicamente di far quadrare gli scambi delle reciproche valute in modo che i russi non si debbano ottenere una quantità enorme di ruppie di cui non sanno che farsene, ma che possono a un certo punto andare in India e dire “senti caro indiano, noi abbiamo tutte queste ruppie, te le dividiamo, tu ci dai un po’ d’oro perché a noi ci fa comodo, le rupie non ci servono”. Quindi questa è un pochino l’idea dietro a Brics che poi si evolverà autorevolmente. Però vediamo anche che i russi hanno reso di nuovo legale il mining di bitcoin, quindi è possibile estrarre bitcoin in Russia, l’Iran ha dichiarato recentemente che sta ripensando la posizione in materia e che pensa di poter riattivare quel tipo di attività e in Cina un tribunale ha reso legale il possesso di bitcoin da parte dei privati e quindi immaginiamo che possa legalizzare di nuovo il mining di bitcoin, anche perché il mining di bitcoin prima a 50% l’aveva in Cina, è stato quando i cinesi hanno chiuso e hanno reso illegale che buona parte dei miner, che sono coloro che generano i nuovi bitcoin e che gestiscono la rete, si sono trasferiti sostanzialmente in Texas, potenziando naturalmente gli Stati Uniti.
[Carlo Savegnago]
Ora veniamo a discorsi di bitcoin. Gli Stati Uniti hanno una riserva d’oro, non sappiamo quant’è perché nessuno ha potuto vederla negli ultimi 70 anni e nessuno ha fatto un’ispezione di quello che è rimasto. Diciamo che ne hanno anche una buona quantità di oro italiano.
[Roberto Mazzoni]
Forse, forse, perché nessuno ha fatto un’ispezione di quello che c’è, perciò è possibile che siano venduti già tutto, anche il vostro, quindi io non metterei la mano sul fuoco, nel senso che quando lo vediamo, allora siamo sicuri che c’è, fino a che non si può vederlo. Se mai verrà mostrato, se mai. Se mai verrà mostrato, se mai c’è, qualora ma li potremo verificare se è vero oppure se si tratta semplicemente di piombo rivestito, perché potrebbe. Con questo non voglio dire sì e no, semplicemente non lo sappiamo. Nessuno, nessuno negli ultimi 70 anni ha potuto esaminare i contenuti di Fort Knox, nessuno. Tant’è. Questa è l’unica certezza. Questa è l’unica certezza. Per cui supponiamo che abbiano una certa riserva d’oro, ma in ogni caso per far, per poter continuare ad emettere debito, quindi per sostenere il governo americano e quindi avere un debito sempre più grande, ma avere un bene che sia di garanzia su quel debito, devono avere qualcosa che si possa rivalutare, senza distruggere l’economia. Ok? Allora, supponiamo che loro abbiano l’oro e che decidono di rivalutarlo, probabilmente già si sta rivalutando in una certa misura, ma dovrebbero rivalutarlo molto di più.
[Carlo Savegnago]
Se lo rivalutano drasticamente, cosa fanno? Rinforzano anche BRICS.
[Roberto Mazzoni]
Sì, certo, perché loro si sono basati sull’oro. Esatto, no? E quindi di fatto, ok, sì, va bene, non è una mossa strategica vincente, anche perché gli Stati Uniti non hanno grandi miniere d’oro, da quello che io sappia, gran parte dell’estrazione, della nuova estrazione avviene altrove, per cui diventa complicato. Non possono neanche fare la mossa che hanno fatto negli anni ’70, quando è nato il petrodollaro, quello che hanno fatto è stato di moltiplicare per 4 il prezzo del petrolio, in modo che il petrolio potesse reggere il nuovo valore necessario per far quadrare il bilancio americano e il bilancio internazionale. Con la guerra in Vietnam si erano talmente indebitati che non potevano più mantenere l’ancoraggio rispetto all’oro, non c’era più abbastanza oro e non volevano continuare a far uscire oro per compensare la situazione, anche perché poi non ce ne erano più, non lo sappiamo. Perciò c’era bisogno di qualcos’altro che potesse fare da garante.
Gli Stati Uniti sono tra i principali produttori di petrolio, anzi credo che oggi siano i principali produttori di petrolio, quindi all’epoca, se tu ti ricordi, negli anni ’70 ci fu una fiondata di inflazione, fu proprio una sferzata enorme, perché era programmata, volevano riaggiustare il prezzo del petrolio in modo che si equiparasse al valore del debito pubblico americano e quindi permettesse agli americani di dire “sì, noi abbiamo questo debito, però abbiamo anche tutto questo petrolio e quindi siamo in pari, tu vai in banca, ti fanno un prestito se tu hai dei beni che puoi dare a garanzia. Se tu hai una casa che nel frattempo si è rivalutata e vale il doppio, tu puoi fare un nuovo mutuo di un valore maggiore, perché la casa regge un valore più alto.
Il problema è che se adesso aumentano il prezzo del petrolio come hanno fatto negli anni ’70 e lo raddoppiano anche semplicemente, ammazzano l’intera economia, tutto si ferma, non è sostenibile. Quindi vedi che anche i BRICS che sono ricchi di materie prime e ricchi di petrolio, stanno facendo fatica a creare un sistema o una valuta basata sulle materie prime, perché nel momento in cui tu basi una valuta che poi debba assorbire tutti questi debiti, perché anche i cinesi hanno debiti fino a capelli, usando le materie prime, il prezzo delle materie prime deve esplodere. Servono materie neutrali, servono un bene neutrale il cui uso industriale è marginale e il cui aumento di prezzo non impatti sulla produttività.
[Carlo Savegnago]
Quindi questo bene neutro è?
[Roberto Mazzoni]
BRICS ha scelto l’oro, perché ne hanno tanto, gli Stati Uniti hanno scelto Bitcoin, Bitcoin è raro, il fatto che Bitcoin aumenti di prezzo non ha nessuna influenza sull’economia generale, quindi non impatta. Adesso è arrivato a un record, ha superato i 100 mila euro almeno qui in Italia tra l’altro Bitcoin. Sì, figlio di Trump, Eric, è stato ad Abu Dhabi, gli ultimi giorni ha detto che aveva un milione, io non do consigli di investimento, sia ben chiaro. Il concetto è questo, anche se non faranno la legge sulla riserva strategica di Bitcoin per gli Stati Uniti, già il fatto che abbiano deciso di muoversi in quella direzione indica che saranno positivi verso Bitcoin anziché essere fortemente antagonisti come l’amministrazione precedente e come mi sembra di capire le amministrazioni europee sono oggi.
[Carlo Savegnago]
Che stanno proprio notizia di oggi, che stanno discutendo, il bilancio sta discutendo di elevare l’aliquota di eventuali potenziali plus valenze di tripotola volatile, stanno cercando di portarla dal 26 addirittura al 42%.
[Roberto Mazzoni]
Credo che sia solo l’inizio perché non hanno un’alternativa. Allora, se lo Stato deve finanziarsi con i titoli di Stato venduti a investitori esterni e con le tasse e c’è sempre meno gente che compra i titoli di Stato, cosa puoi fare? Aumentare le tasse e aumentare le tasse è sulla sola cosa che sai che aumenterà di valore. Quindi Bitcoin in pratica. Questa dichiarazione ci dice che il governo italiano è convinto che il valore di Bitcoin è così, io la leggo in questa maniera. Però dal punto di vista americano il discorso è un pochino più complesso, vale a dire, può darsi che facciano riserva strategica, vedremo, perché ci sono in mezzo delle dinamiche politiche, una serie di cose, ma di fatto Bitcoin già oggi sta funzionando come riserva strategica e ti spiego perché.
Oggi Bitcoin fa da sistema di ancoraggio e non sono in grado di spiegartelo nel dettaglio perché non lo conosco a fondo nemmeno io, però sta funzionando come sistema di ancoraggio per un circuito di stable coins che sono criptovalute ancorate al dollaro che vengono emesse a livello mondiale e che si stanno diffondendo moltissimo soprattutto nei paesi che hanno delle valute deboli tipo l’Argentina, tipo l’Egitto, tipo la Turchia, tipo l’Iran, dovunque riescano ad andare perché i privati piuttosto che tenere la propria valuta locale che si svaluta rapidamente preferiscono avere dollari che si svalutano ma non così velocemente e essendo dollari sono poi facilmente smerciabili chiunque è disporto ancora ad accettare il dollaro.
Allora, queste aziende che gestiscono queste stable coins sono diventate le principali acquirenti dei titoli di Stato americani, sostituendosi al governo cinese, al governo arabo, dell’Arabia Saudita, della Russia, anche ai giapponesi. Quindi c’è già ed è uscito tra l’altro un rapporto proprio su Bitcoin fatto dal tesoro americano, dal dipartimento del tesoro che osserva questo fenomeno, quindi anche i burocrati seppur con un notevole ritardo ci stanno arrivando e questo è un sistema che esiste già e che opera di nuovo nei paradisi fiscali e perciò sul quale il governo americano non ha controllo ma che trae beneficio da tale sistema perché permette di trovare nuovi acquirenti che sono privati a questo punto e come titoli di Stato americani apposto al posto delle varie nazioni e quindi la disponibilità di Bitcoin e il fatto che Bitcoin continui a crescere di valore permette loro di riassorbire progressivamente questa enorme quantità di debito che hanno in casa, anche perché laddove in Europa mi sembra che ormai tutti i governi tedeschi hanno venduto 50.000 Bitcoin mi sembra recentemente, quindi gran parte dei governi non hanno riserve di Bitcoin, vediamo che in giro per il mondo incominciano ad esserci paesi che soprattutto nel Golfo, nel Medio Oriente si stanno muovendo creando delle proprie riserve, in modo ufficioso però si portano avanti e così dicendo noi sostituiamo appunto i tutori del tesoro direttamente con Bitcoin.
Per cui la strategia è questa, la strategia è abbinare Bitcoin al sistema dei titoli del tesoro in modo che sia possibile continuare a vendere titoli mentre si tagliano i costi e si deduce la spesa pubblica e l’indebitamento generale degli Stati Uniti, confinando il fatto che con l’aumento del valore di Bitcoin progressivamente l’enorme debito americano venga in parte riassorbito, se non del tutto prosciugato. Quindi sarebbe Bitcoin in pratica costituirebbe l’angola di salvataggio per l’economia americana in parole povere? Farebbe il lavoro dell’oro, salvo che non è l’oro ma è Bitcoin e infatti lo stesso il presidente della Fed Reserve recentemente ha detto, si Bitcoin in realtà non è una valuta quindi non la vediamo come un concorrente nei confronti del dollaro ma è un’alternativa all’oro.
Quindi anche da Jerome Powell che dovrebbe essere quello che è interessato a difendere il dollaro e che finora non era particolarmente amichevole nei confronti di Bitcoin, arriva la constatazione del fatto che questa potrebbe essere la soluzione che stanno cercando, anche perché c’è un ulteriore fenomeno, è un fenomeno a livello direi abbastanza globale, vale a dire che siamo in un periodo di dominanza fiscale, cosa vuol dire? Vuol dire che le banche centrali hanno perso il potere, quindi non sono più le banche centrali che determinano la politica monetaria, ma sono i singoli governi che emettendo sempre più debito pubblico e mettendo sempre più titoli al tesoro dei singoli paesi, generano di fatto valuta in modo indiretto creando appunto debito che poi produce emissioni di valuta e quindi non sono più le banche centrali che hanno il pallino in mano, stanno cercando disperatamente e hanno cercato disperatamente di recuperarlo con le CBDC, Central Bank Digital Currencies, quindi disintermediando le banche commerciali e facendo in modo che la banca centrale, il modello sovietico emetta direttamente tutto il denaro e mi sembra che tuttavia l’unica area che continua a seguire questa impostazione di base sia l’Europa, perché anche nel modello BRICS si stanno usando le criptovalute, le CBDC internamente con un successo da vedere, però oggi la loro concentrazione soprattutto è sulla quadratura dei flussi di import export tra i singoli paesi, sono meno interessati a occuparsi di quello che fa il singolo cittadino o il singolo correntista.
Negli Stati Uniti hanno deciso di andare in altra direzione, anche perché le banche statunitense hanno detto “no, noi non ci passiamo a disintermediare, per cui c’è questo trend dove il governo a questo punto decide la politica monetaria al posto della Federal Reserve, la Federal Reserve a questo punto deve adeguarsi al trend imposto a livello politico, cercando di trovare un modo di far quadrare i conti in buona sostanza e siccome nel frattempo Bitcoin continua a marciare e lo stesso Putin ci dice che non può essere fermata, tanto vale salire su quel treno, visto che gli Stati Uniti hanno una riserva già disponibile di Bitcoin a bilancio, gran parte dell’attività di Bitcoin è ancora abbastanza negli Stati Uniti oppure nel circuito statunitense se vogliamo, il fatto che Trump dice che vuole avere il controllo di Bitcoin negli Stati Uniti non ha senso, però quello che lui può fare è incentivare lo sviluppo dell’industria ed incentivare tutti i servizi collaterali, in pratica l’intero sistema finanziario sta per essere rifatto da capo. Chiaro, visto la presenza del Bitcoin certo.
[Carlo Savegnago]
Roberto volevo capire, per chiudere questo tema perché poi tra l’altro in due o tre minuti volevo farti un punto, chiederti un’altra cosa sempre di politica estera per quanto riguarda gli Stati Uniti e quindi Trump, al posto che sicuramente il tema del Bitcoin lo dovremo necessariamente riprendere magari anche a breve, come possiamo chiudere il cerchio allora di questo tema che hai sviluppato in maniera molto articolata oggi? Allora direi, Trump avrà le mani piene con tutto quello che dovrà fare negli Stati Uniti e non è costretto a confrontarsi per esempio in Medio Oriente visto che il petrolio non è più così importante, anzi più se ne produce meglio è, perché lui vuole abbassare il prezzo, perciò il fatto di essere coinvolto in una guerra all’interno del Medio Oriente non gli interessa proprio.
[Roberto Mazzoni]
Ecco guarda, in questo mi hai proprio anticipato perché era quella lì la cosa, dovevo chiedertelo prima perché era parte della politica estera, però prego, ecco, mi hai anticipato. Anche perché la questione siriana in realtà potrebbe essere un trappolone per tutti quelli che oggi cantano vittoria. Certo, in particolare quindi stai parlando di chi della Turchia per esempio, non neanche tanto. La Turchia sono strani, non sappiamo bene a che parte stanno, i turchi cascano sempre in piedi quindi non farei affidamento sul fatto che soffrano particolarmente.
Secondo me quelli che verranno penalizzati parecchio saranno Israele, saranno Francia e Gran Bretagna che hanno degli interessi specifici nell’area, che hanno anche una storia nell’area e che benché oggi siano convinti che sia una vittoria, penso anche in generale Bruxelles ne sca un pochino ammaccata, perché innanzitutto ci sarà, sia avanti così, un grosso flusso di gente che fugge dalla Siria e che arriva in Europa, perché i turchi non li vogliono, su questi sono categorici, ne hanno già abbastanza, li mandano tutti in Europa. E tra questi arriveranno anche i terroristi perché non c’è da fare. Inevitabilmente. È ovvio, in più l’instabilità nell’area rende a questo punto direi abbastanza improbabile la creazione di condotte di gas dal Qatar piuttosto che da altri posti verso l’Europa eccetera, quindi conferma la Turchia come punto centrale di snodo per la fornitura di gas naturale proveniente dalla Russia verso l’Europa e conferma l’uso di gas GPL, quindi gas fornito in forma compressa via nave ai vari termini europei invece che attraverso conduttura, quindi costi maggiori. Da questa situazione gli americani non hanno nulla da guadagnare ad essere in quel tipo di pasticcio, perché non hanno interessato.
Anche perché sono risorse, energie risorse che dovrebbero mettere e quindi essendo che Trump vuole concentrarsi internamente anche lì, prego. Che poi riescano a disimpegnarsi è un altro discorso, però il punto è che dal suo punto di vista quello è solo una distrazione, non porta nessun beneficio e il fatto che ci sia quel tale livello di caos che vedremo emergere in Siria, sarà soprattutto un magnete che attirerà risorse da Israele, dall’Iran, dai paesi vicini, in parte dalla Russia, anche se i russi hanno già indicato che anche loro non vogliono essere coinvolti più che tanto e i russi hanno un ottimo contatto con i vari terroristi della situazione, perché i soldati russi sono andati in giro negli ultimi 4-5 anni a contattarli uno per uno e a favorirne la migrazione verso l’area di Idlib, dove erano stati confinati, quindi hanno dei rapporti anche personali abbastanza buoni e perciò può darsi che trovino una quadratura di convivenza o in ogni caso i russi credo che siano ben disposti a rinunciare alla loro presenza in Siria perché per loro l’Ucraina è più importante. È più importante.
[Carlo Savegnago]
Comunque Roberto, la cosa fondamentale, perché negli appuntamenti con te è sempre vedere dall’ottica degli Stati Uniti, quello che possiamo dire e confermare è che gli Stati Uniti non vogliono entrare, quindi come dicevo io nell’introduzione riportando, fanno testo in questo caso le parole di Trump che dice “non è la nostra guerra, vorremmo restarne fuori”. Insomma, questa è la sostanza, il concetto dall’ottica degli Stati Uniti e quindi questo è un argomento e voglio dire un aspetto che sicuramente sarà molto importante anche per vedere poi gli sviluppi in questa area del paese. Per quanto riguarda il tema dei bitcoin, sicuramente sarà da ritornarci, però sono state fatte delle precisazioni e approfondimenti molto importanti in questa intervista. Questa tra l’altro è il nostro ultimo appuntamento dell’anno perché siamo ormai a metà dicembre, chissà cosa avverrà da qui all’insediamento di Trump, ma non escludi qualche altro colpo di coda, staremo a vederlo.
[Roberto Mazzoni]
No, infatti, non è solamente negli Stati Uniti. Non è solamente negli Stati Uniti, lo seguiamo giorno per giorno l’evoluzione sulla politica internazionale.
[Carlo Savegnago]
Caro Roberto, ultimo appuntamento dell’anno, noi ci facciamo gli auguri di buon anno, ci ritroviamo direttamente nel 2025 e si riparte e vedremo cosa avviene.
[Roberto Mazzoni]
Sicuramente inizia con, ribadiamo ancora una volta, con un momento fondamentale, l’insediamento di Trump e quindi la fuoriuscita di Biden, che ormai mi sembra che abbia già un piede e mezzo fuori dalla Casa Bianca, sta cercando di avvelenare i pozzi da lasciare in eredità a Trump, direi. Questo è sicuro.
[Carlo Savegnago]
Grazie ancora Roberto Mazzoni, in collegamento dalla Florida.
[Roberto Mazzoni]
Grazie, a presto, buon anno, buon Natale, buon anno, buon 2025.
[Carlo Savegnago]
Buon anno a tutti. Grazie, grazie, grazie a tutti voi amici ascoltatori.
Roberto Mazzoni