Ho pensato di fare un video su una questione di attualità sia perché immagino che ci sia abbastanza confusione sia perché ritengo che sia un argomento abbastanza importante. Trump ha parlato di voler raggiungere un 51esimo stato degli Stati Uniti e si riferisce o al Canada o alla Groenlandia, non è molto chiaro, magari a tutte e due. Del Canada parliamo nella prossima puntata. In questo video ci concentriamo sulla Groenlandia e per capire l’importanza della Groenlandia vediamo da subito un documento prodotto un anno fa da Johnny Harris che è un autore americano indipendente di sinistra, molto critico di Trump come vedrete anche nel video e sostenitore del cambiamento climatico come molti liberali americani e comunque nonostante non sia allineato a Trump, nonostante anzi la pensi in modo molto diverso a Trump, ci spiega in tempi non sospetti perché la Groenlandia è molto importante per gli Stati Uniti. Ecco il video.
[Johnny Harris]
Chi controlla gli oceani ne ha il potere e qui nell’estremo nord sta nascendo un nuovo oceano
Sto girovagando in un cimitero di attrezzature militari americane sull’isola più grande del mondo.
Ad esempio, quello che sto vedendo qui è solo un mucchio di infrastrutture militari americane che sono state create durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi utilizzate durante la Guerra Fredda e che ora sono semplicemente abbandonate. Come questa enorme parabola, che faceva parte della difesa della Guerra Fredda nell’Artico e che gli Stati Uniti hanno usato per creare una catena di radar in modo che, qualora i sovietici avessero invaso dall’Artico, sarebbero stati in grado di rilevarlo, e questa parabola gigante funzionava come radar di amplificazione. Dopo la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno venduto questa città e tutti i suoi edifici al governo groenlandese per un dollaro. Non ne avevano più bisogno. Questo perché il mondo era in pace. Andava tutto bene. E l’Artico era solo un luogo ghiacciato che, in quei giorni, con l’Unione Sovietica che cadeva a pezzi, non era più strategicamente così importante. Ma le cose stanno cambiando. Voglio mostrarvi com’è la situazione oggi. E come appare effettivamente sul campo, qui in Groenlandia. Voglio aggiornarvi su tutto ciò che dovete sapere per capire quella che sarà sicuramente una delle questioni geopolitiche più importanti per gli anni a venire.
Tensioni crescenti.
[Giornalista americana]
Prospettive di guerra nell’Artico. C’è un massiccio accumulo militare.
Ciò che accade nel Circolo Polare Artico potrebbe avere implicazioni di vasta portata per tutti noi.
[Johnny Harris]
Mi sono spostato attraverso la Groenlandia, esplorando questa enorme isola. Per lo più, sono stato nei fiordi di queste comunità rurali a caccia di foche e uccelli, cavalcando slitte trainate da cani, e imparando come funziona il ghiaccio. Il ghiaccio è molto più complicato di quanto si possa immaginare e la gente qui lo sa molto bene. Ho colmato il mio vuoto di conoscenza. È una lacuna di conoscenza che penso molte persone abbiano. Ad esempio, molte persone conoscono la Groenlandia per i meme su quanto poco si sappia della Groenlandia. Oppure forse la conoscete come l’isola le cui dimensioni sono sempre state esagerate dalla proiezione della mappa di Mercatore. Magari sono solo gli appassionati di mappe che la pensano in quel modo. Ma comunque, il fatto è che questo posto non è molto conosciuto o compreso, ma vi dico che sta per cambiare.
La cima del nostro pianeta è un gigantesco oceano. Per secoli gli imperi che controllavano gli oceani erano quelli che detenevano il potere, ma non qui sopra. Questo oceano è sempre stato ghiacciato, desolato e inaccessibile alle potenti marine in cerca di potere e influenza.
Quindi l’Artico è rimasto un luogo geopoliticamente tranquillo. Questo è uno dei motivi per cui le tradizioni Inuit sono rimaste vive. Anche se questo è un argomento con tante sfumature, e ne parlo in un altro video sulla Groenlandia. Il fatto è che le cose stanno cambiando. Una nuova coltre di carbonio creata dall’uomo è ora nell’aria e ha intrappolato sempre più calore sul nostro globo e lo ha riscaldato. Si tratta di pochi gradi, ma in qualche modo sufficienti per cambiare tutto. Ecco come appariva il ghiaccio nella stagione calda durante gli anni ’80. Ed ecco come appariva nella stagione calda l’anno scorso.
E questo nuovo oceano nell’estremo nord si sta riscaldando quattro volte più velocemente del resto del pianeta. E dove ci sono oceani liquefatti, ci saranno paesi che cercheranno di controllarli. Saranno alla ricerca di nuove rotte marittime, di petrolio e di gas, di minerali e, in generale, dell’opportunità di controllare e influenzare un nuovo posto. Quindi c’è il Canada, che rivendica il Passaggio a Nord-Ovest, dicendo che questa nuova preziosa rotta marittima attraversa il loro territorio e dovrebbe appartenere a loro. Avete poi la Russia con tutte queste basi militari che costellano il loro fronte artico. Stanno anche rivendicando tutto questo oceano, fino al Polo Nord. Hanno persino piantato una bandiera sul fondo dell’oceano alcuni anni fa. Gli Stati Uniti stanno spendendo oltre un miliardo di dollari per acquistare e costruire navi rompighiaccio per pattugliare l’Artico.
E anche la Cina, una superpotenza emergente che non è una nazione artica, sta cercando di creare influenza quassù, lavorando con l’alleata Russia per creare una via della seta attraverso i ghiacci, investendo 10 miliardi di dollari in progetti in tutta la regione nordica. Quindi, c’è molta attività in tutta questa regione, e ho appena scalfito la superficie su alcuni punti salienti, ma il fatto è che l’Artico sta ricevendo molta attenzione. E uno dei punti principali è qui in Groenlandia, un luogo che è stato piuttosto ignorato dalle grandi potenze fino a quando non c’è stato qualcosa di cui avevano bisogno o qualcosa da guadagnare, che è esattamente ciò che sta succedendo mentre il ghiaccio si scioglie e appare questo nuovo oceano. Se sei una superpotenza globale che cerca di proiettare influenza nell’Artico appena aperto, non devi far altro che guardare alla Groenlandia, vale a dire la porta d’accesso al Mar Glaciale Artico. La maggior parte della Groenlandia, questa enorme isola, si trova convenientemente all’interno del Circolo Polare Artico. ed è stato il punto di partenza scelto dagli esploratori artici che cercavano di raggiungere il Polo Nord all’inizio del 1900. In effetti, gli Stati Uniti hanno riconosciuto che questa enorme isola era un luogo geopoliticamente importante molto tempo fa, convincendo i colonizzatori della Groenlandia ad aiutarli a sfrattare una comunità Inuit così da poter costruire una base aerea. La cima del mondo si è rivelata un luogo perfetto per attraversare il loro impero in crescita e per spiare i sovietici durante la Guerra Fredda.
Per un certo periodo, hanno anche avuto armi nucleari in Groenlandia. E non era solo una base. Nel corso del XX secolo, gli Stati Uniti hanno creato svariate basi militari in Groenlandia. Hanno usato l’isola per installare questi enormi sistemi radar, che sarebbero serviti come allarme precoce nel caso di un’invasione sovietica proveniente da nord. Oggi sembrano invece una scena tratta da Guerre Stellari.
Quindi, il potenziale strategico della Groenlandia era chiaro, ma una volta scomparsa la minaccia sovietica, gli Stati Uniti hanno per lo più abbandonato la loro presenza qui. Anche se hanno ancora quella base molto a nord, che hanno effettivamente trasformato nella base della loro forza spaziale. Tuttavia, alla fine hanno chiuso la loro ambasciata nella capitale, e la Groenlandia è tornata ad essere inutile per le grandi potenze. Solo un’isola ghiacciata alle porte di un oceano ghiacciato. Ma ora, la Groenlandia, questa enorme isola artica alle porte del Mar Glaciale Artico, sta diventando molto più importante. E lo sta diventando perché questo oceano, che è sempre stato ghiacciato, si sta sciogliendo sempre di più ogni anno, aprendolo a nuove rotte commerciali, a nuove risorse, a nuove versioni di influenza che possono essere esercitate alla sommità del nostro pianeta. E così le grandi potenze stanno ancora una volta prestando attenzione a questo posto.
Perché le grandi potenze non vedono più un’isola desolata e ghiacciata, vedono un’opportunità. Vedono un’isola perfettamente situata vicino a nuove e allettanti rotte di navigazione. Vedono un’isola con acque territoriali piene di nuove risorse, le cui rivendicazioni territoriali si estendono teoricamente fino al Polo Nord, sovrapponendosi incidentalmente alla Russia e al Canada, inoltre vedono il potenziale di questo luogo come un vasto deposito di elementi chimici rari. Gli stessi ingredienti di cui abbiamo bisogno per costruire l’elettronica moderna, come i telefoni cellulari, i dischi rigidi per computer e i veicoli elettrici. Improvvisamente, questo posto sta diventando molto più prezioso agli occhi delle persone che vogliono il potere. Un fatto che è stato messo in evidenza da un tizio che ha passato la sua vita a fiutare affari immobiliari su terreni che stavano per diventare preziosi.
[Giornalista americana]
Trump vuole comprare la Groenlandia.
[Donald Trump]
È un grande affare immobiliare. Me ne hanno parlato e ho detto, certamente, è strategicamente interessante.
[Johnny Harris]
Sì, è successo davvero. Ragazzi, sono stati quattro anni demenziali. Sono contento che siano finiti.
Ad ogni modo, la questione importante è che la Groenlandia sta ricevendo molta attenzione e sta diventando molto più preziosa. Il che mi porta qui al simbolo forse più chiaro di questo rinnovato interesse per la Groenlandia. Questo è il nuovo consolato degli Stati Uniti a Nuuk. Dopo aver detto che avevano intenzione di comprare il paese, l’amministrazione Trump ha fatto marcia indietro a fronte del netto rifiuto della Danimarca, e ha invece adottato un approccio diverso. Hanno intensificato gli sforzi per costruire relazioni tra la Groenlandia e gli Stati Uniti, costruendo interessi economici reciproci, che hanno portato all’apertura di questo consolato nel 2020. Gli Stati Uniti ora hanno una presenza diplomatica, una presenza fisica, in Groenlandia. Questa grande isola ghiacciata che nessuna superpotenza globale pensava fosse così importante fino a poco tempo fa.
[Mike Pompeo]
Sono lieto di annunciare che riapriremo il nostro consolato a Nuuk, in Groenlandia, quest’estate per la prima volta dal 1953.
[Johnny Harris]
Quindi questo mi ricorda un servizio che ho prodotto un po’ di tempo fa, quando ero nell’Artico per la trasmissione Vox Borders e stavo visitando un consolato russo su questa piccola isola. E davvero non smette mai di sorprendermi che in un’epoca di alleanze così sofisticate, di complesse istituzioni internazionali e di armi militari sofisticate, ricorriamo ancora alla tecnica di collocare corpi umani ed edifici in luoghi in cui vogliamo avere influenza. Come se fosse un gioco da tavolo. Alcune cose non cambieranno mai. Ma mentre gli Stati Uniti cercano di approfondire i loro legami con la Groenlandia, lo sta facendo anche un’altra potenza, un’altra superpotenza globale, che, per inciso, non è affatto vicina all’Artico. Ma, del resto, se vogliono dominare la scena mondiale, avranno bisogno di un punto d’appoggio in questa nuova regione.
[Giornalista americano]
Una corsa alle risorse potrebbe portare a un’ebollizione.
[John Mair – presidente di Greenland Mining]
C’è molta attenzione sui cinesi. Controllano una quantità significativa di minerali.
[Joe Biden]
Siamo fermamente convinti che queste aree del mondo, che sono le arterie del commercio e della navigazione, debbano rimanere pacifiche.
[Intervistato]
C’è la preoccupazione di questa possibile infiltrazione cinese nel paese.
[Johnny Harris]
Nel 2017, la Groenlandia voleva costruire più aeroporti, come quello dietro di me che è in via di costruzione. Qui in Groenlandia non ci sono molte infrastrutture per accogliere aerei di grandi dimensioni. Quindi non è possibile convogliare per via aerea grandi quantità di merci in entrata e in uscita dal paese. Bisogna ricorrere a piccoli velivoli ed elicotteri, il che è romantico se si vuole partire all’avventura, ma servono aeroporti più grandi per sviluppare il paese. Il problema è che la costruzione di aeroporti costa cara e nessuno voleva finanziarla tranne la Cina. Il primo ministro della Groenlandia è andato a Pechino, da un governo che considera amico, e ha chiesto ai cinesi di contribuire a finanziare la costruzione di nuovi aeroporti in Groenlandia. La Cina si è dichiarata d’accordo a fornire un prestito per finanziare gli aeroporti, ma ha posto il vincolo che la costruzione avrebbe dovuto essere condotta da una società edile cinese.
E la Groenlandia si è dichiarata d’accordo. E subito negli Stati Uniti, sono suonati i campanelli d’allarme. Questo non era accettabile. Il contesto qui è che la Cina ha l’abitudine di concedere prestiti a paesi sui quali vuole avere influenza in futuro. Lo fanno spesso in Africa, dove concedono prestiti sapendo che, in tal modo, ottengono una leva politica da esercitare su tutti questi paesi che ora sono loro debitori. In ogni caso, gli Stati Uniti hanno visto questo potenziale accordo tra la Groenlandia e la Cina e hanno reagito subito. Non potevano tollerare che la Groenlandia, che si trova in una posizione così strategica, molto vicina agli Stati Uniti, e che avrà un’influenza enorme nel futuro globale nell’Artico, si trovi improvvisamente indebitata con la Cina. Il Pentagono è andato fuori di testa e si è chiesto cosa sarebbe successo se la Groenlandia non avesse pagato le rate alla Cina e la Cina avesse sequestrato gli aeroporti, e avesse iniziato ad usarli per le sue forze armate. Uno scenario forse troppo apocalittico, ma rimane vero che, quando devi soldi a qualcuno, il creditore ha una leva su di te. Agli Stati Uniti, la cosa non piaceva, così hanno chiesto alla Danimarca di bloccare l’accordo. La Danimarca lo ha fatto e improvvisamente ha deciso di finanziare i due terzi di questi progetti aeroportuali.
La Cina è stata respinta su questi accordi aeroportuali grazie alla pressione degli Stati Uniti, ma non si è arresa. Ha iniziato a concentrarsi su quei minerali di terre rare di cui abbiamo parlato prima, gli ingredienti vitali per il vostro telefono, il vostro computer e la vostra auto elettrica. La Cina detiene un quasi monopolio sull’estrazione e sulla lavorazione di questi minerali. Quindi vedono la Groenlandia come un’opportunità per mantenere tale monopolio, ma anche un’opportunità per accedere all’Artico, un altro luogo dove possono competere con gli interessi occidentali. Tutto è iniziato quando questa società cinese ha stretto un accordo per finanziare una miniera di zinco e piombo nell’estremo nord della Groenlandia. Tutto stava filando liscio fino a quando i proprietari australiani di questa miniera hanno improvvisamente deciso di porre fine all’affare. Poco dopo, hanno ricevuto 650 milioni di dollari dagli Stati Uniti per finanziare il progetto. Ancora una volta, gli Stati Uniti hanno impedito alla loro rivale di ottenere un punto d’appoggio nell’Artico. Un’altra azienda cinese si è vista revocare completamente le licenze minerarie dal governo della Groenlandia. Così, grazie a queste pressioni diplomatiche, e ad un certo sentimento anti-minerario locale, alla Cina è stato impedito più e più volte di mettere piede su quest’isola.
[Mike Pompeo]
Le parole e azioni della Cina sollevano dubbi sulle sue intenzioni. Pechino sostiene di essere uno stato quasi artico, tuttavia la distanza più breve tra la Cina e l’Artico è di 1500 chilometri.
[Johnny Harris]
Quindi gli Stati Uniti hanno espresso la loro posizione molto chiara sul fatto che non vogliono che la Cina, una nazione non artica, si intrometta in questa regione, e che metta un piede nella porta dell’Artico, una regione che si sta aprendo e che sta diventando davvero importante. E, oltre a bloccare gli sforzi della Cina, gli Stati Uniti hanno anche intensificato i propri sforzi per ottenere una magiore influenza e presenza statunitense in questo luogo al fine di preparare il futuro del conflitto geopolitico.
Gli Stati Uniti stanno facendo investimenti autonomi, spendendo miliardi di dollari in infrastrutture militari in questa regione, incluso un aggiornamento di 4 miliardi di dollari di quell’installazione aerea e spaziale nel nord. Si stanno anche impegnando in esercitazioni militari nell’Artico. L’esercito degli Stati Uniti ha mandato i suoi soldati ad allenarsi in condizioni simili a quelle artiche per simulare come potrebbe apparire e sentirsi un conflitto nell’estremo nord. Il governo degli Stati Uniti sta offrendo milioni di dollari in aiuti direttamente alla Groenlandia per aiutarla a sviluppare i settori minerario e turistico. Quindi, sì, ancora una volta vediamo la lotta per l’influenza che si svolge tra grandi potenze in tutti questi campi di battaglia che sono difficili da vedere. Prestiti, infrastrutture, blocco degli accordi commerciali, pressioni diplomatiche, presenza militare. Questo è un po’ il sapore del conflitto moderno. Intendo dire, non il sapore russo del conflitto moderno, ma il conflitto tra le grandi potenze si svolge in questi altri modi, questi modi difficili da vedere, questi modi burocratici e sistematici. Ma a chi importa di queste grandi superpotenze e di ciò che vogliono per la Groenlandia? Sono venuto nella capitale Nuuk per parlare con la mia amica Qupanuk di ciò che i groenlandesi vogliono davvero. Dopotutto, questa è la loro isola. Dovrebbero decidere come viene utilizzata e da chi.
[Qupanuk]
Non stiamo più guardando solo al mondo occidentale attraverso la Danimarca, ma lo stiamo osservando a livello più globale. Quindi stiamo iniziando a renderci conto sempre di più, di quanto siamo fortunati.
[Johnny Harris]
È molto interessante. Risulta che circa la metà dei groenlandesi pensa effettivamente che sia positivo che la Cina stia aumentando il suo potere e la sua influenza nel mondo. Ma quando si chiede loro specificamente dell’investimento cinese in Groenlandia, sono più esitanti, con quasi il 70% che afferma di opporsi agli investimenti dalla Cina. Ma un paese come la Groenlandia, che ha una storia così piena di colonizzatori, ha anche delle riserve sugli interessi occidentali nei propri confronti.
[Qivioq Lovstrom – presidente del Consiglio per i Diritti Umani della Groenlandia]
E molte ingiustizie sono state e vengono ancora commesse nelle nazioni coloniali e post-coloniali. Sempre più cose emergono solo ora perché le persone sono più consapevoli dei propri diritti e sono più consapevoli dei loro diritti che vengono violati.
[Johnny Harris]
Quindi i groenlandesi si stanno rendendo conto del loro potere in questa situazione, si stanno rendendo conto della leva che hanno in questa nuova competizione globale. E mentre potrebbero avere le loro preoccupazioni riguardo alla Cina e all’Occidente, stanno cercando l’affare migliore per il loro paese.
[Mute Egede – primo ministro della Groenlandia]
Innanzi tutto vogliamo pensare ai nostri amici più stretti e alle nazioni affini. E poi, se altri paesi vogliono investire in Groenlandia e nel nostro mondo, siamo aperti a qualsiasi proposta di affari.
[Johnny Harris]
Quindi, mentre ci muoviamo in questa nuova era, di grande competizione tra potenze, la mappa sta cambiando in modi inaspettati. Aggiungete a ciò il riscaldamento del globo che sta creando un nuovo oceano, e improvvisamente quest’isola, una terra così spesso dimenticata dalle grandi potenze, è ora in una posizione di influenza.
[Qupanuk]
Ci sono molti groenlandesi che non si sono resi conto di quanto possiamo essere potenti. Non hanno capito quanto sia piccola la Danimarca senza la Groenlandia.
Senza di noi, sono solo una nazione minuscola. Dovremmo esserne più consapevoli ed esserne più orgogliosi e renderci conto di quanto possiamo effettivamente essere potenti.
Dal video comprendiamo l’importanza della Groenlandia nel quadro geopolitico futuro e come gli Stati Uniti non possono accettare una presenza cinese sull’isola così come i cinesi non vogliono una presenza americana nel mar cinese oppure a Taiwan e questo può essere un argomento di trattativa con i cinesi e con i russi e inoltre distoglie l’attenzione dalla questione ucraina dove invece raggiungere un accordo di pace sarà abbastanza difficile. Noi abbiamo visto nelle ultime settimane una forte concentrazione su quello che avrebbe fatto Trump, sui consulenti di Trump, su quelle che potrebbero essere strategie per trovare un accordo di pace, su quello che i neoconservatori volevano che Trump chiedesse a Putin.
Sapendo benissimo che Putin non avrebbe mai già accettato, non avrebbe mai accettato perché l’aveva già detto in partenza. Quindi da dove Trump era chiaramente in difficoltà a far partire questo progetto di pace perché evidentemente quando ha affermato che avrebbe risolto e posto fine alla guerra in Ucraina in un solo giorno aveva le informazioni sbagliate oppure ha fortemente esagerato, oggi che si è familiarizzato un po’ meglio con la situazione si rende conto che se va bene ci vorrà qualche mese ma se va proprio molto molto bene. Infatti se non sbaglio si è dato circa 100 giorni di tempo dopo il suo insediamento per arrivare a qualche tipo di risultato. Dopodiché magari staccherà la spina anche perché fra 100 giorni più o meno finiranno i soldi che Biden ha messo a disposizione negli ultimi giorni della sua presidenza agli ucraini per poter continuare la guerra il più lungo possibile.
Quindi Trump era evidentemente in una posizione difficile perché era sotto i riflettori per la questione ucraina, sapeva che invece doveva guadagnare tempo sull’Ucraina e doveva anche in qualche modo preparare il popolo americano a accettare una grossa sconfitta perché parliamoci chiaro la guerra in Ucraina è persa ed è stata persa dalla NATO, non soltanto dagli ucraini e la NATO è capitanata dagli Stati Uniti, quindi questa è una sconfitta anche e soprattutto per gli Stati Uniti. Possiamo dire che è stata responsabilità della presidenza Biden, la presidenza che ormai tutti concordano anche diverse esponenti di sinistra è stata la peggiore in assoluto nella storia degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, probabilmente anche prima, ma rimane comunque il fatto che gli Stati Uniti hanno perso, sono stati sconfitti, hanno dimostrato di essere impreparati in termini strategici, in termini tattici, di avere armi obsolete e del tutto inadatte per confrontarsi con la Russia e in più ha riclassificato la Russia agli occhi del mondo riposizionandola come grande potenza mondiale. Su questo credo che non ci sia nessun dubbio.
Una potenza mondiale paragonabile in termini militari a Stati Uniti e Cina, anche se non paragonabile a Cina e Stati Uniti in termini di produttività e di economia. Però abbiamo oggi quindi tre potenze importanti, due delle quali sono alleate tra loro, almeno per il momento, Russia e Cinesi e gli Stati Uniti, d’altra parte, con il seguito della NATO che non è di grande utilità. Quindi per gli Stati Uniti questa è una sconfitta molto peggiore rispetto alla sconfitta della guerra a Vietnam, molto peggiore della sconfitta della guerra in Afghanistan e tutte le varie sconfitte che hanno subito, tutti i vari pasticci che hanno fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale, perché in questo caso si sono confrontati in Europa, quindi in un continente che non è con l’africano, non è da qualche parte in un luogo lontano e nascosto del mondo, ma è nel continente storico della cultura occidentale e con un avversario storico che è la Russia. Quindi è evidente che è finito il famoso periodo unipolare, quello in cui gli Stati Uniti hanno creduto di poter dominare il mondo dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Oggi la Russia è ritornata, risorta sulle ceneri dell’Unione Sovietica, è una grande potenza con cui bisogna fare i conti, è finita la festa, se vogliamo.
E Trump ne è perfettamente consapevole e come lui diverse persone, anche all’interno del Pentagono, sono consapevoli di questo fatto, dei grandi problemi che gli Stati Uniti hanno e del percorso che dovranno fare per rimettersi in carreggiata, che richiederà parecchio tempo. E quindi, giustamente, Trump sposta l’attenzione su altri obiettivi.
Deve dare, in qualche modo, al complesso, al Pentagono, delle prospettive comunque di crescita per il futuro, perché non può semplicemente staccare la spina, e quindi proietta verso l’Artico, che in ogni caso sembra essere il futuro del confronto geopolitico, e al tempo stesso dipinge per gli americani un grande obiettivo, quello di aggiungere un altro Stato, un 51esimo Stato, tra l’altro il più grande di tutti in termini di dimensioni di terreno, di territorio, ricco di risorse e soprattutto strategicamente posizionato, perché alla fine di questo video vi farò vedere diversi contributi, tutti, anche i suoi avversari, sono d’accordo con Trump che la Groenlandia è una posizione strategica per gli Stati Uniti, vuole dire la sopravvivenza degli Stati Uniti dipende da un controllo molto ravvicinato della Groenlandia, perché innanzitutto è il punto più vicino nel confronto con la Russia e in più è il punto più vicino in cui collocare quei sistemi di individuazione di missili balistici nucleari provenienti dalla Russia, che sono indispensabili per garantire una protezione, per quanto abbiamo visto che la protezione comunque è molto limitata, nei confronti di un attacco nucleare dai russi o dai cinesi, perché poi arriva sempre bene o male dalla stessa direzione o potrebbe arrivare dalla stessa direzione.
Quindi sul fatto che la Groenlandia sia una componente strategica della difesa degli Stati Uniti, così come l’Ucraina lo è per i russi, l’Ucraina, la Bielorussia e Taiwan lo è per i cinesi, è un fatto assodato dagli stessi americani e quindi non è una cosa campata per aria che si è inventato Trump all’ultimo minuto. E il fatto che lui tiri fuori con forza e con impatto la Groenlandia oggi, innanzitutto cambia discorso, lo sposta dall’Ucraina, offre un’opportunità di trattativa a cinesi e russi su un tema di interesse comune, l’Artico, e in più prepara il terreno per far digerire agli americani il fatto che in Ucraina hanno perso e che dovranno accontentarsi di quello che c’è, vuole dire di concedere ai russi una buona parte di quello che vogliono.
Tra l’altro nel discorso, uno degli ultimi discorsi fatti da Trump, per la prima volta Trump ha riconosciuto davanti al mondo che è legittimo per i russi preoccuparsi del fatto che la NATO sia alle loro porte e che lui stesso può capire che questo sia una preoccupazione valida, che distrugge in due frasi 20 anni di propaganda da parte della NATO e distrugge anche l’identità della NATO come struttura difensiva, perché a quel punto è evidente che è una struttura offensiva eppure pericolosa. In più, giustamente, ha anche chiarito che l’attuale guerra in Ucraina è unicamente responsabilità di Biden e che è stata provocata da Biden e gestita malissimo da Biden e dai suoi, diciamo, curatori e di conseguenza la situazione in cui ci troviamo oggi è sicuramente la responsabilità anche dei russi che hanno la loro parte, ma per la parte americana la componente essenziale è relativa alla presidente uscente.
Questo giusto per da subito mettere i puntini sulla lì, visto che i vari neoconservatori stanno già attribuendo a lui la futura sconfitta inevitabile e anche per chiarire da subito che dal suo punto di vista, come ha detto del resto in questa stessa intervista, l’Ucraina non entrerà mai a far parte della NATO. Quindi sono già affermazioni molto forti, molto importanti, che da subito producono una de-escalation nei confronti della Russia, cioè ci riportano a una situazione di normalità. Inoltre ha confermato che presto si sentirà con Putin, dopo che sarà insidiato definitivamente il 20 gennaio, e avvierà una serie di trattative. Però per essere tranquilli in queste trattative, senza avere tutti questi deficienti che dicono le cose che lui dovrebbe fare, che non ha nessun senso, lui deve lanciare una serie di ossa a questi, in modo che questi cani inseguano le ossa da qualche altra parte e la Groenlandia è perfetta.
La Groenlandia e il Canada sono perfetti, anche perché comunque sono argomenti che loro stessi sostengono, i valenti conservatori, come vedremo però da un altro punto di vista. E di conseguenza non possono dargli completamente torto, possono però combattere il suo approccio, vedremo perché, e in ogni caso questi li tiene impegnati, li tiene impegnati a sufficienza perché gli dà un problema più grande di quello che potrebbe essere l’Ucraina, vale a dire colpire al cuore l’essenza stessa della NATO. Ma lo vedremo meglio andando avanti con questo servizio. Quindi questo pronunciamento da parte di Trump non solo è un ritorno a una politica tradizionale degli Stati Uniti, ma è anche un segnale importantissimo nei confronti di russi e di cinesi, perché Trump gli dice “Cari colleghi, abbiamo capito che il periodo unipolare è stata una situazione demenziale, che tra l’altro ha indebolito moltissimo gli Stati Uniti, sia in termini economici, sia in termini di immagini, sia in termini di uomini, che sono stati massacrati in guerre inutili, in posti assurdi, dove gli Stati Uniti avevano pochissimi interessi ad essere.
E perciò chiudiamo questo capitolo, parliamo di cose serie, parliamo dell’Artico, dove siamo tutti interessati ad andare, e cerchiamo di trovare un modo di coesistere. E cominciamo dicendo che questo è il perimetro in cui gli Stati Uniti non vogliono interferenze, non vogliono basi cinesi, non vogliono basi russe, così come voi non volete basi americane nei territori che considerate strategici per voi. Quindi cerchiamo di trovare una quadratura”.
E come vedrete l’intero discorso di Trump è anche rumoroso, deve essere rumoroso, perché lui sta sottolineando il fatto che questa operazione in Groenlandia non la vuole fare con la NATO, lui la vuole fare con la Space Force, che tra l’altro è la forza militare che è stata creata da lui nella prima presidenza e che si occupa in particolare appunto della gestione, dell’osservazione, del traffico dei missili propri e altrui, oltre che naturalmente delle missioni spaziali, quindi della gestione in buona sostanza dei satelliti, dove immagino che poi Elon Musk avrà un ruolo importante.
Quindi, e nel video tra l’altro vediamo pure Mike Pompeo, che è stato coinvolto nel avviare il nuovo consolato in Groenlandia, quindi vuol dire che anche la componente neocon del partito ripubblicano è a favore di questa estensione verso la Groenlandia, anche se di nuovo vorrebbe farla attraverso la NATO, ma perlomeno non resiste all’idea. Perciò, di fronte alla prospettiva di non avere l’accordo e avere l’accordo senza la NATO, alla fine credo che seguiranno la strada dell’accordo senza la NATO. Vediamo che da parte loro i Groenlandesi sono abbastanza scontenti della Danimarca, in particolare del governo danese, che è stato presente sull’isola come presenza coloniale, poi in tempi più recenti la Groenlandia ha ottenuto un certo livello di indipendenza, ma sono abbastanza assenti da quelle che sono le esigenze della nazione groenlandese e nel complesso gli unici veri personaggi danesi che hanno un contatto attivo con la Groenlandia sono la famiglia reale.
Quindi la Danimarca, che conosco molto bene, ha tra l’altro anche degli amici, è un paese, una nazione simpaticissima, però appunto non ha mai avuto particolare attenzione, cura e buona opinione della Groenlandia, l’ha sempre trattata un pochino come una terra di serie B. E vediamo che parallelamente i russi si stanno spandendo nell’Artico, stanno cercando di conquistare sempre più terreno, stanno piantando appunto bandierine sul fondo marino, dicono che questa parte dell’Artico è nostra e di nessun altro, i cinesi stanno cercando di fare altrettanto anche se non avrebbero titolo per farlo visto che non si affacciano sull’Artico, evidentemente non si fidano fino in fondo dei russi e non si accontentano del fatto che i russi già abbiano una presenza molto importante. Quindi è una situazione che è abbastanza dinamica e di conseguenza i Stati Uniti non possono certo aspettare che sia la Danimarca a proteggere.
Ma vediamo qual è il punto di vista della NATO su questa questione e nel prossimo video vediamo coinvolto un giornalista Tom Nagorski che è il direttore del Cipher Brief, un canale su YouTube dove vanno quattro gatti e che tuttavia parla di sicurezza globale, nazionale, quindi parla di guerra in buona sostanza, ha lavorato alla ABC News coprendo politica internazionale ed è stato anche vicepresidente esecutivo dell’Asia Society. L’Asia Society è un’organizzazione globale fondata nel 1956 da John D. Rockefeller III.
Nagorski è stato un giornalista pluripremiato naturalmente e ha vinto anche una borsa di studio della Henry Luce Foundation, anche questa è una fondazione di Rockefeller e nonostante appunto questo cricolino altrissonante sul suo canale non va nessuno ma ci dà un’idea di qual è la posizione dei conservatori, degli atlantisti, quelli che vogliono fare la guerra a tutti i costi e in ogni caso e vogliono essere sempre in mezzo, come il prezzemolo, vogliono essere dappertutto.
Poi c’è invece come intervistato un generale in pensione, Philip Breedlove, che lavora attualmente come consulente senior presso l’Atlantic Council, il consiglio atlantico, un think tank atlantista che è sede primaria dei neoconservatori.
Nel video si parla di località, località, località, che è un modo di dire negli Stati Uniti, nel mondo immobiliare, dove c’è la battuta che dice quali sono le tre qualità più importanti di una casa, di un immobile, le tre qualità più importanti sono location, location, location, dovrei dire dove si trova, dove si trova, dove si trova, la locazione in cui è collocato per farvi capire che la stessa casa in un terreno nella posizione favorevole ha un prezzo e piuttosto che in un altro ha un altro prezzo. Bene, e adesso vi propongo il video. Eccolo.
[Tom Nagorski]
Generale Philip Breedlove, è un piacere averla con noi, un esperto di Cipher Brief ed ex alto comandante della NATO in Europa, e come ho appena appreso, almeno per un certo periodo, un frequente visitatore della Groenlandia. Posso dire, generale, che nonostante tutte le previsioni che facciamo nella nostra rete di esperti nel guardare all’anno a venire, non pensavo che una delle nostre prime conversazioni sarebbe stata sulla Groenlandia, ma così sia. Mi chiedo se si possa iniziare come linea di base, e questo potrebbe meritare una lunga risposta, ma solo brevemente per il nostro pubblico, non sono sicuro che tutti sappiano perché è importante o potrebbe essere importante dal punto di vista della sicurezza nazionale. Cosa dobbiamo sapere su questo fronte?
[Philip Breedlove]
Beh, prima di tutto, grazie per avermi invitato di nuovo. Mi è piaciuto molto partecipare al Cipher Brief e lo seguo su diversi argomenti in modo abbastanza religioso. Tornando all’argomento principale, è un po’ come quando parli con una persona del settore immobiliare in questi giorni. Qual è la prima cosa che esce dalla loro bocca? Posizione, posizione, posizione. E così, proprio come la Turchia nel Mediterraneo orientale, la Groenlandia nell’Atlantico settentrionale è la terra privilegiata quando si tratta di posizione, posizione, posizione. Questo ha a che fare con diversi fattori militari, e poi parleremo delle altre cose. Il primo di questi è il passaggio a nord o a nord-ovest. Che si creda o meno al cambiamento climatico, sappiamo che il ghiaccio si sta ritirando nel nord del pianeta.
E, a mano a mano che il ghiaccio si ritira nel nord, tale passaggio si apre ogni anno sempre di più lasciando spazi sempre maggiori. Di conseguenza diventa possibile far passare sia le imbarcazioni commerciali sia quelle militari.
Ora, ho sentito questi due numeri, e dipende dal tipo di nave, e cose del genere. Ma dai porti dell’Europa all’Asia ci vogliono 14 giorni se si segue il passaggio a nord; quindi, si tratta di una rotta molto più veloce per collegare l’Europa alla Cina di quella necessaria per passare attraverso il Mediterraneo e il canale di Suez. E secondariamente, partendo verso la Cina dalla maggior parte dei porti degli Stati Uniti settentrionali e nordorientali. il transito verso la Cina richiede circa 20 giorni. Quindi, quando si risparmia così tanto tempo, si risparmiano anche parecchi soldi. Significa che puoi far girare il tuo capitale navale più velocemente. Questo è un grande affare commerciale. Ed è per questo che vediamo la Cina così interessata all’acquisto di terreni nel Circolo Polare Artico. Vogliono far parte del Consiglio Artico. Vogliono essere in grado di dettare le condizioni a tutti gli altri nell’Artico su come questo percorso verrà usato. Naturalmente, la Russia sta guardando alla Groenlandia per una serie di questioni molto diverse, in primo luogo il controllo militare, l’estrazione del denaro delle tasse, il dazio per l’uso del Passaggio del Nord, e via di questo passo. Molti nel mondo non hanno mai sentito parlare di quello che chiamiamo il GIUK gap, il varco di GIUK. Si tratta essenzialmente dello specchio d’acqua a est della Groenlandia, vale a dire il varco che si apre nell’oceano tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito, ed è un termine utilizzato in ambito militare, a partire dagli anni Quaranta, per indicare un’area dell’oceano Atlantico settentrionale che forma un punto di sbarramento per la guerra navale.
Ed è proprio in quest’area che i russi hanno posizionato tutta la loro marina strategica, tutti i loro sottomarini strategici nucleari capaci di lanciare missili balistici intercontinentali, tutte le loro grandi navi da guerra. Tutti questi vascelli passano attraverso il varco di GUIK per entrare nell’Oceano Atlantico. Quindi, la Russia è estremamente desiderosa di poter utilizzare questo varco a proprio vantaggio e certamente non vuole avere qualcuno, come l’America, seduto in una posizione tale da poterlo controllare. E poi l’ultima cosa, anche se ce ne sono molte, un’altra cosa veloce. Basta pensare alla Russia e agli Stati Uniti. In mezzo, a nord, c’è la Groenlandia. Quindi, per qualsiasi scudo di difesa missilistica di cui potremmo aver bisogno in futuro, questo è il territorio privilegiato da utilizzare.
[Tom Nagorski]
Generale, può parlare un po’, riprendendo il suo ultimo punto, su ciò che gli Stati Uniti hanno ora e hanno avuto, a quanto ho capito, per molto tempo in termini di risorse, sia che siano al servizio della difesa missilistica oppure in termini di missili veri e propri. Cosa possiedono gli Stati Uniti e quali beni americani si trovano attualmente sull’isola della Groenlandia?
[Philip Breedlove]
La nostra unica base, che eravamo soliti chiamare Thule, ma che, in realtà, ha un altro nome che sicuramente storpierò. È un nome Inuit, un nome indigeno.
Pittufik ora è il nome di quella base, credo sia questa la pronuncia corretta. Si tratta di una grande base moderna. Abbiamo investito molto denaro in passato. Non abbiamo molte forze stazionate all’interno di quella base, ma manteniamo in buone condizioni le strutture e gli hangar. Manteniamo le strutture delle piste di atterraggio e di decollo. Manteniamo le vie di rullaggio, ossia tutte le cose che ci permettono di accedere a quella base, ed in realtà, l’uso della base va anche oltre le esigenze degli Stati Uniti. Ci sono stati momenti in cui abbiamo avuto missioni della NATO su quella base, e ci siamo occupati della difesa aerea e della definizione dell’aria, vale a dire la chiara identificazione di oggetti che si trovano nell’aria, e della descrizione del contesto degli spazi aerei settentrionali monitorati da quella base radar. E quindi questa base è strategicamente molto importante per gli Stati Uniti e, come conseguenza, è strategicamente importante anche per la NATO.
[Tom Nagorski]
Giusto. E da quanto ho capito, serve come una sorta di sistema di allerta precoce, se ne abbiamo bisogno
[Philip Breedlove]
Fa parte del nostro sistema radar e di tutti i sistemi di rilevamento, non solo aereo ma anche missilistico, nel Nord.
[Tom Nagorski]
Quindi in questo stesso contesto, Generale, le leggerò cosa ha detto il presidente eletto Trump sull’argomento, che ha dato il via a tutto il dibattito pubblico sulla Groenlandia. E mi chiedo se questo sia appropriato, Trump ha detto, e cito, per scopi di sicurezza nazionale e libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America sentono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta. Quindi, lei ha appena chiarito perché la nostra presenza in Groenlandia sia importante. Quale differenza, se ce ne fosse, farebbe, per usare le parole di Trump, se avessimo la proprietà e il controllo, cioè, immagino, la sovranità, sulla Groenlandia?
[Philip Breedlove]
Premetto che non mi piace fare politica, quindi cercherò di dare questa risposta in modo non politico.
[Tom Nagorski]
Anche noi non lo facciamo.
[Philip Breedlove]
Penso che la Groenlandia sia importante. è stata parte integrante dell’Occidente, e i danesi e gli altri che vi hanno influenza, hanno fatto in modo che restasse parte integrante dell’Occidente. è anche chiaro che la Cina ha insistito molto per ottenere territorio proprio sull’isola in modo da acqusire una certa presenza da qualche parte nel Circolo Polare Artico, e in modo da poter diventare una nazione artica e avere il proprio posto nel Consiglio Artico. Di conseguenza, garantire la prosecuzione di una Groenlandia filoccidentale è estremamente importante. Non credo che ciò debba avvenire attraverso la proprietà sovrana, ma il fatto è che dobbiamo avere la capacità di lavorare con il popolo della Groenlandia in modo da assicurarci che rimangano dalla nostra parte, in modo che vogliano far parte della nostra squadra. E il problema qui è che, come in tanti altri posti nel mondo, la Cina e la Russia verseranno soldi per acquisire influenza.
E quando hai una nazione come la Groenlandia, vedi chiaramente che ha bisogno di molti soldi per gli investimenti. E gli Stati Uniti hanno cercato più di una volta di comprare la Groenlandia. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, abbiamo offerto 100 milioni di dollari alla Danimarca per acquistare la Groenlandia. E quindi questa non è la prima volta che ci sono state queste conversazioni. Avrei preferito che avessimo tenuto questo tipo di conversazioni con i cittadini della Groenlandia e della Danimarca in modo più riservato, lontano dagli occhi dell’opinione pubblica, ma ora sono sotto gli occhi di tutti.
[Tom Nagorski]
Ha menzionato anche la Danimarca, e penso che la gente capisca, abbiamo un pubblico piuttosto sofisticato che dice che la Groenlandia era una volta una colonia della Danimarca, giusto? Ora fa parte della Danimarca. La Danimarca, naturalmente, è un alleato della NATO. Quindi, per sfruttare un po’ il tempo che lei ha trascorso sul posto, suppongo che abbia incontrato funzionari locali e naturalmente lei era un Comandante Supremo Alleato della NATO.
Da quanto ho capito, le relazioni degli Stati Uniti con i politici della Groenlandia, con il popolo groenlandese e con la Danimarca sono state abbastanza buone nel corso del tempo, giusto?
[Philip Breedlove]
Lo sono state, lo sono state. Ed è per questo che è un po’ difficile stare a guardare mentre abbiamo questo tipo di dura conversazione in pubblico con persone che ci sono amiche. E credo che possiamo ottenere il risultato desiderato attraverso diverse opzioni, in una conversazione tranquilla e privata con i cittadini della Groenlandia e della Danimarca. E la mia collaborazione è iniziata quando ero il terzo comandante dell’Air Force in Europa, e poi quando sono diventato Comandante in capo dell’Aeronautica Militare americana in Europa. E avevamo aerei e distaccamenti di difesa aerea e tutte questo genere cose che ruotavano dentro e fuori dalla base aerea di Thule. E quindi abbiamo lavorato con questo paese e con queste persone per molto tempo. Sono persone meravigliose, ospitali, e sono sempre state molto accoglienti e molto soddisfatte per il modo in cui contribuiamo a mantenere in buone condizioni la base aerea di Pittufik.
[Tom Nagorski]
Penso che lei abbia centrato la pronuncia questa volta. Ultima domanda allora, generale, dato che, per usare le sue parole, non stiamo avendo una conversazione tranquilla. La questione è stata sollevata di nuovo ieri, il Presidente eletto non ha escluso l’uso dell’esercito per prendere la Groenlandia, se necessario. E naturalmente, la gente, i funzionari in Groenlandia e Danimarca hanno detto che non accadrà. E adesso? A che punto siamo? Immagino che sia ancora possibile una conversazione tranquilla, non è vero?
[Philip Breedlove]
Penso che debba diventare una conversazione tranquilla. E sì, se tutti decidessimo di farlo, potremmo farlo. E l’idea che un paese della NATO imponga la sua volontà su un altro paese della NATO è piuttosto interessante. Quindi penso che abbiamo persone razionali che possono sedersi e risolvere questo problema a mano a mano che andiamo avanti. è estremamente importante non permettere che l’influenza russa e cinese cresca in questo grande paese e su quest’isola. Ed è importante continuare ad avere una buona relazione con un alleato, indipendentemente dai risultati finali della conversazione. Questo è incredibilmente importante.
[Tom Nagorski]
È un ottimo punto su cui concludere. Generale Philip Breedlove, grazie mille per aver trovato il tempo e per averci aiutato, non solo con tutti questi nomi interessanti, ma, cosa più importante, con una comprensione che apprezziamo davvero. Ancora grazie.
[Philip Breedlove]
Prego.
Allora, questo generale della NATO dice che non vuole fare politica, poi non fa altro che parlare della politica che lui vuole e vuole che il negoziato della Danimarca avvenga a porte chiuse, in segreto naturalmente, così da non coinvolgere l’opinione pubblica, fare i soliti inciuci così da poter distribuire poi il grasso che cola, che viene naturalmente dai contribuenti americani, ai vari politici europei, ai vari membri della NATO, ai vari generali, ai vari think tank, all’industria militare e tutto il resto, per ottenere poi i risultati patetici che abbiamo avuto finora, negli ultimi vent’anni. Quindi per lui il fatto che Trump sbraiti ai quattro venti le sue intenzioni sulla Groenlandia è un anatema, è una cosa inaccettabile, perché esattamente è quello che lui non vuole.
Non vuole che queste cose vengano a messa a luce del sole, non vuole che i groenlandesi possano partecipare al dialogo, non vuole che in Groenlandia si sappia quali sono le intenzioni degli Stati Uniti in loro confronti, anche perché se lo sapessero non sarebbero tanti contenti se lasciassero fare il lavoro la NATO, e vuole a tutti questi che la NATO partecipi alla trattativa, quando in realtà non ha nessuna voce in capitolo, perché questo si tratta di sicurezza nazionale degli Stati Uniti in quanto nazione. Che c’entrano gli altri membri della NATO non si capisce, a parte il fatto che c’è di mezzo la Danimarca che è un membro della NATO, però la Danimarca, anche essendo un membro della NATO, può comunque trattare direttamente quelli Stati Uniti quale entità individuale, non ha bisogno di passare attraverso la NATO per l’intermediazione. È chiaro che la Danimarca è in una posizione molto debole e come si vede anche nel video, gli abitanti della Groenlandia, che sono pochi ma che hanno un territorio enorme, vedono la Danimarca come uno spazio minuscolo.
La Danimarca di per sé è una piccola nazione, ha una popolazione ridotta, ha un’economia abbastanza ridotta e dipende in gran parte anche dal contributo della Germania che è confinante, quindi è in qualche modo trainata dall’industria tedesca e studiata in parte dall’industria svedese con cui è pure confinante. Quindi Trump vuole fare rumore e deve fare rumore perché questo infastidisce la NATO in modo impressionante, proprio non la possono tollerare e anche perché così facendo mette i groenlandesi in prima posizione, li mette sul palco scenico da modo loro di esprimersi, di dire quello che vogliono e anche di acquisire un pochino di fama. Fino ad ora non si le ha filati nessuno e sempre evidentemente sono al centro del mondo. Ma come potrebbe Trump realisticamente portare a termine l’acquisizione della Groenlandia? Vediamo Steve Forbes, che è un editore americano molto vicino a Trump, che ha un suo canale di informazione alternativa che ci formula una sua ipotesi. Eccola.
[Steve Forbes]
Ecco il modo in cui il presidente Trump può ottenere la Groenlandia
Sono Steve Forbes e questo è What’s Ahead, dove ottenete le informazioni di cui avete bisogno per navigare meglio in questi tempi turbolenti. Gli sforzi del presidente eletto Trump per acquistare la Groenlandia dalla Danimarca non sono andati da nessuna parte nel suo primo mandato e non hanno maggiori probabilità di successo nel secondo. I paesi che acquistano territori da altre nazioni sono passati di moda da oltre un secolo. L’ultima volta che l’abbiamo fatto è stato con le Isole Vergini, che abbiamo acquistato dalla Danimarca nel 1917. Ma ecco come possiamo farcela ora e come possiamo anche risparmiare denaro. L’acquisto diretto della Groenlandia costerebbe decine di miliardi di dollari. La strategia alternativa è semplice. La Groenlandia dichiara la propria indipendenza dalla Danimarca. In effetti, l’attuale Primo Ministro della Groenlandia ha dichiarato il suo desiderio di fare esattamente questo. Un referendum in tal senso potrebbe arrivare già ad aprile. Il prossimo passo sarebbe quello più grande. Fare in modo che la Groenlandia faccia domanda per diventare uno stato dell’Unione. E, voilà! Il gioco è fatto.
C’è un precedente in tal senso. Il Texas si staccò dal Messico nel 1836, diventando una nazione separata. Diversi anni dopo, è diventato il nostro ventottesimo stato. I vantaggi per tutti sono evidenti. È vero, la Danimarca si sentirebbe come una squadra sportiva che ha perso un grande giocatore, e smetterebbe di ricevere un enorme mucchio di soldi dallo Zio Sam. Ma Copenaghen non sarebbe nemmeno più responsabile di versare il suo sussidio annuale di circa 600 milioni di dollari all’anno a questa gigantesca isola abitata da 56.000 persone. E la Danimarca non sarebbe nemmeno più responsabile degli 1,5 miliardi di dollari che ha recentemente promesso alla Groenlandia per rafforzare le difese del paese. Trump, da parte sua, avrebbe la soddisfazione di conseguire la più grande espansione territoriale degli Stati Uniti mai vista. Più grande persino dell’acquisto della Louisiana, o dell’acquisizione dell’Alaska dalla Russia nel 1867. La posizione della Groenlandia la rende fondamentale per la nostra sicurezza, motivo per cui la Cina è già diventata il più grande investitore straniero in Groenlandia, una mossa iniziata già vent’anni fa.
Rendere la Groenlandia uno Stato ci consentirebbe di consolidare la nostra sicurezza, proprio come abbiamo fatto con l’Alaska. Anche ai membri del Partito Democratico l’idea piace molto. L’elettorato della Groenlandia è di sinistra, il che significa due seggi in più al Senato per i democratici, come pure un seggio aggiuntivo alla Camera dei Rappresentanti, dove l’equilibrio tra i partiti è più risicato che mai. I democratici avrebbero la garanzia di altri tre voti elettorali, il che potrebbe essere fondamentale in un’elezione presidenziale dove i due contendenti siano testa a testa. I groenlandesi dovrebbero vedere rapidamente i benefici di una tale mossa. Oltre a una solida sicurezza, questo gruppo di 56.000 persone avrebbe un’influenza politica smisurata. I benefici ne deriverebbero di conseguenza. Certamente, il nuovo stato beneficerebbe anche di ingenti investimenti minerari dal resto degli Stati Uniti. L’ecoturismo esploderebbe. L’attuale enorme livello di disoccupazione, crollerebbe. La popolazione è forse troppo piccola per essere uno Stato? C’è un precedente per l’ammissione di una grande massa di terra con una popolazione minuscola. Il Nevada, che è il settimo stato geograficamente più grande, è stato ammesso nell’Unione nel 1864 con una popolazione di solo 6.000 persone. Comunque, il Congresso stabilisce gli standard. La Groenlandia è destinata a diventare uno stato? Facciamolo. Sono Steve Forbes.
Grazie per l’ascolto.
Non sappiamo se la formula espressa da Forbes sia quella che effettivamente Trump intende seguire o che seguirà. Però quello che dice Forbes è che comunque all’interno del Parlamento americano c’è già un discreto consenso. Il Partito Repubblicano vede nell’espansione territoriale opportunità di comunque creare nuovi progetti di sviluppo militare, di creare opportunità per le stazioni di petrolio e altre risorse naturali, per quindi alimentare industrie che fanno parte del proprio circuito elettorale.
E dal punto di vista democratico va la stessa cosa, anche perché buona parte degli stati che poi si affacciano sull’Atlantico in prossimità della Groenlandia hanno un governo del Partito Democratico e anche perché, come dice giustamente Forbes, nel momento in cui la Groenlandia è in attesa dello Stato e considerando che la Groenlandia ha un elettorato prevalentemente di sinistra, è probabile che nonostante l’intermediazione di Trump finirebbero per votare per il Partito Democratico e quindi il Partito Democratico acquisirebbe altri seggi importanti nella competizione col Partito Repubblicano nel corso delle prossime elezioni presidenziali piuttosto che di medio termine. Quindi sembra, poi è tutto da verificare, che comunque ci sia un discreto consenso, ossia che Trump possa avere abbastanza persone, abbastanza voti per effettivamente portare a casa questo risultato. E se, come del resto viene confermato anche da altri, nonostante da Forbes, è davvero possibile per i groenlandesi dichiarare l’autonomia completa rispetto alla Danimarca, a questo punto escludere la Danimarca dalla trattativa e fare la trattativa direttamente con gli Stati Uniti, la trattativa potrebbe semplificarsi moltissimo anche perché tutto quello che è il beneficio economico che arriva in Groenlandia resta in Groenlandia.
Tornerà in parte negli Stati Uniti attraverso gli investimenti su industrie americane, però piuttosto che rimandarlo in Cina, tutto sommato, sono più contenti di avere una partnership più stretta con una nazione che a questo punto è sicuramente più ricca della Danimarca, è più vicina della Danimarca e rispetto alla Danimarca, che tutto sommato non ha fatto niente, in Groenlandia per svilupparla finora ci sono possibilità per effettivamente espandere parecchio l’economia groenlandese con beneficio dei groenlandesi, tra cui una riduzione di quello che è un livello endemico e molto alto di disoccupazione, perché la Danimarca non ha mai investito particolarmente nella Groenlandia, abbiamo visto che gli unici che ci hanno messo soldi sono stati gli americani per motivi militari e che per questo motivo comunque c’è già un rapporto abbastanza stretto e continuativo con gli Stati Uniti, sia dovuto alla prossimità geografica, sia per il fatto che gli Stati Uniti ritengono la Groenlandia un territorio molto importante, mentre per la Danimarca è più che altro un accessorio, è importante perché dà alla Danimarca una presenza di territorio, una proprietà di territorio molto vasta, però alla fine dal punto di vista economico non conta granché e neanche dal punto di vista politico. E ora vediamo cosa ne pensano i groenlandesi direttamente.
[Mute Egede – primo ministro della Groenlandia]
È un nuovo periodo quello verso cui la Groenlandia è in cammino, e un nuovo anno in cui la Groenlandia è stata al centro del mondo intero. Il popolo della Groenlandia è un popolo unito, indipendentemente da dove viva. E come popolo, nel tempo in cui ci troviamo, dobbiamo essere uniti per essere pronti per un nuovo futuro verso il quale il nostro paese è in cammino.
[Donald Trump Junior]
Abbiamo poco tempo perché ci rimangono solo un paio d’ore di sole. Vogliamo vedere tutto, ma siamo davvero entusiasti di essere qui, Grazie mille a tutti voi, siamo qui come turisti.
[Aaja Chemnitz – membro del parlamento danese in rappresentanza della Groenlandia]
Credo che ci sia una distinzione tra il governo danese e il re di Danimarca perché, per molti versi, a molti di noi in Groenlandia piacciono il re e la sua famiglia, e soprattutto la regina Mary che è stata molto attiva nel concentrarsi anche sulla Groenlandia, e penso che per molti versi il re e la stretta collaborazione con la famiglia reale di Danimarca è qualcosa che vorremmo vedere ulteriormente sviluppata anche in futuro.
[Aki-Matilda Hoegh-Dam – membro del parlamento danese in rappresentanza della Groenlandia]
Abbiamo molte persone interessanti. Per esempio, quando il re la precedente regina sono venuti in Groenlandia, molte persone hanno molto apprezzato il fatto che alcune celebrità come loro siano venute per riconoscere che grande popolo noi siamo. Per riconoscere il valore della nostra nazione. E credo che sia la stessa sensazione che le persone hanno sentito quando abbiamo ricevuto una visita di Donald Trump Junior. La questione centrale è di essere riconosciuti per quello che siamo e che siamo in grado di provvedere a noi stessi. La modifica di uno stemma reale non avrà davvero alcun effetto in tal senso.
[Damien Degeorges – consulente specializzato nella Groenlandia]
Il re è realmente la persona che è nella posizione migliore, in Danimarca, per affrontare questo problema in questo momento perché ovviamente ha una lunga storia con la Groenlandia e, come abbiamo detto, è popolare in Groenlandia, quindi può chiaramente essere utile per le relazioni danese-groenlandesi in questo momento.
Da questo video, almeno da quello che capisco io, non sono un esperto in materia, comprendo che i groenlandesi sono un popolo che vede il governo danese come ostile, ma vede la casa reale della Danimarca come amichevole, anche perché di tanto in tanto vanno a trovarli, parlano di loro, si ricordano di loro, per lo meno si ricordano che esistono e cercano di promuovere alcune attività che sponsorizzino un pochino lo sviluppo della Groenlandia. Tenete presente che la Danimarca spende soldi costantemente per in qualche modo mantenere i groenlandesi, visto che il livello di disoccupazione è molto alto e questo non è che crei un’economia dinamica o una società in espansione.
Vediamo che il primo ministro è davvero molto felice del fatto di essere nei riflettori, di avere l’opportunità di scelta che finora non aveva, anzi mi sembra proprio estasiato dell’idea, e vediamo che comunque ci sono le parlamentari groenlandesi presenti nel governo della Danimarca che evidenziano che appunto ci sono problemi nei rapporti col governo danese e addirittura c’è una che dice che i groenlandesi vogliono l’indipendenza, quindi c’è un segnale abbastanza importante. E nei prossimi due video la influencer Qupanuk, che ci è stata presentata già nel primo video se vi ricordate, ci dà un’idea di quelli che sono i rapporti tra groenlandesi e danesi. Ecco il video.
[Qupanuk]
La gente continua a chiedermi, com’è il rapporto tra la Groenlandia e la Danimarca? Questa è una domanda davvero difficile a cui rispondere, perché qualunque cosa io dica, una delle parti si arrabbierebbe e mi attaccherebbe. La Groenlandia è un paese autonomo sotto il Regno di Danimarca, ma a volte sembra ancora che siamo una colonia soggetta alla Danimarca. Ho vissuto in Danimarca dal 2004 al 2012, dove studiavo ed ero un soldato della Marina danese. I primi tre anni ho vissuto ad Aalborg e ho sperimentato molto razzismo. La gente pensava automaticamente che ero più stupida di loro perché sono groenlandese. Pensava che ero meno degna e dava per scontato che io fossi un’alcolizzata. Dopo di che mi sono trasferita ad Aarhus e qui non ho mai sperimentato alcun razzismo. Mi sono trovata benissimo qui. Quindi non tutti i danesi sono razzisti. Voglio che la Groenlandia diventi indipendente? Sì. La questione delle relazioni tra i due paesi è enorme e ci tornerò nei prossimi giorni.
La vita è fantastica, Akagò!
[Qupanuk]
Che lingua parliamo in Groenlandia? La nostra lingua ufficiale è il galatisut groenlandese, il dialetto della Groenlandia occidentale. La nostra seconda lingua è il danese, poiché facciamo parte della Danimarca. E la nostra terza lingua è l’inglese. La nostra lingua galatisut non sta scomparendo, perché lo 89% della popolazione della Groenlandia è groenlandese. Quindi una stragrande maggioranza parla groenlandese tutto il tempo, d’altra parte quello che sto notando è che sempre più bambini preferiscono avere l’inglese come seconda lingua invece del danese Soprattutto nelle città più grandi. Come ad esempio nostra figlia Isi parla correntemente l’inglese e quando le facciamo una domanda in danese, risponde in inglese. Isi, quanti anni hai?
[Isi]
Ho sette anni
[Qupanuk]
Ecco il suono della nostra lingua groenlandese, e talvolta possiamo usare parole davvero molto lunghe.
La vita è fantastica! Arrivederci.
Vediamo quindi che c’è una forte volontà di indipendenza in una componente importante del popolo groenlandese e c’è anche una forte affinità per la cultura americana.
Le nuove generazioni vogliono parlare il groenlandese e l’inglese, non il danese. Anche perché immagino che vedano i film o viaggino su internet guardando contenuti di tipo inglese, visto che in danese c’è veramente molto poco. Non esistono in Danimarca film doppiati, i film sono in lingua originale e i danesi li vedono in inglese perché nessuno li doppierebbe in lingua danese. Ma vediamo cosa ne pensano un paio di esponenti del Partito Democratico e del fronte atlantista che sono a sostegno della NATO.
Uno di questi è Walter Berbrick, un ex ufficiale dei servizi segreti della Marina, è un educatore che ha corso come candidato democratico per un distretto congressionale nella Rhode Island e ha una formazione in materia di sicurezza nazionale. Berbrick è anche consulente politico, senior del segretario della Marina e ha lavorato per il Dipartimento di Stato e per il Pentagono.
Quindi è un uomo collegato al mondo del Deep State, classico, da un’angolazione del Partito Democratico e quindi naturalmente ci darà la loro versione. Peter Conley è un’esperta di politica estera ed è l’attore presidente del German Marshall Fund degli Stati Uniti che è un’entità importante della NATO, ha un ricco background di relazioni internazionali, ha anche ricoperto ruoli nel Dipartimento di Stato americano e è nota per la sua esperienza sulla Russia, il suo spazio posto sovietico, l’Artico, il Baltico, l’Europa centrale. Ed è una neocon che va in giro per l’Europa a cercare di spingere l’Europa affinché continui la guerra in Ucraina.
Quindi questo per darvi un po’ l’idea di che personaggi abbiamo e il video, questo video è stato realizzato da un vostro giornale, quindi da un giornale economico molto importante negli Stati Uniti. Ecco il video.
[Giornalista Wall Street Journal]
Il presidente eletto Donald Trump afferma di voler lottare per la proprietà e il controllo della Groenlandia, rinnovando un impegno che ha preso per la prima volta nel 2019.
[Donald Trump]
Ebbene, abbiamo bisogno della Groenlandia per motivi di sicurezza nazionale. Mi è stato detto per molto tempo.
[Giornalista Wall Street Journal]
Donald Trump Junior ha appena visitato il territorio, dove la gente del posto è stata vista indossare cappelli MAGA.
[Donald Trump]
Voglio solo dire che siete un posto molto speciale.
[Giornalista Wall Street Journal]
Ma per acquistare effettivamente l’isola, gli Stati Uniti dovrebbero prima superare una serie di ostacoli.
La Groenlandia, ex colonia danese, è stata legata alla Danimarca sia politicamente che culturalmente per secoli. Ha ospitato diverse visite della famiglia reale danese ed è raffigurata simbolicamente nello stemma della corona. Dopo gli ultimi commenti di Trump, il re di Danimarca ha svelato una modifica al design secolare, rendendo più prominente il segmento che rappresenta la Groenlandia. Sebbene la Groenlandia abbia ora il potere di autogovernarsi, l’isola è ancora vincolata all’approvazione danese su alcune questioni.
[Walter Berbrick – politico Partito Democratico]
La Danimarca mantiene la responsabilità della difesa e della sicurezza nazionale, mentre allo stesso tempo il governo groenlandese ha la responsabilità e il controllo sulle questioni interne e sulle risorse interne.
[Giornalista Wall Street Journal]
Quindi, secondo l’attuale quadro, Trump avrebbe bisogno di convincere sia il governo danese sia il governo della Groenlandia a concordare un accordo. Ma se questi legami dovessero sciogliersi attraverso l’indipendenza, un movimento che ha guadagnato slancio negli ultimi anni, Trump potrebbe negoziare direttamente con la Groenlandia. Alcuni groenlandesi stanno accogliendo con favore l’interesse di Trump come un modo per perseguire questo obiettivo. Tra questi c’è uno degli influencer online più importanti dell’isola.
[Qupanuk]
Tre cose che dovresti sapere sulla Groenlandia. Quando guardo nel complesso, sono felice che gli Stati Uniti stiano mostrando così tanto interesse per la Groenlandia perché in questo modo siamo ascoltati molto, molto di più in tutto il mondo. Sembra che attirare l’attenzione stia accelerando la nostra voglia di indipendenza della Groenlandia dalla Danimarca.
[Giornalista Wall Street Journal]
Tuttavia, anche se la Groenlandia ottenesse l’indipendenza, gli analisti dicono che acquistarla è inverosimile.
[Heather A. Conley]
Questa decisione sulla Groenlandia spetta ai groenlandesi. Non credo che i groenlandesi siano interessati a scambiare una relazione con la Danimarca con gli Stati Uniti.
[Giornalista Wall Street Journal]
Inoltre, il governo della Groenlandia ha detto che non è in vendita. Ma se Trump riuscisse a fare un accordo, gli analisti dicono che due terzi del Congresso dovrebbero ratificare un trattato prima che l’acquisizione venga firmata in legge dal presidente. Questo processo non è privo di precedenti storici. Nel 1867, Andrew Johnson acquisì dalla Russia il controllo di quella che oggi è conosciuta come l’Alaska in un accordo che costò agli Stati Uniti 7,2 milioni di dollari, equivalenti a circa 138 milioni di dollari di oggi. Inoltre, gli Stati Uniti hanno già cercato di acquistare la Groenlandia in passato.
[Giornalista]
I robusti rompighiaccio della Guardia Costiera degli Stati Uniti pattugliano le coste occidentali della Groenlandia.
[Giornalista Wall Street Journal]
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman offrì di acquistarla per 100 milioni di dollari. La Danimarca rifiutò di vendere. Finora Trump non ha proposto una cifra concreta per l’acquisto. Invece, un’altra opzione che non ha escluso è ricorrere all’azione militare.
[Giornalista]
Può assicurare al mondo che, mentre cerca di ottenere il controllo di queste aree, non userà la coercizione militare o economica?
[Donald Trump]
No. Non posso assicurarvelo. Stai parlando di Panama e Groenlandia. No, non posso dare assicurazioni su nessuno dei due. Ma posso dire questo, ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica.
[Giornalista Wall Street Journal]
Trump ha anche suggerito di utilizzare la politica economica per raggiungere i suoi obiettivi in Groenlandia. Ha minacciato di colpire la Danimarca con tariffe se i funzionari danesi non cooperano con la sua offerta di acquisizione. Alla fine, non è chiaro come sarebbe raggiunto il controllo della Groenlandia.
[Heather A. Conley]
Il motivo per cui l’amministrazione Truman non dovette procedere è che la NATO fu creata tre anni dopo, e fu questa la base su cui gli Stati Uniti firmarono nel 1951 il nostro primo accordo di difesa con il Regno di Danimarca, che ci permise di creare la nostra base militare più settentrionale nel nord-ovest della Groenlandia.
[Giornalista Wall Street Journal]
Quella base, che esiste ancora oggi, include una stazione radar che fa parte del sistema di allerta precoce dei missili balistici degli Stati Uniti.
[Heather A. Conley]
Il pensiero di un’invasione equivale a dire che stiamo invadendo noi stessi. Abbiamo una base che è proprio lì ed è molto importante per gli Stati Uniti. E ancora una volta, abbiamo il più forte alleato e partner nel regno di Danimarca.
[Giornalista Wall Street Journal]
Anche alcuni consiglieri di Trump riconoscono che un’acquisizione della Groenlandia è improbabile. Dicono invece che un’espansione della presenza statunitense sull’isola attraverso investimenti economici e una maggiore presenza militare è una possibilità.
[Walter Berbrick – politico Partito Democratico]
E penso che l’altra opzione, che ritengo più realistica, per gli Stati Uniti, sarebbe quella di perseguire un patto di libera associazione. Accordi come quelli che abbiamo con la Micronesia e alcune delle altre nazioni insulari del Pacifico. Questo approccio consentirebbe agli Stati Uniti di espandere il nostro accesso e la nostra influenza, ma anche di fornire sicurezza e protezione al popolo groenlandese.
[Giornalista Wall Street Journal]
La Groenlandia ha vasti giacimenti di terre rare, petrolio e gas, il che la rende anche un punto focale per altri importanti rivali, tra cui Cina e Russia.
[Heather A. Conley]
La Groenlandia è essenziale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. è stato così sicuramente a partire dalla Seconda guerra mondiale per impedire alla Germania nazista di invadere gli Stati Uniti, e per tenere lontano l’Unione Sovietica, i bombardieri strategici, e i sottomarini russi. Gli Stati Uniti devono dare priorità all’Artico e assicurarsi di avere la difesa e la deterrenza più forti possibili. Non abbiamo bisogno di acquistare la Groenlandia per farlo. Abbiamo una solida difesa di sicurezza e una relazione economica con il Regno di Danimarca. Abbiamo avuto ottimi rapporti commerciali per un bel po’ di tempo. Dobbiamo solo aumentare gli investimenti. È la cosa giusta da fare, ma di certo non dobbiamo acquistarla.
Quindi sono tutti d’accordo che il controllo del lago Rhode Island sia un requisito essenziale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Gli USA tra l’altro avevano già cercato di acquisire il territorio della Danimarca, dalla Danimarca, scusatemi, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale senza esserci riusciti e hanno poi rinunciato a farlo perché nel frattempo è stata formata la NATO e qui abbiamo la risposta al nostro grande requisito. Se Trump andrà attraverso la NATO vuol dire che riconferma il ruolo della NATO. Se riesce invece ad acquisire la Groenlandia direttamente, a farla parte in una maniera o nell’altra del circuito statunitense vuoi perché diventa uno Stato, vuoi perché diventa un territorio, un po’ come il Porto Rico, vuoi perché crea un altro tipo di accordo commerciale incrociato.
Ma passando comunque la NATO sottintende e conferma il fatto che nella sua strategia la NATO non c’è per il futuro, ossia che è un apparato ormai obsoleto, che è una pietra al collo per tutti i partecipanti dell’Alleanza, salvo che per i burocrati e i politici che ne traggono lauto profitto e che inoltre è pericolosa perché, come ha detto lui stesso nella sua presentazione, non soltanto la guerra in Ucraina è stata gestita malissimo ed è stata provocata da Biden, ma anche ha presentato il rischio di escalation, quindi cosa vuol dire escalation?
Il rischio di arrivare a una guerra nucleare ed è una cosa che naturalmente non vogliamo e che a quanto pare neanche Trump vuole e quindi non ha nessun motivo, se ci riesce, di coinvolgere la NATO in questo progetto, ma continuerà ad andare avanti con un’acquisizione diretta, se i greloiolandesi accettano, credo che accettino perché non credo che potranno avere un’offerta migliore, e tra l’altro lo fa in modo pubblico, trasparente, anzi molto rumoroso, sia per contrastare i neocon che nel frattempo dovranno correre i pari su questo fronte e dovranno sguarnirsi sull’Ucraina, dando gli spazio di manovra nei confronti di Putin, di cui ha tanto bisogno, e al tempo stesso anche mettendo in evidenza quelle che sono le diverse politiche dei due partiti e dei due filoni.
Quindi questo passaggio implicito, tra l’altro, significa che appunto lui riconosce alla Russia il diritto di avere protezione in Ucraina, quindi che non ci sia interferenza, riconosce implicitamente il fatto che la Cina sia interessata a Taiwan e quindi gli Stati Uniti non siano interessati a fare una guerra contro il Cinese a Taiwan, invita tutti quanti a confrontarsi nell’Artico, visto che comunque tutti stanno confluendo lì, però al tempo stesso dice ai Cinesi “Cari amici, non vi voglio nel mio territorio, il mio territorio comprende Stati Uniti, Canada, Groenlandia, Messico e poi sicuramente anche l’America Latina”, ma questo comparto che include sicuramente il Nord America è un territorio da cui i Cinesi si devono andare, compreso Panama, che è un discorso a parte.
Come vedete l’Europa non fa parte del quadro, anche perché con il lancio della rotta nordica, almeno per buona parte dell’anno e poi se i ghiacci si ritireranno ancora di più per tutto l’anno magari, non sarà più necessario passare attraverso i canali Suez e il Mediterraneo, e questa nuova rotta è sicuramente più comoda sia per raggiungere la Cina dall’Europa, sia per raggiungere la Cina degli Stati Uniti e viceversa. In più, proteggendo il canale di Panama, che oggi è amministrato sostanzialmente dai Cinesi, Trump garantisce il collegamento tra la California e la costa dell’est e viceversa, e in più si garantisce una protezione militare perché è in grado di confrontarsi con i russi laddove c’è più rischio rispetto a confrontarsi in Ucraina dove per gli Stati Uniti non c’è nessun vantaggio e per i russi è soltanto una scocciatura. Perciò a questo punto lo sgancio rispetto all’Europa, rispetto alla Nato, è implicito ed è necessario.
Se la concentrazione va verso nord, va verso questa struttura che abbiamo già visto in passato, che è concentrata sul continente americano, inizialmente sul continente nord americano, in particolare il nord, e poi in seguito al sud, lasciando che le altre due superpotenze trovino le rispettive aree di protezione minima e poi lavorando su quelli che sono gli incroci, in questo quadro l’Europa non c’è. L’Europa dovrà trovare un suo percorso, una sua strada. Poi con questo non vuol dire che gli americani se ne andranno domani e che la Nato verrà sciolta dopo domani, però indica un chiaro percorso, un chiaro tracciato e anche il solo fatto che Trump voglia prendere di petto dalla rimarca anche lancia un segnale all’Europa nei confronti della politica dei dazi, nei confronti della politica del tariffo eccetera, anche perché non ha sicuramente apprezzato che nel suo periodo l’interregno, quindi da quando è stato eletto a quando poi si insedierà, in Europa è stato fatto di tutto per creare ancora più escalation nella guerra in Ucraina a dispetto della politica manifestata voi dall’elettorato statunitense voi da lui stesso e quindi la sua partnership con Europa a questo punto diventa sempre meno interessante.
Lo scontro, se vogliamo, che poi scontro non sarà, con la Danimarca è di fatto un conflitto all’interno della NATO, conflitto che non è il primo perché noi sappiamo che turchi americani stanno combattendo in Siria attraverso dei proxi, attraverso degli intermediari, ma c’è un conflitto sul territorio kurdo tra i kurdi sostenuti dalla Turchia e i kurdi sostenuti dagli americani, quindi non è una novità.
E il fatto tra l’altro che il generale di prima nominasse la Turchia come un grande esempio di alleato importante alla Nato ci fa capire quanto sia lontano la realtà questo uomo, perché se c’è un alleato assolutamente infido, assolutamente inaffidabile, è proprio la Turchia che gioca su tutti i piatti contemporaneamente e in realtà non si capisce bene cosa ci faccia nella Nato. Quindi se questa deve essere la scena che vogliono riprodurre in Groenlandia siamo rovinati come minimo. Inoltre anche il discorso che Trump voglia usare la forza, avete visto voi stessi nell’intervista Trump, è stata fatta una domanda tra bocchette evidentemente, però Trump dice “non posso escludere che useremo coercizioni” perché la domanda era “userà coercizioni economiche o militari nei confronti di questi territori?” e lui ha chiarito i territori sarebbero Panama e Groenlandia, quindi non il Canada, e dice “io non lo posso escludere” ma lui non ha detto se non poteva escludere l’intervento militare o l’intervento economico, poi ha chiarito che l’intervento sarà di tipo economico e anche perché l’intervento militare è assurdo, come diceva Berbrick prima, la Danimarca ha la responsabilità della difesa militare della Groenlandia, ma da quanto so, e mi auguro di avere la cifra giusta, in ogni caso in questo momento in Danimarca, scusatemi, in Groenlandia ci sono 75 soldati danesi, quindi sono più gli americani che i danesi, basta che gli americani mandino migliaia di persone nella base che già hanno e di fatto hanno invaso la Danimarca senza sparare un solo colpo e i danesi in totale hanno 16 mila uomini come forze armate, hanno mandato tutte le armi più sofisticate che avevano in Ucraina dove sono state distrutte e quindi è una nazione sostanzialmente disarmata, in più durante la seconda guerra mondiale i danesi sono distinti per il fatto che hanno resistito all’attacco dei nazisti per ben sei ore prima di arrendersi.
Quindi non è uno scontro, non ci sarà nessuno scontro con la Danimarca militare perché non serve, come dice giustamente la neocon che parlava nell’ultimo video, gli americani sono già lì, hanno già il controllo militare del territorio, non devono fare nient’altro che fare un’annessione qualora naturalmente i groenlandesi siano favorevoli e mi sembra che siano molto favorevoli.
Anche perché ci hanno da guadagnarci veramente parecchio, immaginatevi se come dice Forbes arriviamo alla Costituzione un vero e proprio Stato per una popolazione di poco più di 50 mila quasi 60 mila abitanti avere due senatori e un parlamentare se non sbaglio, cioè più di quanto abbia la Florida quasi, no non più tanto di questo, in termini senatori è uguale e la Florida sono 20 milioni, in termini parlamentari sono di meno, però comunque è una rappresentanza enorme per una popolazione che corrisponde a quella di una cittadina in buona sostanza, perciò per i nostri amici groenlandesi sarebbe un grosso business, poi non è detto che tutto sarebbe positivo, non è detto che tutto quello che arriva è buono e su questo sono d’accordo con voi, però ritengo che dal loro punto di vista abbiano fatto una loro valutazione e dopo anni e anni sostanzialmente di inedia dove non succede niente, dove la gran parte della gente vive con le sovvenzioni dello Stato danese forse vogliono fare qualcosa di più della loro vita, vedremo.
Quindi questa è la situazione, la Groenlandia è stata un obiettivo strategico degli Stati Uniti per molto molto molto tempo, i due partiti, Democratico e Repubblicano, ma anche con modalità diverse, sono abbastanza collimati sull’idea perché i singoli politici possono ottenerne benefici personali, il che non guasta quando si tratta di politica e quando anche ci dicono nell’ultimo video vostri giorni che alcuni consulenti di Trump non credono che si possa fare un’acquisizione poi non ci fanno vedere nessuno, ci fanno vedere un politico di terza classe del partito democratico che non c’entra assolutamente niente. Noi sappiamo invece che già in programma un incontro con Putin e Trump si è già sentito credo più volte con Xi Jinping, quindi si è passati da una situazione nei confronti di nessun contatto con la Russia a un contatto previsto e a buone prospettive che il dialogo riprenda su delle basi solide, tra l’altro mettendo in gioco l’Artico a quel punto il discorso diventa più interessante perché cerchiamo di inquadrare la questione.
La presenza in Ucraina e in Polonia eccetera eccetera da parte della NATO ci viene venduta come una difesa per la NATO e per gli Stati Uniti perché ci si avvicina la Russia e quindi è un maggiore deterrente, ma in Groenlandia in realtà la vicinanza è paragonabile ed è un luogo dove diventa più sensato concentrare una difesa perché è un posto dove gli americani veramente possono difendersi, è un territorio adiacente. La stessa neocon che abbiamo visto prima ci diceva che la Groenlandia è stata strumentale per impedire ai nazisti di sbarcare in America e per tenere sotto controllo i sovietici durante la guerra fredda, quindi effettivamente è una componente essenziale. Nel momento in cui gli americani sono ben difesi in Groenlandia probabilmente non avranno bisogno di avere basi in giro per il mondo, in particolare in Europa, di averne molto meno.
La prospettiva appunto è sganciarsi dalla NATO e perciò anche da un punto di vista dei russi la cosa può essere promettente perché nel momento in cui trovano una quadratura sull’Artico dove a quel punto gli americani consolidano anche la propria produzione di petrolio coinvolgendo i groenlandesi e integrandosi meglio con i canadesi dopo che hanno tolto di mezzo il governo demenziale che c’è stato finora e diventano una potenza, già oggi credo che siano il principale produttore di petrolio, ma diventano una potenza ancora più grande e quindi possono competere con la Russia ad armi pari in tal senso e possono esportare petrolio e gas naturale alla Cina se vogliono oppure venderlo all’Europa e soprattutto usarlo internamente, però si crea a questo punto un confronto tra giganti di tipo militare o di tipo economico che si aggiustano e si in qualche modo si mettono d’accordo per un quieto vivere nelle rispettive aree di influenza così che si cerca di fare un po’ meno di andare a fare gli affari a casa degli altri, questa è un po’ l’idea poi che si possa fare tutto a vedere perché non si cambiano 100 anni di politica in un giorno.
Però la politica, la direzione è una grossa novità se la osservate attentamente da un punto di vista geopolitico che ci riporta all’Ottocento, è un passo indietro però è in realtà un passo avanti perché riporta gli Stati Uniti alla condizione di essere una superpotenza che però non ha ambizioni di dominio globale e che quindi può partecipare al tavolo insieme agli altri cercando di proteggere il proprio territorio con i denti e con le unghie ma al tempo stesso di lasciare che gli altri abbiano loro sfera di influenza e che la controllino e la gestiscano senza andare a fare a punto guerra e stupide inutili in posti assurdi dove alla fine si bruciano risorse e si fanno girare soldi che vanno solo a beneficio dei politici corrotti, degli industriali corrotti e provocano tante vittime senza nessuno scopo. Quindi è una speranza per il futuro, è sicuramente una prospettiva interessante ed è un’iniziativa strategicamente importante era quello che volevo farvi capire in sostanza in questo video non è semplicemente una cosa campata per aria.
Trump dice tante baggianate come scritto in sposta a un recente commento e quando le dice o le ignoro oppure le comunico, le interpreto come tali in questo caso no, in questo caso con il suo stile aggressivo con il suo stile di gran cassa che in questo caso è perfettamente idoneo alla situazione sta portando avanti un discorso altamente strategico, un discorso che cambierà la situazione geopolitica del mondo e penso segni la campana finale per quello che è la NATO.
Roberto Mazzoni