La tela del ragno – parte 2 – Panama Papers – MN #303

Siamo alla seconda puntata del documentario “La tela del ragno”. Ho visto che la prima puntata ha sollecitato molti interessi e credo che questa seconda parte sarà ancora più interessante. Questo documentario si basa fondamentalmente sul rilascio di una serie di documenti chiamati “Panama Papers” che sono stati rilasciati nel 2016 a due giornalisti tedeschi di un giornale tedesco e che contenevano l’intera raccolta di documenti interni di uno studio legale panamense, Mossack Fonseca, specializzato nella creazione di compagnie di comodo e anonime offshore.

Quindi questo documentario, al di là del fatto che cita persone direttamente coinvolte oppure persone che hanno indagato a fondo sulla questione, viene corroborato e sostanziato e supportato da una quantità enorme di documenti, stiamo parlando di 11,5 milioni di documenti relativi a 214.000 compagnie offshore. Non è un’invenzione di fantasia, questa fuga di notizie è più grande di quella di Edward Snowden sull’NSA o più grande di qualsiasi altra fuga di notizie mai vista in precedenza. Tra l’altro in questi documenti rilasciati dall’interno di questa società, di questo studio legale, abbiamo documenti specifici, passaporti, ogni genere di evidenza che dimostra chi erano i proprietari, chi erano i beneficiari di questa società di comodo, i traffici tra queste società di comodo, le e-mail, i contratti, perciò non è una cosa superficiale.

Tra l’altro, questo enorme molo di documenti è stato fornito a un gruppo di giornalisti investigativi, c’è un’associazione di giornalisti investigativi che riunisce moltissime testate nel mondo, in 77 nazioni in questo caso e 350 giornalisti in Gran Bretagna, in Stati Uniti, in Germania e in 77 altre nazioni hanno partecipato all’analisi di questi documenti confrontandoli con documenti locali, con altre fonti, altri archivi, in modo da dare spessore a queste affermazioni. Perciò la presenza di questo impero, secondo impero britannico di natura finanziaria, legato direttamente al mondo della criminalità organizzata non è una favola, è una realtà e tra l’altro, come vedrete nel video, la componente illegale, quindi i vari traffici illegali di armi, di droga, di persone, il terrorismo, tutto questo genere di cose costituisce una parte importante del cosiddetto prodotto interno all’ordo delle varie nazioni.

In questo senso, cito giusto come riferimento per l’Italia, ma l’Italia è semplicemente una componente del tutto, l’Italia in questo contesto gioca un ruolo significativo nel traffico internazionale di cocaina, grazie alla sua posizione strategica e al coinvolgimento di potenti organizzazioni criminali nazionali, infatti l’Italia è uno snudo primario per la diffusione della cocaina che proviene da Sud America e che transita in tutta Europa e anche verso la Russia, quindi tutto quel tipo di mercato e naturalmente vede coinvolte Ndrangheta, Cosa Nostra e la Camorra, a loro volta connesse con altre organizzazioni criminali internazionali e questi enormi container di cocaina arrivano nei porti italiani e poi vengono distribuiti in tutta Europa e la gestione finanziaria avviene attraverso queste varie società di comodo, questi vari circuiti finanziari che sono poi collegati alle principali banche, quindi non è una cosa clandestina in quanto tale, sono diversi passaggi per poter fare il riciclaggio del denaro in modo che non si capisca esattamente qual è la fonte.

E poi nel percorso di questo special, ma rivedremo altre strutture, altre organizzazioni anche in Italia che hanno partecipato, che possono aver giocato un ruolo fondamentale in questo sistema. Tenete presente che l’Euro e l’Eurozona è nata come estensione del circuito dell’euro/dollaro, quindi doveva essere una specie di appendice che permettesse di partecipare alla festa dell’élite tedesca e europea più in generale e inoltre poteva anche essere un potenziale sostituto, vale a dire sostituire in parte il dollaro, l’euro/dollaro in questo genere di circuiti.

Di conseguenza la morte del circuito dell’euro/dollaro comporta inevitabilmente la morte del circuito dell’euro perché sono gemelli, quindi i gemelli tra l’altro siamesi, perciò quando avete due gemelli siamesi e sono attaccati e ne uccidete uno oppure anche semplicemente cercate di separarli, di solito muoiono entrambi. Questo giusto per darvi un po’ il contesto in cui stiamo lavorando e per farvi capire come c’è scritto chiaramente nella introduzione del libro che è presente ai risultati dei Panama Papers, questi traffici illegali della comunità organizzata non sono parte del sistema finanziario mondiale, sono il sistema finanziario mondiale, sono l’elemento centrale su cui tutto il resto gravita e ha avuto il suo centro primario per ragioni storiche e per ragioni anche di comodità perché comunque a questo circuito hanno partecipato tutti, compresi i cinesi, compresi gli oligarchi russi, compresi tutta una serie di personaggi che avevano interesse nella politica globalista.

Questa è la politica globalista spiegata in poche parole e di conseguenza l’impero stesso è stato rafforzato dalla collaborazione di personaggi privati e pubblici altamente corrotti nei vari paesi, in Africa in particolare anche o in America Latina, negli Stati Uniti, che hanno partecipato a questo grande progetto, che è tuttora in atto, ma che dal 2008 in avanti ha subito un grave colpo, un colpo mortale che non lo ha ucciso completamente, però lo ha ferito a morte, quindi il sistema sta languendo, sta morendo, si sta dissanguando, ha cercato tramite l’Eurozona di conquistare un pochino più di tempo, di ossigeno, la proiezione verso la Russia, l’Ucraina, la conquista dei territori russi, l’ultimo tentativo di sopravvivere e di conseguenza questa è una lotta per la sopravvivenza e quindi la guerra in Ucraina non potrà concludersi in modo pacifico a meno che ci siano dei fattori che trasformano completamente l’equazione. Bene, quindi fatto questo rapido preambolo vi presento la seconda parte del documentario, eccola.

La macchina della corruzione mondiale

[Narratore]

I Panama Papers sono una raccolta di fughe di notizie dallo studio legale offshore Mossack Fonseca. Mossack Fonseca è il quarto più grande studio legale offshore. Gli altri nove dei dieci maggiori studi legali offshore sono registrati nelle giurisdizioni britanniche oltremare.

Quando i paesi si lamentano con la Gran Bretagna per le attività che si svolgono nei suoi paradisi offshore, la Gran Bretagna afferma che questi luoghi sono indipendenti e che non c’è nulla che il governo britannico possa fare.

[John Christensen – economista investigativo]

Ho sentito più e più volte da funzionari a Berlino, a Parigi, a Washington e in altri paesi che il governo britannico ha detto loro che, sì, sono ben consapevoli di ciò che sta accadendo a Jersey e pensano che sia molto sfortunato, ma non hanno i poteri per intervenire. Beh, questa è semplicemente una bugia. Hanno tutto il potere di intervenire, semplicemente scelgono di non farlo.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

La Gran Bretagna gioca a questo tipo di gioco di dissimulazione, le fa comodo fingere che questi luoghi siano indipendenti. Alla fine della giornata, la Gran Bretagna nomina il governatore, nomina molte persone di alto livello che, in questi luoghi, sono responsabili delle relazioni estere e della difesa, e possono anche porre il veto alla legislazione proposta localmente. Quindi la Gran Bretagna ha un enorme grado di controllo. Fondamentalmente, controlla quei luoghi in tutto e per tutto, e concede loro solo un po’ di spazio politico.

[Narratore]

Durante il suo periodo come consigliere economico di Jersey, John Christensen si recò spesso a Londra per colloqui con vari dipartimenti del governo britannico.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

In qualità di consulente economico, ho avuto molti contatti con diversi dipartimenti. Tradizionalmente, i governi del Regno Unito hanno cercato di non interferire negli affari interni di luoghi come Jersey. Quindi la loro influenza si sviluppa in un modo più sottile. Ti capita di andare a parlare con qualcuno, vuoi del Ministero dell’Interno oppure del Tesoro, e ti dicono che, in realtà non sono particolarmente entusiasti di questa proposta di legge. E, davanti a una tazza di tè, ti sconsigliano di continuare su quella strada, il che è un segnale piuttosto forte. Ti stanno dicendo, torna sull’isola e riferisci che da Londra non vogliono che si faccia questa cosa.

[Narratore]

Il governo britannico preferisce non interferire apertamente. Al contrario, comunica i suoi desideri attraverso discussioni informali. Non c’è alcuna traccia cartacea o dichiarazione ufficiale. Le discussioni si svolgono a porte chiuse.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Il rapporto che questi luoghi remoti hanno con Londra è strettamente collegato con l’impostazione dell’establishment britannico e la comprensione reciproca delle persone. Voglio dire, chiunque sia britannico o conosca gli inglesi, sa che la comunicazione tra di noi è spesso molto sottile, e che bisogna riconoscere i codici quando le persone dicono determinate cose. Non si parla mai apertamente, c’è molta ironia e un sacco di linguaggio codificato, che sono proprio tipici del modo di operare dell’establishment britannico. La gente che vive qui capisce molto bene come funziona, e penso che lo stesso modello venga replicato nel rapporto della Gran Bretagna con i paradisi fiscali. Credo che ci sia molta comprensione di ciò che si può e non si può fare senza che nessuno debba effettivamente spiegarlo.

[Narratore]

Mantenendo nascosto il suo potere, la Gran Bretagna è in grado di affermare che queste giurisdizioni sono politicamente autonome.

[Giornalista]

L’indipendenza delle Cayman non è nell’agenda del governo. Questo è il messaggio che viene inviato al Comitato Speciale delle Nazioni Unite per la Decolonizzazione. L’avvocato Steve McField rappresenterà il governo alla riunione delle Nazioni Unite. Il comitato è stato istituito per aiutare le colonie di tutto il mondo sulla strada verso l’indipendenza. Ma Steve McField dice che chiarirà che le Cayman non sono pronte per questa transizione.

[Steve McField]

E il mio messaggio è che il Premier, il suo gabinetto, e il suo partito non hanno alcun mandato dal popolo delle Isole Cayman per cercare l’indipendenza. Questo è il messaggio che porterò alle Nazioni Unite.

[Narratore]

Quando le Bahamas dichiararono l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1967, i banchieri offshore si trasferirono alle Isole Cayman e continuarono la loro attività da quel posto.

Era il contatto con la Gran Bretagna che rassicurava i banchieri e i loro clienti che i loro soldi sarebbero stati al sicuro.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

L’appoggio britannico è ciò che ha permesso a questi luoghi di diventare altamente affidabili per l’industria dei servizi finanziari e della finanza offshore, e per tutte queste persone.

[Narratore]

In realtà, gran parte della ricchezza amministrata nei paradisi offshore della Gran Bretagna è controllata da Londra.

[John Christensen – economista investigativo]

La City di Londra, in generale, ama fare il suo lavoro sporco fuori da Londra. Potrebbe esserci, Dio non voglia, un regolatore che prenda davvero sul serio il proprio lavoro e inizi a perseguirli per frode a Londra. Quindi è meglio condurre le frodi offshore a Gibilterra oppure a Jersey, dove c’è molto meno rischio che venga avviato un procedimento giudiziario serio.

[Narratore]

Gli accordi sono spesso discussi e conclusi a Londra, ma poi vengono registrati offshore per scopi di evasione fiscale, di mancanza di trasparenza e di evasione normativa.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Le giurisdizioni offshore permettono alla City di fare affari sporchi, ma poi quando emerge uno scandalo, usano la scusa che tali giurisdizioni sono in qualche modo indipendenti, e che da Londra non possono fare niente, che sono paradisi fiscali che consentono questo tipo di attività, mentre la City si mantiene al di sopra di tutto e dichiara di non essere coinvolta in questo genere di cose. Si tratta di un rapporto incredibilmente conveniente.

[John Christensen – economista investigativo]

La City di Londra ha plasmato il modo in cui l’isola di Jersey, le isole Guernsey e i territori britannici d’oltremare si sono sviluppati nella forma di paradisi fiscali. Dal mio punto di vista, questi luoghi sono dei veri e propri Frankenstein che sono stati creati direttamente dalla City di Londra.

[Narratore]

Oggi il Regno Unito è il più grande fornitore mondiale di servizi finanziari internazionali.

[Alex Coham – direttore della Tax Justice Network – rete per la giustizia fiscale]

Il Regno Unito ha un ruolo quasi unico nel suo genere all’interno della finanza globale e, se si guardano i dati, il tipo di dati che abbiamo costruito nell’indice di segretezza finanziaria, si possono vedere le quote relative di ciascun paese nella fornitura globale di esportazioni di servizi finanziari, vale a dire di servizi finanziari ai non residenti. In base a tale analisi, abbiamo visto che ci sono solo due grandi centri, mentre tutto il resto è relativamente piccolo in confronto.

[Narratore]

I due grandi centri sono gli Stati Uniti, che detengono circa il 19 % del mercato globale, e il Regno Unito e le sue giurisdizioni offshore, che detengono circa il 25 % del mercato globale.

[Ronen Palan – professore di politica internazionale City University of London]

E se a questo si aggiungono altre giurisdizioni, ex colonie, che sono diventate indipendenti in tempi più recenti, o abbastanza recenti, allora si arriva a una cifra che sfiora il 40%. In questo elenco includerei Hong Kong, Singapore, e forse anche Dubai, Bahrein, e Cipro, E penso che questa cifra rappresenti in modo più veritiero la posizione di Londra nel mercato finanziario globale.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

I soldati se ne sono andati, e gli amministratori hanno abbandonato tutte le colonie, ma hanno mantenuto ancora un grado significativo di controllo sui flussi finanziari provenienti da queste precedenti componenti dell’impero e dal resto del mondo. Quindi si potrebbe descriverlo come un secondo impero, il secondo impero della Gran Bretagna, una sorta di impero finanziario nascosto, che si estende su gran parte del globo.

[Narratore]

Al tempo dell’Impero britannico, la City di Londra era il più grande centro finanziario globale del mondo. Non solo le colonie britanniche, ma anche i paesi indipendenti, facevano le loro operazioni bancarie a Londra e usavano la valuta dell’Impero per il commercio e per la finanza.

Con il declino dell’Impero, anche la City di Londra è declinata.

L’istituzione del mercato dell’eurodollaro di Londra ha permesso alle banche della City di Londra di continuare a sfruttare le loro reti e competenze acquisite durante l’era dell’Impero, e la creazione di giurisdizioni segrete ha dato alle banche l’accesso a grandi quantità di denaro a basso costo.

Le banche internazionali di tutto il mondo hanno aperto filiali a Londra e nelle giurisdizioni offshore della Gran Bretagna, per trarre vantaggio da questo nuovo sistema.

[Eva Joly Mep – vice-presidente del comitato per i Panama Papers]

Questo sistema si è sostituito alla precedente occupazione militare. Voglio dire, non saprei dire per la Francia, ma per quel che riguarda l’Inghilterra, fino al 1962, o più o meno in quel periodo, la vediamo presente fisicamente sia in India, per esempio, che in altre colonie. E quando si guarda ai flussi di denaro che passano attraverso i paradisi fiscali, vediamo che aumentano non appena i britannici si sono ritirati dalle colonie. Le potenze coloniali stanno ancora saccheggiando i paesi in via di sviluppo.

[Narratore]

Individui ricchi, criminalità organizzata e società per azioni hanno spostato la loro ricchezza all’estero, in cambio di segretezza e di nessuna tassazione. E quando i paesi di tutto il mondo hanno iniziato a deregolamentare e ad aprire le loro economie, è diventato sempre più facile farlo.

Oggi, circa la metà di tutta la ricchezza offshore globale può essere nascosta nelle giurisdizioni segrete della Gran Bretagna.

Uno dei perdenti è l’Africa, il cui capitale in fuga fluisce per lo più nella moderna ragnatela britannica.

[John Christensen – economista investigativo]

Penso che non sia una coincidenza che l’impero offshore della Gran Bretagna sia emerso più o meno nello stesso momento in cui è crollato l’impero ufficiale. Tendiamo a pensare all’Africa come a un enorme debitore netto nei confronti del resto del mondo, ma questa era l’entità dei loro debiti alla fine del 2008, 177 miliardi di dollari.

[Narratore]

Nel 2008 il debito delle nazioni dell’Africa subsahariana ammontava a 177 miliardi di dollari. Eppure, la ricchezza che le élite di questi paesi hanno spostato all’estero tra il 1970 e il 2008 è stimata in 944 miliardi di dollari, oltre cinque volte il loro debito estero.

[John Christensen – economista investigativo]

944 miliardi di dollari. Fate i vostri conti. Lungi dall’essere un debitore netto, l’Africa, l’Africa subsahariana, è un creditore netto nei confronti del resto del mondo.

[Narratore]

Mentre i capitali si spostavano all’estero, le nazioni africane prendevano in prestito denaro ad alto interesse dalle banche internazionali. Nel corso del tempo, questi debiti sono diventati così grandi che potrebbero non essere mai ripagati. Le giurisdizioni segrete hanno affamato le nazioni in via di sviluppo rubando la loro ricchezza e le loro entrate fiscali.

Speaker 7

Per molto tempo, molti paesi in via di sviluppo, tra cui recentemente l’Ecuador, hanno cercato di istituire un organismo fiscale delle Nazioni Unite, che avesse un valore superiore rispetto a quello attuale, che è il Comitato fiscale delle Nazioni Unite, e ogni volta che si è tentato di farlo, è stato bloccato. Durante il processo di finanziamento per lo sviluppo ad Addis Abeba, l’anno scorso, penso che siano stati il Regno Unito e gli Stati Uniti a bloccare nuovamente i tentativi di istituire l’Organizzazione fiscale mondiale. Per quale motivo non dovrebbero voler avere un processo decisionale democratico nelle decisioni globali su come le tasse vengono riscosse oltre confine? Non lo capisco. Finché avremo attività transfrontaliere che coinvolgono sia attività criminali che legali, finché non saremo in grado di separare le due cose, questo continuerà a essere un problema.

[Narratore]

Le nazioni occidentali bloccano i tentativi di fornire una maggiore trasparenza dei flussi finanziari internazionali e l’attuazione di standard globali per la riscossione delle tasse oltre confine, mentre le élite dei paesi in via di sviluppo utilizzano i centri offshore per nascondere le loro ricchezze all’estero.

[Eva Joly Mep – vice-presidente del comitato per i Panama Papers]

Il petrolio del Gabon non ha giovato alla popolazione del Gabon. E questo vale per il rame in Zambia, per l’oro in Mozambico oppure in Mali. Hanno beneficiato le aziende che li estraggono e i loro azionisti. Hanno beneficiato le élite corrotte di questi paesi.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Nei paesi in via di sviluppo, il sistema offshore dei paradisi fiscali ha facilitato il saccheggio di questi stessi paesi da parte delle loro élite. Ha permesso loro di rubare i soldi e tenerli al sicuro da qualche altra parte.

[John Christensen – economista investigativo]

Questi flussi finanziari sono illeciti, perché incentivati dall’anonimato che li guida. Tale anonimato incentiva le persone in posizioni di potere ad essere corrotte.

Speaker 2

Questo è il motivo per cui c’è un gruppo di paesi in cui il progresso dello sviluppo è così difficile. Il motivo è che gli incentivi degli individui e la capacità di perseguirli attraverso tutti i meccanismi che sono alla base dei flussi illeciti, superano in importanza e dimensioni il tipo di meccanismi che porterebbero invece alla formazione di uno stato potente, rappresentativo ed efficace, che possa iniziare a perseguire reali politiche di sviluppo.

[Narratore]

In tutto il mondo, i paesi in via di sviluppo perdono oltre un trilione di dollari ogni anno nella forma di fuga di capitali ed evasione fiscale. La maggior parte di tale ricchezza fluisce nelle grandi nazioni occidentali, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, e consente alle loro valute di rimanere forti, mentre le valute delle nazioni in via di sviluppo rimangono deboli.

Ma i flussi illeciti verso le nazioni occidentali hanno avuto anche un altro effetto collaterale inaspettato. Le economie degli Stati Uniti e della Gran Bretagna hanno iniziato a trasformarsi in poli finanziari. Le origini di questa trasformazione, e della relativa deindustrializzazione, risalgono agli anni ’60.

Speaker 5

Manifestanti contro la guerra protestano contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam, organizzando marce di massa, raduni e manifestazioni. Il presidente Johnson ha fatto sapere che l’FBI sta osservando da vicino tutte le attività contro la guerra.

[Narratore]

Negli anni ’60, l’economista statunitense Michael Hudson lavorava alla Chase Manhattan Bank di Wall Street. Si occupava dell’analisi della bilancia dei pagamenti per conto di Chase.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Durante gli anni ’60, il deficit della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti era interamente il risultato delle spese militari estere. I dollari uscivano dagli Stati Uniti a causa del costo della guerra del Vietnam. Gli Stati Uniti tentarono di impedire che i dollari che fluivano in Vietnam fossero depositati in banche straniere. Il governo chiese a Chase di aprire una filiale a Saigon, durante la guerra del Vietnam. Come potete immaginare, quella filiale non aveva finestre. Era una specie di fortezza. Era un’attività in perdita, ma il governo si è rivolto alla Chase perché ha capito che, se non avesse recuperato i soldi che i militari buttavano al vento in Vietnam, quel denaro sarebbe finito nelle banche francesi. Sarebbe finito nelle casse del generale De Gaulle, e sapete cosa avrebbe fatto ogni mese? Avrebbe voluto convertirlo in oro. Ecco cosa gli Stati Uniti cercavano di impedire.

[Narratore]

Gli Stati Uniti non riuscirono a fermare il deflusso di denaro, così iniziarono a covare un piano diverso. Nel 1967, Michael Hudson ha ricevuto un promemoria da un ex dipendente del Dipartimento di Stato.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Nel 1967 un ex impiegato del Dipartimento di Stato, nell’ascensore della Chase Manhattan, mi diede un promemoria del Dipartimento di Stato che sollecitava la Chase Manhattan a prendere l’iniziativa nell’aiutare gli Stati Uniti a diventare la Svizzera del mondo, cioè il posto dove sarebbe affluito tutto il capitale in fuga dalle altre nazioni. Il Dipartimento di Stato, attraverso Chase, mi ha chiesto di stimare quanti soldi sarebbero stati disponibili se l’America fosse diventata la nuova Svizzera, e come avrebbero potuto farlo. Il piano consisteva nell’organizzare centri bancari offshore, nei Caraibi e altrove, in modo che il denaro scottante non sarebbe arrivato direttamente a Chase, perché non sarebbe stato piacevole a vedersi e tanto meno legale. Quello che è successo è che i criminali latinoamericani, molti altri criminali, i trafficanti della droga, e ogni sorta di criminalità organizzata, hanno messo i loro soldi nelle banche offshore dei Caraibi, e queste banche offshore hanno poi depositato l’afflusso di denaro nella sede centrale che si trovava negli Stati Uniti.

[Narratore]

Spostando negli Stati Uniti i dollari che affluivano offshore, gli Stati Uniti sono stati in grado di fermare il deflusso di dollari e di sostenere il valore della loro valuta.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Ogni paese guarda al suo tasso di cambio, e il tasso di cambio estero non è solo derivato dalle importazioni e dalle esportazioni, ma anche dai movimenti di capitale. E se si guardano i fondi monetari internazionali, le statistiche finanziarie mensili internazionali, si nota una sorta di bilancia commerciale stabile, dove gli immigrati generano un flusso costante di denaro che va nei loro paesi di origine. Ciò che sale e scende in valore sono gli errori e le omissioni. Ciò che le Nazioni Unite e il Fondo Monetario Internazionale chiamano errori e omissioni, sono, in realtà, fughe di capitali. E il motivo per cui omettono di esaminare queste cifre è perché, a loro, non piace che qualcuno ci metta il naso. Negli anni ’30, Ray Ovid Hall, economista per il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, voleva includere nelle statistiche della bilancia dei pagamenti anche i movimenti di natura criminale, e il Congresso si infuriò molto. Mi è stato detto che l’argomento usato a Washington era che siamo un paese cristiano e quindi non vogliamo denunciare il crimine. Non vogliono che nessuno ci metta il naso e proibiscono di includere il denaro di origine criminale nella bilancia dei pagamenti. E immagino che, nel tempo, abbiano deciso di classificarlo come errori e omissioni, anziché con il nome corretto di afflusso e deflusso di denaro proveniente dalla criminalità organizzata.

[Narratore]

Negli anni ’60 e ’70, la Gran Bretagna si trovò di fronte a un dilemma simile a quello degli Stati Uniti. Il denaro stava uscendo e questo faceva diminuire il valore della sterlina. La Gran Bretagna si rese conto che anche lei poteva sostenere il valore della sua valuta aprendo i suoi mercati interni ai trilioni di dollari che passavano attraverso i suoi paradisi offshore. Ma proprio come negli Stati Uniti, questo ha avuto un effetto collaterale inaspettato.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Le banche britanniche oggi, proprio come nel diciannovesimo secolo, non investono i loro soldi nell’industria britannica. Hanno investito i loro soldi nella speculazione immobiliare, nella speculazione finanziaria, nel commercio di valuta estera. quindi la trasformazione di Londra in un polo finanziario ha contribuito a deindustrializzare il paese, perché ha permesso alla sterlina di essere sostenuta da questo enorme afflusso di denaro scottante, questo afflusso di denaro che veniva dallo spaccio di droga, dalla criminalità organizzata, e dall’evasione fiscale in tutto il mondo, che arriva a Londra invece di andare in Svizzera, nel Liechtenstein oppure invece di restare nei Caraibi.

[Narratore]

Con il silenzioso sostegno degli Stati Uniti, i paradisi offshore della Gran Bretagna crebbero rapidamente. E in poco tempo, il sistema offshore si è sviluppato fino a diventare il mercato finanziario internazionale dominante al mondo.

Pochi erano a conoscenza di come funzionasse questo mercato. Nel 1986, l’economista John Christensen andò nei territori offshore al fine di indagare. Fece domanda per una posizione presso l’ufficio di Jersey di una delle principali società di contabilità del mondo.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Lavoravo presso la Deloitte & Touche in quella che viene chiamata amministrazione di società e trust, che svolge le classiche attività che vengono compiute offshore. Sono andato in una giurisdizione offshore appositamente per lavorare in quell’area, perché è lì che tratti con le società offshore, le società di comodo, i trust offshore, e ti occupi della loro amministrazione. In questo modo, lavorando all’interno di una grande società di contabilità globale, ho potuto vedere esattamente cosa facevano i clienti. Ho avuto accesso completo a tutti i file dei clienti e, nel corso del mio periodo di lavoro con Deloitte & Touche, ho indagato su oltre un centinaio di loro clienti offshore e questo è ciò che ho trovato. Ho trovato casi di insider trading, manipolazione del mercato, conflitti di interesse non dichiarati, commercio illecito di armi, donazioni illecite per campagne politiche, tangenti contrattuali, pura e semplice corruzione, fatturazione fraudolenta, prezzi manipolati e, in generale, varie forme di evasione fiscale. Questo è ciò che i clienti stavano facendo. Sulla base di un campione di clienti che ho esaminato, nemmeno un singolo cliente era coinvolto in quella che considererei un’attività genuinamente legittima. Erano tutti coinvolti in qualche forma di evasione fiscale oppure attività anche peggiori.

[Eva Joly Mep – vice-presidente del comitato per i Panama Papers]

Ho incontrato Carl Levin. Era un senatore americano.

E fece molte ricerche sul private banking, facendo domande ai banchieri. Gli poneva la seguente domanda: “Quale pensi sia la percentuale tra i tuoi clienti che utilizzano queste aziende per scopi legittimi?” E la risposta è stata: “Credo che il 99,9% dei miei clienti stia utilizzando queste aziende per scopi illeciti”.

Questa è una realtà. Queste sono le parole dei banchieri americani che ci dicono quello che stanno facendo. E succede esattamente la stessa cosa con i banchieri britannici che aiutano i loro clienti ad aprire conti a Panama oppure alle Bermuda oppure alle Isole Cayman.

[Narratore]

Le giurisdizioni segrete sono ampiamente utilizzate per attività finanziarie fraudolente e attività che si collocano in una zona grigia dove la segretezza non è solo auspicabile, ma una necessità.

L’attività finanziaria legittima non ha bisogno della segretezza offerta dai paradisi offshore, né del desiderio di pagare le alte commissioni addebitate dalle banche e gli studi legali offshore.

Oggi, quasi la metà delle giurisdizioni segrete del mondo sono territori che dipendono dalla Gran Bretagna. In pubblico, queste giurisdizioni affermano di essere trasparenti e che i loro settori dei servizi finanziari sono impegnati in attività finanziarie legittime.

[Bob Richards – ministro delle finanze delle Bermuda]

La nostra economia non si basa sulla segretezza, ma sulla trasparenza. Si basa su un solido contesto normativo. Si basa sul buon governo e sulla buona gestione, in linea con il sistema legale del governo britannico. Questo è ciò su cui si basano le nostre istituzioni finanziarie.

[Giornalista]

Bene, stasera abbiamo una risposta dal capo di Cayman Finance dopo che un gruppo di attivisti antievasione fiscale, con sede negli Stati Uniti, ha annunciato l’intenzione di venire alle Cayman per attirare l’attenzione su ciò che ritengono essere un’evasione fiscale da parte delle società per azioni. Il responsabile delle finanze, Richard Coles, dice che offre il suo benvenuto al gruppo e che il nostro settore finanziario non ha nulla da nascondere.

[Richard Coles]

Direi che, se qualcuno vuole venire alle Cayman per scoprire cosa sta succedendo, cosa facciamo qui, è benvenuto.

Non abbiamo segreti.

La morte dell’eurodollaro

Bene, questo documentario ci spiega che l’effetto collaterale di questo sistema è di svuotare le nazioni che lo ospitano, la Gran Bretagna che è stata svuotata della sua potenza industriale, la Germania che ormai vediamo si sta estinguendo come potenza industriale in questi mesi, gli Stati Uniti, è un fattore tuttavia che non era inaspettato, non era un effetto imprevisto, un analista economico americano, Triffin, aveva descritto molto bene questa dinamica durante un’udienza parlamentare negli Stati Uniti negli anni ’60, definendo quello che è il dilemma di Triffin.

Il dilemma di Triffin ci dice, in modo molto semplice, che qualora una nazione fornisca la propria valuta a uso di tutti gli altri affinché gli altri la possano usare per commerciare tra di loro e quindi diventi la moneta di scambio internazionale, cosa che oggi è il dollaro, l’eurodollaro più precisamente, oppure che diventi la forma di risparmio comune per tutti gli altri, quindi la moneta di riserva internazionale che adesso è il dollaro, quindi i titoli di Stato americani, che sono due cose diverse, quindi i titoli di Stato americani vengono emessi dal governo americano e sostenuti dalla Fed Reserve con l’emissione di dollari corrispondenti. Il dollaro invece in circolazione, la stragrande maggioranza di dollari in circolazione, quindi la moneta di scambio, non viene emessa negli Stati Uniti, non è sotto controllo dalla Fed Reserve, viene generata dal circuito dell’euro dollaro in maniera clandestina, cioè sono dollari prodotti dalle banche private, non sono generati da uno Stato.

Quindi nel momento in cui una nazione abbia questo tipo di funzione, questa nazione dovrà esportare i propri posti di lavoro e importare merci dagli altri, perché esportando dollari, l’unico modo in cui gli altri possono compensare questo flusso esterno di dollari è inviare merci, merci che a quel punto costano meno rispetto a quelle prodotte internamente, perché questi dollari vengono prodotti dal niente, non costano nulla, semplicemente non è neanche più necessario far girare la macchina a stampa, basta digitare delle cifre su un computer.

Il dilemma di Triffin prevede che via via le nazioni che fanno parte di questi sistemi, il dollaro, l’euro dollaro, l’euro, vengono spolpate delle proprie capacità industriali che devono essere trasferite altrove, in altre nazioni come la Cina, piuttosto che il Vietnam, l’India e via, che producono per conto di queste nazioni. È un impianto anche molto compatibile con quello che potrebbe essere un sistema neocolonialista finanziario, è in effetti esattamente quello che è. Però, come vedete, l’elemento chiave è che le nazioni che ospitano questo sistema e che in teoria sarebbero avvantaggiate perché possono avere gratis cose che non devono produrre proprio interno, finiscono per distruggere la propria capacità di produzione interna, creano enormi strutture di assistenza sociale, una massa di persone che non è più in grado di fare niente perché dipende dallo Stato per qualsiasi cosa. E questo, se vogliamo, è abbastanza la situazione del regime occidentale, con l’aggiunta complicazione del fatto che questo tipo di regimi, non potendo più avere competitività, non avendo più uno scopo preciso nella vita, poi producono anche una fortissima distorsione morale, che poi deriva anche dal fatto che le regole vengono stabilite dalla criminalità organizzata.

Quindi, se notate inoltre, come ho descritto molto bene nel video, questo tipo di ambiente ha un regime di omertà molto simile a quello della mafia o della criminalità organizzata. Le cose non vengono dette in modo esplicito, si lasciano capire, non c’è bisogno di parlare. Questo vale anche per i mass media. Nei mass media non c’è nessuno che viene a dire “guarda che non devi parlare di questo” o “guarda che devi parlare di quell’altro”. La gente viene preparata mentalmente e selezionata in anticipo con l’idea che già da sola sa di cosa non deve parlare, di cosa deve parlare, perché fa parte del contratto non scritto, dell’accordo implicito.

Se vuoi tenere il tuo lavoro devi fare questo, se non vuoi essere attaccato pubblicamente devi fare quello, se vuoi mantenere la tua privacy, non finire in galera. Questi possono essere gli elementi di pressione, tu sai che cosa devi dire e cosa non devi dire. E questo fa parte dell’impianto. In più aggiunge la componente di plausibile negazione, “plausible deniability”, che è l’elemento centrale dei servizi di intelligence, la CIA, l’M6, quindi l’M6, il servizio segreto britannico, il Mossad, eccetera. Tutto quello che fanno deve essere negabile, devono poter negare il fatto che l’hanno fatto loro e attribuirne le responsabilità a qualcun altro e in particolare devono essere in grado di negare la responsabilità diretta del governo che partecipa a questo tipo di attività. Questo rende un pochino più complicato naturalmente comprendere la situazione e capire la vera origine delle cose, ma poi non è così difficile, una volta che uno ha capito le regole del gioco riesce anche a seguirle con maggiore precisione, con maggiori risultati. Un’altra cosa che avrete notato in questo video è che ci dice che nel circuito dell’euro dollaro, in questo grande sistema clandestino di banche parallele che producono la gran parte dei soldi che vengono generati nel mondo, magari i soldi che avete ricevuto per il vostro mutuo vengono da lì, perché poi un attimo convertire dall’euro dollaro all’euro è sempre la stessa minestra e non è questo il motivo per cui nessuno può andare a ispezionare i conti della banca centrale europea piuttosto che la Banca dei regolamenti internazionali piuttosto che della banca d’Inghilterra.

Noi quando andiamo a vedere questo vediamo che il sistema britannico occupa circa il 40% del totale, mentre invece gli Stati Uniti e Wall Street occupano circa il 20%, non saprei dirvi qual è la componente europea dell’eurozona, però credo che sia comunque meno di quella dei britannici che hanno inventato il sistema al primo, l’hanno lanciato e quindi hanno accolto gli altri partecipanti portandoli a Londra, perché comunque il sistema viene gestito dalla City di Londra, quello è il punto nevralgico, dopodiché ha propaggini in tutto il mondo, a Singapore piuttosto che a Wall Street, piuttosto che a Francoforte, piuttosto che a Hong Kong e via dicendo. I cinesi e i giapponesi hanno loro componenti importanti, il Giappone ha un ruolo determinante nel sistema, per cui abbiamo altri pezzi del mosaico che ci portano al 100%, però il capobanda è nella City di Londra al momento.

E quello che vediamo è in ogni caso una frattura all’interno del sistema, vale a dire come succede spesso nelle organizzazioni di tipo criminale, a un certo punto litigano tra loro e c’è qualcun altro che vuole diventare il nuovo capo, oppure c’è qualcuno che non vuole stare più al gioco e decide di diventare indipendente e a quel punto di solito quando avvengono queste cose si trasformano in una guerra aperta, in un confronto militare sul territorio. Quindi vediamo quello che sta succedendo, credo che già da questa seconda puntata avrete capito qualcosa in più, nelle prossime puntate vedremo di approfondire ancora e vi invito naturalmente a rifletterci e magari a sentire il video più di una volta.

Roberto Mazzoni

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