La tela del ragno – parte 3 – le isole del tesoro – MN #308

A volte ricerca della verità è lunga e richiede molto lavoro ed è anche per questo che in questo periodo sto facendo più video del solito, essendo un periodo delicato come abbiamo capito, anche perché voglio svolgere il mio ruolo cercando di contribuire alla comprensione e cercando di divulgare quelle informazioni che ritengo più importanti e lo faccio anche grazie al vostro contributo. Naturalmente è di tutti coloro che o mi apprezzano in termini di sostegno personale o anche con delle donazioni che sono sempre benvenute. Siamo alla terza puntata della serie dedicata alla Terra del Ragno, quindi al grande circuito finanziario che oggi costituisce di fatto l’impianto centrale su cui si regge l’intero mondo economico su cui noi giriamo. Tenete presente che questo circuito che ha base sostanzialmente all’interno dei paradisi fiscali è il mercato dove vengono acquistati e venduti, se non sbaglio, l’80% dei titoli di Stato.

Quindi di lì passano gli acquisti che poi andranno a finanziare i vari governi e questo, come si capisce facilmente, ha un effetto molto profondo sui politici i quali dipendono da questi finanziamenti per far funzionare i loro governi, per portare avanti i progetti che hanno promesso di realizzare ai propri lettori, ma soprattutto per poi alimentare la propria clientela, quindi le industrie, i donatori e tutto l’insieme che gira intorno alla politica moderna. E questo è un sistema globale, quindi coinvolge tutte le varie nazioni, visto che è il sistema che genera la gran parte di dollari in circolazione, che genera quindi la gran parte degli euro in circolazione e che genera anche gran parte delle altre valute che sono collegate al dollaro o comunque ne consente la generazione, visto che sono tra loro interconnesse.

Questo sistema tra l’altro abbiamo scoperto è anche il punto centrale dove converge gran parte dell’attività delle multinazionali, che sono multinazionali apposta perché vogliono cercare di evitare in tutti i modi di pagare le tasse e quindi spostano i profitti in quelle nazioni dove le tasse non esistono o dove sono minime e dove c’è un limitato controllo da parte del governo in termini di contabilità, in termini di segretezza su chi sono i proprietari di queste varie compagnie di comodo e su quello che fanno in buona sostanza. Sempre in questo circuito, come se fossero due binari paralleli della stessa ferrovia, c’è anche tutto il traffico della criminalità organizzata che quindi è fuso nel sistema ed è sostanzialmente inscindibile.

Chi opera nei paradisi fiscali

Di conseguenza in questi paradisi fiscali vediamo convergere le grandi multinazionali, i ricchi del mondo, le élite, i politici naturalmente, la criminalità organizzata, quindi grandi criminali, il traffico di droga, il traffico di persone, il traffico d’armi, il terrorismo, tutto quello che viene alimentato da la criminalità organizzata oppure dai servizi segreti e dalle agenzie di intelligence, più naturalmente il sistema bancario che fa su questo mondo il proprio perno perché loro volta le banche non vogliono pagare le tasse nelle nazioni in cui operano per cui cercano di trasferire i profitti in questi paradisi fiscali mentre trasferiscono i costi nelle nazioni in cui operano in modo che vengono pagati dal contribuente e alla fine quello che noi vediamo è che la tassa sul reddito, le tasse che noi paghiamo, sono più che altro un sistema per mantenere questo sistema clientelare in vita.

Ma sono più che altro un sistema di controllo nei nostri confronti visto che gran parte del denaro lo rigenerano comunque in altro modo da zero all’interno del sistema bancario e all’interno di questo sistema bancario parallelo che è molto più grande del sistema bancario che noi vediamo e che lo governa, lo controlla e lo alimenta. Bene, nel video precedente abbiamo parlato dei Panama Papers, si tratta di documenti che sono usciti da uno studio legale di Panama, lo studio Mossack Monseca.

Sono stati trafugati da una fonte anonima nel 2015 che li ha trasferiti a due giornalisti tedeschi i quali hanno poi coinvolto altri 350 giornalisti in parecchi paesi del mondo, 80 paesi in totale, tra cui la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania. Parliamo di 11,5 milioni di documenti relativi a 214.000 compagnie offshore il cui contenuto è stato poi riscontrato da tutti questi giornalisti rispetto a documenti disponibili localmente nei vari governi in modo da corroborarne la validità e confermare che si trattava ai documenti reali. Allo stesso giornale tedesco nel 2017, quindi dopo lo scandalo Panama Papers che è esploso nel 2016 perché i giornalisti che hanno ricevuto questo prima infornato i documenti ci hanno messo un anno a elaborarli e a trovare i documenti collaterali, quindi un anno dopo nel 2017 sono stati resi disponibili 13,4 milioni di documenti, quindi molto di più, provenienti sempre da studi legali offshore, in questo caso denominati Paradise Papers, in cui veniva attaccato particolarmente Donald Trump attraverso alcuni dei suoi donatori, quindi hanno fatto un circuito per mettere in evidenza alcune persone che gravitavano intorno al mondo di Trump.

E andando invece indietro, quindi abbiamo 2015 rilascio dei documenti dei Panama Papers, 2016 rilascio dei libri relativi ai Panama Papers, 2017 rilascio i documenti relativi ai Paradise Papers con altri libri o altri documenti generati di conseguenza, nel 2013 andando un pochino indietro erano stati trafugati altro 2,5 milioni di file relativi a più di 120.000 società offshore collegate a 170 nazioni diverse, tutte e tre queste fughe hanno interessato un’associazione appunti di giornalisti, si chiama Consortium of International Investigative Journalists, Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, che riunisce 250 giornalisti in tutto il mondo e che ha base a Washington e che quindi è sospetto. Ok, quindi l’impressione come ne sono fatto io e non ho modo di dimostrarlo, però analizzando i libri pubblicati sui Panama Papers, guardando le persone che sono state prese di mira, guardando le persone che hanno evitato invece di menzionare e soprattutto i paradisi fiscali che hanno evitato di menzionare, mi sono fatto il convincimento che questo International Consortium of Investigative Journalists sia in realtà un’organizzazione della CIA.

Limited hangout contro i politici che deviano dalle direttive del “partito”

Perché questo? Perché innanzitutto io sono un giornalista, sono giornalista da tanti anni, professionista, ho lavorato nell’editoria e so che se c’è una cosa vera nel giornalismo è che tutti i giornalisti sono in competizione tra loro. È quasi impossibile che un gruppo di 300 giornalisti o 200 giornalisti, quello che volete, collaborino tra loro in un progetto congiunto. Non ha senso. Può capitare che magari due giornalisti che sono particolarmente amici, che trovano utile collaborare in un’inchiesta, facciano un progetto insieme, però di solito si tratta di un progetto abbastanza circoscritto, non un anno di lavoro e in ogni caso si possono avere contatti, possono scambiarsi opinioni con altri giornalisti, ma non fanno parte di un consorzio o non fanno parte di un progetto coordinato. Se poi andiamo a vedere il “Süddeutsche Zeitung”, e la pronuncia tedesca sarà orribile, comunque, il Quotidiano Tedesco Bavarese, a cui i documenti dei Panama Papers e poi i successivi documenti dei Paradise Papers sono stati inviati, scopriamo che è stato fondato nel 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ed è stato il primo e unico all’epoca giornale tedesco autorizzato dall’amministrazione militare americana in Baviera.

È uno dei giornali autorevoli più letti in Germania e anche un’edizione internazionale inglese. E quando guardiamo il contenuto di questo giornale, le loro attività, e quando soprattutto guardiamo il contenuto di questo consorzio di giornalisti, scopriamo che i temi coperti sono quelli particolarmente cari alla CIA oppure all’MI6, al servizio segreto britannico. Quindi è chiaro, secondo me, che i Panama Papers rappresentano un chiaro esempio di “limited hangout”. “Limited hangout” vuol dire esporre qualcosa parzialmente, come mettere un’esca che vi adesca, vi attira, ma non vi fa vedere tutto il resto, nonostante un pezzettino. E i Panama Papers rientrano in questa definizione.

Quindi un “limited hangout” contiene informazioni di solito corrette, valide, e in effetti in questo caso vediamo che le informazioni poi sono corroborate da varie evidenze e perciò comunque è una base interessante ed è una base valida per avere un’idea della dimensione del fondamento. Però dobbiamo renderci conto che si tratta di una porzione piccolissima, ci vogliono far vedere soltanto qualcosa nascondendo qualcos’altro. E in particolare quando andiamo a vedere le persone menzionate scopriamo che i Panama Papers o i Paradise Papers evitano accuratamente di menzionare gli architetti del sistema. La Gran Bretagna innanzitutto che gestisce il sistema o che ha gestito il sistema complessivo finora, gli Stati Uniti che vi hanno partecipato attivamente, insieme alla Francia ed altri paesi europei. Infatti i Panama Papers in particolare attaccano indirettamente, quindi attraverso persone che in qualche modo sarebbero associate e potenzialmente collegate, magari hanno dei rapporti di amicizia o hanno avuto rapporti amicizia oppure hanno rapporti di parentela più o meno labili, attaccano Vladimir Putin, Xi Jinping, Bashar al-Assad, il presidente della Siria, Gheddafi ormai che non è più con noi, un grande calciatore argentino Lionel Messi, probabilmente per fare un po’ di varietà.

E poi molto interessante il presidente ucraino Petro Poroshenko che era diventato presidente dell’Ucraina dopo il colpo di stato del 2014 e che al momento del rilascio di Panama Papers era ancora in carica ma aveva appena perso la prima guerra nei confronti delle truppe ribelli del Donbass che avevano accerchiato e sconfitto l’esercito ucraino costringendo la resa nel 2015.

Quindi in realtà la guerra in Ucraina che è in corso adesso non è la prima è la seconda e all’epoca avevano vinto i ribelli se vogliamo del Donbass, quindi le truppe alternative all’esercito regolare e fu proprio allora che Petro Poroshenko fu appunto bastonato di Panama Papers per aver perso la guerra mettendo in evidenza il fatto che avesse dei conti naturalmente presso questi paradisi fiscali quindi fosse coinvolto in qualche tipo di operazione non propriamente pulita e nello stesso periodo vennero siglati i famosi accordi di Minsk con cui Francia e Germania garanti e l’Ucraina e il governo ucraino come protagonista si accordarono con la Russia per garantire una serie di protezioni alle popolazioni di lingua russa all’interno dell’Ucraina soprattutto l’Ucraina dell’est dove appunto c’erano i ribelli.

Naturalmente quel periodo fu usato per riarmare l’esercito ucraino e poi prepararsi a un attacco militare che sarebbe dovuto scoccare alla fine del 2020 inizio 2021 ed è stato anticipato dalla famosa operazione militare speciale ma vediamo comunque che Poroshenko nel 2019 ormai ferito dall’attacco dei Panama Papers e da tutta la propaganda contro di lui preparata dagli stessi che l’avranno messo al potere col gruppo di stato nel 2014 perse le elezioni nei confronti di Volodemyr Zelensky e quindi da lì in avanti sappiamo come è andata a finire.

La Germania nel mirino

Negli stessi Panama Papers troviamo molte banche tedesche, la società tedesca Siemens, altri personaggi medio orientali e quindi vediamo che incomincia una certa pressione sulla Germania probabilmente per convincerla a stare al gioco in una serie di attività che sarebbero proseguite e che credo che abbiano avuto il loro sviluppo completo negli ultimi due tre anni e poi abbiamo altri politici che sono stati presi di mira specificamente affondati dalla pubblicazione di Panama Papers. Il primo di questi è il ministro Sigmundur Gunnlaugsson dell’Islanda che era stato eletto nel 2013 con la promessa di cancellare i debiti dei propri cittadini e appianare il debito nazionale. Se vi ricordate nel 2010 i cittadini islandesi avevano votato al 93% contro il rimborso dei debiti che l’Islanda aveva nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e che erano stati creati dopo la grande crisi finanziaria del 2008. In quell’anno quindi il Fondo Monetario Internazionale aveva congelato i fondi all’Islanda mentre il governo islandese aveva lanciato un’indagine penale sui responsabili della crisi finanziaria all’interno dell’Islanda.

Sigmundur Gunnlaugsson fu eletto sull’onda della furia popolare nei confronti dei banchieri e condusse una campagna elettorale opponendosi al salvataggio delle banche da parte del governo ma fu costretto naturalmente a dimettersi proprio dopo la pubblicazione dei Panama Papers dove si evidenziava che lui stesso faceva parte del sistema. Un altro politico occidentale che fu tolto temporaneamente di mezzo e che vedremo nel video che segue fu il primo ministro britannico David Cameron. Cameron aveva avuto un ruolo centrale nella Brexit autorizzando il referendum sull’abbandono dell’Unione Europea da parte della Gran Bretagna nel 2016 e aveva cavalcato l’onda dell’euroscetticismo in Gran Bretagna. I Panama Papers in effetti contengono molte informazioni su di lui e su suo padre che era stato molto attivo nell’attività offshore come vedremo tra poco e tutto questo va costretto Cameron a dimettersi della posizione di primo ministro. L’abbiamo visto rientrare nei ranghi recentemente, è stato nominato a sorpresa ministro degli esteri recentemente ed è ora uno dei più strenui sostenitori della guerra in Ucraina e lo scorso aprile sono vado errato e persino andato a Mara Lago nel vano e umiliante tentativo di cominciare Donald Trump a continuare la guerra in Ucraina.

Però la cosa interessante è che i Panama Papers ci spiegano anche che uno dei due fondatori dello studio Mossack Fonseca, il tedesco Jürgen Mossack, era figlio di un nazista, Erhard Mossack, che era diventato membro dell’SS all’età di 18 anni ed era stato trasferito nel novembre del 1942 alla divisione SS Tokenkopf, la divisione degli SS che aveva il Teschio e le rosse incrociate. E dopo la guerra era diventato una risorsa della CIA con connessioni anche con il servizio segreto tedesco. Quindi l’affondamento di Mossack Fonseca come studio regale è anche una bordata contro il servizio segreto tedesco, la Germania in generale, le origini naziste e tutto il resto. Quindi quello che volevo farvi capire è che i Panama Papers forniscono informazioni reali, ma limitate a Panama come paradiso fiscale evitando il circuito britannico, che fa invece perno sui Caraibi e su alcune isole nella Manica, come l’isola di Jersey, l’isola di Maine, l’isola di Guangxi e su Gibraltar, Cipro e Hong Kong.

E inoltre pone l’accento sia i Panama Papers che i Paradise Papers su alcune aziende che si vogliono punire in particolare. E tutto questo serve a distrarre l’opinione pubblica da tutto il resto che è molto più grande, molto più vasto e serve anche a dare un messaggio a tutti coloro che magari potrebbero avere anche lontanamente l’idea di poter denunciare quello che succede o di staccarsi anche parzialmente rispetto ai dettami che arrivano dal sistema. E inoltre ha un altro beneficio importantissimo che mettendo in evidenza che esistono queste atrocità, se vogliamo, si spingono poi leggi contro il riciclaggio del denaro sporco, contro l’evasione fiscale, che vanno unicamente a penalizzare il cittadino che già soverchiato di leggi, balzelli, tasse, limiti, controlli, schiacciandolo completamente, mentre gli attori di queste grandi truffe a livello internazionale e i grandi criminali non vengono mai toccati perché noi vediamo che alla fine tutte le varie leggi, l’enormità di leggi che sono state create negli ultimi vent’anni, hanno permesso di colpire soltanto l’1% del traffico criminale e praticamente nulla del traffico che è legale ma non è legale al tempo stesso che quello delle grandi aziende, grandi corporation che non pagano praticamente nulla di tasse.

Perché hanno un sistema con cui fanno rimbalzare i profitti su diverse postazioni, alcune di queste anche che sono mobili quindi cambiano col tempo, quindi è difficile seguirne le tracce e alla fine lasciano i costi nella nazione dove si trova l’industria che fornisce servizi, fornisce la corrente, fornisce le strade, fornisce tutti i sistemi di supporto di cui l’azienda ha bisogno ma che non paga e dove si trovano tutti i vari dipendenti che invece pagano le tasse e invece trasferisce i profitti in quei pochi paradisi fiscali che in realtà stanno diventando sempre di più che invece permettono di essere totalmente esenti.

Le isole del tesoro come base dei nuovi pirati della finanza

Un’altra cosa importantissima e questo non è descritto nei Panama Papers ma è un altro libro che in realtà è la base del video che vi sto proponendo di questo documentario chiamato “La Terra del Ragno”, il libro si chiama “L’isola del tesoro”, “Treasure Islands” ed è stato realizzato dal giornalista che compare anche, Shaxson, che compare anche in questo video e nei video precedenti, in questo video si dimostra che il sistema funziona anche in modo ancora più perverso perché all’interno del paradiso fiscale chi vive nel paradiso fiscale subisce regole estremamente restrittive, deve pagare tasse estremamente punitive e non può scappare di un millimetro mentre i soldi che arrivano da fuori hanno campo libero, libero movimento e che questo modello ci dice l’autore è stato esportato anche in altri paesi come gli Stati Uniti, vari paesi europei, l’Irlanda, quindi si va a appesantire ancora di più la popolazione locale con delle regole ancora più restrittive in modo che non possono accedere a questo sistema e non possono neanche vederlo e nel frattempo vengono munti ulteriormente del proprio lavoro e dei propri risparmi, mentre nel frattempo tutti questi pirati della finanza internazionale possono rubare sempre di più e sempre più in fretta.

E questo è un sistema di proporzioni cosmiche potremmo dire, estremamente enorme che è alla base poi tutte le guerre che stiamo vedendo in questo momento quindi è importante che lo conosciamo perché è la vera e autentica motivazione che sta dietro a quello che stiamo vedendo in Ucraina e in tutti gli altri posti. Un’altra cosa importantissima dei banchieri internazionali è che hanno da tempo sviluppato una tecnica con cui si auto accusano, vale a dire creano delle campagne contro se stessi così da promuovere delle attività legislative che sono favorevoli a loro. Un esempio lampante è quello del 1913 usato negli Stati Uniti per far approvare la Federal Reserve quindi la banca centrale statunitense. Gli americani all’epoca erano totalmente contrari all’idea di avere una banca centrale, l’avevano distrutta, rifiutata già due volte in precedenza, c’erano stati due tentativi ed erano falliti.

Quindi i banchieri sapevano che se avessero cercato di far costituire una banca centrale d’America avrebbero fallito. Quindi lanciarono una vastissima campagna di attacco contro i banchieri medesimi, mettendo in evidenza tutte le porcherie che perpetravano i pericoli del sistema bancario americano e dicendo quindi che il rimedio contro i grandi banchieri sarebbe stato la creazione di una legge che creasse, definisse, istituisse la Federal Reserve e che loro stessi erano totalmente contrari a quest’idea della Federal Reserve che avrebbero combattuto fino alla morte per evitare di formarla quando invece segretamente stavano facendo tutti i passi affinché venisse creata e si riunirono in un’isola segreta con tutto quello che li consegue, con tanto di viaggio nascosto all’interno di una vettura ferroviaria oscurata e tutto quello che potreste vedere in un film alla James Bond e poi fecero approvare la legge, se non sbaglio, il 23 dicembre, quando ormai tutti al congresso se ne erano andati in ferie e dopo aver eliminato con l’affondamento del Titanic gli unici tre politici americani che erano veramente contrari a questo progetto.

Nello stesso anno fecero approvare anche la tassa sul reddito perché per loro era un orario essenziale per esercitare controllo sulla popolazione permettendo loro al tempo stesso di uscire da quel sistema di controllo e fare quello che gli pareva. E vi ricordo che tanto il concetto di banca centrale quanto la tassa sul reddito sono dieci dei pilastri definiti da Karl Marx nel Manifesto del Partito Comunista. Karl Marx era un tedesco, il comunismo è stato inventato in Germania e Karl Marx operava in Gran Bretagna quando ha pubblicato questa documentazione, documentazione che è stata adottata con grande entusiasmo da banchieri internazionali che la usarono per mettere in difficoltà la Russia, un nemico di sempre e sappiamo come è andata a finire. Quindi quello che sto per presentarvi è che la terza puntata del video “La terra e il ragno” si basa in parte sui Panama Papers ma soprattutto si basa sul libro “Treasure Islands”, “L’isola del tesoro” che è un libro invece molto più realistico e autentico sui paradisi fiscali che ne descrive i vari meccanismi in modo molto evidente senza escludere nessuno dei più importanti.

Nel video che state per vedere si parla di alcuni temi che vi anticipo come al solito. Uno di questi è Jersey Finance che è un’organizzazione senza fini di lucro che unisce pubblico e privato, formata dai membri dell’industria finanziaria presenti sull’isola di Jersey e dal governo di Jersey. Jersey è un’isola nella Manica quindi un’isola vicino alla Gran Bretagna. Oltre a essere presente a Jersey questa organizzazione ha filiali a Dubai, Hong Kong, Johannesburg, Londra, New York, Shanghai e Singapore. Finanziano direttamente il governo di Jersey così da avere la classe politica locale e gran parte della popolazione da propria parte e offrono un clima legislativo ottimale per gli investitori. Si parla anche di villaggio Potemkin che è una costruzione o situazione fittizia che mira a ingannare le persone facendo loro credere che esiste qualcosa che in realtà non c’è oppure dando loro un’apparenza migliore della realtà.

Il termine deriva dalla storia del ministro russo Grigori Potemkin che si dice abbia costruito finti villaggi, stiamo parlando del 1787, abbia costruito finti villaggi per nascondere le cattive condizioni della Crimea durante una visita dell’imperatrice Caterina II. Le case in realtà erano solo scatole vuote, quindi pareti di legno colorate che però sembravano vere all’imperatrice mentre passava a bordo della sua carrozza. Si parla anche di hedge fund che è un tema che abbiamo visto più volte che è un fondo di investimento che opera in borsa per conto di grandi investitori. E ora ecco la terza parte del video.

Nessuna pietà per chi non sta al gioco

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Quando sono andato alle Isole Cayman nel 2008, credo che sia l’anno corretto, ho chiamato il portavoce del governo, e mi ha detto: Abbiamo ricevuto un ordine dall’alto che nessuno è autorizzato a parlare con te, sei off-limits”.

[Narratore]

Nel 2011 il giornalista Nicholas Shaxson ha pubblicato Treasure Islands, un libro rivoluzionario sul sistema offshore.

[Annunciatrice]

L’autore di una serie di articoli sui media internazionali afferma che accoglierebbe con favore un dibattito con Tony Travers, il presidente di Cayman Finance. Il signor Travers ha recentemente definito Nicholas Shaxson un imbecille con la comprensione di un bambino di 11 anni.

[Tony Travers]

Ci sarà sempre la politica dell’invidia. Ora la politica dell’invidia è esacerbata da imbecilli che in realtà non capiscono un accidente di cosa sta succedendo alle Isole Cayman. Non so di cosa stia parlando, e inoltre, lui stesso non sa di cosa sta parlando.

[Narratore]

Le Isole Cayman sono il quinto centro finanziario più grande del mondo. Ospitano 80.000 società registrate, oltre i tre quarti degli hedge fund mondiali e 1,9 trilioni di dollari di depositi. Hanno una popolazione di 60.000 abitanti, all’incirca equivalente alla popolazione dei senzatetto di New York.

Uno strano miscuglio di personaggi popola il mondo offshore. Infatti, troviamo rampolli delle famiglie più ricche della classe dominante britannica, insieme ai membri dei vari servizi segreti del mondo, criminali globali, individui assortiti di entrambi i sessi, e banchieri a bizzeffe.

Con così tanto in gioco per così tanti individui ricchi e potenti, potrebbe non sorprendere che i paradisi offshore della Gran Bretagna abbiano sviluppato i propri curiosi meccanismi per impedire che le informazioni trapelassero.

[John Christensen – economista investigativo]

Per molte persone che lavorano in queste aziende offshore, e a cui non piace quello che stanno facendo, è davvero molto difficile dissentire col sistema perché, qualora lo facessero, verrebbero attaccati personalmente con un grado di cattiveria che è piuttosto straordinario.

La maggior parte delle volte, gli strumenti di repressione sono relativamente sofisticati. Gli dicono che, se continuano su quella strada, non otterranno una promozione, oppure non piacerà alla loro famiglia.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Di solito non ricorrono a metodi drastici come sbatterli in prigione. Sarebbe fin troppo rozzo. Stiamo parlando, sostanzialmente, dell’establishment britannico che, in questi casi, usa meccanismi molto, molto sottili. Un modo di farlo è di ricorrere a una sorta di ostracismo. Usano questi meccanismi peculiari per punire chiunque voglia rivelare segreti dall’interno del sistema. Elaborano ogni genere di sistema indiretto per punirli. Invece di semplicemente licenziarli, ad esempio, li sovraccaricano di lavoro, oppure li spingono a svolgere altre mansioni altrove.

[Narratore]

Una persona che conosce intimamente come funziona la repressione offshore è Stuart Sivray, ex senatore ed ex ministro della Salute dell’isola di Jersey.

Nel 2009, ha fatto trapelare un rapporto su un’infermiera criminale sospettata di aver ucciso i pazienti dell’ospedale di Jersey.

[Annunciatrice]

Tutto è arrivato al culmine durante un dibattito statale martedì 10 marzo. Il senatore Stuart Sivray ha fermato la seduta, sostenendo che il senatore Jimmy Pershard gli aveva imprecato contro e gli aveva detto di andare a suicidarsi. Il senatore Pershard ha negato l’accusa, dicendo che la respinge nel modo più assoluto. Ma meno di una settimana dopo, è stato costretto ad ammettere di aver mentito. Il senatore Pershard ha ora ammesso che, in un’altra occasione, ha detto al senatore Stuart Sivray di fare un favore a tutti tagliandosi i polsi.

[Stuart Sivray]

Una mattina sono stato arrestato a casa mia da sei agenti di polizia in borghese. C’erano altri due agenti di polizia specializzati nella ricerca di dati, e anche altri due agenti di polizia in armatura antiproiettile integrale, con uno di quegli arieti che usano per sfondare la porta nei raid antidroga. Così, dieci agenti di polizia mi hanno assalito senza un mandato di perquisizione. La proprietà è stata rivoltata da cima a fondo. Tutti i computer sono stati sequestrati e perquisiti. La polizia ha rubato tutti i tipi di dati riservati che appartenevano ai miei elettori.

[Narratore]

Poco dopo l’inizio delle nostre riprese, un agente di polizia è uscito dalla stazione di polizia vicina, e mentre passava in fretta, ha sogghignato guardando la telecamera. L’agente stava andando a provare le sirene della sua motocicletta, cosa che ha fatto a intervalli regolari per gran parte del resto dell’intervista.

[Stuart Sivray]

Quando si è trattato di perseguirmi…

[Narratore]

Stuart Sivray è stato perseguito ai sensi della legge sulla protezione dei dati.

[Stuart Sivray]

Ora, quando le autorità mi stavano perseguendo, ho affermato che si trattava di una legittima difesa per la divulgazione di informazioni di interesse pubblico. E io, con un testimone esperto, sono stato in grado di produrre una serie di rapporti che hanno effettivamente distrutto il caso dell’accusa.

[Narratore]

In reazione a ciò, i magistrati hanno stabilito che la tesi difensiva di Stuart Sivray, che aveva fatto trapelare il rapporto nell’interesse pubblico, non sarebbe più stata ammissibile. Ma hanno continuato a perseguirlo lo stesso, senza consentirgli di portare una tesi a propria difesa. Negli ultimi sette anni, Stuart Sivray è stato più volte portato in tribunale e imprigionato tre volte. Non sa quando la persecuzione finirà, se mai finirà, né sa quando verrà messo di nuovo dietro le sbarre.

[Stuart Sivray]

Chi guarda l’isola di Jersey dall’esterno, può avere l’impressione che abbia un sistema giudiziario, che abbia un tribunale e una legislatura funzionanti, ma niente di tutto ciò è reale. È un villaggio Potëmkin. Nessuno di questi sistemi a Jersey soddisfa alcun criterio di obiettività. Non c’è nulla di obiettivo e nulla che funzioni come dovrebbe funzionare.

[John Christensen – economista investigativo]

L’esperienza vissuta da Stuart Sivray si colloca, forse, all’estremità smussata della scala delle possibili punizioni, vale a dire il gradino più basso. Lo hanno semplicemente represso e l’hanno trascinato in tribunale con accuse inventate.

[Stuart Sivray]

Questo è il tipo di pressione che si esercita sulle persone a Jersey. Fanno queste bravate per molestare la gente, anche se spesso non arrivano al tipo di estremi che hanno usato contro di me, arrestandomi e sbattendomi in prigione. Ma le autorità ricorrono a tutti i tipi di piccolezze per interferire con le persone in qualche modo. Cercano vari modi per sabotare e per bloccare le cose, ponendo ostacoli che rendono difficile la vita delle persone. Se infastidisci l’establishment, da queste parti, resterai disoccupato, e i tuoi figli non troveranno un lavoro decente. Questo è più o meno il modo in cui funziona il sistema.

[John Christensen – economista investigativo]

Sono andato a Jersey nel marzo 2009 con Nick Shaxson. Siamo rimasti per diversi giorni, ma già circa 24 ore dopo il nostro arrivo, Nick ha detto: “Hai notato che siamo pedinati?” E poi ha aggiunto: “Ci hanno pedinato fin da quando siamo arrivati in aeroporto. Non guardare adesso, ma siamo pedinati in questo preciso momento”. E abbiamo scoperto che aveva ragione. Ci stavano seguendo.

Molto inquietante, davvero molto inquietante

[Narratore]

A Jersey, hanno un modo di dire: se non ti piace quello che facciamo qui, c’è sempre una barca che parte al mattino.

La documentazione promozionale di Jersey Finance afferma che Jersey rappresenta un’estensione della City di Londra.

[John Christensen – economista investigativo]

È qui che la City di Londra sceglie di fare molte delle attività che non potrebbe invece fare a Londra.

[Susan Steed – giro di occupazione della City of London]

Siamo qui solo per parlare di questa azienda chiamata Appleby. Leggerò solo quello che dicono sul loro sito web. I membri dello studio legale, Appleby, non solo hanno rivestito cariche politiche in un gran numero di centri, Bermuda, Jersey, Isola di Man e Isole Cayman, ma hanno anche svolto incarichi giudiziari di alto livello. Quindi, in sostanza, si vantano del fatto che il loro staff e i loro partner hanno un interscambio continuo tra le persone che sono al potere in questi centri finanziari offshore.

[Narratore]

Gli stessi avvocati e contabili che istituiscono e amministrano i trust offshore, occupano anche posizioni politiche di alto livello. Nel mondo offshore della Gran Bretagna, la maggior parte dei politici sono anche uomini d’affari. Fanno lobby per le imprese e promuovono i relativi interessi. Redigono, perfezionano e approvano la legislazione. I politici siedono anche nei consigli di amministrazione delle società che dovrebbero regolamentare.

[David Cameron]

Non c’è posto per il denaro sporco in Gran Bretagna. In effetti, non dovrebbe esserci posto per il denaro sporco da nessuna parte. La sfida che pongo oggi a tutti i paesi è quella di sradicare il marciume della corruzione, di garantire la trasparenza su ciò che le proprie aziende stanno facendo, di richiedere trasparenza anche alle aziende straniere nel proprio paese e di lavorare con noi per diffondere questo approccio alla trasparenza in tutto il mondo.

[Narratore]

In pubblico, i politici britannici affermano che stanno reprimendo le giurisdizioni segrete e la corruzione. Ma in pratica, fanno il contrario.

[John Christensen – economista investigativo]

Quando parlo con i politici a Bruxelles, dicono che hanno avuto più lobbisti da Londra, compresi i politici britannici, che si sono rivolti a loro per proteggere gli interessi della City di Londra, di quanti ne abbiano visto provenienti da tutti gli altri stati membri dell’Unione Europea messi insieme, il che vi dà un’idea della misura in cui i politici britannici si vedono essenzialmente come lobbisti per la City di Londra.

[David Cameron]

Iniziamo con la notizia più importante. Gli sforzi di Cayman per garantire la trasparenza nel settore dei servizi finanziari sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale. All’inizio di questa settimana, il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, ha detto al Parlamento che è ingiusto usare l’etichetta di paradiso fiscale per identificare i possedimenti oltremare della Corona.

[Narratore]

Molti politici britannici hanno legami personali e commerciali con la City di Londra e con le giurisdizioni segrete britanniche. Il padre dell’ex primo ministro britannico David Cameron, Ian Cameron, era un esperto di fondi offshore ed è stato coinvolto in trust offshore dagli anni ’80 in poi.

[Giornalista]

In questo tribunale dietro di me, abbiamo trovato questo. Si tratta di un documento chiamato concessione di successione ed è allegato al testamento inglese nientemeno che di Ian Cameron, il padre di David Cameron.

[David Cameron]

Voglio salutare mamma e papà. Ciao papà, come stai? È un piacere vederti.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Ian Cameron era certamente un uomo ricco. Nel 2009, la sua fortuna personale è stata stimata dai ricercatori della lista dei più ricchi, pubblicata dal Sunday Times, a 10 milioni di sterline. Eppure, quando Ian Cameron è morto nel 2010, il suo patrimonio era molto più piccolo di quanto ci si potesse aspettare, solo 2,7 milioni di sterline.

[John Christensen – economista investigativo]

In molti casi, sono i politici e i loro compari e le loro famiglie, oltre agli uomini d’affari che sponsorizzano i partiti politici, che stanno utilizzando questi servizi offshore. Quindi non hanno alcun interesse personale a stroncare questo fenomeno. Se volessero stroncarlo, potrebbero farlo anche domani. Il fatto è che non vogliono farlo perché loro stessi sono complici del meccanismo.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Se venite dallo stesso tipo di background, e conosceste le persone giuste, allora tutti i tipi di sottigliezze legali sarebbero a vostra disposizione. Potreste farla franca facendo ogni sorta di cose che non permetterebbero a qualsiasi altra persona. Se invece foste voi a bussare alla loro porta, chiedendo di creare per voi una società offshore, vi caccerebbero via. Ma se fate parte del sistema, allora questo genere di cose sono tutte a vostra disposizione. Quindi questa è una parte molto importante dell’intero sistema, vale a dire appartenere al tipo di classe sociale superiore britannica, che ha frequentato le scuole migliori e che esiste da secoli.

[Narratore]

Dopo la fine dell’Impero, l’establishment britannico, composto da una rete di élite privilegiate, si è ritagliato una nicchia redditizia nel mondo offshore.

Si sono trasformati da amministratori dell’impero in gestori finanziari per l’élite globale e per le multinazionali globali. A mano a mano che più denaro fluiva offshore, le società di tutto il mondo hanno iniziato a sentire l’impatto del mondo che si stava creando offshore.

[Eva Joly Mep – vice-presidente del comitato per i Panama Papers]

La realtà non è ciò che credete che sia. Non è affatto vero che il primo ministro del vostro paese abbia il potere di decidere sul futuro della vostra nazione. Il vero potere è nascosto qui.

[Alex Coham – direttore della Tax Justice Network – rete per la giustizia fiscale]

Ci sono paesi in tutto il mondo in cui la mancanza di trasparenza finanziaria sulla tassazione, sulla proprietà, sulla corruzione, ha minato la misura in cui i governi attuano politiche che siano davvero rappresentative per i loro cittadini.

Questo vale per i ministri delle finanze in Grecia, in Francia, e in altri posti, ma abbiamo anche questo sistema che, in generale, è orientato verso società con proprietà anonima, verso immobili in tutta Londra la cui proprietà è anonima, stiamo parlando di persone che possiedono metà della terra in Scozia e che nessuno sa chi siano.

Non credo che nessuno sia davvero convinto che queste circostanze, dove si permette che così tante informazioni restino nascoste, favoriscano la creazione di governi che operino per una migliore distribuzione del reddito e del patrimonio, oppure per creare migliori condizioni di mercato. Chi mai non vorrebbe sapere con chi sta facendo affari? Chi vuole un governo guidato da persone i cui beni sono nascosti? Le cui operazioni finanziarie sono condotte in modo anonimo offshore? Invece di essere composto da persone che lavorano davvero per gli interessi della popolazione. Questa è una cattiva direzione in cui il mondo sta andando.

[Eva Joly Mep – vice-presidente del comitato per i Panama Papers]

Abbiamo bisogno che i cittadini capiscano cosa sta succedendo, devono capire che sono loro a portare il fardello, facendosi carico di alcuni individui che invece hanno il potere di esonerare sé stessi da qualsiasi obbligo e da qualsiasi responsabilità. La gente comune paga le tasse, i ricchi invece non le pagano mai. Quindi questa è disuguaglianza e sta portando al populismo, perché mostra così chiaramente che le persone che oggi guidano il mondo, non sono in grado di prendersi cura degli interessi della gente comune e non vogliono nemmeno farlo.

[Nicholas Shaxson – giornalista e autore]

Negli anni ’60 e ’70, l’evasione fiscale oppure la lotta contro l’eccessiva tassazione, venivano percepiti come un modo per combattere l’establishment. Quando vedevamo i Rolling Stones e Phil Collins, e tutte queste altre persone che andavano offshore, lo consideravamo come una sorta di ribellione contro il sistema. Ma se andiamo avanti veloce fino ai giorni nostri, scopriamo che ora questo è diventato l’establishment. Il sistema offshore è il vero establishment.

[Narratore]

Oggi, il sistema finanziario offshore rappresenta il modo in cui le élite e le multinazionali conducono i propri affari. E l’evasione fiscale è precisamente il modo in cui fanno affari.

Omar Bongo ed il sistema francese

Come avete visto si usano ampiamente minacce velate e ostracismo nel mondo del lavoro della società per impedire che le informazioni su questa grande rete trapelino o che se trapelino si diffondano. Ci sono poi vari meccanismi di persecuzione mirati a sfiancare la persona e a creare anche un esempio per gli altri senza al contempo farne un martire.

E i Panama Papers sono un classico esempio in tal senso. Tony Travers che compare nel video a me pare proprio un gangster e se vedete attacca la persona offendendola invece di ribattere sul tema perché semplicemente non può ribattere. David Cameron invece ci dice che non c’è posto per il denaro sporco in Gran Bretagna ma è tra i primi assieme alla sua famiglia ad essere coinvolto in questo genere di traffici.

I Panama Papers inoltre dedicano molto spazio alla corruzione dei paesi africani dicendo che l’Africa contiene metà delle riserve diamanti del mondo, un quarto delle riserve auree del mondo e 9% di gas più uranio e vari tipi di minerali. Quindi si pone sempre riflettore sulla corruzione che c’è dei depredati quindi dei governanti che governano i depredati ma non si mette mai l’attenzione sui predatori se fatta attenzione. Nel video vedete compare anche verso la fine una signora che si chiama Eva Joly Mep che è un ex magistrato francese di origini norvegesi che ha condotto una vasta indagine su un circuito di riciclo del denaro sporco costruito dai francesi e che faceva perno sullo stato africano del Gabon e ne troviamo menzione abbastanza dettagliata proprio nel libro Treasure Islands. Il libro contiene un sacco di informazioni che non vi posso trasferire qui per intero però voglio cogliere questo aspetto che viene dall’introduzione tra l’altro perché ci fa capire che questo grande sistema dove la Gran Bretagna pesa per un 50% gli Stati Uniti circa un 20% vede anche una grossissima partecipazione dei francesi e poi naturalmente anche dei tedeschi e di varie altre nazioni europee.

Questa signora, questo magistrato è stata al centro di un scandalo come indagatrice, ha indagato su uno scandalo che riguardava la francese Elf che aveva costruito una fitta rete di riciclaggio e corruzione come prosecuzione del precedente impero francese in Africa e che faceva perno sul governo del Gabon e su Omar Bongo. Omar Bongo fu il più giovane presidente di una nazione mai eletto credo e fu eletto all’età di 32 anni e regnò sostanzialmente indisturbato come presidente del Gabon dal 1967 fino alla sua morte nel 2009. Bongo non aveva nessun seguito popolare, apparteneva a una minoranza piccolissima quindi non c’è nessuno che l’avrebbe eletto o scelto come rappresentante politico eppure fu eletto grazie al contributo dei francesi e i francesi lo sostennero fino in fondo al punto che costruirono un’intera caserma con diverse centinaia di paracadutisti francesi che era adiacente al suo palazzo e che comunicava col suo palazzo attraverso un tunnel così che i paracadutisti francesi potessero arrivare immediatamente a salvargli la vita se fosse stato necessario.

E Bongo, che era sicuramente un politico molto scaltro e molto navigato, se vogliamo, dava alle industrie francesi tutta una serie di vantaggi come per esempio accesso esclusivo ai minerali del Gabon a prezzi stracciati ma anche attraverso l’industria petrolifera del Gabon Bongo aveva costruito assieme ai francesi il perno di un complessissimo sistema di corruzione, evasione fiscale, riciclo del denaro che coinvolgeva praticamente tutte le precedenti colonie francesi in Africa quindi era un po’ se vogliamo come l’isola Cayman francesi però in versione scusatemi come l’isola Cayman britannica però in versione francese e coinvolgeva in questo circuito diverse industrie francesi, politici francesi, i servizi segreti francesi e l’alta società francese con triangolazioni oltre che in Africa naturalmente sulla Svizzera e sul Lussemburgo. Omar Bongo è stato uno dei politici più scaltri della sua epoca con connessioni con la massoneria francese e diverse società segrete africane ed è stato il regista del nuovo regime coloniale francese in Africa.

Con la sua morte e con il crollo dell’ELF, la società ELF che era protagonista di questo è stata protagonista di questo scandalo e che ora è stata privatizzata e fa parte del gruppo Total, la presa francese sul continente africano sta cedendo e vediamo che viene progressivamente sostituita dai russi e dai cinesi soprattutto dai russi. Quindi il messaggio che viene da i Panama Papers, d’accordo, ma soprattutto da Treasure Islands, dal libro che ha dato vita a questo particolare documentario, ci dice che la corruzione non è solo britannica e americana, che comunque costituisce una parte importante, ma coinvolge anche i banchieri francesi e tedeschi in una rete mondiale dove tutti fanno gara a chi ruba di più e poi ci sono naturalmente altre nazioni europee che partecipano e compartecipano. Il sistema francese tedesco che faceva perno e ha fatto perno sulle multinazionali, quindi è un approccio un po’ diverso rispetto a quello britannico e americano.

Il sistema francese e tedesco ha fatto perno sulle industrie francesi e tedesche che andando in giro nelle ex colonie acquisivano mano d’opera o materie prime a basso costo e riciclavano proprio denaro attraverso questi vari circuiti creati allo scopo. Comunque si è dimostrato meno efficiente perché si è legato a delle dinamiche industriali che sono più difficili da gestire rispetto a dinamiche puramente finanziarie come quelle scelte dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti che da loro parte hanno il vantaggio di gestire il dollaro che è stato finora la valuta di scambio internazionale e la valuta di riserva internazionale. Per cui tanto gli Stati Uniti che emettono i titoli di stato americani che costituiscono la base, che hanno costituito la base come riserva di valore per molte nazioni dopo la seconda guerra mondiale e la Gran Bretagna che invece attraverso il sistema dell’euro/dollaro ha creato la gran parte del contante che vediamo in circolazione e che ha permesso la crescita del sistema globalista e che tuttora alimenta anche se in modo piuttosto anemico l’industria cinese e le industrie dei paesi emergenti che hanno bisogno del dollaro per potersi muovere, per poter far muovere i propri merci che stanno disperatamente cercando di uscire da questo circuito.

Quindi, sfruttando questa situazione di vantaggio, tanto i britannici che la sapevano molto lunga quanto gli americani che si sono accodati e hanno tratto beneficio della situazione hanno sfruttato l’onda. Tuttavia le cose stanno cambiando e hanno cominciato a cambiare drasticamente dal 2008 in avanti. Dopo che il sistema dell’euro/dollaro ha cominciato a mostrare che aveva grossissimi problemi e che non sarebbe potuto continuare in eterno, era stato ferito in modo mortale e quindi doveva essere sostituito da qualcosa. Per cui vediamo che da lì in avanti si è sviluppata una specie di lotta dove britannici e americani hanno cercato di far fuori i tedeschi e i francesi credo con discreto successo, mentre sono stati aiutati in tal senso anche dai vari paesi BRICS che hanno cercato di liberarsi dell’influenza postcoloniale in generale e che hanno intaccato in questo caso, nel caso dei BRICS, anche il predominio britannico sulle ex colonie e perciò oggi vediamo che siamo in una situazione dove il sistema BRICS sta emergendo basandosi sull’oro perché vuole far fuori i contatti ex coloniali e vuole recuperare una certa libertà di movimento.

Di conseguenza il sistema britannico si sta afflosciando, mentre invece gli americani anch’essi da quest’anno hanno iniziato a separarsi dal sistema britannico e stanno cercando di creare un proprio sistema alternativo e può darsi che in futuro BRICS e gli americani trovino una quadratura facendo fuori tutti gli altri. Però questo sembra essere un pochino la tendenza verso cui si sta andando e quello che è il risultato finale dei vari scontri, dei vari conflitti che vediamo. Per cui mi auguro che da questa terza puntata abbiamo avuto modo di capire meglio qual è il meccanismo del sistema e nella prossima puntata vedremo altri aspetti e magari ci torneremo sopra da altre angolazioni.

Roberto Mazzoni

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