Jason Miller, assistente di Donald Trump, ha annunciato che Trump lancerà nei prossimi due o tre mesi una nuova piattaforma social media che ridefinirà completamente le regole del gioco.
Nel frattempo Twitter ha dichiarato che in futuro chiederà un parere esterno prima di bloccare l’account di un personaggio pubblico.
Facebook ha già istituito un comitato di revisione internazionale che deciderà se la sospensione di Trump debba rimanere.
Il valore azionario delle società di Big Tech è destinato a ridimensionarsi prima dell’estate.
Le aziende di alta tecnologia stanno diventando un grave rischio per la cultura occidentale e non solo. Alcuni eventi di cronaca recente mettono in chiara evidenza che cinque rischi evidenziati nel 2019 dal ricercatore francese Jacques Fontanel sono sempre più attuali.
Il Congresso degli Stati Uniti ha tenuto un’udienza sul tentativo, nello stato dell’Alabama, d’introdurre sindacati all’interno di Amazon. L’azienda creata da Jeff Bezos ha sempre tenuto una politica accanitamente antisindacale.
Sono 13 gli stati che si sono uniti nel frattempo in una causa anti-trust contro Google promossa dal Texas: Alaska, Arkansas, Florida, Idaho, Indiana, Kentucky, Mississippi, Montana, Nevada, North Dakota, South Dakota, Puerto Rico e Utah.
La causa, impostata da Ken Paxton, procuratore generale del Texas, accusa Google di raccogliere una quantità enorme d’informazioni che vengono quindi utilizzate a beneficio dell’azienda che fornisce al contempo informazioni false a clienti, edtiori e inserzionisti sugli scopi reali di tale raccolta.
Secondo Ken Paxton, Google ha monopolizzato o cercato di monopolizzare prodotti e servizi usati dagli inserzionisti e dagli editori per gestire la pubblicità online. In tal modo riduce la possibilità da parte degli editori di monetizzare i contenuti e aumenta i costi pubblicitari degli stessi, al tempo stesso danneggiando i consumatori in modo diretto.
Esiste un chiaro conflitto d’interessi poiché Google rappresenta sia il consumatore sia l’inserzionista e gestisce al tempo stesso il mercato di scambio per l’acquisto degli spazi pubblicitari.
Una componente importante della causa riguarda l’accordo anti-concorrenza stilato tra Google e Facebook che ha portato all’abbandono da parte di Facebook di un progetto annunciato nel 2017 e che sarebbe stato concorrenziale rispetto al sistema di aste di Google, in cambio di informazioni, velocità e altri vantaggi che avrebbe ricevuto da Google.
Google è già oggetto di una causa anti-trust presentata in ottobre 2020 dal Dipartimento della Giustizia statunitense che accusa Alphabet, la società di controllo che ha un valore finanziario di $ 1,000 miliardi, di usare le proprie risorse economiche per tagliare le gambe a potenziali concorrenti.
Nel frattempo l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) sta conducendo un’inchiesta per stabilire l’opportunità di forzare la visualizzazione di una speciale finestra da cui scegliere il motore di ricerca da utilizzare nel momento in cui si avvia un nuovo telefonino, smartphone e laptop. L’obiettivo è di ridurre lo strapotere che Google ha nel mondo dei motori di ricerca.
Una causa per violazioni delle leggi anti-trust statunitensi è stata presentata il 9 dicembre 2020 anche contro Facebook da 46 stati e dalla Federal Trade Commission. Nella causa si sostiene che l’azienda di Mark Zuckerberg ha comperato oppure affossato per anni tutti i possibili concorrenti. La causa si concentra in particolare sull’acquisizione da parte di Facebook di WhatsApp per $ 19 miliardi nel 2014 e di Instagram per $ 1 miliardo.
Secondo la Federal Trade Commission, un’agenzia governativa federale a protezione di consumatori, le acquisizioni dovrebbero essere annullate portando a uno smembramento dell’attuale struttura aziendale di Facebook.
Il procuratore generale di New York, Letitia James, la stessa che sta indagando sul caso del governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, ha dichiarato:
“Per quasi dieci anni, Facebook ha utilizzato la propria posizione di predominio e di monopolio per schiacciare i rivali più piccoli e soffocare la concorrenza a spese dell’utente comune.
Gli unici stati che non hanno partecipato alla causa proposta da Letitia James sinora sono Alabama, Georgia, South Carolina e South Dakota. La causa durerà per anni e ha l’obiettivo primario di forzare lo scorporo di WhatsApp e Instagram.
L’avvocato primario di Facebook, Jennifer Newstead, ha accusato la causa di essere fuorviante e di cercare di penalizzare Facebook per il solo fatto di aver avuto successo.
Nel frattempo il parlamento del Nevada sta lavorando su un progetto di legge che consentirebbe a una società di tecnologia di creare un vero e proprio governo all’interno uno dei territori dello Stato. Acquistando un terreno abbastanza grande, un’azienda potrebbe diventare l’equivalente di una contea con il proprio governo locale, le proprie scuole, i propri tribunali e la possibilità d’imporre tasse. Il programma è promosso dal governatore democratico Steve Sisolak.
Project Veritas ha pubblicato un video in cui mostra due manager interni di Facebook che riconoscono la necessità di suddividere la società prima che faccia troppi danni. Il video rivela uno scenario terribile dietro ai progetti di Intelligenza Artificiale portati avanti dall’azienda di Mark Zuckerberg.
Due proposte di legge abbinate sono state presentate al Congresso degli Stati Uniti. La prima viene dal capo della commissione anti-trust della Camera David Cicilline (democratico) e dal suo corrispondente repubblicano, Ken Buck. La seconda viene dal Senato per opera dei senatori Amy Klobuchar, democratica, e John Kennedy, repubblicano.
La proposta di legge si chiama Journalism Competition and Preservation Act (legge per la preservazione della concorrenza e del giornalismo) e mira a proteggere i piccoli editori nel recuperare fatturato pubblicitario da notizie pubblicate su Google o Facebook. Secondo un sondaggio condotto lo scorso anno da Pew Research Center, il 90% degli americani legge le notizie online. E la maggior parte del traffico proviene da Google e Facebook. Assomiglia alla legge già approvata in Australia, ma dà enfasi ai piccoli editori.
Secondo Benny Thomas, capo della pianificazione globale di Facebook, Facebook e Google sono diventate vere e proprie nazioni indipendenti. Mark Zuckerberg assomiglia a un re con 2 miliardi di sudditi, una novità assoluta nella storia della Terra.
Diversi al dirigenti all’interno di Facebook sono preoccupati dall’eccessivo potere che l’azienda ha accumulato e ritengono che sia deleterio per la società.
La potenziale frammentazione attuata dal governo arriverà troppo tardi e potrebbe anche essere inutile visto che la precedente frammentazione dei monopoli del petrolio e delle telecomunicazioni sono stati ricostituiti anche dopo la frammentazione.
Benny Thomas indica che l’Intelligenza Artificiale verrà utilizzata per sostituire completamente l’uomo dopo di che il singolo individuo avrà la stessa importanza di una formica e potrà essere sostituito o eliminato a piacere.
La soluzione, secondo Benny, è una sorveglianza elettronica totale e completa, affidando all’Intelligenza Artificiale la selezione e l’imposizione dei valori che i singoli dovranno seguire.
Dice che già oggi è possibile utilizzare pochi dati per ricostruire tutte le informazioni che si vogliono su una persona o su un gruppo di persone.
E’ particolarmente preoccupato per gli esperimenti sulla modificazione genetica realizzati dalla fondazione Chan-Zuckerberg. Secondo lui il genio è uscito dalla lampada e non è più possibile rimetterlo dentro.
Soprattutto perché la gente è distratta e non-curante. Non si accorge di quello che sta succedendo davvero e crede a qualsiasi cosa le venga detta.
Video integrale dell’intervista a Benny Thomas dalle giornaliste di Project Veritas:
Oggi, Project Veritas, giornalisti sotto copertura hanno esposto un altro dirigente di alto livello di Facebook, che è stato ripreso da una telecamera nascosta mentre diceva: “Il governo deve farsi avanti e frammentare Google e Facebook”. Benny Thomas, il capo della pianificazione globale di Facebook, continua a dire, in questa registrazione con telecamera nascosta che: “Farei meno soldi, ma sarebbe meglio per il mondo”. Ascoltate questo informatore involontario di Facebook.
Il problema è che il governo deve intervenire, che è quello che deve succedere anche adesso. Io governo deve intervenire e frammentare Google e Facebook. Farei meno soldi, ma è una cosa migliore per il mondo.
Perché lo pensi?
Facebook e Google sono troppo potenti e devono essere resi meno potenti.
Se questo suona familiare, è perché lo è. Qualche settimana fa, uno dei nostri insider ci ha fatto trapelare un nastro dall’interno delle riunioni di Facebook di Nick Clegg, il capo degli affari globali di Facebook. E anche lui ha ammesso che l’azienda ha troppo potere.
Ma c’è stata molta inquietudine espressa da molti leader in tutto il mondo, dal presidente del Messico ad Alexander Navalny in Russia, al cancelliere Angela Merkel e altri che dicono, beh, questo dimostra che le aziende private hanno troppo potere e dovrebbero prendere queste decisioni solo in un modo che sia inquadrato da regole concordate democraticamente. Siamo d’accordo con questo. Siamo d’accordo con questo.
È chiaro che Thomas crede che il governo debba intervenire e frammentare Facebook, forse perché è consapevole che: “Non succederà nulla per molto tempo per quanto riguarda le attuali cause degli Stati che stanno già cercato di smantellare Facebook”.
E Facebook è stato citato in giudizio da 49 stati per essere frammentato. Ne prendo un morso. Ma voi potreste dire: “Ohhh, Facebook è stato citato in giudizio”. Sapete una cosa? Quel caso si trascinerà per anni e anni. Andrà avanti nei tribunali perché Facebook ha tutti i soldi del mondo. Lo stesso vale per il governo degli Stati Uniti. Continueranno a combattere. Non succederà nulla per molto tempo, finché… Non lo so. Ci vorrà un po’ di tempo, ma penso che la gente abbia bisogno di essere sensibilizzata.
Instagram, Facebook, Messenger, Oculus, WhatsApp. Devono essere tutte aziende separate.
C’è troppo potere quando sono tutti insieme. Deve essere frammentato come sono state frammentate le compagnie di telecomunicazione e le compagnie petrolifere. Ma meglio di quanto fatto allora, perché quei tizi sono ritornati insieme poco dopo essere stati divisi. E spero che abbiamo imparato da questo, ma questa è davvero l’unica cosa come hai detto tu. Io frammenterei e toglierei (Mark) Zuck come amministratore delegato.
Thomas, il capo della pianificazione globale di Facebook, arriva a dire che dovrebbero rimuovere Mark Zuckerberg, il suo stesso CEO. È piuttosto forte. Dice anche che Facebook non si comporta nemmeno come un’azienda. Dice che è più come la propria nazione. Non è una sorpresa perché ci sono stati come il Nevada che stanno preparando disegni di legge per trasformare le aziende tecnologiche in veri e propri governi.
Facebook e Google non sono più aziende. Sono nazioni.
Beh, no, quali nazioni?
Sono un’entità a sé stante. Sono più potenti di qualsiasi nazione a meno che vengano fermate.
Non faranno altro che rafforzarsi
A meno che non vengano fermati.
E rapidamente.
Devono essere fermati.
Sono nazioni.
E sono nazioni molto grandi, sono grandi come la Cina e gli Stati Uniti.
Voglio dire, nessun re nella storia del mondo è stato il sovrano di 2 miliardi di persone. Ma Mark Zuckerberg lo è. E ha 36 anni. È troppo per un 36enne. Come non dovrebbe essere.
Non si dovrebbe avere potere su 2 miliardi di persone. Penso proprio che sia sbagliato.
L’avete sentito direttamente dalla fonte originale.
Gli stessi impiegati di Facebook pensano che sia: “Sbagliato che il 36enne Mark Zuckerberg eserciti il potere su due miliardi di persone”. Ma Thomas non crede che l’unica crisi di Facebook sia il potere di Zuckerberg.
Il problema è che la gente non sta differenziando. La gente crede a qualsiasi cosa veda. E sta provocando una crisi.
Allora qual è la risposta?
Beh, ci stiamo lavorando. Ma la risposta è solo più controlli, più salvaguardie. La risposta è la stessa. Perché le auto non si schiantano per strada? Perché ci sono i semafori. Quindi, sanno quando fermarsi. Servono semafori e poliziotti e linee bianche che dividono la strada-.
Per dare alla gente una bussola morale?
Sì. E per dare alle persone una guida di comportamento.
Questa si chiama democrazia.
C’è sempre qualcuno che ti guarda, in modo che tu ti comporti bene. Come quando usi i semafori.
Sai, hanno condotto degli esperimenti. Sai, l’esperimento del barattolo dell’onestà.
Mettono dei biscotti a portata di mano e c’è un barattolo con scritto: “contribuite quello che pensate sia giusto”. Noi pensiamo che il contributo giusto sia un dollaro, ma non c’è.
E hanno fatto un esperimento in una stanza dove hanno messo i biscotti e hanno osservato quanto
Hanno osservato quanti soldi la gente metteva nel barattolo. E poi hanno fatto la cosa semplice.
Hanno messo una foto con un paio di occhi sul muro di quella stanza e sai cosa succede?
Sai cosa succede? La gente comincia a mettere più soldi nel barattolo.
Così, quando senti che qualcuno ti osserva, ti comporti meglio.
Sembra tutto molto orwelliano.
Thomas vuole che più persone vi guardino, così che siate spinti a comportarvi bene. Ma allo stesso tempo, ammette apertamente che la tecnologia di Facebook può essere usata come arma contro i suoi stessi utenti. Come si conciliano questi due concetti?
C’è sempre un pregiudizio insito perché questo è il mito che ci hanno raccontato i programmatori di computer che è: “Oh, questi sono computer, i computer non hanno pregiudizi”. Ma indovinate un po’? Quel codice è stato scritto da esseri umani.
E un essere umano ha dei pregiudizi.
Ecco perché la tecnologia di riconoscimento facciale spesso non azzecca i volti delle persone di colore.
Perché il pregiudizio è incorporato nel codice di quella funzione.
Sembra innocuo, vero? Ma a che punto non è (gli algoritmi) così innocuo?
Quando lo si usa come arma come ad esempio politico che chieda: “Dimmi, mostrami persone che siano razziste”.
Ora, sai che non inserire questo parametro direttamente in Facebook, ma c’è ogni genere di dato sostitutivo (proxy) per arrivare al razzismo.
Quindi se sono un politico razzista che vuole trovare diversi razzisti che voteranno per me,
posso usare l’algoritmo allo scopo. Ora Facebook, come dice Facebook, l’algoritmo non è stato concepito per questo, ma potete usarlo a tal fine.
E’ proprio come, sai, un bicchiere.
Posso usarlo per bere o posso romperlo e ucciderci qualcuno. Sta a te decidere cosa farne.
Giusto. E chi definisce, per esempio, chi è il razzista? È un tipo di protocollo o c’è…
Beh, si troverebbero dei dati sostitutivi. Quale sarebbe un dato sostitutivo per un razzista?
Vive in una città con soli bianchi, ha una certa educazione e preferenza religiosa.
Quindi, si possono triangolare tre o quattro punti di dati e dire: “È probabile che sia razzista”.
E poi puoi prenderla di mira. Ora, il fatto è che non posso prendere di mira quella persona specificatamente.
Non so se è ‘Elizabeth’ il mio obiettivo. So solo che si tratta di un gruppo di persone.
Arriverò a sapere che hai ottenuto – il tuo messaggio è visto da 11500, persone in base al tuo obiettivo. Questo è tutto quello che so.
Non so nemmeno i nomi, e come ho detto, posso mirare alle persone razziste usando unicamente queste tre cose.
È proprio così facile. Perché i dati sono molto potenti. Come si può scoprire molto partendo da pochi dati di riferimento.
Non ho bisogno di sapere tutto della tua vita. Non sono bravo in questo, ma se fossi uno statistico, probabilmente potrei semplicemente dire: “Dammi cinque cose che ti riguardano e posso capire praticamente tutto il resto.
Allora, cosa crede Thomas sul destino dell’umanità, mentre l’intelligenza artificiale si espande e diventa sempre più potente? Beh, in questo video appare più preoccupato che ottimista.
L’AI (Intelligenza Artificiale) può spingersi ben oltre i social media. Viene usata per gestire i social media. Ma l’AI può fare di più che gestire i social media.
L’AI può…
Diventare umana.
Può far scattare la luce verde su tutti i semafori in questo momento, il che ucciderebbe qualcosa come un migliaio di automobilisti in questo momento.
L’IA si sta essenzialmente evolvendo per diventare come l’intelligenza umana. E poi, andrà al di là dell’intelligenza umana e a quel punto, gli umani sono sacrificabili.
Sai, il modo in cui trattiamo tutto il resto del mondo, pensiamo di essere i migliori, come la specie più superiore.
Così come
Ma noi stiamo programmando le macchine.
Se io e te andassimo a un picnic, non passeremmo un minuto a pensare alle formiche che abbiamo calpestato, sull’erba. Giusto?
Diventeremo come quelle formiche. Non è che l’AI cercherà di ucciderci, semplicemente sarà insensibile.
Perché sarà talmente superiore da dire “non m’importa di questa gente”.
Quindi, potrei uccidere centinaia di formiche quando cammino nel parco. Non lo so e non mi interessa.
Non è una cosa a cui penso. Saremo come quelle formiche.
Quindi, cosa succede se le aziende tecnologiche come Google e Facebook rimangono senza freni?
Dove andremo da lì? Cosa succederà?
Brutte cose.
Come cosa ad esempio?
Non voglio parlare di questo, perché è una lunga conversazione.
Così abbiamo mandato un altro giornalista sotto copertura per proseguire con Thomas quella “conversazione più lunga” su ciò che pensa che il futuro abbia in serbo per noi.
Mark Zuckerberg si preoccupa molto della salute.
Infatti la sua – l’iniziativa Chan-Zuckerberg.
Oh sì, so del CRISPR e della terapia di editing genico.
Questa è una delle cose che fanno. Ma finanziano anche –
Finanziano molte di queste cose, giusto? Sì, sì. Oh, mi interessa tutto questo. Mi piace,
Beh, è che sono affascinato e terrorizzato allo stesso tempo.
Per CRISPR dovresti esserlo. È eugenetica. Non conosco alcun modo per fermarla.
Credo che il genio sia uscito dalla bottiglia.
Sì, come hai detto tu, il genio è uscito dalla borsa. Non c’è modo di fermarlo.
Solo che non so cosa fare, sì, è lì.
E il popolo lo sa?
No, perché la maggior parte della gente non capisce queste cose. E la maggior parte della gente non ci pensa.
Cosa, come possiamo porvi rimedio?
Ed è per questo che molte cose vanno male perché la gente non presta attenzione.
Thomas sembra pensare che se la gente iniziasse a prestare attenzione, il futuro sarebbe più luminoso, che le cose migliorerebbero. Abbiamo affrontato Thomas con il filmato e gli abbiamo chiesto di uscire allo scoperto, gli abbiamo chiesto di unirsi alla nostra squadra di insider (persone che riportano dall’interno). Ed ecco cosa è successo.
Benny, devo parlarti di una cosa.
Sono una giornalista e ho parlato con te per un po’ e l’ho documentato.
E voglio solo farvi sapere che intendo far conoscere le nostre conversazioni al popolo americano.
Non dovresti farlo.
Volevo solo sapere se voleva fare un’intervista ufficiale per chiarire le sue dichiarazioni al popolo americano.
No.
Benny, potresti essere un catalizzatore per il cambiamento. L’hai detto tu stesso, Facebook è troppo potente.
Che la battaglia legale andrà avanti per sempre. Dov’è il catalizzatore?
Prenderesti in considerazione l’idea di fare un’intervista con noi?
Chi siamo noi?
Progetto Veritas.
Il video che ti ho mostrato. Gli informatori e gli insider vengono da noi perché sono [siamo] le uniche persone di cui si fidano nei media.
Noi sosteniamo i nostri insider, Benny. Noi li sosteniamo.
Sei interessato a un’intervista ufficiale con noi per chiarire le tue dichiarazioni al popolo americano?
No.
Pronto? Ehi, Benny, sono James O’Keefe di Project Veritas. Hai un minuto per parlare in via ufficiosa?
No.
Prenditi un minuto, Benny. Stiamo mettendo insieme la storia. E voglio solo parlarti di quello che sta succedendo.
Speriamo che questa storia incoraggi Thomas a cambiare idea e molti altri come lui, perché per far sì che le persone prestino attenzione, abbiamo bisogno di scuoterle finché si svegliano. Se siete all’interno di Facebook o di qualsiasi altra azienda tecnologica, contattateci a veritasipst@protonmail.com.
Torniamo alla ricerca universitaria pubblicata in Francia nell’aprile del 2019 dal professore emerito Jacques Fontanel che classifica GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) come un progresso e un pericolo per la civiltà.
Secondo Fontanel, GAFAM è in grado di generare profitti in misura sproporzionata rispetto alle proprie dimensioni. Dispone di un modello di business globale, ma protetto. I produttori di beni di consumo reali dalle nazioni emergenti ricevono proporzionalmente sempre meno valore aggiunto dalla propria attività, dovendone cedere una porzione sempre maggiore a GAFAM, il che va a spese dei propri dipendenti e sotto-fornitori.
Inoltre i bilanci di queste aziende, con la sola eccezione di Amazon, hanno pochissimi debiti e una quantità di contante enorme che le rende meno vulnerabili rispetto ad altre aziende.
Il modello di business descritto da Fontanel per GAFAM si articola su 3 punti:
GAFAM sono i leader incontrastati al cuore dell’economia digitale e hanno un potere sociale gigantesco che si sviluppa in 7 aree d’interferenza:
Infine Fontanel elenca i 5 pericoli primari che GAFAM costituisce per il futuro della nostra cultura.
Secondo Jacques Fontanel sono la realizzazione concreta di quanto descritto nel racconto “Brave New World” di Aldous Huxley.
Esistono alternative che stanno già crescendo rapidamente, l’importante è cominciare a sganciarsi da Big Tech.
Roberto Mazzoni
https://www.newsmax.com/newsfront/trump-new-social-media/2021/03/21/id/1014600/
https://www.forbes.com/advisor/investing/facebook-antitrust-lawsuit/
https://hal.univ-grenoble-alpes.fr/hal-02102188/document
https://www.theepochtimes.com/amazon-union-battle-arrives-in-washington_3737171.html
https://mynews4.com/news/local/nevada-bill-would-allow-tech-companies-to-create-governments
https://www.newsmax.com/newsfront/cmd-cos-elect-gen/2021/03/17/id/1014223/