Qualsiasi forma di guerra è da condannare, a prescindere dalle motivazioni. Ma in ogni guerra la ragione non sta mai da una sola parte e ci deve sempre essere qualcuno che la fomenta e che non è direttamente coinvolto.
Il 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha invaso l’Ucraina con le proprie forze armate, penetrando da est, sud e nord. L’invasione è l’ultimo atto di una guerra che continua da otto anni tra l’esercito ucraino e una milizia sostenuta da Mosca, che finora si era concentrata nella regione orientale dell’Ucraina chiamata Donbass.
Appena prima dell’invasione, il parlamento russo aveva riconosciuto unilateralmente lo status di repubbliche indipendenti alle province di Lugansk e Donetsk che compongono il Donbass e che ospitano una popolazione prevalentemente di origine russa e di lingua russa.
L’invasione è stata definita da Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, come un’operazione militare speciale che ha l’obiettivo di liberare il Donbass dall’esercito ucraino e da alcuni nazionalisti che combattono insieme agli ucraini e per costringere l’Ucraina a disarmarsi e a diventare uno stato neutrale.
Putin ha dichiarato e continua a dichiarare che non intende invadere l’Ucraina in modo permanente e nemmeno annetterla alla Federazione Russa, ma vuole la garanzia che l’Ucraina non si unirà mai alla NATO.
L’invasione che è stata accompagnata immediatamente da bombardamenti mirati su alcune infrastrutture critiche militari ucraine, che hanno di fatto disattivato gran parte delle forze aeree ucraine e della capacità degli ucraini di usare sistemi anti-aerei per contrastare il passaggio di missili, elicotteri e caccia russi.
Da allora i russi hanno avanzato sistematicamente in territorio ucraino, soprattutto ad est dove hanno allargato di una sessantina di chilometri il loro controllo nella regione del Donbass e nel sud dove hanno preso controllo della cittadina di Kherson dove intendono istituire il loro centro di controllo militare in territorio ucraino.
Hanno anche preso controllo della vecchia centrale inattiva di Cernobyl oltre che della principale centrale nucleare ucraina che era stata costruita dall’Unione Sovietica e che si trova nella cittadina Zaporizhzhia. La battaglia per la conquista della centrale, che è la più grande in Europa, è stata feroce e un edificio amministrativo vicino alla centrale è stato colpito e di incendiato. L’incendio è stato domato e la centrale è spenta e sotto il controllo dei russi. Da sola forniva il 25% dell’energia utilizzata dall’Ucraina.
Karl von Clausewitz, il massimo esperto occidentale di strategia militare ha detto che la guerra è la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi. E’ chiaro che per essere arrivati a questo punto la diplomazia ha fallito, e questo include i russi, gli americani, i francesi, i tedeschi e gli ucraini.
Per capire i motivi di questo fallimento, vi propongo in video di Tucker Carlson, i giornalista televisivo più famoso negli Stati Uniti e l’unico che ha affrontato la questione ucraina di petto fin dal principio. Il video che vi propongo gli ha causato numerosi attacchi sugli alti mainstream media e presino l’accusa di essere un traditore e un agente russo, il che negli Stati Uniti comporta la pena di morte. Lascio a voi decidere.
Alexander Vindman, il militare statunitense di origini ucraine che è stato menzionato nel sito è stato il principale testimone contro Donald Trump nel corso del suo primo processo di impeachment, che verteva su una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in cui Trump chiedeva aiuto per indagare sulle possibili attività corrotte di Hunter Biden, il figlio di Joe Biden.
Trump in quel periodo aveva sospeso l’invio di aiuti militari all’Ucraina, che sarebbero stati usati nella guerra civile contro gli ucraini di origine russa del Donbass, perché era preoccupato dell’eccessiva corruzione presente in Ucraina.
Per vedere il problema ucraino dal punto di vista militare vi propongo un’intervista realizzata da The Hill, un canale informativo di sinistra negli Stati Uniti.
Ora che abbiamo una visione più chiara del motivo per cui gli Stati Uniti non vogliono farsi coinvolgere direttamente nella difesa dell’Ucraina, vi propongo un’intervista a Nigel Farage, il noto politico britannico che ha contribuito in modo determinante alla Brexit.
Farage ci illustra il punto di vista britannico ed europeo sulla questione dell’Ucraina.
Purtroppo è molto difficile avere notizie attendibili su quello che accade in Ucraina e nel video seguente Kim Iversen di The Hill ci spiega il tipo di propaganda che sta dilagando su questo tema nelle nazioni occidentali.
Infine, da Fox News ci facciamo dare un aggiornamento tattico sul procedere delle attività militari.
Al momento Joe Biden continua a restare fermo sulla posizione di non intervento diretto da parte degli americani in Ucraina anche perché potrebbe dare il via a una guerra di proporzioni mondiali. Questo nonostante che il presidente ucraino Zelensky continui a richiederlo.
La situazione è in continua evoluzione e costituisce la più grave crisi europea probabilmente dai tempi della seconda guerra mondiale.
Roberto Mazzoni