La guerra della Propaganda – parte 5 – Le parole che uccidono – MN #195

La guerra della Propaganda – parte 5 – Le parole che uccidono MN #195

Proseguiamo nella serie dedicata allo studio delle tecniche di propaganda, utilizzando come esempio l’attuale guerra in Ucraina.

Come descritto nei quattro video precedenti dedicati alla propaganda, i numeri 181, 182, 190 e 193, la propaganda è una tecnologia per la costruzione del consenso.

Si basa, alla sua origine, sulle ricerche della psicologia comportamentale moderna sviluppata in origine dal medico tedesco Wilhelm Wundt. Ha trovato la sua prima applicazione nella manipolazione su vasta scala dell’opinione pubblica di americani, britannici e francesi durante la Prima Guerra Mondiale.

Il primo autore a codificarla è stato l’americano Walter Lippmann nel suo testo Public Opinion, Opinione Pubblica, pubblicato nel 1922 sulla base dell’esperienza maturata dallo stesso Lippmann nel corso della Prima Guerra Mondiale. Ci stiamo ispirando a tale libro per realizzare questa particolare puntata che riporterà anche due l’interviste.

In questo video continuiamo anche l’esame delle operazioni militari descritte nel video 183.

Nel suo libro, Walter Lippmann ci spiega che le parole hanno un’importanza fondamentale in qualsiasi operazione di propaganda. Ecco quello che scrive:

“L’ambiente che per noi è invisibile ci viene riportato principalmente attraverso l’uso delle parole.

Un’intera sequenza di azioni, di pensieri, di sentimenti e di conseguenze ci viene riportata con poche parole.

Il linguaggio non è assolutamente un veicolo perfetto per trasferire significati. Le parole, alla pari della valuta, cambiano continuamente di mano e oggi evocano un insieme di immagini che è diverso da quello che evocherranno domani. Non c’è alcuna garanzia del fatto che la medesima parola evocherà nella mente del lettore la stessa idea che c’era nella mente di chi l’ha scritta. In teoria, se ciascun fatto e ciascuna relazione avesse un nome unico, e se ciascuno di noi concordasse sul significato di questi nomi, sarebbe possibile comunicare senza malcomprensioni.

Gli uomini padroneggiano meno parole di quante idee abbiano da esprimere, e il linguaggio è un dizionario di metafore sbiadite.

Necessariamente la maggior parte dei dati originali su cui basiamo le nostre opinioni si basano su quelle idee che evochiamo volontariamente quando sentiamo o leggiamo una parola.

Il mondo è vasto, le situazioni che ci riguardano sono intricate, i messaggi sono inadeguati, la maggior parte della nostra opinione si basa quindi sull’immaginazione.

La lucidità mentale dipende dal potere di dissociare tra loro le analogie superficiali, di prestare particolare attenzione a comprendere le differenze e di apprezzare la varietà.”

Oggi pochissime persone usano il dizionario per accertarsi del significato di una parola, e spesso i dizionari vengono manipolati e alterati in modo da nascondere il significato originale oppure da renderlo di fatto incomprensibile.

Inoltre, diverse facoltà umanisitche nelle univesità moderne insistono sul fatto che sia impossibile assegnare un significato preciso alle parole, perché ciascuno comunque le interpreterà a modo proprio. Questo è il principio dell’indottrinamento del propagandista e genera un’intera generazione di schiavi mentali che poi diventeranno schiavi anche nella vita di tutti i giorni.

Nelle discipline scientifiche è sempre stato chiaro il principio che solo avendo una definizione molto precisa dei termini tecnici sarebbe stato possibile ottenere risultati costanti, ma vediamo costantemente la nascita di pseudo-scienze che offuscano le leggi naturali con teorie insulse e che inquinano il pensiero delle nuove generazioni rendendole di fatto incapaci di svolgere un lavoro competente.

La tecnologia su come fare le cose viene perduta proprio per le carenze del suistema scolastico e dell’azione corruttrice del propagandista.

Voltaire diceva: se vuoi discutere con me, prima definisci i tuoi termini. La propaganda può funzionare solo quando i termini sono poco definiti oppure sono sconosciuti e quindi possono cambiare significato in continuazione.

Cioè che è buono diventa cattivo e viceversa, senza nessun riscontro nel mondo reale.

Uno dei migliori antidoti alla propaganda è l’insistenza sull’uso di termini precisi, anche per noi stessi.

Il secondo antidoto è la costante verifica dell’efficacia delle varie teorie. Se una teoria non produce risultati positivi concreti, allora va eliminata e sostituita con qualcos’altro, non importa cosa dicano i vari cosiddetti esperti.

Il terzo antidoto è il ritorno alle origini: recuperare gli scritti originali di una determinata disciplina, così da comprendere i concetti fondamentali che funzionavano, sia in termini fisici, sia in termini sociali od economici, e che sono stati perduti. La corsa verso il nuovo non è necessariamente sempre una corsa verso un miglioramento.

I media moderni usano molto spesso termini esagerati per creare effetto e distorcere la realtà. E’ un’opera continua ed incessante che finisce per creare una gigantesca confusione in cui nessuno capisce più niente.

In tale contesto, la gente si aggrappa per disperazione a chiunque sembri parlare in modo convinto e deciso, anche se dice sciocchezze, perché ha bisogno di sollievo dal turbinio di idee e situazioni che la travolge.

Per questo motivo, spesso, sceglie leader politici, sociali o persino religiosi che sono inadeguati, ma che insistono nel dire di avere la soluzione a tutti i problemi e che finiscono invariabilmente per peggiorare le cose.

La soluzione consiste quindi nel comprendere a fondo il significato delle cose e del linguaggio che rappresenta tali cose. Non è più possibile basarsi sui cosiddetti esperti per decidere del proprio futuro, ma è indispensabile conosce le varie materie abbastanza a fondo da giungere a conclusioni personali basate su un’osservazione o su uno studio attenti e minuziosi.

La guerra è sempre stato il terreno più fertile su cui coltivare la propaganda. La disciplina stessa della propaganda è nata nel corso della Prima Guerra Mondiale per indottrinare le popolazioni britanniche e statunitensi affinché appoggiassero in modo incondizionato il conflitto.

Possiamo quindi vederla meglio in azione se esaminiamo un conflitto. Prendiamo ad esempio la recente campagna dell’esercito ucraino contro quello russo nella regione di Kharkiv, vicino al confine tra Ucraina e Russia. La campagna è stata presentata sui media occidentali come una debacle per i russi che ha determinato in modo definitivo la loro sconfitta e che presto si trasformerà in una vittoria definitiva e completa per l’esercito ucraino.

Come risultato di tale campagna e della gigantesca copertura stampa che vi è stata data sui media occidentali e sui giornali di regime in Ucraina, il governo di Kiev ha dichiarato che rifiuterà in futuro qualsiasi proposta di negoziato da Mosca e che cercherà una soluzione unicamente militare. Ha anche detto che si pone l’obiettivo non solo di riconquistare tutti i territori ucraini occupati dai russi, compresa la Crimea, ma che ora chiede la totale smilitarizzazione della russia e lo smembramento del territorio russo.

Questo, per inciso, è una cambiamento netto di posizione che è passato inosservato dalla maggior parte del pubblico confuso dal marasma di informazioni che circola sui canali ufficiali e ufficiosi.

Si è passati dall’immagine dell’Ucraina che combatte per difendere i propri confini e per ripristinare la propria integrità occidentale, all’Ucraina che viene esplicitamente utilizzata come testa d’ariete per portare a compimento il progetto originale di smembramento della Russia definito da Zbigniew Brzezinski, uno dei pilastri del Partito Democratico americano in geopolitica e consigliere per la sicurezza nazionale sotto il presidente Jimmy Carter. Fu Brzezinski a progettare la prima guerra in Afghanistan nel 1978 dove la CIA finanziava gli estremisti islamici per rovesciare il governo filo-russo di Kabul e costringere l’Unione Sovietica a intervenire militarmente per poteggerlo.

Il suo ruolo in quello che viene definito Nuovo Ordine Modiale 2.0 è descritto a fondo nella sezione Nuovo Ordine Mondiale di MazzoniNews.

Vediamo una situazione analoga oggi nella guerra in Ucraina, dove l’obiettivo è di coinvolgere la russia in una guerra a tutto campo che ne distrugga l’economia. Nel frattempo l’Europa dovrà pagare il conto.

La verità sul Battaglione Azov

[Giornalista BBC]

Com’è la milizia nazionale quando i giornalisti non stanno guardando? La verità ci viene dai filmati che mostrano diversi luoghi che vengono distrutti, uomini che accendono fuochi d’artificio al chiuso, persino dando fuoco a un edificio.

[Intervistata]

È stata una distruzione totale. Hanno sfasciato assolutamente tutto.

[Giornalista BBC]

Le milizie nazionali ci dicono di lavorare a fianco della polizia, ma in diverse occasioni l’hanno anche combattuta. Qui hanno scatenato una rissa e usato spray al peperoncino sui poliziotti. Le milizie nazionali fanno parte di un gruppo che in origine si chiamava battaglione militare volontario. Hanno legami ben consolidati con l’estrema destra.

Il loro fondatore, Andriy Biletsky, in passato ha espresso opinioni razziste e antisemite. Il logo dell’organizzazione presenta chiari richiami nazisti.

[Vyacheslav Likhachev]

La mia citazione preferita di Andriy Biletsky è che il destino della nazione ucraina è di essere all’avanguardia nella guerra santa dei bianchi contro i sub-umani guidati dai semiti.

[Giornalista BBC]

Le milizie nazionali hanno già usato la forza per influenzare la politica ucraina. Questo è il municipio della città di Cherkasy. Guardatelo ora. Intorno al perimetro esterno ci sono agenti di sicurezza. E il motivo per cui la polizia è venuta è perché nell’ultima sessione è successo questo. La milizia nazionale, insieme ad alcuni veterani di guerra, si è presentata e si è collocata tra i deputati, annunciando che nessuno se ne sarebbe andato fino a quando il bilancio del sindaco non fosse stato approvato.

[Oleksander Radutskyi]

Cherkasy è ora terreno di addestramento per un colpo di stato militare in Ucraina. Questo genere di cose non può esistere in Ucraina senza l’approvazione del ministro degli interni.

[Giornalista BBC]

Questo è lui, Arsen Avakov, l’ambizioso ministro degli interni ucraino. I suoi legami con il gruppo Azòv sono ben noti. Ha messo i loro combattenti sul libro paga del suo ministero e ha nominato uno dei loro comandanti, Vadim Troyan, come suo vice.

[Oleksander Radutskyi]

La storia si ripete. Se guardiamo a quello che è successo in Germania quando il fascismo stava appena sorgendo negli Anni Trenta. Ecco a che cosa paragonerei la situazione attuale.

Nel video vediamo quindi che gli estremisti neo-nazisti ucraini, tra cui il Battaglione Azov, servono a creare la base per importare una nuova marca di terrorismo in Europa e negli Stati Uniti e, da una parte vengono finanziati per combattere i russi, e dall’altra vengono utilizzati come leva per togliere altre libertà ai cittadini statunitensi ed eropei.

Biden criminalizza l’opposizione

[Tucker Carlson]

La scorsa settimana, Joe Biden ha tenuto il discorso presidenziale più minaccioso della storia americana. Ha parlato di fronte a uno sfondo rosso sangue, affiancato da marines statunitensi. E, se facciamo un passo indietro, vediamo che ci ha rivelato il progetto per il resto della sua amministrazione: vale a dire la criminalizzazione del dissenso, l’eliminazione dell’opposizione e l’uso delle agenzie federali per trasformare l’America in uno stato a partito unico. Si chiama autoritarismo. Ecco cosa ha detto Biden in un discorso che la Casa Bianca ha pubblicizzato come non politico. Guardate.

[Joe Biden]

Donald Trump e i repubblicani MAGA rappresentano una forma di estremismo che minaccia le fondamenta stesse della nostra repubblica. Oggi il Partito Repubblicano è dominato, guidato e intimidito da Donald Trump e dai repubblicani MAGA, e questo rappresenta una minaccia per questo paese. I repubblicani MAGA non rispettano la Costituzione. Non credono nello stato di diritto. Non riconoscono la volontà del popolo. Si rifiutano di accettare i risultati di una libera elezione. Promuovono leader autoritari e alimentano le fiamme della violenza politica il che costituisce una minaccia per i nostri diritti personali, e anche per la ricerca della giustizia, per lo stato di diritto, e per l’anima stessa di questo paese.

[Tucker Carlson]

È sufficiente per farvi girare la testa. A Donald Trump è stato vietato di parlare in pubblico. È stato censurato per volere del Partito Democratico. Non poteva più utilizzare i social media, che sono diventati la nostra piazza elettronica. È stato completamente cancellato. Eppure, Joe Biden dice che Trump e i suoi sostenitori promuovono leader autoritari. E lo ha detto esattamente nel momento in cui, ogni mese, sta inviando miliardi di dollari all’Ucraina e ai suoi leader autoritari. Autoritari? Beh, stiamo solo scalfendo la superficie. Nell’ultimo anno e mezzo, il governo dell’Ucraina ha incarcerato il suo principale rivale politico, ha bandito i partiti di opposizione e ha messo fuori legge i media indipendenti.

Ma secondo Joe Biden questo non è autoritario. Ciò che è veramente autoritario è il semplice fatto di non essere d’accordo con lui. Provate a dissentire, e Joe Biden dichiarerà che siete nemici dello stato mentre alle sue spalle c’è l’esercito che lui controlla. Di conseguenza, se osserviamo il sostegno fanatico della Casa Bianca nei confronti dei veri autoritari che gestiscono l’Ucraina, possiamo vedere un modello che emerge. Ma naturalmente, come sempre accade quando parla Joe Biden, non possiamo ritenerlo interamente responsabile di ciò che dice, perché non solo non ha scritto le parole, ma non è nemmeno consapevole di averle pronunciate. Proprio l’altro giorno, venerdì, dopo aver tenuto il discorso citato, ha detto che non considera alcun sostenitore di Trump come una minaccia per il paese. I nostri media lo hanno ignorato, probabilmente molto delusi, dopo aver invece gioito per il discorso precedente che avevano ascoltato con molta cura. Guardate.

[Intervistata]

Il presidente Biden ha tenuto un discorso davvero forte che mi è piaciuto moltissimo. Credo in tutto quello che ha detto.

[Intervistato]

È stato un discorso urgente, adatto ai tempi di guerra.

[Intervistata]

E un’altra cosa che mi ha davvero colpito è che è sembrato quasi che si sia reimpossessato del patriottismo.

[Joy Reed]

Se cercate fascismo nel dizionario, troverete tutte queste cose. Quindi non sono davvero sicura per quale motivo i repubblicani se la siano presa, a parte il fatto che è stato nominato.

[Intervistata]

I repubblicani sono la più grande minaccia alla democrazia. Non c’è differenza tra estremisti di destra e Partito Repubblicano.

[Intervistato]

Hillary ha detto la verità quando ha accusato Donald Trump di aizzare il razzismo, la misoginia e il fanatismo, e dicendo che veniva sostenuto da persone deplorevoli all’interno del Partito Repubblicano.

[Intervistata]

I repubblicani se la sono presa per essere stati chiamati fascisti. Ma se non sei un fascista, non sta parlando di te.

[Tucker Carlson]

Quindi, se sei innocente, non hai nulla da nascondere. Non preoccuparti. È incredibile quanto l’intera faccenda abbia un sapore sovietico. Joe Biden chiede che si facciano purghe politiche e azioni di polizia contro i suoi avversari politici. E i media statali lo incoraggiano. Nel suo discorso sulle minacce alla nostra repubblica, Joe Biden non menziona altro che minacce interne. Non ha parlato della Cina nemmeno una volta. Non ha menzionato i problemi al confine, il fentanil oppure il crimine in ascesa. Ha menzionato solo le persone che si oppongono a lui politicamente. E ancora una volta, tenendo fede al loro ruolo di piccoli servi obbedienti, i nostri media lo incoraggiano. Dovreste chiedervi quali siano le loro opinioni sull’autoritarismo. Ovviamente, sono favorevoli. In effetti, nel discorso di Biden della scorsa settimana c’è lo zampino di uno di questi giornalisti, Jon Meacham, per molti anni collaboratore di News Week, e ora diventato lo storico più banale d’America che ha anche ridecorato lo Studio Ovale su richiesta di Joe Biden.

Quindi Meacham è ora il nostro propagandista in capo. E non è difficile capire cosa lo abbia ispirato a scrivere il discorso di giovedì. Meacham ammira gli autocrati che zittiscono i loro avversari politici. All’inizio di quest’anno, Meacham è andato in televisione per paragonare il presidente dell’Ucraina, Zelensky, a Winston Churchill e agli uomini che hanno preso d’assalto le spiagge della Normandia. Ha detto una valanga di cliché, perché quelli sono gli unici brani di linguaggio che Jon Meacham è in grado di usare. Ora che siete stati messi sull’avviso, ecco le sue parole su Zelensky: può sembrare sentimentale, ma ha la virtù di essere vero.

Quindi, allo stesso tempo, Zelensky, questa figura di moderno Winston Churchill, ha criminalizzato il dissenso nel suo paese e ha chiuso tre stazioni televisive. Come ha detto il suo portavoce, quei media erano diventati uno degli strumenti di guerra contro l’Ucraina, quindi sono stati bloccati per proteggere la sicurezza nazionale. Quelle stazioni televisive erano un po’ come Donald Trump o Fox News e perciò dovevano essere messe a tacere per preservare la democrazia in Ucraina. Solo una fazione poteva parlare.

Ci pare una democrazia come quella della Bulgaria nel 1972. La chiamano comunque repubblica democratica, ma per loro significa in realtà che le persone che ci vivono non hanno alcuna rappresentanza. Il partito decide per loro. è difficile credere che tutto ciò stia accadendo, ma è la realtà. E giovedì, Joe Biden e l’autore del suo discorso lo hanno reso esplicito. Eppure non vediamo grandi reazioni. Nessun presidente ha mai tenuto un discorso come questo. Quindi vi chiedete, dove sono finiti gli zelanti difensori delle nostre norme?

Joe Biden annuncia che ci serve un solo partito, e lo dice affiancato da marines statunitensi in servizio attivo, e nessuno dice una parola. Dov’era Mark Milly? Non è forse un grande difensore della democrazia? Dov’erano i Cheney e tutti gli altri che proclamano di difendere il nostro sacro sistema di governo? Dove sono? Forse stanno annuendo consenzienti, oppure sono troppo imbarazzati per parlare? Ma il momento di parlare è questo. Sono sempre i benvenuti in questa trasmissione. Sempre. Hanno un invito permanente da parte mia. Nel frattempo, sentiamo Jackson Hinckle, conduttore del canale The Dive su YouTube. Eccolo. Jackson, grazie mille per essere venuto. Dunque, capisco che in televisione le persone prendano posizioni di parte, c’è molta pressione affinché uno si schieri in un modo o nell’altro. Ma il fatto che Biden arrivi a dire che la più grande minaccia per il nostro paese è chiunque gli si opponga nelle prossime elezioni di medio termine, mentre i media gli danno ragione, ci fa pensare che abbiamo passato il limite.

[Jackson Hinckle]

Abbiamo chiaramente oltrepassato il limite, ed è molto interessante che ci siano persone, nei media, che oggi dicono di aver gradito quel che Joe Biden ha detto in quel discorso, visto che era un discorso in stile dittatoriale. E non solo questo, visto che molte delle azioni e delle procedure usate dall’amministrazione Biden negli Stati Uniti, in questo momento, sono pienamente riflesse in tale discorso, e sono strettamente allineate con ciò che il dittatore Zelensky sta facendo in Ucraina. Joe Biden ci sta immergendo in uno stato fascista, e sta prendendo spunto dalle azioni di Zelensky in Ucraina, al fine di fabbricare questo stato distopico e questa realtà distopica in America.

E non mi sorprende affatto perché, alla fine della giornata, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, e Joe Biden, sono controllati dalle stesse identiche persone. Sono controllati da individui come George Soros e da persone come Klaus Schwab del World Economic Forum, e faranno tutto quello che gli viene ordinato. Per dirla semplicemente, Zelensky sta usando la comunità dell’intelligence ucraina e i teppisti nazisti del Battaglione Azov, per mettere a tacere gli ucraini amanti della libertà.

Joe Biden, negli Stati Uniti, benché non riesca a ricordare cosa ha mangiato a colazione questa mattina o chi sia sua moglie, lascia campo libero ai suoi badanti, e ai suoi compari, affinché usino la CIA, l’FBI, Antifa, l’IRS e ora anche il Ministero della Verità, al fine di attaccare gli americani amanti della libertà.

[Tucker Carlson]

Forse qualcuno nel cosiddetto partito di opposizione, ora effettivamente definito come organizzazione illegale, avrebbe dovuto pensarci prima di finanziare questa follia in Ucraina, che sta facendo affondare la nostra economia e sta ridicolizzando il concetto stesso della democrazia. Avrebbero dovuto rifletterci prima di votare a favore, debitamente ossequiosi verso Joe Biden, per poi limitarsi a mettere sul bavero una spilla con la bandiera ucraina. Perché nessuno lo ha fatto?

[Jackson Hinckle]

Verrebbe da pensare che avrebbero dovuto farlo, ma un gran numero di questi individui a Washington, i neoconservatori, i RINO e l’intero Partito Democratico, sono ostaggio del complesso industriale militare. E questo risulta estremamente disallineato con ciò di cui l’americano medio ha bisogno in questo momento. Non abbiamo acqua potabile pulita a Jackson, nel Mississippi, eppure stiamo inviando 7 miliardi di dollari in Ucraina, un paese che sono sicuro che la maggior parte di questi membri del Congresso non potrebbe nemmeno indicare su una mappa. È pazzesco. Questa settimana, la Casa Bianca, e sono sicuro che lo avete visto, è uscita allo scoperto dicendo che chiunque non abbia un’opinione riflessa dalla maggioranza del pubblico americano, ha posizioni estreme e quindi è un’estremista. Di conseguenza, come dovremmo considerare Joe Biden? Solo il 38% degli americani è d’accordo con lui, sempre se crediamo ai sondaggi e a quello che ci dicono, e se accettiamo che la percentuale sia tanto alta. Di conseguenza, secondo la definizione della Casa Bianca, Joe Biden è un estremista.

[Tucker Carlson]

Giusto. E tanti saluti ai diritti delle minoranze. Inoltre, pensavo che ci fosse permesso di non essere d’accordo. Questo che stiamo vivendo è davvero un momento incredibile. Grazie mille.

[Jackson Hinckle]

Grazie.

La propaganda distorce quindi la realtà e continua a dipingerci l’Ucraina come vincente e la Russia come perdente e nasconde il fatto che gli ucraini capaci di combattere sono rimasti talmente pochi che vengono sostituiti da soldati europei oppure americani che indossano le divise ucraine.

La NATO che combatte direttamente in Ucraina

[Jackson Hinkle]

La Russia reagisce al fatto che gli Stati Uniti si vantano del proprio coinvolgimento nella guerra in Ucraina. L’inviato russo a Washington dichiara che il Pentagono sta apertamente aiutando Kiev e se ne vanta. Infatti, questa settimana, dopo l’offensiva lanciata dall’Ucraina a Kharkiv, abbiamo visto innumerevoli storie su tutta la stampa e sulle televisioni pubbliche occidentali, oltre che sulla televisione nazionale ucraina, che parlavano dell’enorme successo di tale offensiva. Tuttavia, hanno mancato di menzionare che, in realtà, in questa offensiva, gli ucraini hanno recuperato un po’ meno del 2% del territorio totale che la Russia ha conquistato dall’inizio della guerra in Ucraina. Ma la vittoria ucraina rimane comunque degna di nota.

È avvenuta nella regione di Kharkiv e ha interessato una striscia di terra piuttosto vasta, che include anche la cittadina di Izium. Ma vale anche la pena notare che la stampa occidentale è stata assolutamente esplicita e persino sfrontata nel vantarsi del fatto che gli Stati Uniti siano stati praticamente responsabili di questa offensiva, nel senso che hanno fornito le informazioni di intelligence militare per l’operazione, e che hanno aiutato l’Ucraina a pianificarla nel corso dell’estate. Avete visto parlarne anche il New York Times. Hanno detto che gli Stati Uniti hanno davvero contribuito in modo determinante all’offensiva.

Ora, il fatto che il New York Times, la CNBC, la CNN, MSNBC, Fox News, e tutti queste fonti mediatiche stiano riportando il fatto che questa offensiva ha avuto successo proprio grazie al supporto di intelligence degli Stati Uniti, ci mostra che l’intelligence statunitense vuole vantarsi apertamente del fatto di esserne stata responsabile. Questo atteggiamento, naturalmente, richiede una replica da parte della Russia. E tale risposta adesso è arrivata. Diamo un’occhiata. Ecco il titolo di un articolo. La Russia reagisce al fatto che gli Stati Uniti si vantano del proprio coinvolgimento in Ucraina. L’inviato russo a Washington ha dichiarato: il Pentagono sta aiutando apertamente Kiev e se ne vanta. è motivo di profonda preoccupazione che il governo degli Stati Uniti si vanti apertamente del fatto che i successi sul campo di battaglia dell’Ucraina siano stati raggiunti con il coinvolgimento diretto del Pentagono.

Queste sono le parole dell’ambasciatore russo a Washington, Anatoli Antonov, durante un’intervista rilasciata mercoledì all’agenzia stampa russa a, dove sottolinea, in questo contesto, il fatto che la Casa Bianca continua a dichiarare che gli Stati Uniti non sono parte attiva del conflitto, il che è un’affermazione che, a questo punto, appare assolutamente ridicola e infondata. A sostegno della sua posizione, Antonov ha riportato che i fatti e le interviste rilasciate in generale da politici americani in carica, o precedenti, dicono il contrario. L’ambasciatore ha quindi aggiunto queste parole: I video attualmente visualizzati sui canali occidentali dimostrano chiaramente che soldati e ufficiali che parlano fluentemente inglese, molti dei quali con accento britannico e americano, stanno combattendo contro di noi.

E anche noi, su questo canale, abbiamo mostrato una clip proprio l’altro giorno di un soldato statunitense, volontario, o mercenario, non saprei, che stava combattendo in prima linea in Ucraina e che ha guidato l’avanguardia che ha riconquistato Izium. Video registrati e pubblicati apertamente. In cui il soldato si vanta di essere arrivato a Izium in un selfie. Una città di cui non conosceva nemmeno il nome fino a tre settimane prima, e che sicuramente non sarebbe stato in grado di identificare su una mappa se gli fosse stato richiesto. Quindi sono proprio le truppe statunitensi che sono entrate a Izium, che sono presenti nell’area di Kharkiv e che hanno guidato l’offensiva. E non era solo quel video, ce ne sono molti altri che potete trovare su Internet e che sono stati verificati. In tutti questi video, si dice che le truppe americane stanno aiutando a guidare questo sforzo in territorio ucraino per riconquistarlo dai russi.

Perciò è ovvio che la Russia risponderà. Antonov ha anche detto che gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per trasformare l’Ucraina in una discarica per le proprie armi obsolete, ma anche in un campo di prova per le nuove attrezzature della NATO, sottolineando l’insaziabile appetito di profitti del complesso militare industriale statunitense. E anche su questo abbiamo un commento da fare. Ci sarà una convention dei fabbricanti d’armi americani che si terrà, credo, in Texas questa settimana. E sapete chi sarà il protagonista di tale conferenza? Di tale convention? Qualcuno di voi lo sa? Chi sarà mai? Chi sarà mai? È l’uomo più impegnato del mondo, che in questo preciso momento è in prima linea che combatte diligentemente: Volodymyr Zelensky. Volodymyr Zelensky si sintonizzerà tramite Zoom assieme ai suoi buoni amici del complesso industriale militare americano. Gli otto maggiori fornitori dell’industria degli armamenti americana saranno in bella mostra durante questa convention nel Texas. E Volodymyr Zelensky non sarà solo ospite della conferenza, ma sarà bensì l’oratore principale.

Quindi non penso proprio che i commenti dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, siano inappropriati, considerando quanto strettamente questi due corpi si stiano immergendo uno nell’altro. È assolutamente, assolutamente incredibile. Ma non sorprende se finora avete seguito una qualsiasi delle notizie che circondano la guerra in Ucraina.

Nel video comprendiamo come l’offensiva di Kharkiv abbia visto impegnati direttamente soldati di provenienza americana e che il Pentagono si vanta di esserne stato il principale artefice, mentre la Casa Bianca continua a negare qualsiasi coinvolgimento diretto. Questa dissonanza è tipica della propaganda: dici una cosa in un momento e l’esatto opposto in un altro momento.

Vediamo anche il gioco di parole in cui i soldati americani vengono classificati come volontari o mercenari dalla Casa Bianca, mentre vengono gestiti direttamente dal Pentagono, il quale ha pianificato le attività militari ucraine per tutta l’estate, il che quindi deve includere i bombardamenti sulla centrale di Zaporizhzhia, il tentato assalto alla medesima e la grande controffensiva nella regione di Kherson.

I governo di Kiev ci ha detto infatti che le operazioni nel Sud, a Kherson e Zaporizhzhia, hanno agito da diversivo per spianare la strada dell’attacco nel nord, a Kharkiv. Il bilancio finale è stato di riconquistare circa il 2% del terreno precedentemente occupato dai russi con una perdita al sud di almeno 4000 soldati e 8000-10000 feriti, a fronte di un corpo di attacco di 15-20000 uomini, e con una perdita al nord, nell’area di Kharkiv, di circa 3000 uomini sui 9000 impegnati, e con un numero imprecisato di feriti.

Questa assomiglia di più a una clamorosa sconfitta complessiva , anziché a una grandiosa vittoria come ci viene proposta.

 Di certo i russi hanno dovuto cedere una vasta porzione di territorio che avrebbero volentieri mantenuto, ma appare chiaro che sia una scelta calcolata per rafforzare l’offensiva nella regione del Donetsk che negli ultimi giorni ha visto sviluppi importanti.

Da notare che, durante le due offensive di Kherson e Kharkiv non è arrivato nessun commento da parte del comando militare ucraino, che ha lasciato intendere in modo chiaro che disapprova queste due offensive, nonostante il risulato positivo di Kharkiv, perché hanno bruciato riserve preziose che invece il comando ucraino avrebbe voluto accantonare per sferrare un attacco in grande stile una volta che avesse avuto forze sufficienti. Da quanto emerge da un’intervista al capo di stato maggiore ucraino, pare che i generali ucraini ritengano che i morti e i feriti sul fronte ucraino siano stati uno sperpero, e che saranno costretti ricostruire nuove forze daccapo, dando tempo ai russi di rafforzare le proprie linee, come stanno già facendo.

Senza togliere nulla alla vittoria ucraina, la presentazione data sui mezzi mainstream occidentali è largamente fuorviante e dispinge uno scenario di collasso russo che non esiste, e nasconde invece le pesanti perdite subite dagli ucraini.

Lo fa scegliendo le parole ad arte in modo da far immaginare cose che in realtà non ci sono.

Nel frattempo l’esercito ucraino che, per il momento ha esaurito completamente la spinta della propria offensiva, ha ricominciato a prendere di mira la città di Donetsk e anche alcuni politici nelle regioni indipendenti, che sono stati uccisi con colpi mirati contro strutture civili condotti con i lanciarazzi della NATO. A questo si aggiungono svariate uccisioni di uomini d’affari e politici in Russia come pure, secondo Putin, tentati attentati contro centrali nucleari in territorio russo.

Questo non potrà che accelerare la trasformazione dell’operazione militare speciale dei russi in un’operazione di anti-terrorismo.

Non ci sarà invece una mobilitazione generale dei russi, che invece i governi occidentali stanno tentando di provocare per indebolire economicamente la Russia, che invece sta sperimentando un continuo calo dei prezzi dei prodotti di consumo come pure del tasso di inflazione interno.

Come risultato, la banca centrale russa ha già annunciato che farà un nuovo taglio nei tassi di interessi, così da facilitare lo sviluppo delle aziende russe.

Nel frattempo è aumentata l’intensità di attacco delle truppe filo-russe nel Donbass con l’obiettivo di liberare la cittadina di Donetsk dalle postazioni fortificate da cui gli ucraini continuano a colpire i civili, mentre la cittadina strategica di Bakhmut, considerata il perno della difesa ucraina nel Donetsk è stata quasi completamente circondata e stiamo per assistere all’inizio di una battaglia nello stile di Mariupol.

Roberto Mazzoni

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