Tecniche di Guerra Psicologica – Parte 2 – Propaganda, Misinformazione e Disinformazione – MN #210

L’obiettivo primario della guerra psicologica è di soggiogare un popolo e un’intera nazione senza l’uso delle forze armate, ma facendo leva su idee, emozioni e percezioni che inducano il popolo da conquistare a collaborare con l’aggressore.

Si basano sulle ricerche della psicologia moderna condotte in origine dal fisiologo tedesco Wilhelm Wundt e dal medico russo Ivan Pavlov, e poi sviluppate da psicologi e psichiatri che hanno mantenuto l’impostazione fondamentale data dai due capostipiti secondo cui l’Uomo è un animale che agisce unicamente su una base di stimolo-risposta.

Secondo questa impostazione, l’Uomo è facile da programmare se si possono inculcare gli stimoli giusti e se si conoscono gli stimoli che producono antagonismo, collera, paura, afflizione e apatia. Infatti, attraverso l’innesco o lo sfruttamento artificiale di queste emozioni è possibile, con l’aiuto anche di privazioni fisiche e d’indottrinamento, condizionare il comportamento e il pensiero di un individuo.

La propaganda, che è la tecnologia per la fabbricazione del consenso, è una delle componenti essenziali della Guerra Psicologica, ma si concentra unicamente sulla veicolazione e sulla manipolazione delle idee che, in modo impercettibile, modificano le opinioni della gente e la portano ad allinearsi con i desideri del propagandista.

La Guerra Psicologica abbraccia anche altre attività che si affiancano alla propaganda. La prima di queste è la Misinformazione, vale a dire la veicolazione di informazioni false oppure di informazioni incomplete o alterate da parte di un governo ai danni dei propri cittadini oppure di altri popoli. La Misinformazione viene spesso confusa con la Disinformazione, ma sono due attività profondamente diverse. Secondo Ion Mihai Pacepa, autore del libro Disinformazione, e generale del servizio segreto romeno ai tempi dell’Unione Sovietica, la Disinformazione è uno strumento utilizzato in modo ufficiale dai governi ed è facile da riconoscere come tale. Quando un governo, ad esempio, pubblica informazioni scorrette sullo stato dell’economia oppure sul livello di inflazione, si tratta di Misinformazione.

La Disinformazione è invece uno strumento utilizzato in modo coperto dai servizi segreti oppure da altre organizzazioni al fine di diffondere informazioni false, incomplete o alterate utilizzando una fonte all’apparenza indipendente oppure una fonte che appartiene al nemico.

I mass media sono un classico veicolo di disinformazione, ma il ruolo può essere svolto da qualsiasi altra fonte che possa essere credibile all’interno di una nazione nemica oppure all’interno di un gruppo nemico. In questa vasta cerchia rientrano professori universitari e insegnanti, intellettuali, capitani d’industria, celebrità, medici, influencer sui social media e persino uomini di chiesa. A volte queste persone sono consapevoli del fatto che veicolano disinformazione, ma spesso non se rendono conto in ragione della natura nascosta della fonte di tale disinformazione.

Propaganda, Disinformazione e Misinformazione spesso si mescolano e possono essere difficili da distinguere. Ma diventa più facile orientarsi se ne teniamo a mente la definizione. La Propaganda è la fabbricazione del consenso e viene solitamente utilizzata in modo impercettibile per indurre le persone ad appoggiare le attività del proprio governo oppure ad acquistare un particolare prodotto. La Misinformazione è la veicolazione di informazioni false a parte di un governo al fine di confondere i propri cittadini oppure altre nazioni e nascondere attività che sono criticabili o scandalosi.

La Disinformazione infine è la diffusione di informazioni false all’interno del campo avversario utilizzando fonti che sono credibili all’avversario così da indurlo a commettere errori e così da infarcire la popolazione avversaria con dati falsi che le impediscano di ragionare in modo lucido. E’ un’attività che può anche essere rivolta nei confronti dei propri connazionali che vengono considerati ostili agli scopi del disinformatore.

La quarta componente essenziale della Guerra Psicologica sono le cosiddette misure attive. Si tratta di azioni condotte al fine di produrre la demoralizzazione e la resa dell’avversario, Anziché rivogersi alla manipolazione delle idee come le altre tre branche della Guerra Psicologica, le misure attive sono attività molto concrete come il lavaggio del cervello, l’uso di farmaci e droghe per alterare il comportamento e le percezioni e per minare la volontà, l’omicidio, gli attentati terroristici, l’incitamento alla protesta e alla rivolta, il ricatto, qualsiasi azione poliziesca di tipo politico e qualsiasi altra forma di attività, spesso criminale, che possa servire ai fini della Guerra Psicologica.

Un esempio di Misinformazione

Per vede un esempio di Misinformazione, rivediamo un brano della testimonianza di Yuri Bezmenov, il funzionario del KGB sovietico fuggito in occidente e che ha diffuso la conoscenza sulle tecniche di Guerra Psicologica sviluppate in Unione Sovietica.

Nel video vediamo come il governo russo aveva utilizzato la Misinformazione al fine di nascondere i propri fallimenti e addossarne la responsabilità agli americani. L’aveva anche usata per creare antagonismo nei confronti degli Stati Uniti, che prima erano considerati un alleato. Questo rientrava all’interno di un programma di Propaganda che mirava a cementare l’appoggio della popolazione russa verso i programmi del partito comunista russo.

Notate che la Misinformazione è relativamente facile da scoprire perché la popolazione prima o poi è in grado di verificare la veridicità delle affermazioni del proprio governo e c’è sempre una certa dose di scetticismo.

Tuttavia l’abbinamento della Misinformazione con una Propaganda che instilla continuamente isteria, quindi paura diffusa nel popolo, tende a cementarla come verità nella mente di molte persone anche se l’evidenza che hanno sotto gli occhi indica il contrario.

Un esempio di Disinformazione

Torniamo all’intervista di Yuri Bezmenov per vedere un’esempio di Disinformazione. In questo caso vediamo che l’effetto è più profondo perché chi riceve la Disinformazione non ha modo di verificarne la veridicità e la riceve da fonti considerate neutre ed attendibili.

In questo video abbiamo visto che l’opera di Disinformazione è stata realizzata negli Stati Uniti dal mondo accademico, che ha dipinto la vita nell’Unione Sovietica in modo molto più positivo di quale fosse realmente.

Notate che Bezmenov insiste nel definire l’Unione Sovietica un capitalismo di stato, e che aveva comportamenti colonialisti addirittura peggiori rispetto a quelli di cui i sovietici accusavano l’imperialismo statunitense. 

Questo mette in evidenza un’operazione di Disinformazione che è tutt’ora in corso: la presentazione del Comunismo quale totale opposto del Capitalismo e la creazione di due mondi, quello capitalista e quello comunista, costantemente in lotta tra loro.

Questa distinzione trae la sua origine dal lavoro di Karl Marx che, attingendo a varie teorie comuniste del passato, tra cui quella dello spartano Licurgo, ha prodotto uno dei libri più importanti del nostro tempo: “Il Capitale”.

Nella sua opera, che presenta una base di informazione veritiera sullo stato della società occidentale nel suo tempo, Marx è riuscito nell’impresa di fondere la politica e l’economia dando vita a tutta una serie di movimenti politici, tra cui il comunismo, che avevano come elemento essenziale, la proposta di nuove strutture economiche quale soluzione di tutti i mali sociali. Da quel momento in poi, la politica è diventata ostaggio dell’economia e in particolare della finanza gestita da grandi monopoli e dai banchieri internazionali.

Il 13 dicembre 1938, Leon Trotsky, uno degli autori primari della rivoluzione Bolscevica del 1917, scrisse sul New York Times le seguenti parole: “Avrete una rivoluzione, una terribile rivoluzione. Che corso prenderà tale rivoluzione dipenderà molto da ciò che Mr. Rockefeller dice di fare a Mr. Hague. Mr. Rockefeller è il simbolo della classe al potere in America e Mr. Hague è il simbolo dei suoi strumenti politici”.

Frank Hague era un politico del Partito Democratico, che a quell’epoca era al potere con Woodrow Wilson alla Casa Bianca. Hague è noto quale uno dei politici più corrotti della storia americana, un vero e proprio boss che si arricchì enormemente con intrallazzi nella città di Jersey di cui era anche stato sindaco. Lo stato del New Jersey, è anche il luogo in cui la famiglia Rockefeller affonda le proprie radici.

Per capire la relazione molto stretta tra capitalismo e comunismo sovietico rimandiamo al libro “Wall Street and The Bolshevik Revolution” (Wall Street e la rivoluzione bolscevica) di cui abbiamo già proposto alcuni brani nella prima puntata. L’autore, Antony Sutton, ha scritto il libro basandosi su testimonianze ufficiali raccolte dagli archivi del Dipartimento di Stato, il ministero degli esteri statunitense, oltre che dalle biografie e dai resoconti personali di alcune delle persone coinvolte. Prendiamo un’altra sezione dal libro che ci fa capire le vere origini della rivoluzione russa:

“Nel periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale, la struttura finanziaria e aziendale degli Stati Uniti era dominata da due conglomerati: Standard Oil, che era l’impresa primaria dei Rockfeller, e il complesso industriale, finanziario e ferroviario dei Morgan. Le alleanze monopoliste dei Rockefeller e Morgan dominavano non solo Wall Street, ma l’intero tessuto economico statunitense attraverso un sistema manageriale interconnesso.

Gli interessi dei Rockefeller monopolizzavano l’industria del petrolio e le industrie collegate, controllavano i conglomerati industriali di lavorazione del rame e le fonderie, oltre che il gigantesco conglomerato di produzione del tabacco. Inoltre i Rockefeller avevano influenza in alcune proprietà dei Morgan come la US Steel Corporation (la più grande acciaieria dell’epoca), come pure in migliaia di altri piccoli conglomerati industriali, ferroviari e di servizio pubblico, e in alcune istituzioni finanziarie. Le grandi imprese dei Morgan erano nell’acciaio, nei trasporti marittimi e nell’industria elettrica. Alla pari dei Rockefeller, i Morgan controllavano diverse società finanziarie.

Svariati finanzieri americano associati a questi gruppi avevano finanziato diverse rivoluzioni anche prima del 1917”.

Nel libro Sutton riporta dettagli sul finanziamento da parte di Wall Street della rivoluzione di Panama nel 1903, che ebbe lo scopo di sottrarre Panama alla Colombia di cui all’epoca faceva parte. Li troviamo coinvolti nella rivoluzione cinese del 1912, nella rivoluzione messicana del 1915-1916, in collaborazione con i tedeschi, e nella successiva creazione del governo rivoluzionario di Venustiano Carranza che diede al Messico la prima costituzione di matrice sovietica, scritta da trotskisti con l’appoggio di Wall Street.

Vediamo quindi di nuovo che il progetto del capitalismo monopolistico è sempre stato di trasformarsi da semplice strumento di sfruttamento finanziario e industriale, in un capitalismo di stato, attraverso la diffusione del comunismo che avrebbe sempre garantito gli interessi dei finanzieri. Scopriamo infatti che il governo sovietico, mentre sequestrava la proprietà privata dei russi, lasciava sostanzialmente indenni gli interessi in Russia dei potenti di Wall Street.

Roberto Mazzoni

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