La situazione in Israele sta avendo conseguenze e avrà conseguenze molto importanti sul commercio internazionale, vale a dire commercio tra Medio Oriente, Cina ed Europa con ripercussioni su tutti e tre questi componenti. Per la Cina sarà più difficile esportare in Europa e acquisire materie prime, in particolare petrolio e gas naturale dal Medio Oriente, per l’Europa sarà estremamente difficile importare ed esportare merci, sarà molto più difficile importare ed esportare merci dal Medio Oriente, in particolare gas naturale e petrolio di cui ha bisogno per poter far funzionare le proprie industrie, e sarà anche più costoso e più difficile importare ed esportare dalla Cina.
Questo vuol dire un aumento dei prezzi, una situazione più critica per quello che è la struttura industriale. Noi sappiamo che con la mancanza del gas a basso costo e del petrolio proveniente dalla Russia a basso costo, che poi arrivano comunque in modo indiretto ma con prezzi maggiorati, la Germania si sta progressivamente deindustrializzando e questo vuol dire ridurre le potenzialità industriali ed economiche dell’intera Eurozona.
Sappiamo che con questa nuova condizione che appare permanente, nel senso che il blocco del Canale Suez resterà tale fino a che Israele continuerà la guerra contro i palestinesi e Israele intende continuare la guerra per tutto il 2024 e magari anche in parte per il 2025. In più sappiamo molto bene che la difficoltà di avere rapporti tra Russia e Europa dovuti anche alla guerra in Ucraina non sta migliorando le cose dal punto di vista della fornitura di materie prime che sono necessarie per alcune industrie.
Molte industrie tra cui anche quella militare europea che appunto incominciano ad essere carenti di materie prime che devono acquisire a questo punto altrove, magari in Africa per questo punto è una delle poche destinazioni ancora accessibili e vicine.
Ma con la tensione crescente tra l’altro tra Francia e il governo di Parigi che sta avviando una serie di attività provocatorie nei confronti della Russia, abbiamo visto recentemente il bombardamento da parte dei russi di un intero edificio in Ucraina che ospitava dei militari francesi che erano presenti in Ucraina sotto forma di indipendenti e legioni straniere ma che in realtà a quanto pare ricevevano stipendi direttamente da Parigi e la convocazione dell’ambasciatore francese a Mosca per consultazioni durate piuttosto lunghe in cui in pratica hanno fatto una lavata di testa, con questa crescente tensione possiamo anche immaginarci che la Russia abbia un atteggiamento decisamente più aggressivo anche nei confronti della Francia e che quindi sia più difficile per il sud Europa accedere alle risorse africane, visto che la Russia ha un’importanza crescente nel continente africano.
Questo comporta una complicazione nella produzione di energia nel caso della Francia che ha bisogno di uranio e che se non riesce a procurarsela ai Niger deve andare a comprare in Russia e a questo punto i russi potrebbero decidere di non venderglielo e di conseguenza una complicazione anche energetica importante per l’Italia.
In questo scenario complessivo l’unica cosa che riusciamo a identificare è la volontà di distruggere il sistema finanziario per poterlo sostituire con un nuovo e naturalmente dovremo affrontare questo tema più a fondo in un video specifico ma per il momento prendiamo atto del fatto che questa è la direzione ed è una direzione che a questo punto è inconfondibile, non ci possono essere altre spiegazioni.
Tra l’altro il conflitto tra Israele e la massa continuerà anche a lungo per il fatto che Hamas si sta ricostituendo, sta ripristinando le proprie forze militari come vedremo anche in questo video grazie anche all’arrivo a Hamas o al possesso da parte dei combattenti di Hamas di armi americane che arrivano direttamente dall’Ucraina. In più il governo israeliano noi sappiamo vuole estendere il conflitto a tutti i costi anche alla Cisgiordania, quindi il West Bank per dire all’inglese e perciò coinvolgere un’altra forza armata Hezbollah che ha base prevalente in Libano e che è molto più forte, molto meglio organizzata e molto meglio armata rispetto a Hamas.
Di conseguenza potrebbe essere una situazione dove il governo stesso israeliano non sia in grado di gestire la situazione e l’escalation porti a un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti per esempio sul campo, quindi non soltanto attraverso campagne militari dal punto di vista navale come adesso, come quello in corso del momento contro gli Huthi nel Mar Rosso, ma anche con una presenza diretta sul territorio. In più noi sappiamo, e questo è una cosa che è così da tempo, Israele vuole a tutti i costi coinvolgere gli Stati Uniti in una guerra contro l’Iran e i neoconservatori a Washington e a Londra sono estremamente propensi in tale direzione, anzi non vedono l’ora di coinvolgere l’Iran in un conflitto diretto, un conflitto che sarebbe disastroso sicuramente per Israele, per gli Stati Uniti, per la Gran Bretagna, per l’Europa in generale e porterebbe a un’instabilità enorme in tutto il Medio Oriente, oltre che a un crollo sostanziale dell’Eurozona, visto tutto l’insieme della situazione.
Quindi l’idea che ci facciamo è che l’obiettivo sia distruggere l’attuale sistema finanziario, l’attuale sistema economico che comunque non sta più in piedi e che potrebbero esplodere da soli da un momento all’altro e sostituirli con uno nuovo, quindi a partire dalle valute digitali programmabili, CBDC, poi può proseguire con tutta una serie di sistemi di sorveglianza personalizzata che sono prodotti di fatto in Israele e che sono stati sperimentati su vasta scala in Israele, quindi un’unione tra il modello cinese e il modello israeliano in territorio europeo, tanto per cominciare, che poi estende, sì naturalmente, agli Stati Uniti e anche altrove.
Il massacro del 7 ottobre, gravissimo nella sua realtà e che non trova scusanti in nessun modo, è stato comunque pubblicizzato come un nuovo 11 settembre, al punto che la propaganda utilizzata ricalcava i modelli visti l’11 settembre negli Stati Uniti e questo ci ha fatto capire che forse c’era qualcosa di più dietro che un semplice incidente non previsto come hanno cercato di farci credere. In più, dalle informazioni che stanno emergendo, pare che una parte importante delle persone uccise il 7 ottobre siano state uccise proprio dagli israeliani, non da Hamas, e che anche siano in buona parte dei palestinesi e non israeliani.
E a tal fine vi voglio proporre un servizio pubblicato recentemente dalla televisione indiana WION che è abbastanza neutra su questi argomenti visto che da una parte gli indiani sono interessati a quello che sta succedendo, non vogliono che ci sia un’escalation e dall’altra non sono coinvolti direttamente. E questo servizio è dedicato in particolarmente all’applicazione della direttiva Hannibal a cui questo video è dedicato. Eccolo.
La controversia sulla direttiva Hannibal
[Molly Gambhir]
Esploriamo ora la presunta errata applicazione della Direttiva Hannibal da parte delle Forze di Difesa Israeliane. La guerra in corso tra Israele e Hamas, sta scatenando un serio dibattito sugli standard etici delle operazioni militari condotte da Israele. Analizziamo per voi questa particolare situazione. La Direttiva Hannibal è stata sviluppata nel 1986 dal Comando Nord dell’esercito israeliano, l’IDF, ed in particolare dagli ufficiali militari Yossi Pellet, Gabi Ashkenazi e Yaakov Amidror. Il suo scopo era essenzialmente d’impedire la cattura di soldati israeliani da parte delle forze nemiche.
Se un soldato stava per essere catturato, questa direttiva permetteva ai militari di usare azioni drastiche per impedire la cattura, anche se ciò significava che il soldato poteva essere ferito o ucciso. La logica alla base di tale direttiva consisteva nel dissuadere le forze nemiche dal tentare di catturare i soldati dell’IDF. Dopotutto, questi soldati sarebbero stati meno preziosi come merce di scambio se avessero corso il rischio di essere uccisi o feriti durante un tentativo di salvataggio. In particolare, la direttiva Hannibal è stata formulata senza consultare esperti giuridici. Si tratta di un metodo operativo controverso, spesso frainteso e mal applicato nella pratica.
Secondo quanto riferito, la direttiva è stata realmente utilizzata nel conflitto di Israele con Hamas. Ne è un esempio l’incidente che ha avuto luogo nel Kibbutz Beeri. Qui Hamas teneva alcuni ostaggi nella casa della famiglia Kohen. Durante tale episodio, il gruppo di Hamas ha liberato Yasmin Porat, uno degli ostaggi. L’unità antiterrorismo della polizia israeliana l’ha interrogata sui terroristi. Yasmin ha detto loro che c’erano circa 40 di loro e 14 ostaggi civili. In quella che sembrava essere un’azione in linea con la direttiva Hannibal, un carro armato israeliano avrebbe sparato due proiettili contro la casa.
Secondo i rapporti forniti, tutti gli ostaggi che erano rimasti nella casa sono stati uccisi dal fuoco israeliano, con la sola eccezione di Hadass Dagan. Hadass Dagan e Yasmin Porat sono stati gli unici due sopravvissuti all’incidente. Un altro incidente angosciante si è verificato lungo il confine tra Israele e Gaza. I soldati dell’IDF hanno ricevuto l’ordine di usare la forza, se necessario, per impedire che gli ostaggi venissero portati a Gaza. I rapporti suggeriscono che gli elicotteri dell’IDF abbiano preso di mira i veicoli che tentavano di entrare a Gaza e ci sono state notizie non confermate di vittime civili.
Asa Kasher, filosofo ed autore del Codice di Condotta dell’IDF, ha chiesto di esaminare attentamente la Direttiva Hannibal, citando proprio questo incidente come esempio. Infatti, in una recente intervista ai media locali, Kasher ha espresso profonda preoccupazione per l’uso della Direttiva Hannibal, evidenziando la mancanza di basi legali ed etiche che giustifichino il recare danno ai cittadini israeliani, indipendentemente dal fatto che siano soldati oppure civili. Kasher solleva interrogativi sull’applicazione della direttiva Hannibal nell’azione che ha avuto luogo nella casa della famiglia Kohen. Egli sottolinea le varie interpretazioni della direttiva e la sua potenziale errata applicazione nelle operazioni, affermando che la direttiva non giustifica in alcun modo il danneggiamento dei civili israeliani.
Si sono levate a bran voce richieste per un’indagine immediata. Le famiglie delle vittime chiedono risposte, sostenute dall’appello urgente di Kasher. Criticando la decisione dell’IDF di rinviare tale indagine, Kasher ha anche chiesto se, nel corso dell’incidente di Gaza, sia stata invocata un’interpretazione errata della direttiva Hannibal.
E non è tutto. Asa Kasher chiede un cambiamento radicale nella cultura militare. Sottolinea che morire per il proprio paese non è un atto nobile. Riportiamo le esatte parole: ” è brutto morire per il nostro paese”. Questo è ciò che ha dichiarato, e, secondo lui, ogni soldato deve comprendere questo messaggio importantissimo. Cercare opportunità per morire, secondo lui, è contrario all’etica militare. I soldati possono trovarsi in situazioni che richiedono loro di rischiare la vita. Tuttavia, secondo Kasher, la ricerca mirata del pericolo va contro i valori fondamentali e l’etica.
La posizione di Kasher sfida l’attuale mentalità militare israeliana. Esorta a passare dal sacrificio di se stessi alla conservazione della vita.
Secondo lui, è fondamentale dare priorità alla vita e ai valori umani.
Allora come abbiamo visto la direttiva Hannibal in vigore dal 1996 prevede l’uccisione premeditata da parte dell’esercito israeliano di qualsiasi civile o militare israeliano che siano stati catturati come hanno fatto in questo momento. È un’attività che è stata attivata da parte di un gruppo di soldati che si chiama i soldati di un esercito israeliano che si chiama i soldati di un esercito israeliano di qualsiasi civile o militare israeliano che siano stati catturati come ostaggio oppure che siano per essere catturati come ostaggio.
L’idea è di impedire a Hamas o altri terroristi di poter usare questi ostaggi come leva per fare trattative con l’esercito o con il governo israeliano. Il problema è che l’applicazione di questa direttiva mette a serio rischio la vita naturalmente dei cittadini israeliani. Un’attività molto seria visto che gli stessi militari israeliani possono essere uccisi dai loro commilitoni anche dopo che sono catturati.
E in un certo senso ci spiega per esempio incidenti come quelli che abbiamo visto, di cui abbiamo parlato nel video precedente dove tre ostaggi israeliani sono stati uccisi in modo premeditato dai cechini israeliani proprio mentre stavano liberandosi da Hamas e mentre si facevano riconoscere, nel senso che si erano tolti la maglia per far vedere che non erano armati, sventolavano bandiera bianca, qualcuno di loro aveva i capelli rossi quindi non poteva essere confuso con un arabo e cianonostante sono stati tutti e tre uccisi da due soldati differenti che hanno sparato da direzioni diverse.
Ora vediamo un pochino meglio l’applicazione della direttiva Hannibal con Max Blumenthal che è un ebreo americano con una lunga carriera come giornalista e scrittore su temi di politica anche legati ad Israele. Conosce molto bene Israele, che è ragione delle sue origini familiari e conosce anche molto bene il mondo di Washington, il mondo politico di Washington a cui suo padre apparteneva visto che il padre è stato anche assistente del presidente Clinton. Naturalmente è un personaggio di sinistra quindi ha un orientamento verso sinistra ma questo non toglie che è un esperto e che è una persona che fino a ora si è distinta per cercare di fornire informazioni abbastanza attendibili.
Aaron Maté che collabora con lui è un ebreo anche gli di origini canadesi che opera come giornalista indipendente specializzato in temi del Medio Oriente, Russia e Cina anche gli di sinistra e collaborano su un canale chiamato The Greyzone, la zona grigia. Nel video che sto per mostrarvi si parla anche di Yedioth Ahronoth che è il più grande quotidiano con una storia che risale al 1939, è il più autorevole in assoluto in Israele e Ynet è il suo sito web, uno dei più importanti in Israele. Quindi vediamo che questo giornale ha pubblicato un servizio, un reportage sulla direttiva Hannibal e voglio farvi capire che non è semplicemente un blog indipendente, è il giornale più autorevole che ci sia nello stato di Israele. Ecco il video.
[Max Blumenthal]
Haaretz ha pubblicato un editoriale su come l’esercito israeliano stia attualmente utilizzando la Direttiva Hannibal contro gli ostaggi nella Striscia di Gaza. Non vuole fare un accordo per la loro liberazione. La loro presenza, il solo fatto che siano ancora vivi, è un problema per l’esercito israeliano e per la leadership israeliana, che sta deliberatamente cercando di ucciderli. E ora sappiamo, attraverso un importante rapporto di Ronan Bergman, pubblicato su Yedioth Ahronoth, Ynet, la pubblicazione più popolare in Israele, che il 7 ottobre c’è stato l’ordine di eseguire la Direttiva Hannibal su vasta scala, vale a dire condurre attacchi deliberati contro gli israeliani per impedire loro di diventare prigionieri, di essere portati nella Striscia di Gaza.
Ciò significa che l’esercito israeliano ha ucciso direttamente molte più persone di quelle che sapevamo essere tra i 1.150 israeliani massacrati il 7 ottobre.
Aaron, raccontaci cosa dice Ronan Bergman.
[Aaron Maté]
I punti salienti principali sono che Israele ha ordinato a tutte le unità di combattimento, il 7 ottobre, di impedire ai combattenti palestinesi di tornare a Gaza, e riporto le esatte parole, a tutti i costi. E anche se non hanno detto esplicitamente che si trattava di un’applicazione della Direttiva Hannibal, fondamentalmente lo era nella pratica. Dice che circa 70 veicoli sono stati colpiti da elicotteri da combattimento, missili anticarro o da carri armati, e, in alcuni casi, tutti gli occupanti del veicolo sono stati uccisi. Al momento non è chiaro quanti ostaggi israeliani siano stati uccisi in seguito all’attivazione di questo comando.
Ma, se in questo momento non è chiaro all’esercito israeliano, al governo israeliano, è abbastanza chiaro, solo seguendo la logica, che se elicotteri da combattimento e carri armati sparano contro normali veicoli, moriranno tutti gli occupanti dei veicoli colpiti da tali proiettili. A questo punto sorge spontanea la domanda: quante persone, quanti cittadini del proprio popolo, Israele ha ucciso il 7 ottobre. E questa è la domanda che solo poche persone nei media hanno avuto il coraggio di sollevare, e tu sei uno dei pochi, insieme i nostri colleghi di Electronic Intifada e Mondoweiss, e qualche altro posto, ma questo è tutto. E per averlo fatto, tutti voi siete stati etichettati come complottisti. E voglio rendervi merito.
[Max Blumenthal]
Mi spiace dirtelo, ma sei solo un’apologeta dello stupro.
[Aaron Maté]
Ho solo seguìto il tuo esempio. Ma ora uno dei principali giornali israeliani, Yedioth Ahronoth, e uno dei suoi principali corrispondenti, Ronan Berkman, che scrive anche sul New York Times, ha riportato questa notizia, raccontando ciò che era ovvio fin dall’inizio e che ora è stato confermato. Quindi non saprei. Qual è la tua reazione a questo rapporto?
[Max Blumenthal]
Voglio dire, non sta solo confermando quello che abbiamo detto, ma sta dimostrando che la Direttiva Hannibal è stata attuata su una scala molto più ampia di quanto chiunque fosse stato disposto ad ammettere, e che gli ordini erano di colpire ogni auto che andava verso Gaza e che, in molti casi, tutti gli occupanti sono stati uccisi. Questo ha molte conseguenze. Il primo ministro israeliano, Netanyahu, ha pubblicato un nuovo sito, non ricordo il nome del sito, ma lo troverò.
[Aaron Maté]
Il Massacro di Hamas o qualcosa del genere?
[Max Blumenthal]
Sì, giusto.
Contiene solo foto cruente. Ripropone gran parte del filmato di 47 minuti che riproduce il massacro, e che il ministero degli Esteri israeliano ha mostrato al dottor Phil, a Chris Cuomo e ad altri esponenti di spicco della nostra intellighenzia, per avere il loro sostegno al genocidio. Il Massacro di Hamas, credo che fosse il vecchio sito che ho sempre sospettato essere un’operazione israeliana, e ora sono usciti con lo stesso carattere e formato in qualcosa che Netanyahu ha promosso personalmente. Ma se si guardano le foto da vicino, molte di esse mostrano persone che sono state bruciate all’interno di veicoli sotto la direttiva Hannibal, e sono state sicuramente uccise da missili Hellfire o carri armati israeliani, quindi armi pesanti.
Non c’è dubbio. Molti di loro avrebbero potuto essere persone di Gaza, non solo membri di Hamas, ma semplici curiosi che sono venuti a bordo delle loro macchine per vedere cosa stava succedendo. Ci sono stati crimini anche commessi contro persone in Israele da individui che si sono infiltrati da Gaza, come l’operaio thailandese che è stato picchiato a morte con una pala. Questo è stato fatto da criminali comuni che sono arrivati da Gaza con l’intenzione di creare danni, ma che non avevano relazione con Hamas. In queste foto di atrocità, si vedono un sacco di cumuli di corpi, e dicono che sono persone uccise al Novo Electronic Music Festival.
Ma sono tutti carbonizzati. Sono bruciati in modo talmente grave, che non sembra che possano essere stati uccisi da semplici proiettili. Indossano jeans e sono tutti per lo più maschi. Potete guardare il filmato del Supernova Sukkot Electronic Music Festival. È disponibile su internet. Nessuno di quei ragazzi indossava i jeans. Faceva molto caldo. I maschi ebrei israeliani, indossano tipicamente i pantaloncini. E indossano canottiere. Questi ragazzi morti indossano invece jeans economici. Chi è stato nella Striscia di Gaza sa che praticamente tutti indossano jeans o pantaloni, non importa quanto faccia caldo. Per un ragazzo andarsene in giro in pantaloncini è una gaffe culturale. Puoi farlo solo se sei in spiaggia.
Oppure puoi tenere i sandali quando sei a casa, altrimenti indossi scarpe e jeans. Per me questo è una specie di segno rivelatore che molto di ciò che stiamo vedendo in queste foto di atrocità sono persone uccise in realtà dagli israeliani. Ci sono anche alcune foto che mostrano chiaramente i partecipanti al Nova Festival che sono stati colpiti da proiettili, ma sono poche. Tutte le altre mostrano cumuli di corpi bruciati. Il che solleva questioni più serie sulla credibilità delle prove del 7 ottobre presentate da Israele. E penso che, dopo la grande presentazione di Israele alla Corte Internazionale di Giustizia, resti ben poco per mantenere l’attenzione del pubblico sul 7 ottobre.
Il prossimo video, sempre su questo tema, viene da The Hill, un canale di informazione politica americana abbastanza orientato a sinistra che ha sede a Washington e che ha un discreto seguito negli Stati Uniti, in particolare in ambito politico. Anche The Hill ha preparato un resoconto sulla direttiva Hannibal che ora vi propongo. Eccolo.
[Robby Soave]
Va bene, Brianna, cosa c’è sul tuo radar?
[Brianna Joy Gray]
Bene, Robby, oggi voglio farti una domanda piuttosto difficile. Israele sta uccidendo intenzionalmente i propri ostaggi? Questa affermazione provocatoria, che circola da poco dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, è stata nuovamente confermata dai media israeliani. In base a una politica nota come Direttiva Hannibal, i soldati sono presumibilmente incaricati di fare tutto il necessario per impedire che gli ostaggi vengano catturati, il che include anche l’uccisione degli ostaggi stessi. Una nuova inchiesta di Ynet, una delle principali agenzie di stampa israeliane, ha riferito che alla mezzanotte del 7 ottobre, l’IDF ha ordinato ai suoi soldati di fermare, riportiamo le esatte parole, a tutti i costi qualsiasi tentativo di Hamas di tornare a Gaza, riecheggiando il linguaggio, secondo Ynet, usato per descrivere la direttiva Hannibal originale.
Secondo Ynet, il vero significato dell’ordine è che l’obiettivo principale consiste nel fermare la ritirata degli attivisti, anche se questo significa rischiare o danneggiare la vita dei civili della zona, compresi gli stessi ostaggi. Ynet ha confermato che il 7 ottobre, 70 auto sono state colpite da carri armati, missili anticarro o elicotteri israeliani, e che, almeno in alcuni casi, tutti i passeggeri del veicolo sono stati uccisi. Ora, se vi state chiedendo perché una nazione civilizzata dovrebbe uccidere il proprio popolo in questo modo, la logica, è la seguente. I soldati dell’IDF non devono mai essere catturati, affinché non possano essere usati come leva negli scambi di prigionieri.
Secondo il Times of Israel, la direttiva consente ai soldati di usare quantità potenzialmente massicce di forza per evitare che un loro commilitone cada nelle mani del nemico. Ciò include la possibilità di mettere in pericolo la vita del soldato in questione al fine di impedirne la cattura. Ecco il politologo dell’Università di Chicago e studioso di relazioni internazionali John Mearsheimer, che forse ricorderete come uno dei primi critici della politica estera americana in Ucraina, che spiega questa dottrina.
[John Mearsheimer]
E’ abbastanza chiaro che il 7 ottobre, un buon numero, non sappiamo quanti, ma un buon numero degli israeliani che sono stati uccisi, non sono stati uccisi da Hamas. Bensì sono stati uccisi dall’IDF. E non lo trovo sorprendente, data la natura della lotta che si stava svolgendo. è difficile discriminare in queste situazioni. Ma la dottrina Hannibal è una questione molto diversa. Ciò che si afferma sulla questione è che gli israeliani seguono una direttiva in base alla quale, se pare che un soldato israeliano oppure anche un cittadino israeliano stia per essere catturato da Hamas o da qualche altro gruppo terroristico, volendo usare il linguaggio israeliano per descrivere quei gruppi, allora l’IDF ucciderà di propria iniziativa quegli israeliani che stanno per essere presi in ostaggio.
[Brianna Joy Gray]
Ora, l’interesse per la dottrina di Hannibal ha raggiunto il picco questa settimana dopo la pubblicazione, da parte di Hamas, di un video che raffigura l’ostaggio israeliano Noah Argamani, il 15 gennaio. Nel video, Argamani spiega che due degli altri ostaggi con cui è era stata catturata sono stati uccisi dai soldati israeliani. Dice che uno è morto dopo che le bombe israeliane hanno colpito una casa in cui erano ospitati. Un altro è stato bombardato mentre veniva trasportato in ambulanza. Ora, certamente dobbiamo prendere con le pinze qualsiasi video registrato dagli ostaggi durante la prigionia. Per essere chiari, Israele ha negato di aver ucciso i due ostaggi morti. Il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari ha detto lunedì che l’IDF non conosceva la loro posizione in tempo reale.
E che non colpiscono luoghi dove sanno che potrebbero esserci ostaggi. Tuttavia, ha aggiunto che, con il senno di poi, sanno di aver colpito un bersaglio vicino al luogo in cui erano detenuti. E che stanno indagando sull’evento e sulle sue circostanze, esaminando le immagini distribuite da Hamas insieme a ulteriori informazioni.
Ora, che Israele stesse colpendo vicino agli ostaggi, col senno di poi, è di per sé un’ammissione preoccupante, soprattutto alla luce del fatto che Israele ha una storia di negazione della responsabilità per crimini come l’omicidio della giornalista palestinese americana Shireen Abu Akleh, che Israele ha negato per mesi, ammettendo solo la piena colpa dopo ripetuti cicli di pressione, dopo una serie di mezze ammissioni che si sono avvicinate sempre di più alla verità, e dopo che l’attenzione dell’opinione pubblica, era ormai scemata. In prima battuta, Israele aveva affermato che Abu Akhla era stata uccisa da combattenti palestinesi.
Poi hanno cercato di minimizzare le prove e le affermazioni fornite dai testimoni. Poi hanno condotto la propria inchiesta impedendo che chiunque altro indagasse. Ma un’ammissione che Israele ha colpito vicino agli ostaggi potrebbe seguire questo stesso schema. Si noti che Daniel Hagari è stato lo stesso funzionario che, alla fine, ha offerto le scuse tardive per la morte di Shireen Abu Akleh. Ora, per essere chiari, nulla può essere certo in questo momento, ma dopo che Israele ha sparato a tre ostaggi israeliani a torso nudo mentre sventolavano bandiera bianca il mese scorso, l’indagine sul fatto che Israele stia uccidendo i propri ostaggi come una questione di politica è sicuramente giustificata. Quindi diamo un’occhiata alle prove. Israele ha, infatti, adottato la Dottrina Hannibal, come politica ufficiale, già in passato.
Il Times of Israel ha riferito che l’IDF ha adottato ufficialmente il Protocollo Hannibal nel 2016 e ha riferito che è stato utilizzato dall’IDF per decenni, come metodo per contrastare ciò che Israele descrive scambi di prigionieri sbilanciati tra Israele e Hamas. C’è anche un modello di comportamento da parte dell’IDF dall’inizio dell’assedio di Gaza che suggerisce, per lo meno, che la sicurezza degli ostaggi non è prioritaria. Il 12 dicembre, l’IDF ha riconosciuto la presenza di un’immensa e complessa quantità di fuoco amico il 7 ottobre, come riportato da Ynet.
Ynet ha anche riferito che, all’inizio, la frequenza del fuoco contro le migliaia di terroristi era enorme, e solo a un certo punto i piloti hanno iniziato a rallentare i loro attacchi e a scegliere gli obiettivi con cura. Inoltre, l’agenzia di stampa israeliana Haaretz ha riferito che una fonte della polizia ha ammesso che un elicottero da combattimento dell’IDF è arrivato sulla scena e, nello sparare ai terroristi, ha apparentemente colpito anche alcuni partecipanti al festival. Questi rapporti sono corroborati da un video pubblicato dall’IDF due mesi fa, che mostra i suoi soldati sparare indiscriminatamente il 7 ottobre.
Ora, perché questo è importante? In primo luogo, è importante ricordare che la natura dell’attacco di Hamas, non solo il numero di morti civili, è stata usata per giustificare la sproporzionata risposta di Israele. Oltre 24.000 abitanti di Gaza sono stati uccisi, il 70% dei quali sono donne e bambini. Quando è diventato chiaro che il bombardamento israeliano di Gaza avrebbe causato molte più vittime di quelle tragicamente morte il 7 ottobre, è emerso un cambiamento retorico, che ha enfatizzato la natura dei barbari crimini commessi da Hamas il 7 ottobre anziché il numero delle persone uccise da Hamas.
The Intercept ha tracciato l’uso di parole come massacro, massacro e orrore e ha scoperto che erano riservate quasi esclusivamente agli israeliani che sono stati uccisi dai palestinesi piuttosto che il contrario. I 15 valori che sono stati fatti circolare, nella stessa modalità usata l’11 settembre, sono stati integrati e poi sostituiti da accuse di decapitazioni, stupri e persone bruciate vive, mentre il bilancio delle vittime di Gaza faceva impallidire quello subìto da Israele. Anche Biden ha fatto eco ai funzionari israeliani mentre evocava stupri, decapitazioni, corpi bruciati vivi come giustificazione per il suo pacchetto di sostegno alla difesa di Israele, che non ha precedenti quanto a dimensione. Ancora una volta, direi che questa retorica è servita a uno scopo, oscurando la sproporzione della risposta di Israele, che è stata in gran parte subita dalla popolazione civile di Gaza.
E, naturalmente, non importava a nessuno verificare se tali affermazioni fossero vere. Come abbiamo discusso a lungo in questo show, la storia del bambino decapitato è stata smentita e non ci sono vittime di stupro che siano state ancora identificate. In effetti, Haaretz ha riferito all’inizio di questo mese che, cito, la polizia sta avendo difficoltà a localizzare le vittime di aggressioni sessuali dall’attacco di Hamas, o le persone che hanno assistito a tali attacchi, e ha deciso di fare appello al pubblico per incoraggiare coloro che hanno informazioni sulla questione a farsi avanti e testimoniare. Anche nei pochi casi in cui l’organizzazione ha raccolto testimonianze sui reati sessuali commessi il 7 ottobre, non è riuscita a collegare gli atti con le vittime che ne sono state danneggiate. Almeno 200 dei corpi gravemente bruciati, che sono stati citati come prova della brutalità di Hamas il 7 ottobre, si sono rivelati essere combattenti di Hamas che erano stati bruciati in modo irriconoscibile dall’artiglieria israeliana. Ecco il consigliere israeliano di Netanyahu, Mark Regev, che lo ammette in una clip ormai virale.
[Mark Regev]
Avevamo il numero di 1.400 vittime, e ora lo abbiamo rivisto a 1.200 perché abbiamo capito di averlo sovrastimato. Abbiamo commesso un errore. In realtà ci sono corpi bruciati al punto che pensavamo fossero nostri, ma sono terroristi di Hamas. Quando comprendiamo di aver commesso un errore, lo ammettiamo immediatamente.
[Brianna Joy Gray]
Ma prima di questa ammissione, quelle morti sono state usate come prova della brutalità di Hamas e tacita giustificazione per la brutalità di Israele contro i civili di Gaza. Gli sforzi per indagare su ciò che è accaduto a quelle vittime tragicamente falciate, sono stati ostacolati dalla scelta di Israele di seppellire i corpi e i veicoli insieme. Hanno portato come giustificazione per aver letteralmente seppellito le prove, i riti funebri ebraici che favoriscono una rapida sepoltura entro le 24 ore Il Jerusalem Post ha anche riferito che le auto potrebbero essere state triturate prima di essere interrate, al fine di massimizzare l’efficienza dello spazio, compattando i veicoli esistenti.
Ma la scelta di seppellire le auto è stata segnalata ben più di sei settimane dopo il 7 ottobre, il che significa che l’usanza ebraica di seppellire una persona cara entro 24 ore era già stata resa priva di significato. Allo stesso modo, Israele ha ostacolato gli sforzi indipendenti per indagare sulle denunce di stupro. Ad esempio, sulla scia della difesa di Israele al processo per genocidio dell’Aia, in cui ha enfatizzato le mutilazioni, gli stupri e le torture, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha nuovamente chiesto un’indagine su queste denunce di violenza sessuale.
Ma Israele ha ordinato al suo ministero della Salute di non collaborare, definendo il comitato delle Nazioni Unite antisemita. Israele ha anche rifiutato di mettere a disposizione del grande pubblico un nastro che ha assemblato sulle atrocità del 7 ottobre, scegliendo invece di tenere proiezioni riservate ai membri dei partiti ideologicamente allineati. Uno dei pochi o forse l’unico non sionista invitato a queste proiezioni, Owen Jones, ha riferito che il film conteneva orribili atrocità, ma che non mostrava alcuna prova di stupro. Che cosa dobbiamo pensare del divario tra le affermazioni di Israele e il suo disinteresse a indagare su quelle presunte atrocità?
E questo modello di non divulgazione dimostra, fino a prova contraria, che la dottrina Hannibal sia probabilmente in vigore. Una nota finale, nonostante Twitter si presenti come una piattaforma per la libertà di parola, quando si clicca sul rapporto di Ynet sulla storia della direttiva Hannibal, compare un avvertimento che dice che l’articolo potrebbe essere spam o non sicuro. Per essere chiari, Ynet è descritto come un importante giornale israeliano che, secondo un articolo del giornalista del New York Times Nathaniel Popper pubblicato sulla rivista Forward, evita di prendere qualsiasi posizione politica aperta. Eppure Musk, per qualche motivo, sta dissuadendo le persone dal vederlo.
Questa è censura sottile. E penso che valga la pena chiedersi cos’altro venga filtrato.
Il giudice Andrew Napolitano ha fatto parte della Corte Costituzionale del New Jersey, ha un proprio canale online chiamato Judging Freedom, giudicare la libertà, dove intervista vari personaggi che forniscono informazioni alternative sulla guerra in Ucraina, sulla guerra in Israele e su altri temi legati alla politica e al mondo di Washington. Qui intervista di nuovo Max Blumenthal per fornirci un aggiornamento più recente su quello che è l’applicazione della direttiva Hannibal agli ostaggi. Nell’intervista si parla di Haaretz, che è il più vecchio giornale di Israele pubblicato nel 1918, la cui versione inglese viene anche veicolata insieme all’edizione internazionale del New York Times.
Nel video si parla anche, e vedrete che viene, compare un video, uno spezzone di video in cui si parla di Matti Peled, un generale dell’esercito israeliano che faceva parte dello Stato Maggiore Israeliano durante la guerra dei sei giorni nel 1967. Quindi è un personaggio militare che in Israele ha un grande seguito e viene molto rispettato, sia in ambito militare che in ambito politico, tant’è che ha fatto anche parte del Parlamento israeliano. Si è battuto da sempre, si batte da sempre per il ritiro che dovrebbe essere, che è sancito dalle Nazioni Unite delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania e quindi qui argomenterà la motivazione anche di tale ritiro. Il figlio di questo generale, che si chiama Miko Peled, è uno strenuo oppositore dell’ideologia sionista e collabora anche con Max Blumenthal. Quindi ecco il video del giudice napolitano.
[Andrew Napolitano]
Qual è lo status degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas?
[Max Blumenthal]
Beh, è terribile.
Il loro futuro è molto, molto cupo.
Il quotidiano israeliano Haaretz oggi ha citato una fonte all’interno del gabinetto di guerra che partecipa a questi incontri quotidiani con Netanyahu per discutere del conflitto, e dice che Netanyahu non passa quasi mai tempo a discutere degli ostaggi, che non vuole liberarli, che è contento che le loro famiglie protestino per strada, perché impedisce al resto del pubblico di protestare per far cadere il suo governo nella sua interezza. Più a lungo va avanti la guerra, più a lungo prosegue la sua carriera, e che vorrebbe che continuasse per il resto dell’anno, come ha dichiarato apertamente, perché non appena la guerra finisce, anche la sua carriera giunge al termine e lui torna in tribunale per rispondere delle accuse di corruzione.
Quindi il destino degli ostaggi è cupo. Ci sono anche milioni di ebrei israeliani che vedono, correttamente, che la fine delle operazioni militari a Gaza, che è l’unico modo per far uscire gli ostaggi, contravviene al loro obiettivo di distruggere Gaza, di vendicarsi dei palestinesi per il 7 ottobre e di porre fine ad Hamas. E così gli ostaggi devono essere sacrificati. Ed è per questo che si vedono genitori israeliani, come ad esempio i genitori di Ron Sherman, che, a quanto pare, è stato avvelenato a morte dalle truppe israeliane che hanno saturato di gas un tunnel di Gaza.
Era un soldato israeliano che è stato fatto prigioniero. Sua madre ha detto che il figlio è stato ucciso come gli ebrei ad Auschwitz dall’esercito israeliano che lo ha abbandonato, e che stanno deliberatamente uccidendo gli ostaggi. Yagiel Levy, esperto militare e sociologo israeliano, ha scritto su Haaretz che ciò che Israele sta facendo a Gaza è deliberatamente prendere di mira gli ostaggi come un’estensione della procedura Hannibal, per negare ad Hamas la possibilità di usare gli ostaggi come leva politica. In altre parole, per impedire un altro scambio politico, un altro scambio di prigionieri, che è profondamente impopolare in Israele.
Quindi temo davvero per il destino di questi ostaggi perché non c’è nessun segmento sociale in Israele che sia abbastanza forte, compresi i genitori e le loro famiglie, per forzare l’esecuzione di un accordo che li farebbe liberare. E l’unico modo per liberarli è attraverso un cessate il fuoco. L’amministrazione Biden potrebbe farli uscire. Tony Blinken potrebbe farli uscire, ma non vogliono perché, si rifiutano di rifiutano di fare pressioni sul governo israeliano affinché applichi un cessate il fuoco.
[Andrew Napolitano]
Hai rilevato un’emigrazione apprezzabile da Israele verso altre nazioni, da parte di ebrei israeliani stufi di vivere in un paese immerso nella guerra e nei problemi economici?
[Max Blumenthal]
Beh, è difficile da quantificare. Sicuramente non c’è stata una grande ondata di ebrei che hanno fatto l’Aliyah (la festa per gli ebrei che dall’estero arrivano in Israele) attraverso l’agenzia ebraica. C’è questa organizzazione chiamata Nefesh Bet Nefesh, che significa da anima ad anima. Ed organizzano queste grandi stravaganze di pubbliche relazioni ogni volta che un aereo carico di immigranti ebrei arriva in Israele. Non ne abbiamo visto nessuna dal 7 ottobre. Abbiamo visto filmati di navi da crociera in partenza da Israele, che imbarcano ebrei più anziani, con cittadinanza israeliana ed americana, che dicono che ne hanno avuto a sufficienza. Per loro non è più un bel posto dove stare, quindi tanto vale andarsene in Florida oppure a New York.
Perciò se ne stanno andando, ma in questo momento ci sono 200.000 israeliani che sono sfollati all’interno di Israele, le cui case sono nel nord e nel sud, le aree povere di Israele. La gente di Tel Aviv o di Gerusalemme la chiama periferia. È il luogo in cui vivono gli ebrei di origine araba e russa. Ma non hanno più una casa a cui tornare. E così vivono in hotel, pagati dai contribuenti israeliani e, per estensione, dai contribuenti americani. L’economia israeliana si sta prosciugando. Sta causando inflazione. E Netanyahu sta dicendo apertamente che non c’è modo che possano tornare a casa fino a quando non avranno finito il lavoro, fino a quando non avranno messo in atto la soluzione finale, che sembra stia fallendo.
C’è un altro punto che emerge da queste riunioni di gabinetto sulla guerra: gli ex generali israeliani, il personale militare, la leadership militare dicono che le Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, stanno effettivamente tornando nel nord di Gaza. Gli israeliani hanno ritirato una divisione, ed Hamas sta cominciando a ricostituirsi. E così tutti gli obiettivi del governo israeliano sono falliti. E non so come andrà a finire, se non con un cessate il fuoco in cui Israele dovrà subire alcune gravi perdite politiche. In alternativa, continueranno a subire perdite sul campo.
[Andrew Napolitano]
Quanto è grave la situazione economica in Israele, data la guerra, l’assenza di lavoratori arabi, l’estrazione di giovani dalla forza lavoro per combattere nell’esercito? E quali sono gli effetti naturali di tutto questo?
[Max Blumenthal]
Gli investimenti sono uno degli aspetti chiave. Israele fa molto affidamento sugli investimenti stranieri nel settore tecnologico. E gli investimenti si sono prosciugati perché la situazione è troppo instabile.
Anche il settore immobiliare è incredibilmente instabile, in Israele, in luoghi come Tel Aviv. Nessuno compra immobili, che è un’industria importante. E il fallimento dell’apparato di intelligence israeliano il 7 ottobre ha fatto sì che sia più difficile per Israele esportare in altri paesi la propria tecnologia di spionaggio e le sue varie armi, perché hanno chiaramente fallito. I loro venditori non possono più vantare il possesso di una tecnologia impareggiabile testata sul campo. Israele ha perso la sua aura militare. Quindi penso che nel lungo periodo, non c’è modo che Israele ritorni allo status quo di vitalità economica di cui ha goduto. E onestamente, non vedo un ritorno della stabilità nel 2024 per Israele. E nemmeno la leadership militare israeliana lo vede. Stanno dicendo abbastanza chiaramente che, nei prossimi mesi, porteranno la guerra al Nord, contro Hezbollah.
[Andrew Napolitano]
Penso che il primo ministro Netanyahu abbia detto, nelle ultime 48 ore, che la guerra continuerà fino al 2025. Naturalmente, se dipenderà da lui, la guerra non avrà fine.
[Max Blumenthal]
Un’altra ragione per proseguire la guerra, giudice, è che Netanyahu vuole vedere Biden sconfitto. Se la guerra continuerà fino a novembre, sarà devastante per Biden. E Netanyahu non vuole che l’amministrazione Biden rimanga alla Casa Bianca.
[Andrew Napolitano]
Giusto, giusto. Abbiamo una clip del tuo amico, il padre di Miko. Magari l’hai già vista. Risale al 1992, il generale parla ad un gruppo di accademici riuniti a San Francisco . I commenti che fece quarant’anni fa, sono vera dinamite.
[Generale Matti Peled]
Questa è la situazione con cui dobbiamo convivere. E non ho dubbi sulle conseguenze dirette dell’occupazione.
Chiunque abbia detto che l’occupazione corrompe aveva assolutamente ragione. E abbiamo occupato la Cisgiordania e la Striscia di Gaza per gli ultimi 25 anni, e questo ci sta corrompendo. Forse persino più di quanto veniamo corrotti dagli aiuti americani. Ebbene, vorrei che questi venissero eliminati del tutto, penso che dovremmo pagare le nostre armi con i nostri soldi.
Ma in ogni caso, questo è uno dei regali più dannosi che riceviamo dagli Stati Uniti.
[Andrew Napolitano]
Ha colto proprio nel segno. Max, grazie mille, mio caro amico. è sempre un piacere. Ammiro il tuo coraggio, continua così in tutto quello che stai facendo. E grazie per essere tornato qui. Aaron Matè sarà con noi la prossima settimana.
[Max Blumenthal]
Ottimo.
Non vedo l’ora. Grazie come sempre, Giudice.
[Andrew Napolitano]
I miei migliori auguri.
[Max Blumenthal]
Altrettanto.
Quindi vediamo che c’è un forte sospetto che molti dei morti che abbiamo visto pubblicizzati dopo il massacro del 7 ottobre siano stati uccisi di fatto dall’esercito israeliano e non come un incidente, vale a dire un fuoco incrociato che si è sviluppato fuori controllo, ma come applicazione di una specifica direttiva, una direttiva che ha una lunga storia nell’esercito israeliano e che in questo caso è stata rinforzata e implementata per far fronte alla situazione in modo premeditato. In più pare pure che, sebbene sia impossibile a questo punto determinarlo, visto che molti sono stati triturati e lasciati all’interno di macchine tutte le belle schiacciatine come fanno nei film della mafia, diventa impossibile stabilire effettivamente chi si è stato ucciso e come.
Pare tuttavia che una buona parte anche di coloro che venivano mostrati come vittime sul fronte israeliano erano in realtà dei palestinesi, uccisi di nuovo sempre dai militari israeliani. Quindi c’è molto da dire e molto da vedere su questo incidente del 7 ottobre che rimane gravissimo nella sua natura, ma le cui origini a questo punto sono decisamente poco chiare, sono piuttosto opache e che vedono il coinvolgimento da parte, probabile da parte appunto dell’establishment politico e militare israeliano, ben oltre quello che ci hanno lasciato credere o quello che ci hanno voluto far credere.
Quindi quello che è importante a questo punto è cercare di tenerci focalizzati su quelle che sono le conseguenze evidenti di questa nuova crisi che pare essere spuntata proprio quando la crisi in Ucraina cominciava ad affievolirsi e che ha conseguenze dirette direi sulla Eurozona in particolare e sulla economia globale mondiale e che puntano appunto in direzione di demolire il sistema per rimpiazzarlo con qualcosa di diverso. Nel prossimo video approfondiremo un pochino meglio questi aspetti un po’ meno visibili, staccandoci da quello che è l’immediata attualità e cercando di andare un pochino più a fondo. Grazie d’attenzione e vi rimando al prossimo video.
Roberto Mazzoni