“Nessun programma di sicurezza pubblica può giustificare l’eliminazione delle libertà individuali”.
Thomas Jefferson
Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha detto che la crisi ucraina è solo una distrazione e che la vera guerra che possa interessare i popoli liberi in tutto il mondo si sta combattendo sugli obblighi vaccinali autoritari in Europa, in Canada e negli Stati Uniti.
Le sue esatte parole, pubblicate su Twitter il 13 di febbraio, sono state: “La vera guerra non è in Ucraina, è in Canada, Australia, Francia, Brussel, Inghilterra, Germania, Italia…
Vogliono solo farvi guardare da un’altra parte”.
Poi Bukele ha pubblicato un video dei mezzi blindati che a Parigi impedivano l’accesso dei manifestanti.
E ha commentato: “Questa era Parigi oggi. Immaginate se fosse stato El Salvador. Che cosa avrebbe detto la Francia, la Unione Europea oppure la “comunità internazionale”?
Onestamente.”
Bukele, che è stato il primo presidente al mondo ad adottare Bitcoin come moneta di corso legale in El Salvador, ha reso disponibile i vaccini per chiunque li volesse, ma si è opposto in modo risoluto ad imporre mandati vaccinali alla sua popolazione.
Bukele usa metodi energici per combattere la corruzione in El Salvador ed è stato accusato da vari esponenti del Nord America e dell’Europa di essere un presidente autoritario, accusa che contrasta mostrando quello che accade nelle nazioni di chi lo accusa.
Perciò, quando abbiamo il presidente di una nazione del Centro America che ci accusa di vivere in una repubblica delle banane, forse è il momento di prestare attenzione.
Come per dare ragione a Bukele, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha fatto ricorso a una legge di emergenza speciale, che non era mai stata utilizzata nella storia del Canada, per scatenare un’enorme forza di polizia contro i camionisti del Freedom Convoy e i numerosi manifestanti che erano confluiti in loro appoggio nella capitale.
Il risultato è stato un week end di violenze, esclusivamente imposte dalla polizia, e il ritiro dei camionisti e dei dimostranti che si sono raggruppati altrove per proseguire la protesta in aree dove non fungano unicamente da tiro al bersaglio per i poliziotti violenti scatenati da un regime totalitario ormai sprofondato nella completa illegalità.
Ci sono stati molti arresti, con rilascio quasi immediato, e solo alcuni degli organizzatori originali del convoglio sono stati tenuti in prigione sulla base di accuse inconsistenti.
Non ubbidiremo all’illusione malata delle istituzioni.
In televisione non ne parleranno, benvenuti alla rivoluzione.
La rivoluzione non andrà in televisione.
Il governo ci ha mentito.
Se non sei con noi è meglio che tu ti faccia da parte.
Stiamo assistendoa un genocidio.
Tutto è centralizzato e il cibo che consumiamo è cosparso di pesticidi.
E’ facile identificare le pecore e i serpenti, il vero e il falso.
Dacci una ragione per pregare.
Sto facendo le mie scelte.
Una voce per chi non ce l’ha.
Cercano di distruggerci.
Evitate il veleno.
E’ tutto inutile se non avete uno scopo.
Se leggete i versi, sapete di che cosa stiamo parlando.
Il governo non vi può dire quanto valete.
Non guardate in modo superficiale.
Non vogliono che facciate le vostre ricerche o che poniate domande.
Ci stanno mettendo alla prova tutti.
Il loro messaggio è che dobbiamo obbedire e tacere.
Ci vogliono depressi e dipendenti da medicinali che distruggono la mente.
Ci mettono sotto stress per sopprimere la nostra libera espressione.
Tenete i vostri soldi, preferisco tenermi la mia anima.
Vogliono potere e controllo.
Quello è il loro obiettivo principale.
Tutti i miei amici si trasformano in nemici.
Guardate come cedono facilmente.
Persino i nazisti dicevano di fare quello che gli era stato ordinato.
Cammino per questa strada tutto solo nel gelo.
Ma non ho mai venduto la mia anima.
Sto portando i cloni allo scoperto.
Dio ha scelto questo ruolo.
Nonostante che gli oppositori mi vogliano senza speranza e senza soldi.
Sono come Noè sulle sue barche.
Sto solo cercando di avvertirli dell’inondazione.
Me la sento nelle ossa.
Me la sento nel sangue.
Gente, sono uscito dal fango.
Solo Dio mi è giudice.
Non ascolto questi politicanti.
Sono loro i veri criminali.
Non ubbidirò alle menzogne
Che spacciano come scienza
Vogliono che obbediate
I media sono di parte
Questi giganti corporativi
Ci stanno sfruttando
Dividendoci
Ma io continuerò a lottare
Cercano di instupidirci
Non vogliono che facciamo un fiato
Ora ci sentiranno ancora più forte perché
È una rivoluzione
Nel frattempo il Parlamento ha ratificato a voto di maggioranza l’applicazione permanente della legge di emergenza, che corrisponde di fatto a una legge marziale, che prevede, oltre all’arresto di chiunque si opponga al governo di Trudeau, anche l’immediata chiusura o l’immediato sequestro dei conti correnti di chiunque, persona fisica oppure organizzazione, abbia partecipato alla protesta oppure abbia anche solo contribuito con una propria donazione.
Il fatto che queste regole siano retroattive e vadano a colpire chiunque abbia anche solo a parole sostenuto la protesta oppure continui a sostenerla, dimostra la totale illegittimità delle misure adottate e ha scatenato la reazione anche sotto forma di cause legali da parte di numerose organizzazioni di sinistra, compreso il partito comunista canadese che ritiene eccessive le misure adottate perché di fatto rendono illegale qualsiasi sciopero o manifestazione organizzata anche dai sindacati.
Invece di calmarsi, la protesta si è allargata ancora di più e già si vede la formazione di nuovi convogli, mentre alcuni dei camionisti che hanno presidiato l’area parlamentare di Ottawa per tre settimane, stanno tornando a casa nelle aree più distanti del Canada per essere rimpiazzati da altri.
Quando sono partiti nella provincia della British Columbia, il convoglio non è nato solo come protesta contro gli obblighi vaccinali imposti ai camionisti, ma come il più grande movimento per i diritti civili che si sia mai visto dai tempi di Martin Luther King. Uno dei sostenitori del movimento è stato per tutto il tempo Brian Peckford, un politico molto conosciuto e rispettato in Canada che, oltre ad essere stato premier della provincia di Newfoundland, è l’unico estensore ancora in vita della Carta dei Diritti che è la costituzione del Canada. Al momento della partenza del convoglio ha partecipato a una grande manifestazione nella British Columbia, a Ovest del Canada, per ricordare che cosa sono i diritti civili.
I camionisti canadesi hanno quindi avuto il coraggio di lasciare i territori più caldi della zona del pacifico, dove dispongono di un grande sostegno popolare, per marciare insieme a decine di migliaia di loro colleghi provenienti da ogni parte del Canada per arrivare dall’altra parte del continente nella fredda Ottawa e rappresentare tutti i canadesi. Sono stati accolti con scherno, con offese personali e, alla fine, con violenza, ma hanno tenuto duro fino alla fine. Il video di WION ci fa un’ottima sintesi della situazione.
Ma i canadesi non si sono arresi e sono già partiti altri convogli sia in Canada sia negli Stati Uniti. Il movimento ha anche il sostegno di alcuni artisti come Hi-Rez & Jimmy Levy la cui canzone “Welcome to The Revolution” è diventata uno dei simboli di questa protesta che ha ormai dimensioni continentali. Leggete il testo della canzone e ne capirete l’importanza.
Nel video di WION s’intravede una giovane donna ferita che viene portata via. Si tratta di una giornalista della testata Rebel News, l’unica testata Canadese che abbia dato una copertura onesta e continuativa alla protesta del Freedom Convoy. La vediamo partecipare a un’intervista con la rete televisiva Newsmax poco dopo l’incidente.
Questa giornalista ha dimostrato un coraggio fuori dal comune. La vicenda di Alexandra Lavois dimostra che il misogeno forse è proprio Trudeau insieme ai suoi tirapiedi. Inoltre la polizia di Ottawa ha tenuto un atteggiamento estremamente aggressivo nei confronti di qualsiasi giornalista indipendente oppure cittadino che voglia circolare per le strade della città e documentare che cosa sta succedendo. Lasciano passare solo i media di regime che tuttavia vengono allontanati dalla gente che non li può più tollerare, al punto che il capo della polizia di Ottawa ora si lamenta del cattivo trattamento dei falsi giornalisti dei media mainstream.
La polizia ora vuole indagare su tutte le persone presenti alla manifestazione e congelare i loro conti e anche quelli di tutti quelli che hanno donato. Dal governo canadese hanno lasciato intendere che l’indagine potrebbe allargarsi anche agli Stati Uniti. Pare che stiano seguendo un modello che abbiamo già visto da parte dell’FBI per dare la caccia e schedare tutte le persone che erano presenti alla manifestazione del 6 di gennaio a Washington.
Ma per dimostrare quanto fosse pacifica la manifestazione, mostriamo un breve video con un gruppo di canadesi raccolti in preghiera a breve distanza dal fronte di attacco della polizia.
Ma l’atteggiamento chiaramente dispotico di Trudeau non fa che alimentare ancora di più la protesta, come vediamo nelle manifestazioni tenute nelle città di Toronto e Calgary proprio mentre la polizia attaccava i dimiostranti ad Ottawa.
Le proteste a Calgary hanno mantenuto alta la pressione sul premier della regione di Alberta, Jason Kenney, che appartiene al partito conservatore che ora di trova all’opposizione e che ha brillato per la propria debolezza durante la crisi del Freedom Convoy.
Kenney aveva già promesso di togliere tutti i mandati sanitari dalla regione di Alberta, ben sapendo che Trudeau li avrebbe sostituiti con mandati federali che avrebbero coperto anche la regione di Alberta, togliendo quindi Kenney da una posizione scomoda.
Però le continue proteste nella provincia di Alberta, dove gli abusi della polizia vanno avanti da molto tempo, l’hanno costretto a pronunciarsi ufficialmente contro la legge di emergenza invocata da Trudeau, promettendo di intentare una causa al governo federale. Kenney non salverà la faccia, ma spera di salvare la propria carriera politica che è stata travolta dal convoglio della libertà alla pari di quella di Trudeau e del suo collega Doug Ford, premier conservativo della provincia dell’Ontario.
Tornando alla vicenda della giornalista malmenata dalla polizia, Alexandra Lavoie, c’è forse un motivo più profondo per cui è stata presa di mira con tale violenza dai poliziotti. Indossava la scritta della propria testata e reggeva un microfono quindi era impossibile non riconoscerla, eppure hanno preso di mira lei e il suo cameraman in modo selettivo.
Forse è per lo scambio che ha avuto personalmente con Justin Trudeau durante la campagna per l’ultima elezione a sorpresa che si è tenuta verso la fine del 2021.
09 Video Lavoie Trudeau
Questo dimostra che i veri giornalisti indipendenti possono correre rischi e vengono spesso presi di mira dal regime. Alexandra Lavoie viene dal Quebec, la regione di lingua francese che negli anni settanta è stata vittima di Pierre Trudeau, padre di Justin, che ha usato le leggi speciali per attivare la legge marziale e portare i mezzi blindati per le strade. In questi giorni, mentre a Ottawa il Freedom Convoy veniva attaccato dalla polizia, in Quebec si organizzavano nuove proteste.
Ma queste proteste si stanno estendo in tutto il Canada. L’obiettivo primario del Freedom Convoy 2022 era di attrarre l’attenzione dei politici e dell’opinione pubblica e questo obiettivo è stato sicuramente raggiunto. Ora si continua con un approccio diverso. Brevi operazioni in diverse località senza lasciare il fianco esposto alle reazioni della polizia.
Nel prossimo video vediamo una breve dichiarazione del dottor Roger Hopkinson, uno dei pochi medici che abbia difeso la vera scienza in Canada durante gli ultimi due anni e che si è unito al Freedom Convoy come sostenitore ed esperto tecnico. Il suo messaggio dà una chiara idea della posizione dei canadesi nei confronti dei soprusi del governo.
Ora che i camionisti del convoglio originale stanno tornando a casa, voglio dare un giusto tributo all’immensa opera che hanno compiuto con un’ultima compilation del loro viaggio.
Ma mentre alcuni dei camionisti tornano a casa per una giusta pausa e difendersi dagli attacchi mirati del governo, altri camionisti e automobilisti sia canadesi sia americani si stanno preparando per nuovi convogli.
Sotto la pressione multipla di vari oppositori, Trudeau ha annunciato che sospenderà il regime di emergenza, ma non è ancora chiaro cosa accadrà con i conti sequestrati.
Roberto Mazzoni