In questa puntata vogliamo capire qual è la verità sulla guerra in Ucraina. Siamo arrivati a una fase estremamente critica, estremamente delicata. Infatti, ho pensato di concentrarmi, come seguito al video che ho appena fatto, su una serie di testimonianze che vengono da esperti. Quindi non essere io che vi racconto com’è la situazione, ma lasciare che siano persone, non dico di sopra di ogni sospetto, ma decisamente molto più qualificate di me in materia militare, in materia politica, anche in ragione dei contatti di cui dispongono, a spiegarvi quello che sta succedendo.
Questo perché siamo in un periodo che non ha precedenti; quindi, pensare di risolvere le cose facendo quello che si è fatto in passato è semplicemente follia. Poi si può fare, ma poi non bisogna lamentarsi dei risultati. Quello che mi invito a fare, come ho fatto spesso negli ultimi mesi, è di imparare di più come funziona il meccanismo, come funzionano le regole del gioco, in particolare in abito finanziario, perché la battaglia finale si combatterà su quel fronte. E soltanto prendendo, riprendendo controllo dei meccanismi finanziari, comprendendoli e gestendoli insieme, quindi avendo delle persone abbastanza numerose, un numero abbastanza grande di persone che non sta più al gioco, è possibile ostacolare, frenare o anche dirottare i propositi di alcune persone che non sembrano voler ascoltare ragione. Comunque veniamo immediatamente alla questione del giorno e cominciamo con un video realizzato in collaborazione da colonello Douglas Macgregor, di cui abbiamo visto contributi anche in passato.
È un militare americano che ha lavorato con Donald Trump, nella presidenza di Donald Trump, come consulente speciale del Ministero della Difesa, ha avuto diversi incarichi, in particolare quello di studiare il ritiro dall’Afghanistan e altri progetti che poi sono stati lasciati all’amministrazione successiva. In più è stato un combattente, ha combattuto in diverse guerre americane, pluridecorato ed è anche un autore di libri di strategia. Quindi è una persona che ha coltivato l’arte militare con disciplina e con passione e che parla basandosi su esperienza diretta, su contatti e conoscenza diretta del mondo politico che gravita intorno alla macchina militare americana, oltre che naturalmente sulla base di contatti di cui ancora dispone in giro per il mondo all’interno della NATO, all’interno delle forze armate statunitensi.
L’altro interlocutore è Daniel Davis, anche egli un colonnello, sempre dell’esercito, ha combattuto insieme a Douglas Macgregor in alcune occasioni, anche lui pluridecorato, è un veterano di guerra che ha denunciato in più riprese e in momenti non sospetti gli aspetti più critici della guerra in Afghanistan e è spesso intervistato in televisione come pure Douglas Macgregor. La posizione dei due è leggermente diversa come orientamento politico e anche questo motivo per cui ve li propongo.
Uno perché stanno convergendo, questi vari personaggi negli Stati Uniti stanno convergendo per fare fronte comune, per andare a parlare con chi ancora può avere alcune leve di potere e può cambiare la direzione in cui stiamo andando e nel caso di Douglas Macgregor, come avevo già detto, è stato legato al mondo di Trump, politico di Trump, quindi il partito repubblicano in certa misura, anche se non è appartenente al partito in quanto tale, però diciamo che è sul fronte conservatore. Daniel Davis invece è più spostato verso il centro, lo vediamo spesso intervistato anche in canali che sono più vicini alla sinistra; quindi, è un equi-centrico come posizione e questo ci aiuta anche ad avere una visione più neutra sulla questione.
Anche Daniel Davis, soprattutto all’inizio della campagna militare russa, è stato uno dei pochi che oltre a mettere in evidenza quelli che erano i problemi di questo tipo di campagna da parte della Nato, anche quelli che erano gli errori da parte dei russi e ci ha sempre azzeccato, devo dire, quindi ha dimostrato di essere, non essere di parte in pratica, di dare un’analisi strategica, tattica e diciamo di analisi complessiva del territorio di guerra distaccata e affidabile. Queste due persone ci fanno un resoconto, credo che sia illuminante, della situazione generale per cui ve lo propongo e in questa presentazione si parlerà di alcuni termini che vi introduco subito in modo che, o di persone che vi introduco immediatamente in modo che le riconoscerete quando le sentite.
Una di queste è “Our country, our choice”, quindi la nostra nazione, la nostra scelta è un’organizzazione creata recentemente da Col. McGregor con l’obiettivo in buona sostanza di far coalizzare tutte le persone che non si riconoscono né nel partito repubblicano né nel partito democratico e che vogliono portare avanti una politica più decisa che interrompa questa specie di accordo monolitico bipartitico che poi in realtà ci dà politiche sostanzialmente invariate, indipendentemente da chi sia al potere e quindi potenzialmente portare alla nascita di un terzo partito o comunque mobilitarsi in iniziative locali a livello dei singoli stati, a livello delle singole città, è molto attivo, ha sede a Orlando questa organizzazione e infatti vediamo che il colonnello McGregor è molto presente rispetto al passato sui canali sia alternativi che anche quelli ufficiali.
Si parla poi di bombe FAB 1500 e 500, sono bombe prodotte dall’Unione Sovietica quindi di vecchio tipo, FAB è semplicemente il modello, 1500 e 500 serve il peso in chilogrammi di tritolo, quindi di esplosivo, soltanto che sono state modificate, quindi hanno tolto una parte dell’esplosivo i russi e hanno aggiunto invece un sistema di guida telecomandata o comunque radiocomandata che permette a queste bombe di essere sganciate ad alta velocità, molto distante dall’obiettivo e poi guidare la bomba fino all’obiettivo con estrema precisione. Ne hanno riconvertite moltissime, hanno aperto, non hanno aperto, hanno riattivato dei reparti delle fabbriche che le producevano, che si trovano prevalentemente in Siberia o comunque molto all’interno della Russia, quindi lontane dai possibili bombardamenti nemici, quindi hanno creato queste fabbriche che sono gigantesche, credo che siano 45 mila metri quadrati, dove con diversi reparti da 45 mila metri quadrati ciascuno, dove prendono queste bombe, le riconvertono, aggiungono le ali, aggiungono il motore e quindi le trasformano in bombe intelligenti con una spesa relativamente bassa ma con una potenziale, una potenza di esplosivo molto alta perché comunque sono in grado di distruggere parti di un edificio e quando lanciate in diverse quantità possono distruggere l’intero edificio.
Poi si parla del Military Summary Channel che è un canale su YouTube che segue quotidianamente, più volte al giorno, l’andamento militare in Ucraina. Si accenna Ray McGovern che è un altro americano che è sul fronte dei buoni, diciamo quelli che denunciano la situazione che non funziona e come non funziona. Charles Friedman, che è invece un ex diplomatico, anche lui fa parte di questo gruppo di persone che stanno coalizzando per spostare la politica americana in direzione più sensata e John Mearsheimer, di cui sicuramente vi proporrò dei contenuti, che è un professore dell’Università di Chicago, professore di Scienze Politiche che è estremamente lucido, estremamente in gamba e molto presente negli Stati Uniti, tra l’altro è stato alle Nazionali Unite e un po’ dappertutto, sta facendo moltissimo per reindirizzare in modo più sensato quello che è la direzione appunto americana.
Poi abbiamo Mike Miller che è il portavoce del Dipartimento di Stato, l’ammiraglio Rob Bauer della Marina Olandese che al momento è il capo del Comitato Militare della NATO, quindi la NATO ha un segretario generale che è Stoltenberg, un norvegese che vediamo spesso davanti a telecamere, però le decisioni militari non vengono prese da Stoltenberg, vengono prese da un comitato di militari di cui Rob Bauer, questo ammiraglio olandese, è a capo. E infine Mike Johnson è l’attuale Speaker of the House, vuole dire il Presidente della Camera dei Deputati americana, è un repubblicano, è un conservatore ed è uno che ha fatto in pochi mesi un’inversione a U completa rispetto alle sue posizioni e si è allineato, direi abbastanza bene, con la presidenza di Joe Biden, rispetto ad avere in partenza posizioni molto vicine a Donald Trump. Questo è il preambolo e adesso vi presento il video realizzato da questi due colonnelli.
[Daniel Davis]
La guerra tra Russia e Ucraina sta entrando nella fase finale del gioco? Siamo al punto in cui la fine sta arrivando all’interno del raggio d’azione fisico, del raggio di visione dove possiamo vederla arrivare? Penso che la risposta sia probabilmente già abbastanza chiara. Non abbiamo nessuno meglio per discuterne del colonnello Douglas Macgregor, veterano di guerra, pluridecorato, amministratore delegato di Our Country, Our Choice. Doug, è sempre un piacere averti a bordo.
[Douglas Macgregor]
Grazie a te, Dan.
[Daniel Davis]
Bene, entriamo subito nel vivo, perché abbiamo molto di cui parlare oggi, e dovremo concentrarlo in un tempo limitato. Siamo davvero ansiosi di conoscere le tue osservazioni su alcuni di questi argomenti. Stiamo arrivando alla fine del gioco? Ne parleremo più in dettaglio tra poco, ma soprattutto vediamo che i nostri leader, e questo vale per l’amministrazione degli Stati Uniti, della NATO e dell’Ucraina, stanno ancora parlando di resistere nel 2024, ricostruire la capacità bellica ucraina, e poi tornare all’offensiva nel 2025. E lo danno quasi come un dato di fatto. Tutti si aspettano che, a condizione di volerlo, saremo in grado di mantenere l’attuale status quo, per il resto di quest’anno. Ma quando si guardano le prove sul terreno, non sono sicuro che questa sia un’ipotesi molto valida e, come vedremo tra poco, molte delle ipotesi che la NATO ha già fatto in passato si sono rivelate disastrosamente sbagliate.
Sullo schermo vedete solo alcuni degli attacchi più recenti che la Russia ha sferrato con missili a lungo raggio in tutto il territorio dell’Ucraina, e la difesa aerea degli ucraini è stata messa fuori uso quasi integralmente, e sono sempre più incapaci di fermare gli attacchi dei russi, che hanno aumentato i propri attacchi contro il sistema energetico, e che sono molto più efficaci di quanto non siano stati in passato. E abbiamo visto, negli ultimi giorni, che l’Ucraina sta esaurendo le munizioni, gli uomini, le attrezzature, la logistica e la capacità di manutenzione, che è molto più importante di quanto alcune persone pensino. La Russia sta facendo l’esatto opposto, sta aumentando la sua forza combattente, sta aumentando le sue scorte di munizioni, e la sua capacità industriale continua a progredire. Tutto ciò che costituisce la potenza di combattimento di una nazione si sta muovendo in direzioni opposte per ucraini e russi. Infine, negli ultimi giorni, lungo tutta la linea del fronte, ci sono almeno cinque diversi punti in cui la Russia ha condotto un’offensiva strisciante che ora sta iniziando ad acquistare velocità. Infatti, in quattro di queste cinque aree, i russi stanno facendo progressi metodici e significativi. Nelle ultime 24 ore circa, nella grande città settentrionale di Kharkiv, molte persone hanno iniziato ad evacuare. Vedete questi video che ritraggono un gran numero di persone che si riversano fuori dalla città, diretti a sud. Ed il Military Summary Channel oggi ha fornito alcuni dettagli di ciò che sta succedendo esattamente in quell’area.
[Dima – Military Summary Channel]
Naturalmente, ci sono alcune ragioni per cui ciò sta accadendo, e la più importante è che, durante le settimane precedenti, i russi hanno distrutto le centrali elettriche di Kharkiv. Questa è la prima centrale elettrica di Kharkiv, la numero cinque, che è stata distrutta in marzo. La seconda centrale elettrica è stata distrutta in un sobborgo di nome Slobozhanskaya. questa è la centrale elettrica di Zmeyivskaya, e ci sono stati molti giorni di fila con blackout completi nella zona. Ma anche l’assenza di elettricità non è il motivo più importante per cui gli ucraini hanno deciso di lasciare Kharkiv. Il motivo più importante compare in questo video. Se date un’occhiata a questo video, vedrete come i russi hanno cominciato a bombardare Kharkiv con bombe FAB 1500 e FAB 500. Quindi questo è il motivo principale per cui gli ucraini hanno deciso di andarsene e di abbandonare completamente la città di Kharkiv.
[Daniel Davis]
Quindi Doug, davvero ovunque si guardi, sembra che i russi stiano prendendo lo slancio. Ed i pericoli per l’Ucraina sembrano crescere in continuazione. E vediamo attacchi più mirati e molto più efficaci rispetto a quelli che abbiamo visto un anno fa, quando la Russia ha cercato di colpire molte infrastrutture energetiche. Questi nuovi attacchi sembrano avere un impatto molto maggiore. Qual è l’obiettivo della Russia? Stiamo forse entrando nella fase finale della guerra?
[Douglas Macgregor]
Sì, Dan, questa è sicuramente la fase finale. Quello che abbiamo visto in passato è stato un tipo di attacco condotto in modo molto deliberato e incrementale, perché a Mosca c’è sempre stata la speranza di avere un partner negoziale in Occidente, che fosse europeo o americano, o preferibilmente entrambi. Penso che la leadership di Mosca credesse davvero che, muovendosi in modo molto deliberato e con cautela, avrebbe trovato qualcuno con cui parlare. Ora tale aspettativa è stata completamente abbandonata. Penso che i russi sappiano che non c’è altra fine se non quella che saranno loro a determinare. E così, quello che stiamo vedendo è l’aumento degli attacchi di precisione a lungo raggio contro l’intera rete elettrica, contro tutte le fonti di energia, contro tutti i sistemi di distribuzione dell’energia, i trasporti, gli arsenali, i depositi di munizioni. Tutte queste cose vengono sistematicamente prese di mira. E il motivo è molto semplice. Una volta che avranno spogliato ed eliminato tutta la difesa aerea e la produzione di energia degli ucraini, accadranno due cose. Prima di tutto, la popolazione dirà che non può sopravvivere in quelle condizioni, e se ne andrà. I russi preferiscono che la popolazione civile se ne vada da questi luoghi. Non vogliono farsi strada combattendo nelle strade di città piene di gente. E poi, in secondo luogo, non vogliono avere a che fare con minacce alle proprie forze dall’alto, con attacchi da postazioni elevate. L’attacco dall’alto ha dimostrato di essere lo sviluppo decisivo della rivoluzione nelle questioni militari, se così vogliamo chiamarla, a tutti i livelli: tattico, operativo e strategico.
[Daniel Davis]
Quindi, ora, quali pensi che saranno i tentativi della Russia, o quali saranno le loro speranze di conquistare Kharkiv?
Perché, voglio dire, abbiamo visto che a Bakhmut ci sono voluti nove mesi per prendere una città relativamente piccola, Avdivka ha richiesto altri cinque o sei mesi, relativamente parlando, soprattutto nelle ultime fasi. E ora stanno attaccando, per esempio, Chasov Yar, che è una specie di prossimo obiettivo operativo, ma procedono molto lentamente.
Ma Kharkiv è una città enorme, e, secondo te, la Russia dispone di abbastanza uomini per cercare di conquistare Kharkiv mentre combatte anche su tutti questi altri fronti?
[Douglas Macgregor]
Senza dubbio, hanno uomini più che a sufficienza. Ma ancora una volta, come ho detto prima, fare in modo che la popolazione se ne vada rende le cose molto più semplici per loro. Ricorda che Kharkiv, come pure Odessa, sono entrambe città storicamente russe. E nell’autunno del 2023, i russi hanno reso molto chiaro, come del resto era già ben chiaro dall’autunno del 2022, che quelle città sarebbero tornate ad essere di nuovo russe. Quindi sta pur sicuro che quelle città torneranno sotto il controllo russo. E questo è uno dei motivi per cui Ray McGovern, e altri che come lui conoscono bene i russi, ci hanno ripetutamente esortato a negoziare con i russi per cercare di ridurre al minimo la quantità di territorio, base industriale ed aree urbane che gli ucraini dovranno perdere come conseguenza di un accordo di pace. Ma quei tempi sono finiti. Penso che i russi abbiano deciso di farla finita. Hanno sicuramente abbastanza uomini. Non credo che questo sia un problema per loro. Non attaccheranno Odessa immediatamente.
Penso che vedrete azione a nord e a nord-est di Odessa prima che si dedichino con decisione alla città di Odessa vera e propria. Nel frattempo, naturalmente, gli ucraini stanno cercando di trasformare Kiev in una nuova Stalingrado. E come tutti sappiamo, quello è l’ultimo posto in cui i russi vogliono andare. In definitiva, preferirebbero proprio non andarci. Vogliono ancora un governo ucraino con cui parlare. Il problema per i russi a questo punto, e lo sai molto bene, è che non rimane molto del governo ucraino e la struttura militare si sta sgretolando. L’alta dirigenza non è più al suo posto, e la popolazione si è veramente stufata. Voglio dire, se si guardano i sondaggi privati, non ufficiali, che stanno conducendo nell’Ucraina occidentale, vale a dire ad ovest del fiume Dnepr, tutti gli intervistati vogliono la fine del conflitto. Quindi gli ucraini sono davvero allo stremo, ed è per questo che inviare denaro laggiù a questo punto, fatto salvo per gli aiuti umanitari, non ha assolutamente alcun senso.
[Daniel Davis]
Ora, ho visto alcuni resoconti sulla stampa occidentale nelle ultime settimane, che ci dicono che l’Ucraina ha iniziato tardivamente a scavare molte fortificazioni nell’area di Zaporizia, lungo la linea su cui sono avvenuti molti di questi attacchi in forze. Ma secondo alcune immagini satellitari che ho visto questa mattina, sono molto indietro nei lavori nell’area settentrionale, nella zona di Sumy, e nell’area di Kharkiv. Quindi, se la Russia volesse penetrare le difese da nord, avrebbe molte meno difficoltà a sfondare le fortificazioni di quante ne avrebbe nel cercare di sfondarle lungo la linea di contatto a sud. E non sembra che l’Ucraina abbia abbastanza forze o riserve per gestire entrambi i fronti.
[Douglas Macgregor]
Infatti, penso che tu abbia ragione. E ricordate un’altra cosa: tutti questi attacchi a lungo raggio sono preparatori, nel senso che fino a fine aprile, il terreno non sarà abbastanza solido per sostenere davvero la pressione esercitata dalle forze corazzate pesanti che i russi invieranno. Quindi devono aspettare di avere un terreno solido. Voglio dire che l’assalto principale potrebbe, in realtà, essere ritardato fino a maggio. Non so com’è il tempo atmosferico in questo momento, ma hanno avuto un sacco di neve e pioggia. Questo rende molto difficile muoversi. Quindi questi sono attacchi preparatori in modo che quando daranno il via, per così dire, alle più grandi offensive, non ci sarà più nulla che possa fermarli. Ricorda che le difese che hanno dato loro più problemi, e di cui parlavi prima, si trovavano nel bacino del Donetsk. E il motivo è molto chiaro. Gli ucraini avevano passato anni a gettare cemento per le fortificazioni e ad installare piattaforme per le armi. Ora non è più così. Se vogliamo, Sono stati scacciati dietro le loro ultime difese. Le difese che stanno costruendo di fretta e furia, non funzioneranno. Presentano troppi varchi. Quindi è molto facile aggirarle, isolarle e distruggerle. E credo inoltre che ci sia un numero sempre maggiore di ucraini che stanno gettando la spugna. Il problema per loro, ovviamente, è l’SBU, la polizia segreta ucraina che sta ammazzando un gran numero di soldati ucraini dietro le linee per impedire che gli altri si arrendano o disertino.
[Daniel Davis]
Ora, lascia che ti faccia questa domanda, a parte la tattica e il fatto che possano essere attaccati da nord o da sud o cose del genere, c’è anche questo problema di un esercito che sta andando in pezzi. Un paio di settimane fa, abbiamo avuto come ospite Chas Freeman e diverse altre persone come John Mearsheimer. Tutti loro pensano che, probabilmente, il rischio più grande per la parte ucraina sia che l’esercito ucraino vada in pezzi, che sembra il concetto che stai esprimendo anche tu. La preoccupazione non è tanto che i russi possano penetrare una particolare linea di difesa, ma che la difesa possa crollare completamente. Tu come la vedi? Quali sono i rischi?
[Douglas Macgregor]
Penso che il rischio sia molto, molto alto. Non c’è dubbio. Non si possono evacuare i feriti in tempo per salvare la vita di nessuno. Prova ad immaginarlo. Immagina di essere un soldato ucraino, e di essere sulla linea di contatto con i russi e di sapere che, se vieni fatto a pezzi, probabilmente non raggiungerai mai un medico finché non sarai morto. Che effetto ha questo sul tuo morale? Come ti sentiresti a riguardo? Una delle cose che abbiamo sempre fatto molto bene storicamente nelle forze armate degli Stati Uniti, e nell’esercito in particolare, è stata di evacuare i feriti e mantenere in vita il maggior numero possibile di persone. Non possono farlo. Non hanno i mezzi per farlo. E a proposito, per quelli dell’esercito americano che stanno guardando, spero che stiano prestando attenzione all’assenza di velivoli a rotore sul campo di battaglia. Non si può semplicemente volare in elicottero, raccogliere impunemente le persone e volare via. Quei bei tempi sono andati. Quindi l’estrema sintesi è che l’infrastruttura militare, la logistica, che include l’evacuazione medica ed il supporto medico, sono quasi del tutto sparite dalla parte ucraina. E non si possono più sostenere le operazioni militari per molto tempo. E c’è un limite al numero di volte in cui si può minacciare di sparare alle persone se si ribellano. Alla fine, ti mandano comunque al diavolo. Dicono di averne abbastanza e mollano tutto.
[Daniel Davis]
Certo. E, naturalmente, nessuno sa quando quel momento potrebbe arrivare. Non penso nemmeno che siano le persone stesse a deciderlo. Storicamente, quando accade, c’è un’improvvisa rottura importante che si espande come un virus a tutta la forza combattente. Ma ora c’è un altro aspetto interessante di questo, Doug. Tutto quello che ci stai dicendo, corrisponde a una realtà oggettiva che si può riscontrare sul terreno, che si può vedere dal cielo, che si può contare, che si può osservare direttamente. A parte questi fattori oggettivi, ciò che complica le cose per l’Occidente in particolare è questa continua e, penso, molto pericolosa propensione a non vedere affatto la verità, e fingere che le cose siano, in realtà, come vogliamo che siano. Uno degli esempi recenti più scioccanti ed inquietanti in tal senso, e sfortunatamente ce ne sono molti, è quello dell’ammiraglio della NATO Bauer, che ha rilasciato un’intervista, credo a DW, un paio di giorni fa. La giornalista gli ha posto la domanda, e guardate come la pone perché la sua espressione trasmette l’idea che quello che l’ammiraglio sta dicendo non ha senso. Sta chiedendo: l’Ucraina può ancora vincere?
[Giornalista]
A quanto ho capito, l’Ucraina vuole raggiungere lo status quo del 1991.
[Ammiraglio Rob Bauer]
Per quanto ho capito finora, e non ho sentito nient’altro, l’Ucraina vuole riconquistare tutto il territorio all’interno dei suoi confini legali. E questo, naturalmente, è un comprensibile desiderio dell’Ucraina.
[Giornalista]
Quindi dice che è possibile.
[Ammiraglio Rob Bauer]
Penso che sia possibile, ma non sarà facile. E potrebbe volerci più tempo di quanto molte persone vorrebbero.
[Daniel Davis]
Ora, quello di cui Bauer non si è reso conto in quella stessa intervista, è che si è tirato la zappa sui piedi da solo quando ha parlato dell’offensiva estiva dell’anno scorso. Guarda tu stesso che cosa dice.
[Giornalista]
Pensa che l’Ucraina abbia ancora un’opportunità e una possibilità di vincere davvero?
[Ammiraglio Rob Bauer]
Sì, e penso che siamo stati eccessivamente ottimisti nel 2023 quando abbiamo sostenuto gli sforzi dell’Ucraina per quanto riguarda la controffensiva in estate, in primavera, all’inizio dell’estate. E lo abbiamo fatto non come NATO, ma con le 15 nazioni che sostengono l’Ucraina, e lo abbiamo fatto attraverso sistemi d’arma, munizioni, addestramento dei soldati ucraini in molte nazioni che ahnno sviluppato i piani militari e cose del genere. E così è stato. E poi, come per molte cose nelle nostre società, la gente pensa che basti pianificarlo perché abbia successo.
[Daniel Davis]
Quest’ultima parte è stata fantastica. In realtà ha detto, se lo pianifichi, non può che avere successo. E forse siamo stati troppo ottimisti nel 2023. Eppure, Doug, prima di quell’offensiva, tu stavi urlando ai quattro venti che non c’era alcuna possibilità, non c’è mai stata una possibilità di successo. Ma la NATO sembra ancora convinta che ci sia una possibilità di successo, e sono rimasti nella terra dei sogni.
[Douglas Macgregor]
Beh, come ben sai dalla tua esperienza nell’esercito degli Stati Uniti, c’è questa mentalità americana che sembra essere stata inculcata con successo nelle menti degli europei. E tale mentalità dice che basta pianificare qualcosa affinché accada. Tu ed io l’abbiamo visto diverse volte. Ci dicono ecco il piano elaborato in ogni dettaglio. è eccellente, pertanto, avremo successo. Sappiamo tutti che invece nessun piano sopravvive al primo contatto con il nemico. Ma, in questo caso, è ancora peggio. La leadership della NATO ricorda la leadership militare francese del 1940.
Continuavano a tracciare quelle che chiamavano linee di arresto sulla mappa attraverso la Francia settentrionale, solo per scoprire che i tedeschi avevano già aggirato l’area in cui i francesi avevano tracciato la linea di arresto. Così i loro piani per spostare le forze in avanti, trincerarle e difendere deliberatamente un obiettivo erano diventati impossibili. Penso che la NATO sia nelle stesse condizioni. Quindi la NATO non ci crederà fino a quando i russi non si avvicineranno al fiume, e prenderanno tutto il territorio fino a Kharkiv e poi, alla fine, gireranno a sud in direzione di Odessa. A quel punto, penso che cominceranno a venire a patti con la realtà. Il problema, Dan, è che ci sono persone che parlano ancora di inviare un piccolo numero di forze della NATO, francesi, baltiche, polacche.
Anche ora, stupidamente, i finlandesi hanno detto che avrebbero inviato truppe che miracolosamente attraverseranno l’Ucraina meridionale per raggiungere Odessa e organizzare una sorta di difesa per la città di Odessa. Sembra che non capiscano che non appena entreranno in Ucraina, verranno attaccati. I russi possono vederli, possono prenderli di mira, e possono distruggerli. Questa guerra è finita, e più a lungo insistiamo nel rimandare la fine, più ucraini moriranno inutilmente. E più tempo ci vorrà perché questa parte del mondo si riprenda.
[Daniel Davis]
E così una delle altre cose che ho visto, in realtà, è lo stesso argomento ripreso da parte di alcune fonti polacche. Non si tratta di disinformazione, bensì dell’affermazione che la Polonia sta effettivamente pensando di inviare un certo numero di divisioni nella parte occidentale dell’Ucraina per difendere i loro fratelli, nel caso in cui la Russia dovesse sfondare in alcune di queste aree, che si tratti di Kharkiv oppure di Odessa. Sembrerebbe essere un bel rischio di escalation.
[Douglas Macgregor]
Ebbene, quando diciamo che i polacchi stanno pensando d’intervenire, dobbiamo ricordarci che hanno quest’uomo, Donald Tusk, che al momento dirige lo spettacolo, e che è una creatura dell’Unione Europea. Ma la maggioranza della popolazione polacca non condivide il suo entusiasmo in tal senso. Il sostegno alla guerra in Ucraina è sceso precipitosamente al punto che ora meno del 30% della popolazione polacca la sostiene davvero. E se chiedessi se sono disposti ad inviare truppe polacche, dubito che arriveresti nemmeno al 30 %. Quindi penso che questa gente parli al vento. Non credo che debbano essere presi sul serio.
Non vedo i finlandesi organizzarsi, e attrezzarsi per spostare migliaia di truppe fino a Odessa, vicino al confine con la Romania. Penso che sentiremo circolare un sacco di sciocchezze. E, a mano a mano che ci avviciniamo sempre di più alla fine del gioco, la gente se ne renderà conto. E la fine del gioco accadrà quando sarà chiaro che Odessa e Kharkiv e la maggior parte dell’Ucraina orientale sono in mani russe. E poi, naturalmente, torneremo alla domanda di fondo. Ci sarà qualcuno con cui i russi potranno parlare in quel momento? Ciò dipenderà dai cambiamenti di governo nell’Europa occidentale e nell’Europa orientale. Se i governi non cambiassero, i russi potrebbero finalmente concludere che non hanno altra scelta che proseguire ancora ad ovest.
[Daniel Davis]
Ora, una delle altre cose che Bauer ha detto in quell’intervista, su cui molti in Occidente fanno grande affidamento, è che gli F16 stanno per arrivare in soccorso degli ucraini.
[Ammiraglio Rob Bauer]
Il problema con gli F16, o la sfida con gli F16, è che si tratta di un sistema d’arma molto diverso dai Mig. Richiede non solo l’addestramento di piloti e meccanici, ma richiede anche una catena logistica di pezzi di ricambio sufficienti e di armi per gli F16, solo con la combinazione di tutte queste cose potremo avere un successo. Quindi, se si inizia a volare con gli F-16 e si hanno i piloti, i meccanici e i pezzi di ricambio, bisogna anche assicurarsi che l’Ucraina possa utilizzare questi aerei in modo molto pesante in termini di molte, molte ore di volo e per un periodo di tempo prolungato, .
[Daniel Davis]
Utilizzati molto pesantemente, a patto che non ci sia alcuna difesa aerea russa. Ma, ironicamente, abbiamo un raro momento di onestà da parte di Mark Milley, quando era ancora capo di stato maggiore statunitense. Ho avuto molto da ridire sulle cose che ha detto, ma, in alcuni casi, ha fatto commenti piuttosto validi. Eccone uno in cui ha parlato dell’accordo sugli F16.
[Mark Milley]
Dieci F16 costano un miliardo di dollari, a cui si aggiunge un altro miliardo di dollari per la manutenzione. Quindi 2 miliardi di dollari per 10 aerei. I russi hanno 1.000 aerei da combattimento di quarta e quinta generazione. Quindi, se vogliamo sfidare i russi nell’aria, servirà una notevole quantità di caccia di quarta e quinta generazione.
[Daniel Davis]
Eppure c’è ancora Bauer, uno dei leader della NATO, che continua a parlare come se questi F16 saranno davvero in grado di volare per un mucchio di ore nei cieli dell’Ucraina. Che ne dici, Doug?
[Douglas Macgregor]
Nessuno di loro vuole ammettere la verità. E la verità è che le difese aeree e missilistiche russe sono tra le migliori al mondo, se non le migliori. Sono anche molto fitte. E uno dei motivi per cui l’offensiva di terra procede lentamente è quello di tenere il passo con l’esigenza di difendere le forze di terra proprio contro la minaccia che viene descritta quando si parla degli F16. Se mandiamo aerei in Ucraina, la maggior parte di essi sarà abbattuta. Questa è la semplice verità. I russi, che all’epoca erano i sovietici, si trovarono ad affrontare una situazione simile durante la guerra di Corea. Hanno risolto il problema mettendo piloti russi a pilotare i Mig.
La mia più grande preoccupazione è sempre stata che quando diventerà chiaro che gli ucraini non sono in grado di padroneggiare la situazione, e inizieranno a perdere aerei, qualcuno deciderà di mettere in campo piloti americani, olandesi, tedeschi e via dicendo. Penso che sarebbe un errore molto grave. Siamo sempre stati sull’orlo di diventare co-belligeranti. Una mossa del genere ci renderebbe partecipanti diretti.
[Daniel Davis]
Esatto, e la Russia, come ha detto Putin, il 29 febbraio, penso che sia stato quando Macron ha iniziato a parlare della possibilità di inviare truppe francesi. È stato molto enfatico nel dire che chiunque entri nel territorio dell’Ucraina, diventerà un obiettivo legittimo. Ha anche detto che qualora gli F16 decollassero da un paese della NATO per attaccare le truppe russe, anche l’aeroporto NATO diventerebbe un obiettivo legittimo; quindi, tutte queste cose potrebbero intensificare la guerra. Sembra che, ad ogni livello di pensiero razionale, logico e ragionevole, sia nell’interesse dell’America, ed anche nell’interesse dell’Ucraina, di trovare una soluzione negoziata a questo conflitto. Ma Matt Miller, solo pochi giorni fa, quando gli è stato chiesto se avremmo preso in considerazione l’idea di avere qualsiasi tipo di discussione con la Russia, ha detto questo.
[Matt Miller]
Non abbiamo intenzione di rafforzare alcun accordo di sicurezza, o di avviare alcun accordo di sicurezza con il governo della Russia, un governo che abbiamo visto invadere uno dei suoi vicini senza provocazione, ed uccidere migliaia e migliaia di persone senza alcuna ragione, se non quella di perseguire gli obiettivi di conquista personale del presidente russo. Non lo faremo.
[Daniel Davis]
Sì, non lo faremo. Non parleremo con i russi. Quindi, immagino che continueremo a dire che stiamo per avere successo, e che gli F16 arriveranno per salvare la situazione o che vinceremo nel 2025, ignorando tutte le cose che hai detto. Quali sono le possibilità?
[Douglas Macgregor]
Devi ricordare, Dan, che tutto ciò che Miller ha detto è basato su una bugia. Questo è il problema che abbiamo in Occidente. La menzogna è che si è trattato di un’invasione non provocata. Questo è assolutamente falso. Hai avuto come ospite il professor Mearsheimer ed altri che ne hanno parlato a lungo. Abbiamo coltivato questo conflitto. Lo abbiamo incoraggiato. E poi, alla fine, l’abbiamo scatenato. Non sono stati affatto i russi a cercare questo scontro con noi. In effetti, fin dall’inizio, i russi hanno cercato in tutti i modi di evitare uno scontro con l’Occidente. Putin ha recentemente affermato che, a condizione che questi F16 arrivino in Ucraina e volino dalle basi ucraine, non permetterà assolutamente in nessuna circostanza l’attacco contro qualsiasi base all’interno dell’alleanza NATO. Lui non vuole uno scontro, siamo noi a provocarlo, ma la posizione delineata da quest’uomo non è sostenibile. Non può andare avanti ancora a lungo.
[Daniel Davis]
Cosa accadrà se continuiamo così? Quali pensi che siano le possibilità che la Russia riesca a sfondare e che, a quel punto, non sia più una questione di raggiungere un accordo, ma che siano i russi a dettare i termini di resa oppure semplicemente gli ucraini continuino a perdere città. Quando arriveremo finalmente al punto di riconoscere le bugie. E, in realtà, lascia che ti faccia un’altra domanda. Siamo d’accordo sul fatto che la maggior parte delle nostre politiche sono state basate su menzogne. Ma, ad un certo punto, anche elettoralmente, l’amministrazione Biden potrebbe arrivare alla conclusione che questa non è una mossa vincente. Se lasciamo che le cose seguano il loro corso naturale prima di novembre, se l’esercito ucraino crollasse, sarebbe una questione catastrofica per Biden e quasi certamente gli costerebbe comunque la rielezione. Quindi non avrebbe senso per loro dargli un taglio e cercare effettivamente di porre fine a questa situazione affinché, per lo meno, la fine avvenga per nostra scelta? è una possibilità?
[Douglas Macgregor]
In realtà, penso di sì. Penso che sia possibile che entro i prossimi 60 oppure 90 giorni Biden possa improvvisamente dimettersi, lasciare l’incarico, e portare con sé il principale fardello di colpa per questa catastrofe, questo fiasco che ha creato. Ora questo significa che la sua vicepresidente si farebbe avanti per diventare presidente. Non ho idea di chi subentrerebbe nel ruolo di vicepresidente, ma penso che sia una possibilità molto reale. Non dobbiamo escluderla. Ne hanno già parlato dietro le quinte.
E tutti in Europa e nella NATO sanno, dietro le quinte, che la guerra è finita. Le persone che si rifiutano di ammettere questa tragica verità, sono gli individui al vertice, perché hanno messo tutto in gioco per seguire le nostre direttive. Hanno scommesso tutto quello che avevano sul fatto che gli Stati Uniti avrebbero vinto. Quindi, Biden deve andarsene, e non credo che sarà con noi per tutta l’estate. Penso che, ad un certo punto, nel prossimo futuro, si dimetterà, e si prenderà la colpa o diventerà il capro espiatorio. L’altra cosa è che gli eventi in Medio Oriente si stanno muovendo in direzioni nuove e diverse, e sono sicuro che ne parleremo. Questi eventi potrebbero effettivamente convergere con ciò che sta accadendo nell’Europa orientale in modi che non abbiamo ancora considerato, rendendo la nostra posizione ancora più insostenibile.
[Daniel Davis]
Un’ultima domanda su questo argomento prima di passare all’altro argomento che hai appena menzionato. C’è almeno qualche considerazione da parte di alcuni membri nel Partito Democratico che Biden riconosca il fallimento e cerchi una soluzione negoziata. Detto questo, quali pensi che siano le probabilità che quando il Congresso tornerà il 9 aprile, il presidente della Camera Johnson metta all’ordine del giorno un disegno di legge sul finanziamento dell’Ucraina, come ha detto di voler fare? Pensi che questa legge possa essere approvata, visto che sembrerebbe un enorme spreco di denaro stanziare altri 60 miliardi di dollari per qualcosa che non funzionerà nemmeno?
[Douglas Macgregor]
Beh, questo dipende, ovviamente, dalle persone che controllano il presidente Johnson, vale a dire i suoi donatori. Ho il sospetto che si possa decidere a porte chiuse che è ora di ridurre le perdite in Ucraina, perché diventerà sempre più necessario per noi consolidare la nostra posizione in Medio Oriente per evitare che Israele affondi. Penso che Israele sia in una posizione molto seriamente indebolita in questo momento, e c’è il timore che la nostra concentrazione sull’Ucraina è talmente forte che Israele potrebbe soffrirne di conseguenza. Se ciò si realizzerà, penso che Johnson potrebbe cambiare tono ed essere meno disposto a sostenere l’avventura ucraina di quanto non lo sia ora. Ma tenete a mente, e questo è qualcosa che gli americani non hanno mai compreso completamente, che la maggior parte di quei soldi non andranno all’Ucraina. Voglio dire, una parte di essi ovviamente ci andrà, per pagare l’esercito che sta scomparendo, per pagare la burocrazia che sta crollando, per pagare Zelensky e i criminali del suo regime che ne stanno traendo enormi profitti. Ma la maggior parte del denaro andrà nella nostra industria della difesa per sostituire ciò che è già stato inviato, per sostituire le perdite e per finanziare una sorta di ricostituzione della nostra vecchia struttura obsoleta della Guerra Fredda. Questo è ancora importante per il presidente Johnson perché quelle persone sono anche donatori della sua causa. Quindi non ha nulla a che fare con ciò che è nell’interesse del popolo americano, ciò che è strategicamente importante per il popolo americano, e invece ha tutto a che fare con Johnson e i suoi amici e da dove provengono i loro soldi. Penso che dovremmo semplicemente accettare che questa è una realtà.
[Daniel Davis]
Sì, immagino che siamo costretti ad accettarla.
Anche noi vorremmo che fosse qualcosa di diverso, ma dobbiamo fare i conti con la realtà che abbiamo.
Bene, apprezzo il tuo contributo su tutte queste informazioni relative alla guerra tra Russia e Ucraina. Vedremo come andrà a finire.
Fine prima parte
Roberto Mazzoni