Profezie apocalittiche – parte 3 – MN #259

Vogliamo capire cosa succederà con la guerra asimmetrica in cui ci troviamo coinvolti, ne abbiamo parlato negli ultimi video e se questa guerra si trasformerà in una vera e propria guerra nucleare. Naturalmente noi ci auguriamo che non succeda, che non succeda mai, però visto che ci sono persone che spingono in un’intera direzione, forse è meglio che comprendiamo cosa stanno facendo, dove vengono, quali sono le origini delle loro idee. Quindi proseguiamo con questo percorso iniziato con l’intervista di Whitney Webb dedicata appunto alle profezie apocalittiche.

Abbiamo già affrontato una parte del suo articolo, vi ricordate, nella puntata precedente di questa serie, dove abbiamo intravisto che in realtà il sionismo come movimento è un movimento prevalentemente cristiano, quindi ha origini prevalentemente cristiane che poi si sono estese, si sono fuse con un altro movimento non parallelo e neanche tanto coincidente ma con obiettivi paragonabili sul fronte ebraico e quindi continueremo su quel filone e oggi vedremo un pochino meglio quale è stata la storia dopo le origini, quali sono state effettivamente i passaggi fondamentali.

Allora, innanzitutto premetto che non conoscevo questa materia, quindi è una materia che ho dovuto approfondire per capire meglio e sono rimasto sorpreso da molte cose che credevo fossero diverse o non immaginavo che fossero così e mi scuso se eventualmente ci saranno alcune imprecisioni oppure ci saranno alcune approssimazioni. Le informazioni sono veramente tante e è difficile concentrare in un tempo comunque limitato tutto quello che si potrebbe dire in materia. Cercherò di fare il mio meglio e questo video verrà suddiviso in più pezzi perché sicuramente sarà lungo ma non voglio interromperlo perché ha un discorso che va completato fino alla fine quindi quando vedrò che sarà… quindi una volta completata la registrazione lo suddividerò come ho fatto anche per altri video in modo che sia più digeribile per voi ma sarà un lungo e grande discorso.

Bene, allora innanzitutto secondo me le profezie esistono per ammonire e magari anche per ricordare il passato. Hanno, secondo me, una funzione di spingere le persone a vivere in modo migliore e a comprendere meglio quelli che potrebbero essere gli insegnamenti che ci vengono dal passato dai maestri del passato, dalle scritture per chi è religioso del passato o del presente e in generale quindi cercare di evitarle. Nel momento in cui qualcuno si sostituisce a Dio e vuole far avverare una profezia che tra l’altro è travisata, non è neanche una profezia originale, è una invenzione, a questo punto io credo che questa persona sia mentalmente disturbata, quindi non è più un problema di teologia, di interpretazione, di fede, ma è un problema proprio di tala mentale.

E questo è il caso del sionismo cristiano, come determinato tra l’altro da numerosi studiosi su tutti i fronti, ebraici, cristiani, protestanti, cattolici, che hanno esaminato la questione e sono tutti arrivati alla conclusione che si ha una serie di teorie estremiste e spesso eretiche e quindi vedremo magari meglio durante questo video perché. Un’altra cosa importante da considerare è che non esiste guerra più feroce che non quella tra fratelli. L’abbiamo visto in molte occasioni, l’abbiamo visto nella ex-Yugoslavia, lo stiamo vedendo adesso in Ucraina dove gli ucraini e i russi stanno combattendo per essere stati sostanzialmente parenti o quasi o semi parenti e comunque avendo una storia comune e appartenendo tra l’altro alla stessa fede religiosa, allo stesso ceppo etnico e tutta una serie di cose.

E lo vediamo naturalmente anche in Medio Oriente dove, benché ci siano differenze tra ebrei, cristiani e musulmani, queste differenze poi non sono così enormi. Tutte e tre le religioni in qualche modo si riconoscono vicendevolmente e prima dell’arrivo dei britannici in quell’area queste tre religioni hanno convissuto benissimo per centinaia d’anni senza nessun problema, senza nessun tipo di conflitto e tra l’altro anche durante il periodo dell’impero romano, sebbene ci fu la famosa istruzione del secondo tempio di Gerusalemme, tempio ebraico, ma quella fu la reazione dell’impero all’epoca di fronte a una rivolta degli ebrei, quindi oggi gli ebrei dovrebbero, o perlomeno gli israeliani, precisiamo, dovrebbero ricordarsi di questi eventi e non replicare questi atteggiamenti oppressivi. Però di nuovo anche all’epoca, nonostante la istruzione del tempio, gli ebrei potevano continuare a vivere tranquillamente e potevano professare la loro religione e non c’è nessuna persecuzione contro di loro.

Quindi il fatto che oggi ebrei e musulmani si combattano e che gli israeliani di fatto stiano facendo quello che stanno facendo anche nei confronti dei cristiani che vivono in Palestina e i palestinesi attraverso Hamas, che in realtà li rappresenta solo fino a un certo punto, perché quando andiamo a vedere le elezioni di Hamas, al governo palestinese di Gaza è stata fatta facendo votare dei morti, quindi ci sembra di ricordare modelli che ci riportano al mondo occidentale, a situazioni recenti se vogliamo, anche negli Stati Uniti. Ma quello che voglio farvi capire è che questi scontri tra queste due fazioni non riguardano in realtà reali differenze intrinseche tra queste fazioni, ma sono arbitrati e sono organizzati e sono aizzati da forze esterne che spingono su entrambe le direzioni, su entrambe le fazioni.

E qui non potremo naturalmente affrontare tutto quello che c’è da dire in materia, però era importante chiarire da questo punto di partenza. Se io voglio rendere un’area instabile, perché ho delle mire imperialiste e per me è essenziale, essendo un’area che è ricca di petrolio ed essendo il petrolio la risorsa più importante economica del secolo scorso e probabilmente anche di questo secolo o di parte di questo secolo, se io voglio mantenere quell’area instabile devo creare delle continue lotte, delle continue guerre tra gente che fino adesso andava d’accordo.

Quindi devo creare frizioni che vengono innestate in modo artificioso, sfruttando naturalmente la complicità di elementi criminali nelle singole organizzazioni, nelle singole fazioni che si trovano sempre, perché qualsiasi popolo, qualsiasi nazione ha la sua quota di criminali, non c’è niente da dire, e che sono sempre pronti a rispondere alla chiamata quando c’è l’opportunità. Infatti a questo premesso importante, secondo me, orientiamoci un pochino sulla situazione israeliana, facendo un po’ di storia sulla creazione di Israele. Il documento che segue è stato realizzato da Al Jazeera.

Al Jazeera è una rete mediatica finanziata dal governo del Qatar, quindi è sicuramente di parte, ma la sintesi che viene fornita onestamente è abbastanza centrata, abbastanza misurata ed abbastanza veritiera, quindi ho pensato che fosse un documento storico utile per capire il contesto in cui ci muoviamo. Si potrebbe allargare il contenuto di questo video che adesso vi propongo spiegando il ruolo avversivo che è sempre sospinta di forze britanniche, non necessariamente del governo, perché ricordiamoci che da sempre, diciamo non da sempre, però da parecchio tempo, esistono forze parallele al governo ufficiale che fanno cose che magari neanche il governo sa, il famoso deep state, e che tuttavia hanno interessi che sono diversi da quelli necessariamente del governo, sicuramente interessi da quelli della nazione, della popolazione che dovrebbero rappresentare. Quindi in ogni caso attraverso una collaborazione tra il governo britannico, il governo saudita e anche forze americane, si sono create poi altre situazioni a contorno che non vengono descritte in questo video e che potrebbero essere approfondite in futuro e ci porterebbero via veramente molte ore di approfondimento, però quello che volevo farvi capire è che c’erano altre forze parallele che spingevano gli arabi a loro volta ad attaccare gli israeliani, non tanto tutti gli arabi, ma una parte, e che comunque creavano attentati, parallelamente agli attentati che vedrete venivano organizzati dagli israeliani, o meglio dai sionisti.

È una storia legata al petrolio, alla dominazione dell’oro nero, alla trasformazione dell’economia e al crollo degli imperi. E crede che involti britannici, americani ed europei, per gran parte del ventesimo secolo, non è una storia completa, ma ci serve appunto per dare un contesto. Ecco il video.

La creazione dello Stato di Israele

[Narratore]

Il 2 novembre 1917, il ministro degli esteri britannico, Arthur Balfour, scrisse una lettera che avrebbe scatenato un conflitto che viene ancora combattuto più di cento anni dopo.

[Arthur Balfour]

Il governo di Sua Maestà vede con favore l’istituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e farà del suo meglio per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo.

[Narratore]

Quando Balfour scrisse dell’intenzione del suo governo di creare una patria ebraica in Palestina, il 90% delle persone che vivevano in quel paese non erano ebree. Ma solo 31 anni dopo, la maggior parte di loro non c’era più.

Chiediamo ad Amtzur Cohen, ex soldato israeliano: Quante persone pensi di aver ucciso in questo modo?

[Amtzur Cohen]

Ho perso il conto. Non posso proprio saperlo.

Avevo una mitragliatrice con 250 proiettili.

[Narratore]

Questa è la storia della promessa britannica che ha portato alla distruzione della Palestina e alla creazione dello stato di Israele.

Cominciamo con la domanda ovvia. Perché gli inglesi potevano permettersi di fare promesse sulla terra di altri popoli? Vi darò una risposta breve. L’impero è una droga infernale. Era la Prima guerra mondiale e gli inglesi stavano facendo molte promesse. Oltre a promettere una patria ebraica in Palestina, promettevano ai leader arabi l’indipendenza se si fossero sollevati contro il nemico della Gran Bretagna, l’Impero Ottomano. Gli arabi lo fecero. Hollywood ne ha persino fatto un film.

[Ufficiale britannico]

Impensabile dare l’Arabia agli arabi

[Lawrence d’Arabia]

Questo è ciò che gli ho promesso, in ogni caso. Questo è ciò che pensano. Questo è il motivo per cui combattono.

[Ufficiale britannico]

Figuriamoci.

[Narratore]

Un mese dopo la lettera di Balfour, le truppe britanniche presero la Palestina, ponendo fine a 400 anni di dominio ottomano. Le persone che ci vivevano erano arabe, per lo più musulmani, ma c’erano anche minoranze cristiane ed ebraiche. C’era anche un piccolo numero di ebrei europei che, alla fine del 1800, avevano iniziato a costruire piccole colonie in territorio palestinese. In un momento in cui molti ebrei stavano subendo orribili persecuzioni in Europa, costoro sentivano che la Palestina poteva essere una via di fuga. L’idea di costruire una presenza ebraica in Palestina divenne nota come sionismo.

Ma rimase un movimento marginale tra gli ebrei europei. Molti di loro pensavano che non sarebbe stato necessario dover lasciare i loro paesi di residenza per evitare la persecuzione. Ma il sionismo come movimento politico fece un grande passo avanti con il contributo di un austriaco di nome Theodor Herzl. Il suo nome è molto importante in questa storia. Nel 1896 pubblicò Der Judenstaat, che tradotto significa Lo Stato ebraico. In tale pubblicazione, dichiarò che l’unico modo per gli ebrei di evitare l’antisemitismo europeo non sarebbe stato solo di andarsene, ma di avere il proprio paese.

Tuttavia, Herzl non si limitò a scrivere. L’anno successivo, organizzò una conferenza a Basilea, in Svizzera, il primo congresso sionista. I partecipanti concordarono un programma che cercava, tra le altre cose, di stabilire una patria ebraica in Palestina e di promuovere l’insediamento ebraico in Palestina. Da qui in poi, il movimento sionista divenne molto attivo, istituendo fondi per promuovere l’immigrazione ebraica in Palestina, formando aziende per acquistare terreni, e reclutando rappresentanti per sostenere la propria causa presso i diversi governi. Pochi giorni dopo la conferenza, Herzl scrisse nel suo diario quanto segue: A Basilea ho fondato lo Stato ebraico. Forse tra cinque anni, ma sicuramente tra 50 anni, tutti ne percepiranno l’esistenza. Sbagliò la sua stima solo di un anno.

Questo preambolo è importante perché il movimento sionista diventerà una parte fondamentale della storia, da quel punto in avanti. Soprattutto grazie al fatto di trovare alleati all’interno di vari governi, dove molti funzionari di alto rango decisero di sostenere il sionismo, a volte per ragioni inaspettate. Per esempio, il primo ministro britannico Lloyd George, era un cristiano fanatico che credeva che radunare il popolo ebraico in Palestina avrebbe riportato Gesù Cristo sulla Terra. Altri, come Balfour, credevano che fosse opportuno liberare l’Europa dal popolo ebraico dandogli una patria altrove. Herzl fu decisamente visionario quando scrisse che le nazioni antisemite sarebbero diventate preziose alleate del sionismo. Nel frattempo, i sionisti assicurarono alla Gran Bretagna che la loro patria futura sarebbe stato un alleato affidabile per gli inglesi. Questo è il retroscena di come l’antisemitismo europeo, il sionismo e l’imperialismo britannico portarono alla Dichiarazione Balfour. Questa fu la promessa inglese di costruire una patria per gli ebrei in Palestina.

Ora, vedremo come i britannici lo hanno fatto. La Prima Guerra Mondiale era stata un conflitto tra imperi rivali ed i vincitori istituirono la Società delle Nazioni per spartirsi i territori sottratti ai vinti. Lo chiamarono il Sistema del Mandato. Consisteva nel porre sotto la tutela delle nazioni più evolute, i territori un tempo controllati dagli imperi ottomano e tedesco, fino a quando tali nazioni non fossero diventate indipendenti. Alla Gran Bretagna fu affidato il mandato sulla Palestina, ma al popolo palestinese non fu mai chiesto cosa volesse e come l’indipendenza dall’impero ottomano sarebbe stata per loro. Ascoltate cosa scrisse Balfour a uno dei suoi colleghi.

[Arthur Balfour]

Per quel che riguarda la Palestina, non ci proponiamo assolutamente di seguire le formalità di consultare i desideri degli attuali abitanti del paese.

[Narratore]

Invece, furono i sionisti ad essere consultati su quale fosse la loro visione per la Palestina e così il mandato finì per incorporare non solo la Dichiarazione Balfour, ma diverse clausole che richiedevano alla Gran Bretagna di garantire la creazione di un focolare ebraico in Palestina. Il dominio britannico fu molto accomodante nei confronti del progetto sionista. La comunità ebraica in Palestina crebbe con grandi ondate di immigrazione. Avevano le loro scuole, le loro fabbriche e persino la loro milizia, l’Haganah. Ed erano guidati dal polacco David Ben-Gurion, il leader del loro organo rappresentativo, l’Agenzia ebraica.

Per i palestinesi era chiaro che la Gran Bretagna non stava consegnando loro l’indipendenza, ma stava affidando il loro paese ad un altro popolo. Nel 1936 entrarono in sciopero. Le forze britanniche cercarono di interrompere lo sciopero con arresti, torture, punizioni di massa ed esecuzioni. I leader furono esiliati, le armi furono confiscate e le loro case furono fatte saltare in aria. I combattenti palestinesi attaccarono obiettivi britannici ed ebrei, mentre le forze britanniche e dell’Haganah effettuarono incursioni congiunte sui villaggi palestinesi. Qualcosa doveva cambiare. Il governo britannico nominò la Commissione Peel per capire cosa fare, ma la soluzione proposta era quella tipica dei britannici: tracciare un’altra linea sulla mappa e dividere il paese.

Da una parte ci sarebbero stati gli ebrei e, dall’altra, ci sarebbero stati i palestinesi, e una terza porzione sarebbe diventata parte della Transgiordania che era confinante. Ora, poiché i palestinesi erano la maggioranza nel paese, 250.000 di loro avrebbero dovuto essere rimossi con la forza dalle rispettive case per dare vita allo stato ebraico. Ricordate, che queste proposte avevano lo scopo dichiarato di calmare le acque. Naturalmente, produssero l’effetto opposto. Quindi, la rivolta continuò fino al 1939, quando ormai circa il 10% della popolazione maschile adulta della Palestina era stata uccisa, ferita, arrestata oppure esiliata. Il governo britannico aveva davvero bisogno di una soluzione. Ed ecco che arriva un altro rapporto.

[Annunciatore televisivo]

La commissione sta studiando gli insediamenti ebraici degli ultimi 20 anni nella Palestina sotto mandato britannico.

[Narratore]

Il libro bianco pubblicato nel 1939 creò per la prima volta un conflitto tra inglesi e sionisti, perché rifiutava la partizione e diceva che la soluzione consisteva nel concedere l’indipendenza alla Palestina entro 10 anni lasciando che tutti coloro che ci vivevano condividessero il territorio. Aspetto cruciale, imponeva anche rigorosi limiti all’immigrazione degli ebrei e all’acquisto di terre da parte degli ebrei. Ai sionisti, questo parve un tradimento. In risposta, alcuni fecero esplodere bombe in tutto il paese, uccidendo decine di palestinesi. Ma, ben presto, tutti furono distratti da qualcosa di molto più grande.

Più di 60 milioni di persone furono uccise nella Seconda Guerra Mondiale, tra cui 6 milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti. I sopravvissuti ebrei fuggirono dall’Europa, e un gran numero di loro cercò di trovare sicurezza in Palestina, nonostante il limite britannico all’immigrazione ebraica, il che scatenò uno scontro più diretto tra sionisti ed inglesi, con i palestinesi spesso presi di mira. I sionisti sapevano due cose: militarmente erano più forti dei palestinesi e la Gran Bretagna era esausta dalla Seconda Guerra Mondiale; quindi, non avrebbe avuto lo stomaco per continuare a combattere in Palestina. Avevano ragione.

Nel 1947, dopo 30 anni di occupazione, la Gran Bretagna annunciò che avrebbe abbandonato la Palestina e chiese alle neonate Nazioni Unite di ripulire il pasticcio che aveva creato. Il 1947 ed il 1948 sono quindi gli anni più cruciali di questa storia. Diamo un’occhiata a come le cose si stavano allineando. Durante il dominio britannico, gli ebrei erano passati dal 10% al 30% della popolazione e possedevano circa il 6% della terra. Sotto la guida di Ben-Gurion, l’Agenzia ebraica funzionava praticamente come un governo indipendente per la comunità ebraica, e le milizie sioniste avevano decine di migliaia di soldati, armi moderne, ed avevano ufficiali che avevano già combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Sull’altro fronte, ai palestinesi non era stato permesso di sviluppare la propria amministrazione e nemmeno il proprio esercito.

Ma mentre aspettavano la soluzione proposta dall’ONU, rimanevano la maggioranza in tutto il paese. Nel novembre 1947, l’ONU, allora composta solo da una frazione dei paesi del mondo, votò per una nuova spartizione della Palestina. Questo piano dedicava il 55% del paese allo stato ebraico, ma l’ONU non ha mai spiegato come potesse esistere uno stato ebraico quando metà della popolazione del suo territorio era palestinese. Con sorpresa di nessuno, i palestinesi e, di fatto, tutti gli arabi respinsero il piano dell’ONU. Ben-Gurion e la leadership sionista invece accettarono, ma intravidero un’opportunità.

Con gli inglesi sul piede di partenza, i sionisti sapevano che avrebbero avuto l’esercito più forte in Palestina. Le loro forze furono quindi istruite d’impadronirsi di più territorio di quello che era stato loro assegnato dall’ONU, e di fare tutto ciò che era necessario per ridurre il numero di palestinesi al suo interno. In città come Haifa, la milizia fece esplodere autobombe nei quartieri palestinesi. Attaccarono diversi villaggi e costrinsero i residenti ad andarsene. Alla fine, le truppe dell’Haganah cacciarono tutti gli arabi dalla città assediata, facendo molti prigionieri. Dopo aver ispezionato le parti di Gerusalemme Ovest che erano state svuotate dai palestinesi, Ben-Gurion disse: “In molti quartieri arabi occidentali non si vede nemmeno un arabo. Se persistiamo, è molto probabile che, nei prossimi sei oppure otto mesi, ci saranno cambiamenti considerevoli nel paese e a nostro vantaggio.

Uno degli eventi che contribuì ad accelerare questi cambiamenti avvenne il 9 aprile 1948, quando il villaggio di Deir Yassin fu attaccato. Un rapporto del governo britannico alle Nazioni Unite descrive la scena. 250 persone sono state uccise in circostanze di grande ferocia. Donne e bambini sono stati spogliati, intrappolati, messi in fila, fotografati e poi massacrati con armi automatiche. La storia di ciò che è accaduto a Deir Yassin scatenò il panico in tutto il paese. Quando la notizia si diffuse, la gente fuggì, temendo che sarebbe presto toccato anche a loro. Gli storici hanno registrato dozzine di massacri simili durante questo periodo. Ogni volta, il risultato finale era la fuga di intere comunità. Sentiamo la testimonianza di due soldati israeliani dell’epoca.

[Tuvia Heller – ex comandate di platone israeliano]

C’era un ordine permanente da Ben Gurion che diceva di cacciare via tutte le persone. E, una volta che avevamo occupato un territorio, arrivavano i trattori che lo rasavano al suolo.

[Eliyahu Levi – ex soldato israeliano]

Dei villaggi non rimaneva più niente, nessuna traccia. Non volevano che nessuno tornasse,

[Narratore]

Quando la Gran Bretagna terminò il suo mandato, il 15 maggio 1948, 250.000 palestinesi erano ormai fuggiti dalle proprie case. La sera prima, David Ben-Gurion aveva annunciato la fondazione dello Stato di Israele, con se stesso nella posizione di primo ministro. Stava in piedi sotto un gigantesco ritratto di Herzl, esattamente 51 anni dopo che Herzl aveva predetto il verificarsi di quel preciso momento. Le milizie sioniste si riunirono all’interno delle neonate Forze di Difesa Israeliane, ma i combattimenti non erano finiti. Tolti di mezzo gli inglesi, soldati provenienti da diversi paesi arabi entrarono in Palestina.

Ma l’esercito israeliano era meglio equipaggiato, meglio organizzato e, a differenza degli eserciti arabi, aveva un comando unificato e il sostegno di diversi paesi europei. Le forze israeliane si spinsero in luoghi che l’ONU aveva assegnato allo Stato palestinese, come le città di Lydda e Ramle. 50.000 persone furono costrette a fuggire, molte a piedi, in quella che divenne nota come la Marcia della Morte di Lydda. Dopo essere state svuotate, alle città furono dati nomi ebraici, Lod e Ramla. Come in molte altre città svuotate, gli edifici e le case furono occupati dal nuovo stato israeliano e consegnati agli ebrei. Quando l’ONU ottenne un armistizio, tre quarti del popolo palestinese era ormai composto di rifugiati, che avevano abbandonato le proprie case. In arabo chiamano questo periodo la Nakba, letteralmente, la catastrofe.

Il nuovo Stato di Israele occupava il 78 % di quella che era stata la Palestina. Le parti rimanenti furono annesse dalla Giordania o prese in consegna dall’Egitto. Un anno dopo, l’ONU approvò una risoluzione che chiedeva ad Israele di consentire a tutti i rifugiati palestinesi di poter tornare alle proprie abitazioni, cosa che non è mai avvenuta. La Palestina era stata cancellata. Nei decenni successivi, nel tentativo di risolvere questo conflitto, si è nuovamente cercato di suddividere la terra. Ad ogni successivo tentativo, il territorio offerto ai palestinesi nella loro patria storica si è ristretto sempre di più. Ironia della sorte, Israele sta ancora lottando per mantenere il vantaggio demografico che ha ottenuto nel 1948, quando ha costretto tutte quelle persone ad andarsene, perché nel 1967 ha occupato la Cisgiordania e Gaza, portando tutti i palestinesi che ci vivevano sotto il proprio dominio.

E così oggi, la popolazione di ebrei e non ebrei in questa terra è più o meno uguale.

Ma coloro che vivono sotto occupazione non hanno diritti, non hanno cittadinanza e non hanno alcuna prospettiva di indipendenza. Contro di loro vengono ancora usate le tattiche dell’era della Nakba che consistono nell’insediamento illegale di nuovi coloni, nella demolizione delle case esistenti e nell’espulsione dei proprietari originari. Israele si è impossessato della terra, ma non vuole avere nulla a che fare con i milioni di persone sotto il suo dominio. Gruppi internazionali, israeliani e palestinesi per i diritti umani affermano che questo sistema è una forma di apartheid.

Per vedere se questa è una descrizione accurata di Israele più di cento anni dopo la promessa di Balfour, basta guardare gli eventi recenti.

Una serie di tradimenti

Quindi la storia dello Stato Israele è poco conosciuta ed è il risultato di molteplici tradimenti che hanno coinvolto il governo britannico, il popolo palestinese, gli ebrei europei, i popoli arabi in generale e l’alta finanza britannica gestita dalla famiglia Rothschild. Questi sono i vari componenti, che poi hanno coinvolto, in una seconda fase anche l’alta finanza americana con i Rockefeller e che hanno portato alla situazione che abbiamo visto e che viviamo  oggi. La prima guerra mondiale, se avete visto il video del nuovo ordine mondiale di mazzoni news, che vi invito a vedere se volete capire meglio, fu instigata di fatto e organizzata da una ristretta élite britannica nell’arco di vent’anni, partendo più o meno dal 1892.

Quindi la prima guerra mondiale non fu un evento che avvenne per caso e non fu neanche un evento che cominciò nel 1914, ma di fatto iniziò molto prima. In effetti tutte e due le guerre mondiali sono iniziate molto prima della data ufficiale d’annuncio, perché se andiamo a vedere quello che stava succedendo nel contorno era evidente che si andasse verso lo scontro militare, ma c’erano già scontri politici e altri tipi di movimenti che puntavano inesorabilmente in quella direzione. La prima guerra mondiale aveva l’obiettivo fondamentale dal punto di vista di questa élite di ricostruire l’impero britannico a spesa di quello tedesco e a spese del nascente impero russo.

Una volta scoppiata cosa successe? L’esercito francese collassò quasi immediatamente e i britannici dovrebbero sacrificare molti dei propri uomini per salvarlo. Cercarono quindi l’appoggio degli arabi e degli americani, americani che avevano fatto prestiti importanti all’Inghilterra e quindi mandarono le proprie truppe per sostanzialmente tenere a galla coloro che poi dovevano ripagare tali prestiti e tutelare gli interessi di Wall Street.

Lawrence d’Arabia, che viene riproposto nel video che avete appena visto, era un agente britannico che in realtà stava operando anche a sfavore delle nazioni arabe, favorendo una particolare tribù, quella dei sauditi, che poi vedremo emergere, come alleata indiretta dello Stato di Israele. Infatti, laddove è stata dipinta come principale nemico dello Stato di Israele, in alcuni libri che ho anche citato in passato, in realtà è sempre stato un finto nemico, vale a dire è stata usata come alter ego per creare questa frizione anche, se vogliamo, fittizia, quindi invitare anche gli altri arabi ad attaccare Israele quando sapeva che non avrebbero potuto vincere e in generale abbiamo visto i sauditi avevano un ruolo fondamentale, per esempio, nell’attacco alle torri gemelle, nella formazione di Al-Qaeda e in tutta una serie di altre attività che hanno deliziato i nostri ultimi vent’anni.

Quindi stiamo guardando a un modello operativo che nasceva all’epoca e che poi è proseguito nel tempo, che vede israeliani e sauditi sostanzialmente sullo stesso binario ma apparentemente opposti, ma non opposti. Britannici e americani che fanno dei registi con la compartecipazione di diversi stati europei che avevano interessi più o meno pressanti sul petrolio. Tenete presente che gli ebrei che arrivavano in Palestina prima del sionismo venivano accolti bene, e gli ebrei che avevano vissuto in Palestina durante appunto il periodo dell’impero ottomano erano stati liberi di seguire la propria religione anche se avevano alcune limitazioni.

Non c’erano frizioni, non c’erano tutti questi scontri che invece sono stati creati dopo, creati di proposito e questi scontri sono stati creati appunto non tanto dal governo britannico perché vedete che poi questi attentati costavano anche la vita ai soldati britannici come abbiamo visto e quindi è un modello che dividiamo anche di proposto con la massa, uccidi anche la tua stessa gente, fai uccidere la tua stessa gente perché è un modello molto vecchio e se vogliamo ricondurlo alle origini dobbiamo andare in Germania e dalla Germania andare ancora più indietro ma non facciamo questo percorso.

Tra l’altro i tedeschi sono stati i primi già con il Kaiser a mandare immigrati ebrei in Palestina, sono stati i primi a colonizzare la Palestina e i britannici sono subentrati sulla scia dei tedeschi e poi lì potremmo fare un lungo discorso su un altro binario ma non abbiamo tempo per fare tutto. Di fatto quello che però voglio sottolinearvi è che c’è una regia dietro a tutto questo e che questa regia ha delle tempistiche molto precise, crea degli eventi specifici in tempi ben determinati al fine di ottenere dei risultati preconfezionati, predefiniti e di questa regia fanno parte, sicuramente hanno fatto parte fin dall’inizio, britannici, sauditi e americani in una certa misura.

Gli americani non subito e non tutti, una parte però poi sempre di più, naturalmente adesso vediamo che gli americani hanno un ruolo determinante. Notiamo inoltre sempre dal video che sempre i britannici bloccarono l’afflusso degli ebrei in Palestina proprio durante il periodo del nazismo e questo appunto ci conferma il fatto che il sionismo è un movimento antisemita fondamentalmente, come gli stessi ebrei dichiarano che sia, molti ebrei non tutti e proprio perché non favorisce il futuro, la sicurezza degli ebrei in generale, non favorisce la sicurezza degli ebrei in Palestina in particolare perché di nuovo prima dell’arrivo dei sionisti gli ebrei in Palestina stavano già arrivando, soprattutto su spinta dei tedeschi ed erano prevalentemente tedeschi, di matrice tedesca, poi sono arrivati altri ebrei invece di matrice più polacca, più dell’Europa dell’Est e in generale non c’era nessun problema di convivenza, andavano tutti d’accordo e non c’era nessun problema dell’afflusso, chiunque volesse andare in Palestina ci poteva andare.

Poi con l’arrivo dei sionisti tutto questo è stato regolamentato, è stato bloccato, è stato ostacolato, proprio perché si voleva creare l’incidente probabilmente, comunque si voleva, volevano impossessarsi di questo flusso che già esisteva e volevano dominarlo ai fini politici personali diretti. E come abbiamo visto anche nel video precedente, gli israeliani facevano anche attentato contro gli inglesi, facevano attentati anche nei territori vicini, per esempio in Iraq, per costringere gli ebrei che volevano restare in Iraq, dove si trovavano benissimo, a spostarsi in Israele e nel frattempo i britannici, una parte dei britannici, i servizi segreti britannici, lavoravano con i sauditi per fare attentati contro gli israeliani, voi fuori dall’Israele, voi dentro l’Israele, in modo da tenere tutti sulla corda se vogliamo e costringere tutti quanti a diventare sempre più nemici, da dove invece erano amici di partenza. Per chiarirci, gli ebrei, o meglio gli israeliani, hanno sempre avuto l’obiettivo dichiarato di ridurre al 20% al massimo la popolazione palestinese, questo per non avere una situazione in cui, come ancora oggi, siano circa metà a metà, perché per loro era essenziale avere il predominio in termini numerici in modo da poter determinare il futuro del territorio.

Ora che centinaia di migliaia di ebrei stanno fuggendo dall’Israele, nonostante abbiano ucciso decine di migliaia di palestinesi a Gaza, il problema si ripropone ancora più acuto di prima, quindi dovranno fare ancora più piazza pulita di palestinesi nell’area di Gaza e probabilmente anche altrove. Quindi è una situazione costantemente instabile, anche perché viene gestita da psicopatici in buona sostanza che stanno cercando di adottare soluzioni assurde che non possono che ingigantire il problema e che non vanno certo verso una soluzione, perché come vedremo fin dall’inizio l’obiettivo era quello di creare comunque il conflitto, perché la ragione di esistere di questa organizzazione è sul conflitto, sul proteggere una popolazione che si senta quindi minacciata.

Le origini del sionismo cristiano

Quindi per capire come si è arrivati a questo punto dobbiamo tornare a centinaia di anni prima in Inghilterra, molto prima della nascita di Theodor Herzl e quello che è il sionismo attuale ha una matrice prevalentemente cristiana ed è il risultato di un’eresia cristiana che è stata ufficialmente condannata sia dalla Chiesa Cattolica, da diverse Chiese protestanti e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa. Tra l’altro il sionismo all’origine appunto non aveva nessuna presenza di ebrei, solo dopo sono arrivati, abbastanza dopo e su un filone parallelo alternativo. Lo vediamo comparire in modo ufficiale attraverso Herzl, Theodor Herzl, quindi all’inizio del 1900, mentre invece questa eresia protestante partita dall’Inghilterra già nel 1500 ha una storia molto più lunga e molto più profonda che giustifica anche il motivo per cui tanto l’Inghilterra quanto gli Stati Uniti sono così determinati, anche in parte la Germania, così determinati a sostenere Israele a tutti i costi e sono pronti a fare qualsiasi guerra che Israele voglia fare.

Di fatto il sionismo è considerato un movimento antisemita da numerosi ebrei, da numerosi rabbini di tipo ortodosso e per precisione Theodor Herzl era un socialista antagonista alla religione ebraica che creò di fatto un modello sensazionalmente comunista che è stato mantenuto da Israele per lungo tempo e la grande maggioranza dei sionisti originari che arrivarono in Israele e fondarono il famoso governo israeliano iniziale erano proprio comunisti.

E i sionisti fondatori diciamo teorici del sionismo laico che poi si è trasformati in uno Stato, che erano Theodor Herzl e Moses Hess, dichiaravano che erano loro i messia e che quindi sarebbero stati loro a salvare l’umanità prendendo possesso della terra di Israele, perciò giusto per dare un contesto di che cosa stiamo parlando. Ma torniamo di nuovo alle vere radici cristiane del sionismo e per capirle dobbiamo affrontare uno dei criteri primari del protestantesimo che è il principio di sola scrittura in latino, vale dire che l’unico testo sacro ritenuto valido è la Bibbia che è accessibile e interpretabile da ogni credente.

Se prendiamo la Bibbia completa, vediamo che il Nuovo Testamento rappresenta solo una percentuale minoritaria, quindi immaginiamoci appunto una serie di persone che senza nessuna guida spirituale o teologica, senza nessuna impostazione di nessun tipo, legge la Bibbia, quindi il Nuovo Testamento e il Vecchio Testamento, e deve arrivare indipendentemente e individualmente a qualche tipo di conclusione e naturalmente questa conclusione sarà fortemente orientata sulla maggiore quantità di pagine che sono contenute nel libro che sono il Vecchio Testamento.

Quindi c’è una forte deriva verso il Vecchio Testamento che ci racconta di un Dio che sceglie il popolo eletto e che lo invita a conquistarsi anche con la forza se necessario una propria terra che lo stesso Dio ha assegnato. E se vediamo alle origini proprio del Movimento Protestante, notiamo che alcune frazioni, abbastanza marginali ma comunque esistenti, avevano un’interpretazione nettamente militaresca di questo tipo di visione, tant’è che partecipavano attivamente alle guerre, erano sul campo di battaglia, combattevano, uccidevano. E quindi, tra l’altro, vediamo anche che tutte le varie frazioni protestanti all’inizio erano in netta opposizione tra loro. I luterani e i calvinisti si condannavano a vicenda e condannavano tutti gli altri.

E abbiamo molteplici interpretazioni della Bibbia che si moltiplicavano e che davano origine a tanti rivoli che poi si spostavano e si diramavano in ogni direzione. E uno di questi appunto era questo movimento che più che essere una vera propria chiesa era un’organizzazione di pensiero che puntava al modello del Vecchio Testamento visto in un’ottica militare, in un’ottica violenta. E quello che ci si è avvicinato di più come impostazione è stato il calvinismo, che è una forma di protestantesimo molto rigorosa, che diede anche vita alla famosa inquisizione protestante nella città di Ginevra da parte dei calvinisti. E abbiamo visto nel video precedente che il calvinismo ha poi ispirato i puritani che arrivarono in America e che portarono la prima versione del sionismo sul territorio americano.

Per chiarire, questi atteggiamenti un po’ decisamente estremisti non sono stati adottati da denominazioni comuni, quindi da organizzazioni ecclesiastiche formali, strutturate, come per esempio traverso i luterani, i presbiteriani o i pentecostali. Non le troviamo in queste organizzazioni, ma si sono diffuse attraverso movimenti laterali, paralleli, che non hanno una struttura propria e che poi possono spargersi all’interno di altre organizzazioni protestanti, come i puritani, che si trasferirono in America come coloni. E vediamo che i puritani si portano dietro l’idea di essere un popolo eletto, di avere diritto alla terra dove si erano trasferiti e grazie al calvinismo, all’impostazione calvinistica portata all’estremo, di nuovo, decisero che per loro andava benissimo massacrare gli indiani compiendo un vero e proprio genocidio perché Dio aveva comandato loro di farlo.

Ma le origini, di nuovo, del sionismo sono antecedenti anche agli stessi puritani e per trovarle dobbiamo andare, leggiamo, scusate, un documento proposto da Donald Wagner, il reverendo Donald Wagner, un pastore protestante presbiteriano e docente dell’Università di Chicago, che ha tracciato la storia del sionismo cristiano.

Wagner ci spiega che gli inglesi sono sempre stati affascinati dall’idea di essere un popolo eletto e di aver reddito il ruolo degli ebrei originali. Infatti già nel 735 alcuni testi della chiesa inglese riportavano l’idea che la resistenza, le varie invasioni che arrivavano dal nord in Inghilterra dimostravano che gli inglesi erano il popolo eletto perché dovevano difendere la loro terra così come avevano fatto gli ebrei e perciò erano la nuova Sion, l’evoluzione del popolo che avrebbe salvato il mondo e che doveva difendere con la spada e con qualsiasi arma disponibile la terra che era stata loro promessa.

Ma le prime tracce ufficiali di sionismo risalgono comunque al 1585 quando il ministro di culto anglicano britannico Thomas Brightman scrisse la monografia Apocalypse Apocalypseos, quindi parliamo di apocalisse già nel 1595, dove incitava gli inglesi a sostenere il ritorno degli ebrei in Palestina per accelerare gli eventi che avrebbero portato al ritorno di Cristo. Qui arriviamo appunto all’idea di accelerare le profezie, di fare il lavoro di Dio, di sostituirsi a Dio nel ruolo di generare la fine del mondo perché così se c’è la fine del mondo ad un punto deve arrivare, deve tornare Cristo perché è costretto a tornare. E nel 1821, quindi non molti anni dopo, troviamo un importante membro del parlamento inglese Henry Finch, che dichiarava ufficialmente che gli ebrei sarebbero dovuti tornare nella loro terra che avevano ereditato e dove avrebbero vissuto per sempre.

Poi sappiamo che il 1700 fu un anno di grandi stravolgimenti, ci fu la rivoluzione francese, ci fu la rivoluzione americana, ci furono molti eventi che sconquassarono l’Europa e portarono gli europei in generale a pensare che forse la fine del mondo potesse essere prossima. Quindi magari era vero che si era prossimi al secondo avvento di Cristo e questo favorì perciò la nascita di una serie di autori e predicatori cristiani, prevalentemente protestanti, che cominciarono ad interrogarsi appunto sulla fine del mondo, dal 1800 al 1810. E proprio in quel periodo troviamo un prelato anglicano Louis Vey, che insegnava che fosse necessario di nuovo che gli ebrei tornassero in Palestina come primo passo per l’avvento dell’era del Messia, con la seconda venuta di Cristo.

Sulla sua scena arrivarono diversi altri predicatori, diversi altri teologi improvvisati, il più importante dei quali fu un teologo anglo-irlandese John Nelson Darby, che era un prete renegato, che nel 1820 propose la dottrina della rapture, in inglese, che vuol dire l’ascesa al cielo prima dell’apocalisse. In pratica lui prometteva a chiunque lo seguisse e seguisse la sua dottrina che sarebbe stato salvato e portato direttamente in cielo prima che l’apocalisse si sviluppasse. Tra l’altro apocalisse, se ho capito bene, significa rivelazione, quindi il momento in cui anche chi non ha creduto in Dio improvvisamente si deve ricredere, deve dire “ok, Dio esiste, Cristo è tornato”.

Però è seguita naturalmente dalla tribolazione, quindi da tutta una serie di sciagure che affliggono la terra e distruggono coloro che non hanno creduto, coloro miscredenti, secondo il concetto appunto della rapture. Quindi la rapture consisteva in questo, se tu eri un seguace di Darby, saresti stato portato direttamente in paradiso, avevi l’ascensore preferenziale verso il paradiso, prima che arrivasse la distruzione sulla terra e una volta che tu fossi arrivato in paradiso la terra sarebbe stata ripulita da tutti gli altri e poi potevi tornare sulla terra per un periodo di regno da parte di Cristo di mille anni. Quindi il famoso concetto millenario che troviamo anche in altri contesti, per esempio dai nazisti e c’è un parallelo molto importante qui, però non lo faremo in questo contesto perché non c’è tempo e non è opportuno.

Dai Plymouth Brethren al dispensazionalismo

Questa idea di Darby prevedeva appunto che lo stato di Israele venisse assolutamente ripristinato. Perché questo? Perché era necessario che gli ebrei si convertissero e potevano convertirsi soltanto se fossero tornati nella loro nazione originale e nel momento in cui fosse arrivato Cristo per la seconda volta gli ebrei avrebbero dovuto ricredersi e capire che lui era il vero messia e perciò convertirsi all’istante e se non si fossero convertiti sarebbero stati uccisi semplicemente. Questa è un pochino l’idea. Darby a sua volta si ispirava a un movimento che si chiamava il “Plymouth Brethren”, un movimento religioso di matrice irlandese poi diffusisi in Inghilterra che rifiutava qualsiasi forma di organizzazione ecclesiastica, vale a dire non volevano far parte di nessuna chiesa, non volevano nessun tipo di organizzazione gerarchica, nessun ordine, era l’anarchia completa in termini religiosi, che se vogliamo assomigliava abbastanza a se ricordata l’impostazione dei puritani che rifiutavano il papa, rifiutavano l’autorità papale, rifiutavano anche l’autorità anglicana che si stava formando in Inghilterra e quindi volevano muoversi per i fatti propri.

Vi ricordo di nuovo che anche i puritani volevano impostare, avevano deciso di impostare un’economia di tipo comunista in America. Ora, i Plymouth Brethren erano appunto assestanti, ma col tempo si sono poi iniettati, inseriti in altre organizzazioni protestanti, diventandone parte in qualche maniera. Darby scrisse per 60 anni e diffuse la sua dottrina in Inghilterra e Nord America, dove venne diverse volte, venne 6 volte a fare proselitismo e divenne un predicatore molto molto popolare. Quindi la storia dei sionisti che era cominciata con i puritani americani vide un grande sviluppo con Darby che la rese popolare all’interno sia della classe benestante americana sia della classe benestante inglese e diffuse quella che era la sua idea di dispensazionalismo.

Allora, Darby divideva la storia umana in diverse sezioni, in diverse dispensazioni. In ciascuna di queste dispensazioni Dio aveva impartito all’uomo determinate grazie e istituito le istituzioni molto specifiche, vale a dire si era comportato in modo diverso rispetto all’uomo in queste varie fasi. E Darby, di nuovo, riteneva che Dio avesse predisposto delle sorti diverse, sia per i cristiani che per gli ebrei. I cristiani sarebbero stati liberati dalla terra, portati, rapiti e riportati in paradiso direttamente e sarebbe iniziato tutto questo con la costruzione del terzo tempio di Israele sul monte di Gerusalemme. Quindi il monte del tempio di Gerusalemme, come vedremo tra poco, è una località importantissima e noterete che questi particolari personaggi che sono mentalmente disturbati tendono a bloccarsi su determinate località e su determinati concetti che sono profondamente sbagliati.

Ma questa è la situazione in cui ci troviamo e non è una novità nella storia dell’uomo. Oggi ci troviamo con questa variante che ha assunto questa forma particolare e che è particolarmente pericolosa per i motivi che abbiamo già visto e che magari vedremo ancora. Quindi, diverse dispensazioni. La prima dispensazione era l’epoca dell’innocenza fino al diluvio universale, poi il mondo presente in cui viviamo diviso nell’epoca degli ebrei e poi l’epoca del Vangelo che si concluda nel raccolto e nell’ardivo ritorno del Messia e poi l’epoca del Messia che porta Cristo sulla terra per mille anni con un nuovo regno terrestre di Cristo. Allora, giusto per citare una visione di questo tipo di impostazione teologica piuttosto strana, ho recuperato il parere di un sacerdote cattolico che ha esaminato questa cosa dal punto di vista della Chiesa Cattolica. Abbiamo visto prima un pastore protestante e ora vediamo dal punto di vista cattolico. Allora, la Chiesa Cattolica, dove l’ho capito, riconosce il fatto che Dio abbia trattato gli uomini in modi diversi nel corso della storia e che ci siano diverse dispensazioni.

Vuole dire che il Dio descritto nella Bibbia sia molto diverso da quello descritto nel Vangelo. Del resto basta leggere i testi e ce ne si rende conto. Tuttavia ritiene che l’arrivo di Cristo sia il vero arrivo del Messia, e questo credo che lo sappiamo abbastanza bene, e che da quel punto in avanti non esiste più un popolo eletto. Quindi, con l’arrivo del Messia tutti i popoli hanno diritto ad andare nel regno di Dio e quindi a convertirsi e a diventare figli di Dio, se vogliamo. Questo concetto è fondamentale. In effetti, credo che lo stesso termine cattolico voglia dire che abbraccia tutti.

Perché laddove prima bisognava appartenere ad un certo popolo e poter arrivare alla salvezza, ora puoi essere di qualsiasi popolo, non c’è problema. E questo tipo di concetto prevede anche la conversione degli stessi ebrei, voglia dire che gli ebrei possono, se vogliono, convertirsi e diventare cristiani. Invece, dal punto di vista della teologia di Darby, il dispensazionalismo, prevede che gli ebrei restino ebrei assolutamente, che non vengono assolutamente convertiti.

Dovranno convertirsi soltanto quando vedranno il Messia che ritorna, solo in quel momento, e se non si convertiranno verranno uccisi. Quindi, è sostanzialmente una teologia fortemente antisemita, se ci ragionate sopra. Oltre che decisamente eretica, per tutta una serie di ovvie considerazioni, credo. E anche lo stesso idea del regime millenario dopo l’Apocalisse, il regime millenario di Cristo dopo l’Apocalisse, è un concetto eretico, perché in realtà quello che ci viene detto è che il Regno di Cristo non sarà terreno. E il Terzo Tempio di Israele, dal punto di vista della Chiesa, è la Chiesa stessa. Quindi non c’è bisogno di edificare un nuovo edificio e aspettare che torni Cristo, perché Cristo è già venuto e il Tempio è la Chiesa medesima.

Quindi non c’è bisogno di avere un edificio per avere il Tempio. E questo, tra l’altro, è lo stesso punto di vista condiviso dai rabbini ortodossi, ebrei, che dicono che appunto il Tempio di Israele è qualcosa di interiore. Non è un edificio che debba essere costruito, tra l’altro in un posto dove non puoi costruirlo, se non facendo una guerra che porta alla fine del mondo. Bensì è una costruzione interiore, è una costruzione dello spirito. Questo per farvi capire l’enorme distanza tra il sionismo e la religione ebraica, oltre che la religione cristiana. E qui di nuovo stiamo parlando di sionismo cristiano. Non stiamo affrontando la componente ebraica, la potremo affrontare in un secondo momento.

Quello che oggi stiamo vedendo è che comunque si tratta di una teologia originalmente, più che una teologia, di una dottrina originalmente di matrice deviante cristiana protestante, ritornata deviante dagli stessi protestanti, e che è stata costruita da queste idee piuttosto bizzarre da questo personaggio che l’ha diffusa e che ha trovato tutta una serie di seguaci che erano pronti a seguirla. Non esiste nessuna base teologica per questo tipo di impostazione, come dimostrato da numerosi esperti sia di studi biblici che di studi teologici in generale.

Ma il successo negli Stati Uniti è stato determinante, ed è stato possibile grazie a un altro personaggio, un controverso teologo di nome Cyrus Scofield, che scrisse una nuova edizione della Bibbia annotata da lui, edizione che si diffusa macchia d’olio negli Stati Uniti e che ha ispirato molti aderenti al movimento dei cristiani evangelici, che è quello che oggi sostiene la causa di Israele in modo preponderante. Infatti, Scofield, grazie alla sua Bibbia che è stata pubblicata nel 1909, ha creato milioni e milioni di cristiani sionisti che sono devoti al 100% alla causa dello Stato di Israele, ancora più di quanto possono essere gli ebrei medesimi. Anche perché, ve lo ricordo, la maggior parte degli ebrei americani non è favorevole al sionismo e anche a livello internazionale non c’è poi tutta questa amicizia nei confronti di quel tipo di impostazione e soltanto all’interno di Israele troviamo una preponderanza, ma per motivi che sono evidenti.

La gente che si è trasferita lì è perché vuole partecipare a quel tipo di progetto, anche se dopo le ultime vicende abbiamo notizie certe di centinaia, forse 300.000 israeliani, cittadini israeliani, molti dei quali di origine americana, sono ritrasferiti negli Stati Uniti oppure sono andati nelle Filippine o in altri posti dove sono benvenuti, lasciando lo Stato di Israele. Ora vediamo la diffusione politica di questo tipo di concetti pseudo religiosi e dobbiamo tornare ad un’opera in Inghilterra dove Lord Shaftsbury, un cristiano evangelico che era estremamente collegato con diversi membri del Parlamento inglese, scrisse un saggio all’inizio del ‘900 dove incoraggiava il ritorno degli ebrei in Palestina e i suoi scritti diedero appunto spunto ai diversi pensatori sionisti ebraici come Max Mordau, Israel Zangwill e lo stesso Theodor Herzl.

Tra l’altro fu proprio il cappellano anglicano di Vienna, William Hechler, che era un dispensazionalista, che contattò Herzl in cui vedeva lo strumento perfetto per realizzare la profezia dei dispensazionalisti. E Hechler organizzò incontri tra Herzl e il sultano ottomano con il Kaiser tedesco che erano entrambi interessati alla Palestina perché gli ottomani erano quelli che la governavano mentre il Kaiser aveva una presenza preponderante in Palestina attraverso una componente importante di ebrei tedeschi che erano già stati inviati su spinta dello stesso Kaiser a colonizzare una parte del terreno e mise in contatto anche Herzl con lo stesso Balfour che nel 1905 era stato introdotto ai concetti sionisti nella sua chiesa, quindi era stato predisposto. L’abbiamo visto menzionato nel video introduttivo e anche nel nostro video precedente. Ma il più sionista di tutti era proprio il primo ministro britannico David Lloyd George che dichiarava personalmente di conoscere molto meglio la geografia della Palestina di quanto non conoscesse quella inglese o quella del Galles, lo stato da cui veniva.

Quindi vediamo che Herzl trovò un terreno molto fertile perché non aveva difficoltà a promuovere l’idea di uno stato di Israele e il concetto del sionismo perché sfondava una porta aperta e lo stesso Herzl, come vi dicevo, non era un uomo di fede, non era un esperto di religione ebraica, era semplicemente un opportunista che voleva creare appunto uno stato di cui fosse promotore, magari mosso anche da nobili sentimenti, non lo sappiamo, però quando gli fu chiesto di definire cosa fosse sionismo e quale fosse lo scopo del suo progetto, l’unica definizione che riuscì a dare fu che era il baluardo contro i nemici degli ebrei, che è una cosa facile da vendere, però presuppone il fatto che gli ebrei abbiano sempre dei nemici e che quindi si crei l’incidente per poter giustificare la soluzione.

Ed è una cosa tipica di questo genere di personaggi, creare il problema e poi proporre la soluzione a quel problema e continuare a creare il problema in modo che la soluzione debba continuare ad esistere. Oggi purtroppo il confronto si è spostato dal fronte laico, che era quello originale di Herzl, a quello religioso, un’evoluzione che vedremo in futuro separatamente perché non c’è tempo per vederla, ma nel video che segue vedremo che c’è anche tra i relatori un ebreo che è sopravvissuto all’Olocausto, ai campi di sterminio, che è diventato cittadino americano e poi si è trasferito in Israele dove ha sempre lottato contro il sionismo.

Quindi quello che dovete capire è che il sionismo trova tra i principali oppositori propri gli ebrei e chi è antisionistica non è antisemita, anzi al contrario, perché il sionismo è la principale teoria antisemista antisemita che sia mai stata concepita. Immaginatevi appunto i dispensationalisti che dicono “gli ebrei non possono essere assolutamente convertiti e devono convertirsi nel momento in cui vedono Dio al momento dell’apocalisse e se non si convertono li ammazziamo tutti”. Direi che più antisemista di così si muore. Ora vi propongo un video che invece ci riporta al tempo presente e ci mostra come l’intero discorso, l’intero scontro si è spostato sulla dimensione religiosa. Eccolo.

Al Aqsa e la Cupola della Roccia

[Narratrice]

Parliamo di uno dei luoghi più sacri del mondo. È una località che compare costantemente nei notiziari.

[Giornalista]

C’è stato un altro esempio di violenza proprio qui, di fronte al complesso di Al-Aqsa. Questo è un sito religioso molto sensibile.

[Giornalista]

Una delle cause del conflitto degli 11 giorni, è stata la visita, al complesso della moschea di Al-Aqsa, del ministro della sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir.

[Narratrice]

Ed è un luogo che dovete comprendere. Se volete capire cosa stia succedendo tra israeliani e palestinesi.

Ecco la città vecchia nella Gerusalemme Est occupata, il luogo in cui l’Islam, l’Ebraismo e il Cristianesimo si intersecano. In questo luogo, ci sono diversi siti che sono sacri per tutte e tre le religioni, incluso questo grande complesso che si erge al di sopra di tutto il resto. Gli ebrei lo chiamano il Monte del Tempio. I musulmani lo chiamano Al-Haram Al-Sharif, che significa il Nobile Santuario, oppure il complesso della Moschea di Al-Aqsa, oppure, a volte, semplicemente Al-Aqsa. Ora, proprio al centro di tutto, c’è la Cupola della Roccia. Si tratta di un santuario islamico dove i musulmani credono che il profeta Maometto sia asceso al cielo. Ed ecco la Moschea di Al-Aqsa. Ha un’enorme edificio di preghiera, che offre spazio per 5.000 fedeli.

[Khaled Elgindy – membro emerito del Middle East Institute di Washington]

La Moschea di Al-Aqsa prende il nome da un riferimento nel Corano che parla di un mistico viaggio notturno che il profeta Maometto fece dalla Mecca fino a una località, che nel corano viene chiamata al-Masjid al-Aqsa, che significa la moschea più lontana. E tale località era generalmente intesa come Gerusalemme. Proprio Gerusalemme è stata il primo luogo verso cui i musulmani si orientavano durante la loro preghiera, e solo in seguito tale località è stata sostituita dalla Mecca.

[Narratrice]

Per questo motivo, il complesso della Moschea di Al-Aqsa è il terzo luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina.

[Narratrice]

Nel cristianesimo, il sito è importante per il suo significato nell’Antico Testamento e perché Gesù vi avrebbe trascorso del tempo. Ed è anche il luogo più sacro dell’ebraismo. È qui che un tempo sorgevano due antichi templi ebraici. Il primo fu distrutto dai Babilonesi, mentre il secondo rimase in piedi per quasi 600 anni fino a quando fu distrutto dai Romani nel primo secolo. E secondo gli insegnamenti ebraici, il monte è il luogo in cui dovrebbe essere costruito un terzo tempio quando il Messia, una figura salvatrice, sarà inviato da Dio.

Ora, per la maggior parte degli ultimi 800 anni, il complesso è stato controllato da governanti musulmani e non era accessibile ai non musulmani. Tradizionalmente, la legge ebraica vieta agli ebrei di entrare o di pregare all’interno del Monte del Tempio perché è considerato un luogo di presenza divina, e sacro al punto di non essere accessibile agli uomini. Così gli ebrei pregano fuori dal complesso, al Muro del Pianto, che si pensa facesse parte del Secondo Tempio.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

Ancora oggi, la stragrande maggioranza dei rabbini ortodossi vi dirà che non è permesso visitare il complesso di Al Aqsa. Ciò significa che nel corso dei millenni, per gli ebrei, il Monte del Tempio è stato un centro di devozione, in attesa della venuta del Messia, ma non c’erano particolari richieste di tipo religioso circa il suo uso. Tutto questo cambiò nel 1967.

[Narratrice]

Fu allora che Israele prese il controllo della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, durante la guerra dei sei giorni tra arabi e israeliani. Ma quando si è trattato di al-Aqsa, gli israeliani si sono attenuti a un accordo che manteneva in carica un’organismo chiamato Waqf. Si tratta di un trust islamico gestito dalla Giordania.

[Tahani Mustafa – Analista della Cisgiordania – International Crisis Group]

La Giordania è incaricata di mantenere il controllo sul complesso stesso, la Moschea di Al-Aqsa, la sua custodia, la sua amministrazione, la sua manutenzione, e decidere chi possa accedere al sito, e chi non possa accedervi per pregare e adorare.

[Narratrice]

E l’intero accordo è avvolto in questa idea nota come status quo. È una frase latina che significa la situazione così com’è ora. Ma in questo contesto, lo status quo si riferisce a come vengono fatte le cose ad Al-Aqsa.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

Lo status quo è molto semplice. I musulmani pregano, i non musulmani visitano, punto e basta. Se dovessi cercare di tradurre questo nella descrizione di una dinamica, la spianata santa, chiamata Haram al-Sharif dagli arabi, e Monte del Tempio dagli ebrei, può essere usata esclusivamente come luogo di culto per i musulmani, che tuttavia è aperto alle visite dignitose e rispettose dei non musulmani, in coordinamento con le disposizioni fornite dalle autorità autonome del WAQF.

[Narratrice]

Questa è per lo meno la teoria. Ciò che accade davvero è ben altra cosa. Perché, ricordiamolo, Israele occupa Gerusalemme Est e ha una forte presenza di sicurezza nella Città Vecchia, anche alle porte del complesso di Al-Aqsa. Quindi, in effetti, è la polizia israeliana, e non i funzionari del Waqf, che alla fine controlla chi entra ed esce. Anche se non è sempre stato così esplicito.

C’è stato un cambiamento nei primi anni 2000, dopo la rivolta palestinese contro l’occupazione israeliana, nota come Seconda Intifada.

[Tahani Mustafa – Analista della Cisgiordania – International Crisis Group]

Dopo allora, abbiamo visto Israele controllare non solo il perimetro del complesso della Moschea di Al-Aqsa, ma anche il complesso stesso, assumendo il controllo della sicurezza, dell’accesso e consentendo a un numero crescente di ebrei di accedere al sito.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

Il cambiamento nella prospettiva israeliana è che gli israeliani non si ritengono più ospiti dei musulmani. Sono loro i padroni di casa, adesso, e vogliono dimostrare di esserlo.

[Narratrice]

Quello che stiamo vedendo è che Israele esercita sempre più controllo e viene accusato sempre più frequentemente di infrangere le convenzioni concordate dello status quo.

[Khaled Elgindy – membro emerito del Middle East Institute di Washington]

In effetti, ci sono molti modi in cui lo status quo è stato violato. Uno dei modi è l’imposizione di restrizioni al praticare le attività di culto musulmane, un limite che l’occupazione israeliana impone abbastanza frequentemente. A volte impone limiti di età, di solito consentendo l’ingresso solo agli uomini di una certa età soprattutto se ritengono che ci possano essere proteste oppure che stia per accadere qualcosa.

[Tahani Mustafa – Analista della Cisgiordania – International Crisis Group]

Stiamo anche assistendo a un aumento della preghiera ebraica, che, seppur in forma silenziosa, sta lentamente diventando molto più evidente.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

C’è la preghiera ebraica. L’ho visto tutti i giorni. Ma al di là di questo, c’è un trionfalismo, un trionfalismo ultranazionalista, che viene percepito come una violazione della sacralità del luogo da parte dei fedeli musulmani e delle persone nel mondo musulmano.

[Narratrice]

Sullo sfondo di tutto questo c’è il crescente potere dei gruppi di estrema destra e degli estremisti religiosi in Israele. Ad esempio, c’è il movimento del Monte del Tempio che esiste da decenni. Riunisce una serie di gruppi che vogliono rovesciare lo status quo.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

Nel corso degli anni, quella frangia è diventata sempre meno periferica. E durante gli anni ’80 e ’90, ha iniziato a diventare una corrente condivisa da una grande porzione della popolazione israeliana. E oggi, non solo non è più una frangia, bensì è arrivata al potere.

[Narratrice]

Quindi ci sono persone come il nuovo ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, che è entrato nel complesso di Al-Aqsa dopo solo pochi giorni dalla sua elezione. Dice che le disposizioni che limitano l’accesso degli ebrei sono razziste.

[Itamar Ben Gvir – Ministro israeliano della sicurezza nazionale]

Il governo di cui sono membro non ammette razzismo e discriminazione, e gli ebrei saliranno sul Monte del Tempio.

[Khaled Elgindy – membro emerito del Middle East Institute di Washington]

Una cosa è avere un’entità non governativa o gruppi di individui singoli che entrino nel complesso della moschea di Al Aqsa, ma quando ci sono ministri che si recano sul posto, la situazione è molto diversa.

[Tahani Mustafa – Analista della Cisgiordania – International Crisis Group]

Stava di fatto affermando ciò che aveva promesso durante la sua campagna elettorale, durante la corsa elettorale, vale a dire che la supremazia ebraica sarebbe stata imposta come sovranità su tutto Israele.

[Narratrice]

Ecco perché quello che ha fatto Ben-Gvir è stato così provocatorio. Molti paesi l’hanno condannato. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha convocato una sessione speciale al riguardo. Perché c’è sempre la paura di quanto velocemente la situazione possa degenerare quando si tratta di Al-Aqsa. Come nei primi anni 2000, quando una visita dell’allora leader dell’opposizione Ariel Sharon scatenò la seconda intifada.

E nel 2021, quando le forze israeliane hanno preso d’assalto la moschea di Al Aqsa durante il Ramadan, tutto è precipitato e ha portato a una guerra israeliana di 11 giorni contro Gaza.

[Daniel Seidemann – sopravvissuto dell’Olocausto – Avvocato e Fondatore di Terrestrial Israel]

Haram al-Sharif è un tema assolutamente esplosivo, ma è ancora di più il detonatore di tale esplosivo. E quando le condizioni climatiche sono quelle giuste, ciò che avviene sul monte può scatenare una gigantesca eruzione di fiamme nell’intera regione.

[Narratrice]

Al-Aqsa è un simbolo estremamente potente. Quindi ciò che vi accade assume una dimensione ancora più grande. E per i palestinesi, è diventato emblematico della loro lotta più ampia, del costante sgretolamento dei loro diritti, della loro terra e della loro identità.

[Khaled Elgindy – membro emerito del Middle East Institute di Washington]

Non siamo arrivati da un giorno all’altro a 700.000 coloni israeliani nei territori occupati. è accadduto casa dopo casa, mattone dopo mattone, strada dopo strada, insediamento dopo insediamento. E questo è ciò che sta accadendo con lo status quo. Viene eroso a poco a poco. Si tratta di un processo lento e frammentario, che la comunità internazionale, in generale, tollera. I governi israeliani non hanno mai affrontato alcun costo reale o alcuna ripercussione per queste azioni. E quindi è proprio l’impunità di cui dispongono, che permette loro di spingersi sempre più in là.

Il massacro delle vacche sacre

Quindi vediamo che ora i conflitti sono spostati di più sul conto religioso, sono radicati su decenni di soprusi, di provocazioni religiose, con una regia comune che manipola sia il governo israeliano, sia il fronte di Hamas e tutti quegli altri che sono coinvolti. Questa regia va cercata in Inghilterra, negli Stati Uniti, dove c’è una forza che puntano a realizzare l’apocalisse. Come vediamo anche nel prossimo video. Quindi nel prossimo video vedremo uno spunto, direi, interessante che ci dimostra come la componente cristiano-sionista sia ancora importantissima. Eccolo.

[Narratrice]

Potrebbe una mucca texana iniziare l’Armagheddon in Medio Oriente nell’aprile 2024? E cosa ha a che fare questo con la guerra di Israele contro Gaza in Palestina? In occasione del centesimo giorno del brutale assalto israeliano a Gaza, il portavoce di Hamas, Abu Obaida, ha pubblicato un video che spiega le motivazioni dietro l’incursione del gruppo in Israele il 7 ottobre. Accanto alla continua occupazione israeliana della Palestina, ha anche menzionato l’introduzione di vacche rosse nei territori palestinesi occupati. Obaida si riferiva ai piani di numerosi gruppi israeliani di destra, che credono che una mucca rossa debba essere sacrificata, affinché gli ebrei possano portare avanti i piani per demolire la moschea di Al-Aqsa, e costruire al suo posto il leggendario Terzo Tempio.

Potrebbe sembrare una teoria del complotto, ma il gruppo israeliano Temple Institute ha già acquistato e importato cinque giovenche Angus rosse dal Texas al costo di 500.000 dollari. Dal 2022 pascolano in un kibbutz nella Cisgiordania occupata, con notizie secondo cui il sacrificio dovrebbe avvenire già nell’aprile 2024. Il sacrificio della giovenca rossa affonda le sue radici nella Torah e nel Talmud, e si ritiene che il rituale sia necessario per purificare gli ebrei in modo che possano pregare nel complesso di Al-Aqsa. Secondo quanto riferito, il sacrificio avrà luogo su un appezzamento di terreno sul Monte degli Ulivi di fronte alla moschea di Al-Aqsa.

La mucca deve essere completamente rossa, compresi gli zoccoli, e deve avere circa tre anni al momento del sacrificio. Dopo il sacrificio, le ceneri della mucca devono essere mescolate con acqua e utilizzate per purificare i sacerdoti ebrei selezionati ed i loro seguaci. Da quando hanno occupato Gerusalemme Est nel 1967, i sionisti di destra hanno a lungo cercato di costruire un terzo tempio al posto della moschea di Al-Aqsa. Sebbene inizialmente fosse l’obiettivo solo di gruppi marginali come il Temple Institute, il piano è stato integrato, negli ultimi anni, dall’azione di gruppi di coloni che prendono regolarmente d’assalto il complesso musulmano e attirano il sostegno di numerosi politici e commentatori.

Le organizzazioni del terzo tempio hanno persino presentato i progetti per la costruzione del tempio e preparato gli ornamenti che conterrà. L’anno scorso, durante il mese di Ramadan, un attivista del Movimento del Tempio è stato arrestato dopo che lui e un gruppo di estremisti ebrei hanno tentato di portare una capra nel complesso di Al-Aqsa per un sacrificio rituale. Gli scavi israeliani decennali sotto la moschea di Al-Aqsa sono stati condannati anche da archeologi internazionali, e denunciati da numerose autorità, che affermano che sono un tentativo di indebolire le fondamenta della moschea, per facilitarne la demolizione.

Se Israele tentasse di demolire la moschea di Al-Aqsa, il terzo luogo più sacro dell’Islam, scatenerebbe l’indignazione in tutto il mondo arabo e musulmano. Tuttavia, anche se questi gruppi ebraici di destra non fossero in grado di procedere con la demolizione, molti temono che il sacrificio stesso possa incoraggiare gli estremisti ebrei ad occupare la moschea e limitare ulteriormente i diritti dei palestinesi di accedere al luogo sacro.

Quindi concludiamo qui questa puntata che è stata già abbastanza lunga e nella prossima vedremo il ruolo della nuova generazione dei cristiani-sionisti e la loro corsa alla Casa Bianca. Quindi che ruolo hanno avuto durante la presidenza Trump, che ruolo potrebbero avere una seconda presidenza Trump e che ruolo comunque stanno avendo anche oggi nella Casa Bianca in generale.

Roberto Mazzoni

Glossario:

Al Aqsa: il terzo sito religioso al mondo per l’Islam. Riunisce la moschea omonima e la Cupola della Roccia, il luogo indicato come punto dio ascesa al cielo di Maometto.

Terzo tempio: la ricostruzione del Tempio ebraico di Gerusalemme che dovrebbe sorgere sulle macerie della moschea Al Aqsa e della Cupola della Roccia.

Monte del Tempio: località geografica in cui si trova Al Aqsa e dove sovrebbe sorgere il nuovo tempo ebraico di Gerusalemme.

Sionismo: movimento politico laico che pone l’irrunciabile necessità di creare uno Stato di Israele riservato ai soli discendenti genetici dei popoli semitici di religione ebraica in terra di Palestina.

Intifada: protesta palestinese per il riconoscimento dei propri diritti.

Dispensazionalismo: teoria religiosa cristiano protestante che è alla base del sionismo cristiano.

Theodor Herzl: ebreo comunista fondatore del sionismo.

Rapture: ascesa al cielo dei giusti cristiani (evangelisti seguaci del dispenzionalismo) prima della seconda venuta del messia seguita dall’apocalisse.

Arthur Balfour: ministro degli esteri britannici che scrisse una lettera formale indirizzata a Lionel Walter Rothschild, secondo barone di Rothschild, per garantire la creazione di uno stato di Israele.

Cisgiornania: area di territori assegnata ai Palestinesi dalle Nazioni Unite, ma occupata illegalmente da Israele.

Striscia di Gaza: piccola area di terreno che si affaccia sul mare che ha accolto negli anni molti Palestinesi che sono sfollati da altre aree ed a cui questo territorio è stato assegnato dalle Nazioni Unite. E’ circondato dagli israeliani che lo hanno sottoposto per decenni ad un regime di assedio permanente, trasformando quest’area nella più grande prigione a cielo aperto sul pianeta.

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