Siamo insieme alla ricerca delle verità e si apre davanti noi un nuovo anno in cui ci proponiamo di trovarla e di capire meglio quello che sta succedendo intorno a noi e quello che possiamo fare per migliorare le nostre condizioni e le condizioni delle persone che ci sono vicine, oltre che potenzialmente cavalcare la grande crisi che stiamo vivendo per coglierne le opportunità e quindi per costruire nuove opportunità di crescita e di speranza e di naturalmente abbondanza. Perché questo sostanzialmente è il nostro obiettivo. Mazzoni News nasce con l’intento fondamentale di documentarci su quello che sta accadendo, prendendo alcuni eventi di attualità e cercando di approfondirli un poco per capire quelle che sono le dinamiche fondamentali che vi siano dietro, ma più che altro fornire un orientamento, conquistare insieme a voi una visione abbastanza chiara del presente per poter creare un futuro migliore.
Questo è l’obiettivo fondamentale e crediamo fondamentalmente che si possa fare. Questo non significa naturalmente che sia sempre facile e non significa necessariamente che non ci saranno opposizioni, anzi, tutt’altro. Sappiamo che il gioco si sta facendo duro e quando il gioco si va duro, dicono qui in America, è il momento in cui i duri cominciano a giocare. Chiaramente intendo per duri le persone che hanno il coraggio di affrontare la novità, perché tutte le novità comportano sorprese incognite e spesso infondono timore nelle persone che le devono affrontare, oltre che la determinazione di mantenere fede ai propri valori fondamentali, quindi non abbandonare i propri valori fondamentali per inseguire qualche soluzione rapida e inusuale, qualche scorciatoia che sembra portarci prima al risultato ma che in realtà non lo fa.
Quindi, per cominciare l’anno nel modo migliore, ho pensato innanzitutto di trasmettervi una bellissima e-mail che mi è arrivata da una delle persone che seguono Mazzoni News e che in qualche modo testimonia nella sua vita il modo in cui lui è riuscito a utilizzare il fatto di essere insieme a noi, di essere parte di questa avventura per migliorare la propria esistenza e anche quella di persone intorno a lui. Tra l’altro nel farlo ci insegna una lezione importante, secondo me, che poi cercherò di decifrare insieme a voi alla fine della lettera che ora vi leggo integralmente. Ho tolto alcuni riferimenti specifici perché ho voluto mantenere la lettera anonima e quindi non è esattamente quella che mi è stata mandata, però l’idea fondamentale, tutti i contenuti fondamentali ci sono. Bene, e quindi ora vado a leggervela.
Ecco il testo dell’email inviata dal nostro lettore.
Carissimo dottor Mazzoni, innanzitutto “grazie”!
Grazie, perché da quel lontano novembre 2020 – quando per puro caso, e per quell’unica volta, ho visto un suo video inoltratomi da un amico – lei ha contribuito a dilatare il mio sguardo sulla realtà passando, in quei tragici mesi, dalla “resistenza” – verso l’infame green pass italiano, la vaccinazione obbligatoria per lavorare, la sedicente pandemia Covid… – al “contrattacco”. O, come dice lei, alla possibilità di “cavalcare l’onda delle opportunità che ogni crisi offre”.
Seguirla, insieme a mia moglie, prima su You tube, poi su Rumble ed infine sulla sua piattaforma è stato sempre come respirare una boccata di ossigeno in un clima sempre più asfissiante e mortifero.
Ossigeno che ci ha fatto sciogliere finalmente gli ormeggi per rilanciare la nostra vita con un di più di ragioni. Quelle che lei ci ha donato col suo lavoro.
Ragioni! Non sostegno psicologico (a cosa mai servirebbe poi?). Ragioni sempre motivate che ci hanno aiutato a guardare, con maggiore chiarezza, la realtà.
La cifra interpretativa di ciò che stavamo – e stiamo attraversando – già c’era. Eccome! Per questo motivo, tante cose che in questi anni ha spiegato, ci sono state subito familiari perché già parte della nostra esperienza.
Ma in quel momento mancava quello slancio verso la realtà che andava abbracciata, compresa con maggior chiarezza. Ed a questo ha contribuito lei. Non solo lei. Ma in modo decisivo: lei.
Non c’è stato solamente questo.
Da una rinnovata chiarezza del presente, che reggeva alla prova della realtà, è nato il desiderio di comunicarlo a tutti gli amici, vecchi ma sopratutto nuovi, conosciuti in quelle circostanze.
Così sono nati gli incontri nella mia casa e poi in casa di altri amici che hanno preso ad esempio quanto avevamo capito sull’onda dello sguardo carico di realismo positivo e non utopistico che si alimentava con lei.
Un esempio di questi incontri è stato nel dicembre 2021 – mi auguro sorrida – su bitcoin…! terzo di una serie di incontri che questo mese giungeranno a quota sette, tutti mossi dallo spirito di capire e far capire una lettura della realtà che aiuti a stare dentro la vita.
Un altro esempio di amicizia in questo periodo è stata quella nata e cresciuta con la dottoressa Silvana De Mari – che in Italia ha curato e guarito tanti malati di Sars-Covid2 – che abbiamo sostenuto nella nascita e nella crescita della sua piattaforma volta a dare una casa a chi non si rispecchiava nella narrazione dominante. Anche qui abbiamo portato lo sguardo che si era affinato con lei.
Queste, ed altre cose belle, non avrebbero avuto la stessa vitalità senza l’amicizia con lei.
Le tralascio perché vengo al motivo vero che mi ha spinto a scriverla e per farlo, debbo per forza dire qualche parola di me.
Pur cosciente di quanto le ho raccontato finora, non ero mai riuscito a scriverle la mia testimonianza.
Mi sono sempre chiesto il “perché”.
Certo le giornate sono sempre tutte molto intense, pienissime, ma era come se mi mancasse qualcosa per farlo.
Ad un certo punto, qualche mese fa, ho capito! Ed ho aspettato di proposito queste settimane per scrivere.
Ho 54 anni e sono un musicista – come veniva inteso nell’antica Grecia – con la cattedra di pianoforte al conservatorio;
sono sposato, sempre con la stessa persona da 22 anni, e sono papà di tre bei figli.
Ma la cosa più importante della mia vita è stata l’adesione mia – e successivamente di mia moglie – al cristianesimo nella forma in cui l’ho conosciuto: né progressista né tradizionalista, semplicemente cattolico, apostolico e, per dirla col sommo poeta “onde Cristo è romano”. Quindi non “Bergogliano”.
L’adesione al cristianesimo è stata ciò che – avevo poco più di vent’anni – mi ha strappato al nichilismo imperante e devastane e mi ha lanciato dentro la realtà così come essa è!
La scoperta del cristianesimo è stata per me uno spalancarsi della ragione umana.
La fede come intelligenza della realtà: altro che salto nel buio!
La compagnia degli amici, che condividevano con me la mia stessa esperienza, come inizio dell’unico ambito umano finalmente degno di questo nome.
Segno, in embrione, di quella che è stata la civiltà cristiana sulle cui vestige, per fortuna, ancora oggi viviamo.
Quando lei, ad un certo punto, ha iniziato a citare costantemente la parolina “verità”, sono rimasto sorpreso e poi incuriosito: chi è questo giornalista che ha il coraggio di usare una simile parola oggi così dimenticata?
Questa curiosità è cresciuta col tempo insieme alla stima per i suoi giudizi – che sentivo in sintonia con i miei – man mano che la seguivo nei video che faceva:
Trump, la posizione sulla libertà di scelta per il vaccino, la libertà economica contro lo statalismo, Bitcoin, kyiosaki, von Hayek…e mi fermo qui.
Sempre c’era – e c’è – un realismo fresco ed equilibrato nei suoi video che mi ridesta, mi attrae perché in ciò che fa sento la corrispondenza tra la sua opera e la Cosa più importante della mia vita: l’avvenimento cristiano.
Ecco: questo è il motivo per cui le scrivo!
E mai avrei immaginato, dentro un passaggio epocale della storia umana come quello che stiamo vivendo, che da una tale lontananza potesse nascere “una nuova vicinanza”.
Una sintonia dall’altro mondo con l’Altro mondo.
Dentro questa sintonia mi sono stupito ad accorgermi che il mio posto è qui dove sono.
Non c’è più, da tempo, il desiderio di scappare.
Anzi!
Il mio posto è qui. E se questo è il mio Destino, lei ha contribuito, con la sua opera, a renderlo chiaro.
Una cosa dell’Altro mondo!
Grazie.
Quindi a parte essere bellissima questa lettera di cui naturalmente ringrazio di nuovo chi me l’ha espedita e l’autore e che testimonia una bellissima testimonianza individuale che racconta una storia, racconta un percorso verso una nuova realtà che è positiva, che è verso la soluzione anziché verso il problema e ci possono essere tante storie, tante verità diverse quindi non il punto fondamentale non è stabilire un modello prefissato, l’importante è che ciascuno cerchi la propria, cerchi di contribuire come ci racconta l’autore della lettera al prossimo quindi che assuma responsabilità. Questo è un po’ il punto chiave direi del 2023, ossia il fatto che l’unico modo in cui possiamo attraversare questa crisi, questa difficoltà in modo efficace è quello di prenderci un po’ di responsabilità per gli altri, per qualcun altro, anche una sola persona, aiutarla a prendere meglio, aiutarla a superare meglio le difficoltà che ha intorno a sé.
Questo perché uno ci mette nella condizione di capire meglio noi stessi la situazione in cui viviamo perché non c’è niente di meglio di dover spiegare a qualcun altro, dover aiutare qualcun altro a superare un problema per capire il problema noi stessi e poi ci mette nella condizione di avviare un meccanismo inverso rispetto a quello che stiamo vedendo ormai in corso da tempo nelle nostre società occidentali e non solo occidentali a dire il vero, dove la responsabilità continua a diminuire, dove ciascuno pensa per sé, dove c’è una spinta estenuante verso il materialismo, verso il risultato immediato, verso la gratificazione istantanea che in realtà lasciano un vuoto e quindi creano ancora più pressione verso tale gratificazione che non viene mai soddisfatta ed è quello che noi ci troviamo oggi a combattere.
Non sono soltanto i grandi poteri, i grandi progetti che possono essere stati predisposti nei nostri confronti, che ci sono e che conosciamo e che continueremo ad esplorare, ma è soprattutto il fatto che una parte importante delle persone con cui viviamo in realtà si è lasciata andare, è finita in un’apatia e si fa trascinare dal flusso convinto ormai che non si possa fare più nulla, non ci sia niente che possa essere modificato, quando in realtà tutto quello che va fatto è incominciare a occuparsi di qualcun altro, prendersi responsabilità di qualcun altro e questo direi che è un po’ il leitmotiv del progetto che io ho sviluppato fin dall’inizio su Mazzoni News e che ha mirato appunto a darvi anche degli strumenti per aiutare voi stessi e gli altri. Penso ad esempio al lavoro che abbiamo fatto sulla propaganda, ho cercato di delineare quelle che sono le tecniche di propaganda che vengono usate dal nemico se vogliamo per manipolare le persone, manipolare l’opinione pubblica e che dobbiamo conoscere bene a fondo per poterle contrastare, non soltanto in noi stessi necessariamente, ma anche e soprattutto negli altri.
Perché così facendo si aumenta la consapevolezza e gli si porta a vedere meglio quello che c’è intorno a loro e più persone si risvegliano come ci siamo detti, grande risveglio famoso, e più si svegliano progressivamente perché non è un risveglio assoluto, non è che una persona si sveglia a quel punto e sveglia, c’è sempre qualcosa in più da scoprire, qualche altra barriera da superare, qualche altro orizzonte da inquadrare, più questo accade su vasta scala, meglio sarà, la situazione più semplice sarà arrivare a una soluzione definitiva, ossia rimettere le cose a posto, ma quello di cui io sono convinto è che non è più fattibile granché pensare a una soluzione dall’alto, arriva il cavaliere sul cavallo bianco e risolve tutto, ma semmai deve essere una soluzione dal basso.
Dall’alto possono esserci contributi importanti, quindi la scelta o il supporto dei politici giusti, delle politiche corrette è importante, se non altro per limitare i danni, ma la crescita di una consapevolezza dal basso è la garanzia migliore per evitare che le persone sbagliate vadano al comando e continuino a fare danni. Ok? E in questo senso quindi voglio introdurre il tema di questo video che ho suddiviso in più parti perché naturalmente è un argomento abbastanza vasto di per sé e non voglio fare video troppo lunghi, anche perché ci tenevo a raccontarvi la testimonianza di questa persona, e anzi chiunque volesse sottoporre altre testimonianze è benvenuto perché, uno, mi fa piacere sapere che sto ottenendo il risultato sperato, per me anzi è quasi più importante di qualsiasi altra cosa, sapere che sono andato nella direzione giusta, naturalmente ringrazio tutti di nuovo sia per il sostegno economico indispensabile, sia per il sostegno in termini di amicizia, però il feedback e il ritorno è sotto forma anche di testimonianze magari più brevi, non è necessario che siano necessariamente dettagliate come in questo caso, fa molto per farmi capire che sono sulla strada corretta.
Se poi qualcuno di voi è disponibile a condividerle con altri ben venga perché credo che sia utile per tutti perché di nuovo questo è un progetto, è un momento che si supera insieme, anche perché ciascuno di noi tante volte si trova di fronte a una barriera di incomprensione, gran parte delle persone, sennò addirittura tutte le persone intorno a noi la pensano diversamente, credono che siamo fuori dal mondo e quindi ci fa sentire spesati, ci fa sentire impotenti, ci fa credere che non sia possibile fare nulla, in realtà non è così perché in ogni caso una presenza costante e determinata alla fine cambia direzione anche delle persone più ostinate se vogliamo, però ci può volere molto tempo, ci vuole un certo ritardo, di conseguenza è bene essere in compagnia di persone che la pensano stesso modo e che hanno lo stesso grado di vitalità, perché anche quello è importante, che quindi siano orientate in modo positivo verso la soluzione.
Perché la soluzione è possibile, non è facile, ma è possibile e richiede di nuovo maggiore responsabilità, sia nella gestione delle proprie cose, quindi essere meno propensi a delegare ad altri le questioni importanti, le questioni per esempio quelle finanziarie, economiche, che determinano poi alla fine il nostro futuro, sia per riuscire a coinvolgere altri in un percorso di crescita insieme.
Bene, allora questo video particolare è, della prima parte, è intitolato “La terza epoca del caos” ed è ispirato a una ricerca che ho condotto faticosamente per capire a livello storico e a livello di vissuto dell’umanità se ci fossero periodi simili a quelli che stiamo vivendo oggi e quali fossero le caratteristiche di questi periodi, quindi quale fosse la dinamica e quale fosse la possibile soluzione, perché è evidente che ci troviamo in una fase dell’uomo, della storia dell’uomo, che è inconsueta, sono troppe cose che non quadrano. Nella storia ci sono stati gli alti e bassi, sono state le crisi, sono stati i conflitti, sono state tante situazioni difficili da affrontare, ma non tutte insieme, come invece vediamo oggi.
Quindi ho cercato di capire quale potrebbe, quale potesse essere il precedente storico, ne ho trovati due che poi ci aiuteranno a capire, il terzo che è quello che stiamo vivendo oggi e oggi vediamo il primo, la prima epoca del caos e per trovarlo bisogna scavare parecchio perché di fatto un fotografo ha un periodo storico di cui non si sa quasi praticamente nulla, stiamo parlando del periodo che va dal 1500 al 1300 a.C., quindi 200 anni in Europa.
Durante quel periodo in Europa non si riesce a riscontrare, salvo con ricerche archeologiche e storiche estremamente dettagliate, estremamente approfondite, non si riesce a ritrovare nessun segno di civiltà, sembra che improvvisamente l’uomo sia scomparso dall’Europa, non c’è traccia di città, non c’è traccia di commercio, vediamo indicazioni di condizioni drammatiche di vita, ad esempio una diffusione su vasta scala della carestia, scarsità di cibo, malattie, pestilenza, in generale una miseria diffusa in uno stato di totale caos e scavando a fondo un caos durato 200 anni, quindi non stiamo parlando di un incidente, non stiamo parlando di un’epidemia per intenderci, che può durare qualche anno, stiamo parlando di 200 anni durante i quali ininterrottamente in Europa non c’è stata nessuna forma tangibile di società organizzata, non era possibile coltivare i campi, non era possibile allevare il bestiame, non era possibile avere nessun tipo di industria organizzata, la gente doveva vivere di quello che trovava, il brigantaggio imperversava ovunque e in generale ciascuno era ridotto a se stesso o alla propria famiglia, al proprio nucleo familiare contro tutti, perché non c’era appunto nessuna neanche parvenza di organizzazione sociale.
Qualsiasi villaggio non riusciva a resistere molto a lungo, veniva distrutto quasi subito o in poco tempo e non esistevano città, non esistevano insediamenti civilizzati, quando invece in altre parti del mondo le troviamo, per esempio andando in Africa, Nord Africa, in Asia, quindi è un’anomalia importante che colpì l’Europa in particolare e che quindi inevitabilmente, anche se noi oggi non l’abbiamo studiata nei nostri libri di storia e non ci viene raccontata, fa parte comunque del nostro vissuto culturale e in modo atavico sentiamo che in quel periodo c’è stato un problema molto grave e ce lo portiamo come parte del nostro bagaglio. Bene, cosa accadde? Accade che arrivarono le orde dei tartari dalla Russia e arrivarono dalle steppe della Russia e dell’Asia e arrivarono con un’arma che era invincibile all’epoca, ossia il cavaliere armato di sciabola.
Il cavaliere armato di sciabola in quel periodo non poteva essere fermato, dovunque andasse seminava morte e distruzione e poteva essere affrontato eventualmente da altri cavalieri armati di altre sciabole che tuttavia potevano combatterlo ma non fermarlo in modo definitivo anche perché, come poi abbiamo scoperto nella strategia militare, nella tattica militare più recente, la cavalleria così come l’aviazione ad esempio sono mezzi puramente d’attacco, 100% d’attacco, quindi servono per penetrare le difese del nemico ma non possono ottenere la posizione.
Una volta finito l’attacco si devono ritirare, se non subentra la fanteria che tiene testa all’avversario il terreno viene perso di nuovo, viene perduto di nuovo. Quindi abbiamo avuto durante tutto quel periodo di 200 anni questi cavalieri e altri che li imitavano, che imperversavano, saccheggiavano, uccidevano, trucidavano e in generale seminavano la distruzione completa e provenivano appunto delle steppe della Russia. Quindi questo in qualche modo evoca una certa immagine di timore e paura, se vogliamo, atavica nei confronti di ciò che viene dalla Russia, che possiamo vedere echeggiare oggi e che magari si riscontra e può giustificare anche alcune delle reazioni chiaramente irrazionali che abbiamo visto da parte dei governi occidentali nei confronti della situazione della crisi ucraina, come potete ben capire.
E tra l’altro in questo senso la storia russa poi ha ripetuto un po’, ha riecheggiato alcuni di questi componenti, in particolare durante il periodo sovietico dove i sovietici hanno avuto un atteggiamento molto aggressivo nei confronti del resto del mondo, soprattutto predatorio. E non c’è dubbio che con la caduta dell’Unione Sovietica ci sia stato un grosso sforzo da parte di Russia di lasciarsi quel passato alle spalle e non sto dicendo quindi che la Russia moderna abbia quelle caratteristiche necessariamente, però diciamo è un retaggio che in qualche modo si trascinano e che è stato confermato durante il periodo sovietico in modo attestabile, cioè si può vedere nei tempi recenti.
Quindi cosa ha contraddistinto quel periodo particolare dal 1500 al 1300? Il fatto che l’uomo fosse di fronte a un’arma illimitata, quindi un’arma nei confronti della quale non ci fosse nessuna difesa e quando esiste un’arma di quel tipo l’intera struttura sociale si disintegra, non è possibile mantenere uno Stato, non è possibile mantenere un governo, perché lo scopo fondamentale di qualsiasi governo è quello di difendere il territorio e la popolazione relativa. Può essere un governo piccolo come quello di una città, come c’erano le repubbliche in Italia, le repubbliche indipendenti, le repubbliche marinari, il periodo del medioevo, il periodo del rinascimento, oppure può essere uno Stato più organizzato come l’Italia moderna o gli Stati Uniti.
Rimane il fatto che il compito essenziale, fondamentale di qualsiasi governo centrale è quello di difendere il territorio, di difendere la popolazione. Quando il tale governo si trova di fronte a un’arma illimitata che non può essere fermata, che non può essere sconfitta in alcun modo, a quel punto il governo va in pezzi, lentamente o velocemente, a seconda delle situazioni, ma è inevitabile che succeda questo. E le persone tendono a polverizzarsi, la società si disintegra e l’individuo a quel punto pensa solo a se stesso. E qui mi ricollego al discorso iniziale che avevo fatto sulla questione della responsabilità, invece di cercare di riunirsi anche in piccoli gruppi, coinvolgere gli altri e studiare tecniche di difesa, perché questo è quello di cui stiamo parlando, difendersi.
Nel caso specifico di questa prima epoca del caos furono i fenici a porvi termine, vuoi importando magari tecniche che avevano imparato dall’Asia, vuoi importando tecniche che avevano sviluppato loro stessi, non è importanza, però sostanzialmente la prima grande invenzione che permise di innanzitutto arginare queste scorribande fu l’invenzione del muro o della palizzata, ossia creare una difesa fisica che bloccasse la corsa del cavallo e che quindi esponesse il cavaliere al lancio di proiettili dai muri di difesa, dai difensori e perciò permettesse all’interno delle mura, all’interno del castello, poi abbiamo visto in medioevo, successivamente, di difendere le persone che vi risiedevano, vi si erano rifugiate e quindi creare una prima forma di difesa.
La seconda grande invenzione naturalmente fu la picca o le lance di dimensione abbastanza lunga appunto da raggiungere il cavaliere prima che il cavaliere arrivasse a tiro del fante. In tal modo la fanteria ha iniziato a poter sostenere l’attacco della cavalleria, poi abbiamo visto i romani hanno perfezionato questa tecnica con la disposizione dei soldati secondo determinate tecniche di combattimento di questo passo, però già i fenici avevano avviato questa trasformazione e quindi grazie a loro e poi alle varie civiltà che sono seguite dopo l’Europa è tornata alla normalità ed è riuscita a ricostruire una civiltà che poi via via si è evoluta, partendo tuttavia da un vuoto, da un vuoto importante.
Quindi quello che oggi noi ci troviamo di fronte è la necessità di trovare nuove difese, trovare sistemi che permettano di affrontare quello che ci si prospetta in modo da non essere colpiti possibilmente ma anzi di proseguire con la nostra propria vita usando tecniche differenti, approcci diversi. Questo è l’estrema sintesi. Sì bene.
Bene ora veniamo alla seconda epoca del caos. La seconda epoca del caos ci porta intorno all’anno 1000 e ci porta in Asia, in particolare in Persia nella cittadina che oggi si chiama Alamut. In questa cittadina una… bene adesso veniamo alla seconda epoca del caos che ci porta nell’anno 1000 più o meno e che dura 300 anni. In questo caso riguarda l’Asia quindi non è un problema che si è verificato in Europa ma è un problema che si è verificato in Asia. In particolare ha avuto il suo epicentro in Persia, l’attuale Iran, e nella cittadina di Alamut, un castello antico che all’epoca era stato occupato da un filone particolare di una setta musulmana che si dedicava a una pratica molto particolare, ossia si chiamavano gli Ashashin, da cui viene il nome moderno di assassini.
Gli Ashashin prendevano dei giovani e li portavano in questo castello, li drogavano con l’Ashashin, scusatemi, e poi li portavano in questo castello quando erano ancora privi di sensi. Risvegliati in questo castello il giovane si trovava immerso in un fantastico giardino dove scorrevano fiumi di miele e di latte e dove era circondato da numerose vergini, di bellissime vergini, giovani e disponibili, diciamo. E questo giovane restava in questo posto per qualche settimana, dopodiché veniva avvicinato da uno dei membri di questa setta particolare e gli veniva detto che al fine di poter tornare in quello che lui ormai era convinto fosse il paradiso, avrebbe dovuto uccidere un particolare politico, un particolare uomo, un sultano piuttosto che un regnante in una delle tante nazioni dell’Asia su cui gli Ashashin avevano esteso proprio controllo. L’individuo quindi veniva drogato nuovamente, sempre con l’Ashashin, e veniva trasportato in una città, per esempio a Baghdad, con l’incarico di uccidere appunto questo personaggio importante. E naturalmente appena si svegliava la prima cosa che faceva era di provvedere all’incarico, perché il suo più grande desiderio era quello di ricongiungersi al paradiso, ritornare a quello che aveva lasciato.
E se notate dei paralleli con l’attuale terrorismo islamico e anche gli esperimenti di condizionamento mentale tramite droghe condotte dalla CIA, cos’è Mk Ultra, è esattamente corretto, nel senso che lo ritroviamo tra noi ancora oggi questo tipo di modello. Quindi in pratica in tutta l’Asia per 300 anni questo culto, questa setta di appunto assassini, riuscì a governare e a dettare leggi creando disordine, creando caos, perché nulla poteva mantenere una forma organizzata, chiunque poteva essere ucciso e qualsiasi loro richiesta, che era di solito piuttosto corposa, di cibo, vesti, oro, ricchezza di qualsiasi genere, doveva essere consegnata immediatamente. Altrimenti era certo che il governante che avesse rifiutato o il ricco mercante che avesse rifiutato tale richiesta sarebbe morto di lì a poco e questa particolare arma, che era un’arma mentale come potete ben capire, era inarrestabile, perché nessuno sapeva dove fosse questo gruppo che si trovasse in questo particolare castello, nessuno sapeva come funzionasse il meccanismo, si è scoperto solo dopo e di conseguenza di fronte a quest’arma illimitata, che oggi di nuovo vediamo applicata in moltissimi casi ancora, non c’era difesa e quindi la società di nuovo in questo caso nell’ambito asiatico si sfrangiò, cominciò a dissolversi e non ci fu nessun regno stabile per tutti questi 300 anni. In questo caso la soluzione fu casuale, di nuovo delle steppe dell’Asia centrale arrivarono in questa volta i mongoli di Tamerlano che distruggevano qualsiasi cosa trovassero sul loro percorso e distrussero anche questo castello senza neanche rendersi conto di quello che stavano facendo, visto che per loro era uno sport distruggere qualsiasi cosa trovassero sulla loro strada.
Quindi la fonte del caos della prima era distrusse la fonte del caos della seconda era ma in modo involontario, in modo inconsapevole. Tuttavia con la distruzione di questo castello e della relativa pratica degli assassini l’Asia riuscì a ritornare in una condizione di ordine sufficiente da riprendere una vita normale. Quindi vediamo in questi due casi appunto la prima epoca del caos, la seconda epoca del caos, la prima in Europa, la seconda in Asia, che due armi illimitate, di tipo diverso naturalmente, hanno avuto l’effetto di sostanzialmente disperdere completamente qualsiasi forma di civiltà in Europa o di indebolire e frammentare in modo grave qualsiasi forma di governo in Asia.
Bene, oggi veniamo ai tempi moderni. Qual è la terza epoca del caos, quella che stiamo vivendo, è quella che è iniziata nel 1945 col bombardamento di Nagasaki e Hiroshima, le due città giapponesi colpite dalla bomba atomica. La bomba atomica è un’arma su cui, contro cui non c’è nessuna difesa. Nessuno può proteggere il proprio stato da questa bomba, quindi tutti i governi che oggi sono presenti sul pianeta non possono governare, per definizione, perché la loro missione fondamentale è quella di proteggere il territorio, garantire i confini del territorio e garantire l’incolumità dei propri cittadini, cosa che non possono fare, perché un’arma atomica, una bomba atomica, un missile contenente una testata nucleare può distruggere l’intera città o più città contemporaneamente e in più spargere radiazioni su un raggio talmente vasto e per un tempo sufficientemente lungo da eliminare qualsiasi forma di vita o gran parte delle forme di vita.
E purtroppo appunto gli inventori della bomba atomica, che sono stati gli Stati Uniti, tuttavia prendendo a prestito numerosi scienziati, nazisti, i nazisti stavano lavorando sulla bomba atomica prima degli americani, quindi avendo preso a prestito questi vari scienziati, avendo portato a termine questa ricerca senza creare nessuna protezione, nessun antidoto, nessuna barriera che possa impedire l’effetto della bomba atomica e poi usando la bomba atomica hanno dato il via alla terza era del caos. E nella terza era del caos vediamo le caratteristiche delle altre due, ossia i governi centrali che si polverizzano, perdono potere perché non ce l’hanno più, non possono più svolgere la loro funzione fondamentale e al fine di compensare questa perdita costante, questa erosione inarrestabile cercano di centralizzare sempre di più potere le proprie mani in modo spesso dispotico e anche assurdo.
Ma al tempo stesso più concentrano più perdono perché di fatto stanno semplicemente accelerando il processo di frammentazione, di distribuzione e dispersione del potere e delle risorse. La gente fondamentalmente ne è consapevole, benché non ci pensiamo tutti i giorni, a parte negli ultimi mesi che c’è stato riprodotto alla mente con forza durante la guerra in Ucraina, noi sappiamo fondamentalmente che una guerra atomica porterebbe fine a gran parte della vita sul pianeta, forse a tutta, o comunque a gran parte delle forme di vita che oggi conosciamo e di conseguenza la gente non avendo una alternativa tangibile finisce per abbandonare anche quelli che sono i valori morali di fondo perché dicevano “tanto io domani potrei non esserci più quindi perché preoccuparmi, penso solo a me stesso, faccio quello che mi dà piacere, penso che mi dia piacere in questo momento, cerco di raffare il più possibile e poi si vedrà”.
Questa naturalmente non è una situazione di tutti, però vediamo che si diffonde come tendenza, oppure le persone si abbandonano all’uso della droga o altre cose, quindi fondamentalmente c’è questo elemento di erosione, distruzione, dispersione che è stato addirittura acuito negli ultimi mesi della guerra in Ucraina dove abbiamo scoperto per esempio che i russi e i cinesi dispongono di armi nucleari che non solo sono molto più potenti di quelle usate a Nagasaki e Hiroshima, ma sono anche inarrestabili nel senso che laddove ci avevano detto forse che usando altri razzi potevano intercettare le bombe atomiche inviate e quindi ci fosse un qualche tipo di protezione possibile, con i missili appunto supersonici questa protezione non funziona più. E quindi è anche assurdo portare avanti la guerra che c’è in questo momento, se ne dete conto è semplicemente una reazione di impotenza da parte dell’occidente nei confronti di un’arma che a questo punto vede come invincibile e in generale comunque crea caos all’interno anche della stessa Russia perché inevitabilmente dovunque sia presente la bomba atomica e maggiore è la presenza di bombe atomiche in una nazione più ci sarà questo effetto di dispersione. Non è necessario usarle, basta che siano presenti.
Se osservate l’andamento sociale, l’andamento del livello del tenore medio di attività, appunto del livello medio morale di una determinata nazione vedrete che con l’arrivo delle bombe atomiche incomincia a degradare rapidamente e continua a degradare costantemente. Quindi fino a che non troveremo un antidoto anche per queste nuove bombe e anche per le precedenti. Abbiamo visto alla fine degli anni 90, scusate all’inizio degli anni 90, una tendenza verso il disarmo e questo aveva consentito un’espansione significativa in termini economici e anche sociali, cioè una ripresa se vogliamo, anche se non completa, proprio perché c’era la sensazione del fatto che si stesse andando in una direzione corretta, ossia che queste armi che non fanno bene a nessuno, che sono sostanzialmente solo pericolose, potessero essere eliminate del tutto.
Oggi si sta tornando indietro e quindi naturalmente la gente è ancora più preoccupata, anche se non ve lo dice, anche se magari non è neanche completamente consapevole, però è una cosa di cui che sa in fondo al proprio pensiero e che in qualche modo la induce a magari deviare rispetto a quelle che sarebbero le scelte che lei stessa farebbe come persona se fosse più tranquilla, se fosse più serena. Quindi per questo è importante invertire la tendenza, prendersi maggiore responsabilità, creare di più un lavoro di gruppo, perché col gruppo possono ottenere risultati che individualmente non si possono ottenere e soprattutto a questo punto organizzarsi per una società che sia distribuita all’estremo, perché l’effetto della bomba atomica è quello di disperdere, come un’esplosione disperde la società in tanti punti di controllo piccoli, dispersi sul territorio e quindi serve anche una forma di economia distribuita alternativa rispetto a quella che abbiamo oggi, mari parallela probabilmente, però in il caso che si adatti al meglio.
È anche per questo che ho pubblicato recentemente, questo è un periodo estremamente intenso di attività per me devo dire, però per mettere a disposizione vostra qualcosa che poteste intanto assorbire e acquisire, ho messo a disposizione 12 video che avevo prodotto su bitcoin e sull’economia in generale in abito pionieri, alcuni ho aggiunto un altro e probabilmente ne aggiungerò ancora qualcuno, proprio per darvi alcune basi, non tanto perché mi interessi appunto promuovere bitcoin piuttosto che una forma di investimento piuttosto che un’altra, ma per farvi capire che esiste una tecnologia che può essere utilizzata per affrontare come strumento di difesa rispetto a questa polverizzazione che stiamo attraversando e che continuerà, proprio per il fatto che siamo nella terza epoca del caos. Quindi mi auguro che con questa visione che è un po’ inedita se vogliamo e con delle informazioni che sono sicuro non aveste messo insieme precedentemente, vi sia più chiaro quella che è la filosofia fondamentale di Mazzoni News, ossia bisogna essere consapevoli della situazione in cui ci troviamo, una situazione che non è unica nel suo genere ma è straordinaria, ossia il mondo ha già vissuto questa situazione due volte nella sua storia e in qualche modo ne è uscito, quindi ne può uscire anche quest’altra volta. Serve naturalmente il contributo di tutti, qualsiasi sia il loro punto di vista, orientamento personale, convinzioni, l’obiettivo non è cambiare le convinzioni di nessuno, anzi tenetevi care le vostre convinzioni perché vi danno maggiore stabilità.
Il punto è invece coordinare la collaborazione di tanti verso un obiettivo che tutti possono riconoscere come desiderabile, ossia la sopravvivenza del genere umano e la crescita invece che la decrescita delle capacità economiche, individuali, della libertà individuale e soprattutto della felicità individuale, perché poi alla fine è quello che tutti noi vogliamo. Quindi mi auguro che con questo rapido excursus vi abbia dato una visione di quello che intendo fare, torneremo nei prossimi video a occuparci di nuovo un po’ di attualità e di tecnologia per contrastare l’azione di quello che ci viene proposto e vedrò appunto insieme a voi quelli che possono essere i possibili sviluppi sul fronte bitcoin se c’è interesse, mi sembra che c’è un discreto interesse da quello che ho visto in questi giorni quindi se ci interessa ad approfondire anche quel tema.
Roberto Mazzoni