60 giorni di follia – parte 2 – MN #305

Quello che vogliamo stabilire con questa serie di video è possibile che stiamo muovendoci verso un conflitto nucleare tra Nato e Russia. Quali sarebbero le caratteristiche di questo conflitto e a che punto siamo? Per capire un po’ l’evoluzione dovreste vedere il video precedente, la parte 1 di questa miniserie intitolata “60 giorni di follia” perché fornisce delle informazioni che sono utili a capire anche questa seconda parte. Da questa serie di video vorrei che ricavassimo un concetto fondamentale che è l’importanza di comunicare, vale dire fino a che le nazioni sono in comunicazione, anche se c’è un livello di sfiducia elevato, anche se non hanno molte posizioni in comune, anche se la pensano in modo completamente diverso, c’è la possibilità che mediante il dialogo le posizioni si avvicinino e perlomeno si arrivi a un livello di tolleranza reciproca. Non è indispensabile che tutti la pensiamo nello stesso modo e non è indispensabile che tutti viviamo nello stesso modo, ma quello che è indispensabile è che continuiamo a convivere insieme senza distruggere il pianeta su cui viviamo. In questo momento e da diversi anni ormai dall’arrivo della presidenza di Joe Biden, le comunicazioni tra Stati Uniti e Russia sono praticamente nulle.

Di certo non c’è nessuna comunicazione tangibile in senso diplomatico, da un punto di vista politico le comunicazioni sono di messaggi offensivi da parte degli Stati Uniti e minacce da parte della Russia e da quello che sappiamo l’unico punto di contatto che rimane è il Pentagono con militari russi, data la limitazione che c’è in una circostanza di questo genere e data la pericolosità secondo me di lasciare che siano i militari a decidere se dobbiamo o meno andare in guerra. L’ultima volta che ho guardato la Costituzione degli Stati Uniti la gestione delle forze militari era affidata ai civili. Ora purtroppo gli ultimi decenni hanno dimostrato che la gestione dei civili è veramente scadente e che il modello con cui stiamo operando probabilmente non funziona, ma dobbiamo prendere in ogni caso atto che siamo dove siamo e che dobbiamo fare qualcosa riguardo e la prima cosa da fare è comunicare. Comunicare non soltanto tra le nazioni, tra i politici, tra gli ambasciatori, ma anche tra di noi e noi stessi comunicare col problema, quindi comprendere la natura del problema invece di evitarlo perché comprendendolo e gradualmente un po’ per volta coinvolgendo anche gli altri si alza un po’ il livello di responsabilità generale perché soltanto attraverso una pressione dal basso possiamo ottenere un cambiamento e poiché il problema sta diventando serio è il caso che la gente incomincia a svegliarsi anche su questo tema. Torniamo alla questione specifica.

Come avete visto nei video precedenti gli Stati Uniti, l’amministrazione Biden, su pressione del Regno Unito hanno approvato il lancio di missili di lunga gittata in Russia, quindi in territorio russo, missili che possono essere, secondo quelli russi e non c’è nessuna smentita da parte della Casa Bianca piuttosto che del Pentagono, missili che possono essere lanciati soltanto con la partecipazione di personale americano o personale britannico o personale francese e senza la partecipazione diretta degli strumenti di sorveglianza del sistema di spionaggio militare americano che fornisce le coordinate con cui indirizzare il missile o i missili verso i rispettivi obiettivi. Putin a settembre aveva lanciato un ultimatum dicendo che qualora questi missili fossero stati usati per colpire obiettivi in Russia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, qualsiasi nazione avesse autorizzato l’uso di questi missili sarebbe stata di fatto in guerra con la Russia, quindi non sarebbero più stati sostenitori indiretti dell’Ucraina che è oggettivamente in guerra con i russi ma sarebbero stati parte in causa del conflitto.

È successo, questi missili sono stati lanciati, quindi, dal punto di vista russo, tanto gli Stati Uniti quanto la Gran Bretagna quanto la Francia sono in guerra con la Russia. Per il momento la Germania è ancora in posizione intermedia, non ha autorizzato l’uso dei propri missili a lunga citata che si chiamano TORUS, però a febbraio potrebbe cambiare posizione, ci sono dei movimenti politici all’interno del governo tedesco e possiamo aspettarci che alla fine approvino l’uso di questi missili e quindi anche la Germania sarebbe di fatto in condizione di guerra. I russi hanno già dichiarato che si riservano per ciascuno di questi attacchi la possibilità di fare un contrattacco, contrattacco che per il momento imminente sarà solo in territorio ucraino ma che in futuro potrebbe essere anche all’esterno dell’Ucraina, in particolare hanno già indicato alcuni obiettivi primari tra cui la piattaforma Aegis Onshore in Polonia. La piattaforma Aegis Onshore è praticamente la versione terrestre di un sistema di lancio di razzi che può essere anche un sistema di razzi contestato nucleare che tipicamente viene installata su navi della marina militare americana ma che in questo caso sono stati installati a terra all’interno di un’installazione permanente in Polonia. Sappiamo che, credo che ci sia se non sbaglio, una installazione simile a Romania e quindi la Romania sarebbe il secondo obiettivo anche se il governo rumeno sembra con gli ultimi cambiamenti orientato a una posizione di distensione nei confronti della Russia.

Si rende conto che stanno oltrepassando la linea di sicurezza e potrebbero diventare un obiettivo. Un altro obiettivo molto probabile potrebbe essere la Moldova visto che è la base di numerose postazioni di controllo e di coordinamento militare della NATO e che ha un’influenza diretta su quella che è la guerra in Ucraina. Dopodiché da lì si allargherebbero altri obiettivi primari sarebbero sicuramente quelli britannici, non necessariamente in Gran Bretagna, magari in altre postazioni Medio Oriente, Cipro, dovunque possa tornare comodo. I russi hanno chiarito che si riservano la facoltà di colpire ovunque sul pianeta qualsiasi tipo di interesse collegato a queste nazioni e di usare qualsiasi arma a loro disposizione, quindi non soltanto armi convenzionali militari ma anche attacchi informatici, attacchi di tipo finanziario o valutario, qualsiasi tipo di strumento che possa indurre danni significativi alle controparti. Bene, in questa è la condizione in cui ci troviamo oggi e a lato pratico dopo questi primi bombardamenti sappiamo che in Russia hanno distrutto quasi tutte le batterie di missili americani ATACMS che avevano lanciato missili appunto in Russia, uccidendo anche tutti gli operatori di quelle batterie, tra cui molto probabilmente anche il personale americano.

Quindi hanno già fatto un’azione di rappresaglia uccidendo individualmente le persone direttamente coinvolte e hanno già dichiarato che il prossimo obiettivo sarà su centri decisionali, quindi è probabile che colpiscano i punti di raccolta dell’informazione di intelligence che poi forniscono le coordinate per il lancio di questi missili includendo quelli britannici che invece vengono lanciati da aerei in questo momento, sto parlando dei missili Storm Shadow di fabbricazione congiunta francese britannica e degli Scalp che sono invece missili francesi che assomigliano ai Storm Shadow. Quindi credo che i prossimi colpi, i prossimi attacchi saranno appunto su questi centri decisionali. Sappiamo inoltre che i russi hanno sostanzialmente avviato un bombardamento a tappeto incessante dall’inizio di questa situazione di crisi con cui hanno colpito numerose postazioni antiaeree ucraine sia nell’area di Kiev sia nell’area di Odessa che sono le uniche due aree che sono rimaste relativamente protette all’interno del territorio ucraino e che quindi anche ospitavano gran parte dei centri decisionali appunto della NATO e dell’esercito ucraino.

Sappiamo che hanno colpito anche una sede dell’intelligence militare ucraina, il famoso reparto Kraken, uccidendo diversi membri di questa divisione speciale e anche 40, una quarantina di contractor, quindi di fornitori esterni non militari, quindi privati ufficialmente americani, quindi probabilmente stato il personale della CIA. Si stanno quindi preparando a colpire in modo più preciso Kiev, anche nei discorsi di Putin emerge evidente che intende colpire la capitale, si è scusato con la popolazione russa per il fatto che colpisce una città storica per i russi, ma ha anche chiarito che con le nuove armi è possibile concentrare i colpi in aree molto specifiche senza danneggiare il resto della città, senza danneggiare reliquie o monumenti o edifici storici di importanza nazionale o internazionale a cui la cultura russa è particolarmente legata e molto probabilmente la attacco su Odessa prepara un’ulteriore espansione dei conflitti nell’area di Odessa e potenzialmente appunto la Moldova o Moldavia che si trova in quei paraggi. Quindi abbiamo visto che i russi usano questa tattica di distruggere le batterie intere prima di allargare il conflitto in una determinata zona, in modo da poi consentire ai caccia bombardieri russi di portare queste bombe gigantesche con cui sostanzialmente demoliscono, fanno tavola rasa degli edifici che ci sono in una determinata area per poi consentire alla fanteria di arrivare e di occupare il territorio.

Quindi stiamo vicini a un nuovo attacco su Kiev, vedremo cosa succederà, hanno anche distrutto una fabbrica di droni marini nella prossimità di Odessa così perlomeno ci viene riportato e ci aspettiamo da un giorno all’altro un secondo attacco con il nuovo missile Oreshnik già usato a titolo sperimentale nelle città di Dniepro per distruggere una fabbrica militare ucraina dove producevano missili, sviluppavano missili, come ho detto anche nel video precedente, dove sono stati uccisi diversi ucraini e anche diversi tecnici francesi, è quello che ci dicono. Per capire come funziona questo nuovo missile Oreshnik che è una totale innovazione, viene considerato un “game changer” per dire l’americano, ossia un’arma che cambia completamente la compagine militare e pone i russi in netto vantaggio rispetto alla NATO, voglio proporvi un video che spiega uno dei precursori di questo missile, vale a dire il missile ballistico intercontinentale RS-28 Sarmat, anche chiamato così affettuosamente “Satana”, “Satana 2”.

Il Sarmat è un missile di vecchia concezione, quindi l’Oreshnik è decisamente più moderno e usa sistemi più avanzati, sia di propulsione che testati di tipo più avanzato, ma il Sarmat in ogni caso è un missile proposto di recente, è il più potente dei missili intercontinentali balistici nucleari della Russia e quindi credo che sia anche importante capire come funziona perché sarebbe uno dei missili che ci troveremo sulla testa in caso di conflitto nucleare con la federazione russa. In più molti dei concetti che vediamo nel funzionamento del Sarmat, dell’RS-28, si traducono con una evoluzione importante nel funzionamento dell’Oreshnik, quindi ecco il video che spiega come funziona.

Vi presento Satana 2

[Narratore]

Questo è l’RS-28 Sarmat, il missile balistico intercontinentale più potente al mondo e anche quello che ha il più lungo raggio di azione al mondo. Può raggiungere obiettivi in qualsiasi punto della Terra, in meno di 30 minuti. è capace di lanciare da un minimo di 10 ad un massimo di 16 testate nucleari separate, in qualsiasi punto del pianeta. Questo singolo missile ha una resa distruttiva di oltre 50 volte superiore rispetto alla bomba sganciata su Hiroshima, denominata Little Boy. La sua straordinaria velocità è un fattore chiave per la sua efficacia. Oggi approfondiremo il funzionamento di questa potente arma.

Il missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat, noto come Satana 2, è un’arma formidabile nell’arsenale strategico della Russia. È entrato ufficialmente in servizio operativo nel settembre 2023 come il sistema balistico intercontinentale più lungo e più potente che esista al mondo. Il missile è lungo 35,3 metri e ha un diametro di 3 metri. Ed ecco un confronto. Ecco come si confronta rispetto alle dimensioni di un essere umano di media statura. Il missile può essere immagazzinato in silos sotterranei o montato su veicoli mobili, in modo da essere sempre pronto a essere lanciato in un attimo. Ma lanciarlo non è un compito semplice. Si inizia al più alto livello, con il presidente oppure i leader militari che decidono quando lanciare, in base alle esigenze strategiche. Una volta presa questa decisione, un ordine di lancio sicuro viene inviato al centro che supervede il lancio. Questo ordine è crittografato e richiede una verifica.

Al centro di controllo, i militari addetti al lancio ricevono l’ordine e lo verificano utilizzando codici di sicurezza predefiniti. Entrambi i codici devono corrispondere prima che il processo possa procedere. Quindi, le coordinate del bersaglio vengono inserite nel sistema di guida del missile. Questo sistema calcola la migliore traiettoria di volo per raggiungere l’obiettivo. Successivamente, i due militari inseriscono le loro chiavi nella console di lancio e, con un conteggio coordinato, girano le chiavi contemporaneamente, attivando il sistema di lancio vero e proprio. Il sistema esegue un controllo finale di prontezza. Una volta che tutto è a posto, uno dei soldati preme il pulsante di lancio rosso, attivando la sequenza di lancio automatica. Il sistema di guida del missile funziona come il suo cervello. Controlla il movimento del missile, assicurandosi che segua una traiettoria di volo predeterminata, inviando i comandi necessari per guidarlo verso il suo bersaglio.

Questo sistema di guida è fondamentale per il funzionamento del missile. I motori del primo stadio si accendono. Il missile decolla dalla piattaforma di lancio seguendo la traiettoria di volo programmata verso la sua destinazione. In questi momenti iniziali, il missile utilizza motori orientabili per cambiare direzione. Questi motori ruotano, cambiando la direzione della spinta, e consentendo regolazioni precise nella traiettoria del missile. A due minuti dal lancio, il primo stadio del razzo si separa dal resto del missile a un’altitudine di 50 chilometri, raggiungendo velocità di oltre 12.250 chilometri all’ora. Il che corrisponde a Mach 10, vale a dire dieci volte la velocità del suono. Subito dopo, si accende il secondo stadio. Ogni stadio dispone dei propri motori e di serbatoi di carburante separati. A 10 minuti dal lancio, il secondo stadio si separa e si accende il terzo stadio. Durante la fase intermedia del percorso, il terzo stadio spinge il missile a un’altitudine di 1.000 km, navigando a 24.500 km all’ora, vale a dire alla velocità di Mach 20, cioè venti volte la velocità del suono.

I propulsori a gas subentrano per un controllo preciso, rilasciando piccole raffiche di gas per regolare l’orientamento e la traiettoria.

A 30 minuti dal decollo, il missile raggiunge il punto di rientro nell’atmosfera. Il terzo stadio si separa e vengono dispiegati gli MIRV, vale a dire i cosiddetti Multiple Independent Targetable Re-Entry Vehicles, i veicoli di rientro atmosferico con obiettivi indipendenti.

Ciascun MIRV contiene una testata nucleare, un sistema di guida e un’unità di propulsione, ed è programmato per colpire un bersaglio separato e indipendente rispetto agli altri, il che consente a un solo missile di colpire più bersagli contemporaneamente, con una precisione devastante. Nel momento in cui gli MIRV rientrano nell’atmosfera terrestre ad una quota di 100 chilometri, utilizzano sistemi di guida avanzati per effettuare le regolazioni finali, perché vogliono assicurarsi di colpire i bersagli con precisione millimetrica.

All’impatto, le testate esplodono, causando una massiccia distruzione con un’immensa potenza esplosiva.

E con risultati assolutamente catastrofici. L’RS-28 Sarmat, con la sua capacità di sganciare testate nucleari multiple su vaste distanze con notevole precisione, rappresenta uno dei sistemi d’arma nucleari più potenti e complessi.

In un mondo in cui esistono tali armi, è fondamentale capire il potere che detengono e la responsabilità che ne deriva

Come fermare Satana e i suoi fratelli

Come vedete non è proprio il caso di cercare di scatenare un conflitto nucleare con la Russia, il Sarmat è un missile che non può essere intercettato semplicemente data la sua velocità ed è un missile che nel momento in cui arriva a destinazione distrugge un’intraregione. Non ci sono alternative, di conseguenza la NATO sta giocando col fuoco. La NATO ha anche essa i suoi missili nucleari e io ritengo che sia il responsabile sia da parte della NATO sia da parte della Russia sviluppare armi di questo genere, armi che non possono che portare al rischio di estinzione del genere umano sul pianeta e che non rafforzano la posizione delle singole nazioni perché sono armi che non possono essere usate di fatto perché nel momento in cui le usano tutti è finita e sono armi che a tempo stesso creano una fortissima instabilità.

Tuttavia rispetto al Sarmat e al Satana 2, il lancio dell’Oreshnik come concetto è ancora più pericoloso perché si tratta di un’arma a breve gittata quindi mentre il Sarmat o Satana è un’arma intercontinentale quindi impiega se non ricordo male 30 minuti per arrivare sull’obiettivo quindi dà perlomeno la speranza inutile di cercare di intercettarla e comunque consente a quel punto di lanciare un attacco contrario e ci porta quindi all’estinzione generale. L’Oreshnik ha un campo d’azione molto più breve arriva sull’obiettivo molto più in fretta stiamo parlando di 10 minuti 15 minuti magari anche 5 minuti dipende dalle distanze in gioco può coprire un intero continente quindi può raggiungere ovunque in Europa qualsiasi posizione in Europa e crea un livello di instabilità che non era presente da molti anni da decenni nel continente europeo perché a questo punto mette a rischio di totale distruzione qualsiasi nazione in Europa senza possibilità di difesa senza possibilità di preavviso senza possibilità neanche di arrivare a un negoziato per questo motivo la comunicazione la ripresa dei negoziati è fondamentale e per questo motivo con tutti i limiti e con tutte le perplessità e con tutte le preoccupazioni che possiamo avere nei confronti di Donald Trump l’arrivo di Trump alla presidenza se ci arriverà naturalmente offre una svolta fondamentale perché a differenza di Biden e della cricca intorno a Biden Trump è intenzionato a negoziare con i russi per lo meno ad avere un dialogo è ancora incerto quale sarà il risultato di questo dialogo però perlomeno è un grande passo avanti quello che volevo comunque è stato lineare dopo che abbiamo visto questo video e ne vedremo altri nei prossimi nelle prossime puntate.

Perché è anche nostra responsabilità capire meglio come funzionano queste cose e qual è effettivamente il livello di pericolo a cui andiamo incontro comunque il messaggio che ricavo da un video di questo genere è che è nostro interesse costruire di nuovo una cultura di smobilitazione nucleare quindi di riduzione degli armoni nucleari con una riduzione che tenda potenzialmente a zero perché queste armi non sono armi di difesa non ha nessuna motivazione logica e razionale per sviluppare armi di questa potenza e la disponibilità di armi di questo tipo nelle mani di persone che abbiamo visto essere come minimo incompetenti ma più probabilmente criminali se no addirittura pazze è assolutamente una cosa dobbiamo evitare e quindi è una priorità che credo dobbiamo porci come cultura come genere umano per garantire il nostro futuro dei nostri figli il futuro delle generazioni che ci seguiranno e siamo in un momento critico nella storia dell’occidente in particolare anche perché come vedremo magari in altri video in caso di conflitto nucleare l’intero emisfero nord del pianeta verrà distrutto sarà totalmente invivibile.

E forse qualcuno sopravviverà al sud ma è responsabilità di noi che viviamo al nord evitare questo genere di disastro quindi questa è una cosa sicuramente importante vi ripropongo ora una seconda parte dell’intervento fatto da Scott Ritter durante una specie di panel di tavola rotonda organizzata dallo Schiller Institute che ci descrive quelli che sono i livelli di pericolo della situazione in cui noi ci troviamo.

Scott Ritter è stato un ispettore delle nazioni unite durante tutto il periodo di riduzione degli armamenti nucleari a seguito dei vari accordi che hanno stati fatti negli anni 80 tra stati uniti e unione sovietica e poi realizzati soprattutto negli anni 90 conosce benissimo questa realtà conosce benissimo queste armi conosce benissimo i russi conosce benissimo i rischi a cui andiamo incontro perché la sua vita è stata dedicata a questo. È un militare un ex marine degli stati uniti quindi una persona che anche ha una conoscenza diretta della guerra una conoscenza diretta di quelli che sono gli orrori che si possono generare attraverso guerre inutili perciò credo che siano delle persone migliori in questo senso ed è una persona che si è distinta negli anni attraverso la presenza in parlamento negli stati uniti attraverso la presenza su vari canali pubblici per porre rimedio a questa situazione e per, in generale, contenere le guerre inutili o eliminarle del tutto.

Perciò lo ritengo una persona di sopra di ogni sospetto in questo senso lui stesso è stato fatto getto recentemente di un’indagine da parte dell’FBI che lo hanno accusato del collaborazionismo con i russi per il fatto che ha cercato di intavolare un dialogo con i russi come lo stesso ci spiegherà in questo video e la cosa su cui voglio insistere appunto è che se mai arriveremo alla guerra nucleare sarà per colpa dei mainstream media direi che sono i responsabili più importanti che hanno creato un clima di terrore e di blocco mentale sul fatto che si debba parlare con i russi così come avevano fatto con i tedeschi  e i giapponesi in passato, sono proprio stati mainstream media che hanno favorito la costruzione del clima su cui può essere sviluppata la Prima Guerra Mondiale e del clima su cui ha potuto svilupparsi la Seconda Guerra Mondiale.

Hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo del nazismo sono un prodotto del nazismo per molti versi quando guardiamo ai media occidentali provengono dalla stessa matrice culturale come approccio come tecniche di propaganda quindi direi che una delle cose più semplici che possiamo fare per contribuire a diciamo cambiare la direzione estremamente pericolosa nostro pianeta è noi stessi smettere di guardare i mainstream media non ci farà altro che bene e cercare di invitare anche gli altri a fare altrettanto può essere un modo indiretto meno diciamo conflittuale per invitare anche altri a prendersi un certo livello di responsabilità e cominciare a affrontare questo problema di certo farà bene anche agli altri smettere di guardare il telegiornale piuttosto che i giornali quotidiani piuttosto che i vari servizi televisivi dei canali primari. Ci sono tanti altri canali alternativi su Youtube e altrove che, se scelti in modo appropriato, ci danno tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno senza ricorrere ai mainstream media quindi direi di porlo come obiettivo fondamentale essenziale smettere di guardare qualsiasi forma di mainstream media a volte vedo attraverso i vostri commenti che ancora qualcuno guarda mainstream media guarda giornali mainstream o guarda siti relativi ai giornali mainstream non fatelo fa male alla salute fa male alla salute del pianeta è il momento veramente di metterci a dieta ed eliminare le abitudini nocive che sono nocive alla salute.

Ora, in preparazione del prossimo video che vi propongo di Scott Ritter, vediamo alcuni termini che lui usa in modo che siano chiari il primo di questi è il missile Pershing 2 si tratta di un missile balistico nucleare di raggio intermedio sviluppato agli stati uniti e messo in campo dal 1983 e mantenuto attivo fino al 1991. Invece l’Aegis Onshore ne ho già parlato prima è la versione terrestre di una batteria di missili che possono anche essere nucleari che normalmente viene installata su navi della marina americana ma che può anche essere installata a terra infatti si chiama onshore perché la parola significa a terra arriva il booster infine è la parte di un missile che contiene i motori e il carburante necessario per far decollare il missile quindi lanciarlo in orbita e poi metterlo quindi sulla direzione del proprio obiettivo ok quindi fatto questo preambolo ecco il video di Scott Ritter.

Fine dei giochi per l’Occidente

[Moderatrice Schiller Institute]

Ringrazio il professor Starr per il suo intervento, e in realtà vorrei chiedere a Scott Ritter, visto che è un ex ispettore delle Nazioni Unite, se ha una risposta alla presentazione del professor Steve Starr.

Penso che Scott abbia il microfono disattivato.

[Scott Ritter]

Ecco fatto, ora il microfono funziona. Voglio applaudire il professor Starr per aver esposto questo caso in modo succinto e accurato, spassionato, quasi fin troppo spassionato. E la mia non è una critica. È un riflesso della sua professionalità, tranne per il fatto che le persone dovrebbero cambiarsi la biancheria intima per la paura che hanno provato dopo aver ascoltato quello che ha detto. Eppure penso che la sua voce rassicurante ci abbia calmato, facendoci credere che forse questa era solo un’altra presentazione accademica come tante. Ma non lo era. Ci ha invece descritto quella che potrebbe essere l’imminente fine dell’umanità.

E voglio solo rafforzare e sottolineare questo concetto. Oggi, sempre che riusciamo ad arrivare a fine giornata, mi sto preparando a pubblicare un articolo sulla nuova arma russa che è stata usata. Ho intenzione di proporre una mia analisi che descriva più in dettaglio ciò che penso che sia. Non c’è molta letteratura in circolazione, ma se conosceste la storia della progettazione dei missili balistici russi e degli argomenti collegati, sapreste che quest’arma è legata a un’altra arma che i russi stavano sviluppando o, meglio, che i sovietici stavano sviluppando nei primi anni ’80 chiamata Skorost. Ed il missile Skorost, identificato anche con la sigla 15 Z H 66 oppure 15 P 666, era stato sviluppato a tempo di record dall’allora ministro della Difesa Ustinov per rispondere al previsto dispiegamento di missili Pershing 2, da parte degli Stati Uniti, in Germania. I russi avevano molta paura del Pershing 2 perché, una volta lanciato, il Pershing 2 avrebbe impiegato solo sette minuti per colpire Mosca e i russi non erano affatto soddisfatti di tale prospettiva. Di conseguenza, costruirono questo missile, lo Skorost, che era un amalgama di componenti tratti dall’SS-20 Pioneer, dalla versione Mod 3 del Pioneer, un missile balistico con testate multiple, e dall’SS-25, un missile balistico intercontinentale con base di lancio mobile, che era ancora in fase di sviluppo, e dall’SS-27, un altro missile balistico intercontinentale che era top secret ed era ancora in fase di sviluppo. Nessuno sapeva che nemmeno esistesse.

E avevano combinato tutti questi componenti in un missile a due stadi sormontato da testate multiple convenzionali. E stavano per inondare la Cecoslovacchia e la Germania dell’Est con questi sistemi e volevano monitorare su base continua le basi Pershing 2. E nel momento stesso in cui il Pershing 2 fosse stato portato in campo anche solo in una maniera che fosse parsa sospetta, in un modo che fosse sembrato anche solo vagamente sospetto, lo avrebbero eliminato con un attacco preventivo. Questo era l’obiettivo del missile Skorost, eliminare preventivamente le minacce emergenti.

Il sistema era prossimo allo stadio finale di produzione, per la precisione, era già pronto per entrare in produzione nel marzo del 1987. Ma nel dicembre di quello stesso anno, Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov firmarono il Trattato sulle Forze Nucleari Intermedie. Così lo Skorost divenne semplicemente un capitolo della storia, senza mai poter vedere la luce. E dovete capire che, così facendo, anche le persone che stavano sviluppando lo Skorost vennero messe da parte. La gente ha bisogno di capire che c’è stato un tempo in cui parlavamo con i sovietici, continuo a ripeterlo perché la gente deve capire che c’è stato un tempo in cui abbiamo parlato con i russi. Negli ultimi due anni, ho trascorso molto tempo all’ambasciata russa, partecipando alle funzioni e parlando con Anatoly Antonov, l’ambasciatore, e parlando con il general maggiore Bobkin, l’addetto alla difesa, e parlando con i suoi ufficiali e intrattenendo conversazioni molto dettagliate. Quando abbiamo iniziato a parlare, mi sono ricordato che Bobkin era stato in precedenza un uomo delle forze missilistiche strategiche all’interno dell’unità responsabile del SS-25 a Novosibirsk e che l’avevo incontrato quando avevo ispezionato quella base nel 1990. Viviamo veramente in un mondo piccolo.

E Bobkin è stato inviato negli Stati Uniti per aiutare a facilitare i colloqui sul controllo degli armamenti, su come prevenire la crisi in cui ci troviamo.

Anatoly Antonov è invece un esperto nella politica statunitense. Parla correntemente l’inglese ed è stato, ovviamente, l’uomo che ha negoziato il trattato New START, per la riduzione delle armi nucleari, con Rose Gottemoeller. Era pronto a impegnarsi di nuovo per estendere il New START e per prevenire esattamente ciò che sta accadendo. Anatoly Antonov è stato qui per sette anni, e nessuno nel governo degli Stati Uniti gli ha mai parlato. Quando invece è arrivato Bobkin, gli ucraini si sono affrettati a metterlo al bando nel circuito degli Addetti Diplomatici alla Difesa; quindi, nessuno ha mai parlato nemmeno con lui. Se avessero parlato con Bobkin, come ho fatto io, avrebbero avuto un’idea di come le forze missilistiche strategiche si sentissero riguardo al Trattato INF, al Trattato START, al disarmo, a ciò che Gorbaciov aveva fatto loro, e su come ritengono che ciò abbia influito sulla loro sicurezza nazionale.

E avrebbero capito che questi russi erano rimasti molto amareggiati da tutta quella vicenda. Sentivano di esserne stati indeboliti, e di essere pronti a riconquistare l’antica gloria delle forze missilistiche strategiche sovietiche. Se mai aveste studiato la materia anche solo superficialmente, se aveste studiato la storia militare russa, la storia militare sovietica, avreste capito che il presente è sempre molto influenzato dal passato. Di conseguenza, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato sulle Forze Nucleari Intermedie nel 2019, sotto la guida del presidente Trump, Putin aveva commentato che riteneva tale trattato molto importante per prevenire una guerra. E che quindi non avrebbe sviluppato nuovi sistemi a raggio intermedio e avrebbe agito come se il trattato fosse ancora in vigore a condizione che gli Stati Uniti non installassero sistemi missilistici di portata intermedia in Europa. Ma naturalmente, all’inizio di quest’anno, nel corso di un’esercitazione NATO in Danimarca, abbiamo installato forze nucleari intermedie, missili a raggio intermedio, con capacità nucleari sul suolo danese.

E Putin, a quel punto, ha detto, d’accordo, procediamo anche noi con i nostri sviluppi. E il sottoprodotto di tutta questa situazione è il missile che è stato testato l’altro giorno. Ma la gente non capisce cosa sia questo missile. Questo missile è la versione moderna dello Skorost. Vedete, i russi stanno costruendo un missile che può essere messo rapidamente in produzione e che potrà attaccare in modo preventivo le basi Dark Eagle, vale a dire le basi che ospiteranno i nostri missili a raggio intermedio. I russi hanno appena messo in allerta il Mark 41 Aegis Onshore in Polonia, dichiarandolo un bersaglio legittimo. Il missile che lo distruggerà è proprio questo. Guardate com’è fatto. Questo missile non usa un primo stadio di tipo Yars, che è quello utilizzato dal missile Rubezh, vale a dire l’RS-26, da cui questo nuovo missile è derivato. Questo nuovo missile usa un primo stadio di tipo Kedr, il Cedro.

Ora, la maggior parte delle persone non sa cosa sia il Cedro, ma gli ucraini se ne sono appena usciti e hanno detto che, in effetti, è proprio il Cedro. Come fanno a saperlo?

Lo sanno perché hanno i detriti, e sui detriti ci sono i numeri di serie e i numeri di serie mostrano quale fosse il booster. Questo è il booster più moderno che i russi abbiano mai sviluppato. Ha dimensioni simili allo Yars, quindi non cambia la configurazione del sistema, ma sfrutta i principi chimici di un combustibile solido mai visto prima, che consentono al missile di bruciare a velocità variabili, rendendolo impossibile da intercettare. L’altra cosa che fa è che non utilizza gli MIRV tradizionali. Continuo a sentire persone che dicono che questo missile ha usato testate di tipo MIRV. Ma non è affatto così. Non è per nulla un sistema di quel tipo. Si tratta di un nuovo sistema. Il nuovo sistema non usa una piastra che funziona da collettore, per così dire, a cui sono attaccate le testate che si separano dal missile per essere lanciate dalla spinta del missile stesso verso il loro bersaglio su una traiettoria che è quella originale del missile, che ancora si sta muovendo mentre sgancia le testate. Quello che abbiamo in questo caso sono piccoli missili indipendenti che sono in grado di muoversi con propulsione propria. Dunque, il primo stadio fa decollare il missile, il secondo stadio lo porta a destinazione, e poi vengono lanciati questi missili indipendenti. E questi missili, ciascuno di essi, incorpora sei grandi testate indipendenti.

È da qui che deriva il nome Oreshnik, che in russo significa nocciolo perché, se guardate il baccello di noci sul ramo di un nocciòlo, vedete che ha una forma identica alla disposizione di queste testate secondarie che scendono in modo autonomo. Questo missile è stato sviluppato specificamente per eliminare le batterie di missili Dark Eagle. Se date un’occhiata alla disposizione degli elementi sul terreno in un’installazione di batteria Dark Eagle, riconoscerete la posizione del radar, del centro di comando e di comunicazione, dei vari missili, e vi renderete conto che questo nuovo missile russo è stato progettato appositamente per annientare una batteria Dark Eagle. La gente ha continuato a chiedersi dove fossero le esplosioni. Ma questo missile non è concepito per essere altamente esplosivo. È concepito per distruggere con la sola energia cinetica. E queste testate secondarie scendono e colpiscono cineticamente tutto ciò che si trova sul terreno.

Queste testate secondarie scendono a una velocità tale da trasformare una base Aegis Onshore in un buco fumante nel terreno. Questo è ciò per cui questo missile è stato progettato. Putin ci ha appena notificato che dispone di un sistema missilistico convenzionale, progettato per colpire in anticipo qualsiasi cosa la NATO intenda fare alla Russia, e che non c’è alcuna risposta che la NATO possa opporre a questo missile. Non c’è niente che possa fare al riguardo. Questo è letteralmente l’equivalente del lupo capobranco più forte del mondo, che viene a casa vostra, per pisciare su tutte le vostre cose. Questo è ciò che Putin ha appena fatto. E non sarebbe dovuta andare in questo modo. Putin ci ha notificato espressamente che il ritiro americano dal Trattato INF è stato il più grande errore che gli americani abbiano mai commesso.

Perché hanno costretto i russi a sviluppare questa nuova arma. Ed eccoci qui. Non avremmo voluto essere in questa situazione, ma a causa di tutte le provocazioni che abbiamo fatto, i russi ci hanno dato scacco matto. Ed è proprio così. Non credo che l’Occidente si sia reso completamente conto di quello che è appena successo. Per l’Occidente, è finita. L’unica cosa che possiamo fare è scatenare una guerra nucleare. E purtroppo, abbiamo qualcuno che crede che possiamo avere uno scambio nucleare e sopravvivere. Voglio solo far riflettere le persone su cosa significhi questo genere di affermazione. Significa che l’amministrazione Biden è pronta a sacrificare 100 milioni di americani per l’Ucraina. L’amministrazione Biden è pronta a sacrificare 100 milioni di americani in nome dell’Ucraina. è proprio questo che vogliamo?

Quindi voglio ringraziare il professor Starr per la sua fantastica presentazione. ma voglio assicurarmi che tutti capiscano che questa non è una situazione ipotetica. Non potrebbe essere più reale di quanto lo sia già ora. Questo non è un esercizio teorico. Il motivo per cui vi ho spiegato tutto questo, per cui sono entrato nel dettaglio di questo missile è per sottolineare che, a volte, quando le persone parlano di sistemi d’arma si sentono un po’ distaccate dall’argomento. Non si identificano con l’argomento perché è qualcosa che non capiscono. Quindi volevo proporvelo in un modo che mi auguro ci porti tutti a capire cosa sta succedendo, cosa rappresenta, quanto sia reale questo missile e quali siano le conseguenze delle nostre azioni nel costringere la Russia a sviluppare un missile di questo genere, e la situazione impossibile in cui ci troviamo. Perché dovete capire che ci troviamo in una situazione impossibile, in una situazione molto pericolosa. Rivelando questo missile e mostrando la sua volontà di usarlo, Putin ha letteralmente dato all’Occidente due opzioni, capitolare oppure scatenare una guerra nucleare. Dobbiamo cercare un modo per trovare una terza opzione. Dobbiamo trovare una via di uscita che sia intermedia tra questi due estremi. Dobbiamo trovare un modo per comunicare. E questo è un invito che non si rivolge solo a un pubblico americano. Dobbiamo comunicare con i russi. Magari non possiamo farlo direttamente.

A quanto pare, è diventato illegale farlo. Ma possiamo farlo indirettamente. Per esempio, io ne sto parlando con voi. Se c’è un russo che sta ascoltando questo video, lo prego di condividerlo con un altro russo che poi lo condivida con altri russi. E facciamo in modo che questo dannato messaggio arrivi a chi di dovere. Scusate il linguaggio colorito, ma sono molto arrabbiato, perché stiamo per morire. E io avrei voluto trascorrere il Natale con la mia famiglia, avevo grandi progetti per il Natale. E, in questo momento, non credo che avremo un Natale. Ecco quanto è pericolosa questa situazione. Dobbiamo fermarla. Dobbiamo fare tutto il possibile. Dobbiamo comunicare con i nostri concittadini americani. Dobbiamo inviare un segnale a Donald Trump per fargli capire che non può semplicemente starsene seduto e lasciare che questo accada. Sei stato eletto per impedirlo e i tuoi nemici ti stanno scavalcando. Devi fare subito una dichiarazione pubblica.

Ho invitato Trump a venire al comizio, a parlare, a far sentire la sua voce, a radunare il popolo americano intorno a lui. E non sto chiedendo una riedizione del 6 di gennaio, sto chiedendo una nuova edizione del 7 dicembre. È una bella data per farlo, è il giorno dell’attacco a Pearl Harbor. Non sarebbe bello se potessimo effettivamente invertire l’eredità storica di Pearl Harbor e invece di celebrare il 7 dicembre di ogni anno come un giorno in cui i giapponesi ci hanno attaccato, lo celebrassimo come il giorno in cui il popolo americano ha salvato le proprie vite e ha salvato anche il resto del mondo. E dopo averlo fatto il 7 dicembre, il giorno dopo potremo riflettere sul fatto che l’8 dicembre è stata la data in cui hanno firmato il Trattato INF. E forse possiamo iniziare a promuovere di nuovo il controllo degli armamenti e ottenere la firma di un nuovo Trattato INF in modo che questo nuovo missile che i russi hanno sviluppato possa tornare nel mucchio di spazzatura della storia assieme al sistema Dark Eagle. E che, ancora una volta, il buon senso prevalga. Queste armi nucleari a raggio intermedio sono le più destabilizzanti che esistano al mondo, e dobbiamo eliminarle. Non potevo scegliere due date più storicamente rilevanti del 7 e dell’8 dicembre. Dateci una mano a renderle rilevanti. Dateci una mano a ridefinire il significato del 7 dicembre e diamo nuova vita all’8 dicembre. Ancora una volta, grazie, professor Starr.

[Moderatrice Schiller Institute]

Grazie, Scott Ritter. Steve, può parlare, forse voleva dire qualcosa.

[Steve Starr]

Grazie per le gentili parole. Vorrei essere un oratore efficace come Scott. E non intendevo disinformare sugli MIRV. Non avevo capito questo aspetto del nuovo sistema d’arma.

[Scott Ritter] Non ha disinformato. Ho semplicemente passato tutta la notte a studiare la cosa. Sembro stanco perché una volta che vengo coinvolto in una cosa del genere, non riesco a smettere. È quello che facevo nel Corpo dei Marines. È quello che ho fatto in ogni lavoro che ho svolto. Una volta che mi è venuta un’idea, non mi resta che continuare a scavare, scavare e scavare. Ho passato tutta la notte a studiare la cosa. E spero solo che ci sia abbastanza energia nel mio corpo per pubblicarlo perché penso che sia qualcosa che tutti debbano sapere.

La stretta via di uscita

Nel video Ritter parla di Rose Gottemoell che è una donna un diplomatico americano che è servito come vice segretario di stato per il controllo delle armi nucleari del febbraio 2012 al marzo 2014 sotto Barack Obama e poi come vice segretario generale della NATO dall’ottobre del 2016 all’ottobre del 2019 sotto Jens Stoltenberg. Nella parte iniziale della sua carriera questa donna naturalmente ha lavorato come scienziato della Rand Corporation abbiamo visto che la Rand Corporation ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare le strategie militari degli Stati Uniti ed è stata anche membro del Council on Foreign Relations, un’istituzione creata da Hero Feller per pilotare le scelte di politica estera e del Carnegie Endowment for International Peace che naturalmente è un’altra istituzione creata con i fondi lasciati dalla magnate del acciaio Carnegie e che contrariamente a quello che dice il nome naturalmente serve per creare i presupposti per continuare una guerra infinita.

Durante la presidenza Clinton dal 1993 al 1994 è stata membro del Consiglio di Sicurezza con responsabilità specifica sulla Russia e l’Eurasia e si era in particolare occupata della denuclearizzazione dell’Ucraina, del Kazakistan e della Bielorussia quindi conosce molto bene quest’area, è una persona inserita in tutti i circuiti importanti del Deep State che ha un curriculum perfetto per occupare quella posizione e il 19 novembre del 2024 tuttavia ha partecipato a un evento a Chatham House, Chatham House è l’equivalente del Council on Foreign Relations però in Gran Bretagna quindi è un think tank, un’organizzazione nata molto molto tempo fa per coordinare l’attività di guerra e di espansione della guerra a livello globale però in questo caso dal punto di vista britannico ed è un po’ il modello su cui è stato costruito il Council on Foreign Relations. Naturalmente Chatham House è legata ai Rochshild a differenza di Council on Foreign Relations che invece è una creatura di Rockefeller.

Questa signora tuttavia ha pubblicato un articolo su una delle riviste del Deep State insieme all’ambasciatore russo per sottolineare l’importanza di non far decadere il trattato sui missili intercontinentali, il trattato START, New START che vedremo tra poco e anche si è espressa in favore di ripristinare un trattato sui missili a breve raggio, quindi i missili del tipo Oreshnik. Questo trattato sui missili a breve raggio era stato cancellato durante la presidenza Trump su forte pressione di John Bolton che all’epoca era un consigliere per l’assicurazione nazionale di Trump. John Bolton è uno psicopatico, nel senso è il classico campione psicopatico, se volete cercare un psicopatico prendete John Bolton e andate su sicuro. John Bolton è stato preso da Trump su pressione di un grande donatore sionista e ha creato un sacco di danni durante la presidenza Trump, quindi questo è un fattore del cui dobbiamo tenere conto, ne ho parlato anche in passato, perché Trump nella sua prima presidenza ha dimostrato che accettando determinati personaggi ad alto pericolo nella sua presidenza ha compromesso in buona sostanza il risultato della presidenza medesima e se oggi ci troviamo, nella situazione in cui ci troviamo con i russi, anche Trump ha una parte importante di responsabilità avendo cancellato questo trattato proprio perché l’invasione dell’Ucraina mirava a impedire che gli Stati Uniti installassero questi missili a breve gittata nucleari vicino alla Russia e mirava a contrastare la politica di posizionamento di missili di questo tipo prevista dal 2026, se non sbaglio in avanti a partire dalla Germania, che rende l’Europa estremamente instabile ed è sempre questa politica o meglio la cancellazione di questo trattato che, in base a quello che ci dice Putin, ha indotto i russi a costruire lo Oreshnik e a costruire tutta una nuova serie di missili balistici di raggio continentale quindi di portata intermedia che rendono la situazione europea incredibilmente instabile e che aprono la porta a grandi possibilità dello scoppio di un conflitto nucleare anche semplicemente per errore.

L’accordo START che è l’unico contratto, scusatemi, il trattato START, New START per la precisione, quindi New Strategic Arms Reduction Treaty è l’unico trattato ancora in essere per la riduzione degli armoni nucleari tra Stati Uniti e Russia. È stato firmato per la prima volta a Praga nell’aprile 2010 perché è la nuova versione di un procedimento trattato ed è entrato in vigore il 5 febbraio 2011 ed è stato poi rinnovato recentemente quindi è tuttora in azione ed è stato esteso fino al 5 febbraio del 2026. Nonostante ciò la Russia il 21 febbraio 2023 ha sospeso la sua partecipazione a questo trattato quindi il trattato è in essere, prevede una serie di ispezioni reciproche per controllare che non ci sia una proliferazione nucleare, nessuna ispezione è stata fatta, quindi è più un trattato di forma che non di sostanza ed è l’ultimo accordo ancora in essere dei vari trattati di riduzione nucleare firmati ai tempi di Gorbachev e Ronald Reagan.

Quindi siamo passati da una situazione di progressiva stabilità avviata con la fine della guerra fredda che ha permesso la riduzione di missili nucleari a livello internazionale e ha reso illegali questi missili a raggio intermedio, alla situazione in cui invece di nuovo è ripartita la corsa agli armamenti che è una situazione estremamente pericolosa. Trump da parte sua durante la campagna elettorale non ha mai indicato se ha intenzione di rinnovare questo trattato, rimetterli in atto, fare nuovi trattati. Può darsi che non l’abbia inserito perché non era un tema comprensibile dell’americano medio o perché non voleva spendersi il proprio impegno su una cosa che probabilmente sa di non avere grandi possibilità di rinnovare. Di certo qualora si riuscisse ad arrivare a un accordo di pace nei confronti dell’Ucraina, dell’accordo dovrebbe far parte anche perlomeno un principio di accordo sulla riduzione di armi nucleari.

Su questo credo che i russi siano abbastanza fermi perché appunto l’invasione dell’Ucraina, dal loro punto di vista, e in base a quello che ci dicono, e che ci viene confermato da altri esperti di politica internazionale americani, nasce dalla preoccupazione appunto di installazione di questi missili. Missili che ora possono essere distrutti da Oreshnik e il fatto che possano essere distrutti sicuramente manderà la leadership della Nato in frenesia sia per cercare di avere un’escalation immediata nei confronti della Russia, sia per cercare di costruire nuove armi ancora più pericolose. Non è sicuramente quella direzione in cui andare per cui è necessario che le persone sia negli Stati Uniti che in Europa incominciano a abilitarsi per impedire questo tipo di direzione.

Il problema di Trump è che oggi comunque si può muovere limitatamente perché a seguito della campagna falsa di propaganda condotta durante la sua prima presidenza, che è durata tre anni sostanzialmente, cosiddetto “Russiagate”, durante il quale hanno usato accuse fasulle costruite mediante un dossier preparato da un ex agente segreto britannico in cui lui si accusava di aver avuto contatti segreti con i russi e che i russi li avevano aiutato nelle elezioni.

Sulla base di questo, che ha portato anche un impeachment grazie alla collaborazione di diversi infiltrati ucraini all’interno della Casa Bianca, Trump oggi ha le mani legate. Sicuramente non potrà muoversi prima di arrivare alla Casa Bianca e anche dopo essere arrivato alla Casa Bianca dovrà muoversi semplicemente solamente attraverso interposta persona, quindi con dei contatti inizialmente indiretti, dovendo anche affrontare sicuramente una campagna stampa formidabile contro di lui da parte dei mainstream media. Mainstream media che oggi fortunatamente hanno un peso molto inferiore negli Stati Uniti, ma comunque sufficiente per avere un impatto politico o perlomeno per indurre prudenza da parte di Trump.

Poi sulla base di informazioni che stiamo ricevendo dall’interno dell’ambiente di Trump e che vengono poi ritrasmesse da persone che non sono necessariamente allineate con Trump, sembra che sia onestamente intenzionato a porre fine alla questione. Tuttavia non aspettiamoci che la cosa si risolva in poco tempo. Io già a suo tempo e venni deriso per averlo detto, dissi che era improbabile che Trump potesse effettivamente porre fine alla guerra in un giorno, come aveva dichiarato di voler fare. Io direi che in questa direzione conviene tenere presente quello che dice Peter Thiel, uno dei sostenitori di Trump e uno dei principali imprenditori negli Stati Uniti.

Voglio dire, Trump va preso su serio ma mai alla lettera, parla per iperbole, parla sparandole grosse, molto di quello che dice è un’esagerazione, ma di fondo in tutte queste esagerazioni possiamo comprendere quella che è la intenzione reale. Secondo me Trump ha intenzione di porre fine a questo conflitto, non ha gli strumenti per farlo in questo momento, si trova in condizioni svantaggiate su molti fronti, quindi dovrà muoversi molto gradualmente. La cosa migliore che possiamo aspettarci è che Trump riesca arrivare alla Casa Bianca a gennaio e che quindi ponga fine all’escalation, che sarebbe già un grosso passo avanti, in tavoli delle discussioni con i russi, che sarebbe già un altro grande passo avanti, e poi da lì vedere dove si può andare.

Sarà un percorso lungo, sarà un percorso accidentato, nel frattempo i russi non si fermeranno, non hanno motivo di rallentare la propria avanzata e di fatto più avanzano meglio è la loro posizione negoziale alla fine, ed è anche possibile che questa guerra si risolva unicamente tramite mezzi militari, ossia che un accordo diplomatico non sia possibile, ma perlomeno l’obiettivo è quello di evitare un’escalation che porti la situazione ai massimi livelli.

Trump è un realista, quindi si rende conto che oggi l’America ha perso questa guerra, è una guerra che non ha voluto lui, è una guerra che era persa in partenza sotto molti punti di vista, ma che essendo stata persa in maniera così eclatante, con un impegno così profondo da parte della Nato, con un impegno così universale da parte della gran cassa di propaganda che l’ha affiancata, non può che portare conseguenze disastrose per i principali sostenitori della guerra. L’abbiamo visto nell’ultima elezione presidenziale dove Biden è stato letteralmente massacrato e Kamala Harris, pure, l’abbiamo visto nelle varie elezioni in diversi paesi europei dove i governi che hanno sostenuto questa guerra sono stati sostanzialmente spodestati, lo vedremo ancora, la situazione europea è altamente critica e non può che peggiorare e quindi la situazione politica interna sarà sempre più caotica, ma abbiamo anche l’indicazione molto chiara che da Bruxelles, da Londra e da Parigi sono determinate a continuare fino in fondo, fino all’estrema conseguenza e non si fermeranno a meno che qualcuno, per esempio gli Stati Uniti, glielo imponga.

Ma questo non succederà subito, anche perché probabilmente Trump non potrà muoversi attraverso i canali diplomatici abituali, non potrà far leva sugli aspetti politici, potrà solo intervenire sugli aspetti economici, quindi mettendo pressione sull’Europa dal punto di vista economico in modo che si indebolisca al punto da dover cedere rispetto a questa follia di avere a tutti i costi correre verso un conflitto nucleare, tra l’altro con armi che dovrebbero poi essere fornite agli Stati Uniti.

Bene, nel prossimo video che vi propongo vediamo un commento da parte di un altro militare che è il colonnello Davis, che ha una lunga storia come militare nell’esercito degli Stati Uniti, in particolare nella cavalleria meccanizzata, è stato decorato per aver combattuto, se non sbaglio, nella guerra del golfo insieme al colonnello Douglas McGregor. Qui viene intervistato da Fox News che è un canale fortemente a sostegno dell’Ucraina, a sostegno della guerra, lo è sempre stato, è nato appositamente per sostenere le guerre in Iraq e in Afghanistan, perciò non possiamo aspettarci nulla di diverso.

La cosa interessante è che tuttavia in questa intervista cominciamo a vedere emergere anche all’interno di Fox News una posizione più realista, una posizione in cui nonostante vengono ripetute le solite linee di propaganda, incomincia a permeare una certa sanità mentale dove si consente per esempio a Davis, Daniel Davis, di parlare liberamente, cosa che prima non sarebbe stato possibile. Daniel Davis è un senior fellow, vale a dire uno dei fondatori e dei principali esperti presso un nuovo think tank americano che propone appunto realismo sulle questioni della sicurezza nazionale e sulle varie guerre in corso.

Si è speso abbondantemente negli ultimi anni per cercare di porre fine alla guerra in Ucraina, ha mantenuto posizioni coerenti e invariabili, insieme al professor Mearsheimer di cui abbiamo visto una breve intervista sempre su Mazzoni News. Sono andati insieme anche al Council on Foreign Relations mesi fa per sostenere questa tesi, vale a dire che era inutile continuare a costringere l’Ucraina a morire per una guerra che era già persa, sono stati naturalmente contrastati soprattutto da donne esperte in questioni di guerra all’interno del Council on Foreign Relations, però avevano ragione e quindi bisogna riconoscere Daniel Davis che non è un uomo vicino a Trump, non è un uomo vicino ai repubblicani, il merito di essere costante, di aver costantemente avvertito gli americani del fatto che questa guerra è pericolosa, non ha senso continuarla, soprattutto per gli ucraini, e bisogna trovare una conciliazione di tipo diplomatico.

Qui lo ripete e la cosa interessante è che innanzitutto ci spiega qual è la situazione dal suo punto di vista e quali sono le reali potenzialità di Trump, ma soprattutto è importante il fatto che incominci a essere consentito a un messaggio di questo genere di comparire su canali come Fox News. Ecco il video.

Tempi duri per Trump

[Giornalista Fox News]

Vi presento il Tenente Colonnello Daniel Davis, Senior Fellow presso il think tank Defense Priorities e conduttore del canale su Youtube denominato Daniel Davis Deep Dive. Ci dica, è davvero possibile porre fine a una guerra in un solo giorno? Si tratta di un obiettivo molto ambizioso. Riuscirà Donald Trump a farcela?

[Daniel Davis]

In un giorno, può prendere la decisione di porvi fine, al contrario di fare quello che abbiamo fatto sinora che consisteva nel portare avanti la guerra a tempo indeterminato, usando la cosiddetta strategia di sostenere l’Ucraina fino alla fine. Ecco cosa può fare il primo giorno. Può perseguire un obiettivo realizzabile, e cioè cercare una soluzione negoziata alle migliori condizioni che può ottenere per l’Ucraina, il prima possibile. Ma mi è stato detto da uno dei suoi consiglieri di politica estera nel suo staff elettorale che Trump ha ammesso privatamente che è ovvio che la guerra non può essere vinta; quindi, è autodistruttivo continuare a percorrere la strada su cui siamo adesso e fingere il contrario. E ha detto che è fortemente concentrato sul fermare immediatamente questa strage. E penso che, per lo meno, inizierà a cambiare approccio e ad andare in quella direzione il primo giorno, cosa che l’attuale amministrazione avrebbe dovuto fare già anni fa, come ho ripetutamente sostenuto.

[Giornalista Fox News]

Ma dal modo in cui stanno le cose ora, finisce che l’Ucraina perde enormi parti del suo prezioso territorio, non è vero?

[Daniel Davis]

Certo, John, dammi retta, all’interno dell’attuale amministrazione c’è gente che dice che dobbiamo fare una scelta. In realtà, non abbiamo scelta. Questa guerra è militarmente persa. In realtà, già dalla fine del 2022, e anche prima che questa disastrosa offensiva avesse luogo nel 2023, era irrazionale continuare a percorrere una strada che non avrebbe mai potuto avere successo, per ragioni pratiche molto fondamentali. E così ora il presidente Trump si ritrova con le macerie prodotte dalle politiche folli dei suoi predecessori e dovrà cercare di ricavarne qualcosa di buono.

L’idea che fornendo più armi agli ucraini possa aiutarli a cambiare il corso della guerra, non corrisponde alla realtà. La guerra sta andando irrevocabilmente a favore dei russi.

[Giornalista Fox News]

D’accordo, ma allora premiamo la Russia per aver invaso una nazione sovrana, non è vero?

[Daniel Davis]

No, assolutamente no, non stiamo affatto premiando la Russia. Si tratta semplicemente di prendere atto della realtà, perché l’alternativa consiste nel continuare a dire che non vogliamo che i russi vincano e continuare a percorrere questa strada, alla fine della quale non ci saranno più ucraini. Ecco qual è la cruda realtà. Non si tratta di premiare Putin, ma di riconoscere la realtà e di impedire che altri ucraini muoiano inutilmente. Ecco a che punto siamo in questo momento. So che è sgradevole.

[Giornalista Fox News]

Lo è di certo. Vladimir Putin ha lanciato quel missile balistico a raggio intermedio, ha fatto notare che, in futuro, avrebbe potuto mettere una testata atomica su uno di quei missili. Però ha minacciato l’uso di armi nucleari sin dall’inizio del conflitto, ma non vi ha mai fatto ricorso. Pensi davvero che lancerebbe una bomba atomica?

[Daniel Davis]

C’è una differenza tra quello che ha detto qui e quello che ha detto in passato. In passato, ha parlato di quale sia la sua strategia e quale sia la sua dottrina da utilizzare in questi casi. Oggi la situazione è materialmente diversa, perché questa volta, a partire da settembre, ha detto, se gli Stati Uniti consentono l’uso di sistemi d’arma a lungo raggio, ci sarà un cambiamento fondamentale con la partecipazione diretta delle forze occidentali contro i russi.

E si riserva il diritto di prendere le misure appropriate, stando alle sue parole, contro coloro che vi partecipano. E quello che ha dimostrato con questo missile con testate convenzionali, che possono essere convertite in testate nucleari, è che se non gli diamo retta e continuiamo a fare quello che lui non vuole, allora potrà colpire le nostre posizioni. E questo missile ha dimostrato che le nostre capacità di difesa aerea non sono in grado di abbatterlo. Dobbiamo capirlo. E se lui intraprende quell’azione, non c’è davvero nulla che possiamo fare. Quindi non ha senso chiedersi se stia bluffando o meno. E non ha senso continuare a percorrere una strada che potrebbe portare a un’escalation della guerra.

[Giornalista Fox News]

Ma questo non equivale forse a darla vinta a un bullo internazionale?

[Daniel Davis]

No, assolutamente no. Lo sento ripetere in continuazione. E mi fa davvero ribollire il sangue perché, ancora una volta, ciò implica che ci sia un’alternativa e si possa ignorare ciò che ha detto e che si possa continuare a fare quello che vogliamo, senza conseguenze negative. Ma invece stiamo parlando della possibilità di scatenare una guerra nucleare, e dobbiamo rispettare le sue armi nucleari, così come lui deve rispettare le nostre. E il nostro obiettivo è di evitare che si arrivi a una guerra nucleare, invece di cercare di scoprire fin dove possiamo spingerci nella sfida contro Putin. E dal momento che non c’è una via militare per la vittoria, non ha senso cercare di spingere in una direzione che non può avere successo e potrebbe portarci in una guerra atomica.

[Giornalista Fox News]

Tenente Colonnello Daniel Davis, grazie per le tue analisi.

[Daniel Davis]

Grazie a te.

Arriva il momento di abbandonare i mercanti di caos

Come dicevo prima in questo video, un discorso di questo genere fino a poco tempo fa sarebbe stato impossibile sulla televisione americana, quindi ci dimostra che stiamo andando in una direzione corretta e che comunque Trump sta avendo un effetto positivo sul circuito repubblicano in generale e ci dimostra come dice Daniel Davis che siamo sulla strada giusta anche se sarà una strada difficile, anche se sarà una strada lunga molto probabilmente. Uno dei messaggi che continuiamo a sentire dai ministri media è che Putin sta bluffando, è che è inutile prestare attenzione a quello che dice e che dobbiamo semplicemente andare avanti e fare sempre più pressione fino a quando cederà.

Il punto fondamentale è che dal punto di vista russo cedere è impossibile perché vorrebbe dire a quel punto dimostrare di essere deboli e sottostare ai voleri dell’Occidente che vuole frammentare la federazione russa, balcanizzarla, quindi trasformarla in una nuova Jugoslavia, evento che ovviamente il Cremlino non può consentire e che è anche contrario alla cultura russa fondamentalmente. Perciò l’effetto dei ministri media va ridotto e mi ricollego a quello che ho detto all’inizio del video, è indispensabile che noi smettiamo di utilizzarli, io l’ho già fatto da molto tempo, vorrei che tutti voi facessero altrettanto e che tutti voi invitaste chiunque conoscete a fare altrettanto, ossia non seguire le notizie sui telegiornali, sui quotidiani, sui canali di informazione mainstream, RAI o anche Mediaset in Italia o altrove, dovunque siate.

Perché il fatto di seguirli comunque gli dà energia, vi comunque fa passare una parte di propaganda che comunque passa, perché poi dovete fare come se voi andaste in un pantano pensando di uscirne puliti, impossibile, dovete fare poi la doccia, perciò non ha senso. In più se riuscite a convincere altre persone a smettere di usarli ha proprio beneficio perché se smettono di guardarli staranno molto meglio in ogni caso, anche personalmente, fisicamente, spiritualmente e psicologicamente, ottenete l’effetto di ridurre la possibilità che si inneschi la psicosi di massa che è quella che vogliono provocare e perciò state attivamente impedendo che si arrivi all’escalation nucleare, quindi avreste un ruolo importante, determinante e sarebbe un ruolo estremamente efficace che non richiede di convincere gli altri di niente, salvo invitarli, semplicemente dicendo “ma forse è meglio che smettiamo di guardare le cattive notizie”, a smettere di fare qualcosa che comunque è contro loro interesse e indirizzandole magari su fonte diverse che possono essere più interessanti e più veritiere.

Da punto di vista pratico Trump potrebbe anche fallire completamente, le sue possibilità di successo sono limitate e quindi dobbiamo prendere ciascuno di noi la nostra responsabilità, non possiamo aspettare che sia Trump a toglierci le castagne da fuoco anche perché lui stesso ce le ha messe in parte, in passato se vuole toglierle è una buona cosa ma non sappiamo se riuscirà effettivamente a farlo, vuoi perché magari non ha le competenze per farlo, vuoi perché magari non ha reale motivazioni a farlo o vuole perché è circondato da persone che glielo impediscono, quindi ciascuno di noi è responsabile per cambiare la situazione e la situazione si cambia sempre dal basso, non si cambia dall’alto, quindi si comincia a cambiare quando la gente incomincia a cambiare e incomincia a prendersi più responsabilità dell’argomento invece di evitarlo completamente.

Quindi questo è il mio consiglio che posso darvi, naturalmente vedremo un altro video su questo tema che ci permetterà di approfondire il tema da altre angolazioni in modo da essere pienamente informati ed essere pienamente efficaci.

Roberto Mazzoni

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