Complotto contro Trump – parte 5 – MN #296 – questioni di mafia

Faccio un altro video che va a completare una miniserie che avevo iniziato in passato, che riguarda l’attentato su Trump. In questo caso si tratta di un’intervista tenuta da George Gammon, che è un investitore che ha operato in modo abbastanza ampio in ambito mobiliare, che produce contenuti di finanze macroeconomia in generale abbastanza informativi su YouTube e che tiene anche delle riunioni a pagamento per i suoi follower se vogliamo e gli investitori che lavorano con lui per fornire delle prospettive generali sul futuro, sull’andamento del dollaro, dell’economia globale, dell’economia americana e della Federal Reserve con la collaborazione anche di altri speaker e di altri partecipanti in altri aspetti.

Robert Barnes invece che abbiamo visto anche nelle due parti precedenti di questa intervista è un avvocato specializzato in questioni costituzionali e di diritti civili che ha avviato una serie di cause contro la Federal Reserve per portare alla luce documenti riservati che la Federal Reserve finora non ha voluto distribuire a nessuno e che anche è abbastanza vicino al mondo di Trump, ha collaborato con personaggi vicini a Trump e quindi è ben informato sugli eventi oltre a conoscere abbastanza bene la politica americana perché in ragione al suo lavoro di avvocato e soprattutto avvocato impegnato nelle questioni di diritti civili ha visto un po’ di tutto.

Prima di presentarvi però questa parte finale breve dell’intervista che comunque vi propongo oggi, il giorno prima dell’elezione, del giorno delle elezioni ufficiali negli Stati Uniti perché credo che sia interessante che contenga delle informazioni importanti, voglio darvi un po’ un contesto generale ed è perché questa elezione è diversa dalle altre o è simile a un’altra elezione che abbiamo visto un po’ di tempo fa negli Stati Uniti, vale a dire l’elezione del 1968. In quell’anno ci fu una convention del Partito Democratico a Chicago, esattamente nello stesso posto in cui è stata ottenuta quest’anno e all’epoca il candidato alla presidenza era Robert Francis Kennedy, il fratello di John Fitzgerald Kennedy che è stato ucciso precedentemente. Suo figlio, Robert Francis Kennedy Junior, tra l’altro, si è candidato in questa elezione come, inizialmente, come possibile presidente per il Partito Democratico. Il Partito Democratico ha fatto di tutto per impedirgli di partecipare alle primarie per difendere l’opposizione Joe Biden, a che Robert Francis Junior si è staccato dal partito ufficialmente e si è inserito in un contesto di indipendenti, quindi ha cercato di creare un terzo partito e per fare questo ha assorbito tanti piccoli partiti locali che avevano nel tempo ottenuto accesso ai seggi nei singoli stati, appunto grazie a un’opera di attività dei vari membri di questi piccoli partiti oppure attraverso cause legali e altre cose.

Quindi si era posizionato in modo da poter effettivamente competere come terzo candidato alla presidenza, salvo poi, verso il finale, ritirare la propria candidatura e schierarsi insieme a Trump, quindi passare sul campo, nel campo di Donald Trump, quindi del partito repubblicano, pur senza unirsi al partito repubblicano ufficialmente, da quello che so, però con la promessa, qualora venisse eletto Trump, di occuparsi delle questioni di salute, le questioni sanitarie, la riforma del sistema sanitario negli Stati Uniti. Quindi vediamo un parallelo importante, già questo primo, tra l’elezione del 1968 dove Robert Kennedy, il padre di Robert Kennedy Junior, era destinato a essere nominato candidato a presidenziale per il Partito Democratico e probabilmente avrebbe vinto le elezioni, invece fu ucciso a Los Angeles, se non sbaglio, in California, non sono sicuro se fosse Los Angeles, però in California, e quindi questo creò la necessità di avere un avvicendamento inusuale alla vertice del partito, quindi il partito dovette nominare qualcun altro e in quel caso di nuovo avevamo un presidente uscente che non voleva ricandidarsi, un po’ come è successo con Joe Biden, sapevo che in questo caso Joe Biden non l’ha fatto in modo spontaneo.

Allora il presidente uscente era Lyndon Johnson, che era stato vicepresidente di John Kennedy e che era entrato alla presidenza quando John Kennedy era stato ucciso, poi si era riproposto subito dopo allo scadere del termine come presidente, era stato eletto e aveva diritto ad avere un secondo termine perché il periodo in cui era stato presidente dopo la morte di Kennedy non contava, era un periodo parziale ed era subentrato in ragione della morte del presidente, e quindi all’epoca Johnson si dimise perché eravamo all’apice della guerra di Vietnam dove c’era anche una fortissima opposizione da parte di una componente importante del partito democratico, dell’elettorato del partito democratico, e guerra che tra l’altro era stata avviata inizialmente proprio da Kennedy però con l’idea di poi porvi fine perché gli americani erano entrati in Vietnam a sostegno dei francesi che stavano perdendo, ma poi sotto la presidenza Johnson col famoso incidente del Tonchino che era falso, completamente falso, si diede il via a una vera e propria guerra e questa guerra finiva a prosciugare le casse degli Stati Uniti e porre gli Stati Uniti a rischio di default, quindi nella condizione di non poter più far fronte ai propri impegni, non poter più pagare i propri debiti, gli impegni presi nei confronti di terzi. Vi ricordo che in quel periodo gli Stati Uniti erano al centro del sistema monetario internazionale in ragione agli accordi presi a Bretton Woods, una cittadina statunitense, nel 1944, accordi che prevedevano appunto che tutte le nazioni avrebbero fatto perno sul dollaro e il dollaro a sua volta avrebbe fatto perno sull’oro.

Questo prevedeva tuttavia che ci fosse una quantità di dollari proporzionale alla quantità d’oro che era in deposito presso gli Stati Uniti e che gli Stati Uniti conservassero una quantità di dollari, di oro a sufficienza per giustificare quello che era il budget statale, governativo, solo che con la guerra in Vietnam la quantità di dollari prodotti era molto di più e quindi alla fine sono andati decisamente oltre e non potevano più sostenere gli impegni presi in origine e di fatto in quel periodo il sistema Bretton Woods finì e diventò insostenibile e fu proprio ucciso definitivamente da Nixon che fu eletto al posto naturalmente di Robert Kennedy che era stato ucciso e che pose fine al sistema Bretton Woods nel 1971 sganciandolo il dollaro dall’oro e agganciandolo due anni dopo al petrolio grazie all’accordo con l’Arabia Saudita, il famoso petrodollaro che prevedeva il fatto che gli Stati Uniti avrebbero protetto militarmente l’Arabia Saudita e in cambio l’Arabia Saudita avrebbe fornito petrolio unicamente dietro il pagamento in dollari quindi il dollaro era sostenuto dal petrolio non più dall’oro, era sostenuto per così detto oro nero e infatti negli anni 70 abbiamo visto l’importanza del petrolio aumentare drasticamente, il prezzo del petrolio aumentare drasticamente per compensare l’eccessiva spesa che era stata fatta fino a quel momento e per resettare in buona sostanza il sistema.

Non a caso, gli anni 70 sono stati un periodo di grande inflazione se vi ricordate quelli che hanno vissuto quel periodo o comunque quelli che hanno letto di quel periodo. Oggi siamo in un periodo diverso perché il petrodollaro è finito, gli americani hanno scoperto nuove tecniche per produrre il petrolio quindi non hanno più bisogno dell’Arabia Saudita o del Medio Oriente per potersi rifornire, per rifornire anche terzi e non sono più così interessati a fornire una protezione militare in Medio Oriente o essere impegnati in Medio Oriente dopo i fiaschi della guerra in Iraq e tutti i vari pasticci che sono stati in Medio Oriente.

Quindi vediamo che tendenzialmente gli Stati Uniti cercano di uscire da quel contesto, di tenersene alla larga e l’Arabia Saudita sta incominciando a vendere petrolio in valute diverse dal dollaro, da cui la necessità di creare una nuova architettura di pagamento per quelle nazioni che sono fuori dal circuito del dollaro in quanto tale stiamo parlando dei paesi BRICS e che pagano l’Arabia Saudita con la propria valuta ma poi hanno bisogno di fare delle compensazioni. Ora nel caso degli Stati Uniti queste compensazioni avvenivano tramite le missioni di tutore del tesoro americani che di fatto sostituivano l’oro, erano considerati di pari affidabilità di quanto poteva essere l’oro.

Oggi la credibilità del titolo di Stato americano è calata moltissimo e quindi non serve più e sembra che si voglia tornare all’oro o perlomeno usare l’oro per le compensazioni temporanee mentre si trova un altro sistema anche perché parallelamente alla nascita del petrodollaro che serviva più che altro come impianto per fornire una nuova base al valore del dollaro su base internazionale sostituendo l’oro e dando quindi una base di sostegno ai titoli del tesoro americani che sostituivano l’oro e che si basavano sul petrolio. Questa naturalmente è un’architettura progettata dagli americani su spinta della famiglia Rockefeller che aveva nel petrolio grandi interessi e aveva anche nella finanza grandi interessi.

Ma questo tipo di impianto per funzionare aveva bisogno di un impianto gemello vale a dire un sistema che poi facesse circolare il dollaro al di fuori degli Stati Uniti senza dover dipendere dell’intervento della Federal Reserve della banca centrale americana e questo circuito fu creato sempre negli anni 70 in Gran Bretagna e qui vediamo naturalmente l’intervento probabilmente della famiglia Rochelle che centrò nella city di Londra quindi quella parte della città di Londra che è esterna alla Gran Bretagna che è anteriore di nessuno dove nessuno può andare a vedere quello che succede e dove operano una dozzina di banche prevalentemente inglesi. Creò questo sistema che dall’inizio serviva per fornire accesso al dollaro all’Unione Sovietica perché l’Unione Sovietica vendeva prodotti all’Europa piuttosto che al resto del mondo e veniva pagata in dollari ma poi voleva tenere questi dollari a qualche parte non poteva tenerli negli Stati Uniti naturalmente e quindi li depositava nel circuito dell’euro dollaro in Gran Bretagna piuttosto che in Germania piuttosto che in Europa in altri posti.

Il circuito dell’euro dollaro si è espanso enormemente tra gli anni 70 e gli anni 80 dando la vita dando la base fondamentale per quella che è stata la globalizzazione quindi per la crescita della Cina per la crescita di molte altre economie asiatiche e in generale per lo sviluppo di un’economia globalizzata dove le multinazionali potevano espandersi limitatamente perché avevano accesso a quantità sempre maggiori di dollari fuori dalle Stati Uniti di solito provenienti da banche che avevano la sede primaria nelle isole Cayman piuttosto che in altri paradisi fiscali dove quindi potevano operare anche essendo esentasse. Tutto questo ha funzionato a grande, abbiamo visto che il massimo, l’apice della globalizzazione si è raggiunto intorno alla fine degli anni 90, la prima decade del 2000 però già con la crisi del red dot.com, i primi anni del nuovo secolo si vedeva che c’era qualcosa che non andava, dopo di che il sistema si è rotto definitivamente nel 2008 con la grande crisi finanziaria e da lì è stato rabberciato, hanno messo un po’ di cerotti, hanno messo un po’ di nastro adesivo per tenere i pezzi insieme.

Però tutti erano consapevoli del fatto che non funzionasse più e in effetti da quel momento in avanti ha funzionato molto peggio come se voleste un’automobile con quattro cilindri e un cilindro si è bruciato e andate avanti a tre cilindri farà un rumore strano, andrà più piano camminerà ancora, consumerà un sacco d’olio, fregherà un sacco di fumo, non sarà molto efficiente e prima o poi sapete che gli altri tre cilindri si fermeranno magari resterete con due cilindri poi con un cilindro dopodiché sarete fermi e questa è la situazione del sistema dell’euro-dollaro quindi il sistema del petrodollaro va a morire perché non serve più, il sistema dell’euro-dollaro va a morire perché non funziona più e dal 2009 i vari paesi BRICS su spinta anche se vogliamo degli americani e su spinta soprattutto della banca dei regolamenti internazionali che è la banca centrale delle banche centrali e del fondo monetario internazionale che dal 2009 dice ci serve un’alternativa hanno iniziato a sviluppare un sistema alternativo e vedremo cosa combineranno però come vedete siamo di fronte a uno scenario simile quest’anno rispetto a quello che c’era nel 68.

Nel 68 il sistema Bretton Woods moriva e serviva qualcosa di importante un cambiamento radicale che permettesse un reset del sistema quindi passaggio dal dollaro basato sull’oro al dollaro basato sul petrolio e il passaggio da un dollaro centrato sugli stati uniti sotto controllo della riserva a l’euro-dollaro che era un prodotto internazionale fuori dal controllo degli stati uniti o prevalentemente fuori dal controllo degli stati uniti che serviva per alimentare il sistema globalista oggi il globalismo sta finendo negli stati uniti c’è una volontà crescente politica di sganciarsi dalla Cina anche perché il sistema non funziona più le popolazioni non sono più così contente di far parte del sistema globalista come impianto economico era già piuttosto diciamo distorto e ora non è più in grado di proseguire e di conseguenza si cerca di trovare delle soluzioni e perché nel frattempo come si dice the show must go on l’attività deve andare avanti in qualche modo la produttività deve continuare quello che vediamo oggi di simile a 68 che allora c’era la guerra in Vietnam oggi abbiamo a guerra in ucraina allora il presidente uscente e il candidato da lui proposto che era il suo vice guarda caso erano favorevoli entrambe a proseguire la guerra in Vietnam.

Il candidato alternativo Nixon del partito repubblicano era invece favorevole a fermarla finirla e fu eletto in effetti proprio su questa base sulla promessa che avrebbe posto fine alla guerra in Vietnam oggi abbiamo Kamala Harris che è favorevole alla guerra in ucraina proseguire la guerra in ucraina mentre invece abbiamo Trump che vuole finirla e abbiamo questo caso Kennedy che è dalla parte di Trump.

Abbiamo fatto questo rapido discorso perché credo che sia importante visto che naturalmente ogni guerra che noi affrontiamo è sempre una questione di soldi fondamentalmente e tutte le varie guerre sono in qualche modo progettate dai banchieri internazionali che spesso giocano su più campi cioè scommettano su entrambi i fronti perché non vogliono perdere e anche perché vogliono attraverso la crisi la creazione della crisi facilitare dei cambiamenti che altrimenti non sarebbero accettati volentieri se voi dovete fare un passo che non fareste spontaneamente diventa più facile se lo fate con una pistola puntata alla testa con la prospettiva magari una guerra nucleare allora pur di evitare la guerra nucleare accettate qualsiasi cosa giusto e quindi questa è un po’ l’idea fondamentale.

Nel video si parla di una serie di personaggi che sono interessanti perché ci mostrano dei paralleli interessanti il primo è Hunter Thompson che era un giornalista contro cultura di sinistra americano che aveva inventato un nuovo sistema nuovo genere che si chiamava giornalismo gonzo che prevedeva la partecipazione del giornalista stesso come protagonista quindi era un giornalismo spettacolo che era un po’ sul confine della propaganda poco come quello che vediamo oggi. Oggi vediamo i mass media che sono protagonisti della campagna elettorale non sono più semplicemente dei relatori che ci spiegano quello che sta succedendo Norman Mailer era uno scrittore produttore cinematografico anche l’impegnato con Thompson nel nuovo giornalismo di ricerca di una notizia che c’è se spettacolo Pat Buchanan invece era un commentatore politico conservatore consulente speciale di tre presidenti repubblicani Nixon, Gerald Ford e Ronald Reagan.

Il processo il processo Chicago 7 coinvolgeva alcune organizzazioni della protesta contro la guerra del Vietnam che era sfociata nei disordini alla convenzione del partito democratico 68 fu un processo che fece notizia. Hubert Humphrey invece era stato invece vice-presidente di Johnson, che Johnson propose come proprio successore. Quindi anche in quel caso Kennedy che era stato votato durante le primarie era morto, e quindi Johnson propose di nominare il suo vice come candidato alla presidenza.

Un percorso simile a Kamala Harris, con la differenza che in questo caso Biden non ha nominato Kamala Harris volentieri, ma è stato costretto a farlo. George Wallace era invece il governatore dell’Alabama, favorevole alla segregazione razziale e considerato, all’epoca, un populista, si candidò come indipendente. Quindi nell’elezione del 1968 fu il terzo candidato alla presidenza in aggiunta ai due primari, Nixon per i repubblicani e Humphrey per i democratici. Naturalmente rubò un sacco di voti ad Humphrey quindi dal campo democratico e facilitò la vittoria netta di Nixon e potrebbe essere un meccanismo simile, anche se per motivazioni diverse, di quello che oggi vediamo con Robert Kennedy junior che trascina con sé una serie di voti democratici che potrebbero fare la differenza rispetto alla vittoria tra Kamala Harris e Trump.

Tra l’altro, Kennedy dice esplicitamente che si è unito a Trump proprio perché Kamala Harris se non deve assolutamente vincere. Nel video si parla anche di Robin Hood che è un’applicazione per fare investimenti e Gamestop che era un’azione molto quotata nel periodo subito dopo la pandemia. The rock è un attore un attore famoso che si è candidato che ha partecipato invece a un evento organizzato da un’organizzazione abbastanza vicina a Trump.

Quindi è chiaro che ha capito che l’aria non era promettente e che non era il caso di candidarsi ad accettare inviti di candidatura per i partiti democrati e come si ipotizza in questo video. Mike Johnson è l’attuale presidente della camera ed è un repubblicano il Midwest è quell’area degli stati uniti che si trova a metà tra l’est e l’ovest naturalmente dopodiché abbiamo i millennial che sono le persone natte 1981 al 1986 e gli zoomer che sono le persone nata tra il 1997 e 2012 e appartengono alla cosiddetta generazione z ed ora ecco il video.

Mafia alla Casa Bianca

[Robert Barnes]

Vediamo quello che è successo nel Partito Democratico nel 1968. I delegati sono andati alla convention di Chicago, e molti di loro erano a favore di Robert Francis Kennedy, che aveva appena vinto le primarie della California, poche settimane prima. E aveva anche vinto le primarie negli stati dell’Indiana, del South Dakota, e in molti altri posti. Ma era stato assassinato proprio la notte della sua vittoria in California. Perciò, quando i candidati arrivarono alla convention, non c’era nessun candidato perché il candidato scelto era morto. E così tutto l’apparato del Partito Democratico si trovò coinvolto in una furibonda lotta interna. Eravamo anche all’apice della guerra del Vietnam. Hunter Thompson era presente a Chicago quella notte. Norman Mailer e Pat Buchanan erano nella stessa stanza d’albergo, a guardare i disordini che si svolgevano a Grant Park, dove la polizia di Chicago aveva perso la testa e aveva iniziato a picchiare a sangue tutti gli hippy che protestavano. Infatti il movimento degli hippie era presente in forze e le sue proteste hanno poi portato al processo Chicago 7, con la relativa corruzione giudiziaria ed il tentativo di mettere in prigione gli avvocati. Ma un sacco di gente dell’alta borghesia vide in diretta televisiva i poliziotti che picchiavano con violenza i manifestanti.

E ne restarono tutti scioccati. Nello stesso momento, all’interno della sala della convention, il buon vecchio sindaco di Chicago, Richard Daley, stava usando alcuni termini politicamente scorretti e antisemiti, mentre si riferiva a vari senatori e membri del Congresso che non gli piacevano. E anche questo veniva ripreso in diretta TV. All’interno della sala congressi c’era quindi un vero e proprio disastro e Lyndon Johnson, di cui Joe Biden è un grande imitattore, decise di forzare la nomina di Hubert Humphrey come candidato alla presidenza del Partito Democratico. E poi ci fu George Wallace che si candidò come indipendente in risposta a tutto questo. Ma la convention democratica di Chicago del 1968 è la più famosa nella storia delle convention politiche, ma potrebbe essere niente a confronto di Chicago 2024. Tuttavia, lo stato profondo non può permettere che sia un disastro. Il problema più grande che hanno avuto è che Kamala Harris è persino meno popolare di Joe Biden. Hillary Clinton è meno popolare di Joe Biden. Persino Gavin Newsom è meno popolare di Joe Biden.

[George Gammon]

Io avevo invece puntato sempre su Gavin Newsom oppure Michelle Obama.

[Robert Barnes]

Michelle Obama odia letteralmente la gente. Perciò ha detto che non si candiderà mai. Non le piace baciare i bambini, preferisce schiaffeggiarli.

E ha aspettato una vita prima di incassare un sacco di soldi. Perciò ha detto a Barack: basta con la politica dopo che saremo usciti dalla Casa Bianca, perché ci dedicheremo unicamente a fare soldi. E lo hanno fatto. Voglio dire, ora valgono più di 100 milioni di dollari. Hanno case dappertutto. Hanno case in tutti i posti in cui gli esperti del cambiamento climatico ci dicono che non dovremmo mai avere una casa.

[George Gammon]

Quindi pensi che la probabilità che lei voglia tornare in politica e addirittura essere una candidata, sia estremamente bassa?

[Robert Barnes]

Estremamente bassa. E il suo livello di gradimento nel Midwest è persino peggiore rispetto a quello di Biden, perché, da quelle parti, ci sono questi elettori più anziani che appartengono alla classe operaia e che riconoscono l’autorità del capitano politico corrotto locale, che in questo caso è il presidente, e lo accettano nella convinzione che risolverà i loro problemi. Magari è un personaggio un po’ perverso, ma per loro va bene così. È solo il buon vecchio zio Joe. A questo tipo di persone non piace Kamala Harris, Gavin Newsom o Michelle Obama. E questo è sempre stato l’asso nella manica di Biden. Il problema è che sembra che lo stato profondo abbia deciso che ora nessuno può battere Trump. Quindi, se si ritrovassero con un candidato normale, avresti assolutamente ragione. Trump vincerebbe in un batter d’occhio e con una valanga di voti. L’unica speranza dello stato profondo è di scegliere un candidato del tutto imprevisto

[George Gammon]

Una sorta di ultima spiaggia.

[Robert Barnes]

Esatto. Un’ultima spiaggia. Qualcuno a cui nessuno stava pensando e che può catturare il grande gruppo di elettori indecisi in America, che in questo ciclo elettorale sono giovani elettori della classe operaia, millennial e zoomer delle minoranze, ed elettori bianchi della classe operaia. Sono gli elettori più giovani. Sono elettori le cui vite fanno schifo. Vivono a casa con i genitori, non possono permettersi di affittare o di comprare una casa per conto proprio e, in alcuni casi, non possono nemmeno permettersi di comprare un’auto. I loro stipendi non hanno tenuto il passo con il costo della vita. Pensavano che la vita sarebbe stata fantastica quando hanno ricevuto gli assegni dei sussidi governativi e hanno subito investito quei soldi in Robin Hood e nelle azioni di GameStop che salivano in valore, convincendosi che tutto sarebbe stato grandioso. E ora, all’improvviso, la situazione si è rovesciata. C’è una guerra all’estero in cui forse potrebbero essere trascinati o arruolati in qualche modo. Quindi vogliono chiunque tranne Biden. E sono indecisi se votare per Trump o per Kennedy, o se non votare affatto. Lo stato profondo ha quindi bisogno di qualcuno che sia gradito a questi elettori.

Magari una celebrità inaspettata come The Rock. La domanda è se riusciranno a convincerlo a candidarsi. Non credo che lo farebbe se sospettasse di poter perdere. Penso che sarebbe stata una cosa più facile da fare se fossero riusciti ad assassinare Trump. Allora avrebbero potuto, sarebbero stati protetti da entrambe le parti perché avrebbero avuto Nikki Haley come candidata repubblicana, ma probabilmente sarebbero andati a prendere The Rock come candidato democratico e lui avrebbe potuto assorbire un sacco di voti di Trump. Sono anche ossessionati dall’assicurarsi che il totale dei voti di Kennedy rimanga basso, perché odiano Kennedy ancora più di Trump. Ma penso che far uscire Biden dalla Casa Bianca non sarà facile. Non se ne andrà facilmente.

[George Gammon]

Per quale motivo? Mi sembra che la narrazione stia cambiando e questo è inevitabile.

[Robert Barnes]

Stanno plasmando la narrazione secondo cui è inevitabile che Biden si ritiri, e sperano che Biden stia al gioco. Il fatto è che Biden ha sempre visto le élite con ostilità. Benché abbia fatto i loro sporchi interessi da sempre, è convinto che lo considerino inferiore e che lo guardino dall’alto in basso. In questo senso, assomiglia a Lyndon Johnson. Ci ha raccontato che, tornava a casa dopo essere stato preso in giro a scuola, e sua madre lo rassicurava dicendo che era intelligente. Naturalmente sua madre era solo gentile con lui, perché Joe è oggettivamente stupido. Ma lui guarda tutte queste persone con astio. Sente che si ritengono migliori di lui, che pensano di essere più importanti di lui, e lui gliela farà vedere. Ed è incredibilmente testardo. Non accetterà di andarsene facendo la figura dell’idiota e di essere messo da parte solo perché è incapace di competere per via della sua demenza.

Ed è per questo che Trump, tra l’altro, lo sta punzecchiando dicendo che sembra così debole. È così debole. Sa che questo motiverà Biden a rimanere, perché Trump si sente sicuro di poter sconfiggere Biden, ha la certezza di poterlo battere. E si sente sicuro di poter battere una qualsiasi delle alternative conosciute. Semplicemente non vuole un’alternativa sconosciuta come candidato democratico. Quindi Biden è davvero testardo. Le persone chiave che lo circondano sono fedeli solo a lui, non al partito. Molte persone hanno creduto che fosse Obama a gestire le cose alla Casa Bianca. Ma non è così. La gente fedele a Biden è stata al potere da sempre. È collegato alla vecchia ala corrotta del Partito Democratico. Obama rappresenta Big Tech, Wall Street, Hollywood, e presenta una specie di versione rinnovata del Partito Democratico. Al contrario, Biden appartiene al vecchio Partito Democratico, che include i capoccioni dei sindacati locali, le organizzazioni politiche locali, i distretti locali, le persone che sono abituate a fare affari alla vecchia maniera dove i soldi passano di mano. Se lavori per la famiglia Biden, spesso ti danno un bidone e si rifiutano di pagarti perché, secondo loro, è un privilegio che tu abbia avuto l’opportunità di lavorare per loro. Non importa se sei il fiorista, il giardiniere o l’idraulico, questa è la loro mentalità. Pensano che tutto gli sia dovuto e provano risentimento nei confronti di tutti, e questa non è una mentalità che favorisce l’uscita di scena di Biden.

[George Gammon]

Sono sicuro che hai elaborato una teoria dei giochi per questa situazione. Se tu fossi lo stato profondo, come struttureresti uno scenario che permetta a Biden di uscire di scena, mantenendo al tempo stesso una certa dignità e facendo la figura dell’eroe?

[Robert Barnes]

Questa è precisamente la sceneggiatura che deve essere narrata.

[George Gammon]

A meno di assassinare anche lui.

[Robert Barnes]

Esattamente.

[George Gammon]

Odio persino dirlo, ma credo che vada considerato.

[Robert Barnes]

Bisognerebbe far fuori lui e Kamala allo stesso tempo, perché altrimenti sarebbero bloccati con Kamala nella posizione di presidente, e sarebbe un disastro. Sarebbero bloccati perché non saprebbero chi scegliere come vicepresidente in carica dovendo ottenere l’approvazione della Camera, che è controllata dai repubblicani. E se li eliminassero entrambi, si ritroverebbero con Mike Johnson come presidente, che potrebbe anche andare bene al deep state, ma sarebbe fallimentare con Trump. Quindi penso che abbiano un problema. E penso che in questo momento il piano sia di esercitare abbastanza pressione su Biden da convincerlo ad andarsene. Il problema è che non sanno quali siano i suoi fattori scatenanti. Ancora non lo conoscono dopo tutti questi anni. E penso che faranno un accordo segreto di qualche tipo. Ho sempre pensato che avrebbero fatto varie allusioni su Hunter così da fare pressione su Biden con la minaccia di estendere un’indagine anche su altri membri della famiglia.

[George Gammon]

Forse hanno alcuni elementi di ricatto contro di lui.

[Robert Barnes]

Ne hanno a tonnellate. Ma come giocarsi quella partita? Dovrebbero assicurarsi che sia un processo statale perché, se permettessero al processo di salire a livello federale, Joe potrebbe semplicemente perdonare tutti gli accusati. Questo è un altro motivo per cui Biden non se ne vuole andare. Ha in mente di perdonare tutta la sua famiglia, in modo che nessuno possa processarli in futuro. Suo fratello e sua sorella hanno fatto parte dell’intera famiglia criminale che è stata gestita e organizzata dallo stesso Biden per vendere accesso ai suoi contatti politici negli ultimi 50 anni. In quanto avvocato, ho avuto clienti che sono stati avvicinati da persone che facevano parte della macchina politica di Biden quando era vicepresidente, e gli hanno proposto di pagare una mazzetta a Biden per fare insabbiare il loro caso.

E lo facevano in modo palese e allo scoperto. Ecco quanto sia sfrontato Joe Biden. Questo è il motivo per cui non è affatto ansioso di eclissarsi nella notte senza dire una parola. Non so se in questa lotta finirà per estinguere completamente le sue capacità cognitive, ma sicuramente darà molto filo da torcere. Pensavo che forse lo avrebbero fatto fuori con il COVID, ma poi sono sicuro che Pfizer abbia fatto pressione perché non succedesse. Biden è stato vaccinato con sei richiami e ha fatto un totale di otto vaccini. Avranno implorato che non usassero il COVID per farlo fuori.

[George Gammon]

In effetti non ci avevo pensato. Se qualcuno sta ascoltando quello che stai dicendo sul fatto che Biden si faceva pagare dalle persone o semplicemente prendeva tangenti e quant’altro, voglio aprirvi gli occhi. Ricordo un mio caro amico, un ragazzo che conoscevo, un imprenditore di grande successo, Il suo nome era Harry Reid. Biden gli fece la stessa identica proposta a Las Vegas probabilmente nel 2005 oppure nel 2006, ho dimenticato l’anno esatto. Ma fondamentalmente, lo avevano accusato di qualcosa che non aveva fatto. E la gente di Biden lo ha approcciato dicendogli che avrebbero potuto far sparire l’intero problema se li avesse pagati. Ho dimenticato la cifra esatta, credo che fosse un milione di dollari o qualcosa del genere. Lui ha pagato. Dopo di che lo hanno processato comunque.

[Robert Barnes]

Sì, esattamente. Perché è la loro mossa preferita. Biden adora fare questo tipo di scherzi. Nove volte su dieci, non ha mai alzato un dito per nessuno. Era tutta una truffa per mungere soldi. è semplicemente nella natura della bestia. Ma questo lo rende un tipo difficile da mettere da parte. Quindi, se la pensi come una famiglia criminale mafiosa, c’è solo un’uscita possibile, in genere. Il problema è che, adottando quell’uscita, rimangono bloccati con Kamala Harris, con un problema per la vicepresidenza. Quindi, per lo stato profondo, non ci sono soluzioni facili a questo punto, date le circostanze.

[George Gammon]

Viviamo in un mondo pazzesco, non è vero, Robert?

[Robert Barnes]

Senza dubbio. Ma, per me, questa è stata comunque una grande settimana perché la sopravvivenza di Trump significa che potremmo avere la presidenza più riformista nella storia moderna del paese, che sarà in grado di smantellare queste istituzioni corrotte che stanno distruggendo tutte le libertà negli Stati Uniti. E grazie a Dio, Trump ha voluto dare un’occhiata a quel bellissimo e grazioso grafico, come lo chiama lui, e ha girato la testa proprio al momento giusto. Ho detto alla gente che non c’è bisogno di essere spirituali per dire che sembra un intervento divino.

E lo è stato, ad un certo livello, ma si spera che si traduca in alcune vere riforme orientate alla libertà, se riusciamo a sopravvivere nei prossimi quattro mesi.

Un crogiolo di mafie

Da questa intervista sono passate alcune settimane quindi sappiamo come sono evoluti i fatti. Innanzitutto Biden è stato costretto a cedere perché gli hanno intimato che se non avesse ceduto l’avrebbero espulso con l’articolo 25 della costituzione che in pratica permette di allontanare un presidente che non è più capace di intendere e volere e in più tutti i suoi finanziatori hanno bloccati fondi per cui la campagna sarebbe stata ferma, Biden non avrebbe potuto fare nulla. Sono riusciti a trovare il modo di bloccarlo. È chiaro che hanno fatto delle concessioni e oggi vediamo che, in ogni caso, Biden ad ogni occasione cerca di ostacolare la campagna di Harris facendo dichiarazioni inopportune, facendo apparizioni quando invece gli chiedono di stare in disparte e, in generale, intromettendosi laddove non dovrebbero essere.

Una cosa importante da ricordarsi è che negli stati uniti alcuni tra i sindacati primari sono stati controllati dalla mafia e questo è il riferimento fatto da Barnes in relazione a Joe Biden e, tra l’altro, anche lo stesso John Fitzgerald Kennedy, si dice, sia stato eletto grazie anche ai voti della mafia e che poi la mafia abbia partecipato in qualche modo alla sua eliminazione perché non aveva dato loro quello che si aspettavano.

La cosa interessante era che John Kennedy era cattolico di origine irlandese così come lo è Biden perciò possiamo in qualche modo immaginare un contatto o una qualche tipo di relazione tra Biden e la mafia irlandese che, come ci dice Whitney Webb ha sempre giocato un ruolo importante nel deep state americano insieme alla mafia italiana e alla mafia di origine ebraica.

Perciò potrebbe essere una situazione in cui, di fatto, il filone della mafia irlandese ha perso, è stato sconfitto. La cosa curiosa è che la stessa Kamala Harris ha, in parte, origini irlandesi però viene da uno stato, la California, dove la mafia preponderante è quella messicana e, tra l’altro, lei stessa con le sue azioni come procuratore generale e con tutti i procuratori locali in California eletti tramite soldi di George Soros sono riusciti a potenziare enormemente la mafia messicana, che di fatto oggi gestisce in buona sostanza la California o quasi.

Finora la mafia messicana è sempre stata fuori dal giro quindi non faceva parte della triade delle mafie centrali, quella irlandese quella italiana e quella ebraica, come pure la mafia russa e la mafia cinese che erano presenti, ma abbastanza laterali. Quindi potremmo vedere un cambiamento di peso tra le varie mafie dove a questo punto anche i messicani anche i cinesi anche i russi si siedono lo stesso tavolo insieme agli altri e magari gli irlandesi vengono messi in secondo piano. Non lo sappiamo, vedremo meglio. Sappiamo che Nancy Pelosi, che ha voluto la nomina di Kamala Harris e l’eliminazione di Joe Biden si dice sia legata alla mafia italiana e quindi in qualche modo stanno cercando di tenere quel fronte in qualche maniera. Sappiamo che Trump è sicuramente sostenuto dalla mafia di Paypal e, alla fine di queste varie varie lotte, dovremmo capire come sarà il nuovo assetto di potere all’interno degli Stati Uniti, probabilmente anche a livello globale.

Giusto per chiarire, durante il video si parla del fatto che Kamala non avrebbe potuto trovare facilmente un vicepresidente. Si fa riferimento al fatto che qualora Biden fosse stato eliminato e Kamala avesse dovuto sostituirlo e fosse diventata presidente in carica avrebbe dovuto a sua volta nominare un vice presidente in carica e tale vicepresidente avrebbe dovuto essere approvato dalla camera, di cui oggi il presidente è un repubblicano. Detto questo vedremo come andranno le elezioni di quest’anno. Domani è il giorno in cui cominceremo a vedere i primi risultati. Non credo che domani si chiuderanno tutti i risultati, cercheremo di capire qual è lo sviluppo e da lì riusciremo a intuire dove stiamo andando.

Roberto Mazzoni

Commenti:

Donate

Possiamo fare informazione indipendente grazie al tuo sostegno. Se trovi utile il nostro lavoro, contribuisci a mantenerlo costante

Seleziona il metodo di pagamento

$0.00


Video collegati

Complotto contro Trump – parte 4 – MN #293 – secondo attentato

Complotto contro Trump – parte 3 – MN #292 – MK Ultra

Complotto contro Trump – parte 2 – MN #290 – nuvole di guerra

Complotto contro Trump - parte 1 - MN #289 - i mandanti