Complotto contro Trump – parte 1 – MN #289 – i mandanti

Siamo insieme nella ricerca della verità, in questo caso la verità sulle origini della guerra in Ucraina e su quelle che saranno le possibili conseguenze future. È destinata ad espandersi, è destinata a diventare una guerra regionale che coinvolge anche l’Europa. Abbiamo appena terminato una breve serie storica dedicata all’evoluzione dell’impero britannico, al coinvolgimento di questo impero degli Stati Uniti, quindi a un’evoluzione di quella che era la strategia originale, alle connessioni di questo impero con la Germania e con le ideologie sviluppate in Germania nel secolo scorso e in generale come tutto questo insieme di fattori e di personaggi estremamente pericolosi, ancora in circolazione, può condizionare l’evolversi della politica internazionale dell’Europa, della Gran Bretagna e degli Stati Uniti per quello che riguarda Russia e per quello che riguarda anche altre nazioni.

Torniamo adesso su alcuni aspetti di attualità che sono importanti e torniamo sull’attentato di Donald Trump, l’attentato in cui si è cercato di uccidere Donald Trump, sia perché è improvvisamente sparito dai media come se non fosse mai successo, sia perché attraverso un’analisi di tale attentato ci rendiamo conto di quanto siano motivati i membri del cosiddetto Deep State che in questo caso, come abbiamo capito, forse è una struttura un po’ più vasta e diversa rispetto a quella che immaginavamo, vale a dire fanno parte di un club che sta cercando di ripristinare un impero facendo interessi di nazioni che non sono necessariamente quelle che li pagano e comunque inseguendo degli obiettivi che non sono realistici, quindi vivono nel passato, continuano a combattere guerre che hanno già perso e in generale dimostrano un’assoluta incompetenza, incapacità più che altro di capire quello che succede intorno a loro e quelle che saranno le conseguenze delle loro reazioni. Insomma abbiamo a che fare con dei malati pericolosi e con dei criminali, evidentemente, che sono riusciti ad arrivare in posizioni strategiche di potere e stanno guidando la nave mentre l’equipaggio originale è andato a dormire.

Quindi il tentato omicidio di Donald Trump, che è un evento, direi, storico, di portata storica per quello che riguarda gli Stati Uniti, per quello che riguarda l’evoluzione politica degli Stati Uniti e soprattutto per quello che riguarda l’evoluzione della guerra in Ucraina, è scomparso. E’ scomparso perché naturalmente non si ne vuole più andare. E’ stato un fallimento per chi l’aveva progettato.

E oggi cerchiamo di capire, di iniziare a capire, perché vi proporrò un’intervista a Robert Barnes, che è un avvocato che si occupa di questioni costituzionali, diritti civili e crimini fiscali, che è molto vicino al mondo di Trump e quindi può riferire di cose che può attingere direttamente da quel mondo, dalle persone più vicine a Trump, dalla famiglia di Trump. E che è anche abbastanza inserito all’interno di un contesto politico che è contro l’establishment, contro il potere costituito. Infatti ha fatto causa alla Federal Reserve, alla banca centrale americana, al fine di ottenere la visualizzazione dei bilanci dell’organizzazione, visto che sono segreti, e per mettere in difficoltà la struttura della Federal Reserve per quello che riguarda una serie di attività segrete che stanno conducendo.

In generale afferma di operare questo avvocato a difesa dei più deboli e lui ci propone un’analisi piuttosto approfondita di chi ha organizzato l’attentato a Trump e del perché l’hanno fatto.

La persona che lo intervista è George Gorman che è un investitore, divulgatore economico americano, l’abbiamo già visto alcune volte in alcuni dei video che vi ho proposto. Anche lui sta facendo causa insieme a Barnes alla Federal Reserve ed è una persona che segue le questioni economiche, è sicuramente contrario anche lui allo status quo, al potere costituito e sta cercando attraverso questa attività con Barnes che finanziano con i propri soldi di portare in evidenza quelle che sono le attività che la Federal Reserve sta svolgendo e che stanno compromettendo il futuro degli Stati Uniti e la struttura politica degli Stati Uniti.

In effetti, benché siamo ormai molto vicini alle elezioni presidenziali, ancora oggi non c’è nessuna certezza che Trump indipendentemente dal risultato dell’elezione riuscirà ad arrivare alla Casa Bianca e questo tentativo di omicidio, così come ce lo spiega Barnes, nella dimostrazione più evidente.

Inoltre, stiamo vedendo una serie di attività promosse da Joe Biden e dall’entourage immediato di Joe Biden per provocare un’escalation nella guerra in Ucraina, probabilmente con l’obiettivo di creare un’emergenza che giustifichi magari la sospensione delle elezioni negli Stati Uniti o comunque la creazione di uno stato di emergenza che permetta l’insediamento di Kamala Harris senza dover avere la scomodità di fare delle elezioni, anche se queste elezioni potrebbero essere truccate.

Nel video di Barnes che sto per proporvi si parla di Mitch McConnell che è il leader di minoranza dei repubblicani del Senato, si parla di Karl Rove che è un consulente politico del partito repubblicano, appartiene al filone dei neoconservatori, alle direi politici americani che fanno l’interesse dei britannici, l’abbiamo già visto nel percorso storico. Si parla di Chris Martinson che è un divulgatore finanziario su YouTube che ha condotto, e alcuni di voi so che l’hanno visto sul proprio canale, un’analisi degli spari durante l’attentato che dimostra che questi spari avevano caratteristiche diverse quindi provenivano da armi differenti e provenivano anche da direzioni differenti. Infine si parla di Michael Jordan che è uno dei più grandi giocatori di basket americani. E ora vi propongo subito la prima parte dell’intervista a Barnes. Eccola.

Chi c’è dietro l’attentato

[Mark Gammon]

Buongiorno cari amici spero stiate bene. Sono qui con il mio buon amico, Robert Barnes, che ha seguito il tentativo di assassinio di Trump molto, molto da vicino. Robert, fa sempre piacere avere la tua visione approfondita. Grazie per essere qui.

[Robert Barnes]

Sono contento di essere qui.

[Mark Gammon]

Ti lascio il microfono. Vai pure a ruota libera e dicci che cosa pensi dell’attentato.

[Robert Barnes]

Beh, il tempismo è stato interessante perché questa settimana ero anche alla Convention Nazionale Repubblicana. E c’erano persone a quella convention che penso non sarebbero state presenti, se non fosse stato per la loro convinzione che sarebbe successo qualcosa a Trump che gli avrebbe impedito di partecipare alla convention medesima. Parlo di Mitch McConnell e di altri come Mike Pompeo, l’ex capo della CIA ed ex direttore del Dipartimento di Stato. Pompeo stava già andando in giro a dire ai delegati dell’Iowa, che erano appena arrivati per partecipare all’evento, che lui sarebbe stato il candidato alla vicepresidenza. Pompeo non è mai stato nella lista di Trump per i candidati alla vicepresidenza, ma sarebbe stato nella lista di qualcun altro. Penso che il piano fosse di assassinare Trump poco prima della convention, dare la colpa all’Iran, usarlo come grido di battaglia per scatenare una guerra contro l’Iran e dando al Partito Repubblicano la possibilità di nominare Nikki Haley come presidente e Mike Pompeo come vicepresidente, i due più grandi neoconservatori in circolazione che hanno anche fatto parte dell’amministrazione Trump.

Sono entrambi alleati dello stato profondo e avrebbero usato il pretesto di difendere la memoria e l’eredità di Trump, pur essendo fondamentalmente anti-Trump, per promuovere una nuova guerra contro l’Iran. L’assassinio avrebbe anche dato a Joe Biden una scusa per far cambiare discorso, così che la gente smettesse di parlare della sua senilità. E penso che volessero proprio andare in guerra contro l’Iran. Erano convinti che l’Iran sarebbe intervenuto contro Israele dopo il 7 ottobre. Ma gli iraniani non hanno abboccato. E penso che avessero bisogno di qualcosa per dare una smossa alla situazione. Sanno anche che perderanno in Ucraina, quindi hanno bisogno di una nuova guerra per attirare l’attenzione della gente e hanno bisogno di qualcosa per alimentare il complesso militare-industriale, al fine di mantenere in vita tutti quei contratti per la fornitura di armi e simili. E non credo sia una coincidenza che il momento dell’attentato fosse proprio appena prima della convention. Inoltre, penso che avessero saputo che Trump non avrebbe scelto il vicepresidente che volevano che scegliesse. Lo stato profondo voleva che Trump scegliesse qualcuno che avrebbe fornito garanzie allo stato profondo medesimo, così da poter far fuori Trump in qualsiasi momento, sapendo che il vicepresidente era un loro alleato. Le persone che lo stato profondo aveva scelto come possibili candidati alla vicepresidenza erano Tim Scott, Marco Rubio, e Doug Burgum.

E Trump ha lasciato che credessero che avrebbe potuto scegliere uno di loro, ma era ormai chiaro da circa tre settimane che Gei D Vance era in cima alla lista delle preferenze. J. D. Vance è molto più populista. Era contrario alla guerra in Ucraina. Ha combattuto per i Marines in Iraq e sente di essere stato ingannato da quella guerra. Ricordo di aver parlato con lui per circa un’ora e mezza prima che prendesse la decisione di schierarsi contro la guerra in Ucraina nel marzo del 2022. Ho visto che le mani di Karl Rove tremavano di rabbia quando ha saputo che Trump avrebbe scelto J. D. Vance. Quindi penso che l’obiettivo da entrambe le parti dello Stato profondo, quello repubblicano e quello democratico, fosse di far fuori Trump prima che potesse diventare il candidato ufficiale, e prima che Gei D Vance potesse essere il suo successore ufficiale e la sua scelta per la vicepresidenza. E ci sono molte prove che abbiamo in tal senso.

C’è un fattore chiave che prendo sempre in considerazione quando cerco di stabilire se un particolare evento costituisce una falsa bandiera. A volte le persone fraintendono il significato di false flag, falsa bandiera, pensando che la frase indichi un evento che non si è mai verificato. Invece, in senso letterale, falsa bandiera indica l’antica usanza dei pirati che issavano una falsa bandiera per potersi avvicinare indisturbati alla nave che volevano razziare. Aspettavano di arrivare proprio accanto alla nave vittima, prima di issare la bandiera pirata rivelando di non essere, in realtà, un vascello inglese, francese o spagnolo. Tradotto in termini moderni, significa che il colpevole non viene mai identificato correttamente. E questo non significa che il colpevole da loro incolpato non possa anche essere uno dei colpevoli a propria volta. Significa solo che prediligono la narrazione dell’assassino solitario, perché l’America è unica in questo senso. Siamo l’unico paese che sembra avere solo assassini solitari. Se guardiamo a tutte le altre persone che vengono uccise nel mondo, oppure ai vari tentativi di omicidio, il più delle volte, vediamo che già nella narrazione ufficiale si parla di cospirazione.

Ma, negli Stati Uniti, abbiamo sempre solo pazzi solitari che fanno tutto da soli, in modo da escludere a priori qualsiasi complicità. Ma il modo in cui è successo, le prove che si stanno già sviluppando, indicano diversamente. Tra l’altro, in questo preciso momento Chris Martenson sta facendo un ottimo lavoro di analisi dell’audio che suggerisce fortemente che ci sono stati più tiratori, e che i proiettili chiave non sono venuti dal presunto assassino. Il solo fatto che ci sono state enormi falle nella sicurezza, è un chiaro segnale di allarme che indica la presenza di una messa in scena. Infatti, una delle caratteristiche ricorrenti degli eventi di falsa bandiera, è la presenza di falle di sicurezza insolite e inaspettate. Ciò suggerisce che qualcuno all’interno si sta assicurando che determinati eventi possano verificarsi. Quindi mi sembra che molto probabilmente ci fossero più tiratori, ed, in effetti, i colpi tirati erano ottimi dal punto di vista di un cecchino, ma Trump ha girato la testa esattamente al momento giusto. Insomma, è stata proprio una questione di pochi millisecondi. Bastava che girasse la testa in un’altra direzione e sarebbe sicuramente morto.

Ma quando si è alzato e ha detto: combattete, combattete, combattete, penso che Trump volesse segnalare a suo modo, a tutto il mondo, che sapeva chi e cosa c’era dietro al tentativo di assassinio. E, subito dopo, lo vediamo parlare con Robert Kennedy per incorporare nella propria piattaforma politica le riforme proposte da Kennedy in materia di vaccini. E, guarda caso, il contenuto della telefonata viene convenientemente fatto trapelare al pubblico. Ha parlato con Robert Kennedy di quello che era successo e di come Joe Biden abbia posto a Trump alcune domande insolite, subito dopo l’attentato.

Infatti, gli ha chiesto perché avesse girato la testa. Quasi come se fosse seccato del fatto che Trump non fosse morto. Dopo di che Trump ha anticipato a lunedì la nomina di Gei D Vance come candidato alla vicepresidenza anziché aspettare giovedì pomeriggio, come previsto in origine. Ho parlato personalmente con Donald Trump junior. e alcune altre persone. Penso che capiscano chi vuole togliere di mezzo Trump. E penso che il loro fallimento nell’ucciderlo si ritorcerà contro di loro in termini di politica pubblica, in un sacco di modi. Ma non ho dubbi che sia stato un lavoro concertato dall’interno.

[Mark Gammon]

D’accordo, non avevo mai sentito qualcosa di così incredibile. Non ti avevo mai sentito parlare dell’argomento da sabato. Sinceramente, non avevo mai inquadrato l’attentato in questi termini.  Ma ora che ne parli lo vedo in modo diverso. È sempre un gioco di probabilità, ma quello che hai detto è sicuramente qualcosa che non si può escludere. Voglio dire, bisogna guardare alle possibilità che si presentano in questo caso. Qualsiasi persona logica deve guardare alle possibilità, specialmente dopo aver guardato all’immenso fallimento e all’incompetenza mostrati dal servizio di sicurezza. Ricordo che proprio domenica stavo ascoltando il podcast di Brett Weinstein. E stava parlando del rasoio di Hanlon che propone il principio secondo cui non si attribuisce mai alla malizia ciò che può invece essere attribuito alla semplice ignoranza, oppure all’incompetenza e alla stupidità.

Ma ha anche aggiunto che questa particolare situazione era talmente vergognosa e talmente eclatante in termini di colossale incompetenza, che diventava oggettivamente difficile stabilire se si potesse persino immaginare che fosse solo una questione di incompetenza ed ignoranza. Diventava oggettivamente difficile accettare quel tipo di scusante. E la prima cosa che mi è venuta in mente come esempio, sarebbe Michael Jordan che sbaglia 10 tiri da sotto il canestro di fila. Potrebbe anche sbagliarne due di fila, sarebbe ancora accettabile. Potresti semplicemente dare la colpa ad una temporanea incompetenza, se vuoi chiamarla così. E dopo quell’errore continuerebbe la partita e segnerebbe 40 punti. Ma se Michael Jordan, nel suo periodo di massimo splendore, avesse sbagliato 10 tiri di fila da sotto il canestro, non potresti più attribuirlo all’incompetenza. All’improvviso, devi fare un passo indietro e chiederti se sta cercando di perdere di proposito. E penso che questo sia parte di quello che stai dicendo. Ho ragione?

[Robert Barnes]

Assolutamente sì. E hai ragione perché hanno dovuto combinare una straordinaria sequenza di eventi che eliminano la possibilità che l’incompetenza sia la spiegazione. Per esempio, Trump ha una squadra di agenti del Servizio Segreto che lo protegge di solito. A molti dei membri di tale squadra è stato dato quel giorno libero.

[Mark Gammon]

Mi stai prendendo in giro.

[Robert Barnes]

No, non ti sto prendendo in giro. La seconda parte è che l’ufficio regionale locale del Servizio Segreto aveva alcuni agenti di alta qualità che avrebbero potuto sostituire la squadra abituale, ma sono stati riassegnati a Jill Biden, che ha deciso di organizzare una raccolta fondi lo stesso giorno e nella stessa regione in cui Trump stava tenendo il proprio comizio.

Il terzo aspetto è che in realtà avevano già identificato come ad elevato rischio quella posizione precisa. Sapevano che da quella posizione anche un dilettante avrebbe potuto sparare un colpo di alta precisione. In cima a quel particolare tetto, c’erano già stati cecchini del Servizio Segreto. E poi hanno deciso, per ragioni che devono ancora spiegare, di non mettere in condizioni di sicurezza quel tetto. L’ex direttrice del Servizio Segreto ha detto che non lo hanno messo in sicurezza collocando dei cecchini di protezione perché il tetto era troppo ripido,

[Mark Gammon]

Ha detto davvero così? Ha davvero detto che quel tetto era troppo ripido ed era quindi troppo pericoloso? Non ci si crede.

[Robert Barnes]

è proprio quando si ottengono spiegazioni non plausibili come questa che nascono i sospetti, e qui tutte le implausibilità continuano a sommarsi. Non è plausibile che sia proprio questo il momento in cui hanno mandato gli agenti in vacanza, che sia questo il momento in cui Jill Biden, la moglie di Joe Biden, ha organizzato un evento che ha distratto un gruppo di agenti del Servizio Segreto e li ha anche impegnati altrove. È il momento in cui decidono di non mettere in sicurezza un edificio che è particolarmente ad alto rischio, quando in realtà sono stati in cima proprio a quell’edificio il giorno prima. E poi si inventano la scusa del tetto troppo spiovente che tutti sanno non essere plausibile

[Mark Gammon]

Perché c’erano cecchini che stavano su un altro tetto che era molto più in pendenza.

[Robert Barnes]

Esattamente. La Casa Bianca ha i tetti spioventi, e su quei tetti ci sono cecchini per tutto il tempo, tutti i giorni. E ci addentriamo ulteriormente nella questione e scopriamo che già tre ore prima che andasse sul tetto, avevano identificato la persona che ora etichettano come cecchino, perché se ne andava in giro con un telemetro in mano. Voglio dire, questo tizio non era certo un assassino geniale. È un tizio che se ne andava in giro con un telemetro per stabilire se un determinato colpo da una certa posizione sarebbe arrivato al bersaglio.

E quando guardiamo le sue azioni riconosciamo il tipico profilo del capro espiatorio. In altre parole, era talmente sopra le righe, che tutti vedevano quello che stava facendo, al punto che persino i passanti casuali si erano messi ad urlare che c’era un tizio sul tetto con un fucile in mano, già diversi minuti prima che venisse sparato il primo colpo.

[Mark Gammon]

Hanno mostrato anche un video in cui lo si vede strisciare sul tetto.

[Robert Barnes]

Esattamente. C’è un video che lo mostra proprio fuori dall’edificio mentre si comporta in modo strano, tenendo un telemetro in mano. Quindi sappiamo che il Servizio Segreto lo aveva già individuato. Si comportava in modo talmente esagerato da rendersi così evidente che viene da chiedersi se in realtà stesse giocando a mettere alla prova il Servizio Segreto e vedere se fosse stato davvero in grado di proteggere adeguatamente il presidente Trump. A quanto pare, aveva fatto commenti sul condurre un gioco di questo genere qualche giorno prima, e aveva anche detto che sarebbe riuscito a vincere in un modo sorprendente. Quindi si stava comportando come un capro espiatorio, anziché comportarsi come un vero assassino. Del resto, abbiamo un ragazzo di vent’anni senza alcuna esperienza professionale che aveva già cercato di unirsi alla sua squadra di tiro al liceo, una squadra che già era di basso livello, e che lo aveva scartato perché non era in grado nemmeno di colpire un fienile sul lato più largo. E vogliono farci credere che sia riuscito a sgattaiolare oltre la protezione del Servizio Segreto, e della polizia locale, passando in bella mostra davanti a tutti i presenti che lo osservavano, e che sia poi riuscito a sparare cinque o sei colpi proprio sul presidente.

[Mark Gammon]

E persino da una posizione preferenziale.

[Robert Barnes]

Esattamente. Portandosi a solo un centinaio di metri di distanza. Quindi sappiamo che era sotto l’attenzione di tutti, e non hanno fatto nulla per fermarlo. E sappiamo inoltre che anche all’interno di quell’edificio c’erano agenti del Servizio Segreto. Non si capisce perché non abbiano fatto nulla quando sono stati avvisati. Perché ora sappiamo che la polizia locale li ha avvisati 10 minuti prima dell’attentato, dicendo che c’era un tizio con un fucile sul tetto. Tutti hanno ricevuto quell’avviso. E nessuno ha fatto nulla. A questo punto potrebbero dirci che magari erano esitanti a premere il grilletto perché forse c’era qualche altra spiegazione. Ma personalmente non lo credo e sappiamo che non è probabile, conoscendo il protocollo abituale del Servizio Segreto. Ma la cosa che comunque non possono spiegare è per quale motivo Trump sia stato mandato sul palco dopo che sono stati allertati. C’era un uomo con un fucile sul tetto a un centinaio di metri di distanza,

[Mark Gammon]

Infatti, non è chiaro perché non l’abbiano abbattuto immediatamente.

[Robert Barnes]

Corretto. Hanno ricevuto l’avvertimento e hanno comunque detto a Trump che poteva salire sul palco. Quindi la probabilità che si tratti d’incompetenza e che questa sia la spiegazione più plausibile, diminuisce ad ogni passo che facciamo nell’esame di questa situazione. Procedendo passo, dopo passo, vediamo come diventi sempre più incredibile. E ora abbiamo anche Chris Marteson, che ha condotto l’analisi dei suoni, che ci dice che ci sono stati spari da più posizioni, e questo coincide anche con la testimonianza di alcune persone presenti sulla scena che hanno detto di aver sentito spari provenienti da posti diversi. Pur considerando che ci può essere un effetto eco, vediamo che Chris Martenson e altri esperti del suono hanno scomposto i suoni e dicono che ci sono più tiratori. Ce ne sono almeno due, forse tre. Potrebbe essercene stato uno sulla torre dell’acquedotto. E potrebbe essercene stato uno all’interno di quell’edificio, che potrebbe anche essere il motivo per cui non hanno eliminato subito il ragazzo che si trovava sul tetto, così da rendere difficile capire chi avesse davvero sparato e quanti colpi erano venuti da quella direzione. Come ha detto Trump ieri sera, c’erano proiettili che continuavano a fioccare dappertutto, passando sopra le teste delle persone. Stiamo parlando di otto oppure addirittura 12 colpi. Non solo i due o tre colpi che il ragazzo avrebbe dovuto avere il tempo di sparare, stando alle tempistiche fornite da loro. E poi guardiamo la traiettoria degli spari.

[Mark Gammon]

Questo è esattamente il tema che stavo per menzionare. La foto che hanno mostrato è davvero autentica? A beneficio delle persone che magari non l’hanno vista, mi riferisco alla fotografia in cui si vede il proiettile che sfreccia vicino a Trump. E si può vedere la scia nell’aria lasciata dal proiettile che passa, come se fosse un aereo a reazione.

E se tale immagine fosse vera, un esperto potrebbe analizzare l’angolo della scia creata dalla traiettoria del proiettile, per determinare se il colpo venisse da un’altezza che era allo stesso livello della testa di Trump, oppure a un livello più elevato.

[Robert Barnes]

Inizialmente, le persone che l’hanno guardata hanno concluso che quella traiettoria non potesse provenire da quel tetto. Ma non abbiamo ancora l’analisi completa degli esperti.

[Mark Gammon]

Sembrava orizzontale.

[Robert Barnes]

Esatto.

[Mark Gammon]

Sulla base della foto che ho visto.

[Robert Barnes]

Corretto. è già interessante di per sé stesso che abbiamo quel genere di foto. Per quale motivo la CNN, che di solito non partecipa ai comizi di Trump, ha deciso di presenziare proprio a quello? E per quale motivo hanno deciso di fornire una copertura in diretta? E c’è un’altra cosa che è inspiegabile. Da quanto ne so, il fotografo del New York Times, che ha scattato quella foto, aveva impostato la velocità di scatto della sua macchina fotografica a circa 800, il che è molto raro e molto insolito. A proposito, a quanto pare, si tratta dello stesso fotografo che ha immortalato l’istante in cui qualcuno sussurrava all’orecchio di George Bush junior che c’era stato un attacco alle torri gemelle l’undici settembre. Quindi questo fotografo ha evidentemente il dono magico di essere presente e pronto a scattare nei momenti più interessanti. E ci sono persone che sono curiose di sapere se qualcuno è stato avvisato del fatto che qualcosa di grosso sarebbe potuto succedere quel giorno, e che la stampa doveva essere presente, senza dare tutti i dettagli del piano. In tal modo l’America avrebbe potuto vedere Trump mentre veniva ucciso pubblicamente ed in diretta.

Il messaggio dello stato profondo sarebbe stato: non azzardatevi mai a scherzare con noi. Se decidete di sfidarci a qualsiasi livello, non solo vi manderemo in bancarotta e vi incrimineremo, ma vi uccideremo. Questo è esattamente ciò che hanno fatto al presidente John Kennedy, al fratello Robert Francis Kennedy, a Martin Luther King, ed a Malcolm ics. Tutti questi omicidi hanno visto un certo livello di complicità e di cospirazione da parte del governo. L’unica domanda che permane nel dibattito è: qual è la portata e l’ampiezza di tale complicità? E penso che lo stesso valga per quello che è successo a Trump. E credo che Trump lo sappia. Tra l’altro penso che sia per questo che ultimamente avete visto un tono diverso da parte sua. Il suo discorso dell’altra sera trasmetteva in un certo senso il messaggio che era grato di essere vivo.

Ma penso che l’altro aspetto sia che lo vedrete essere molto più aggressivo nell’affrontare alcune di queste cose di quanto lo sarebbe stato altrimenti. Penso che il contatto con Robert Kennedy abbia segnalato proprio questo. L’inclusione di Gei D Vance come vicepresidente ha avuto il preciso scopo di segnalare questa sua nuova posizione. è il suo modo per dire che sa che lo stato profondo ci ha provato e che ha mancato il bersaglio. In qualche modo i vari casi giudiziari che hanno cercato di metterlo sul lastrico o di metterlo in prigione, non lo avevano scosso. Aveva pensato che si trattasse di processi politici scadenti che sarebbero stati annullati in appello. Ma il tentativo di assassinarlo lo ha davvero risvegliato e lo abbiamo visto dal vivo. Ha detto che abbiamo bisogno di fare un cambiamento radicale in America e che ora è molto più impegnato in questo di quanto sarebbe stato altrimenti, perché capisce cosa hanno cercato di fare e come sono letteralmente arrivati a tre millimetri dall’ottenere il risultato desiderato.

[Mark Gammon]

Riesci a spiegare un po’ meglio il ruolo dei capri espiatori al di là di quello che è successo quel sabato sera? Mi riferisco a quello che è successo in tutta la storia dei vari presidenti americani assassinati. Perché queste saranno le argomentazioni che useranno per contrastare la tua analisi. Ti chiederanno per quale motivo, se fosse davvero lo stato profondo che ha cercato di organizzare l’attentato, abbiano scelto un ragazzo che non riusciva a colpire il lato largo di un fienile, che aveva solo vent’anni, e che aveva un’arma inadeguata. Non sono sicuro che queste siano le contro-argomentazioni che userebbero, ma ho sentito alcune persone chiedere per quale motivo non abbiano scelto qualcuno che avrebbe davvero potuto portare a termine il lavoro. E poi, a proposito, quale pensi che sia stata la motivazione per il ragazzo? Cosa pensava di ricavare una volta portato a termine l’attentato?

[Robert Barnes]

Circolano già storie contraddittorie sul ragazzo. Inizieremo con una sorta di profilo del classico capro espiatorio. Come dico sempre, ogni grande crimine ha bisogno di un grande capro espiatorio, in particolare se si tratta di un crimine politico. Ha bisogno di un copione di sceneggiatura e di narrazione conveniente. C’è bisogno di qualcuno a cui si possa affibbiare la colpa dell’accaduto, senza coinvolgere attori potenti, attori istituzionali, attori governativi, e preferibilmente qualcuno che muoia in modo da non poter mai parlare e fornire la propria versione dei fatti. Persone come Lee Harvey Oswald che notoriamente è stato ucciso prima che potesse parlare in modo significativo. Oppure l’assassino di Las Vegas, a cui hanno sparato prima che potesse parlare, così che non sapremo mai se è stato veramente lui. In America, abbiamo visto il ripetersi di questo schema di profilo dove si cerca d’incolpare per un evento un singolo pazzo assassino.

Magari, in alcuni casi, ce ne sono forse due o tre, ma si tratta sempre di un paio di pazzi. E questo è stato vero nel caso di Malcolm ics, Martin Luther King, e Robert Kennedy. Prendiamo l’esempio di Sirhan Sirhan. Ci dicono che è un pazzo che in qualche modo si è intrufolato evadendo le misure di sicurezza, e che quindi ha sparato e ha ucciso. Di solito sono persone afflitte da un qualche tipo di malattia mentale.

[Mark Gammon]

Malattie legittime?

[Robert Barnes]

Sì. Problemi di salute mentale legittimi. E, tanto per cominciare, abbiamo già informazioni sul fatto che, a quanto pare, i genitori di questo ragazzo erano entrambi consulenti per la salute mentale, il che è un po’ strano. Abbiamo tutti gli ingredienti proposti nel film Manchurian Candidate, oppure nel film Parallax View, in cui ha recitato Warren Beatty, che accennava a questo genere di cose già nei primi anni Sessanta, e poi nei primi anni Settanta, perché la gente continua a chiedersi come sia possibile che qualche pazzo continui ad uccidere importanti critici del complesso militare industriale? Perché, a quanto pare, questi pazzi non uccidono mai gente che sostiene il complesso militare-industriale, non è vero? Perché non prendere di mira anche la Federal Reserve? Per quale motivo nessun pazzo ha mai pensato di assassinare qualcuno nella Federal Reserve, ma uccidono invece solo le persone che sono critiche della Federal Reserve. Sono sicuro che sia solo una coincidenza. Quindi hanno bisogno di qualcuno che sia già un po’ pazzo, che sia un solitario, che non abbia molti amici, che non abbia una famiglia numerosa, che non abbia molte persone che siano in grado di contrastare con competenza la narrazione ufficiale e che ne mettano in evidenza le contraddizioni. E quindi questo ragazzo si adatta a tale schema.

Ma hai perfettamente ragione nel dire che raramente affideresti un incarico di questa portata a questo genere di persone. E sono stato molto incuriosito dal discorso di Trump ieri sera, in cui ha detto che, quando era a terra, c’erano ancora proiettili in arrivo. Questo significa che qualcuno molto, molto bravo stava continuando a sparare. E, se non fosse stato per le sue azioni miracolose, Trump sarebbe sicuramente morto. Questo suggerisce che i colpi non sono venuti da quel ragazzo, ma il ragazzo si adatta perfettamente al profilo di capro espiatorio. La sua presenza sui social media era inesistente, il che è molto raro. E questa è un’altra cosa che ho notato: non riescono a trovare nulla su di lui, nemmeno i tabulati del suo cellulare che possano indicare l’invio di un messaggio a uno dei suoi compagni, in merito all’attentato. Ogni volta che abbiamo qualche pazzo armato che si fa uccidere troviamo anche un manifesto.

[Mark Gammon]

Fa parte del corredo abituale. Se il pazzo non lascia alcuna traccia, non si capisce quale sia la sua motivazione. Visto che sa che sta per morire, l’unica motivazione plausibile è che voglia fare la parte dell’eroe. Queste persone sono dei perfetti nessuno, ma così possono sentirsi qualcuno.

[Robert Barnes]

Esattamente, e di solito questo è il profilo di quelli che fanno stragi nelle scuole e in posti simili.

La missione quasi impossibile di fermare la guerra

E quindi abbiamo inquadrato un pochino la questione su un più vasto raggio e abbiamo avuto la conferma da Barnes, del resto ne avevamo sospetto, che l’attentato è stato organizzato da forze che vanno molto al di là del ragazzo che è stato ucciso e che è stato incolpato di questo tentativo. Per un po’ di tempo avete visto, avevo criticato anche Trump perché si stava avvicinando a personaggi estremamente pericolosi che erano decisamente improponibili e che avrebbero trasformato una sua seconda presidenza in una coppia della prima dove appunto i neoconservatori l’hanno fatta da padrone, avevano il controllo di tutte le attività strategiche. Invece la scelta di JD Vance come vicepresidente ha segnalato un cambiamento, è stato un importante messaggio con cui Trump ha fatto capire che vuole rompere con il passato, che si è reso conto che le scelte del passato erano sbagliate e che vuole qualcuno più vicino a lui e qualcuno che sia completamente allineato con la sua politica.

JD Vance si è già speso in più occasioni contro la guerra in Ucraina, recentemente ha concesso un’intervista in cui per la prima volta un politico americano, lui stesso, ha riconosciuto il fatto che la soluzione della guerra in Ucraina deve passare attraverso una serie di concessioni date alla Russia.

Innanzitutto la concessione del territorio già conquistato, la creazione di un percorso, di una zona di non interferenza se vogliamo, una zona demilitarizzata che separi gli eserciti ucraino e russo e la garanzia del fatto che l’Ucraina non entrerà mai nella NATO e resterà neutrale. Direi che quest’ultimo fattore in particolare sicuramente raccoglierà o accoglierà l’interesse dei russi che sostengono essere questo il motivo fondamentale per cui hanno invaso l’Ucraina e hanno avviato questa guerra. Quindi, J.D. Vance è la persona giusta per poter avviare insieme a Trump un percorso di distensione nei confronti della Russia.

Sia ben chiaro che nessuno crede, nemmeno Trump, immagino, che sia possibile finire la guerra in un giorno solo, vale a dire che la promessa che Trump ha fatto di finire i combattimenti, porre fine ai combattimenti, prima ancora di insediarsi alla Casa Bianca, quindi nel periodo di interregno tra l’elezione, la fine delle elezioni e quindi la nomina, la sua nomina, a caso venissero nominate di nuovo Presidente, e il suo insediamento fisico a gennaio dell’anno prossimo alla Casa Bianca, già in quel periodo di interregno lui sarebbe in grado di porre termine ai combattimenti. Questo è poco probabile, soprattutto perché i russi non sarebbero interessati a neanche prendere in considerazione delle proposte, salvo avere delle garanzie in anticipo e questa garanzia di offrire la neutralità dell’Ucraina e l’impegno al fatto che non entri mai nella NATO in futuro potrebbe essere un primo messaggio distensivo che dà il via a un’invasione a un dialogo di qualche tipo. Invece i personaggi che sono stati menzionati nel video sono tutti personaggi estremamente pericolosi.

Tim Scott, per esempio, è un senatore di colore della Carolina del Nord, uno stato molto orientato verso il complesso militare e industriale americano. Mark Rubio, invece, è un senatore della Florida, molto vicino alla comunità ex cubana di Miami e un noto guerrafondaio. Doug Burgham è il governatore del Nord Dakota e anche egli è un personaggio vicino al mondo neoconservatore. Quindi il fatto che volessero appioppare a Trump uno di questi tre personaggi di cui si parlava e che francamente mi metteva in allarme indica che in effetti volevano replicare Trump 2, la vendetta, quindi fare l’esatta copia di quello che era successo nella prima edizione.

Fortunatamente le cose sono andate in modo diverso, vedremo che il futuro abbia la copia Trump e Vance, però diciamo che questo è già un cambiamento sostanziale. Il rasoio di Henlon che viene citato nel video è un termine copiato da un altro termine che sarebbe il rasoio di Occam. Il rasoio di Occam è un principio filosofico secondo cui disponendo di diverse soluzioni di un problema bisogna scegliere preferibilmente la più semplice perché sarà quella giusta. Invece il rasoio di Henlon è più che altro un concetto di propaganda che non ha nulla di filosofico, è un concetto che è molto diffuso nel mondo della sinistra americana dove anche le cose più atroci vengono giustificate come errori e non come crimini premeditati.

Quindi il rasoio di Henlon, questo concetto che viene inculcato sugli americani di sinistra, dice che quando vedi qualcosa di strano oppure un evento eclatante non devi mai cercare di trovare il vizio dietro all’evento, probabilmente la causa è incompetenza o semplicemente incapacità, che è quello che ci hanno cercato di far credere fin dal principio sull’attentato di Trump dando la colpa al servizio segreto, dando la colpa ai poliziotti locali, dando la colpa al ragazzo che poi è stato ucciso e cercando tuttavia di smontare qualsiasi tipo di teoria che puntasse invece a una premeditazione e a una programmazione dell’attentato. Quindi il rasoio di Henlon, che di nuovo è una struttura di manipolazione mentale, di lavaggio del cervello in modo che gli stessi esperti di lavaggio del cervello riconoscono essere uno strumento importante, viene usato per giustificare il crimine ed evitare che la gente faccia troppe domande.

Si abituano le persone a pensare a errori, le cose che succedono, sono cose che possono capitare a via di questo passo. Nel video si parla anche di un momento in cui George Bush Junior ha ricevuto la notizia dell’attacco alle Torri Gemelle da una persona che glielo ha detto nell’orecchio e in quel preciso momento lo stesso fotografo che ha fatto la foto del proiettile che passava vicino a Trump ha fatto la foto a George Bush Junior che ascoltava questo individuo. Invece Sirhan Sirhan, che viene menzionato sempre nel video, era un cittadino palestinese giordano che è stato accusato dell’omicidio di Robert Kennedy Senior, quindi il padre di Robert Kennedy Junior e poi è stato rilasciato recentemente, quindi non è più in prigione.

Hanno menzionato Lee Harvey Oswald, l’ex marine degli Stati Uniti, accusato di aver ucciso John Fitzgerald Kennedy, ma che a sua volta è stato ucciso da Jack Ruby, proprietario di un nightclub di Dallas che si trova casualmente in una stazione di polizia dove c’era anche Lee Harvey Oswald, quindi l’ha ucciso impedendo che Oswald raccontasse la loro storia. Queste caratteristiche sono tipiche di tutti gli attentati importanti negli Stati Uniti, si menziona anche l’assassino di Las Vegas che era un 64enne, Stephen Paddock per la precisione, che è stato accusato di aver compiuto una strage nel 2017 sparando da una finestra di un albergo di Las Vegas sui partecipanti di un festival musicale.

Dietro a questo evento c’è molto di più, in realtà, ma non ne parleremo adesso. Se avremo la possibilità, vi darò visibilità di un’altra intervista che spiega un po’ meglio il collegamento di quell’evento con l’attentato a Trump e tutto quello che c’era dietro, però tutti questi attentatori singoli o al massimo coppie di attentatori che sono tutti malati di mente, sono stati tutti in cura da psichiatri o psicologi che anziché naturalmente curarli li hanno peggiorati ed è molto interessante tra l’altro che entrambi i genitori del ragazzo che è stato ucciso durante l’attentato a Trump erano consulenti per la salute mentale.

Quindi ci fa capire che c’è un programma generale di lavaggio del cervello di questi personaggi che poi diventano dei capri ospiatori, si espongono al pubblico in modo da poter diventare il punto centrale di attenzione, così che i riflettori si puntino su di loro anziché su coloro che effettivamente hanno compiuto l’attentato e che hanno progettato l’attentato stesso. E per capire meglio come funzionano queste cose vi rimando di nuovo al film “Ipotesi di complotto” che avevo già consigliato in passato e che so che alcuni di voi hanno visto, oppure ai due film che sono stati presi dal romanzo “The Manchurian Candidate” oppure di nuovo al film “Parallax” che vi avevo menzionato nel video e che parlano tutti di assassini resi tali a loro insaputa attraverso la manipolazione mentale. Quindi persone che erano magari già in difficoltà, avevano già delle tare mentali di qualche tipo, sono state prese in carico da uno psichiatra, uno psicologo della CIA oppure di altre organizzazioni governative, sono stati trasformati in omicidi senza che però se ne ricordassero e dopo di che sono stati attivati.

Questi esperimenti del lavaggio del cervello tra l’altro sono stati anche ampiamente sviluppati nell’Unione Sovietica e sono stati utilizzati su vasto raggio dalla CIA e dal Pentagono a partire dagli anni ’60 in avanti, anzi già dagli anni ’50 per la precisione. Nel video si parla anche di operazioni di falsa bandiera che sono molto famose perché sono quelle operazioni con cui si simula un colpevole o si crea l’occasione per poi far sì che si prendano decisioni drastiche come conseguenza. Alcune importantissime operazioni di falsa bandiera sono per esempio l’affondamento del piroscafo Lusitania che ha provocato le entrate in guerra degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, affondamento che è stato organizzato di proposito e ne parliamo meglio nella sezione “Nuovo ordine mondiale” di Mazzoni News, poi il falso incidente del Golfo del Tonchino che non è mai accaduto e che ha provocato l’inizio della guerra di Vietnam e poi possiamo, credo tranquillamente, aggiungere anche l’attentato al rettore Gemelle che ha scatenato la famosa guerra al terrore.

Quindi vediamo che sono copioni che si ripetono, si ripetono sempre di più e che da una parte trovano meno seguito nel pubblico che si sta svegliando, che si rende conto che c’è un copione che si ripete in modo talmente identico da diventare incredibile ma sono parallelamente assorbiti come totale verità da un’altra parte di popolazione che ormai è completamente sotto il controllo mentale di questo particolare tipo di attività di manipolazione sul lungo periodo a distanza attraverso vari canali. Ora Kennedy, Robert Kennedy, è un alleato di Trump, ne parlo nella prossima intervista al Vaso di Pandora e questo dà a Trump una maggiore visibilità e in un certo senso gli dà anche accesso a una serie di informazioni che Kennedy ha e che Trump sicuramente non ha. Ora vi propongo l’intervista al Vaso di Pandora rilasciata recentemente, che dà un quadro complessivo della situazione politica che si inserisce sulle conseguenze dell’attentato e che ci fa intuire quelle che potrebbero essere le evoluzioni future di una politica estera che vedesse Trump e JD Vance come protagonisti.

Dopo l’intervista farò alcuni commenti sui fatti più recenti, su quelle che sono le possibili evoluzioni e su quelle che sono le conseguenze di tali evoluzioni naturalmente. Essendo questo un video già molto lungo lo dividerò in due parti quindi le mie considerazioni personali verranno dopo l’intervista al Vaso di Pandora. E ora ecco l’intervista al Vaso di Pandora.

[Carlo Savegnago]

Amici del Vaso di Pandora, benvenuti, ben ritrovati. Un mercoledì 4 settembre dedicato alla situazione, agli eventi principali di attualità negli Stati Uniti, quindi io do subito il benvenuto in collegamento dalla Florida, Roberto Mazzoni. Ciao Roberto. Ben trovati. Allora, per i nostri nuovi ascoltatori, tra l’altro proprio oggi il nostro canale YouTube segna arrivato a 150/2.000 iscritti e volevo dire che proprio per i nostri nuovi ascoltatori ricordiamo che Roberto Mazzoni è un giornalista, già direttore responsabile di testate giornalistiche del gruppo Mondadori e del gruppo Il Sole 24 Ore. Roberto nel 2008 vive negli Stati Uniti ed è quindi cittadino americano, pertanto fa le sue analisi sugli Stati Uniti da cittadino americano che per la sua attività professionale è inserito nelle realtà politiche ed economiche del suo paese. Allora, Roberto, noi abbiamo fatto l’appuntamento, il nostro ultimo appuntamento è stato ad agosto, doveva tenersi ancora la convention dei dem, dei democratici a Chicago. Qual è la notizia, la situazione, l’evento più importante di quest’ultimo mese secondo te negli Stati Uniti?

[Roberto Mazzoni]

Direi l’alleanza tra Kennedy e Trump che per certi versi era stata paventata o preannunciata diverse volte, ma adesso si è concretizzata ed ha un’importanza fondamentale per diversi motivi. Innanzitutto la famiglia Kennedy è da sempre il riferimento, il punto di riferimento principale del Partito Democratico, storicamente è stata la famiglia che ha contribuito di più in termini di presenza politica, soprattutto nel periodo degli anni 60, degli anni 70 e poi comunque storicamente al partito e molti sono rimasti sbigottiti del fatto che Kennedy e Robert Kennedy Junior alla fine abbia stato in alleanza con Trump che è la nemesi del Partito Democratico moderno. Sarebbe come se fosse, avesse cambiato religione in buona sostanza, anche perché l’adesione al Partito Democratico moderno è sostanzialmente una religione come impostazione, devi sposare linee del partito al 100% un po’ come era il sistema sovietico di un tempo e devi seguire le direttive, infatti la piattaforma principale oggi del Partito Democratico non è tanto che sostengono Kamala Harris che come candidato è estremamente debole, ma il fatto è che non vogliono Trump e quindi preferiscono Harris a Trump e di conseguenza voteranno per Harris.

Il fatto che tuttavia Robert Kennedy abbia deciso di annunciare la sua alleanza con Trump ha sostanzialmente cancellato ogni ricordo della Convention democratica che era stata organizzata in pompa magna per celebrare qualcosa che era già stato fatto nelle segrete stanze, per dire di solito a una Convention si riuniscono i delegati delle varie regioni per eleggere il candidato presidenziale, in questo caso il candidato presidenziale era stato imposto dall’alto, i vari candidati delegati avevano già votato telefonicamente molto prima della Convention, quindi sono andati lì semplicemente a fare una kermes, a fare quello che in America si chiama una photo hop, l’opportunità di farsi fotografare, fare dei video, foto a un patto da far girare sui media.

Era tutta un’operazione mediatica di popolo, mi sembrava quello che ho visto, c’era poco, non lo so, mi sembrava una specie di festival di Sanremo, non lo so, sbaglierò, cosa dici? Dove ci sono le élite in pratica, il pubblico è selezionato, fa parte di una certa cerchia? La claque, è presente la claque che applaude, è fantastico, mentre fuori invece c’erano i manifestanti che protestavano sempre del Partito Democratico, quindi sono riusciti a contenere le proteste che potevano essere molto peggiori, però alla fine è stato semplicemente un modo per togliere l’attenzione dall’attentato Trump che improvvisamente è sparito dai media, non si è più parlato, è come se non fosse neanche successo e per concentrarlo su questo candidato, Kamala Harris, che è stato presentato come se fosse la cosa più bella del mondo, mai vista, quando le stesse persone che l’hanno glorificata, qualche settimana prima la giudicavano pubblicamente come una persona inadatta, una palla al piede per Biden, uno dei personaggi politici più peggiori che si è mai visto, quindi un cambio di direzione improvviso da parte dei media, a cui siamo del resto abituati, che indirizzava il fatto che ci fosse la compattezza verso una missione unica che era quella di fare propaganda, cancellare l’attentato a Trump, cancellare l’attenzione su Trump e concentrare tutto sulla convention repubblicana, noi invece abbiamo avuto degli interventi interessanti e concentrare tutto su questa convention che praticamente non hanno detto praticamente niente.

[Carlo Savegnago]

Tra l’altro, scusami Roberto, ti interrompo un attimo perché è importante una cosa ricordare e sottolineare che allora adesso è stata imposta dall’alto la Kamala Harris, è stata ritirata la candidatura di Biden e io vorrei ricordare che tu avevi previsto già nel 2022 che Biden non sarebbe arrivato alla fine del mandato, invito i nostri ascoltatori ad andare a vedere le interviste con Roberto Mazzoni nel 2022 perché ci sono le testimonianze, basta andare a cercare nel nostro sito in generale in Internet e avevi proprio ipotizzato, tu la davi per certa questa cosa che quindi con una previsione è un esporsi veramente notevole, perché a parte i presidenti morti e ammazzati, ma in che casi Biden ha riuscito a dire che arriverà in qualche modo alla fine del mandato, a parte che credo che adesso ormai non eserciti più, probabilmente è già stato imbragato, ma quanti sono i casi di presidenti che per motivi non legati alla morte di partita non hanno terminato il mandato? Ricordo Nixon con Watergate e basta, quindi la previsione era veramente forte, eppure ricordo perfettamente che lo dicevi, certamente non arriva a fine mandato.

[Roberto Mazzoni]

Sì, l’avevamo ripetuta anche in temi più recenti, abbiamo ipotizzato Newsom, poi Newsom è stato scartato come potenziale perché non si voleva mettere in gioco su un’elezione che può essere molto a rischio come questa, e hanno messo Kamal Harris che è un’amica intima di Newsom, viene dalla California, è sostenuta da Nancy Pelosi che è un punto nevralgico in California, oltre che nel partito, e naturalmente Hillary Clinton che la telecomanda a distanza. Quindi è il sostituto migliore di Newsom, però sacrificabile, perché qualora non venisse eletta dicono “pazienza, è successo, alle prossime elezioni presenteremo dei candidati più forti”. Quindi è la situazione, se vogliamo, di ripiego che sono riusciti a conciliare meglio, anche perché c’erano dei problemi pratici legati alle donazioni, vuole dire poiché Biden ha puntato i piedi, non voleva assolutamente ritirarsi, l’hanno costretto, sono andati molto avanti nel tempo e a un certo punto i donatori hanno detto “basta, noi blocchiamo i fondi, non vediamo più un centesimo se non togliete Biden di mezzo” e così è intervenuto Obama, è intervenuta Pelosi, sono intervenuti tutti, l’hanno fatto fuori.

Però ormai era già tardi, quindi cosa succedeva? Non era più possibile trasferire questi fondi, i fondi già raccolti, ad altri candidati, bisognava per forza continuare con Harris, perché il pacchetto originale era Biden-Harris, quindi Harris ereditava i soldi e a quel punto poteva inserire un nuovo vicepresidente.

[Carlo Savegnago]

C’è quello che avevi, e ritorno ancora alle tue analisi del 2022, che diceva che ci sarebbe stato un ticket Biden-Harris, quindi a Biden sarebbe succeduta la Harris in pratica.

[Roberto Mazzoni]

Esattamente, quindi questo già il fatto che un presidente venga costretto a ritirarsi dal suo stesso partito, perché nel caso di Nixon era stato il partito avversario, il partito democratico che aveva fatto pressione su Watergate e l’aveva costretto a dimettersi, in questo caso è stato il partito medesimo che aveva eletto questo presidente a costringerlo a ritirarsi, quindi è un evento importante di discontinuità rispetto al passato che giustifica anche la posizione di Kennedy, a cui è stato impedito, vi ricordo, di partecipare alle primarie del partito democratico, pur essendo lui un nome importante nel partito democratico ed essendo un membro storico del partito democratico medesimo, gli è stato impedito e quindi a un certo punto si è riposizionato come indipendente, a quel punto gli hanno fatto una serie di cause per impedirgli di candidarsi in vari stati, nonostante fosse indipendente, è riuscito a superare quegli ostacoli, adesso tuttavia si rendeva conto che sarebbe stata una battaglia in salita costante e rischiava di bruciare il proprio lavoro e quindi ha fatto, anzi ha ricevuto una telefonata da Trump, perché poi lui ha raccontato come è andata la cosa in una recente intervista in cui ha detto, subito dopo l’attentato.

L’ha chiamato e gli ha offerto la posizione di Vice Presidente e Kennedy ha rifiutato, perché dice la posizione di Vice Presidente è una posizione abbastanza secondaria, che ha poco potere e non mi interessava collocarmi in quella posizione e comunque volevo salvaguardare il lavoro fatto sulla raccolta firme, enorme, sulla mia presenza sui vari seggi elettorali per consolidare quella che potrebbe essere la formazione di un terzo partito in futuro e di conseguenza ho rifiutato la posizione di Vice Presidente.

[Carlo Savegnago]

Questa è un po’ uno scoop che ci dà in un certo senso, perché questa non era emersa francamente.

[Roberto Mazzoni]

No, non era emersa, però lui l’ha confermato personalmente durante un’intervista, penso l’altro ieri, e ha raccontato anche inoltre che tuttavia Trump, questo mi ricordo perché una parte di quella famosa conversazione telefonica è trapelata grazie al figlio di Kennedy, Robert Kennedy, che l’aveva messa online e sentiva Trump che parlava appunto con Kennedy e che diceva di essere pentito di quello che aveva fatto sui vaccini, in una certa misura che si era reso conto che in effetti possono essere pericolosi. Questa è stata la prima volta che Trump ha messo privatamente, però finalmente anche questo è stato un segno positivo da parte di Trump, perché fino adesso, e come tu sai io non ho mancato di criticare Trump quando era necessario farlo, però in questo caso questo è stato un segno molto positivo da parte sua e poi ha detto abbiamo molti punti in comune, potremmo collaborare, potremmo lavorare insieme.

E quindi sulla base di questo primo contatto Kennedy ha poi ricontattato Trump, si sono mantenuti in contatto, anzi il contatto iniziale è stato avviato da una dottoressa che sta facendo tutto un lavoro per ripristinare un livello di salute individuale migliore per gli Stati Uniti, infatti il messaggio di Kennedy è “Make America Healthy Again”, rendere l’America di nuovo sana.

[Carlo Savegnago]

Ah, non più MAGA, “Make America Great Again”, adesso “Make America Health Again”.

[Roberto Mazzoni]

Questo è il messaggio di Kennedy.

[Carlo Savegnago]

Ah ok, sì sì certo, MAHA. In questo modo si salda con MAGA perché è “Great and Healthy”.

[Roberto Mazzoni]

Lui poi ha detto che in effetti con Trump si sono trovati, innanzitutto si è trovato molto bene con i collaboratori di Trump che hanno mantenuto fede ai vari impegni durante questa trattativa e sono dimostrati molto aperti, tra l’altro l’altra cosa importante è che qualora Trump venisse eletto, Kennedy farà parte del team iniziale che selezionerà le persone da inserire alla Casa Bianca, quindi avrà una posizione molto strategica perché sarà alla Casa Bianca fin dal primo giorno, in buona sostanza, e deciderà chi verrà scelto per inserirlo, tra l’altro ha spiegato di nuovo che Trump nel 2016 non si aspettava assolutamente di vincere, che fu una sorpresa per lui medesimo e che quindi si trovò alla Casa Bianca spiazzato, si è trovato in previsione della Casa Bianca e ha detto “cavolo adesso che faccio?” Questo gli ha raccontato Trump, ci dice che gli ha raccontato Trump.

[Carlo Savegnago]

Intanto è stato il primo presidente dopo almeno 50 anni che non ha avviato nuove guerre e quindi quello è già una cosa… infatti non ha vinto il Nobel per la pace ovviamente, perché il Nobel per la pace viene dato al contrario.

[Roberto Mazzoni]

Esattamente, ma in questo caso non perché non avesse idea di cosa volesse fare alla Casa Bianca, ma appena inserito non sapeva chi nominare, non sapeva che persone scegliere, infatti abbiamo visto entrare ogni genere di personaggio improponibile nella Casa Bianca di Trump, tutti i nemici di Trump che potevano essere ci sono stati inseriti, più lo sgambetto da parte degli FBI, tutta quella serie di eventi che l’ha colto in preparato.

Quindi in questo caso lui dice “ho imparato lezione, non mi fottono più una seconda volta e perciò voglio qualcuno che sia ben introdotto nel mondo di Washington, può essere Kennedy, perché in ragione della sua storia, della sua famiglia, naturalmente conosce molti degli scheletri che sono in giro nei vari armadi e perciò attraverso la presenza di Kennedy e altre persone scelte in modo più accurato, assicurarsi di avere nella Casa Bianca individui che siano effettivamente a sostegno di quello che serve il mandato che si dà a Trump e che si dà anche a Kennedy, che sarebbe chiudere assolutamente e categoricamente la guerra in Ucraina finita, questo è il punto numero uno.

Punto numero due, mettere sotto controllo l’immigrazione illegale, punto numero tre, riportare sotto controllo l’epidemia di malattie croniche che ormai influenza più di metà della popolazione, soprattutto il 40% degli adolescenti, quindi riportare sotto controllo il sistema sanitario che decisamente è andato per la tangente e riportarlo sotto controllo non soltanto in termini di denaro speso, ma soprattutto in termini di risultati ottenibili, invece di riempire la gente di medicinali per tutta la vita, fare in modo che invece guarisca potenzialmente.

Questi sono i tre mandati primari, oltre che naturalmente rimettere in sesto un po’ l’economia con un piano economico definito da Trump che già conosciamo, che verterà soprattutto su rimpatrio di industrie strategiche e l’imposizione di tariffe in modo da proteggere in qualche modo l’economia americana nei confronti dell’economia cinese o di altre economie, che di per sé stesso non è una buona cosa perché porta alla crescita dell’inflazione, alla crescita dei prezzi nel breve periodo, ma se affiancato a un robusto incremento, a un sostanziale sviluppo dell’industria interna, allora può essere compensato e abbandonato dopo qualche anno.

Quindi è un percorso delicato, d’altro canto la situazione è estremamente delicata, considerando il livello di debito pubblico e il livello di disoccupazione crescente e in generale il livello di povertà che sta aumentando nei Stati Uniti, c’è molta gente che oggi ha debiti sulle carte di credito che non riesce più a ripagare. Quindi questo evento credo che sia importante perché segna secondo me una svolta definitiva per il Partito Democratico, io non credo che il Partito Democratico potrà continuare a sopravvivere come oggi, vedremo che tipo di sviluppo avrà, se si frammenterà, che cosa succederà all’interno.

[Carlo Savegnago]

Questo è molto interessante, hai un’idea tu di come potrebbe svilupparsi? Tra l’altro mi puoi confermare che all’interno del mondo dei democratici c’è una componente anche piuttosto rilevante che addirittura non sosterrà la Harris, ma che magari voterà per un altro partito tipo i Verdi?

[Roberto Mazzoni]

Sì, infatti il problema del Partito Democratico è sempre stato, come detto adesso il Partito Democratico che a sua volta è diviso in due al proprio interno, ci sono i cosiddetti moderati, poi ci sono i progressisti che potrebbe essere l’estrema sinistra. L’estrema sinistra ha sempre votato in linea col partito, qualunque cosa il partito facesse, perché per loro era essenziale comunque che vincesse il partito prima ancora che vincessero le loro opposizioni. Tuttavia con la guerra in Israele, con il supporto agli israeli dato da Antony Blinken, da Biden, dalla Harris, da tutta praticamente la Casa Bianca, la fazione di orientamento arabo che costituisce una componente importante di questa estrema sinistra si è dissociata in modo definitivo, tant’è che hanno avuto proteste all’esterno della convention, tant’è che hanno mandato persone dentro la convention per cercare di contestare la Harris e sono stati zittiti, certo questo non ha contribuito.

Quindi laddove prima nei confronti di Biden c’era la posizione di dire non voteremo per Biden, ci asterremo dal votare, non lo sosterremo, nel caso della Harris invece è nato un nuovo movimento e questo movimento promette di votare contro la Harris, di fare tutto il possibile per impedire che la Harris venga eletta, che è la stessa posizione di Kennedy, Kennedy dice io mi sono alleato con Trump perché non possiamo assolutamente consentire alla Harris di essere eletta, perché sarebbe un disastro per la nostra società, quindi da una parte abbiamo Kennedy che trascina voti dal centro, dal centro storico del Partito Democratico verso Trump, perché noi sappiamo che il Partito Democratico ormai sono stati indottrinati nell’idea che non è tanto la piattaforma politica presentata, quanto l’opposizione a un personaggio, quindi loro votavano per Biden perché era l’alternativa a Trump, adesso hanno uno di loro che ha una presenza storica importante che dice no, votiamo per Trump perché non vogliamo Harris assolutamente, e questo porterà via un po’ di elettori, non sappiamo quanti, però ne porterà via sicuramente alcuni, in più abbiamo dall’altra parte una contingente importante che è importante negli stati che fanno la differenza, i swing states, dove c’è una componente demografica importante di origine araba palestinese che invece ha dichiarato che farà di tutto per far sì che la Harris non venga eletta votando per i verdi in questo caso, dove il candidato dei verdi è a sua volta di origine di regione ebraica, ma è contrario alla posizione Israele.

E Jill Stein e se vi ricordate già nel 2016 Jill Stein fu prima dei russi, fu incolpata di essere il motivo per cui la Clinton perse, perché alcuni voti strategici andarono a Jill Stein invece che alla Clinton e siccome Kamala Harris è Clinton 2, la vendetta, potrebbe essere la stessa cosa, perciò direi che queste due posizioni, ci sono due posizioni che uno azzerano completamente la DNC, la convention democratica, che diventa del tutto irrilevante e vediamo che in ogni caso anche nei confronti della Harris anche la propaganda incomincia un pochino a scricchiolare, innanzitutto perché fino adesso è un po’ come Biden, la tengono in naftalina, non la espongono proprio, la imbragano, la tengono lì sotto controllo mi sembra.

[Carlo Savegnago]

anzi leggevo l’altro giorno che ha concesso un’intervista, quindi merita di essere detto che ha fatto un’intervista, non la espongono, la tengono proprio…

[Roberto Mazzoni]

Esatto perché temono le conseguenze, quindi questo comunque non è una posizione forte e noi notiamo un’altra cosa importante, perché poi le cose si collegano, recentemente c’è stata una delegazione ucraina in visita alla Casa Bianca che aveva lo scopo di convincere la Casa Bianca a fornire più armi, quindi un nuovo pacchetto di aiuti finanziario entro la fine dell’anno all’Ucraina, più il permesso di usare le armi già fornite o quelle fornite in futuro per colpire l’interno del territorio russo, quindi razzi a lunga distanza e la delegazione è stata raccolta con massima freddezza da parte del Pentagono, proprio un’atmosfera di gelo assoluto e sono tornati con le pive nel sacco, quindi sono tornati a casa con le pive nel sacco e notiamo che in un certo senso forse anche una maggiore disattenzione da parte del Pentagono nel confronto dell’Ucraina, si mostra anche l’incidente dell’F16, l’aereo abbattuto, che è stato abbattuto da un missile Patriot, quindi un missile ucraino, perché l’aereo non era stato programmato per essere riconosciuto come aereo d’amico.

[Carlo Savegnago]

Sì, tra l’altro nella rubrica che abbiamo, la rassegna stampa settimanale russa con la giornalista Tatiana Santice, abbiamo rilevato proprio la scorsa settimana anche l’ironia di Mosca su questo abbattimento, perché Mosca stessa ha fatto ironia su questo. Ti lascio un attimo finire perché poi ho una notizia che ho visto e che è comparsa poco fa dall’International Defense Analysis sui missili. Prego intanto Roberto, volevo sentire il tuo commento.

[Roberto Mazzoni]

C’è un progressivo distacco come posizione da parte del Pentagono e in parte anche dalla Casa Bianca rispetto all’avventura di Kursk degli ucraini e vediamo sui media americani che incominciano a esserci dei resoconti piuttosto critici su questo tipo di incursione, non tanto perché non approvino il fatto che gli ucraini siano entrati in territorio russo, quanto perché l’esito rischia di essere estremamente negativo per gli ucraini. Quindi viene dipinta come un’operazione ad alto rischio, nella quale i media americani stanno cercando di far capire agli americani che il Pentagono non c’entrava, non ha partecipato, infatti sembra che l’intera operazione sia stata progettata a Londra.

Ma al di là di questo, questo lascia capire che probabilmente sono anche pronti a far cascare la botola sotto Zelensky, perché nel momento in cui la stampa americana in modo abbastanza concertato incomincia a attaccare e a criticare una certa politica, così come abbiamo visto con Biden, vuol dire che è arrivato il momento e non sappiamo se il momento sarà domani o dopo domani, però la situazione militare in Ucraina è critica e a questo punto serve a qualcuno che cada sulla spada per essere incolpato di tutte quante…

[Carlo Savegnago]

Tra l’altro ci sono, proprio a notizie di oggi, dimissioni quasi a catena nel governo di Zelensky, si è dimesso anche il ministro degli esteri, Kuleba, però ti riporto, possiamo dire quasi in tempo reale una notizia della International Defense Analysis che dice che gli Stati Uniti sono vicini, però non è stato ancora accordato, comunque sono vicini a un accordo per fornire all’Ucraina i missili AGM 158 JASM, che leggo qui, hanno una gettata di 575 miglia, quindi 925 chilometri, sono missili a medio lungo raggio, quindi si sentono delle cose di Zelensky sempre più in difficoltà, ma anche che potrebbe verificarsi una fornitura di questo genere. Tra l’altro dammi il tuo parere, c’è una parte del Deep State che prima punterebbe a una escalation, forse definitiva del conflitto, prima delle elezioni, riallacciandoci a quello che stavi dicendo prima, che dicono che Trump ha affermato se vado alla Casa Bianca il discorso dell’Ucraina lo si risolve velocemente, quindi forse stanno cercando un’escalation prima?

[Roberto Mazzoni]

La situazione a Washington può cambiare dal giorno con l’altro, quindi non è mai completamente prevedibile, quello che abbiamo visto e che credo che ormai sia abbastanza confermato è che il cosiddetto Deep State sia spaccato in due, quindi c’è una parte che vuole comunque sostenere a oltranza la posizione dell’attuale Presidenza, che vuole far sì che Kamal Harris venga letta in ogni caso e in ogni modo e che tra questi potremmo probabilmente inserire la CIA per esempio e che la guerra in Ucraina quindi continui la sua escalation fino al livello necessario per poter eventualmente sospendere anche le elezioni, perché non sembra che Kamal Harris sia proiettata anche prevedendo una presenza di brogli importanti che non possiamo escludere, visto che le condizioni di base non sono cambiate rispetto al 2020, nonostante ci sono troppe cose in ballo e c’è una componente invece del Deep State che si sta schierando dall’altra parte, ci dice basta con questa avventura, ci stiamo infilando in problemi che sono più grossi di noi, è il momento di fermarla, di chiudere, infatti abbiamo visto il muro sostanzialmente nel confronto della delegazione ucraina, è chiaro che poi gli ucraini hanno i modi per muoversi e per fare pressione sull’altra componente che invece è a loro favore e queste due componenti se la stanno battagliando, perciò non sappiamo come andrà a finire, anche se in un periodo di incertezza come questo è difficile che vengano decisioni ufficiali dalla Casa Bianca, perché potrebbero avere conseguenze politiche importanti, quindi se succederà sarà qualcosa tipo l’esplosione del Nord Stream 2.

Perciò non tanto un accordo quadro che potrebbe essere smentito domani perché di nuovo a Washington le cose cambiano facilmente, però da un punto di vista di posizione politica potrebbe avere conseguenze troppo negative in termini elettorali, di conseguenza visto che anche Biden è abbastanza fuori dal giro ormai e Biden era uno dei principali, il principale sostenitore dell’Ucraina anche per motivi personali, il fatto che si facciano circolare queste notizie potrebbe essere anche semplicemente un messaggio per creare una certa pressione ai confronti dei russi, una specie di pressione reciproca in termini di propaganda, perché razzi di questo tipo per essere messi in funzione richiedono un personale americano, è escluso nel modo più assoluto che un ucraino possa usarli domani o anche fra sei mesi, il periodo di formazione.

Se fosse così e se fosse autorizzato sarebbe una dichiarazione di guerra ai confronti dei russi, i russi la interpreterebbero in quella maniera e di conseguenza a quel punto l’escalation sarebbe molto probabile e potrebbe essere un’escalation nucleare, per questo credo che abbiano tutti le idee molto chiare ed è per questo che anche all’interno del Pentagono ci sono alcuni che non sono assolutamente favorevoli ad andare in quella direzione, l’hanno capito anche perché i russi sono stati categorici, Lavrov, Putin hanno fatto dichiarazioni in tempi recenti che sono inequivocabili in tal senso.

[Carlo Savegnago]

Anche Lavrov proprio oggi, ha detto che gli Stati Uniti stanno scherzando con le nostre linee rosse.

[Roberto Mazzoni]

Esatto e poi ha parlato recentemente che sono come dei bambini che giocano con i fiammiferi e vede questo caso, questo passo. Quindi il punto è che siamo effettivamente sulla linea rossa, ci siamo, questa è una linea rossa reale e credo che, anzi lo vedo perché lo vedo da quello che sono poi comportamenti a volte contraddittori perché sono due fazioni che sono in una lotta furibonda tra loro, anche perché tieni presente che c’è tutta un’industria, di cui parlava anche Eisenhower nel suo discorso di commiato che ho pubblicato più volte sul mio sito, quindi stiamo andando al 1961, un’industria, la difesa americana, che ha preso controllo di gran parte dei gangli vitali della politica e non solo della politica negli Stati Uniti, che fa un sacco di soldi vendendo armi che costano uno sproposito e che ormai non funzionano più tanto bene.

Tutta questa industria deve essere smantellata e sostituita con altre industrie, perché è evidente che gli Stati Uniti continueranno a avere una coppia industriale della difesa, dovranno avere delle armi e potersi difendere, questo credo che sia la normale evoluzione di una nazione, tuttavia devono essere armi diverse, se c’è una cosa che la guerra in Ucraina ci ha dimostrato è che l’attuale armamentario nato non è adeguato, è troppo evoluto, troppo complesso, richiede un periodo di addestramento lunghissimo affinché un operatore riesca a usarlo in modo efficiente, è progettato per guerre che non sono quelle che si combatteranno in futuro e in più è estremamente vulnerabile perché richiede una manutenzione enorme, basta un colpo anche di striscio che rende l’apparecchiatura inutilizzabile, ci vogliono tecnici specializzati, pezzi di cambio speciali, ci vuole tutta una serie di attività di supporto che sono ingestibili.

[Carlo Savegnago]

Ti posso dire che un paio di settimane fa il ministro degli esteri Guido Crosetto ha dichiarato, è una cosa che ha fatto in un certo senso scalpore visto l’allineamento totale che c’è del governo italiano alle direttive di Washington, ha detto che veramente ha sorpreso questa cosa che il conflitto in Ucraina sta dimostrando, ha dimostrato che la tecnologia militare della NATO non sta al passo con quella russa e cinese. La notizia non è la notizia in sé che l’abbia data e che abbia fatto questa affermazione.

[Roberto Mazzoni]

Perché evidentemente si sono collegati con la fazione che sta vincendo all’interno, è evidente che tu puoi dire quello che vuoi, l’America ha tanti difetti, però gli americani dopo un po’ imparano dagli errori, magari ci vuole un po’, magari devono sbattere il suo, ma alla fine sono anche veloci nel porvi rimedio una volta che hanno capito che le cose non funzionano.

[Carlo Savegnago]

Scusami la battuta, come i tedeschi imparano dagli errori.

[Roberto Mazzoni]

Uguale, è preciso. Almeno così è stato in passato, mi auguro che sarà anche in futuro. Non è così per tutti e ci sono alcuni che invece sono fissi sulle loro idee fisse, ma questo che sia una cosa davanti agli occhi di tutti è innegabile, perciò è necessaria una profonda revisione dell’intera politica e già Trump quando era stato alla Casa Bianca aveva parlato degli aerei più recenti che costavano uno sproposito e richiedono un costo di manutenzione improponibile e tra l’altro credo che solo il 20% siano operativi, tale è l’inefficienza di questi apparecchi. È chiaro che in una condizione di questo genere una guerra non la vinci, la puoi perdere. Di conseguenza la spinta è in direzione di armamenti molto più piccoli, basati sull’intelligenza artificiale, l’uso dei droni.

È un’evoluzione che non può essere fermata e per quanto possano cercare di tardarla, per quanto possano rompere il contro, io ho partecipato a alcune riunioni di questi fornitori della difesa, sono degli squali letteralmente, squali che però sono pronti a sbranarsi tra di loro alla prima occasione, perciò ci sarà un bagno di sangue letteralmente nei prossimi mesi all’interno di quel contesto da cui emergeranno nuove forze e queste nuove forze già si intravedono, sono una nuova generazione di high tech orientata all’intelligenza artificiale e poi sull’intelligenza artificiale possiamo avere tutte le nostre riserve del caso, però sta arrivando, anzi è già qui con noi e quindi farà parte del futuro e molto più orientate verso personaggi come Elon Musk e come la Paypal mafia, quel gruppo di investitori, di imprenditori high tech che si era schierato prima abbastanza dietro a De Santis all’inizio della campagna elettorale e poi quando De Santis naturalmente si è ritirato, si è schierato con un patto dietro a Trump.

[Carlo Savegnago]

Come vedi la figura di Elon Musk in prospettiva anche politica?

[Roberto Mazzoni]

Direi che è un astro nascente, con tutte le riserve che dobbiamo fare sul caso, però direi che è un personaggio che ha un seguito notevolissimo negli Stati Uniti, a differenza di Bill Gates che non è particolarmente popolare o di Zuckerberg che non è particolarmente…

[Carlo Savegnago]

Neanche in America Bill Gates è popolare?

[Roberto Mazzoni]

No, sono ricchi, sono rispettati perché sono ricchi, ma non è che siano personaggi popolari, non hanno persone che seguono qualsiasi cosa che facciano con ammirazione e quasi adorazione, mentre invece… Tanto meno mi fa di capire che sono stimati? No, infatti, mentre invece Elon Musk è diverso, o lo odi o lo ami, però ha un seguito importante, in più ha dimostrato una capacità imprenditoriale in dubbia, nel senso è riuscito a creare realtà importanti che sono anche importanti per la difesa, vi ricordo che senza i sistemi di comunicazione satellitari di Musk la guerra in Ucraina sarebbe già finita da tempo, perché non avrebbero modo per comunicare tra loro e che comunque la guerra in Ucraina ha dato modo all’azienda di Musk di confrontarsi con un avversario reale, la Russia, che è molto avanti nei sistemi di interferenza elettronica, di manipolazione dei segnali radio, di intercettazione e di modifica di tali segnali a proprio vantaggio, che stanno potenziando e migliorando la propria tecnologia interna, quindi sono effettivamente sul campo di battaglia e sono molto più avanti di quello che potrebbe essere il Pentagono.

Il Pentagono è un’infrastruttura che fin dall’inizio era inefficiente, tant’è che mi ricordo durante la seconda guerra mondiale c’erano delle storie che giravano tra i marines, i marines all’epoca non facevano parte del Pentagono, il Pentagono è nato per gestire l’esercito, quindi solo l’esercito, poi ha incamerato l’aviazione, ma la marina e i marines erano esterni e c’era la battuta che diceva uno dei nostri ha conquistato la spiaggia di un’isola e la sta difendendo contro i giapponesi ed è stato sostituito da due divisioni dell’esercito che poi si sono ritirate, quindi non c’era nessuna stima proprio zero da parte dei marines nei confronti del Pentagono, il Pentagono è sempre stata una struttura totalmente inefficiente, totalmente incapace, lo stesso Patton lo diceva e se non ci fosse stato Patton anche l’esercito americano durante la seconda guerra mondiale avrebbe fatto abbastanza poco, devo essere sincero, quindi invece hanno fatto molto i marines, l’aviazione naturalmente ha avuto il suo ruolo e la marina, la flotta, poi la flotta è stata inserita nel Pentagono, abbiamo visto che fine ha fatto e adesso non riescono neanche a sconfiggere gli Houtis, e i marines pure loro mi sembrano su una direzione pericolosa, per cui l’intero sistema del Pentagono non sta più in piedi, non funziona, non ha mai funzionato e adesso sta diventando eclatante anche per coloro che gestiscono il potere negli Stati Uniti, anche per i poteri forti, i poteri della finanza, hanno capito.

Il Pentagono è sempre stato l’esattore delle tasse per i grandi banchieri di Wall Street, se tu non pagavi i prestiti fatti dalla Banca Mondiale al Fondo Monetario Internazionale ti mandavano i marines, ti mandavano l’esercito, è sempre stato così, questo è da dare al principio, però nel momento in cui hai un esercito che perde soltanto, come esattore è un po’ schifo, di conseguenza è necessario cambiare strategia, quindi c’è una collimazione generale dove da una parte abbiamo una fazione rappresentata da Biden, da Harris, dai vetero comunisti di quel gruppo che sta cercando di portare avanti un impianto stile guerra fredda che ormai non funziona più, non ha mai funzionato, non ha funzionato in Vietnam, non ha funzionato in Afghanistan, non ha funzionato in Iraq, non ha funzionato da nessuna parte.

E c’è invece una nuova fazione che ha detto basta, vogliamo una volta tanto evitare di fare guerre in cui siamo sicuri di perdere e invece riconfigurarci anche perché la situazione interna degli Stati Uniti sta diventando effettivamente critica, la quantità di persone, giovani, uomini che siano in salute sufficiente per poter essere reclutati è in calo vertiginoso, in ragione delle condizioni fisiche sempre peggiori della popolazione e in più c’è sempre meno persone che sono disponibili a farsi reclutare, sappiamo di navi che sono ferme perché non hanno abbastanza persone per mettere l’equipaggio su quelle navi, così pure l’esercito ha dovuto ridurre le proprie stime di reclutamento perché non trova le persone, quindi è una direzione che è insostenibile per gli Stati Uniti medesimi, quindi questa elezione secondo me sarà un’elezione assolutamente determinante.

[Carlo Savegnago]

Senti Roberto ho un’ultima domanda perché abbiamo fatto ormai circa 40 minuti molto densi come è sempre nei nostri appuntamenti, mi ricordo bene, non mi è sfuggito assolutamente un passaggio che hai fatto ancora prima durante l’intervista che hai detto una cosa del genere, se si terranno le elezioni, non è così certo, scontato e ovvio che si terranno secondo te?

L’ipotesi che non si tengano non è un’ipotesi solo scolastica da film di fantascienza?

[Roberto Mazzoni]

No, ci sono diversi commentatori che la propongono già da un po’ di tempo, non sono semplicemente complottisti. Anche qui ad esempio, qui al Vaso di Pandora è già stata avanzata questa ipotesi argomentata ovviamente, cosa potrebbe succedere? Come sarà la campagna elettorale? Siamo in inizio di settembre, ottobre, due mesi e mezzo, manca poco ancora, che due mesi e mezzo saranno? A te piace fare le previsioni e ti apprezziamo molto per questo, anche perché ci vuole anche consapevolezza e coraggio per esporsi in previsioni, codici, è difficile adesso capire. Tante cose in movimento, quello che sappiamo per certo è che sarà la campagna elettorale più violenta che si sia vista nell’ultimo decennio.

[Carlo Savegnago]

Quindi ci sarà un’escalation da quel punto di vista in campagna elettorale adesso?

[Roberto Mazzoni]

Ci sarà un’escalation, perché dovranno fare tutto per tutto, ma e quindi propaganda, qualche colpo di scena, ma saranno più che un altro, probabilmente credo che cercheranno di nuovo di mettere in galera Trump, c’è un nuovo tentativo in corso, questo è uno degli obiettivi, l’altro obiettivo è che gli impediscano di insediarsi alla Casa Bianca o quello che fosse eletto, che contestassero la certificazione degli editori in Senato, quindi sono una serie di passaggi che sono già previsti, già annunciati, quindi da parlamentari del Partito Democratico.

Però ci sono diversi commentatori politici inseriti in vari circuiti informali, che già da qualche mese dicono che è possibile che le elezioni vengano sospese, che perciò si crei una specie di governo di emergenza, nell’attesa che si risolva una situazione di emergenza, un po’ come hanno fatto in Ucraina, perché quello che succeda serve un evento eclatante, che non possiamo escludere, ci auguriamo tutti che non ci sia, però non possiamo escluderlo, deve essere un evento che sia alla portata della CIA, il Pentagono non credo che sia pronto, sia disponibile come posizione ufficiale attraverso la NATO e tutto il resto a fare delle mosse in tale direzione, anche perché mi sembra che i tedeschi ormai si stanno dichiarando sconfitti sul fronte della NATO, perché hanno avuto pessimi risultati elettorali e in più hanno problemi economici che cominciano a essere importanti.

[Carlo Savegnago]

Si paventa la chiusura di due stabilimenti della Volkswagen, sarebbe la prima volta in 87 anni di storia della casa automobilistica.

[Roberto Mazzoni]

Perché la Volkswagen perde soldi in Europa, l’unico posto dove fa soldi è la Cina e siccome i tedeschi vogliono imporre delle sanzioni contro i cinesi, la Volkswagen ha detto, facciamo così, mi trasferisco direttamente in Cina e abbiamo risolto questo problema, perché sennò chiudo baracca e burattini direttamente, per cui la situazione economica tedesca è critica, la situazione francese nel caos, i britannici non sono messi molto meglio, anche se i britannici potrebbero tentare un colpo di coda, vediamo che prima hanno detto sì, siamo stati noi ad aver organizzato l’incursione a Kursk, poi dopo dicono no, ma in realtà non siamo disposti a dare i nostri razzi a lunga gittata e poi cambiano ancora avanti e indietro. Quindi potrebbe essere semplicemente una guerra di retorica, c’è da dire che i russi stanno avanzando più velocemente e questo potrebbe creare un momento di crisi importante, non lo sappiamo, ci auguriamo di no, però non si può escludere.

[Carlo Savegnago]

Certo, guarda io direi che con questa ultima tua analisi che lascia molti punti in sospeso e molti punti anche preoccupanti, direi che chiudiamo il nostro appuntamento e vedremo gli sviluppi, nel frattempo sicuramente ci sarà molto di cui parlare nel nostro prossimo appuntamento, sicuramente, ma noi possiamo contare sulla preziosa corrispondenza e preziosa analisi in loco di Roberto Mazzoni. Un collegamento alla Florida, Roberto che ringrazio molto, grazie, grazie veramente Roberto.

Roberto Mazzoni

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