Le elezioni presidenziali si stanno concludendo, mancano gli ultimissimi risultati, però ormai sappiamo con certezza che ha vinto Donald Trump, quindi il 47° Presidente degli Stati Uniti sarà Donald Trump. Il risultato è stato travolgente, se guardiamo la mappa elettorale notiamo una quasi totalità di colore rosso per indicare le aree in cui ha vinto il presidente repubblicano e alcune chiazze blu nei posti dove Kamala Harris ha resistito.
Ma il risultato è particolarmente significativo perché quando andiamo a vedere i dati in più dettaglio notiamo che Trump ha guadagnato posizioni praticamente ovunque, anche negli Stati che sono rimasti democratici, che hanno votato per il partito democratico perché sono stati storicamente orientati in tal senso come la California o New York. Vediamo addirittura un guadagno di posizioni importante da parte di Trump nella città di New York, in particolare nel quartiere del Bronx dove in precedenza non era mai successo che un candidato repubblicano guadagnasse posizioni. Quindi è una onda rossa, alcuni l’hanno chiamata, ma io direi più che altro un fenomeno Trump perché quando andiamo a vedere di nuovo i risultati di dettaglio vediamo che Trump ha guadagnato molto di più o decisamente di più rispetto a quanto possano aver guadagnato i vari esponenti del partito repubblicano, senatori piuttosto che parlamentari in lizza.
Quindi è la persona che più di tutti ha guadagnato durante queste elezioni e che non ha beneficiato del traino del suo partito, anzi ha trainato il partito dietro di sé. Cosa che invece è esattamente l’opposto per Kamala Harris dove quasi tutti i senatori democratici che sono stati riconfermati in questa elezione hanno avuto prestazioni migliori rispetto a Kamala Harris. Quindi Kamala Harris era il candidato peggiore che il partito democratico potesse mettere in lizza e Donald Trump era il candidato migliore che il partito repubblicano potesse mettere in lizza, vale a dire chiunque altro candidato avessero scelto i repubblicani avrebbe avuto prestazioni inferiori e probabilmente avrebbe perso o magari non avrebbe vinto con questo margine. Ora il voto che abbiamo visto è naturalmente un voto di protesta come abbiamo visto anche in altri posti dell’occidente, in Europa, in Gran Bretagna in particolare.
In questo caso abbiamo anche delle connotazioni nuove per l’America, vale a dire una componente molto importante del elettorato che ha sostenuto Trump viene dalla popolazione latina, quindi gli immigrati che magari storicamente sono diventati americani oppure che sono diventati recentemente americani che provengono da Sud America e che hanno votato contro il partito democratico sia per la condizione generale dell’economia, sia naturalmente per distorsioni introdotte dalle varie guerre che sono state attivate in uno o nell’altro dell’amministrazione Biden e sia soprattutto per l’afflusso di un gran numero di immigrati illegali, molti dei quali sono di fatto criminali che sono tornati negli Stati Uniti o sono venuti negli Stati Uniti per la prima volta provenienti da nazioni non solo sudamericane o centroamericane ma anche di altre località del mondo dove erano stati liberati dalle rispettive patrie galere e criminali che spesso sono finiti nei quartieri dove vivono le popolazioni ispaniche in America, oppure che hanno preso il lavoro di questi ispanici che già erano americani, che avevano un livello di stipendio, di remunerazione comparabile a quella di altri americani e che si sono visti invece sottrarre il lavoro da immigrati illegali che dovendo lavorare in nero lavorano chiaramente sotto il costo. Questo è stato il primo componente importante.
Il secondo componente molto importante è stato il contributo della popolazione di colore, quindi le persone che finora avevano votato in modo compatto il Partito Democratico e che in questo caso invece hanno sostenuto Trump in proporzioni decisamente molto superiori rispetto al passato. Un’altra componente importantissima sono i giovani, i giovani neo-elettori, quindi generazione Z che si affacciavano alle elezioni per la prima volta oppure che votavano per la prima volta perché in passato non erano stati motivati a votare.
Stiamo pensando in particolare ai giovani maschi, quindi americani che fin adesso avevano preso un po’ sotto gamba la questione delle elezioni, laddove invece magari le loro coetanee donne erano state più pronte a votare e magari avevano votato per il Partito Democratico. E poi abbiamo visto arrivare per la prima volta, credo nella storia degli Stati Uniti, la comunità degli Amish in massa che ha sostenuto Trump. È una comunità di americani che vive credo prevalentemente all’osteo della Pennsylvania, distaccata dal mondo moderno che usa ancora mezzi antichi se vogliamo per coltivare la terra e per condurre le proprie vite, non usa la corrente, l’energia elettrica per esempio, e finora era rimasta abbastanza fuori dal circuito elettorale, ma che spaventata dalle politiche del Partito Democratico che miravano e che mirano comunque a trasformare e distorcere la famiglia in modo inverosimile, hanno deciso di intervenire e credo che siano state uno dei componenti essenziali per la vittoria nello Stato della Pennsylvania, stato dove tra l’altro Trump ha subito il primo attentato se vi ricordate.
E che quindi hanno contribuito a far vincere la presidenza a Donald Trump. Però Donald Trump ha vinto non soltanto le elezioni secondo il conteggio tradizionale, ma ha vinto anche il cosiddetto voto popolare che è un risultato inedito per un presidente del Partito Repubblicano, credo che solo George Bush Junior avesse fatto altrettanto nel 2004, quindi dopo il periodo dell’attacco alle Torri Gemelle e tutta quella situazione, e forse un altro precedentemente ma molto più indietro nel tempo. Quindi Trump ha vinto non soltanto i grandi rettori, ma ha vinto anche numericamente la maggioranza dei voti degli americani, che ha reso di fatto impossibile a questo punto eseguire dei brogli efficaci nei suoi confronti, infatti il motto che diceva nell’ultima settimana era “too big to rig”, che vuol dire “il nostro risultato deve essere talmente grande da rendere impossibile l’esecuzione di brogli”, perché si verrebbero brogli di tale portata da diventare evidenti, da essere facilmente documentabili.
Ma una cosa anche molto importante è che c’è stata un’attività sul campo molto più presente dei volontari a sostegno di Trump, a sostegno di queste elezioni, quindi scrutatori, volontari che andavano in giro ad incentivare la gente a votare, i direttori del Partito Repubblicano che non votato in anticipo e che quindi non hanno aspettato di andare al giorno delle elezioni per scoprire magari che le macchine non funzionavano o altre sorprese come nel passato e in più, dobbiamo dire, quest’anno rispetto al 2020 il Partito Repubblicano si era ormai riallineato dietro a Trump. Dopo tutti i tentativi fatti per bloccarne la candidatura, anche i Never-Trumper, quindi quegli esponenti del Partito Repubblicano che gli erano contrari concettualmente, hanno deciso di mettersi in riga e di contribuire perché capivano che una rimonta così impressionante come quella di un ritorno così inaspettato come quello di Trump avrebbe travolto anche loro se si fossero opposti.
E poi abbiamo avuto sicuramente il contributo essenziale di alcuni personaggi che hanno affiancato Trump nell’ultimo periodo, tra questi il primo e naturalmente più importante è Elon Musk, che ha mobilitato tutto il suo seguito. Elon Musk è molto popolare naturalmente sia nell’elettorato del Partito Democratico tradizionale e anche e soprattutto nell’elettorato più giovane. È un personaggio in qualche modo negli Stati Uniti che ci piace o non ci piace, ha un notevole seguito e Elon Musk ha detto “andate a votare e votate per Trump perché altrimenti questa sarà l’ultima elezione che avremo”. E lui stesso ha fatto comizi personalmente per conto di Trump nello stato della Pennsylvania e si è sbracciato se vogliamo presentandosi su diversi canali di comunicazione come per esempio i vari podcast, le varie interviste video di formato lungo su internet per promuovere Trump.
Credo che sia stato anche molto importante l’intervista che Trump ha fatto con Joe Rogan che è una personalità americana che viene dal mondo della lotta libera e che ha costruito un proprio podcast che è il più seguito in assoluto credo fosse nel mondo. In ogni caso ha numeri notevolissimi, che fa interviste molto lunghe dove cerca di capire la personalità del suo interlocutore, di far raccontare la sua vita, la sua storia, da modo alle persone che seguono il podcast di comprendere più a fondo il personaggio, comprendere più a fondo le motivazioni. E nel caso di Trump l’intervista è durata tre ore, l’ho sentita tutta. In queste tre ore oggettivamente Trump ha avuto modo di descrivere meglio quello che è il suo programma, quelle che sono le sue varie intenzioni, rispondere anche a domande abbastanza scomode da parte di Joe Rogan.
Questa intervista è stata seguita da un’ulteriore intervista sempre con Joe Rogan di JD Vance e tra l’altro l’intervista di Trump con Joe Rogan credo che abbia fatto una quarantina di milioni di visualizzazioni su YouTube e 70 milioni di visualizzazioni su Twitter, X, e su YouTube ne ha fatte molte meno perché YouTube in qualche modo ha bloccato la visibilità dell’intervista medesima. Poi alla fine, molto a ridosso dell’elezione, Joe Rogan ha intervistato anche Elon Musk che appunto ha concluso la sua intervista dicendo a tutti coloro che mi seguono e che mi conoscono dico di andare a votare e di votare per Trump perché è importante e subito dopo lo stesso Joe Rogan che in passato aveva dato il suo appoggio a Bernie Sanders che è un personaggio di sinistra, diciamo estrema sinistra quasi, questa volta si è pronunciato a favore di Trump dicendo io voterei per Trump, vi consiglio di votare per Trump.
Quindi c’è stata una specie di unione e di combinazioni di forze che hanno spinto le generazioni più giovani, quella componente di americani che si interessano di più di questioni sportive piuttosto che di salute, piuttosto che di attività che sono non necessariamente coincidenti con il mondo in cui viveva Trump che tuttavia hanno visto il loro, se vogliamo, opinion leader consigliargli di votare Trump.
E a questo aggiungiamo naturalmente anche l’impatto e il contributo di Robert Kennedy Junior che ha sostenuto Trump sulla parte finale, ha portato sicuramente degli elettori e che farà parte del progetto Donald Trump per quello che riguarda la salute negli Stati Uniti e la riforma di Big Food, quindi tutta l’attività di corruzione che c’è nel circuito di produzione dei cibi su vasta scala da parte delle multinazionali che operano in tale settore più naturalmente il settore della salute e i settori dell’agricoltura, cioè tutta quest’area che sono in qualche modo limitrofe e che si influenzano l’una con l’altra e che hanno portato gli Stati Uniti a essere una delle nazioni più malate del mondo pur spendendo cifre incredibili sulla salute pubblica.
E dopo di che a tutto questo naturalmente si aggiunge la comunità di Bitcoin che si è schierata compatta dietro a Donald Trump che comunque raccoglie circa 60 milioni di giovani per lo più americani che hanno visto in lui l’unico candidato interessante in tal senso, l’unico che poteva offrire loro una comprensione dei nuovi fenomeni finanziari e monetari e del fenomeno Bitcoin che quindi poteva perlomeno non ostacolarlo. Tra l’altro abbiamo visto anche una crescita del voto delle donne, le donne soprattutto appartenenti alle comunità suburbane, quindi non delle grandi città ma dei centri più piccoli, delle periferie benestanti che in passato erano andati a favore del Partito Democratico e che Kamala Harris era convinta di potersi garantire portando avanti la sua unica piattaforma.
Kamala Harris aveva un solo messaggio in queste elezioni che era l’aborto, non aveva nient’altro perché tutto il resto era una insalata di parole confuse e di concetti contraddittori che non si riuscivano a decifrare e si capiva che non aveva niente da dire, nessuna idea e l’atteggiamento patetico con cui lei cercava di distanziarsi dalla politica di Joe Biden era disastroso visto che lei faceva parte di quell’amministrazione, non poteva far finta di non averci nulla a che fare. Quindi evidentemente gli americani hanno ritenuto che benché l’aborto sia un tema caldo, sia un tema importante, sia un tema che per alcune donne tocca una corda fondamentale, non è tale a giustificare un’elezione e per esempio in stati come la Florida dove c’era una proposta di modificare la costituzione della Florida per inserire delle componenti a favore dell’aborto, non perché in Florida l’aborto sia illegale, semplicemente ci sono alcuni limiti che credo siano abbastanza simili a quelli che ci sono in Italia piuttosto che in Europa, tuttavia c’era questa proposta di modifica che non è stata accettata e i cittadini della Florida l’hanno rifiutata.
Quindi vediamo una serie di fattori che il Partito Democratico aveva dato per scontato, un singolo elemento che era quello dell’aborto che non ha funzionato e l’altro elemento che era quello dell’attacco alla personalità di Trump e quindi la demonizzazione di Trump che invece funzionava prodotto l’effetto opposto.
Cosa succederà ora? Beh, innanzitutto Trump ci ha detto che per lui questa volta sarà diverso. Ha vissuto un’esperienza notevole al primo giro, si è reso conto di essere stato circondato da persone assolutamente negative e consigliate da altre persone di cui lui si fidava e non avrebbe dovuto e poi ha subito personalmente le vessazioni, gli attacchi per quattro anni da parte dei suoi avversari e ora che è di nuovo alla Chiesa Bianca noi sappiamo che Trump potrà togliersi qualche sassolino dalla scarpa e visto che non ha il problema di farsi rileggere potrà essere ancora più efficace. In più, avendo inserito personaggi esterni anche al partito repubblicano nel team che sta selezionando chi saranno i componenti della nuova Chiesa Bianca, in particolare in questo team di selezione c’è Robert Kennedy Junior e Tulsi Gabbard, due politici che vengono dal partito democratico e che hanno lasciato il partito democratico, siamo un pochino più tranquilli sul fatto che nella nuova presidenza Trump non ci dovrebbero essere neoconservatori, neocon. O se ci saranno, saranno presenti in funzioni abbastanza periferiche giusto per usarli come parafulmine e vedremo. Naturalmente non possiamo aspettarci un risultato travolgente e non possiamo neanche aspettarci che Trump riesca a fare tutto quello che ha promesso, ma se sarà più attento sulle persone con cui si circonderà e se sarà affiancato da persone capaci e competenti potrebbe fare dei cambiamenti importanti.
Sicuramente quello che vediamo, l’ho detto tante volte, c’è una spaccatura anche all’interno del cosiddetto Deep State, quindi si rendono conto di alcuni componenti importanti, soprattutto nel Pentagono, che non possono continuare a perdere una guerra dopo l’altra e l’umiliazione subita in Ucraina, l’umiliazione che stanno subendo nel Mar Rosso dove non riescono a fermare gli attacchi degli Huthi, l’umiliazione che stanno subendo comunque un po’ dovunque, dove a fronte di una spesa nazionale enorme sugli armamenti, quello che si ottiene sono armamenti che non funzionano e che non sono adeguati alla nuova realtà e che non possono essere usati neanche come deterrente, si capisce che viene a cambiare per alche cose e nel caso di Elon Musk, che è uno dei fornitori della difesa, Musk sarà incaricato di una funzione di smantellamento di tutte le inefficienze all’interno del sistema burocratico del governo federale.
Ci sono, diceva Musk, 450 agenzie federali negli Stati Un numero talmente vasto che nessuno saprebbe elencarle tutte e probabilmente nessuno sa quale sia la funzione di almeno metà di queste agenzie. Quindi il suo compito sarà di eliminare quello che è eliminabile e di continuare con la politica già avviata durante la prima presidenza, nella prima metà della presidenza Trump, prima del dramma del Covid, durante il quale Trump effettivamente aveva consentito uno sviluppo dell’economia grazie all’eliminazione di diverse regole, regolamenti, balzelli, complicazioni interne che facevano da barriera, da ostacolo alla crescita imprenditoriale americana. Quindi in pratica si dovrebbe andare a smontare il Soviet degli Stati Uniti che è stato costruito nel tempo con la partecipazione di entrambi i partiti, a dire il vero, ma con la regia preponderante da parte del partito democratico e che ha avuto il suo massimo splendore durante la presidenza Biden.
Quindi Elon Musk sarà incaricato di ridurre drasticamente la spesa pubblica, ha già anticipato un programma secondo cui licenzierà una serie di dipendenti pubblici offrendo loro due anni di buona uscita in modo che possano ricollocarsi e che possano ricollocarsi in modo più produttivo all’interno dell’economia americana, ma soprattutto al fine di avere dei risultati concreti anche sul fronte dei contratti militari, se vogliamo, rispetto a quello che c’è oggi. Questo chiaramente innescherà tutta una serie di baraonde che ci porteranno ad altri tentativi di bloccare Trump in tutti i modi, in tutte le maniere, perché ci sono molti soldi in gioco ed è chiaro che lo stesso Elon Musk ha tutto da guadagnare da questa operazione, visto che lui è uno dei fornitori e visto che il partito democratico in qualche modo glielo aveva giurata e che avrebbe messo, aveva anticipato che avrebbe messo in difficoltà tutte le sue attività negli Stati Uniti, visto che si era dimostrato non fedele alla causa.
È chiaro che senza la presenza di X nella forma attuale, quindi quasi priva di censura, il risultato elettorale sarebbe stato diverso, perché si è rotto il muro di censura o di blocco di visibilità dei vari social media e su X si è avuto la possibilità di far vedere quello che non si poteva vedere altrove, tant’è che anche gli altri poi hanno allontanato, hanno allentato un pochino la valvola facendo vedere più cose perché altrimenti sarebbe stato troppo, la differenza sarebbe stata troppo evidente.
Quindi Elon Musk che sicuramente è un personaggio molto particolare, quindi non sto facendo un’elegia di Elon Musk ma lo sto presentando per quello che è il suo contributo alle elezioni, ha avuto un ruolo determinante e avrà un ruolo determinante anche nella presenza di Trump anche se non avrà un incarico ministeriale preciso, proprio perché se avesse un incarico ministeriale preciso avrebbe poi dietro di sé tutto il traino dell’apparato burocratico che si dovrebbe trascinare, più sarebbe sottoposto sotto una serie di verifiche e approvazioni da parte del Senato e questo complicherebbe unicamente la situazione. Sarà una sorta di agente mobile incaricato di rendere più efficiente il sistema che secondo i suoi calcoli spende circa mille volte di più di quello che potrebbe spendere e spendendo un millesimo di quello che spende oggi potrebbe avere risultati cento volte superiori, vedremo cosa riesce a fare.
Di certo Musk ha dimostrato nelle sue varie attività imprenditoriali di essere capace di ridurre i costi drasticamente e di ottenere risultati comunque superiori rispetto a prima, l’ha fatto a Twitter, l’ha fatto in altri posti. In termini di politica economica generale Trump ha detto che il suo punto di attacco fondamentale saranno le tariffe, tant’è che ha promesso, più che promesso, ha dichiarato che la sua ambizione sarebbe di eliminare la tassa su reddito e sostituirla con le tariffe.
Le tariffe all’inizio del ‘900 erano la forma di reddito più importante per gli Stati Uniti, solo nel 1913 con l’introduzione della tassa su reddito che viene direttamente dal capitale dei Karl Marx, gli Stati Uniti hanno abbandonato le tariffe come fonte di reddito e hanno appunto imposto invece la tassa individuale. Facendo l’opposto dovrebbe esserci una maggiore dinamicità naturalmente all’interno dell’economia interna e lo Stato si manterrebbe attraverso tariffe imposte su prodotti che provengono dall’estero, tassando in pratica gli acquisti. Di conseguenza se l’americano non vuole essere tassato non comprerà prodotti esteri ma comprerà prodotti locali e non dovrà invece pagare una tassa per sostenere attività che invece sono di nessun’utilità per sé o per gli altri. Sicuramente un progetto ambizioso che probabilmente non riuscirà a realizzare ma che va in una certa direzione ed è una direzione che è destinata pure fine definitivamente all’impianto della globalizzazione, credo che questo sia evidente, che innescherà probabilmente un certo trend di inflazione che però potrebbe essere compensato dal taglio della spesa pubblica.
Queste cose purtroppo non si fanno in modo lineare, i risultati non sono tali per cui togli una cosa e ne metti un’altra, ci sono dei ritardi, ci sono degli effetti di rimbalzo, quindi ci saranno dei periodi in cui i prezzi saliranno e dei periodi in cui magari scenderanno e si stabilizzeranno. Il percorso non sarà privo di buche e non sarà privo di scossoni anche se dovesse andare tutto bene. Noi sappiamo che gli attacchi su Trump si moltiplicheranno ma credo che vedremo molti più attacchi su Musk e naturalmente su J.D. Vance che non sulla persona di Trump, visto che Trump se riesce a insediarsi nella Casa Bianca, perché l’attacco adesso sarà in direzione di impedirgli di arrivare alla Casa Bianca, se riuscisse a insediarsi senza ostacoli e credo che con questo risultato elettorale sarà difficile bloccarlo.
Una volta insediato non è più un obiettivo, a parte tentare di nuovo un impeachment che sarebbe molto più difficile portare avanti rispetto al passato, ma una volta insediato gli obiettivi principali sarebbero J.D. Vance per indebolirne la possibile elezione in quanto presidente o concorrente alla presidenza in futuro e sicuramente Elon Musk perché viene visto come l’elemento, il jolly che potrebbe scardinare alcuni interessi piuttosto radicati. In termini di politica estera sappiamo che Trump ci è già impegnato a porre fine alla guerra in Ucraina, non sappiamo esattamente con che modalità e con che tempi, già vediamo i primi attacchi nei confronti di Musk che viene accusato di tenere contatti segreti con il Cremlino e di essere quindi un agente della Russia o qualcosa del genere.
Sicuramente vedremo tornare Russiagate, quasi sicuramente, e questa volta tra i protagonisti di questa narrazione inventata ci sarà anche Elon Musk, però credo che in questo caso avrà efficacia relativa sia perché i mass media americani sono ormai totalmente screditati, sia perché ormai la cosa ha già stufato e sia perché la gente oggi si concentra sulla componente economica.
Gli americani stanno soffrendo economicamente, sono stufi di mandare soldi per finanziare guerre che non servono e che non gli interessano e che non gli porteranno nessun beneficio e vogliono che quei soldi vengano invece investiti o semplicemente lasciandoli nelle loro tasche che dovessero benissimo come utilizzarli oppure se proprio devono essere dati allo Stato per essere utilizzati per infrastrutture negli Stati Uniti che migliorino la produttività.
Trump ci ha già detto, ci ha già fatto una sua strategia più generale in termini di politica industriale interna, riportare in casa quante più industrie possibile, concentrarsi sull’industria energetica in particolare dove già gli Stati Uniti producono molto, credo che siano ancora tornati già adesso ad essere il primo produttore di petrolio al mondo, è uno tra i principali produttori di gas naturale ma vuole naturalmente aggiungere altro petrolio, altro gas per abbassare il prezzo del petrolio a livello mondiale, costringere al tavolo di trattative Putin, naturalmente, che con un calo del prezzo del petrolio avrebbe meno risorse a portare avanti il conflitto in Ucraina e in generale alimentare quello che potrebbe essere una riespansione, riconfigurazione dell’industria americana, soprattutto l’industria dell’intelligenza artificiale che ha bisogno di moltissima energia, bitcoin che ha bisogno di energia, ma anche e soprattutto l’industria meccanica, elettronica ed elettronica di precisione, quindi di elettronica avanzata ai circuiti integrati che adesso vertono soprattutto su Taiwan e che invece gli Stati Uniti vogliono riportare in patria, obiettivo che già era iniziato in modo piuttosto maldestro durante l’amministrazione Biden ma che verrà continuato e verrà accelerato probabilmente da Trump.
Quindi potenziare l’aspetto energetico, di produzione energetica interna, mettere tariffe su tutto quello che si può, soprattutto come elemento di trattativa nei confronti dei Paesi esteri e soprattutto dell’Europa, nei confronti dei quali Trump vuole che la spesa della Nato venga trasferita sostanzialmente agli europei, visto che non è un’infrastruttura che agli americani interessa più che tanto e a Trump interessa più che tanto ed è anche un’infrastruttura che ormai si è dimostrata fatiscente, anacronistica e inutile, come aveva detto lui stesso nel 2016 e che per gli Stati Uniti è semplicemente una palla al piede. Quindi si prevede un disimpegno graduale in termini militari dagli Stati Uniti e dall’Europa e dalla Nato e un trasferimento di questi costi ai Paesi europei che poi dovranno decidere come affrontarli. Ma si prevede anche appunto una chiusura della guerra in Ucraina parallelamente e una gestione più intelligente del conflitto nel Medio Oriente.
Allora, noi sappiamo, l’ho documentato, che Trump è legato a filo doppio con la lobby israeliana, con lo Stato di Israele, alcuni donatori importanti hanno contribuito alla sua campagna elettorale, quindi sicuramente si colloca come uno dei presidenti più vicini allo Stato di Israele nella storia degli Stati Uniti. Però Trump comprende anche che la politica perseguita oggi da Israele non è sostenibile e parallelamente abbiamo visto un altro fenomeno che non vi ho ancora spiegato durante questa elezione, che vuole dire il forte sostegno arrivato a Trump dall’elettorato islamico negli Stati Uniti. Infatti, nella parte finale delle elezioni, Trump è stato contattato o ha contattato, comunque ha dialogato con i rappresentanti delle comunità islamiche negli Stati Uniti per concordare un piano di pace. In effetti le comunità islamiche non sono particolarmente interessate a difendere Hamas piuttosto che altri gruppi che hanno obiettivi politici locali e che spesso hanno origini piuttosto sospette anche in relazione a Israele, alcuni dicono che alla fine, anzi direi che è abbastanza evidente, che Hamas sia un prodotto indiretto dell’amministrazione di Netanyahu.
Quindi quello che gli arabi vogliono è smettere di uccidere la gente. E su questo Trump si è sempre dichiarato favorevole e in effetti io ho visto, ed è stato un evento che mi ha scosso, questi opinion leader, questi personaggi di rilievo del mondo islamico partecipare ai comizi di Trump per dire “noi siamo sicuri che Dio abbia salvato la vita di Trump durante l’attentato perché lui dovrà salvare altre vite e noi siamo sicuri che lui agirà in modo da evitare che si sparga altro sangue in Medio Oriente e quindi voteremo per lui”. E in effetti ha vinto in Michigan con il sostegno essenziale della comunità islamica, molto numerosa in quello stato, uno stato dove finora il partito democratico era estremamente forte e portando anche a compimento una maledizione che la comunità islamica aveva lanciato nei confronti di Kamal Haris dicendo “voi avete finanziato l’ecidio a Gaza, avete fornito le armi, avete fornito i soldi, non avete posto nessun tipo di freno al di là delle chiacchiere e delle parole che avete fatto per impedire che continuassero a uccidere donne e bambini e adesso vediamo che sta succedendo altrettanto in Libano, noi vi puniremo impedendo in tutti i modi che Kamal Haris venga eletto”.
E hanno mantenuto fede al loro impegno, alla loro promessa che aveva un carattere addirittura religioso, ve ne ho parlato in un video precedente, sono comparsi sul palco per sostenere direttamente Trump e lo hanno votato e hanno contribuito a questa valanga rossa che ha travolto letteralmente al Partito Democratico e che quindi pone delle basi nuove rispetto anche al rapporto che Trump può avere con Israele. Innanzitutto Trump non ha più bisogno di essere riletto, quindi qualora non soddisfacesse del tutto i suoi sostenitori della lobby israeliana non avrebbe più bisogno di loro, ma io credo che sarà abbastanza in grado di dare un contentino a loro e al tempo stesso porre fine ai combattimenti. Anche perché ha già detto Netanyahu che deve aver finito con qualsiasi cosa stia facendo prima che lui si insedia la Casa Bianca.
Perciò potrebbe, anche perché la sua vittoria è stata determinata anche da questi voti islamici, che potrebbe essere in grado di porre fine anche alla guerra in Israele cercando di trovare una quadratura negoziale tra le varie parti in causa e evitando una guerra con l’Iran a cui Trump non è assolutamente interessato, che ha rifiutato di avviare anche quando era alla Casa Bianca nei precedenti quattro anni e che gli americani potrebbero solo perdere. Quindi direi che nel complesso come politica estera sia una buona notizia che sia arrivato Trump, ma proprio perché la sua posizione è una posizione eccessivamente contraria alla continuazione di questi conflitti, è possibile che siano alcune sorprese da qui all’insediamento a gennaio.
Perché una volta che Trump si sarà insediato sarà difficile avere un’escalation, sicuramente è impossibile avere un’escalation in Ucraina, ma sarà difficile averlo anche in Medio Oriente e si andrà verso una distensione. Anche perché lui e le persone a lui vicine, che dovranno anche ristrutturare completamente l’impianto della difesa americana, si rendono conto che gli Stati Uniti non sono in grado di combattere queste guerre e ne hanno perse tutte recentemente, fosse il caso che cambino registro e che innanzitutto si ritirino dalle aree dove non è utile essere presenti, riportino a casa risorse che sono essenziali, sia per far quadrare meglio i conti, che sarà difficile farlo quadrare, ma possono perlomeno essere tamponati per rendere anche più credibile l’economia americana e soprattutto portare anche in casa risorse umane che possono contribuire all’economia medesima e concentrare lo sviluppo futuro dell’industria bellica in direzioni nuove, in direzioni diverse che vedranno ovviamente l’intelligenza artificiale come elemento protagonista.
Poi potremmo dire che tutto questo può avere dei risvolti preoccupanti, sicuramente ce li avrà perché non c’è nulla che non abbia anche un risvolto negativo, ma questo vuol dire che a questo punto la corsa verso l’intelligenza artificiale è inevitabile e che dovremmo gestirla, dovremmo cavalcarla, fare in modo che emerga dalla parte giusta piuttosto che dalla parte sbagliata. Ma la cosa positiva è che perlomeno quelli che possono essere quei trend autodistruttivi verso cui gli Stati Uniti procedevano con grande velocità sono stati rallentati, non possiamo dire che siano stati fermati perché c’è molto lavoro da fare, ma sono stati sicuramente rallentati appunto e potranno essere gestiti meglio e rindirizzati.
La cosa che mi ha colpito appunto è la partecipazione in massa dei nuovi elettori, quindi vuol dire che ci sono nuove generazioni che la pensano diversamente rispetto alle vecchie, che nonostante la grande propaganda, l’uso diffuso delle droghe, la generale distruzione del livello morale che abbiamo visto attuata negli Stati Uniti di proposito, sono comunque ancora ancorati a principi più saldi, abbiamo visto una forte ricrescita della spiritualità negli Stati Uniti, addirittura ci sono molte conversioni verso il cattolicesimo di personaggi anche politici importanti che prima appartenevano al mondo religioso tradizionale e con questo non voglio dirlo in modo come se fosse una novità assurda, non si era mai sentito che un protestante americano, soprattutto di rilievo, si convertisse al cattolicesimo, quindi non sto facendo propaganda al cattolicesimo ma è una notizia importante.
In più abbiamo J.D. Vance che è anche lui cattolico, che a differenza di Joe Biden ha le idee un pochino più chiare in materia e poi abbiamo naturalmente De Santis. De Santis esce bene da questa elezione perché la Florida ha una presenza a questo punto del Partito Repubblicano assolutamente dominante ed è chiaramente il polo alternativo rispetto alla California.
In più De Santis ha vinto anche contro Trump su un tema importante su cui Trump personalmente credo avesse preso uno scivolone, vale a dire c’era sulla scheda elettorale di questa elezione anche una proposta di modificare la Costituzione della Florida per consentire l’uso personale della marijuana.
Ora, come spiegava De Santis questo uso non è in realtà l’uso personale che noi pensavamo, che si penserebbe, cioè il fatto che si rende libero a chiunque la può consumare, ma bensì era una modifica progettata da una società canadese e il testo della legge, il testo della modifica della Costituzione della Florida era stato redato dall’amministratore legato alla società canadese che produce marijuana per facilitare l’uso della marijuana in qualsiasi tipo di prodotto commestibile, quindi che fosse possibile inserire, come succede in altri stati, ad esempio nel Colorado, inserire la marijuana o l’estratto della marijuana che è estremamente pericoloso dentro cibi classici come i cioccolatini e questo produce effetti disastrosi se finisce nell’organismo di un giovane, per esempio un bambino, l’abbiamo visto in Colorado appunto dove invece questa pratica è già diffusa e dove il partitore democratico ha preso una posizione di controllo stabile nel tempo sostituendosi al partitore repubblicano e dove in pratica si usa marijuana che è geneticamente modificata, da cui si estrae un olio che è estremamente concentrato e che produce dipendenza e che se preso in quantità anche non dico minime ma non particolarmente grandi produce psicosi e in effetti sono casi di bambini che sono uccisi, sono suicidati dopo aver mangiato ad esempio i cioccolatini in cui era stato inserito questo olio estratto dalla marijuana geneticamente modificata e c’era questo emendamento proposto nella Costituzione della Florida.
Quindi sarebbe stato un emendamento costituzionale che sarebbe rimasto per sempre nella vita dello Stato che Trump aveva appoggiato facendo uno scivolone notevole già all’inizio di settembre e tra l’altro mi mando la posizione di Kamal Haas che era anch’essa favorevole a questo particolare emendamento, mentre invece De Santis è uscito in una conferenza dicendo “se non sapete cosa c’è in quell’emendamento non votatelo, votate no, perché non è possibile che una città canadese che è riuscita a far inserire questa richiesta di referendum costituzionale attraverso un inghippo legale, quindi ha usato degli studi legali che hanno lavorato a lungo per trovare il modo di inserirsi, quindi non è una richiesta popolare, per far sì appunto che la Florida venisse trasformata come il Colorado e diventasse a questo punto uno Stato controllato totalmente dal Partito Democratico.
La Florida ha detto no al 60% nonostante l’invito di Trump, quindi ha dato ragione a De Santis, nonostante l’invito di Kamala Harris, e perciò dimostra che la Florida anche dal punto di vista culturale diventa il nuovo ago della bilancia e quello che determina la direzione verso cui l’intero movimento si muoverà e che contribuirà anche a tenere Trump un pochino più sui binari corretti, magari tanto o tanto sbanda vistosamente. Quindi un risultato elettorale molto positivo, ma soprattutto un segnale forte da parte del popolo americano di porre fine a queste guerre interminabili e una elezione storica a tutti gli effetti. Gli Stati Uniti non saranno più gli stessi, l’economia degli Stati Uniti sarà diversa, addirittura c’è chi ipotizza che ci potrebbe essere un riaggancio tra gli Stati Uniti e i BRICS che continueranno per la loro strada, cercano di portare avanti il loro progetto perché naturalmente non possono fidarsi dell’impianto bancario attuale, però con questo nuovo impianto, questa nuova direzione ci sarà modo di convivere diversamente, vedremo.
Di certo saranno quattro anni estremamente movimentati, estremamente interessanti dove gli Stati Uniti cambieranno rotta rapidamente su molti fronti e vincerà chi riuscirà a seguire in occidente queste direzioni, non necessariamente per sposarle o per farle proprie, ma per capire dove vanno e decidere come vuole posizionarsi. Il problema dell’Europa è che moltissimi politici europei sono schierati contro Trump nel periodo preelettorale, addirittura gli inglesi hanno mandato migliaia di persone per aiutare nell’elezione di Kamala Harris e hanno fatto di tutto per cercare di bloccare il funzionamento di X negli Stati Uniti, quindi c’è stato un attacco diretto e l’Omasca ha detto “se è così allora è guerra”. Quindi le relazioni con la Gran Bretagna credo che degraderanno, soprattutto con l’attuale governo sarà impossibile avere qualsiasi tipo di rapporto che sia al di là di quella che è la pura formalità. Perché se c’è una cosa che sappiamo è che Trump se la lega al dito e l’attuale primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato pubblicamente che voleva l’elezione di Kamala Harris e che quella doveva essere l’elezione giusta per gli Stati Uniti e che loro non sostengono Kamala Harris, quindi vedo malissimo la posizione della Gran Bretagna rispetto alla presidenza Trump.
E per quello che riguarda invece l’Unione Europea vedo il caos, per il semplice fatto che il cambiamento negli Stati Uniti sarà talmente rapido, sarà talmente pervasivo su diversi fronti e i cinesi staranno al gioco, perché ricordatevi che al di là delle chiacchiere, Elon Musk produce soprattutto in Cina e Trump non ha interesse a bloccare i cinesi, a fare la guerra dei cinesi, sa benissimo che perderebbe quella guerra, vuole semplicemente estrarre un po’ più di soldi e i cinesi sono disposti a pagarli, facendo di pagare male qualcun altro.
Quindi si tratta di trovare il giusto prezzo, ma su questo hanno già dimostrato di intendersi abbastanza bene. Perciò quello che sarà necessario nei prossimi quattro anni sarà una fortissima mobilità anche mentale e anche una rapida capacità di adattamento a livello politico dei singoli giocatori. Nel caso Russia-Cina, diverse nazioni BRICS, questo non dovrebbe essere un problema, perché sono già abbastanza nel percorso fluido di creare nuove realtà. Per gli Stati Uniti l’inizio del cambiamento è avviato e quindi non si fermerà e su questo abbiamo visto che Trump crea movimento, non necessariamente sempre positivo, però lo crea. Il problema dell’Europa è che è ancora legata a dei meccanismi farraginosi, quindi ha un meccanismo decisionale talmente diluito ed affidato a persone che in questo momento sono decisamente sgradite all’amministrazione Trump e complessivamente viste con sospetto anche su fronte BRICS da non far intendere nulla di buono.
Quindi sarà necessario avere nuovi leader e questo percorso non so quanto richiederà e quanto costerà, però credo, lo vedo inevitabile e diventerà necessario avere a livello dei singoli Stati una maggiore flessibilità, una maggiore dinamicità. Vedo molto bene l’Ungheria che con Orbán ha già dei rapporti molto stretti con Trump, che ha già dimostrato di potersi muovere indipendentemente rispetto all’Unione Europea, che ha già rapporti molto stretti con il fronte BRICS e che potrebbe fare da giunto politico importante. Altri potrebbero fare altrettanto in Europa, si tratta di in qualche modo decidere da che parte si vuole andare e mantenere un minimo di coerenza sulla direzione che si è scelta. Bene, quindi queste erano le mie impressioni a caldo dopo l’elezione di ieri, è successa ieri e che si sta concludendo però a questo punto non sarà che non un’ulteriore conferma della vittoria di Trump.
Vedremo come si svilupperà, probabilmente vedremo una crescita per chi segue Bitcoin, per l’importanza di Bitcoin negli Stati Uniti, forse un uso di due monete contemporanee, il dollaro e il Bitcoin, Bitcoin per i risparmi, il dollaro per fare la spesa. Già abbiamo diversi servizi che vanno in quella direzione ma con una maggiore disponibilità da parte dell’amministrazione Trump potrebbero essere create le infrastrutture anche legali per renderla permanente, vedremo. Nel frattempo seguiremo gli eventi e cercheremo di gestire al meglio quelle che sono le nostre priorità e le nostre attività.
Roberto Mazzoni