Biden e le forze del male – parte 1 – MN #139

L’amministrazione di Joe Biden alla Casa Bianca è riuscita a portare più distruzione e discrodia nel Paese in soli otto mesi di quanto ne fosse stata capace qualsiasi amministrazione precedente.

Dal crollo del settore energetico americano, al caos sul confine merionale, all’inflazione galoppante, al clamoroso fiasco militare e diplomatico in Afghanistan, alla radicalizzazione della politica vaccinale che sta portando licenziamenti e dimissioni in massa in numerosi settori tra cui la sanità, le forze dell’ordine, i militari, l’aviazione e la logistica.

Sebbene sia difficile attribuire questa serie di colossali fallimenti alla sola incompetenza e all’evidente senilità di Biden, l’ultima mossa del Partito Democratico statunitense lo posiziona chiaramente come forza del male, a trecento sessanta gradi. Ormai non si può più parlare semplicemente di democratici contro repubblicani, ma stiamo assistendo alla nascita di un nuovo regime totalitario che, seguendo il modello cinese, fonde elementi del comunismo, del fascismo e del corporativismo in una singola grande forza maligna che punta unicamente alla conservazione del potere attraverso la distruzione.

Ne vediamo una proiezione anche nei recenti disordini al porto di Trieste, in Italia, dove dimostranti pacifici, uno dei quali teneva in mano un rosario, sono stati attaccati dalle forze dell’ordine.

In realtà negli USA come in Italia come in altre parti del mondo, l’approccio aggressivo da parte del governo non fa che consolidare l’opposizione e allargare il campo di solidarietà, fino a che la protesta si manifesta pacifica.

I romani, che hanno crocifisso i cristiani che protestavano pacificamente, hanno determinato il crollo del più grande impero mai esistito nella storia dell’Uomo.

La reazione della forza pubblica a Trieste era d’altro canto scontata. Il porto triestino fa parte del progetto Belt & Road promosso da Pechino come sistema logisco globale e il Partito Comunista Cinese eserciterà un’influenza sempre più profonda nella sua gestione.

Saldatura tra obbligo vaccinale e aborto di stato

Ma il vero scontro negli Stati Uniti ora si sta spostando sulla completa saldatura, voluta dall’amministrazione Biden, tra due temi altamente controversi: l’obbligo vaccinale e l’aborto di stato.

Questi due temi stanno creando vaste fratture all’interno degli elettori che sinora sono stati favorevoli alle posizioni di Biden, in particolare i cattolici. Infatti laddove il partito di Biden usa lo slogan: “Il mio corpo, la mia scelta” per difendere il diritto delle donne all’aborto, non risconosce lo stesso diritto di scelta per chi non vuole vaccinarsi.

Di fatto, gli avvenimenti recenti metto ancora più in evidenza come entrambe le posizioni, quella a favore dell’aborto a spese dello stato e governato dallo stato e dell’obbligo vaccinale sono in realtà due facce della stessa medaglia. Ricalcano il modello politico cinese dover il partito comunista ha imposto per intere generazioni l’aborto di stato per chiunque avesse più di un figlio, in particolare femmina, e dove ha imposto il lockdown murando le persone in casa e costringendole poi a ricevere un vaccino che, stando alle poche testimonianze emerse, è il peggiore tra tutti quelli in circolazione.

Ma per capire la saldatura tra vaccini COVID obbligatori e aborto di stato, cominciamo con un video denuncia di Project Veritas. Parla una whistleblower, vale a dire una persona che dall’interno denuncia le attivà poco trasperenti della propria azienda.

Si scoprono gli altarini in Pfizer

Vanessa Strickler conferma che Pfizer ha davvero utilizzato cellule provenienti da un feto abortito per lo sviluppo del vaccino COVID. Smaschera il ripetuto tentativo da parte dell’azienda di nascondere l’informazione al pubblico e ipotizza che cellule da feti abortiti possano essere persino presenti nel prodotto in produzione, anche se non può confermalo.

Noi sappiamo per certo, che tutte le ricerce condotte dai laboratori biologici americani e cinesi che hanno lavorato sui coronavirus usano sistematicamente cellule provenienti da organi di feti abortiti. Sono necessarie per generare i cosiddetti topi umanizzati che rappresentano le cavie preferenziali per questo tipo di esperimenti.

Come dimostrato anche dalla documentazione di Pfizer, le cellule più richieste sono quelle renali. Più avanti vedremo che conseguenze ne derivano.

Pfizer ricorre persino allo stratagemma di oscurare le finestre per ridurre la visibilità al momento di un’ispezione della Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che ha approvato l’uso del vaccino e che ne deve regolare l’adozione.

Vanessa Strickler dice giustamente che non dovrebbe essere una questione politica, bensì materia di scelta individuale. Ma viene resa politica di proposito al fine di dividere la gente e favorire la disinformazione con la scusa di combatterla. Evidenzia infine la follia d’inoculare i bambini con un farmaco sperimentale di cui non hanno alcun bisogno.

Ma la connessione tra vaccino COVID e aborto è ancora più profonda. Per capirla meglio vediamo un video di John-Henry Westen, un giornalista indipendente canadese e cofondatore del sito lifesitenews.com. Da ateo indifferente, Westen si è trasformato in un convinto sostenitore del movimento per la vita. Sul suo sito offre una visione alternativa sulle notizie pertinenti al mondo cattolico.

Connessione tra vaccino COVID e feti abortiti

Vediamo quindi che la questione sull’aborto di stato non riguarda soltanto il diritto individuale della donna di scegliere se interrompere la gravidanza che va interpretato secondo il giudizio individuale, ma è semmai è collegata a un vastissimo traffico di organi estratti a forza da feti ancora vivi sopratutto dopo le 16 settimana di gestazione. Un racket che esiste da molto tempo, ma che è stato consolidato dall’amministrazione Obama, di cui Biden faceva parte e di cui abbiamo già parlato nei video 113 e 111.

Lo scontro sull’aborto e sull’obbligo vaccinale di sta spostando alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Ce ne parla EWTN (Eternal Word Television Network), una radio e televisione cattolica con sede in Alabama e disponibile in diverse lingue, che offre contenuti dedicati ai cattolici.

Vediamo quindi che quando fa comodo a loro, i democratici sono pronti a chiamare in causa i padri fondatori e la costituzione, che diversamente criticano e vorrebbero stravolgere. La Corte Suprema sta per discutere un caso importante riguardante l’aborto nello Stato del Mississippi che mira, tra le altre cose a bloccare il traffico di organi fetal, impedendo l’aborto dopo 15 settimane.

Ma la Corte si è già rifiutata di bloccare un’altra legge, ancora più incisiva, dello stato del Texas di cui parleremo nella seconda parte di questo video.

Roberto Mazzoni

https://www.ewtn.com/

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