Falsa partenza per la valuta BRICS – MN #228

Questo video combina un’intervista che ho tenuto con Il Vaso di Pandora e una serie di video di corredo che ci aiutano a capire cosa sta accadendo nel mondo della finanza internazionale.

Nonostante le aspettative, il blocco BRICS non ha annunciato la nuova valuta internazionale collegata all’oro che avrebbe dovuto fornire un’alternativa al dollaro. Non è stata neanche annunciata una possibile data di lancio, in compenso sono state invitate sei nuove nazioni al blocco, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran ed Argentina.

Se accettano l’invito, potrebbero entrare a far parte del gruppo BRICS a partire dal primo gennaio 2024.

Non è chiaro se a quel punto il gruppo cambierà nome, che al momento rispecchia i nomi delle quattro nazioni fondatrici, Brasile, Russia, India e Cina, con la successiva aggiunta del Sud Africa.

Da notare che quattro delle nuove nazioni invitate, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Iran sono tra i principali produttori di petrolio, mentre Argentina ed Etiopia sono tra i principali produttori di alimenti.

Il gruppo è tuttavia diviso al proprio interno in materia di espansione, Cina, Russia e Sud Africa vogliono aggiungere molti nuovi membri, mentre India e Brasile resistono.

L’India non vuole che l’influenza cinese si espanda con l’aggiunta di nuove nazioni e sta frenando. Il Brasile teme che l’aggiunta di altre nazioni diluirà la propria importanza nel gruppo. Cina e Russia vogliono espandere invece il numero di nazioni con cui commerciare senza ricorso al dollaro, e il Sud Africa vuole aumentare il peso dell’Africa all’interno del gruppo.

La frizione tra India e Cina potrebbe essere la principale causa di fallimento nello sviluppo di BRICS e nel prossimo video, pubblicato su una televisione commerciale indiana, vediamo quali sono i punti critici. La trasmissione è condotta da Palki Sharma, una giornalista famosa in India, che abbiamo già visto in altre occasioni.

BRICS è ancora davvero rilevante?

[Palki Sharma]

Il 22 agosto, i leader mondiali si riuniranno a Johannesburg, in Sud Africa. Parteciperanno al 15° vertice annuale BRICS, sarà il loro primo incontro di persona dopo la pandemia. Il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente cinese Xi Jinping, e il presidente brasiliano Lula da Silva saranno accolti dal sudafricano Cyril Ramaphosa. Vladimir Putin non si unirà di persona. Parteciperà virtualmente. Il blocco BRICS una volta è stato presentato come il futuro di un’economia globalizzata, ma da allora il gruppo ha perso la sua lucentezza. C’è mancanza di unità e ci sono sospetti reciproci. Dunque, che cos’è l’alleanza BRICS? Come è iniziata? Perché il gruppo è diviso?

E quali altri membri si uniranno presto? Ancora più importante, perché dovrebbe interessarvi? Benvenuti a Tra le righe. Sono Palki Sharma e in questa trasmissione cercheremo di leggere tra le righe, il dichiarato e il non dichiarato, l’ovvio e il nascosto per raccontarvi la storia completa. Quindi, per prima cosa, cos’è l’alleanza BRICS e come è nata? È una storia interessante, persino ironica. Questo è un gruppo che aveva lo scopo di contrastare l’Occidente, ma la sua origine viene proprio dall’Occidente. Nel 2001, Jim O’Neill lavorava come economista alla Goldman Sachs. Fece un’osservazione sul mondo in via di sviluppo, sottolineando quanto fossero alti i tassi di crescita in Brasile, Russia, India e Cina. Chiamò queste nazioni le stelle emergenti, dicendo che avrebbero governato l’economia globalizzata del 21 ° secolo.

E in quell’occasione coniò l’acronimo BRIC, che sta per Brasile, Russia, India e Cina. E cosa hanno fatto questi paesi? Hanno preso la sigla e l’hanno utilizzata. Hanno lanciato l’idea della cooperazione, sulla falsariga del G7, ma per il Sud del mondo. Così è stato coniato il nome e queste nazioni hanno iniziato a dialogare. Ma la vera spinta alla cooperazione è arrivata durante la crisi finanziaria globale del 2008. I mercati sono crollati. C’era panico in tutto il mondo. Ma nel Sud del mondo, c’era una crescente diffidenza. I paesi hanno iniziato a mettere in discussione il sistema finanziario guidato dagli Stati Uniti. Dubitavano della sua credibilità. Nel 2009, i leader delle nazioni BRIC si sono incontrati per la prima volta. Due anni dopo, si è unito anche il Sudafrica, e il gruppo divenne noto come BRICS, Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa.

La prossima domanda è quanto è importante il blocco BRICS? Si estende su un quarto del mondo. Rappresenta oltre il 40% della popolazione mondiale. Si tratta di oltre 3 miliardi di persone, il cui PIL combinato è di oltre 23 trilioni di dollari. Rappresenta il 26% dell’economia globale. Ed è questa economia che era al centro dell’iniziativa BRICS quando è iniziata. Volevano contrastare il sistema finanziario guidato dagli Stati Uniti. A tal fine, hanno fatto due cose. Hanno chiesto riforme sia per la Banca Mondiale sia per il Fondo Monetario Internazionale. Hanno chiesto riforme e poi hanno creato le proprie istituzioni, come la New Development Bank, la Nuova Banca dello Sviluppo che ha aperto i battenti nel 2017 e, da allora, ha finanziato numerosi progetti in questi paesi.

Ma funziona in modo molto diverso dal Fondo Monetario Internazionale, il quale fissa condizioni per concedere i propri prestiti. Il loro motto è abbastanza semplice. Apporta modifiche nel tuo paese e poi ti presteremo denaro. Ma la Nuova Banca dello Sviluppo non fa nulla del genere. Non impone le proprie politiche come il Fondo Monetario Internazionale. Ha persino consentito l’uso delle valute nazionali, il che ci porta a un’altra proposta, la creazione di una valuta BRICS, che possa competere con il dollaro americano. È stato un argomento di discussione per molto tempo. L’idea è stata proposta dal Brasile l’anno scorso.

Ma per quest’anno, in Sudafrica, il suo lancio è fuori discussione. Perché? Perché le economie del blocco BRICS funzionano ancora in un mondo dove regna il dollaro. Il sessanta per cento delle riserve valutarie globali sono in dollari. L’ottantotto per cento delle transazioni internazionali utilizza il dollaro. Il biglietto verde potrebbe anche aver sofferto di un certo calo, ma non sarà sostituito dalla valuta BRICS nel prossimo futuro. Inoltre, laddove l’idea del blocco BRICS può essere nobile, manca di trazione politica. E questo perché ci sono crepe nel blocco. Quindi, quanto sono divise le nazioni BRICS? Tutti i membri sono essenzialmente d’accordo su una cosa, sfidare l’egemonia finanziaria occidentale. Su questo sono d’accordo. Ma quando si tratta di tutte le altre questioni, c’è una grave mancanza di consenso. In questo momento, il blocco è composto da cinque nazioni che hanno interessi e priorità diverse, spesso contrastanti tra loro.

Non si allineano l’uno con l’altro. In fondo, il blocco BRICS è un’alleanza informale. Ogni paese condivide la piattaforma. Ogni paese ha un potere di veto. Ma nella maggior parte dei casi, l’interesse nazionale ha la meglio sull’agenda condivisa. Prendiamo, ad esempio, l’India e la Cina. Sono bloccati in una situazione di stallo sul loro confine. Nel 2020, ci sono stati scontri a Galwan. I legami sono tesi. I rispettivi leader continuano ad incontrarsi ai vertici BRICS, ma non trovano un terreno comune. Poi c’è la guerra in Ucraina. La Russia si è schierata contro l’Occidente. La Cina sostiene la Russia. Ma l’India si rifiuta di prendere questa posizione anti-occidentale, intende semmai colmare le divisioni e bilanciare i legami tra i due fronti.

Non vuole essere intrappolata in nessun campo o alleanza. L’India ha legami storici con la Russia ed una crescente partnership con l’America. Vuole preservare entrambi. Quindi c’è divisione all’interno del blocco BRICS. Non sembrano concordare la via da seguire. La Cina vuole espandere BRICS. Russia e Sudafrica sono d’accordo, ma India e Brasile no. Almeno 40 paesi vogliono unirsi a questo gruppo. L’elenco include paesi come l’Arabia Saudita, l’Argentina e l’Egitto. La Cina vuole che si uniscano per formare un gruppo capace di sfidare gli Stati Uniti che sono impegnati in una guerra commerciale con la Cina. Perciò i cinesi hanno secondi fini. La Russia e gli Stati Uniti stanno combattendo una guerra per procura. Con l’espansione di BRICS, Mosca vuole conquistare più partner a livello globale. Il Brasile invece resiste all’espansione.

Teme che la sua posizione nel blocco verrebbe diluita. L’India è indecisa. Nuova Delhi pensa che l’espansione di BRICS rafforzerebbe l’influenza di Pechino. Non vuole che BRICS diventi un blocco cinese. Quindi, ancora una volta, nessun consenso. Cosa significa questo per il futuro dei BRICS? Il blocco è ancora rilevante oppure manca di identità? Nel 2001, queste nazioni erano viste come motori dell’economia globale. Ma 22 anni dopo, lo scenario è molto diverso. è vero che il blocco ha creato un’alternativa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, ma la New Development Bank non è neanche lontanamente competitiva. Nell’ultimo decennio, ha approvato prestiti per un valore di 33 miliardi di dollari. Questo è un terzo di ciò che la sola Banca Mondiale si è impegnata a dare in un solo anno. E non ci sono altri risultati concreti da mostrare.

Quindi i giorni di gloria di BRICS sono finiti? I suoi membri hanno sfide interne. E queste sfide sono più grandi della loro agenda comune. La Russia sta combattendo una guerra, diplomaticamente isolata dall’Occidente e colpita dalle sanzioni. L’economia cinese sta soffrendo. C’è deflazione. C’è una disoccupazione crescente. Il mercato immobiliare sta crollando e le aziende straniere stanno lasciando la Cina. Anche l’economia brasiliana si sta contraendo. C’è un aumento della povertà e della disuguaglianza. Per quanto riguarda il Sudafrica, la sua crisi occupazionale è una bomba a orologeria. Milioni sono senza lavoro, il che ci lascia con l’India, l’unica nazione che presenti crescita reale. Uno dei pochi punti luminosi nella cupa economia globale, anche se anch’essa con diverse sfide interne. Allora, che cosa deve fare l’India?

Dovrebbe rimanere nel blocco oppure lasciarlo? Negli anni 2000, il blocco BRICS era il risultato dell’ottimismo e della speranza. Ma oggi, sembra mancare di scopo. I leader BRICS si incontrano ancora ogni anno, ma il blocco deve fare di più. Innanzi tutto, deve trovare un modo per superare le proprie differenze politiche.

Ha bisogno di un approccio più unificato. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente. In secondo luogo, nessun paese dovrebbe sfruttare la piattaforma per i propri fini. Infine, l’agenda deve espandersi e andare oltre la diplomazia economica. Quindi l’India dovrebbe continuare ad investire il suo tempo e i suoi sforzi nel blocco? La risposta è sì. In politica e diplomazia è meglio partecipare anziché isolarsi.

BRICS nasce in Goldman Sachs

Vediamo quindi che il progetto del blocco BRICS è stato concepito nel 2001 da Jim O’Neill, anche denominato Barone O’Neill di Gatley, un economista britannico che ha lavorato nella famosa banca d’affari Goldman Sachs dal 1997 all’aprile del 2013, ed è stato presidente della Goldman Sachs Asset Management per tre anni, una posizione appositamente creata per lui al fine di gestire $ 800 miliardi di fondi d’investimento altrui.

Il progetto BRIC nasceva per spostare verso Est il centro della globalizzazione e la stessa giornalista indiana lo presenta, appunto, come un progetto di globalizzazione alternativo a quello esistito sinora.

Poi si è evoluto e oggi vede forti tensioni al suo interno che potrebbero comprometterne l’evoluzione.

Lo vediamo nelle continue frecciate scambiate tra la leadership indiana e quella cinese. Nel prossimo video vediamo un breve segmento preso da WION, una delle principali reti televisive indiane in cui si parla dello strano atteggiamento di Xi Jinping durante il summit di Joannesburg.

Xi Jinping latitante al convegno business del summit BRICS

Sep 02, 2023

20230823 Xi Jinping skip the BRICS OK

[Giornalista WION]

Il nostro prossimo servizio riguarda Xi Jinping. Martedì pomeriggio, quando è atterrato a Johannesburg per dare il via alla sua visita di stato in Sud Africa, ed anche per partecipare alla riunione del blocco BRICS e per promuovere l’espansione dell’alleanza, molti pensavano che avrebbe fatto di tutto per vendere la narrazione cinese al mondo. Ma ieri sera è accaduto qualcosa di piuttosto inatteso. Il presidente cinese ha inaspettatamente saltato il business forum del gruppo BRICS, una riunione durante la quale avrebbe dovuto parlare dei piani economici della Cina. Ma ciò non è accaduto.

Non solo non ha parlato, ma non si è proprio presentato all’evento. Ha chiesto invece al suo ministro del commercio, Wang Wentao, di fare una presentazione al suo posto. Ma perché è successo, in primo luogo? Quale potrebbe essere la ragione di questa assenza? Tutti gli altri leader dell’alleanza BRICS hanno parlato all’evento. Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, il primo ministro indiano, Narendra Modi, il presidente brasiliano, Lula da Silva, e persino Vladimir Putin, anche se virtualmente. Perché allora Xi Jinping si è tirato indietro? La sua misteriosa assenza, soprattutto in un forum multilaterale che la Cina ha l’ambizione di espandere, ha fatto sollevare diverse sopracciglia. Ed ha anche scatenato una raffica di voci, tra l’altro, con gli analisti cinesi che cercano di capire perché sia stato fatto il cambiamento dell’ultimo minuto. È stato a causa di un incidente di salute o di qualche questione urgente? O forse di uno sviluppo legato al vertice stesso? Né i diplomatici cinesi né i media statali hanno offerto alcuna spiegazione. E questa mancanza di trasparenza non sorprende. Ogni volta che si tratta di questioni personali o di questioni delicate, i funzionari cinesi bloccano rigorosamente qualsiasi flusso d’informazioni. E questo è l’ennesimo promemoria di come Pechino possa essere una scatola nera.

E per quanto riguarda Xi Jinping, si è presentato il secondo giorno, ma solo per fare dichiarazioni ufficiali. Ha parlato della New Development Bank al servizio delle nazioni BRICS e anche della necessità di riformare il sistema monetario internazionale. I critici si chiedono se tali riforme avranno luogo anche in patria, specialmente quando si tratta di libertà di parola. Date un’occhiata al titolo sullo schermo. Un dissidente cinese che era stato precedentemente incarcerato per aver criticato Xi Jinping è fuggito dalla Cina. E aspettate di sentire com’è fuggito.

Ha usato una moto d’acqua per raggiungere via mare la Corea del Sud, trainando dietro di sé barili di carburante al fine di avere abbastanza autonomia per completare quel lungo viaggio. Questo è lo stato delle cose in madrepatria. Questo è ciò a cui la situazione si è ridotta. Chiaramente, Xi Jinping ha più di un motivo per non affrontare le telecamere.

La principale attrattiva del blocco BRICS è stata la possibilità di avere prestiti a condizioni migliori rispetto a quelle proposte dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, che in inglese viene identificato dalla sigla IMF, International Monetary Fund.

Tuttavia la New Development Bank che vuole sostituirsi alla Banca Mondiale e che ha sede in Cina, ha erogato pochi prestiti e le condizioni finanziarie sono comunque state onerose, anche se non si abbinavano a imposizioni politiche come nel caso del Fondo Monetario Internazionale.

Il rischio dei paesi emergenti è quindi di passare da una banca internazionale all’altra, rimanendo comunque imbrigliati in prestiti enormi contratti dai propri politici spesso per interesse personale.

Un paese che si è liberato di questa pericolosa spirale è El Salvador come spiegato nel video che segue dove Max Keiser esperto di finanza americano e investitore in Bitcoin che funge da consigliere per il presidente salvadoregno Nayib Bukele e che sta gestendo diversi progetti d’investimento centrati su Bitcoin in El Salvador. Lo intervista Sam Callahan, analista di Swan Bitcoin uno dei principali broker di Bitcoin negli Stati Uniti, che è uno degli esperti indipendenti sul tema della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e la Bank of International Settlements, la Banca dei regolamenti internazionali.

El Salvador: Come vincere sul Fondo Monetario Internazionale

Sep 02, 2023

20230821 Max Keiser IMF Bitcoin OK

[Sam Callahan]

Sono passati due anni da quando El Salvador ha adottato Bitcoin come moneta a corso legale. Quando lo hanno fatto per la prima volta, il Fondo Monetario Internazionale è uscito allo scoperto e ha detto che era una mossa davvero irresponsabile. Erano preoccupati che avrebbe fatto crollare El Salvador. I titoli di stato sono andati in ribasso in zona pericolo. Recentemente, tu hai definito il Fondo Monetario Internazionale come la shitcoin originale, il che penso sia sorprendente. Ho esaminato a fondo L’IMF.

E uno dei peggiori prestiti che hanno fatto è stato proprio a El Salvador durante la loro guerra civile negli anni ’80, dove hanno semplicemente scelto la parte che volevano far vincere, hanno dato loro i soldi, e poi tutti i soldi sono stati usati per finanziare le armi, non per costruirne nulla di produttivo per l’economia. Quei soldi sono stati semplicemente sprecati nella guerra. Si sono quindi trovati sul groppone tutto quel debito, e ecco che arriva l’IMF che dice di non adottare questo denaro perfetto. Che sono preoccupati per la situazione di El Salvador. Ma veniamo velocemente ai giorni nostri, tu cosa diresti all’IMF? Perché sembra che El Salvador sia diventato più forte da quando hanno adottato Bitcoin.

[Max Keiser]

È esatto. È vero. Sai, voglio dire, il Fondo Monetario Internazionale è una banca centrale. E, alle banche centrali non piace il denaro decentralizzato. Quindi penso che questa sia tutta la storia. A loro non piace l’idea che un paese possa adottare Bitcoin e decentralizzarsi, abbandonando il cartello bancario globale, e allontanandosi dalle banche centralizzate e da tutto ciò che ne consegue Certamente, in America Centrale, se leggete il libro di John Perkins, Confessioni di un sicario dell’economia, questi sono stati i paesi in cui gli Stati Uniti hanno inviato i sicari economici per rovesciare i governi e per dare avvio a colpi di stato. In quest’area, nel corso degli anni, ci sono stati circa 50 colpi di stato, molti dei quali sponsorizzati dagli Stati Uniti.

E gli Stati Uniti hanno sempre trattato l’America Centrale come, aperte e chiuse virgolette, il cortile dietro casa. Non hjanno mai considerato davvero indipendente quest’area georgrafica. Pensano che, in qualche modo, sia un’appendice degli Stati Uniti. La ritengono un’area sulla quale hanno il totale controllo. Lo vediamo chiaramente se guardiamo alla storia, diciamo, della Ford Motor Company, o di altre società americane, e certamente la storia di quella che oggi è diventata Chiquita Bananas, ma che in origine si chiamava United Fruit. Si trattava di un cartello delle banane che ha sfruttato i paesi dell’America centrale in modo alquanto dannoso per anni e anni.

E, come ben sai, questi cartelli sono molto difficili da rompere, non è vero? Il Fondo Monetario Internazionale preferirebbe avere uno stato cliente e un facile mercato a cui vendere i loro prestiti poco raccomandabili. Ma Bitcoin sta riscrivendo i libri di storia e, mediante l’uso del denaro decentralizzato, si ovvia alla necessità di avere banche centrali. Come dicevo prima, le banche centrali stanno arrivando alla conclusione di un ciclo che è durato 300 anni. Non ha davvero senso avere una banca centrale.

E perciò ora penso che si estingueranno. E la regione sta ora beneficiando alla grande dall’adozione di Bitcoin da parte di El Salvador. Di conseguenza il Fondo Monetario Internazionale sta davvero diventando irrilevante.

[Sam Callahan]

Sì, tendo ad essere d’accordo. E penso che El Salvador si stia dimostrando un ottimo caso di studio per altri paesi. Voglio dire, quando guardiamo come vanno le cose, ti ho visto twittare a proposito del fatto che in termini di America Centrale e Caraibi, El Salvador abbia il tasso di crescita più veloce nel campo dell’industria Fintech, stiamo parlando del 25%.

El Salvador sta aprendo la strada. E voi ragazzi, tu, Stacey, e Jimmy Song avete aiutato a sviluppare un corso di formazione per la gente del posto, al fine di aiutarli ed insegnare loro come sviluppare sul protocollo Bitcoin. E avete appena concluso la vostra prima classe, e credo che abbiate diplomato tutti i partecipanti. Puoi quindi parlarci un po’, di quel programma, e del perché avete deciso di avviarlo.

[Max Keiser]

Certamente. Abbiamo cominciato circa un anno fa, o giù di lì. Jimmy Song era venuto in El Salvador per tenere una classe incentrata sul suo libro, Programming Bitcoin, Programmare Bitcoin. E questo è stato merito in realtà di Stacey che ha identificato la necessità di educare sviluppatori e programmatori locali in El Salvador, al fine di far crescere il talento locale. E così questo piccolo programma pilota realizzato con Jimmy è andato molto, molto bene. E quindi l’idea era che forse avremmo dovuto semplicemente passare al setaccio l’intero paese al fine di trovare nuovi talenti. Così Stacey ha organizzato quello che ora è diventato il programma Cubo Plus.

El Salvador aveva già un programma di formazione governativo chiamato Cubos, imperniato sui suoi centri comunitari locali. Cubo Plus si basa esattamente su tale concetto. Abbiamo setacciato l’intero paese nella ricerca degli studenti migliori e più brillanti. Abbiamo lavorato con le università, abbiamo trovato persone davvero di grande talento e le abbiamo inserite in una scuola che potrebbe essere paragonabile al programma Top Gun. Per tre settimane, i migliori e i più brillanti sono venuti a San Salvador e, più precisamente, alla spiaggia di El Zante, dove si trova la comunità Bitcoin Beach. E abbiamo riunito i migliori istruttori di Bitcoin del mondo con gli studenti migliori.

E, una volta arrivati all’ultimo stadio di questa selezione in stile Top Gun, siamo rimasti con 21 studenti eccellenti. che si sono riuniti e hanno portato il corso a compimento. E ora stanno trovando lavoro. Stanno ottenendo impieghi altamente remunerativi e di alto livello, del tipo che si ottiene se sei uno sviluppatore Bitcoin, al servizio di un’industria che è realmente globale. C’è una richiesta globale, su scala mondiale per questo tipo di talento. Siamo quindi giunti alla fine di quello che, in realtà, è stato il primo semestre, se volete, la prima stagione di Cubo Plus e la prima classe si è diplomata e sta ottenendo ottimi posti di lavoro.

E, naturalmente, la prossima stagione, il prossimo anno scolastico, se vogliamo, sarà molto, molto più grande perché si sta spargendo la voce e la gente capisce che Cubo Plus e lo sviluppo su Bitcoin è davvero un modo per entrare nelle alte sfere del settore, con impieghi ad altissimo reddito . Di conseguenza è stato un successo davvero fantastico. Stacey e una troupe di registi di Hollywood si sono riuniti in El Salvador per girare un documentario su questo. E questo documentario uscirà nella prossima settimana o giù di lì.

E ricostruisce appieno quello che è successo è un documentario davvero brillante. è stato realizzato da registi che conosciamo da molto, molto tempo e che sono registi eccellenti. E Stacey ha diretto questo documentario, che parla di Cubo Plus. Quindi vedrete davvero gli studenti e che cosa stanno facendo e ci sono anche riprese fantastiche del paese in quanto tale. El Salvador non è stato realmente descritto in molti film o serie televisive nel corso degli anni. C’è solo un film che è stato fatto nel 1950, credo, che parlava di El Salvador. Ma è davvero un paese meraviglioso ovunque si guardi. Il panorama è davvero fantastico.

E anch’esso fa parte di questo grande documentario che mostra, tra le altre cose, le meraviglie di questo paese. Questo è il Cubo Plus e fa parte di ciò che io e Stacey stiamo facendo in El Salvador. Cerchiamo di capire come trasformare El Salvador nel Paese di Bitcoin, fornendo l’istruzione, favorendo la crescita dei visitatori, aiutando le persone qui, e là. Ecco che cosa abbiamo fatto.

[Sam Callahan]

Certo. E un’altra cosa su cui avete lavorato, e stai indossando il cappello in questo preciso momento, è Volcano Energy, di cui voglio assolutamente parlare. L’uso dell’energia vulcanica per estrarre Bitcoin è una delle cose che sono state anticipate quando El Salvador ha annunciato per la prima volta che avrebbe reso Bitcoin a corso legale. E ha davvero entusiasmato tutti. Ma solo nel giugno 2023, ha annunciato alcuni dettagli al riguardo. E tu sei il presidente di Volcano Energy. Puoi parlarmi del progetto?

[Max Keiser]

Sì, certo. Hanno scritto molto a riguardo. Vi incoraggio a condurre una piccola ricerca su Google su Volcano Energy e vedrete tutti i comunicati stampa e gli articoli che sono state scritti sul tema. Ci sono molte informazioni a disposizione. Quando abbiamo iniziato a parlare di energia geotermica nel paese, abbiamo discusso dei diversi modi per attingere a tale energia e per capitalizzarla. E dopo circa 18 mesi, 19 mesi, a dire il vero non è passato molto tempo, l’idea di lanciare questa società, Volcano Energy, si è finalmente realizzata. Si tratta di una partnership tra pubblico e privato.

Il governo è una delle parti interessate e noi lavoriamo con il governo. Ci son o tempi piuttosto lunghi prima che il sistema sia pronto. Stiamo parlando, sapete, di quattro o cinque anni per sviluppare un impianto di geotermia. Ma, nel frattempo, l’idea è di colmare il vuoto mediante l’uso di impianti eolici e solari. Quindi lanceremo per primi gli impianti eolici e fotovoltaici. Faremo mining di Bitcoin usando energia rinnovabile, eolica e solare. E nel frattempo costruiamo gli impianti di geotermia, che dovrebbero essere attivi tra pochi anni.

Dopo di che li avremo in funzione tutti e tre: eolico, solare, e geotermico. E crediamo di poter diventare un giocatore piuttosto importante nel settore del mining di Bitcoin e avremo una porzione molto significativa del tasso di hash globale, vale a dire della potenza di calcolo complessiva dei miner di Bitcoin nel mondo. Torniano ad un argomento di cui parlavo già forse cinque anni fa, riferendomi a quella che chiamo la corsa globale alla potenza di calcolo dei minatori su scala globale. La gente mi chiedeva cosa sarebbe successo se una particolare nazione avesse bandito Bitcoin. Cosa sarebbe successo se i minatori fossero stati banditi. A quel tempo ho risposto, e dobbiamo tornare indietro di cinque anni o anche più, ho risposto che lo scenario più probabile sarebbe stato che diverse nazioni avrebbero iniziato ad estrarre Bitcoin in modo competitivo, perché lo avrebbero riconosciuto come il denaro più solido che sia mai esistito.

E proprio come le nazioni avrebbero voluto accumulare oro se avessimo uno standard aureo, quando le persone estraevano oro e sviluppavano la ricchezza delle nazioni basandosi sull’oro, avremmo visto accadere la stessa cosa con Bitcoin. Ed è esattamente ciò che stiamo vedendo. Quindi, al momento,  direi che El Salvador sta vincendo la corsa globale verso la potenza di calcolo perché, questo è davvero l’unico paese che abbia adottato l’estrazione di Bitcoin come politica governativa e che vuole avere Bitcoin nel suo bilancio. Ecco come è partito il tutto. È un progetto altamente strategico. Il presidente, il presidente Bukele lo ha riconosciuto presto e vede che questo è il futuro.

Così abbiamo raccolto un miliardo di dollari per il progetto e 250 milioni sono già stati impiegati. Stiamo già lavorando sul campo in questo momento, e la cosa sta succedendo. La nostra ambizione è di vincere la corsa globale verso il potere di calcolo per il mining. Vogliamo possedere la massima quantità di Bitcoin possibile, vogliamo averne più di chiunque altro, e vogliamo il mining più economico e più efficiente che ci sia. Questo è il futuro. E penso, sai, che vogliamo essere i numeri uno. Vogliamo essere assolutamente in cima, in cima alla piramide.

Vediamo quindi che Bitcoin già risolve la dipendenza rispetto all’IMF e ad altre banche internazionali, come la New World Bank, e che consente anche a nazioni molto povere come El Salvador di risalire rapidamente la classifica economica, risolvendo davvero numerosi problemi interni e fornendo nuove prospettive alla sua popolazione.

Fatto questo preambolo, vediamo l’intervista originale con Il Vaso di Pandora.

Roberto Mazzoni

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