Dall’apartheid al genocidio? – MN #246

Siamo insieme nella ricerca della verità, in questo caso la verità sul reato di genocidio che è il più importante e il più grave reato previsto dalla legislazione internazionale. Un reato di cui è stato accusato lo Stato di Israele che tra l’altro è in qualche modo all’origine della definizione di questo reato visto che il reato è stato creato e la convenzione contro il genocidio dopo la seconda guerra mondiale appositamente per prevenire il riverificarsi di genocidi come quello dell’olocausto.

Quindi il fatto che lo Stato di Israele venga accusato e che il Corte Internazionale di Giustizia ritenga che ci siano gli estremi affinché questa accusa sia consistente, cioè ci siano effettivamente relatività genocidio da parte del governo e quindi sia necessario avviare un processo vero e proprio e che nel frattempo emetta delle direttive restrittive nei confronti del governo di Israele Medesimo è un fatto senza precedenti. Ed è un fatto che sancisce un cambio direi determinante dal punto di vista storico sia nella storia di Israele sia nella storia del mondo occidentale che in qualche modo è legato a filo doppio con Israele per vari motivi attraverso gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e in parte anche la Francia e anche perché comunque l’attuale situazione di alta tensione nel Medio Oriente può avere conseguenze veramente determinanti sul futuro dell’Occidente e in particolare europeo.

Ma procediamo con ordine e cerchiamo di affrontare il tema coinvolgendo degli esperti, quindi lasciando che siano persone sicuramente più competenti di me a formulare delle opinioni e delle valutazioni su quello che è la situazione e a fornirci magari anche alcuni elementi aggiuntivi di giudizio riportati direttamente dal terreno, da quello che sta succedendo in Israele in questi giorni.

Allora, innanzitutto cominciamo con una dichiarazione pubblicata da Benjamin Netanyahu, l’attuale primo ministro israeliano e un personaggio politico che ha avuto una lunga storia nella vita di Israele, pubblicata nel marzo 2019 in cui scriveva:

“Israele non è uno Stato per tutti i suoi cittadini ma piuttosto uno Stato, nazione per gli ebrei e solo per loro”.

Quindi direi che è abbastanza evidente che dal punto di vista di Benjamin Netanyahu, che al momento di nuovo è al governo, insieme a una coalizione che include anche degli estremisti di destra, tra cui il ministro delle finanze e il ministro degli interni, equivalente al ministero degli interni, che da quanto mi dicono è stato accusato lui stesso di attività terroristiche e ritenuto colpevole da tribunali israeliani, di aver partecipato o comunque sostenuto gruppi terroristi israeliani. Questo tipo di coalizione al momento è al governo ed è quello che determina la direzione dello Stato per nome anche di tutti i cittadini israeliani. Quindi questo punto di vista ci introduce nel tema dell’apartheid.

L’apartheid è un sistema politico di segregazione raziale applicato in particolare in Sudafrica dal 1948 fino a circa l’inizio degli anni ’90. Il Sudafrica è quindi particolarmente sensibile all’apartheid avendolo vissuto sulla propria pelle, motivo per cui ha un atteggiamento abbastanza critico nei confronti di Israele, che è stato accusato, il governo di Israele se ben chiaro, di attività di apartheid da diverse organizzazioni di protezione dei diritti umani e civili, tra cui in particolare Amnesty International.

Amnesty International, il 1 febbraio 2022, ha pubblicato un rapporto molto dettagliato, di cui ho una copia e ho letto in parte, ma di cui vi propongo una sintesi sempre estratta dall’autore di Amnesty International, in cui si accusa direttamente il governo israeliano di aver istituito un sistema di apartheid contro i palestinesi e si chiede l’intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle Nazioni Unite in quanto tali e dei membri della convenzione contro l’apartheid, che è un’ulteriore convenzione, perché l’apartheid è ritenuto comunque un crimine contro l’umanità, ad intervenire nei confronti di Israele.

Il rapporto si intitola in particolare: “L’apartheid di Israele nei confronti dei palestinesi”, questo è il titolo, “un crudele sistema di dominio e un crimine contro l’umanità”. Nel video seguente vi propongo quindi la sintesi presentata dall’Amnesty International di tale rapporto, in modo da inquadrare un pochino la questione e capire anche se vogliamo un pochino le radici del problema, in cui tanto i palestinesi quanto gli israeliani si trovano coinvolti e che se non risolto, e a quanto pare finora non è stato risolto, non farà altro che aumentare il numero di vittime su entrambi i fronti.

Tra l’altro direi che il recente pronunciamento da parte della Corte Internazionale di Giustizia stabilisca una pietra miliare in questa direzione, ma poi vedremo dopo per quale motivo. Cominciamo quindi ora con il video in cui vi presento la sintesi del rapporto presentato da Amnesty International. Eccolo.

Il gravissimo rapporto sull’apartheid israeliana

Il nostro rapporto rivela la reale portata del regime di apartheid israeliano. Sia che vivano a Gaza, a Gerusalemme Est e nel resto della Cisgiordania, o nella stessa Israele, i palestinesi sono trattati come un gruppo razziale inferiore, e sistematicamente privati ​​dei loro diritti. Abbiamo scoperto che le crudeli politiche di segregazione, espropriazione ed esclusione da parte di Israele in tutti i territori sotto il suo controllo equivalgono chiaramente ad apartheid. La comunità internazionale ha l’obbligo di agire.

“Non esiste alcuna giustificazione possibile per un sistema costruito attorno all’oppressione razzista istituzionalizzata e prolungata di milioni di persone. L’apartheid non ha posto nel nostro mondo, e gli stati che scelgono di fare delle concessioni a Israele si troveranno dalla parte sbagliata della storia. I governi che continuano a fornire armi a Israele, ed a proteggerlo dalle responsabilità davanti alle Nazioni Unite, stanno sostenendo un sistema di apartheid, minando l’ordine legale internazionale ed esacerbando la sofferenza del popolo palestinese. La comunità internazionale deve affrontare la realtà dell’apartheid di Israele e perseguire le numerose strade verso la giustizia che rimangono vergognosamente inesplorate”.

Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International

Le conclusioni di Amnesty International si basano su un crescente corpus di lavoro svolto da ONG palestinesi, israeliane e internazionali, che hanno trovato un’applicazione sempre più diretta del quadro dell’apartheid alla situazione in Israele e nei territori occupati.

Identificazione dell’apartheid

Un sistema di apartheid è un regime istituzionalizzato di oppressione e dominio da parte di un gruppo razziale su un altro. Si tratta di una grave violazione dei diritti umani vietata dal diritto pubblico internazionale. Le approfondite ricerche ed analisi legali di Amnesty International, condotte in consultazione con esperti esterni, dimostrano che Israele applica un tale sistema contro i palestinesi attraverso leggi, politiche e pratiche che impongono loro un trattamento discriminatorio prolungato e crudele.

Nel diritto penale internazionale, specifici atti illeciti commessi all’interno di un sistema di oppressione e dominio, con l’intenzione di mantenerlo, costituiscono il crimine contro l’umanità definito come apartheid. Questi atti sono stabiliti nella Convenzione sull’apartheid e nello Statuto di Roma, e comprendono l’uccisione illegale, la tortura, il trasferimento forzato, e la negazione dei diritti e delle libertà fondamentali.

Amnesty International ha documentato atti vietati dalla Convenzione sull’apartheid e dallo Statuto di Roma in tutte le aree controllate da Israele, sebbene si verifichino più frequentemente e violentemente nei territori occupati anziché in Israele. Le autorità israeliane adottano molteplici misure per negare deliberatamente ai palestinesi i loro diritti e le loro libertà fondamentali, comprese restrizioni draconiane ai movimenti nei territori occupati, un cronico sotto-investimento discriminatorio nelle comunità palestinesi in Israele e la negazione del diritto al ritorno dei rifugiati. Il rapporto documenta anche trasferimenti forzati, detenzioni amministrative, torture e uccisioni illegali, sia in Israele che nei territori occupati.

Amnesty International ha riscontrato che questi atti fanno parte di un attacco sistematico e diffuso, diretto contro la popolazione palestinese, e sono commessi con l’intento di mantenere il sistema di oppressione e dominazione. Costituiscono quindi il crimine contro l’umanità dell’apartheid.

L’uccisione illegale di manifestanti palestinesi è forse l’esempio più chiaro di come le autorità israeliane utilizzino atti proibiti per mantenere lo status quo. Nel 2018, i palestinesi di Gaza hanno iniziato a organizzare proteste settimanali lungo il confine con Israele, chiedendo il diritto al ritorno per i rifugiati e la fine del blocco. Prima ancora che iniziassero le proteste, alti funzionari israeliani avevano avvertito che i palestinesi che si avvicinavano al muro sarebbero stati colpiti. Alla fine del 2019, le forze israeliane avevano ucciso 214 civili, tra cui 46 bambini.

Alla luce delle sistematiche uccisioni illegali di palestinesi, documentate nel proprio rapporto, Amnesty International chiede anche al Consiglio di sicurezza, delle Nazioni Unite, di imporre un embargo globale sulle armi fornite ad Israele. Ciò dovrebbe coprire tutte le armi e munizioni, nonché le attrezzature delle forze dell’ordine, date le migliaia di civili palestinesi che sono stati illegalmente uccisi dalle forze israeliane. Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe anche imporre sanzioni mirate, come il congelamento dei beni, contro i funzionari israeliani maggiormente implicati nel crimine di apartheid.

I palestinesi trattati come una minaccia demografica

Sin dalla sua fondazione nel 1948, Israele ha perseguito una politica volta a stabilire e poi mantenere una maggioranza demografica ebraica, ed a massimizzare il controllo sulla terra e sulle risorse a beneficio degli ebrei israeliani. Nel 1967, Israele estese questa politica alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza. Oggi, tutti i territori controllati da Israele continuano ad essere amministrati con lo scopo di avvantaggiare gli ebrei israeliani a scapito dei palestinesi, mentre i rifugiati palestinesi continuano ad essere esclusi.

Amnesty International riconosce che gli ebrei, come i palestinesi, rivendicano il diritto all’autodeterminazione, e non mette in discussione il desiderio di Israele di fornire una casa per gli ebrei. Allo stesso modo, non ritiene che l’etichettatura di Israele come “stato ebraico” indichi di per sé l’intenzione di opprimere e dominare.

Tuttavia, il rapporto di Amnesty International mostra che i successivi governi israeliani hanno considerato i palestinesi una minaccia demografica, e hanno imposto misure per controllare, e ridurre la loro presenza, e l’accesso alla terra in Israele e nei territori occupati. Questi obiettivi demografici sono ben illustrati dai piani ufficiali per “giudaizzare” aree di Israele e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, che continuano a porre migliaia di palestinesi a rischio di trasferimento forzato.

Oppressione senza frontiere

Le guerre del 1947 e del 1949 e del 1967, l’attuale governo militare israeliano dei territori occupati e la creazione di regimi legali e amministrativi separati all’interno del territorio, hanno separato le comunità palestinesi e le hanno segregate dagli ebrei israeliani. I palestinesi sono frammentati geograficamente e politicamente, e sperimentano diversi livelli di discriminazione a seconda del loro status e del luogo in cui vivono.

I cittadini palestinesi in Israele attualmente godono di maggiori diritti e libertà rispetto ai loro omologhi nei territori occupati, mentre l’esperienza dei palestinesi a Gaza è molto diversa da quella di coloro che vivono in Cisgiordania. Tuttavia, la ricerca di Amnesty International mostra che tutti i palestinesi sono soggetti allo stesso sistema generale. Il trattamento riservato da Israele ai palestinesi in tutte le aree persegue lo stesso obiettivo: privilegiare gli ebrei israeliani nella distribuzione della terra e delle risorse, e ridurre al minimo la presenza palestinese e l’accesso dei palestinesi alla terra.

Amnesty International dimostra che le autorità israeliane trattano i palestinesi come un gruppo razziale inferiore definito dal loro status arabo, non ebraico. Questa discriminazione razziale è cementata nelle leggi che colpiscono i palestinesi in Israele e nei territori occupati.

Ad esempio, ai cittadini palestinesi di Israele viene negata la nazionalità, stabilendo una differenziazione giuridica dagli ebrei israeliani. In Cisgiordania e Gaza, dove Israele controlla il registro della popolazione dal 1967, i palestinesi non hanno cittadinanza e la maggior parte è considerata apolide, per cui per vivere e lavorare nei territori sono necessarie carte d’identità rilasciate dall’esercito israeliano.

Ai rifugiati palestinesi e ai loro discendenti, sfollati nei conflitti del 1947 e 1949 e del 1967, continua a essere negato il diritto di tornare ai loro precedenti luoghi di residenza. L’esclusione dei rifugiati da parte di Israele è una flagrante violazione del diritto internazionale che ha lasciato milioni di persone in un limbo perpetuo di sfollamenti forzati.

Ai palestinesi nell’annessa Gerusalemme Est viene concessa la residenza permanente invece della cittadinanza, sebbene questo status sia permanente solo di nome. Dal 1967, a più di 14.000 palestinesi è stata revocata la residenza su decisione del Ministero degli Interni, con conseguente trasferimento forzato fuori città.

Restrizioni draconiane ai movimenti

Dalla metà degli anni ’90, le autorità israeliane hanno imposto restrizioni di movimento sempre più stringenti ai palestinesi nei territori occupati. Una rete di posti di blocco militari, posti di blocco civili, recinzioni e altre strutture controlla il movimento dei palestinesi all’interno dei territori occupati e limita i loro viaggi in Israele o all’estero.

Una recinzione di 700 km, che Israele sta ancora estendendo, ha isolato le comunità palestinesi all’interno di specifiche “zone militari”, e costoro devono ottenere molteplici permessi speciali ogni volta che entrano o escono dalle loro case. A Gaza, più di 2 milioni di palestinesi vivono sotto un blocco israeliano che ha creato una crisi umanitaria. È quasi impossibile per gli abitanti di Gaza viaggiare all’estero o nel resto dei territori occupati, e sono di fatto segregati dal resto del mondo.

Amnesty International ha esaminato ciascuna delle giustificazioni di sicurezza che Israele cita come base per il trattamento riservato ai palestinesi. Il rapporto mostra che, sebbene alcune delle politiche di Israele possano essere state progettate per soddisfare legittimi obiettivi di sicurezza, sono state tutte attuate in modo gravemente sproporzionato e discriminatorio, non rispettando il diritto internazionale. Altre politiche non hanno assolutamente alcun fondamento ragionevole nella sicurezza e sono chiaramente modellate dall’intento di opprimere e dominare.

Scrive Agnès Callamard:

“Per i palestinesi, la difficoltà di viaggiare all’interno, oltre che dentro e fuori i territori occupati, è un costante promemoria della loro impotenza. Ogni loro mossa è soggetta all’approvazione dell’esercito israeliano, e il più semplice compito quotidiano significa navigare in una rete di controlli violenti.

“Il sistema di permessi nei territori occupati è emblematico della sfacciata discriminazione di Israele contro i palestinesi. Mentre i palestinesi sono rinchiusi in un blocco, bloccati per ore ai posti di blocco, o in attesa che arrivi un altro permesso, i cittadini e i coloni israeliani possono spostarsi a loro piacimento”.

Cosa fare per il futuro

Amnesty International fornisce numerose raccomandazioni specifiche su come le autorità israeliane possono smantellare il sistema di apartheid oltre che la discriminazione, la segregazione e l’oppressione che lo sostengono.

L’organizzazione chiede come primo passo la fine della pratica brutale delle demolizioni di case e degli sgomberi forzati. Israele deve garantire pari diritti a tutti i palestinesi in Israele e nei territori occupati, in linea con i princìpi dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario. Deve riconoscere il diritto dei rifugiati palestinesi e dei loro discendenti a ritornare nelle case in cui essi stessi o le loro famiglie un tempo vivevano, e garantire un risarcimento completo alle vittime delle violazioni dei diritti umani e dei crimini contro l’umanità.

La portata e la gravità delle violazioni documentate nel rapporto di Amnesty International, richiedono un cambiamento drastico nell’approccio della comunità internazionale alla crisi dei diritti umani in Israele e nei territori occupati.

Tutti gli stati possono esercitare la giurisdizione universale su persone ragionevolmente sospettate di aver commesso il crimine di apartheid ai sensi del diritto internazionale, e gli stati che aderiscono alla Convenzione sull’apartheid hanno l’obbligo di farlo.

Scrive Agnès Callamard:

“La risposta internazionale all’apartheid non deve più limitarsi a blande condanne e giri di parole. Se non affrontiamo le cause profonde, palestinesi e israeliani rimarranno intrappolati nel ciclo di violenza che ha già distrutto così tante vite.

“Israele deve smantellare il sistema dell’apartheid ed iniziare a trattare i palestinesi come esseri umani con pari diritti e dignità. Fino a quando ciò non accadrà, la pace e la sicurezza rimarranno una prospettiva lontana sia per gli israeliani che per i palestinesi”.

Un modello di apartheid per il transumanesimo?

Bene, quindi secondo me è abbastanza chiaro come esposizione, non ci sono molti dubbi, e chi volesse può procurarsi il rapporto che è stato credo anche tradotto in diverse lingue che è estremamente dettagliato e riporta testimonianze che state verificate e accertate sul campo.

Quindi non stiamo parlando di una qualche fazione politica che ce l’ha col governo di Netanyahu, piuttosto che qualche blogger privato che può aver fatto una serie di teorie complottiste, ma questo è il rapporto ufficiale di un organismo delle Nazioni Unite che documenta un lavoro di ricerca estenuante e su vasta scala dove si identifica in modo direi abbastanza inequivocabile la presenza di un regime di apartheid in Israele.

E perché vi cito l’apartheid Israele e perché Israele è importante in questo momento, la situazione in Israele? Vi ricorderete immagino che il numero 2 del World Economy Forum si chiama Yuval Noah Harari, che è uno scrittore oltre che storico israeliano, che ci è venuto a dire che è possibile hackerare l’essere umano, quindi è possibile attraverso l’inserimento di sistemi di condizionamento anche elettronico, quindi transumanesimo, modificare il comportamento e creare direi la razza perfetta, la razza ottimale per il futuro dell’umanità. In questo contesto quindi io vedo il ruolo che oggi hanno i palestinesi come il ruolo che domani potrebbe avere chiunque altro, potrebbe avere chiunque altro non sia stato migliorato e potenziato, cioè tutti coloro che non hanno aderito al programma transumanistico del World Economy Forum e di alcune fazioni delle Nazioni Unite.

In questo caso vorrei farvi notare una questione secondo me molto importante, le organizzazioni, i governi piuttosto che i singoli popoli non sono mai di per sé criminali oppure malvagi nel loro interesse, ma lo diventano nel momento in cui hanno, possono diventarlo come comportamento nel momento in cui hanno a capo dei criminali e il comportamento di un’organizzazione, di un’entità che riunisce più persone dipende moltissimo dal mix che c’è all’interno di quell’organizzazione.

Ora si tratta di un’organizzazione criminale che nasce per commettere crimini come la criminalità organizzata, troveremo solo criminali e quindi è legittimo aspettarsi che l’intera organizzazione sia pericolosa, ma quando guardiamo per esempio le Nazioni Unite noi vediamo che sono persone che stanno ancora lavorando per migliorare le cose e che possono controbilanciare invece la presenza inevitabile, visto che non siamo ancora diventati bravi a intercettarle e riconoscerle, di criminali all’interno delle stesse organizzazioni che invece stanno portando avanti delle politiche distopiche.

Vorrei farvi notare, perlomeno è come lo interpreto io, che il progetto delle famose città dei 15 minuti, dove è possibile muoversi solo per 15 minuti per salvaguardare il clima e proteggerci dalle conseguenze del cambiamento climatico, sono di fatto un progetto che va in direzione all’apartheid, perché se io guardo la mappa di Israele e soprattutto dei territori occupati in questo momento, vedo appunto dei piccoli blocchi di praticamente di quartiere, ma neanche di quartiere, di isolato, dove i singoli prestini sono costretti a stare, mentre gli altri circolano liberamente.

Quindi il futuro distopico immaginato da personaggi del World Economy Forum per le città di futuro, le città intelligenti, dove ci sarà una razza superiore dotata di applicatori elettronici direttamente innestate nel corpo, prevederà, immagino, un sistema di apartheid dove i comuni schiavi resteranno dove staranno, dove devono stare, non possono muoversi, mentre gli altri potranno circolare liberamente.

È per questo che anche in tempi recenti ho cominciato a fare riferimento al fatto che Israele potrebbe probabilmente essere il modello che vogliono seguire per l’evoluzione verso la valuta digitale centralizzata, che è un primo passo in quella direzione, e tutto il resto che viene di conseguenza, che di nuovo viene proposto da alcune fazioni delle Nazioni Unite, mentre vediamo altre fazioni che sono invece contrarie.

Quindi il punto fondamentale è svegliarci, perché una volta che un sistema di questo genere si è instaurato è difficilissimo da eliminare, lo vediamo nel caso dei palestinesi. Non che poi, non voglio dire che i palestinesi siano privi di colpa, ed entreremo nel merito di Hamas, magari in un altro video, perché di fatto Hamas costituisce l’altra faccia della medaglia, sono collegati allo stesso sistema, non sono in realtà due fazioni realmente contrarie, ma non c’è abbastanza spazio per parlarne in questo video.

Però quello che voglio dirvi è che poi la maggior parte della popolazione che in realtà ignora non sa neanche quello che sta succedendo, viene trascinata in queste condizioni e non riesce più a uscire. Quindi è importuno agire prima, muoversi prima, documentarsi, informarsi, far conoscere le cose alle persone e poi soprattutto prendere misure che siano capaci di contrastare questo trend e nello spazio dei Legionari di Bitcoin, che non manco mai di promuovere, ma anche perché ci permette di proseguire questo lavoro anche in divulgazione generale, noi stiamo dedicandoci proprio a questo tema.

Quindi quello che succede oggi ai palestinesi, domani potrebbe capitare a ciascuno di noi ed è bene che sappiamo come funziona il meccanismo e che ci muoviamo di conseguenza.

Il Sudafrica, recentemente, ha deciso di muoversi in modo più deciso nei confronti di Israele presentando un ricorso presso la Corte Internazionale di Giustizia accusando Israele in questo caso addirittura di genocidio, che è un reato ancora più grave dell’apartheid. In base a tutti gli esperti che ho sentito che hanno consultato il documento di denuncia presentato da Sudafrica, lo descrivono come un vero e proprio capolavoro di competenza legale, ricco di dettagli, ricco di informazioni.

Tra l’altro, se lo si legge, lo si riesce a capire facilmente, pur essendo un documento legale si riesce a capire molto bene quello che vogliono dire e argomentano in modo molto chiaro con delle prove inconfutabili per il fatto che vengono direttamente dalla voce di alcuni portavoce importanti del governo di Israele la loro accusa di genocidio, tant’è che il Tribunale ha determinato che esistono gli estremi per un’accusa di genocidio, e proseguiranno con il loro processo.

Nel frattempo hanno ordinato ad Israele di astenersi a fare una serie di cose che sono appunto attività genocide e sulle quali Israele dovrà riportare a distanza di un mese. Come reazione abbiamo visto che Israele poi ha attaccato le Nazioni Unite, quindi si è creato anche un conflitto diretto tra il governo di Tel Aviv e l’ONU e in particolare hanno attaccato un’organizzazione delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati politici o rifugiati.

Il pronunciamento del Tribunale è un pronunciamento molto serio che è stato sminuito sulla stampa occidentale proprio per cercare di negare l’ovvio, ma ha delle conseguenze enormi sia dal punto di vista di immagine, sia dal punto di vista di statura morale, sia dal punto di vista di conseguenze legali che effettivamente potrebbero esserci per gli attuali membri del governo israeliano, nonché del governo statunitense e del governo britannico che hanno in qualche modo contribuito. E credo che possa avere conseguenze anche per una parte dei governi europei che hanno contribuito all’attività militare degli israeliani nella striscia di Gaza. Tra l’altro, come vedrete anche nei video che seguono, il comportamento degli israeliani non è cambiato granché dopo aver ricevuto questo monito da parte della Corte, anzi alcuni membri, soprattutto quelli di estrema destra, come venivano definiti, quelli più radicali del governo israeliano, hanno dimostrato un atteggiamento di sfida di vera e propria sfida nei confronti dell’ONU.

Tra l’altro hanno colpito una delle sedi dell’ONU uccidendo alcuni operatori che si trovavano a Gaza e la cui presenza era stata segnalata all’esercito israeliano. Inoltre hanno bloccato i fondi, e questo vale anche per diversi governi europei, tra cui credo anche l’Italia, di un’organizzazione delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai profughi palestinesi, e che forniva quel minimo di sussistenza che permetteva di mitigare in modo molto ridotto una situazione gravissima umanitaria che si sta verificando a Gaza.

Perché a Gaza manca tutto, manca da mangiare, manca l’acqua potabile, mancano le medicine, le persone che sono ferite, che sono tantissime, vengono operate senza anestesia perché non c’è.

Quindi è una situazione disastrosa e sappiamo, tra l’altro, che il governo israeliano sta facendo arrivare con il contagocce gli aiuti che comunque vengono inviati da altre nazioni, favorendo anche le proteste da parte di cittadini israeliani che bloccano il passaggio di questi camion perché non vogliono che arrivino a Gaza, poiché sostengono che questi camion vanno anche a beneficio di Hamas.

In parte questo è anche vero perché circa il 50% degli aiuti viene intercettato da Hamas. Però questa è la situazione e vediamo quindi uno scontro progressivo tra il governo israeliano e le Nazioni Unite anche in ragione di questa sentenza. La sentenza finale del Tribunale potrebbe arrivare fra qualche anno, di solito sono procedure molto lunghe, ma considerando l’atteggiamento del governo israeliano potrebbe essere accelerata in modo significativo anche perché dobbiamo riconoscere il fatto che tutti i giudici si sono pronunciati a favore di queste restrizioni contro l’israeliano, anche lo stesso giudice israeliano che viene dal Stato, membro della Corte Suprema israeliana, tra l’altro nominato da Netanyahu a suo tempo e anche il Presidente della Corte che è americana.

Quindi il Tribunale ha fatto un ottimo lavoro, l’ha fatto in fretta e l’ha fatto con estrema perizia e con estrema cura, in modo che la sua decisione sia difficilmente appellabile.

Il Tribunale ha anche fatto molta attenzione a non agire in eccesso, per esempio non hanno ordinato un cessato del fuoco a Israele come era stato richiesto dalla Sudafrica, elemento che è stato citato dalla stampa mainstream come di fatto la sconfitta della Sudafrica e che è una sciocchezza.

Si è astenuto dall’imporre questo limite anche perché non poteva imporre quel limite anche a Hamas. Siccome i due si stanno combattendo l’imposizione avrebbe avuto un senso se il Tribunale avesse avuto autorità sia entrambi, altrimenti se costringe soltanto Israele a non attaccare Hamas, mentre Hamas può continuare ad attaccare Israele, sarebbe visto come una forma di ingiustizia e quindi la decisione del Tribunale sarebbe stata appellabile.

Invece sono stati molto misurati, molto attenti, molto intelligenti e hanno contestato le cose che sapevano di poter contestare e di essere su un terreno assolutamente solido, anche perché è la prima azione legale che ha seguito nei confronti del governo Israele. Avete visto che già nel 2022 Amnesty International, e non è il primo caso, è successo anche in precedenza, però Amnesty International ha chiesto esplicitamente di bloccare la fornitura di armi a Israele. e di sottoporre Israele a processi per crimini di guerra, non è mai successo nulla.

In questo caso le cose finalmente cominciano a muoversi. Quindi in pratica il Tribunale sta lasciando che Israele si intrappoli con le proprie mani e vedremo cosa succederà alla scadenza del mese. La Corte ha tipicamente 15 giudici, a cui però in questo caso ne sono stati aggiunti due, uno per il Sudafrica e uno per Israele, in modo da avere una combinazione che tenesse conto anche dei diretti interessati, chi aveva presentato ricorso e chi era stato chiamato in giudizio. In ogni caso, siccome il Tribunale chiede la fornitura di aiuti, la fornitura di aiuti richiede il cessato del fuoco, quindi di fatto il Tribunale ha chiesto il cessato del fuoco anche se non l’ha chiesto.

Ora, mi chiederete per quale motivo il governo israeliano non sente ragione, non si rende conto che il suo stesso comportamento va contro i suoi stessi interessi e finirà per scavarsi la fossa da solo. Chiaro che poi le conseguenze che potrebbero esserci dal comportamento israeliano potrebbero essere limitate, visto che la Corte non ha capacità impositiva, nel momento in cui anche tenesse che Israele è colpevole, non potrebbe fare nulla, dovrebbe intervenire poi dopo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove finora gli Stati Uniti hanno bloccato ogni singola iniziativa usando il potere di vieto.

Però bisogna riconoscere il fatto che la visibilità, la percezione americana dopo questa vicenda sta peggiorando a vista d’occhio, considerando poi anche altre vicende recenti, ma in particolare a seguito di questa situazione con Israele, è evidente che Israele è fuori controllo anche degli stessi Stati Uniti, la Casa Bianca dice una cosa e Israele ne fa un’altra, oppure dice semplicemente che non ha interesse a seguire le richieste della Casa Bianca.

Quindi un’azione di questo genere si trasformerebbe in complicazioni notevoli dal punto di vista politico anche per Joe Biden e per il gruppo che in questo momento si trova alla Casa Bianca. In ogni caso il governo va avanti anche perché una delle caratteristiche degli psicopatici è che sono incapaci di riflessione, quindi non sono in grado di rendersi conto della situazione intorno a loro.

Una volta che sono convinti di andare avanti in un modo, vanno avanti in quel modo e non riescono a fare nessun tipo di introspezione, analisi di coscienza, non ne sono proprio capaci e non sono neanche in grado di percepire quello che c’entrano loro. Quello che fanno invece in realtà è reagire e reagiscono prendendo di mira qualcun altro rispetto a quello che è l’obiettivo reale.

Per esempio in questo caso sono stati attaccati di Hamas e Hamas di nuovo fa parte del problema, c’è un legame a filo doppio tra il governo israeliano e Hamas che non esploreremo qui, molto antico, ma quello che succede in questo caso è che teoricamente dovrebbero attaccare Hamas, sconfiggere Hamas, lasciando in pace, cercando di ridurre al minimo le vittime civili.

Invece fanno esattamente il contrario, anzi adesso hanno deciso che Hamas lo lasciano perdere, tanto si sta rimpossessando di Gaza, che conquistata al solo per più di metà e hanno deciso che adesso attaccheranno al Bola, che non c’entra nulla con il 20 del 7 di ottobre, che si trova a confine con il Libano, che presidia un’area totalmente diversa e che a questo punto estenderà un conflitto che si sta già allargando a macchina d’olio.

Quindi è una situazione estremamente pericolosa perché questa gente non è capace di contenersi, non è capace di trattenersi e questo è un punto che bisogna capire. Un’altra cosa importantissima che ho visto nella storia è che quando in qualsiasi tipo di organizzazione si pone un obiettivo fondamentale, che è quello di far sì che qualche cosa non succeda più, non si debba più ripetere, ed è questo il motto del governo di Netanyahu, il fatto che l’olocausto non debba più ripetersi.

Invariabilmente ciò che cercano di impedire che si ripeta diventa qualcosa che finiscono per fare. Quindi in questo caso, a quanto pare, secondo il giudizio dei giudici della Corte Internazionale di Giustizia, oltre a una serie di altri esperti, alcuni dei quali vi presenterò qua, Israele è decisamente coinvolta in attività genocide.

Bene, ora per capire che cosa sia il genocidio vi propongo la definizione presa dalla Convenzione sui Genocidio, in modo che voi stessi abbiate un’idea di cosa stiamo parlando, perché si sente di tutto e di più, ma abbiamo la definizione esatta, vediamo di inquadrare con precisione di cosa stiamo parlando. Ecco il video.

La definizione precisa del reato di genocidio

La Convenzione sul Genocidio è un trattato internazionale che mette al bando il genocidio e obbliga gli Stati parte a implementare l’applicazione di tale divieto, è stata adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 ed è entrata in vigore nel 1951.

Il termine genocidio è stato coniato dall’avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin che si è battuto attivamente per il riconoscimento di questo crimine dopo la Seconda Guerra Mondiale sulla sia dell’Olocausto perpetrato dai nazisti e del genocidio armeno perpetrato dall’impero ottomano durante la Prima Guerra Mondiale.

La Convenzione sul Genocidio definisce il genocidio come uno qualsiasi dei cinque “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Questi cinque atti includono l’uccisione di membri del gruppo, il causare loro gravi danni fisici o mentali, l’imposizione di condizioni di vita intese a distruggere il gruppo, l’impedimento delle nascite e il trasferimento forzato dei bambini fuori dal gruppo. Le vittime vengono prese di mira a causa della loro appartenenza reale o percepita a un gruppo, non in modo casuale. La convenzione criminalizza inoltre “la complicità, il tentativo o l’incitamento a commetterlo”. Agli Stati membri è vietato impegnarsi in un genocidio e sono obbligati a perseguire l’attuazione di tale divieto. Tutti i colpevoli devono essere processati indipendentemente dal fatto che siano privati, funzionari pubblici o leader politici con immunità sovrana.

L’articolo 2 della Convenzione definisce il genocidio come

…uno qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:

(a) Uccidere membri del gruppo;

(b) Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;

(c) Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale;

d) Imporre misure intese a prevenire le nascite all’interno del gruppo;

(e) Trasferimento forzato di bambini del gruppo ad un altro gruppo.

— Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, articolo 2[7]

L’articolo 3 definisce i reati punibili ai sensi della convenzione:

(a) Genocidio;

(b) Cospirazione per commettere un genocidio;

(c) Incitamento pubblico e diretto a commettere un genocidio;

(d) Tentativo di commettere un genocidio;

(e) Complicità nel genocidio.

Americani imbarazzati in tutto il mondo

Bene, ora che abbiamo visto e chiarito i termini fondamentali, da una parte l’apartheid, dall’altra parte il genocidio, vediamo il video più importante di questo servizio, in cui troverete un personaggio americano molto conosciuto, Jeffrey Sachs, che è un economista, professore, universitario, che è stato molto impegnato per aiutare i Paesi in via di sviluppo a migliorare le condizioni economiche, quindi è un po’ conosciuto in tutto il mondo, è stato anche in parecchie nazioni dell’Europa dell’Est e ha gode di ampio rispetto per le Sue Nazioni Unite, tant’è che l’hanno chiamato di recente per fornire una testimonianza davanti al Consiglio di Sicurezza, proprio sulle questioni dell’Ucraina e su altre questioni problematiche in giro per il mondo.

È una persona che finora si è sempre spesa per la pace, per trovare soluzioni che cerchino di trovare compromessi capaci di far convivere le persone senza dover ricorrere alla violenza, quindi complessivamente è una persona orientata tendenzialmente a sinistra, quindi vicino al mondo del Partito Democratico statunitense, molto introdotta anche nel mondo diplomatico americano e quindi con moltissimi contatti che in qualche modo gli permettono anche di trasferire quella che è la sensazione che c’è tra i vari diplomatici americani in giro per il mondo, che sicuramente stanno vivendo questa situazione molto male, perché a parte pochi casi irrecuperabili, si rendono conto che la capacità diplomatica degli Stati Uniti, la statura morale, la presenza internazionale ormai sta precipitando.

E più si avanti così, peggio sarà e più difficile sarà ripristinare un assetto che vede gli Stati Uniti in qualche modo come punto di riferimento e questo avrà conseguenze enormi anche per gli Stati Uniti naturalmente, ma in particolare per Israele che rischia di diventare una nazione pari, una nazione evitata da tutti, basta vedere le votazioni presso l’Assemblea delle Nazioni Unite dove a favore di Israele si sono pronunciati soltanto gli Stati Uniti, Israele medesimo e due nazioni piccolissime che in buona sostanza votano sempre con gli Stati Uniti, quindi nessuno a parte gli Stati Uniti non hanno nessun altro protettore e gli Stati Uniti in questo momento sono intrappolati in una situazione da cui è difficile uscire, da cui potrebbero uscire volte facilmente in realtà, ma che non vogliono uscire perché a sua volta e soprattutto il congresso americano è fortemente compromesso dalla lobby israeliana e dalla lobby delle industrie militari, delle industrie di armamenti statunitensi e israeliane che hanno foraggiato un po’ tutti e che in qualche modo controllano la situazione con pochissime eccezioni, quindi pochi parlamentari che finora sono rimasti indenni a questo tipo di effetto.

Quindi ora vedrete il video in cui compare Jeffrey Sachs e compare anche come portavoce degli Stati Uniti un ammiraglio, un ammiraglio Kirby che sicuramente non fa fare una bella figura né alla marina militare americana né alla Casa Bianca, è una cosa che mi sono sempre chiesto in questi ultimi mesi, ma è possibile che ci serva un ammiraglio per fare pubblica le azioni della Casa Bianca, dà molto l’idea di essere in un regime militare da colonnelli cileni, perciò secondo me l’intero impianto è veramente molto preoccupante di quello che è l’attuale assetto del regime politico che ha il potere negli Stati Uniti.

In questo video Jeffrey Sachs è intervistato dal giudice Andrew Napolitano che è stato giudice della Corte Suprema del New Jersey e che ha avuto appunto diversi ruoli all’interno della politica americana, è abbastanza conosciuto, conosce bene l’ambiente e ha creato questo canale dove intervista alcune persone di spicco nel mondo politico americano. Ecco il video.

La gravità del caso di genocidio contro Israele

[Andrew Napolitano]

Buongiorno a tutti, sono il giudice Andrew Napolitano per Judging Freedom. Oggi è venerdì 26 gennaio 2024. Si unisce a noi il nostro caro amico, il professor Jeffrey Sachs della Columbia University. è un piacere averti con noi, mio caro amico. Grazie per aver riservato un po’ del tuo tempo per unirti a noi. So che conosci bene la sentenza pronunciata oggi dalla Corte Internazionale di giustizia dell’Aia. Qual è il quadro generale che ricavi da tale sentenza?

[Jeffrey Sachs]

Il quadro generale è devastante per Israele. Fondamentalmente, il governo d’Israele è stato accusato di genocidio, e la Corte Internazionale di Giustizia ha detto che appare molto plausibile che tale reato sia stato commesso. è un  evento che lascia senza parole. Israele è un paese nato all’indomani del genocidio contro il popolo ebraico, e oggi lo stesso stato di Israele viene accusato di aver commesso il reato di genocidio contro il popolo palestinese, e la corte ci dice inoltre che si tratta di un’accusa credibile. Penso che sia un momento assolutamente sbalorditivo, e di portata storica. Naturalmente, tutti gli spin doctor, i mistificatori della propaganda, si sono messi immediatamente all’opera. E ci hanno fatto notare che, in realtà, la corte non ha ordinato un cessate il fuoco. In effetti non l’ha fatto.

Questa è solo una decisione preliminare, ma rimane un evento, a mio parere, devastante. Ed è devastante perché ciò che Israele sta facendo è devastante, e quando si ascolta con attenzione la decisione della corte, vediamo che i giudici hanno citato le prove con calma e spassionatezza, ma in modo molto chiaro. E hanno anche citato come fonte per tali prove la stessa leadership delle Nazioni Unite, tra cui il Segretario Generale, il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed altri leader delle Nazioni Unite. Vengono citate le dichiarazioni profferite dagli stessi politici israeliani che mostrano intenti genocidi nelle proprie parole. E non credo che ci sia altro modo per dirlo, se non il fatto che il governo di Israele e la popolazione di Israele dovrebbero essere devastati, e dovrebbero vergognarsi per il fatto di trovarsi in questa posizione. Certo, i mistificatori stanno cercando di imbastire varie scusanti in vari modi, ma non mi interessano le false argomentazioni e giustificazioni che portano. A mio avviso, questa rimane una sentenza devastante.

[Andrew Napolitano]

Israele ha messo molte delle sue uova in un solo paniere, vale a dire la sua argomentazione secondo cui la corte non aveva giurisdizione per decidere su questa materia, e il Sudafrica non aveva legittimazione ad agire contro Israele, e che quindi non poteva portare avanti il caso perché non poteva dimostrare di essere stata danneggiata come nazione. Il voto che ha respinto tale argomentazione è stato di 17 a zero. Questo è stato l’unico voto unanime. E ricordate che uno dei membri di questa corte è stato aggiunto dal governo israeliano, proprio come un altro dei membri della corte è stato aggiunto dal governo sudafricano. La seconda sentenza è stata invece approvata con 15 voti a favore e 2 voti contro. Ascoltiamone il contenuto. Chris, manda in onda il secondo filmato, che contiene il primo pronunciamento della corte su ciò che ora Israele ha la proibizione di fare.

[Presidente della Corte]

Procedo ora alla lettura del dispositivo dell’ordinanza.

Per i motivi anzidetti, la Corte indica le seguenti misure provvisorie. Uno, con 15 voti contro due, lo Stato d’Israele, in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio nei confronti dei palestinesi di Gaza, adotterà tutte le misure in suo potere per impedire la commissione di qualsiasi atto che rientri nell’ambito di applicazione dell’articolo 2 della Convenzione.  In particolare, comma A, uccidendo membri del gruppo, comma B, causando gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo, comma C, infliggendo deliberatamente al gruppo condizioni di vita mirate a provocare la sua distruzione fisica in tutto o in parte, e comma D, imponendo misure volte a prevenire le nascite all’interno del gruppo.

[Andrew Napolitano]

Il gruppo, naturalmente, era stato precedentemente definito in tale ordinanza come il popolo palestinese. Com’è possibile che Netanyahu e i suoi colleghi possano affermare di non essere stati in qualche modo caratterizzati da questa ordinanza come individui che hanno partecipato a un genocidio. In realtà, prima di rispondere, lasciami proiettare il prossimo filmato che riguarda la successiva sentenza che è stata anch’essa approvata con 15 voti contro due, e quella ancora successiva, molto profonda, approvata con 16 voti contro uno.

[Presidente della Corte]

Con 16 voti contro uno, lo Stato di Israele prenderà tutte le misure in suo potere per prevenire, e punire, l’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio, in relazione ai membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza. Con 15 voti contro due, lo Stato d’Israele garantisce, con effetto immediato, che i suoi militari non commettano gli atti descritti al primo punto.

[Andrew Napolitano]

Quindi, il primo punto di cui sopra è nessuna uccisione, nessun danno fisico, nessuna distruzione fisica ai membri del gruppo, ai civili palestinesi, sentenza approvata con un voto di 15 contro 2. Dovete fermarvi e punire tutti coloro che promuovono per il genocidio, sentenza approvata con 16 voti contro 1. Il singolo voto contrario viene dal giudice dell’Uganda, il che significa che il giudice israeliano, vale a dire l’ex-presidente, ora in pensione, della Corte Suprema israeliana, ha partecipato al voto di maggioranza in tal senso. Ciò significherebbe che il primo ministro Netanyahu dovrebbe mettere a tacere, e punire, sé stesso insieme a Ben-Gvir, Smotrich e gli altri fanatici che hanno chiesto a gran voce che si commetta il genocidio.

[Jeffrey Sachs]

Ciò su cui si basa questa sentenza, ovviamente, è precisamente il linguaggio che compare nella Convenzione sul genocidio del 1948. In particolare, l’articolo 2 stabilisce la definizione di genocidio, ed è ciò che il presidente della corte ha descritto in quel filmato, vale a dire uccidere membri del gruppo, causare loro gravi danni fisici o mentali e così via. Ed è evidente che questo tipo di crimini sono stati commessi su vastissima scala. Israele è stato davvero impegnato in azioni genocide. Il tribunale non ha preso una decisione definitiva in merito. Ci vorranno mesi, un anno o persino due anni prima di avere una sentenza finale, ma la corte ha detto che la causa avviata dal Sudafrica ha merito, e presenta elementi sufficienti per essere portata avanti.

Naturalmente, nel nostro mondo di mistificazione, come ci diciamo ogni settimana, i nostri governi diffondono menzogne senza sosta. John Kirby alla Casa Bianca non dice quasi mai una frase di verità, se non per sbaglio oppure perché è incidentale e le sue parole non avranno conseguenze importanti. Il nostro Dipartimento di Stato non dice quasi mai la verità. Il governo israeliano mente dalla mattina alla sera. Ma questo tipo di comportamento non funziona in tribunale, non si riesce a farla franca. E ciò che, per me, è stato interessante nel procedimento giudiziario, è stata la natura metodica con cui la corte ha affrontato la materia e, in un breve periodo di tempo, ha dichiarato: “Guardate, sembra che questo stia accadendo davvero e perciò deve finire”. Ora, immediatamente, Netanyahu e il Dipartimento di Stato, poiché sono completamente complici in queste azioni, hanno dichiarato che Israele sta già facendo tutto quello che il tribunale ha chiesto.

Ma nessuno dovrebbe crederci nemmeno per un momento. Israele ha ucciso civili. E, tra l’altro, sono disponibili filmati di omicidi commessi a sangue freddo. Ne ho appena visto uno oggi su ITV, in cui alcune persone, uomini palestinesi che sventolavano una bandiera bianca, sono stati uccisi a sangue freddo dagli israeliani. E, naturalmente, hanno sganciato un’enorme quantità di bombe. Non si arriva tanto facilmente ai 28.000 morti civili che sono stati registrati a Gaza. E questi sono quelli che sono riusciti a contare. Ci sono anche tutti quelli che sono ancora sotto le macerie. Non si arriva a 28.000 morti, di cui il 70% sono donne e bambini, facendo attenzione a non danneggiare i civili come richiesto dal tribunale.

Ma la cosa interessante del nostro mondo è che ci troviamo esattamente nel mondo di George Orwell descritto nel libro 1984. Ci dicono qualsiasi cosa vogliono. Gli israeliani mentono, il Dipartimento di Stato mente, la Casa Bianca mente, ma la Corte dell’Opinione Pubblica e la Corte Internazionale di Giustizia non se la bevono. Quindi Israele è sulla strada di essere accusato di aver commesso un genocidio. Non è stato fatto in questa sentenza, ma questa è la strada che hanno imboccato. Possono fingere, possono mentire, possono dire quello che vogliono, ma le prove devastanti che stanno creando e si stanno lasciando alle spalle, li perseguiteranno per intere generazioni a venire.

[Andrew Napolitano]

Hai citato l’ammiraglio Kirby. Abbiamo un suo filmato. Non mi ero reso conto che lo stavamo registrando, quindi sentirete anche la mia voce nel video. Ovviamente non ero presente a quella riunione. Ma ecco l’ammiraglio Kirby registrato circa 10 minuti fa. Lascio a te giudicare quello che dice.

[Ammiraglio John Kirby]

Non provoca danni permanenti alle relazioni bilaterali.

[Giornalista alla Casa Bianca]

E mi chiedo come facciano gli Stati Uniti a riparare le relazioni con il Sudafrica, che è una voce importante per i paesi non allineati del Sud del mondo.

[Ammiraglio John Kirby]

Non credo che il nostro disaccordo sulla mozione legale, che è servita da base per l’accusa, provochi danni permanenti alle relazioni bilaterali con il Sudafrica. Si dà il caso che semplicemente non siamo d’accordo su questo punto. Ma continueremo a lavorare anche su questa relazione, come facciamo con molti altre nazioni.

[Giornalista alla Casa Bianca]

Quindi, fondamentalmente, lei crede che le relazioni non saranno impattate dal fatto che loro sostengono che gli Stati Uniti stiano fornendo supporto a uno stato genocida.

[Ammiraglio John Kirby]

Non credo di averlo sentito dire dal Sud Africa. Il Sudafrica ha intentato una causa sulla base di accuse in cui si ritiene che Israele abbia condotto un genocidio a Gaza. Abbiamo semplicemente detto, con coerenza, che riteniamo che tale affermazione sia infondata e che la corte non abbia ritenuto Israele colpevole di genocidio.

[Andrew Napolitano]

Di fatto, ha detto ad Israele di porre fine al genocidio. Si tratta di una sentenza d’urgenza provvisoria ed immediata, non della fine di un lungo processo in cui verranno prodotti volumi e volumi di prove. Ma prima che tu faccia un commento su questo, voglio mostrarti un filmato che riproduce il ministro degli Esteri sudafricano. è chiaro a chi si stia riferendo quando dice che Israele ha degli amici importanti che devono intervenire per mettere un freno a tutto questo.

[Naledi Pandor – Ministro degli Esteri del Sud Africa]

Siamo soddisfatti del fatto che la Corte abbia adottato le misure provvisorie che volevamo, e che abbia preso in considerazione la questione. E credo che, se la si legge con molta attenzione, la Convenzione sul genocidio non approfondisca in dettaglio la questione di come debbano essere condotti una guerra oppure un conflitto. Avrei preferito se la sentenza avesse incluso la parola cessate il fuoco. Ma non posso assolutamente dichiararmi delusa. Speravo che la richiesta di cessate il fuoco sarebbe stata inclusa esplicitamente, ma il solo fatto di dover fornire aiuti umanitari, il fatto di adottare misure che riducano i livelli di danno contro le persone che non hanno alcun ruolo in ciò che Israele sta combattendo, per me richiede un cessate il fuoco, e credo che Israele dovrebbe prestare molta attenzione al modo in cui conduce la sua ricerca degli ostaggi e dei membri di Hamas che hanno compiuto l’attacco del 7 ottobre.

Non ho mai avuto molta fiducia riguardo al comportamento di Israele, ma Israele dispone di amici molto potenti che, spero, consiglieranno ad Israele di agire nel modo richiesto dalla corte.

[Andrew Napolitano]

È ovvio di chi stia parlando alla fine.

[Jeffrey Sachs]

È molto doloroso per me guardare Kirby. Se ne sta lì con le parole Casa Bianca stampate sul muro alle sue spalle. Dovremmo coltivare un certo livello di rispetto nei confronti del nostro governo. Ma Kirby se ne sta in piedi a pronunciare pure e semplici sciocchezze. E si è dimostrato completamente sprezzante nei confronti del caso legale promosso dal Sudafrica. Penso che abbia usato la parola senza merito, ma ha anche usato altri aggettivi. E senza impegnarsi nemmeno in un attimo di riflessione, continua allegramente a dire le stesse cose anche dopo la sentenza emessa oggi. A mio parere, Kirby costituisce una vergogna sia come persona, sia come rappresentante della Casa Bianca. Credono di non dover rendere conto a nessuno. Di poter fare sempre ciò che vogliono e di essere immuni dalla verità. Pensano di non dover rendere conto alla Corte Internazionale di Giustizia. E non sentono la necessità di parlare come un adulto maturo di nessuna delle questioni di cui discutono. Credono nella mistificazione.

Tutto quello che vogliono fare è arrivare a fine giornata. Vogliono solo essere rieletti. Ma questa volta non ce la faranno perché il pubblico è disgustato. Troppa guerra, troppe bugie, nessuna leadership e nessuna verità. È davvero terribile. E, a proposito, nonostante tutta questa astuzia da parte del governo degli Stati Uniti, nonostante tutto questo mistificare ripetuto ogni singolo giorno, tutti gli altri nel mondo sanno cosa sta succedendo davvero. Sono appena tornato da un lungo viaggio attraverso l’Asia, dove ho parlato con i leader di tutta l’Asia. La gente capisce benissimo quello che sta succedendo e ne rimane inorridita.

E questa è un’opinione che viene condivisa a livello mondiale. Come abbiamo detto la scorsa settimana, l’America si è schierata con Israele anche in un recente voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Hanno votato a favore di Israele gli Stati Uniti, la Micronesia e Nauru. La Micronesia ha partecipato con i suoi 110.000 abitanti, e Nauru ha partecipato con i suoi 12.000 abitanti. E dobbiamo ricordarci che la Micronesia è vincolata, da un patto, a votare sempre con gli Stati Uniti. Siamo quindi completamente isolati rispetto al resto del mondo.

E pensano di essere molto scaltri perché hanno le bombe. Pensano di poterla sempre fare franca e di poter fare quello che vogliono. Ma non funziona così. E oggi c’è stato un altro passo in direzione della verità. E non c’è modo che questo passo venga semplicemente accantonato dalla propaganda, anche se ci stanno provando come se niente fosse. E proprio oggi un funzionario del Dipartimento di Stato ha dichiarato che le parole del tribunale sono le stesse che gli Stati Uniti ripetono costantemente ad Israele, mentre in realtà consegniamo loro le bombe per uccidere le prossime migliaia di bambini.

[Andrew Napolitano]

So che fornisci molti consigli ai rappresentanti diplomatici presso le Nazioni Unite, ma mentre eri in Asia, è accaduto un evento molto particolare al Consiglio di Sicurezza, mentre parlava l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite. Un fatto che ti mostro nel prossimo video.

[Ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite]

Il Medio Oriente soffre di un cancro e fino ad oggi il Consiglio di Sicurezza ha sempre e solo discusso della fornitura di aspirine. Il cancro, signor Presidente, non viene curato con l’aspirina. Riuscite ad immaginare il ministro degli Esteri di Hitler che partecipava a una seria discussione su come difendere gli ebrei durante l’Olocausto? Gli Houthi non avrebbero missili da crociera avanzati oppure droni da combattimento per colpire le navi mercantili nel Mar Rosso. E come tutti sappiamo, i droni iraniani vengono utilizzati dalla Russia per uccidere civili in Ucraina. Il terrore dell’Iran raggiungerà tutti voi.

[Andrew Napolitano]

E le sue parole invece cadranno nel vuoto, perché se ne sono tutti andati in fretta e furia. Sono usciti proprio tutti. È normale che grandi gruppi di diplomatici se ne vadano quando qualcuno sta dicendo qualcosa di contrario alla verità?

[Jeffrey Sachs]

Non l’ho mai, mai visto succedere. La settimana scorsa non ero presente perché mi trovavo dall’altra parte del mondo. Comunque non l’ho mai visto succedere. Ma penso che gli israeliani proprio non riescano a capirlo. Vivono davvero immersi in una bolla tutta loro. La bolla è piena dei loro stessi discorsi, delle loro convinzioni e del loro dialogo con gli Stati Uniti, il cui governo conferma loro che avranno tutte le munizioni che vogliono. Quindi non ascoltano il resto del mondo. Si fanno beffe del resto del mondo. Lo chiamano antisemitismo, lo chiamano come gli pare, ma comunque non capiscono quello che sta succedendo. Ed è straordinariamente grave. Con le loro stesse azioni, stanno portando Israele sull’orlo della sua completa delegittimazione, e non capiscono cosa stanno facendo, quanto gravi siano i reati che stanno commettendo.

[Andrew Napolitano]

Voglio mostrarti un’ultima clip. Premetto che sono un tuo fan e un tuo amico, ma ti avviso che questo ti farà schizzare la pressione sanguigna a mille. A livelli ancora più alti. Questo è il discorso che il primo ministro Netanyahu ha rilasciato tre ore fa.

[Benjamin Netanyahu]

L’impegno di Israele nei confronti del diritto internazionale è incrollabile. Altrettanto incrollabile è il nostro sacro impegno a continuare a difendere il nostro paese ed a difendere il nostro popolo. Come ogni paese, Israele ha il diritto intrinseco di difendersi. Il vile tentativo di negare ad Israele questo diritto fondamentale è una palese discriminazione contro lo Stato ebraico, ed è stato giustamente respinto. L’accusa di genocidio mossa contro Israele non è solo falsa, ma è oltraggiosa, e le persone oneste di tutto il mondo dovrebbero respingerla. Alla vigilia della Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto, mi impegno ancora una volta, come Primo Ministro di Israele, affinché l’Olocausto non si ripeta mai più. Israele continuerà a difendersi da Hamas, un’organizzazione terroristica genocida. Il 7 ottobre, Hamas ha perpetrato le più orribili atrocità contro un popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto, e giura di ripetere queste atrocità ancora e ancora e ancora. La nostra guerra è contro i terroristi di Hamas, non contro i civili palestinesi. Continueremo a facilitare l’assistenza umanitaria ed a fare tutto il possibile per tenere i civili lontani dai pericoli. Benché Hamas usi i civili come scudi umani, continueremo a fare ciò che è necessario per difendere il nostro paese e per difendere il nostro popolo.

[Andrew Napolitano]

Come può dire che la sua guerra non è contro i civili e che faranno del loro meglio per tenere i civili lontani dai pericoli? Hanno letteralmente massacrato tra i 25.000 e i 27.000 civili, tra cui 8.000 o 9.000 bambini di età inferiore ai sette anni.

[Jeffrey Sachs]

L’abbiamo visto noi stessi. Abbiamo visto i bombardamenti degli ospedali, delle scuole, dei condomini, le uccisioni a sangue freddo per le strade. Lo vediamo con i nostri occhi.

È spregevole. È particolarmente spregevole citare l’Olocausto e il fatto che non debba mai più ripetersi, proprio perché sono loro che ora stanno commettendo atti di genocidio. Netanyahu sta davvero recando un danno talmente grave al suo paese che è difficile concepire quanto sia grande. Non credo che molte persone in Israele capiscano quanto sia profondo e grave il danno arrecato dal loro governo, ma il prezzo da pagare sarà incredibilmente alto. Non siamo alla fine di tutto questo, ovviamente. E ciò che ha detto è falso, è ripugnante, e costituisce un danno straordinario per Israele, naturalmente. Per non parlare della devastazione recata al popolo palestinese.

[Andrew Napolitano]

Prima di accomiatarci, credi che la sentenza che la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso oggi avrà qualche effetto a breve o lungo termine sulla sconfitta israeliana nella guerra di pubbliche relazioni, oppure sul comportamento di Israele a Gaza?

[Jeffrey Sachs]

Penso proprio di sì, perché ritengo che nella scena politica interna degli Stati Uniti si è arrivati a capire che la complicità americana in questo tipo di attività è devastante per il nostro benessere, per i nostri scopi, per il nostro significato come nazione, e per la nostra stessa sicurezza.

Quindi l’effetto si farà sentire attraverso gli effetti interni che avrà sulla situazione degli Stati Uniti. Non credo che il governo israeliano sia in grado di rendersene conto da solo. Ma Israele non può combattere questa guerra nemmeno per un giorno se Biden e Blinken dicono basta. E Biden sta assolutamente perdendo sostegno politico in tutto il paese perché il popolo americano non vuole essere complice di un omicidio di massa.

[Andrew Napolitano]

Professor Sachs, grazie mille. Davvero molte grazie. So che sei appena arrivato dopo aver percorso 16.000 chilometri e non ti sei fermato per ore.

[Jeffrey Sachs]

è un giorno importante.

[Andrew Napolitano]

Sì, è un giorno importante. Ha un effetto profondo. Sull’aereo hai ascoltato tutto ciò che è stato detto. Io passerò il fine settimana a leggere il tutto e ne parleremo più a fondo la prossima settimana. Ma grazie per il tuo tempo, Jeff. È stato un piacere. I migliori auguri per te.

[Jeffrey Sachs]

Molto bene. Ci vediamo la prossima settimana.

[Andrew Napolitano]

Bene.

Israele: una cultura che sta morendo

Credo che Jeffrey Sachs abbia fatto una sintesi molto efficace, molto meglio di quella che potrei fare io e che ci fa intravedere anche quelle che sono le conseguenze importantissime di lunghissimo respiro e molto profonde sia per lo Stato di Israele che per gli Stati Uniti. Ma per farvi capire quanto il governo israeliano si faccia beffe ancora del giudizio della Corte Internazionale di Giustizia vi mostro due video diffusi dall’esercito israeliano. Eccoli.

[Max Blumenthal]

Parliamo continuamente dei 14.000 proiettili che Biden e Blinken hanno inviato rapidamente ad Israele senza l’approvazione del Congresso. Ecco cosa è successo ad alcuni di quei proiettili molto di recente, e questo è un video pubblicato dai soldati israeliani su TikTok.

Questi proiettili sono anche stati firmati. Mike Pence ne ha autografato uno. è andato personalmente in Israele per firmarlo.

Lo mostrerò di nuovo. Credo che il Dipartimento di Stato dovrebbe essere costretto a rispondere a questo tipo di comportamento. I soldati israeliani stanno organizzando spettacoli in maschera, mentre sparano proiettili americani da 155 mm nei campi profughi costruiti a Gaza, e lo fanno per divertimento, vestiti da dinosauri, mentre si rifiutano di concedere un cessate il fuoco. Si stanno facendo beffe della vita umana. Disprezzano il vostro normale senso di umanità. La società comune  viene forzata in uno stato di repulsione quando guarda queste cose, ma loro pensano che sia divertente.

È difficile spiegare a parole quanto malata sia diventata la società israeliana, e noi stiamo dando loro gli strumenti per continuare ad aggravare la loro malattia.

Hai visto il filmato il sionismo è sexy?

[Aaron Maté]

Certamente.

[Max Blumenthal]

Un hashtag?

[Aaron Maté]

Sì, sì, sì.

[Max Blumenthal]

È forse sexy questo video?

Ottima musica, tra l’altro. Questa è la cultura israeliana.

Oddio.

Questa. Questa è una forma di tortura.

Non siete contenti che i soldi delle vostre tasse stiano pagando per tutto questo?

Il genocidio è divertente. E questa è la cultura che in Medio Oriente sosteniamo con i nostri soldi. E voglio dire, si stanno semplicemente vantando di aver commesso un genocidio. Se ne vantano pubblicamente. E negli Stati Uniti il governo dice che il caso non ha basi concrete. Non mi viene in mente nessuna guerra dove abbiamo visto cose del genere. Ci sono alcune cose orrende che erano emerse dall’Iraq, sotto forma di foto della prigione di Abu Grahib mandate al giornalista Seymour Hersh su un disco oppure su una chiavetta di memoria. Ma qui gli israeliani vogliono proprio che gli altri vedano e vogliono che noi vediamo.

Ci hanno rubato 4 miliardi di dollari, all’anno, per questo. E Biden e Blinken stanno dicendo le stesse cose che sta dicendo Trump, vale a dire che stanno creando posti di lavoro. Stiamo creando posti di lavoro facendo in modo che gli israeliani e gli ucraini comprino armi da noi. Continuando sul discorso di una società malata, quando ho scritto il mio libro, Golia, che tu hai appena menzionato, la mia guida sono stati ebrei israeliani che si erano emancipati dal sionismo attraverso lo studio personale, e che volevano che la loro società venisse smilitarizzata.

Avevano rinunciato al fatto che gli Stati Uniti potessero salvarli in qualche modo, e così hanno intrapreso il lavoro da soli, e molti di loro erano diventati insegnanti, e stavano consigliando i giovani su come uscire dal servizio militare, ma la maggior parte di loro lavorava nel settore dell’istruzione, e questo è un lavoro molto impegnativo in Israele. Meir Baruchin è un insegnante israeliano di Tel Aviv che ha criticato su Facebook l’assalto israeliano a Gaza e la brutalizzazione della popolazione civile di Gaza. è stato accusato di tradimento. è stato incarcerato dallo stato israeliano per aver pubblicato quei post su Facebook. Questo è il tipo di Società Ebraica e Democratica che noi veneriamo. E alla fine è tornato al suo lavoro. Ed ecco cosa è successo quando Meir Baruchin, uno dei pochi israeliani in grado di vedere l’umanità che vive a Gaza, è tornato al suo posto di lavoro. Ecco come lo trattavano gli studenti.

Lo chiamano figlio di puttana.

Tutti impugnano il cellulare e stanno cercando di umiliarlo.

Quindi, voglio dire, ci sono israeliani che stanno cercando di resistere e questo è il modo in cui vengono accolti dalla società israeliana, ed in particolare dai giovani che sono persino più fascisti dei loro genitori.

Disprezzo israeliano nei confronti della Corte

La prova più concreta della sfrontatezza del governo israeliano viene da un recente exploit in un ospedale palestinese in Cisgiordania, che sarebbe l’altra area dove si trovano i palestinesi e che comunque è occupata dall’esercito israeliano. Un’area che dovrebbe essere esterna al conflitto perché la guerra è a Gaza, ma nella quale il governo israeliano vuole assolutamente entrare in un scontro con un’altra forza, che dicevo prima, gli Hezbollah, che si trovano in Libano a confine con Israele, che sono estremamente meglio armati, estremamente più numerosi rispetto ad Hamas e che al momento finora hanno, sì, scambiato qualche colpo, qualche avvisaglia con l’esercito israeliano, ma sono tenuti esterni al conflitto. Nel momento in cui Israele si lanciasse effettivamente contro Hamas potrebbe essere un massacro per l’esercito israeliano visto che Hezbollah ha già sconfitto l’esercito israeliano in due occasioni precedentemente e oggi è sicuramente molto più forte, molto più organizzato e meglio armato rispetto a prima. Comunque vi propongo quest’altro video registrato appunto in un ospedale palestinese. Eccolo.

[Palki Sharma – Firstpost]

La crisi del Mar Rosso è stata innescata dalla guerra tra Israele e Hamas. Quella guerra è ancora in corso. Più di 26.000 civili sono stati uccisi. Quasi 10.000 di loro erano bambini. Israele sta conducendo una guerra da quasi quattro mesi, una guerra istigata da Hamas. Hamas ha compiuto un brutale attacco terroristico il 7 ottobre dello scorso anno. Così Israele ha reagito con tutta la sua forza ed il mondo lo ha sostenuto. Dopo tutto, ogni paese ha tutti i diritti di difendersi. Ma dispone forse anche del diritto di infliggere il terrore per proprio conto?

Quattro mesi sono tanti, e sembra che Israele sia passato dall’essere un difensore della propria sicurezza ad un dispensatore di orrore. Ieri ha oltrepassato un’altra linea invalicabile. Israele ha condotto un raid all’interno di un ospedale. L’operazione è stata intrapresa da una dozzina di commando del servizio segreto interno, lo Shin Bet, e della Polizia di Frontiera. I membri di questo commando israeliano sono entrati nell’ospedale vestiti da civili. Hanno messo in sicurezza e bloccato le vie di entrata e di uscita, e hanno proceduto a farsi largo tra i civili che si ponevano sulla loro strada. Sono trapelati i filmati del raid ripresi dalle telecamere di sicurezza dell’ospedale. Si possono vedere gli israeliani vestiti da operatori sanitari e da donne. Portavano anche sedie a rotelle e culle come oggetti per meglio mimentizzarsi. Gli israeliani si sono poi diretti verso i loro obiettivi, tre uomini palestinesi. Tutti e tre sono stati uccisi.

[Naji Nazzal – Direttore Ospedale Ibn Sina]

Hanno ucciso i tre giovani, Basil e Mohammed Al-Ghazzawi e Mohammed Jalamneh, nella loro stanza, mentre dormivano sui loro letti di ospedale. Li hanno uccisi a sangue freddo, con colpi di pistola diretti alla testa”.

[Palki Sharma – Firstpost]

Ha detto colpi di pistola diretti alla testa, presumibilmente da pistole silenziate. Quello che resta dopo l’attacco sembra confermare la storia. Cuscini con fori di proiettile, sedie pieghevoli ricoperte di sangue. Gli obiettivi sembravano dormire quando l’attacco ha avuto luogo. Ed è qui che le cose iniziano a farsi torbide. Perché quello che è successo ha il sapore di un assassinio, e non di un raid per catturare, bensì una spedizione per uccidere. E il quadro peggiora quando scopriamo che il raid non ha avuto luogo nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, bensì è avvenuto in Cisgiordania, nell’ospedale Ibn Sina di Jenin, che è tecnicamente in territorio palestinese, ma sotto il controllo israeliano. Quindi non ci sono tunnel di Hamas sotto questo ospedale.

È qui che Israele ha condotto l’attacco. Ora diamo un’occhiata agli obiettivi. L’obiettivo principale era Mohammed Jalamneh. Era un membro di Hamas e Hamas lo ha confermato. Israele dice che stava pianificando un attacco ispirato al 7 ottobre. A quanto pare, aveva con sé anche una pistola, che Israele dice di aver recuperato. Ma il personale dell’ospedale nega che avesse un’arma e dicono che il bersaglio è stato colpito mentre dormiva. Quindi Israele sta suggerendo che i commando non potevano disarmare e arrestare un uomo addormentato?

Poi ci sono gli altri due obiettivi. I fratelli Basil e Mohammed al-Ghazzawi. Erano anche membri di un gruppo militante, la Jihad islamica palestinese. Ancora una volta il gruppo lo ha confermato.

A quanto pare Basil era stato in ospedale per mesi in cura per una ferita provocata da schegge di proiettile, una ferita che lo aveva lasciato parzialmente paralizzato. Suo fratello era presente a vegliare su di lui quella notte. Dovevano davvero uccidere quest’uomo mezzo paralizzato? è stato chiaramente un assassinio pianificato e condotto persino in un ospedale, il che costituisce un crimine di guerra. Non c’è altro modo per definirlo. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa sembra essere d’accordo. Oggi hanno pubblicato questo avviso in cui dicono che gli ospedali sono intoccabili. E nonostante tutto questo, gli alleati occidentali di Israele non hanno battuto ciglio. Di solito sono loro i primi a denunciare i crimini di guerra, a meno che non siano loro stessi a commetterli, ovviamente.

[Matthew Miller – Dipartimento di Stato – USA]

Ancora una volta, non sono in grado di offrire una valutazione senza conoscere tutti questi fatti. Ho detto alcuni dei fatti che sono stati presentati da Israele, che uno di loro portava una pistola e che stavano progettando di effettuare o lanciare operazioni terroristiche. Quindi bisognerebbe guardare a tutti questi fatti per fare una valutazione specifica su questa operazione. Ma in generale, vogliamo che gli ospedali siano protetti. è importante che nessun civile sia rimasto ferito in questa operazione.

[Palki Sharma – Firstpost]

Israele ha detto che l’uomo aveva una pistola, rappresentava una minaccia, così lo hanno ucciso. Gli Stati Uniti, una volta, ci avevano detto che c’erano armi di distruzione di massa in Iraq, e perciò hanno attaccato. Cosa succede quando le nazioni iniziano ad uccidere obiettivi illegalmente e senza prove? Cosa succede quando i cosiddetti buoni vengono sorpresi a mentire? Chi ne paga il prezzo? Chi sorveglia i sorveglianti? Cosa sta facendo il resto dell’Occidente? Comprendiamo che si tratta di una guerra e che ci saranno azioni discutibili. Ma i governi non possono comportarsi come gruppi terroristici. Seguire lo stato di diritto è ciò che distingue i due. Israele ha tutto il diritto di difendersi, ma tutti i diritti hanno confini e linee che non devono essere oltrepassate.

Un’escalation pericolosa

Quindi la situazione in Israele rimane estremamente critica. Da notizie che ho raccolto qua e là già 300.000 israeliani hanno lasciato il paese in modo definitivo, se ne sono andati, molti tornando negli Stati Uniti. E si vuole vedere un’escalation appunto dei conflitti sia nei confronti di Hezbollah che nei confronti di diverse milizie pro-Iran che si trovano in Siria e in Iraq, in questo caso coinvolgendo anche gli Stati Uniti che recentemente hanno subito diversi attacchi, 160 credo uno di quali è risultato nell’uccisione di tre soldati e nel ferimento di 34.

Sappiamo che la Casa Bianca intende lanciare degli attacchi mirati sulle postazioni di queste formazioni filo-iraniane, il governo iraniano ha dichiarato che non c’entra nulla con questi attacchi, che queste forze si muovono anche in modo indipendente e in ogni caso sappiamo già che gli attacchi previsti da Joe Biden non avranno nessun risultato risolutivo, salvo quello di creare un’ulteriore escalation.

Qualora Joe Biden decidesse, e probabilmente non lo farà, visto che sembra che ci sia alcuna resistenza all’interno anche del Pentagono, nel senso che decidesse di attaccare direttamente l’Iran, allora ci potrebbe essere una vera e propria guerra con l’Iran, con un cambio completamente di prospettiva rispetto alla situazione attuale e un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti verso una situazione che potrebbe diventare pericolosa molto rapidamente. Di Hamas, parleremo in un altro video, in questo video particolare ho cercato di inquadrare il tema del genocidio che costituisce comunque un cambio netto sia dell’atteggiamento da parte di una componente della Nazione Unita nei confronti del problema palestinese e israeliano, come diceva giustamente Amnesty International, l’atteggiamento del governo israeliano non è pericoloso soltanto per i palestinesi, è pericoloso anche per gli stessi israeliani, perché se continuano a fare quello che stanno facendo non fanno altro che alimentare fazioni come Hamas che tuttavia a quanto pare c’è interesse nell’alimentare e perciò fa parte del programma complessivo, ma di questo parleremo in un altro video.

Roberto Mazzoni

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