Dal caos all’ordine – MN #264

Siamo insieme nella ricerca della verità e in questo video vorrei scoprire insieme a voi la verità sulla caduta dell’Occidente, sul caos che stiamo vivendo e su come possa essere possibile riportare ordine. È in qualche modo un video un po’ filosofico se vogliamo e in realtà ho talmente tante informazioni che vorrei trasferirvi, ho talmente tanti video che trovo interessanti da riproporre che poi non è possibile fare tutto e mi rendo anche conto che il tempo a vostra disposizione è limitato, di conseguenza devo cercare di usare il materiale in maniera oculata, concentrandomi su quelli che possono essere i temi che potrebbero essere più importanti come prospettiva o che aiutano meglio a capire la situazione.

Mi auguro di aver fatto un buon lavoro finora e di poter fare un buon lavoro anche in futuro, ringrazio tutti coloro che hanno donato per sostenere Mazzoni News e tutti i membri naturalmente della legione Bitcoin. In questo video voglio fare con voi una carrellata un po’ a ruota libera su alcuni concetti fondamentali su cui mi sono concentrato recentemente e che credo siano utili per capire quello che sta succedendo. Un po’ una specie di riassunto delle puntate precedenti e anche una piccola diciamo lezione che possiamo prendere, possiamo ricavare da quello che è successo finora.

Innanzi tutto, parliamo della guerra in Ucraina che è uno dei temi caldi, dal momento che lo è stato per due anni e che ha mostrato tutta una serie di limiti in cui l’Occidente si è imbattuto e che hanno messo in evidenza appunto le debolezze dell’Occidente. Con questo non voglio dire che i russi siano privi di difetti e che tutto andrà bene e che comunque la guerra non avrà un effetto deleterio di medio e lungo periodo sulla Russia perché qualsiasi conflitto armato comporta un prezzo da pagare per entrambi i fronti, quindi, tutte le nazioni coinvolte e la Russia non fa eccezione.

Ma questo non è un video dedicato alla Russia, questo è un video dedicato all’Occidente visto che noi viviamo nel mondo occidentale ed è quello che ha più importanza per quello che potrebbe essere il futuro della nostra vita, delle persone che sono care e di quello che è la conservazione di quello che abbiamo conquistato faticosamente in questi anni. Allora parlando della guerra in Ucraina abbiamo capito in modo abbastanza evidente che i russi stanno vincendo, indipendentemente dalla propaganda che ci viene proposta, l’abbiamo visto anche di recente, Macron il primo ministro francese ha iniziato a battersi i pugni sul tetto dicendo mandiamo truppe francesi, interveniamo direttamente in Ucraina, proteggiamo il sud dell’Ucraina perché noi francesi non vogliamo che i russi vincano e parallelamente il ministro degli esteri britannico si è fatto avanti dicendo noi britannici diamo il consenso affinché gli ucraini usino i missili a lunga gettata per colpire la Russia all’interno del proprio territorio e quindi basta trattenerci e andiamo fino in fondo.

Queste varie uscite oltre ad aver messo decisamente in imbarazzo parecchi altri membri della NATO che ovviamente si sono dissociati da queste posizioni e mi sembra che l’Italia sia tra queste nazioni che sono dissociate hanno provocato una reazione immediata da parte del governo russo che ha convocato al ministero degli esteri russi gli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia e in seguito a questa convocazione che coincisa con l’annuncio da parte sempre del governo russo dell’avvio di una serie di manovre diciamo militari di esercitazione con armi nucleari tattiche nel comparto russo sud, quindi sostanzialmente vicino all’Europa, hanno provocato immediatamente una marcia indietro da parte sia di Parigi che di Londra. Un’umiliazione per la NATO naturalmente, un bluff che è stato chiamato con successo da parte dei russi, un elemento di tranquillità per noi perché ci conferma il fatto che non siamo vicini a una guerra nucleare, non stiamo andando in quella direzione, ma questo in ogni caso ci dimostra che la NATO non è la forza che pensavamo che fosse.

Sappiamo, e questa è una novità, fin dall’attacco del 11 settembre era conoscenza di tutti gli americani, l’attacco del 11 settembre è servito anche a distrare gli americani a questo fatto, che fin da allora e già prima di allora il Pentagono era incapace di fornire un resoconto di quelli che sono i soldi spesi per la difesa negli Stati Uniti, non sanno dove finiscono questi soldi e non sanno quanti soldi vengono spesi. Per esempio, ho una domanda recente posta appunto a un rappresentante del Pentagono, del Ministero della Difesa statunitense, di quanto costa l’invio di una portaerei e delle reattive navi di supporto nel Mediterraneo a sostegno di Israele, non sono stati in grado di rispondere, salvo dire che è un costo proibitivo. Quindi è una macchina fuori controllo, completamente fuori controllo, che produce armi che non funzionano nella maggior parte dei casi, abbiamo visto le famose armi miracolose che dovevano risolvere le sorti dell’Ucraina, hanno tutte fallito, in particolare le batterie Patriot, che sono indubbiamente efficaci per abbattere aerei, si sono rivelate del tutto inutili per abbattere i missili russi di qualsiasi Italia, qualsiasi caratteristica, anzi sono talmente inutili che non appena cercano di colpire l’avversario diventano avversari e se stesse e vengono abbattute, nonostante distrutte diverse, stiamo parlando di apparecchiature di costi veramente elevati.

E abbiamo visto tra l’altro, appunto in un recente attacco iraniano su Israele, che la Iron Dome, la cupola di ferro, realizzata dagli israeliani in collaborazione con la difesa americana, che doveva essere in grado di proteggere al 100%, in realtà ce lo dice uno scienziato dell’MIT, Massachusetts Institute of Technology, l’università scientifica più importante negli Stati Uniti, uno scienziato che è specializzato nella presentazione di queste armi, che il rendimento è del 3%.

Infatti la maggior parte dei razzi che cadono, cadono spontaneamente perché sono vecchi, perché sono mal progettati oppure vengono colpiti dai missili antiaerei del sistema Iron Dome nel corpo del missile dopo che l’ordigno esplosivo si è staccato, quindi non serve assolutamente a niente.

Morale della favola, è tutta una grande truffa colossale a spese del contribuente americano che ormai da decenni paga il conto per un’impresa, per un’industria della difesa che è totalmente fuori controllo, non sono in grado di produrre nulla che funzioni in modo efficiente, gli aerei di ultima generazione sono a terra per la maggior parte del tempo perché richiedono tempi di manutenzione spropositati, identici per i carri armati, e in generale nessuno può permettersi di gestire questo tipo di armamentario se usato in una guerra reale, finché viene usato in guerre così pseudo come possono essere contro, per esempio in Afghanistan contro i talebani piuttosto che in Iraq contro gli iracheni, possono ancora far finta di funzionare, ma messa alla prova in un contesto reale dove c’è un avversario che disponga di armi paragonabili falliscono.

E vediamo che dal punto di vista invece dei russi la quantità rispetto alla qualità, ossia le armi della Nato dovrebbero essere estremamente superiori in termini di qualità da essere 10 volte più efficienti, peccato che si rompono, peccato che richiedono soldati che vengono addestrati per mesi, se non addirittura per anni prima di poterli usare con efficacia, vediamo che rispetto alle armi più semplici dei russi che vengono prodotte in grandi quantità e quindi se anche distrutte possono essere sostituite rapidamente, falliscono. Perché la guerra per definizione è una situazione di caos e l’unico modo di portare caos e scusatemi, l’unico modo di portare un certo ordine nel caos è innanzitutto essere in grado di tollerare il caos, non farsi sopraffare dal caos che ci viene addosso ma cercare di capire quello che sta succedendo e soprattutto prendere l’iniziativa. E una volta presa l’iniziativa studiare sul campo, quindi in diretta, con la nostra esperienza personale diretta, delle soluzioni alternative.

L’ho visto con i russi che hanno creato questi carri armati tartaruga, in pratica sono dei carri armati che si sono saldato una copertura in metallo, in acciaio, improvvisata, che fa da tettuccio per riparare dagli attacchi dei droni degli ucraini e gli ucraini a loro volta si sono industriati nell’inventarsi l’uso di droni per colpire i carri armati dall’alto, quindi sono stata parecchia innovazione. E quando gli ucraini hanno vinto è stato perché hanno improvvisato e hanno fatto quello che erano abituati a fare, perché sono due cose fondamentali che dobbiamo ricordarci quando affrontiamo fattori che ci sorprendono, che sono imprevedibili, il caos.

Il primo fattore è che dobbiamo cercare di continuare a fare le cose che hanno funzionato finora, ossia non disperderci, non perderci d’animo, riconoscere ciò che ha funzionato per noi e continuare a farlo, sfruttare quella che è la nostra preparazione, quelle che sono le nostre competenze, non cercare di andare su terreni che non ci sono familiari e poi improvvisare, improvvisare vale a dire vedere quello che succede, decidere quella che può essere una possibile soluzione e provarla, metterla in atto subito e vedere se questa soluzione alternativa funziona e dopo di che mantenerla, assimilarla tra le attività che funzionano e che dobbiamo mantenere da alcuni minuti in avanti fino a che non si dimostrino più efficaci. Sembra semplice a dirsi e in effetti non è di per sé complicato se lo adottate come politica generale della vostra attività, della vostra vita ed è dimostrato sul campo di battaglia.

Quando gli ucraini invece hanno seguito le direttive della NATO, i programmi tattici e strategici forniti dalla NATO hanno invariabilmente fallito, sono stati immancabilmente distrutti. Perché? Vi chiederete. Innanzitutto quello che ci troviamo di fronte è un degrado delle forze NATO indubbiamente dovuto a uno spostamento culturale. Durante la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti non avevano armi fenomenali, erano armi sicuramente inferiori rispetto a quelle dei tedeschi e non avevano un sistema di addestramento così rigoroso e tedesco come quello dei tedeschi. Gli americani improvvisavano così come facevano i russi, gli americani forse di più e non importava se eri addestrato a eseguire gli ordini nei minimi dettagli e se era stato il generale piuttosto del colonnello a mandarti quegli ordini oppure se era un tuo compagno che era lo unico rimasto sopravvissuto all’interno della squadra e che dava gli ordini a tutti gli altri, l’importante era ottenere il risultato in qualsiasi modo possibile anche utilizzando strumenti del tutto non ortodossi.

Qualsiasi cosa funzionasse andava bene. E questo ha fatto in modo che gli Stati Uniti vincessero quella guerra nonostante che già negli anni ’30 ci fosse una forte propaganda negli Stati Uniti per modificare la preparazione e l’addestramento delle forze armate secondo il modello tedesco, ritenuto molto più industriale, molto più impostato, professionale, sicuramente molto più consono a quelle che potrebbero essere le volontà dei generali che vogliono rendersi importanti preparando grandi progetti e dimostrando che solo grazie a loro è possibile vincere, cosa che non è mai vera. E cosa è successo? Che dopo la fine del Secondo Europeo Mondiale, abbiamo visto con i nostri video che abbiamo preparato i nazisti del Pentagono e potremo farne molti altri e cercheremo di farli, perché si sono infiltrati in tanti altri settori, anche più importanti, in ogni caso abbiamo visto che negli Stati Uniti alla fine è entrata questa logica dell’arma miracolosa, il dispositivo tecnico che da solo vince la guerra, il cui possesso e il cui uso diciamo in modo professionale, uso adeguato, permette di sconfiggere e sbagliare il nemico in qualsiasi circostanza, oltre che un approccio formativo e tattico strategico molto più rigoroso, dove viene intruppato, viene preparato, tutto è programmato, adesso abbiamo anche computer, abbiamo ogni genere di sistema di supporto.

Però, che diamine, con questo nuovo approccio, da quello che mi risulta, gli Stati Uniti non hanno vinto nessuna guerra, anche in Iraq, a parte la guerra del Golfo negli anni ’90, che è stata vinta, ma l’avversario era già sconfitto in partenza, dall’in avanti, compresa la guerra in Iraq più recente, è stato un fiasco completo e per quale motivo? Il motivo è quello che appunto vi sto descrivendo, voglio dire, si è passati dal dipendere dal singolo individuo, dalla sua capacità di improvvisare, di creare, di industriarsi per trovare soluzioni alternative, anche se vogliamo in contrasto con quelle che possono essere le dottrine ufficiali di combattimento fornite dall’alto comando, si è passati da questo contesto che era un contesto vittorioso, a un contesto in cui invece tutto è delegato alla macchina, quindi invece di avere dei soldati abbiamo dei robot, in buona sostanza, soldati che devono obbedire e muoversi secondo gli ordini, perché muovendosi tutti insieme e coordinati si ottiene un impatto più coordinato.

Ora, non c’è dubbio che nel corso di un combattimento sia opportuno cercare di portare un po’ di ordine nel caos e avere un minimo di pianificazione, un minimo di coordinamento per lo meno logistico, fare in modo che arrivino supporto, che ci siano rifornimenti, che ci sia carburante, questo direi che è necessario e auspicabile, ma di nuovo in un contesto di guerra le cose vanno storte, vanno storte molto spesso e di conseguenza laddove non funziona bisogna improvvisare e trovare soluzioni alternative, cose che i russi hanno dimostrato di saper fare e di nuovo non sto facendo un’apologia dei russi, sto semplicemente osservando le differenze cercando di capire qual è il punto debole dell’occidente moderno. I russi hanno dimostrato non soltanto di essere in grado di cambiare tattica, cambiare strategia, cambiare approccio, ma anche di cambiare generali, ne hanno licenziati diversi, ne hanno tolti diversi del campo, cosa che non ho mai visto accadere nella NATO.

Tutti i generali che hanno perso regolarmente tutte le guerre che hanno combattuto sono stati promossi, voi sono rimasti all’interno della gerarchia militare in posizioni superiori, per esempio andando all’amministratore della difesa, oppure addirittura li troviamo come banchieri, o membri di qualche organizzazione finanziaria che francamente non è giustificabile se non per il fatto che hanno fatto gli interessi dei banchieri. Quindi oggi l’Occidente è un Occidente che ha perso il treno nei confronti del resto del mondo, perché ormai si è trasformato in un Occidente gestito da robot. Nessuno è più responsabile di niente, quando sentite per esempio un’interrogazione parlamentare, un’intervista in Parlamento di qualche funzionario, vuoi del Pentagono, vuoi del Ministero di Difesa, vuoi della Casa Bianca, FBI, ditene una, sono tutti irresponsabili.

Quando gli chiedono conto di cose che sono successe all’interno della loro organizzazione non sanno rispondere, dicono “No, vi faremo sapere, questo dettaglio non ce l’ho, dipende da lui, in realtà è la responsabilità di qualcun altro”. E chi è una persona totalmente responsabile? Un robot. I robot funzionano solo su ordine qualcun altro e non sono assolutamente responsabili di quello che fanno. E dobbiamo renderci conto che la civiltà occidentale si è robotizzata, si è robotizzata in modo culturale. Noi oggi usiamo i gadget per risolvere i problemi, usiamo software per risolvere i problemi. Non c’è niente di male nell’usare gadget e software se questi possono essere divertenti oppure utili per facilitare determinate operazioni, ma c’è molto di sbagliato se si generano una dipendenza, se non possiamo più fare nient’altro senza il loro impiego.

Intelligenza Artificiale e Tecnocrazia

E questo è il punto, direi, dirimente del nostro futuro. Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale ci stanno cercando di far capire una cosa estremamente falsa, che non si verificherà mai, che prima o poi l’intelligenza artificiale genererà delle entità che saranno consapevoli e in grado di ragionare per fatti propri. E quindi non solo saranno in grado di decidere e di ragionare come se fossero degli esseri umani, ma addirittura saranno più saggi, conosceranno molto più cose degli esseri umani e quindi saranno in grado di darci degli ordini e saranno nella posizione ideale per poterci controllare.

E questa è, in sintesi la tecnocrazia. Ne abbiamo parlato in passato. La tecnocrazia è un movimento dove gli esperti vengono messi a governo, non si mettono i politici, forse potrebbe essere una buona cosa diciamo, perlomeno in senso teorico, poi bisogna vedere chi mette gli esperti e perché dovrebbero andare a governo innanzitutto, perché invece gli esperti non vanno nell’economia a fare le cose e a produrre risultati concreti e solo a base di risultati concreti possono poi dopo essere seguiti come esempio, non c’è bisogno di mandarli a governo. Ma in ogni caso la tecnocrazia è il governo da parte degli esperti che di solito gli esperti non sono, usando strumenti tecnologici per delegare la responsabilità a qualcun altro. Quindi l’ideale, la situazione ideale appunto è una cultura di robot, gestita da robot, riparati da robot e guidati da robot ovviamente. E se pensate che siamo ancora lontani da tale obiettivo vi invito a guardare quello che vi circonda. Ora, non è difficile uscire da una civiltà di robot perché fortunatamente robot non siamo e la chiave in questo senso è naturalmente l’ingrediente opposto, se il robot è totalmente irresponsabile perché si muove unicamente sul comando di qualcun altro, per non essere robot bisogna prendersi responsabilità.

Una cosa che i governi occidentali sono totalmente incapaci di fare, lo vediamo in ogni momento, succede qualcosa, un disastro, è la responsabilità di qualcun altro, è stato qualcun altro, noi non c’entriamo niente, è stato il governo precedente, è stato Putin, è stato chiunque a fuorché loro e questo è l’indice dello stato della cultura occidentale, una cultura che è sicuramente perdente. Quindi nel momento in cui scegliamo dei veri leader dobbiamo scegliere persone che siano poi in grado di assumersi le proprie responsabilità, che non vuol dire sinceramente essere incolpati di tutti e di tutti, ma dire ok ho sbagliato, vediamo come possiamo rimediare, questo approccio non si è dimostrato funzionale, ne facciamo un altro, perché questo tipo di approccio è quello che offre la migliore garanzia.

Siamo in una situazione di caos sostanziale, che dura da parecchio tempo, ma che adesso è diventata più evidente e che è generata anche da un evidente cambiamento in corso nella struttura economica, nella struttura sociale, nella struttura culturale del nostro mondo. Nessuno è in grado di azzeccarle tutte e di dare un piano d’azione che possa durare decenni e che non abbia bisogno di essere modificato.

Chiunque può ipotizzare dei piani d’azione che poi vengono aggiustati, verificati e modificati a seconda della necessità, direi che in una situazione come quella bellica bisogna ogni giorno inventarsi la strategia vincente. Ma questo può essere fatto se si mantiene la responsabilità di decidere per sé, di essere fedeli alla propria cultura, ai propri origini e soprattutto di lavorare in una direzione che sia una direzione positiva. Tornando al complesso industriale, il complesso industriale produce armi che non servono a nessuno, servono solo a distruggere, che non producono nessun tipo di deterrente a questo punto, perché tutto il mondo sta ridendo degli strumenti fenomenali della NATO e che in compenso drenano l’economia di risorse che sarebbero indispensabili.

Se io investo 300 milioni per costruire un razzo che verrà distrutto in pochi secondi, non sto investendo quei 300 milioni per costruire un nuovo ponte, per costruire una nuova nave, per costruire un ospedale, strutture che da lì in avanti produrranno un contributo economico costante, fino a che non saranno più utilizzabili perché troppo vecchie, consumate o comunque potranno essere riparate. Quindi non sto costruendo qualcosa che è un investimento per il futuro, sto bruciando i guadagni del domani. E questo ormai è un trend comune nell’Occidente, in particolare negli Stati Uniti, che produrrà sicuramente conseguenze disastrose dal punto di vista economico e di conseguenza dobbiamo cercare di tutelarci e lo facciamo nella Legione di Bitcoin, lo facciamo in Capire Bitcoin, lo facciamo nei discorsi che ci scambiamo su questo canale.

Ma quello che volevo farvi capire è anche che la natura e il mondo in ogni caso hanno delle proprie regole, che sono regole naturali, toccando natura, che non possono essere cancellate con un editto, con un decreto o con dei numeri scritti su un registro contabile, perché si muovono e vanno avanti indipendentemente dalla volontà dei politici, dei banchieri, dei vari teorici delle università o dei cosiddetti economisti.

Vanno avanti e applicano delle leggi inesorabili, che sono leggi reali, che tra l’altro sono estremamente semplici, ma che chiunque abbia gestito un po’ di denaro la propria famiglia è in grado di capire, di intuire senza bisogno di grandi spiegazioni. Quando queste leggi vengono violate, prima o poi il conto viene presentato, è un fatto naturale ed è successo a tutti in grandi imperi, a tutte le grandi nazioni. Se voi avete seguito uno dei video recenti, forse l’ultimo se non sbaglio, dove si descriveva l’avvicendarsi delle varie valute di riserva e di scambio internazionale, vi ricorderete che tutte queste valute non hanno mai avuto una durata superiore ai 100 anni, super giù. Quindi ogni secolo ha una nuova valuta. Questo rispetto a un passato, per esempio, dove abbiamo visto valute di scambio che potevano durare 300 o 500 anni, o dove magari forme di pagamento potevano durare anche più a lungo.

Quindi più andiamo avanti, minore il tempo in cui questi apparati finanziari artificiali, spesso creati per sostenere una classe politica, una cricca di politici che vuole vivere sul pari degli altri, hanno una vita sempre più breve. E’ una vita che è misurabile nell’arco di un paio di generazioni, quindi è veramente infinitesimale. Di conseguenza siamo in un periodo di cambiamento che è un cambiamento inevitabile. Non è che, di nuovo, dipende da quello che dice qualche personaggio, qualche testa parlante, come dicono in americano in televisione. Non è che semplicemente facendo dei bei discorsi o presentandosi davanti a una telecamera le cose cambieranno. Non cambieranno, semplicemente andranno avanti, marceranno come nell’ordine delle cose.

E se voi vi prenderete la responsabilità di conoscere un pochino meglio questi meccanismi, innanzitutto sarete più tranquilli perché saprete quello che sta per succedere e li regolerete di conseguenza. Ma anche avrete un contributo più concreto sul trasformare questo mondo da un mondo di robot a un mondo di persone normali, persone che ragionano con la propria testa e che possono prendere decisioni e cambiare opinione se è giustificato dalla cosa. Che non cercano la soluzione nel gadget. Io lo vedo. Ho lavorato nel mondo dell’informatica dal 1981, quindi un bel po’ di tempo, e ho visto l’avvicendarsi di tante mode e ogni moda è imperniata su una nuova tecnologia, un nuovo computer, un nuovo sistema, un nuovo telefonino, un qualche tipo di gadget, di oggetto speciale del desiderio che sicuramente ritorna estremamente utile.

Io sono un appassionato del tema, se non ci avrei lavorato per tanto tempo; quindi, non metto in dubbio che il computer possa essere uno strumento estremamente potente, estremamente funzionale. Ma dobbiamo vederlo come uno strumento di servizio, qualcosa che usiamo insieme al telefonino quando ci fa comodo per semplificare altre operazioni, ma che non può sostituirsi a noi o non può sostituire alcune attività che possono essere il contatto diretto con le persone, che possono essere l’ispezionare di persona, posti e luoghi, prodotti, tecniche, tecnologie e lo sperimentare in prima persona il lavoro, anche il lavoro manuale.

Perché altrimenti viviamo in un mondo di robot e diventiamo robot e come robot siamo poi programmabili e questo è sicuramente un obiettivo desiderabile da parte di un’elite di persone che vogliono avere controllo su tutti e farli lavorare come vogliono. Non c’è dubbio che abbia anche dei precedenti storici, non c’erano i computer ma c’era la schiavitù, c’erano altri sistemi per ottenere lo stesso risultato. Ma l’antidoto, di nuovo, non è quello di diventare sempre più dipendenti dai gadget o dal software o dalla funzione X verso Y, usarle, usarle al massimo delle sue potenzialità per darci un risultato che sia un risultato utile. Ma al tempo stesso lavorare noi stessi individualmente per sviluppare le conoscenze necessarie a gestire tutto quello che c’è intorno a noi, anche senza computer.

Questo è, direi, l’obiettivo che ci sono di noi si dovrebbe porre, perché solo così manterremo il livello di responsabilità adeguato da poi scegliere dei leader che siano responsabili e che non semplicemente siano bravi a parlare ma che poi nei fatti dimostrino di essere capaci. Ed è facile riconoscerli, perché se avete un leader che incolpa sempre gli altri di tutto quello che va male è irresponsabile per definizione.

Se è un politico di carriera sicuramente ha preso decisioni che hanno contribuito allo stato attuale, quindi dovrebbe perlomeno prendersi responsabilità per quello che ha fatto. Se non è un politico di carriera, comunque, è uno che li ha votati o che comunque ha fatto parte di quella situazione. Quindi quando io vedo qualcuno che dice “Ah, è tutta colpa di Giorgio piuttosto che Pippo, piuttosto che Topolino”, so che è un irresponsabile, so che non produrrà nulla di buono, perché non farà altro che continuare a dare la colpa agli altri e non farà nulla di efficace per cambiare le situazioni.

Se invece vedo qualcuno che fa qualcosa di concreto per trasformare le cose, allora merita attenzione. Poi magari non sarà in grado di mantenersi responsabile per tutto il tempo, perché l’uomo ha dimostrato di essere incapace di gestire il potere, questa non è una cosa nuova e di conseguenza sono pochissime le persone che riescono a mantenere il potere per un tempo lungo e al tempo stesso governare in modo sano. Però questo è un altro aspetto, si risolve ma ricambiando la persona che ha incominciato ad andare fuori dal seminato. Ma tutto questo è possibile soltanto se noi, in primo luogo, diamo un buon esempio, se noi in primo luogo diventiamo più responsabili. Se noi, in primo luogo, per diventare più responsabili cerchiamo di capire meglio i meccanismi di base fondamentali, invece di inseguire costantemente, che poi è interessante, può essere anche curioso, seguire le ultime notizie, gli ultimi eventi, diciamo, è un po’ come seguire i pettegolezzi. Per certi versi è opportuno seguire un po’ quelli che possono essere gli eventi più importanti, perché ci sono alcuni di questi che potrebbero influenzarci.

Ma bisogna operare una selezione importante, soprattutto gestire e ridurre al massimo l’uso di canali dispersivi come possono essere social media. Social media possono avere una certa utilità se usati in piccolissime dosi per tenersi informati, ma l’informazione vera non la si costruisce seguendo migliaia di rivoli di notizie scollegate tra loro. Questo è il problema dello scienziato moderno, anche lui è diventato un robot. Lo scienziato moderno potrebbe essere meglio classificato come uno spazzino ben remunerato. Perché uno spazzino?

Perché in realtà non fanno altro che accumulare una quantità mostruosa di dati, tra loro non essenzialmente correlati, che poi faranno esaminare un computer di intelligenza artificiale, il quale, noi sappiamo, c’è un detto in informatica “garbage in, garbage out”, se butti spazzatura dentro otterrai spazzatura fuori come risultato. Quindi, se tu fornisci dati che non sono assolutamente rilevanti o che sono mescolati e buttati insieme, otterrai come output finale spazzatura, però elaborata per te da un sistema di intelligenza artificiale che, tuttavia, anche se tu fornissi informazioni corrette, perfette, sbaglierà comunque, almeno, nel 20% dei casi, visto che opera su una base statistica e quindi, in ogni caso, dovrai essere in grado di valutare tu l’attendibilità dei dati, non basarti sul computer. Perciò, tornando sul tema principale, dobbiamo usare la tecnologia perché siamo in un mondo tecnologico, non usarla vuol dire stare tagliati fuori e non essere neanche più in grado di influenzare quello che è la tendenza, l’evoluzione della società intorno a noi.

Quindi non possiamo semplicemente rifugiarci nel bosco, nasconderci, vivere di caccia e pesca, a meno che vogliamo farlo, non ci senti di male, ma se vogliamo contribuire in modo attivo alla società, l’approccio non è quello. Dobbiamo usare la tecnologia, ma usarla in modo responsabile. Usarla come se fosse uno strumento. Quando uno usa un trapano per fare un buco, prende il trapano, fa il buco, lo mette via, è finito. Idem per i computer, idem per i telefonini. C’è un momento in cui sono utilissimi e dopo di che si procede con la propria vita usando altri fonti, altri strumenti. Leggiamo più libri, facciamo uno sforzo mirato a diventare veramente molto bravi nel nostro settore di lavoro e di intervento professionale, oltre a conoscere un po’ più di quello che ci circonda, quindi non specializzarci soltanto su una cosa.

Un’altra cosa che è tipica del robot è quella di essere iper-specializzato. Avete il robot che salda la portiera destra di una macchina, avete il robot che pittura il tettuccio, magari pittura la carrozzeria e abbiamo per esempio il medico che è specializzato soltanto nel curare il ginocchio destro e l’altro medico che è specializzato nel curare il ginocchio sinistro. È soltanto un po’ esagerando, ma questo illustravi qualcosa che avrete constato anche voi stessi, che quando andiamo per esempio da un medico per chiedere un consiglio dobbiamo inevitabilmente poi rivolgerci agli specialisti. Allora lo specialista indubbiamente siccome lavora in modo specifico su un tema ne saprà di più su quel tema specifico, non ci entri male.

Ma il problema è che va a finire che se noi abbiamo qualche tipo di disturbo nessuno si dice esattamente cos’è e dobbiamo sentire una miriade di specialisti, i quali tra loro non vanno d’accordo perché come diceva Hamon detto dal punto di vista di un martello qualsiasi cosa può sembrare un chiodo quindi, se vado a uno specialista che si occupa del sistema nervoso, dirà che il mio è un problema del sistema nervoso, se vado a qualcuno che si occupa di cuore dirà che è un problema di cuore. Non c’è più quella figura, o per lo meno è molto difficile da trovare, il medico un po’ esperto di tutto che diceva ma questo secondo me è il problema. Poi magari se c’è da fare un intervento specifico non so se c’è da fare un intervento chirurgico allora si va da un chirurgo specializzato e questo non ci entra di male.

Quindi l’iper-specializzazione è un sinonimo di robotizzazione, usciamo dal garage dei robot e diventiamo più responsabili e diventiamo più competenti su più vasta scala. Non possiamo lasciare che gli altri gestiscono il nostro denaro senza sapere come funziona il denaro, dobbiamo conoscere bene, è un elemento centrale della nostra vita quindi dobbiamo conoscerlo bene, dobbiamo conoscere bene quelli che sono i punti deboli, i sistemi in cui siamo, dobbiamo capire quello che si è dimostrato in passato il sistema più funzionale e quello che potrebbe essere il sistema più adatti per il futuro perché il denaro fa parte della nostra vita è pervasivo, io insisto tanto su questo tema perché da un punto dobbiamo poi partire e se c’è una cosa che dovreste studiare in più rispetto a quello che state facendo è il denaro perché il denaro fa parte del vostro lavoro, qualsiasi lavoro facciate.

Quindi maggiore responsabilità, comprendiamo meglio quello che ci circonda, cerchiamo di diventare molto più competenti e esperti in quello che facciamo e nei settori che ci circondano e che sono importanti e pertinenti, dopodiché il lavoro sarà lungo, il percorso sarà impegnativo, dovremo prendersi responsabilità anche per altri perché non tutti saranno disposti a farlo e quindi se sono nel nostro ambito influenzano a quello che noi facciamo dovremo in qualche modo influenzare anche la loro vita e questo fa parte del gioco. Però saremo avvantaggiati dal fatto che non sarà necessario combattere il sistema perché il sistema si sta distruggendo da solo, se ne andrà da solo.

Le leggi dell’economia, le leggi della natura lo elimineranno perché è un sistema ormai diventato innaturale e quindi non può sopravvivere. L’unico modo in cui potrebbe impedire la sua eliminazione sarebbe quello di eliminare del tutto il campo a gioco quindi con una guerra nucleare. Ma per adesso sembra che non siamo diretti in tal senso, anche se ci sono persone che vorrebbero andarci a tutti i costi, sembra che non sia un problema pressante e in ogni caso è inutile concentrare su un problema che non possiamo controllare. Quello che possiamo invece fare è lavorare nel nostro ambito più diretto e cercare, con il nostro esempio, di cambiare le cose.

Roberto Mazzoni

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