Trump-Biden: il disastro – MN #272

Siamo insieme nella ricerca delle verità, in questo caso la verità di quello che succede negli Stati Uniti e quale sarà il futuro della Presidenza, il futuro degli Stati Uniti, il futuro dell’Alleanza Atlantica e dell’Europa. Ieri c’è stato il primo dibattito presidenziale di questa campagna elettorale. Ha visto naturalmente il confronto tra Joe Biden e Donald Trump. Joe Biden è il presidente in carica, Donald Trump l’ex presidente che sta cercando di essere rieletto. Da questo confronto emerge in modo evidente e incontrovertibile che Joe Biden non è più in grado di essere il presidente degli Stati Uniti, sempre che lo sia mai stato, ma di certo non è più neanche in grado di capire quello che dice, quello che sta facendo, quello che succede intorno a lui. È chiaramente molto al di là del livello di declino personale che ci si può aspettare da un politico anziano.

Quindi la prima domanda che sorge spontanea è chi sta veramente governando gli Stati Uniti e la seconda domanda è che cosa succederà dopo Joe Biden. È chiaro che il confronto di ieri che sarebbe dovuto servire per in qualche modo attenuare le critiche nei confronti di Biden, che aveva dimostrato decisamente grossi problemi cognitivi anche nel viaggio in Italia, in Francia, recente, nelle diverse apparizioni pubbliche, ha fallito. E’ chiaro che non soltanto è confuso, ma è proprio incapace di seguire un discorso in un contesto poi così importante come quello di un confronto presidenziale. Noi sappiamo che negli anni ’60, nel confronto tra Nixon e John Fitzgerald Kennedy, la televisione gioca un ruolo fondamentale nelle elezioni presidenziali. Infatti sentivo un commentatore che diceva come il confronto tra Nixon e Kennedy, avesse visto Kennedy vincitore per il solo fatto che Nixon sudava sotto le telecamere, quindi aveva dato un’impressione di essere debole, di non essere in grado di tenere la carica di presidente.

Mentre invece coloro che avevano ascoltato il confronto tra Nixon e Kennedy in radio avevano dato Nixon come vincente. Questo perché la televisione dà modo di vedere cose che altrimenti non si potrebbero notare semplicemente ascoltando il discorso. Io credo che, come diceva questo commentatore, anche chiunque avesse ascoltato questo confronto via radio non avrebbe avuto dubbi sul fatto che Biden è cotto e non è più recuperabile. Qualsiasi cosa gli abbiano dato per tenerlo su non ha funzionato o non ha funzionato correttamente. Trump da parte sua si è dimostrato abbastanza trattenuto, chiaramente non voleva togliere i riflettori da Biden, vista le condizioni di Biden, e tutto sommato si è dimostrato abbastanza disciplinato, molto più disciplinato rispetto al suo solito. Il problema che ho notato ascoltando la presentazione è che non ha quasi mai risposto alle domande che gli venivano poste. Girava il tema, ritornava, cercando di rispondere a commenti precedenti di Biden e più che altro era stato un rimpallo del “tu sei un bugiardo”, “no, il bugiardo sei tu”, “no, in realtà sei tu che dici bugie”, “no, in realtà”, eccetera, eccetera.

Chi avesse voluto sintonizzarsi per capire qual era la prospettiva politica degli Stati Uniti nei prossimi quattro anni non c’è capito assolutamente niente, perché non c’era assolutamente niente da capire. E questo direi che è il messaggio fondamentale che si estrae da questo confronto, vale a dire ormai siamo allo sbando. E questa situazione direi che è una situazione che non ha precedenti. Innanzitutto tutti indistintamente gli osservatori e commentatori americani hanno detto che questo è stato il peggior confronto presidenziale dibattito che sia mai visto nella storia degli Stati Uniti e che questo sarà sicuramente un evento storico di cui si riparlerà e si riparlerà in futuro. Da questo evento il Partito Democratico esce massacrato, direi, semplicemente. Io sento che le maggiori critiche vengono proprio dal fronte dei donatori del Partito Democratico, dai giornalisti che hanno finora sostenuto a livello di propagandisti ufficiali il Partito Democratico e anche diversi politici del Partito Democratico.

Disfatta per il partito Democratico

Il Partito Democratico esce disfatto anche perché nell’ultimo anno c’è stato uno sforzo concertato, comune, di dichiarare “no, Biden in realtà sta bene, quello che vedete sono in realtà dei video truccati, non c’è modo di capire come sono le cose se non siete direttamente coinvolti nel lavoro di tutti i giorni nella Casa Bianca, Biden è intensamente coinvolto, sa quello che fa, eccetera eccetera”. Quindi gli americani, in particolare l’elettorato democratico, direi a questo punto, ha dovuto confrontare il fatto che la propaganda è arrivato a livelli tali da fornire solo spazzatura. Tutto quello che viene dalla Casa Bianca è falso, tutto quello che viene dai mainstream media è prevalentemente falso e soprattutto le affermazioni relative alle condizioni di Biden erano chiaramente false, perché non si arriva a queste condizioni in un giorno solo.

Ci troviamo in due guerre in questo momento, con la possibilità di una terza guerra che si può aprire in Libano, con un presidente che non c’è, con una Casa Bianca che sentendo diciamo gli addetti ai lavori è in totale confusione, con il presidente o meglio con lo staff che circonda il presidente che accoglie consigli sulla politica estera da persone che sono esterne alla Casa Bianca, quindi non si capisce chi sta governando, sembra che la politica estera venga in parte dettata dal complesso industriale militare, naturalmente che ha tutti gli interessi a vendere più armi, sempre più scadenti, e in parte da gestori di sondaggi di opinioni, quindi gente che non ha la peccata idea di quello che sta facendo, di quello che sta dicendo e di dove sta andando.

Per ampia parte sua ha evitato moltissime domande importanti relative all’economia, relative alla crisi della droga negli Stati Uniti, anche sull’ immigrazione è stato piuttosto evasivo nel senso che gli hanno chiesto di specificare cosa intende per massiccia deportazione che lui ha anticipato voler fare, cioè chi vuole deportare esattamente le persone, tutte le persone che sono negli Stati Uniti senza permesso, anche quelli che sono sposati, anche quelli che hanno lavoro, oppure chi esattamente, e non ha risposto, quindi non sappiamo quali siano le sue intenzioni effettive. Ha continuato a insistere, ha ripetuto sempre le stesse cose di fatto per tutta l’ora e mezza, ha insistito sulla, ha continuato a insistere praticamente per tutto il dibattito sempre sui stessi temi, in particolare sul fatto che l’immigrazione illegale vede l’arrivo di numerosi criminali, malati di mente, terroristi, senza fornire cifre specifiche.

Da parte sua Biden ha cercato di farfugliare delle cifre che evidentemente gli avevano inculcato nella mente seguendo un meccanismo numerico, quindi faceva l’elenco 1, 2, 3, 1, 2, 3, 4, veramente tragico, tragico. Non sappiamo quello che succederà sul fronte all’immigrazione, sul fronte dell’economia non si è capito assolutamente niente, salvo il fatto che Trump, e questo è stato molto esplicito, intende rafforzare le sanzioni, quindi se pensavate che le sanzioni non abbiano funzionato, bene, con Trump ne avremo di più e saranno tra l’altro in particolare dirette anche verso l’Europa. Su questo è stato molto esplicito, vuole che l’Europa aumenti drasticamente le spese militari per sostenere la guerra in Ucraina, che è un problema sostanzialmente europeo, lo ha dichiarato. In più, quando gli è stato chiesto se sarebbe stato disponibile ad accettare la proposta di pace avanzata da Putin recentemente, Putin ha fatto una proposta in cui dichiarava sostanzialmente “io mi tengo il Donbass, mi tengo Zaporizia e Kherson, le quattro regioni, quattro Oblast d’Ucraini che abbiamo in parte occupato e che hanno votato per unirsi alla federazione russa, voi mi promettete che l’Ucraina resterà neutrale, non entrerà nella NATO e chiudiamo qui la partita”.

Questa è stata la sua proposta in concomitanza con il famoso summit di pace in Svizzera, che è stato un fiasco clamoroso, assolutamente clamoroso. Trump, forse anche giustificatamente, ha detto che questa proposta è inaccettabile, però poi si è lanciato in una delle sue “boot ad”, una delle sue affermazioni facili, dicendo che lui risolverà la questione non più in un giorno, perché questo è stato archiviato, ma prima ancora di essere insediato alla presidenza, cioè non appena nominato, già nel periodo di interregno lui con qualche telefonata risolverà la cosa. Dire che questo sia un segnale di scarsa credibilità, perché è evidente che una questione di questo genere non si risolve semplicemente con due telefonate e credo che i russi, dalla posizione in cui si trovano, sia una posizione di tale vantaggio che di certo non vogliono essere semplicemente accantonati e che gli arrivi un diktat o delle minacce, come aveva spiegato aver fatto in passato l’uso di armi nucleari, anche perché di armi nucleari si continua a parlare e di incidenti nucleari si aumenta sempre di più la probabilità.

Sappiamo che gli ucraini hanno preso di mira due sistemi di rilevazione di razze lungo e gittata, che servono esattamente ai russi per identificare l’arrivo di eventuali testate nucleari dagli Stati Uniti o da altre nazioni. Sistemi che non hanno una alternativa satellitare, quindi i russi sono più indietro su questo fronte rispetto agli americani, perciò se non hanno quei radar non sanno quello che sta succedendo e possono credere verosimilmente che si tratti di un attacco preventivo per poi sferrare l’attacco nucleare vero e proprio e quindi possono decidere su quella base di partire loro per primi. Quindi sentivo il parere di un esperto, uno scienziato che lavora in questo settore, che ha lavorato in questo settore per molti anni, americano, che diceva che è una cosa estremamente pericolosa da fare. Cioè è l’ultima cosa che vuoi fare se vuoi evitare un conflitto nucleare.

Finora nel successo i russi non vogliono l’excalation nucleare, questo è evidente e questo è l’unico, credo, fattore che finora ha impedito che ci si arrivasse, però da Washington non è chiaro dove vogliono andare a parare esattamente e ora che sappiamo che non c’è nessuno al comando e che i pulsanti delle testare nucleari sono in mano di qualcuno che di certo non è il presidente, direi che nei prossimi mesi saranno abbastanza preoccupati. Anche perché il discorso da parte di alcuni personaggi del partito democratico che tendono ancora a sminuire le condizioni di Biden, la moglie di Biden che dice che ha fatto un dibattito fenomenale che l’è assolutamente contrario al fatto che il marito si ritiri dalla corsa presidenziale ci fanno presagire delle possibili mosse disperate.

Ma tornando a Trump si capisce che non ha un programma preciso per affrontare il problema russo. Innanzitutto credo che non appena lui arrivasse alla Casa Bianca, cosa che ormai sembra abbastanza probabile, verrebbe immediatamente attaccato di nuovo con la storia della Russia Gate, del fatto che lui ha connessioni con la Russia, del fatto che lui ha preferenze nei confronti con la Russia, quindi qualsiasi tipo di dialogo, di tentativo di accomodamento con i russi sarebbe estremamente difficile, perché vedrebbe l’intero apparato di intelligence, l’intero apparato dei media mainstream contro di lui. In più i russi sono estremamente circospetti e quindi avrebbero scassato il giù già. Putin ha dichiarato che preferisce Biden a Trump, il che è tutto dire. Quindi questo per quello che riguarda l’Ucraina.

Sempre più sanzioni

Abbiamo visto le questioni delle sanzioni e francamente su altri temi non sono riuscito a bene capire esattamente cosa voglia fare Trump, che non ce l’ha detto, non ha risposto alle domande. Direi che l’applicazione di sanzioni, l’applicazione di tariffe in entrata e uscita, sia destinata ad avere magari dei ritorni a breve termine, però comunque ha delle conseguenze estremamente pericolose. C’è un libro fatto da ricercatori di economia molto qualificati che dimostra come nell’arco di 4.000 anni, ogni volta che è stata applicata queste tecniche hanno sempre fallito. Quindi non aspettiamoci niente di particolarmente promettente. C’è di buono che nel caso di Trump, benché abbia intorno a sé un entourage politico piuttosto preoccupante, chi ha seguito i miei video nella sezione nuova del mondo mondiale sa benissimo di cosa sto parlando, potrebbe esserci che, semplicemente per iniziativa personale, visto che lui stesso è imprevedibile, alla fine riesca a tenerci fuori dai pasticci. Sicuramente se rimane Biden il problema diventa più grave, quindi è chiaro che Biden se ne deve andare a tutti i costi.

Biden non molla

Ora, cosa succede da qui a fine anno? Beh, innanzitutto il Partito Democratico dovrà decidere se sostituisce o meno Biden. Si era già parlato più volte di Gavin Newsom, l’attuale governatore della California, piuttosto che di altri governatori presi da altri stati sempre democratici, gestiti dal Partito Democratico. Il problema è che Biden non se ne vuole andare, o meglio, la moglie di Biden non se ne vuole andare e quindi non può essere estromesso, visto che è stato confermato come candidato da parte del partito. Non c’è un percorso legale attraverso cui questo può essere fatto, salvo che lui spontaneamente si dimetta e rischiano di convincerlo a dimettersi. Biden ha appuntato questa posizione di presidenza per tanto tempo, 50 anni di carriera politica, e quindi è difficile che molli così facilmente, ma quello che sembra essere più convinta in assoluto, quella che sembra essere più convinta è la moglie. La moglie non ha nessuna intenzione di andarsene a casa bianca.

E poi c’è Kamala Harris, il vice vicepresidente. Kamala Harris dovrebbe a questo punto sostituire Biden. C’è un articolo, il venticinquesimo articolo della Costituzione americana, che prevede che in condizioni in cui il presidente non sia capace di intendere e volere, cosa che ormai direi è acclarata nel caso di Biden, venga sostituito dal vicepresidente. Il problema è che il vicepresidente Kamala Harris è persino più impopolare di quello che è Biden. Biden, se non sbaglio, prima di questo confronto con Trump, aveva una percentuale di gradimento di circa il 47%. Dopo il dibattito è al 33%, quindi un crollo enorme. Kamala Harris è persino più in basso, quindi Kamala Harris è decisamente sgradita alla gran parte dell’elettorato. Tuttavia ha come suo punto di forza il fatto di essere una donna, una donna di colore e quindi il fatto che lei possa, anche per pochi mesi, essere il primo presidente donna degli Stati Uniti e di colore sarebbe un’attrattiva notevole, che non credo lei sia disposta a lasciare correre.

E che potrebbe anche creare problemi all’interno dell’elettorato democratico, che sappiamo lavora molto su questa idea di concetto di identità, la politica dell’identità, la razza, il colore, le donne, l’uguaglianza delle categorie più svantaggiate, eccetera. Quindi è una questione molto spinosa per il Partito Democratico, una questione nel cui il Partito Democratico potrebbe uscire perdente su tutti i fronti e anche condurre a una crisi all’interno del Partito Democratico che poi perdurare nel tempo. Nel caso del Partito Repubblicano la situazione è più semplice, perché a questo punto Trump ha una concreta possibilità di vincere. Non sappiamo come arriverebbe la Casa Bianca, con che tipi di vincoli arriverebbe la Casa Bianca. Di certo la sua ascesa alla Casa Bianca non semplificherebbe la situazione in Medio Oriente, però potrebbe essere una strada verso la situazione in Ucraina, potenziale, perché appunto dalle affermazioni fatte durante il dibattito non mi sembra che anche su questo fronte Trump ha le idee molto chiare.

Cosa fare?

Ma questo dove ci lascia allora? Qual è la situazione in cui ci troviamo e che cosa dobbiamo fare? Beh, innanzitutto direi che siamo di fronte a una combinazione di fattori che renderanno i prossimi quattro anni estremamente volatili. Quindi, immaginando che ci siano attori, non esattamente negli Stati Uniti, capaci di tenere la testa sul collo e di prevenire un conflitto nucleare, dobbiamo comunque mettere in conto una fase di estrema crisi economica, di confusione politica senza precedenti, di sostanziale sgretolamento dell’Occidente come pacchetto di alleanze, come struttura economica politica e in generale quindi un periodo di grossa difficoltà dove stiamo anche attraversando un cambio generazionale da una certa parte e anche una trasformazione tecnologica. Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale ci saranno parecchi lavori che diventeranno obsoleti e ci saranno parecchie aziende che diventeranno obsolete e se ne dovranno crescere, se dovranno far nascere delle altre, però saremo in una situazione dove la disponibilità, la liquidità sarà minore, ci saranno meno soldi in ciclo di azione, le banche saranno in grossa difficoltà, molte banche chiuderanno nei prossimi quattro anni, soprattutto l’Occidente ma non solo e bisogna essere molto bravi, bisogna essere molto competenti.

L’idea è bisogna cercare di tenere il proprio fieno in cascina, prepararsi per i tempi più difficili perché è probabile che arrivino tempi più difficili di quelli che abbiamo visto sinora e anche essere molto più competenti quindi dedicare più tempo possibile a aggiornarsi, a documentarsi su quelle che sono le nuove realtà produttive, tecnologiche, sulle nuove realtà di mercato, sui nuovi accordi che stanno formando direi che l’iniziativa sul fronte commerciale si stia spostando decisamente ad est, quindi in Europa l’Ungheria dovrebbe avere un’importanza maggiore, la Russia avrà sicuramente un’importanza maggiore, più che altro come accesso ad energia a basso costo, i progetti di portare energia dall’Africa credo che siano poco probabili. Vedo una grossissima confusione in Germania per i prossimi quattro anni, una confusione che è destinata ad esplodere probabilmente e anche una situazione decisamente critica in Francia, con tutte le conseguenze ci possono essere, quindi siamo di fronte a una situazione di difficoltà che poi si estende anche alla Gran Bretagna, la Gran Bretagna è all’interno di una crisi economica senza precedenti e direi un gioco su tutti i fronti dove ciascuno cercherà di portare a quel proprio mulino.

Quindi gli Stati Uniti faranno di tutto, Trump l’ha già fatto capire, per recuperare quanti più soldi possibili dai propri alleati e per complicare le reazioni con la Cina, quindi chiunque lavori con la Cina deve prepararsi a quattro anni estremamente difficili e chiunque lavori con anche l’est in generale. Gli Stati Uniti cercheranno di far gravitare le aziende europee sugli Stati Uniti, magari di trasferirsi negli Stati Uniti e di far leva su un notevole potenziale energetico che negli Stati Uniti è ancora disponibile, in particolare petrolio e gas naturale, negli ultimi anni la produzione di gas naturale è stata da record, infatti è stato esportato parecchio in Europa, per cui direi che il gioco, come sempre è stato del resto però diventa ancora più evidente, il gioco per i prossimi quattro anni sarà su chi controlla l’energia, su chi ne avrà di più e su chi la riuscirà a sfruttare meglio. Nel caso Stati Uniti abbiamo una discreta varietà di energie disponibili, dal nucleare dove si è ricominciato ad investire, al eolico, al fotovoltaico che sono cresciuti parecchio durante la presidenza Biden, al petrolio, al gas naturale e anche all’idroelettrico in una certa misura, quindi ci sono diverse fonti e ci sarà bisogno di investire di più in tal senso.

Se voi state cercando dove orientarvi, cosa fare, guardate dove saranno disponibili fonte di energia a costo ragionevole. L’energia per quello che riguarda l’Europa direi verrà quasi esclusivamente da est, voi dalla Turchia oppure dall’Ungheria, attraverso l’Ungheria, e il cordone commerciale con la Cina sarà probabilmente attraverso questi due poli. Direi che il Canale Suez e il Mar Rosso ce lo siamo giocati, non so quando mai si risolverà quella situazione e in generale direi che l’assetto di relazioni con Cina, Russia e Oriente si è destinato a cambiare sempre di più.

Quindi cosa ricaviamo come sostanza alla fine di questo confronto presidenziale? Beh, gli Stati Uniti, la popolazione statunitense, si sta rendendo conto che la situazione è molto più critica di quello che potessero immaginarsi e che al di là delle posizioni di partito, partigiane, dove comunque sostieni il tuo candidato perché è il più bello, il più bravo, il più intelligente, quello che farà tutte le cose giuste a confronto dell’altro che invece è sempre il più stupido, il più incapace, il più bugiardo, si rende conto che il sistema non funziona, non funziona più, è decisamente fuori controllo al punto che, e questo non credo che sia una cosa nuova però adesso è eclatante, al punto che la presidenza viene diretta da qualcun altro, qualcuno che non è neanche la Casa Bianca e per interessi che sono decisamente lontani da quelli degli elettori e con meccanismi che sono ormai del tutto non democratici perché abbiamo visto e vedremo ancora nei prossimi video come le elezioni elettorali, le elezioni scusatemi presidenziali e anche le elezioni parlamentari nei Stati Uniti sono altamente manipolate da tantissimi attori, è talmente numerosa la quantità di attori che manipolano le elezioni da perdere il conto, gli unici che non hanno voce capitolo praticamente sono i cittadini e forse i russi che sono stati accusati di manipolare le elezioni americane, cosa che non è mai stata dimostrata.

Quindi è un risveglio progressivo e a strappi per gli americani, un risveglio amaro perché fino a poco tempo fa erano convinti di vivere nella nazione più democratica, nella nazione più bella del mondo, come diceva ieri Biden dimostrando di essere decisamente fuori di testa, è la nazione più potente, la nazione con l’esercito più forte, la nazione più democratica. Tutte queste bugie stanno evaporando e l’americano si sta rendendo conto che invece la situazione è molto più critica, si era già reso conto guardando al portafoglio, guardando alla situazione del lavoro, vedeva una statistica recente addirittura nel mondo della tecnologia, gli sviluppatori software sono quasi tutti disoccupati, c’è stato un crollo dell’80% nell’occupazione degli sviluppatori, quindi se gli sviluppatori vengono mandati a casa figuratevi cosa succede agli altri.

Questo perché l’America sta attraversando un periodo di trasformazione economica con la crescita dei tassi di interesse, il denaro facile è sparito, moltissime aziende e start up sono semplicemente evaporate, oggi sopravvive soltanto chi riesce a produrre dei ritorni che lo mantengono a galla e in ogni caso deve poi confrontarsi con dei monopoli come quelli di Microsoft piuttosto di Google che fanno di tutto per distruggere i propri concorrenti, quindi è una situazione di mercato da tagliagole direi e in questo mercato evidentemente bisogna essere incredibilmente capaci. Vediamo che anche nel mondo dell’intelligenza artificiale, moltissime start up promettenti vengono polverizzate da una tendenza di consolidamento già in atto.

Vediamo OpenAI, produttori di ChatGPT, che sono i numeri uno adesso nel mondo dell’intelligenza artificiale al mondo, sono pieni zeppi di personale che viene dal mondo dell’intelligence, quindi sono già stati catturati dal sistema, dal Deep State e stanno a galla a questo punto perché fanno comodo al Deep State medesimo, quindi ha il governo parallelo che va avanti nonostante tutto, governo parallelo che è sostanzialmente segreto, invisibile, che ha obiettivi propri e che si muove senza tener conto di quello che gli elettori vogliono. Questa è la condizione degli Stati Uniti, direi che questa è anche in gran parte la condizione occidente, non vi so dire dell’Oriente perché i meccanismi sono leggermente diversi, però credo che non sia molto diversa la situazione anche dall’altra parte.

Quello che possiamo dire di certo è che in una situazione di questo tipo l’instabilità è estrema, anche perché un sistema di questo genere non può reggersi sul lungo periodo e quindi ci saranno trasformazioni economiche molto profonde, trasformazioni politiche molto profonde. Quindi il mio consiglio è tenetevi il fino in cascina, preparatevi sia come risorse di riserva sia come competenze, se siete un po’ tirati nel vostro conto economico e riuscite a vale la pena a far fronte alle spese nel caso di cambiare lavoro, cambiare professione, cambiare direzione perché sarà molto difficile, almeno che vogliate naturalmente vivere dei sussidi dello Stato che probabilmente arriveranno ma che avranno un prezzo enorme, attaccato al prezzo della libertà.

Roberto Mazzoni

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